ANCORA STRAGI NEL CANALE DI SICILIA, ANCORA INDIFFERENZA E
CINISMO.
Le politiche securitarie dellĠUnione Europea e la stretta
razzista e xenofoba del governo italiano continuano a mietere vittime.
AllĠindomani del lancio ÒpubblicitarioÓ del progetto di Unione
Euromediterranea, sostenuto da Sarkozy e da Berlusconi, ennesimo tentativo di
camuffare la chiusura della fortezza Europa e la esternalizzazione delle
pratiche di respingimento e di detenzione, oltre 40 migranti sono dispersi in
mare a sud di Lampedusa, a seguito del ribaltamento della loro imbarcazione. I
primi cadaveri sono gi stati recuperati, mentre le ricerche continuano,
un'altra strage, avvenuta proprio quando era ormai vicina una unit della
nostra Marina impegnata nellĠintervento di salvataggio.
La strage, silenziosa e spesso ignorata anche dai mezzi di
informazione, continua, nulla si sa delle modalit di impiego e dei risultati
dellĠintervento delle unit di Frontex, lĠagenzia europea per il controllo
delle frontiere esterne, che dallo scorso 18 maggio impegnata nel Canale di
Sicilia, a ridosso delle acque libiche, per Òcontrastare lĠimmigrazione
clandestinaÓ e respingere verso i porti di partenza le imbarcazioni cariche di
migranti. Un compito impossibile da assolvere, al di l della funzione
ÒpedagogicaÓ che la militarizzazione del Mediterraneo dovrebbe sortire.
Nessun candidato allĠemigrazione clandestina si sta facendo
spaventare dalla presenza delle unit militari europee che tentano, invano, di
sbarrare la strada alle imbarcazioni che la Libia e gli altri paesi
nord-africani lasciano partire periodicamente, con la collusione delle
organizzazioni criminali e, spesso, delle polizie di frontiera. Il numero degli
immigrati giunti a Lampedusa raddoppiato rispetto allo scorso anno, e lo stesso
si pu dire per le vittime, anche se tutti riconoscono che non sar mai
possibile conoscere il numero esatto dei morti.
Sempre pi spesso per i cadaveri si impigliano nelle reti
dei pescatori o sugli scogli di Lampedusa. Il prezzo imposto dalle rotte sempre
pi lunghe e difficili e dai mezzi a perdere che i trafficanti forniscono ai
migranti per la traversata. E quando si riesce ad arrivare pu andare ancora
peggio. Solo la polizia e alcuni magistrati di Agrigento continuano a credere
che tra i migranti ci siano gli scafisti, con decine di condanne per
direttissima, senza una effettiva possibilit di difesa, anche a carico di
potenziali richiedenti asilo. In realt le imbarcazioni vengono affidate per
viaggi senza ritorno, direttamente ai migranti che si alternano alla loro
guida.
Le nuove misure del pacchetto sicurezza, che estendono la
durata della detenzione nei centri di detenzione amministrativa e
criminalizzano lĠingresso ed il soggiorno irregolari, aumentando a dismisura il
numero dei soggetti potenzialmente espellibili, accrescono a dismisura
lĠarbitrio di polizia ma riducono inesorabilmente le possibilit effettive di
dare esecuzione alle espulsioni. Lampedusa e i vecchi/ nuovi centri di
detenzione amministrativa, adesso denominati CIE (centri di identificazione ed
espulsione) sono al collasso, nei CIE ( ex CPT)lĠordine rimane affidato
soltanto ai manganelli di turno, e non si sa quando e in quali condizioni
saranno aperte le altre strutture detentive annunciate dal governo.
Le possibilit di effettiva espulsione sono ancora pi
ridotte (si potrebbe dire a questo punto, per fortuna) per effetto di una
politica estera che si basa solo sulle promesse di cooperazione futura e sullo
scambio di partite economiche, sempre sulla pelle dei migranti, ma non riesce
neppure a coinvolgere le scaltre dittature che reggono i paesi nordafricani a
contrastare effettivamente lĠimmigrazione clandestina.
La Libia o lĠEgitto rimpatriano alcune centinaia di eritrei
riconsegnandoli ai loro torturatori, ma anche questo purtroppo pi una
operazione di immagine, che un effettivo strumento di contrasto
dellĠimmigrazione clandestina. E chiunque ha i mezzi economici per corrompere
una guardia, magari con una rimessa Western Union fatta da un parente in
Europa, pu proseguire il suo viaggio. Tutto allĠinsegna di una contrattazione
continua, sul terreno, nelle carceri come ai tavoli di governo, tanti migranti
espulsi o trattenuti, tante commesse per le imprese di un paese europeo, tanti
rifornimenti in tecnologie militari ai potentati nordafricani per un
improbabile controllo delle frontiere meridionali tra la Libia il Chad e il
Niger, tra lĠEgitto e il Sudan, tra il Marocco e la Mauritania e il Mali. Tante
le vittime nei deserti africani come nelle acque del Mediterraneo.
