Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 088 del 11/11/2008


SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------

88a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO (*)

 

MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2008

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Presidenza della vice presidente MAURO,

indi del presidente SCHIFANI

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(*) Include l'ERRATA CORRIGE pubblicato nel Resoconto della seduta n. 89 del 12 novembre 2008
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)

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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-MPA-Movimento per l'Autonomia: Misto-MPA.

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RESOCONTO SOMMARIO

 

Presidenza della vice presidente MAURO

 

La seduta inizia alle ore 16,34.

 

Il Senato approva il processo verbale della seduta pomeridiana del 5 novembre.

 

Comunicazioni della Presidenza

 

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

 

PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 16,38 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.

 

Disegni di legge, annunzio di presentazione

PRESIDENTE. Comunica che in data 10 novembre il Governo ha presentato il disegno di legge n. 1197, di conversione del decreto-legge n. 180 recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca.

Saluto ad una scolaresca di Porto Sant'Elpidio

PRESIDENTE. Saluta la scolaresca del liceo Einaudi di Porto Sant'Elpidio, presente in tribuna. (Applausi).

Sul rapimento di due religiose italiane in Kenya e sui focolai di crisi nel continente africano

SIRCANA (PD). Il rapimento in Kenya di due suore italiane impegnate in una meritoria opera di cooperazione, delle quali auspica l'immediata liberazione, dovrebbe richiamare prepotentemente l'attenzione del Parlamento sui diversi focolai di crisi del continente africano, dalla Somalia al Congo e al Darfur. Desta preoccupazione che l'Europa, a causa di veti incrociati, non sia riuscita ad inviare una forza di interposizione in Congo e che l'Italia sia destinata a non partecipare, a causa dei tagli alla difesa, ad una spedizione navale concordata dall'Unione europea per contrastare la pirateria a largo della Somalia e nel Golfo di Aden. (Applausi dai Gruppi PD e PdL).

MENARDI (PdL). Si associa alle espressioni di solidarietà e ammirazione espresse dal senatore Sircana per le religiose originarie di Cuneo rapite in Kenya. Confida nelle capacità operative del Governo che, pur avendo chiesto il silenzio ai fini di una soluzione positiva, non mancherà di riferire al Parlamento sugli sviluppi della drammatica vicenda.

PRESIDENTE. La Presidenza del Senato, che ha espresso vicinanza alle famiglie delle suore rapite, segue la vicenda con attenta preoccupazione. Sottolineando l'importante messaggio di umiltà, coraggio e umanità trasmesso dalle religiose che, in molti casi a prezzo della vita, si dedicano all'assistenza di bambini, malati e disabili nelle aree più svantaggiate del mondo, auspica una soluzione positiva della drammatica vicenda.

BODEGA (LNP). A nome del Gruppo ringrazia la vice presidente Mauro per le considerazioni espresse sull'azione umanitaria condotta dalle religiose in Africa. (Applausi dal Gruppo LNP).

Sul ripristino della legalità

in ordine ai lavori dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria

RANUCCI (PD). Richiama l'attenzione sulle intimidazioni da parte della criminalità organizzata subite dalle imprese che stanno lavorando al potenziamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Preannunciando un'interrogazione, sollecita un intervento del Governo per ripristinare la legalità e garantire prospettive di sviluppo alle aziende non inquinate da infiltrazioni criminali. (Applausi dal Gruppo PD).

Sulla mancata elezione del Presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

PERDUCA (PD). Segnala all'Assemblea l'ennesimo fallimento del tentativo di eleggere il Presidente della Commissione RAI, alla quale spetta, tra l'altro, di nominare il consiglio di amministrazione della società e di regolamentare la presenza televisiva nei periodi di campagna elettorale. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi).

PRESIDENTE. Facendo parte della Commissione, si augura che si giunga rapidamente ad una soluzione.

Per un dibattito parlamentare sul sistema dell'informazione

DI GIOVAN PAOLO (PD). Nel ribadire che garantire la funzionalità della Commissione di vigilanza sulla RAI rappresenta un dovere costituzionale, sollecita lo svolgimento di un dibattito parlamentare sulla crisi complessiva del sistema dell'informazione, al quale nuoce, tra l'altro, il mancato rinnovo del contratto dei giornalisti. (Applausi dal Gruppo PD).

VITA (PD). Condivide la proposta di discutere la crisi che sta attraversando il sistema dell'informazione.

PRESIDENTE. Condivide la sottolineatura della delicatezza del tema dell'informazione.

