Con il disegno di legge (A.S. 733) in discussione al Senato, si completa il cosiddetto Òpacchetto sicurezzaÓ e si definisce il disegno del Governo in materia di immigrazione. Sotto il falso pretesto di frenare lĠirregolaritˆ – un principio su cui, in astratto, tutti sono dĠaccordo – passa invece una sola logica: rendere difficile la vita agli immigrati, Europei e non Europei, regolari e irregolari e, in qualche caso, anche agli italiani. Giˆ il decreto legge approvato in luglio conteneva un chiaro annuncio: lĠaggravante della pena pari a un terzo per i reati compiuti dallĠimmigrato irregolare (anche per colui, per intendersi, cui fosse scaduto il permesso di soggiorno il giorno prima). Una norma iniqua, che considera lĠirregolaritˆ come unĠaggravante comune - come lĠavere agito per abbietti motivi, o con crudeltˆ. Sotto pressione della Comunitˆ Europea, poi, il Ministro dellĠInterno ha dovuto ritirare un decreto legislativo che imponeva forti restrizioni alla libera circolazione dei cittadini europei mediante lĠallontanamento di chi fosse sprovvisto di adeguati requisiti di reddito. Sulla questione dei Rom e della loro schedatura-censimento – purtroppo avvenuta allĠombra della Croce Rossa – solo alcune acrobazie hanno impedito le censure comunitarie, ma non certo quelle dellĠopinione pubblica internazionale.

         Con il disegno di legge 733, la maggioranza – ostaggio della Lega – sta facendo di peggio. Non illuda che il Governo abbia fatto macchina indietro sul reato di immigrazione clandestina, che avrebbe comportato lĠarresto, il processo e lĠespulsione di tutti gli irregolari (comprese le centinaia di migliaia di collaboratrici familiari). Una norma tanto proterva quanto inattuabile e ritirata pi per la sua manifesta dannositˆ e impraticabilitˆ (il sistema carcerario che scoppia, i tribunali intasati, il costo delle espulsioni) che per le diffuse proteste dellĠopinione pubblica, laica e religiosa. Con la nuova formulazione proposta dal governo, lĠirregolaritˆ continua ad essere un reato, derubricato da delitto a contravvenzione, ed  punibile con unĠammenda. La denuncia comporta lĠespulsione; se questa  eseguita, il giudice dichiara non esservi luogo a procedere (e non si applica lĠammenda). Questa formulazione pi blanda – che ha aspetti giuridici assai controversi - non eviterˆ lĠintasamento degli uffici giudiziari nŽ le difficoltˆ logistiche per decine o centinaia di migliaia di espulsioni. Essa poi non tiene conto delle indicazioni di una direttiva europea in corso di approvazione che prevede che all'immigrato irregolare - se non  un pericolo per la sicurezza e l'ordine pubblico – debba essere concesso un periodo compreso tra i sette e i trenta giorni per ottemperare volontariamente all'ordine di rimpatrio. Periodo prorogabile in circostanze particolari quali l'esistenza di figli a scuola o la durata del soggiorno.

         Il florilegio delle misure tendono che restringono diritti e a disseminano difficoltˆ nella vita degli immigrati come in quella degli italiani  ampio e variato.  Non  passato lĠemendamento della Lega che tendeva a limitare lĠaccesso alle cure sanitarie degli irregolari, con gravi pericoli per la sanitˆ pubblica. Ma  passata la norma che autorizza gli enti locali ad avvalersi di ÒrondeÓ di cittadini per ÒcooperareÉnellĠattivitˆ di presidio del territorioÓ, con unĠinaccettabile intrusione del privato nel mantenimento dellĠordine pubblico. Si  istituisce presso il Ministero degli Interni un registro dei Òsenza fissa dimoraÓ italiani e stranieri le cui finalitˆ non sono precisate, ma che suona minaccioso come le ronde. Col rischio di cadere nel ridicolo: si pu˜ essere senza fissa dimora oggi e non domani; si pu˜ esserlo in un comune e non in un altro: chi e come curerˆ lĠiscrizione e la cancellazione dal registro? Si burocratizza la spedizione di denaro allĠestero mediante Òmoney transferÓ, veicolo semplice e poco costoso per trasferire le rimesse, col rischio di deviarle verso canali illegali e pi rischiosi. Si subordina lĠiscrizione anagrafica (vuoi per lo straniero regolare, vuoi per lĠitaliano) alla verifica dellĠidoneitˆ sanitaria dellĠabitazione: norma devastante per la tenuta delle anagrafi e che, in linea di principio, potrebbe portare alla cancellazione da queste di milioni di famiglie che vivono in abitazioni degradate e antigeniche. Si impedisce il matrimonio (diritto umano fondamentale) allĠirregolare (cos“ come facevano alcuni padroni di schiavi nelle piantagioni); al regolare si preclude la carta di Òlungo-soggiornanteÓ (si badi: non il diritto di voto o la cittadinanza) se non viene superato un esame dĠitaliano. Si propone un Òpermesso di soggiornoÓ a punti legato allĠintegrazione, revocabile, con espulsione, in caso di bocciatura.

         Il messaggio – articolato in disposizioni inattuabili, con formulazioni pasticciate, e condito dal disprezzo dei diritti umani - porta con se un chiaro messaggio: la vita dellĠimmigrato sia difficile, la sua cacciata facile.

 

[Massimo Livi Bacci, 10 novembre 2008]