Cambiano le rotte e cambia la composizione e la provenienza
dellĠimmigrazione irregolare che tenta di raggiungere Lampedusa, e sempre pi
spesso le coste della Sicilia sud-orientale, da Pozzallo a Porto Palo di Capo
Passero. Tra gli immigrati soccorsi in mare dalle unit della nostra marina
sempre pi spesso donne e minori non accompagnati in fuga dallĠinferno libico,
come conferma Medici senza Frontiere (MSF), aumentati rispettivamente dellĠ11%
e del 4,6%. Sempre pi numerosi i migranti in fuga dalla Somalia, dallĠEtiopia
e dalla Nigeria, tutti potenziali richiedenti asilo, che troppo spesso
incappano in un provvedimento di espulsione o di respingimento una condanna
alla clandestinit permanente.
Che fare di fronte a questa strage silenziosa?
Innanzitutto occorre chiudere la stagione dei processi ai
comandanti di imbarcazioni civili che hanno salvato vite di migranti in
procinto di annegare, come successo nel caso della nave tedesca Cap Anamur
nel 2004 e dei pescherecci tunisini alla fine dellĠestate del 2007. Occorre
ridare la serenit ai lavoratori del mare ed alle organizzazioni umanitarie che
gli interventi di salvataggio non produrranno conseguenze penali, un modo per
rendere pi tempestive le operazioni di salvataggio e ridurre il numero delle
vittime.
Bisogna adottare nuove regole di ingaggio e di collaborazione
tra i numerosi pescherecci che operano nel Canale di Sicilia e i mezzi della
marina, in modo da procedere al salvataggio subito dopo il primo avvistamento,
senza attendere il tempo necessario per lĠarrivo di una unit militare. Le
unit di Frontex vanno riconvertite a compiti di salvataggio, e le loro
attivit devono essere rese pubbliche. In mare interviene per una operazione di
salvataggio chi si trova pi vicino, non necessariamente chi si trova su una
imbarcazione militare. E sono ancora troppe le testimonianze di migranti che
sono rimasti per giorni alla deriva nel Canale di Sicilia perch i pescherecci
che li avvistavano proseguivano nella loro attivit di pesca, senza rischiare
il fermo ed il sequestro dei loro mezzi.
Si devono poi aprire veri e propri Òcorridoi umanitariÓ che
consentano ai migranti in fuga dalla Libia di abbandonare quel paese verso
altri stati, anche in Europa, nei quali il loro diritto di asilo possa essere
riconosciuto. Va riconosciuto lĠasilo extraterritoriale anche nei paesi di
transito. E per i migranti economici devono comunque essere garantiti i diritti
fondamentali ed il diritto al rientro nel paese di origine, e da li una
effettiva possibilit di ingresso in Europa per ricerca di lavoro. Esattamente
il contrario delle politiche migratorie che si stanno consolidato dietro il
progetto di Unione Euro-mediterranea, un progetto che nasce gi morto, perch
molti paesi del nord-africa, tra i quali la Libia, sono apertamente contrari.
LĠintensificato flusso di immigrazione clandestina, il
raddoppio degli arrivi a Lampedusa e in Sicilia, significa proprio che la
collaborazione, tanto pubblicizzata da anni, tra i paesi delle due rive del
Mediterraneo per Òcombattere lĠimmigrazione illegaleÓ lĠennesimo spot
pubblicitario di Sarkozy e di Berlusconi. Ma DĠAlema e Zapatero non si sono
dimostrati troppo diversi, almeno sulle politiche di esternalizzazione dei
controlli di frontiera.
Per battere questi politici venditori di fumo, imprenditori
della ÒsicurezzaÓ, che hanno costruito sugli allarmismi e sugli stati di
emergenza le loro fortune ( o sfortune) elettorali, mentre sono gli autentici
responsabili delle Òstragi dellĠimmigrazione clandestinaÓ e della
moltiplicazione del numero degli immigrati irregolari, occorre mobilitare
lĠopinione pubblica, rinforzando le reti di difesa legale e sociale tra le due
sponde del mediterraneo, dando voce ai parenti delle vittime dellĠimmigrazione
clandestina, alle associazioni indipendenti che difendono i diritti dei
migranti nei paesi di transito, a quei coraggiosi giornalisti indipendenti che
testimoniano ogni giorno il fallimento delle politiche securitarie degli stati
europei ed il loro altissimo costo in termini di vite umane.
Se i partiti che in Europa oggi sono allĠopposizione
volessero riprendere una iniziativa pi forte in materia di immigrazione, anche
in vista delle prossime elezioni europee del 2009, dovrebbero individuare
proprio nel capovolgimento della politica comunitaria in materia di
immigrazione e asilo uno dei capisaldi del loro impegno. Senza il contributo
degli immigrati ( da regolarizzare) e senza il riconoscimento dei diritti
fondamentali ( a partire dal diritto di asilo) lĠEuropa condannata ad un
rapido declino, economico, sociale ed anche demografico.
Va rivista la politica delle alleanze internazionali. Magari
proprio a partire dai rapporti con i dittatori dei paesi della costa sud del
mediterraneo che troppo spesso vengono considerati come partner affidabili piuttosto
che come despoti autoritari e alleati dei trafficanti di uomini, che tutti a
parole dichiarano di volere combattere.
Fulvio Vassallo Paleologo
Universit di Palermo