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. Comunica le determinazioni assunte dalla Conferenza dei Capigruppo in ordine al calendario dei lavori dell'Assemblea fino al 20 novembre (v. Resoconto stenografico). La prossima settimana avrà inizio la sessione di bilancio.

PETERLINI (UDC-SVP-Aut). Chiede il sollecito inserimento nel calendario dei lavori dell'Assemblea di alcune importanti mozioni riguardanti la drammatica situazione dei mercati finanziari internazionali e le possibili conseguenze sul piano interno. La discussione di tali mozioni era già prevista nel calendario dei lavori di alcune settimane fa, ma le relative sedute non hanno poi avuto luogo.

LANNUTTI (IdV). Si associa alla richiesta del senatore Peterlini, sottolineando la drammaticità e l'urgenza del tema affrontato dalle suddette mozioni.

BARBOLINI (PD). Si associa anch'egli alla richiesta del senatore Peterlini e ricorda che la 6a Commissione sta ultimando un'indagine conoscitiva sull'argomento, i cui risultati potranno rivelarsi utili per affrontare la discussione in Aula.

PRESIDENTE. La richiesta avanzata dai senatori Peterlini, Lannutti e Barbolini sarà portata all'attenzione della prossima Conferenza dei Capigruppo.

Discussione del disegno di legge:

(733) Disposizioni in materia di sicurezza pubblica

PRESIDENTE. Dà la parola al senatore Vizzini per integrare la relazione scritta.

VIZZINI, relatore. Il disegno di legge n. 733 in materia di sicurezza e di contrasto alla criminalità, che fa seguito alle misure urgenti adottate con il decreto-legge n. 9 del 2008, è volto a colpire in maniera più efficace i reati che contribuiscono alla diffusione di un sentimento di insicurezza collettiva e a promuovere un maggiore controllo del territorio da parte dello Stato nelle aree in cui vi è una forte presenza della criminalità organizzata. Il testo è stato oggetto di un approfondito esame presso le Commissioni riunite 1a e 2a, nel corso del quale sono state approvate numerose modifiche, anche su proposta dell'opposizione, volte ad ampliare e a rendere più efficace l'intervento legislativo. All'interno dell'ampio articolato sono contenute significative disposizioni in materia di lotta alla criminalità organizzata, volte, tra l'altro, a rendere più rigoroso il regime di detenzione previsto dall'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario, a prevenire le infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti, a contrastare le operazioni di riciclaggio del denaro e a rendere più cogenti le responsabilità in caso di scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazioni mafiose. Sul fronte della tutela della sicurezza dei cittadini, il disegno di legge in esame introduce nuove fattispecie di reato, prevede aggravanti speciali per i reati che destano particolare allarme sociale (in particolare quelli contro i minori o contro il patrimonio) ed amplia i poteri delle Forze dell'ordine e delle autorità di pubblica sicurezza. Alcune misure, oggetto di forti critiche, hanno in realtà il fine di promuovere nei cittadini il senso di legalità e di appartenenza alla collettività: è il caso, per esempio, della possibilità attribuita agli enti locali di collaborare con associazioni volontarie ai fini della sicurezza e del presidio del territorio. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP). Si rimette alla relazione scritta per una più ampia illustrazione del testo in esame.

BERSELLI (PdL). Il disegno di legge n. 733 amplia le tutele nei confronti di alcune categorie di cittadini particolarmente deboli, come gli anziani e i minori, soprattutto attraverso l'introduzione e l'estensione delle aggravanti speciali. Ricorda tra queste l'aggravante derivante dalla cosiddetta minorata difesa, cioè dall'aver approfittato dell'età avanzata della persona che subisce il danno. Tra i reati sui quali si interviene, vi sono il commercio di esseri umani, gli omicidi perpetrati in occasione di violenze carnali, l'induzione all'accattonaggio, il sequestro e la violenza sessuale perpetrata ai danni di minori, la sottrazione e il trattenimento all'estero di minori di quattordici anni, le attività di riciclaggio, ma anche, su altro versante, il danneggiamento, l'imbrattamento o il deturpamento di cose altrui, in particolare su immobili e mezzi di trasporto pubblici e privati. Per il reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, oggetto di forti critiche da parte dell'opposizione, si è passati, tramite un emendamento del Governo, dalla previsione di una sanzione penale detentiva alla quella di una sanzione penale pecuniaria, rispetto alla quale l'espulsione dello straniero determina il non luogo a procedere. Tale misura, peraltro presente, anche in modalità più rigide, in altri Paesi europei, non ha carattere vessatorio, ma determina il presupposto più efficace per una immediata espulsione. (Applausi dal Gruppo PdL e dai banchi del Governo).

 

PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione del disegno di legge n. 733 ad altra seduta.

Sull'audizione del ministro Bondi nella 7a Commissione permanente

RUSCONI (PD). Prende atto che è presente in Aula il ministro Bondi, il quale oggi pomeriggio non si è presentato in 7a Commissione per l'audizione sugli enti lirici da lungo tempo richiesta dal senatore Giambrone. Constata che l'indisposizione fisica con la quale il Presidente della Commissione aveva giustificato l'assenza è improvvisamente venuta meno ed esprime compiacimento per l'accoglimento da parte del Ministro dell'invito a svolgere l'audizione nella mattina di domani. (Applausi dal Gruppo PD).

BONDI, ministro per i beni e le attività culturali. Considerata la correttezza che ha sempre contraddistinto i suoi rapporti con l'istituzione parlamentare, non comprende le ragioni dell'intervento del senatore Rusconi. Superata la temporanea indisposizione, si è infatti reso disponibile per la seduta della Commissione di domani, comunque prima della riunione al Ministero con i sindaci e i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche, fissata per il pomeriggio. (Applausi dal Gruppo PdL).

QUAGLIARIELLO (PdL). Stigmatizza il sarcasmo con il quale è stato inopportunamente apostrofato il ministro Bondi, che si è sempre dimostrato sensibile alle richieste dei parlamentari e disponibile al confronto in Assemblea e in Commissione. (Applausi dal Gruppo PdL).

Su un grave episodio di violenza avvenuto a Rimini

FINOCCHIARO (PD). Il grave episodio di violenza di cui è stato vittima un senzatetto a Rimini impone una riflessione approfondita sul clima di intolleranza che si sta diffondendo negli ultimi mesi e che degenera in inquietanti comportamenti delinquenziali ai danni di persone che già versano in condizioni di marginalità sociale. Sollecita pertanto il Governo a riferire all'Assemblea e ad esprimere una chiara e severa condanna dell'accaduto. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Si associa alle parole di condanna espresse dalla senatrice Finocchiaro.

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1083) Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali (Relazione orale)

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali

PRESIDENTE. Riprende l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge, avvertendo che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire. Ricorda che nella seduta del 6 novembre sono stati accantonati gli emendamenti e l'ordine del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge e si è conclusa l'illustrazione degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 3 del decreto-legge.

 

FLERES, relatore. Sollecita l'approvazione dell'emendamento 3.900 ed esprime parere favorevole all'accoglimento come raccomandazione dell'ordine del giorno G3.101. Invita a trasformare in ordine del giorno l'emendamento 3.250. Esprime parere contrario sui restanti emendamenti e ordini del giorno.

 

DAVICO, sottosegretario di Stato per l'interno. Esprime parere favorevole sull'emendamento 3.900 e parere conforme a quello del relatore sulle altre proposte di modifica. Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno G3.101; non accoglie i restanti ordini del giorno.

 

Con votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge gli emendamenti 3.1 e 3.900/1. Risultano quindi respinti gli emendamenti da 3.900/2 a 3.900/5.

 

SOLIANI (PD). Dichiara il voto favorevole sull'emendamento 3.900 del relatore, che recepisce le legittime istanze sollevate dalle Regioni, dagli enti locali e dal movimento studentesco. L'apertura di un confronto limpido e democratico, infatti, ha portato alla riscrittura dell'articolo 3, correggendone l'impostazione centralista e restituendo alle Regioni la potestà che la Costituzione assegna loro in materia scolastica. Con il contributo di tutte le forze politiche è infine prevalsa una visione che valorizza il ruolo autonomo delle istituzioni locali a favore dello sviluppo e dell'investimento in innovazione, al fine di avviare il processo di cambiamento necessario al comparto dell'istruzione. Sarebbe dunque opportuno che nel merito si aprisse un confronto con le Regioni, si ritirasse il piano programmatico sull'istruzione, si sospendesse l'attuazione del decreto Gelmini, ora legge n. 169, e si modificassero le disposizioni contenute nella finanziaria varata a luglio in tema di istruzione, università e ricerca. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).

BENEDETTI VALENTINI (PdL). La convergenza registrata tra Regioni, enti locali e forze politiche di opposizione sul testo dell'emendamento 3.900, sul quale annuncia il voto favorevole, rappresenta un notevole successo del Governo, il quale, con realismo e coerenza, pur procedendo all'indispensabile opera di ridimensionamento degli apparati scolastici avviata da precedenti Esecutivi di centrosinistra, aveva già offerto adeguate garanzie in merito al mantenimento di una adeguata offerta didattica su tutto il territorio nazionale. Al di là della propaganda demagogica basata su elementi non veritieri, sono state recepite le istanze provenienti dal mondo della scuola tese a tutelare gli insediamenti minori e più isolati e a coinvolgere le Regioni, responsabilizzandole, nella definizione degli obiettivi da raggiungere, tra i quali di fondamentale importanza è l'accrescimento della qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento. Infine, la scelta di mantenere e promuovere, per i servizi scolastici, una rete diffusa sul territorio rappresenta un importante precedente per le decisioni da assumere rispetto all'articolazione di altri servizi fondamentali. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato approva l'emendamento 3.900.

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi i restanti emendamenti riferiti all'articolo 3, esclusi gli aggiuntivi e l'emendamento 3.250, sul quale c'è un invito del relatore a trasformarlo in ordine del giorno, che sarebbe accolto dal Governo.

 

PETERLINI (UDC-SVP-Aut). Aggiunge la firma all'emendamento 3.250 e lo trasforma nell'ordine del giorno G3.250. (v. Allegato A).

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno G3.101, accolto del Governo come raccomandazione, non è posto in votazione. L'ordine del giorno G3.200 è stato ritirato.

 

Il Senato respinge gli ordini del giorno G3.100 e G3.201.

 

PRESIDENTE. Passa agli emendamenti tendenti ad inserire articoli aggiuntivi dopo l'articolo 3 del decreto-legge.

 

FLERES, relatore. Esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.

 

DAVICO, sottosegretario di Stato per l'interno. Esprime parere conforme a quello del relatore.

 

Il Senato respinge tutti gli emendamenti aggiuntivi all'articolo 3.

 

PRESIDENTE. Passa agli emendamenti riferiti all'articolo 4 del decreto-legge.

 

VACCARI (LNP). L'emendamento 4.0.700, in favore del quale si è espresso anche il Ministro dell'interno, è finalizzato a semplificare l'attività amministrativa degli enti locali.

 

FLERES, relatore. Esprime parere favorevole sull'emendamento 4.2; invita al ritiro dell'emendamento 4.3 e alla trasformazione in ordine del giorno dell'emendamento 4.0.700. Sui restanti emendamenti esprime parere contrario.

 

DAVICO, sottosegretario di Stato per l'interno. Esprime parere conforme a quello del relatore.

 

BOSCETTO (PdL). Ritira l'emendamento 4.3.

 

VACCARI (LNP). Trasforma l'emendamento 4.0.700 nell'ordine del giorno G4.0.700. (v. Allegato A).

 

PRESIDENTE. Accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.0.700 non viene posto ai voti.

 

Il Senato approva l'emendamento 4.2 e respinge l'emendamento 4.1. Con votazioni nominali elettroniche, chieste dal senatore PETERLINI (UDC-SVP-Aut), il Senato respinge gli emendamenti 4.300 e 4.0.701.

 

PRESIDENTE. Passa all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 5 del decreto-legge.

 

VITALI (PD). L'emendamento 5.300 è volto ad apportare correttivi alla disposizione che prevede l'assegnazione di risorse a carattere straordinario ai Comuni di Catania e di Roma, stabilendo anzitutto che il CIPE provveda celermente alla riassegnazione delle risorse sottratte al Fondo per le aree sotto utilizzate, al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica. L'emendamento subordina inoltre l'erogazione delle risorse assegnate al Comune di Catania alla sottoscrizione da parte dello stesso di un piano di rientro dei debiti e dispone che, a decorrere dall'anno 2010, venga riservato a favore di Roma un contributo annuale di 500 milioni di euro, il cui utilizzo è subordinato ad un'intesa tra il Comune, la Provincia e la Regione Lazio ed alla definizione delle funzioni di Roma capitale.

 

GARAVAGLIA Massimo (LNP). Ritira gli emendamenti 5.7, 5.9 e 5.8.

 

PRESIDENTE. Comunica che è stato presentato l'emendamento 5.2000 e che la Presidenza lo sta valutando.

 

FLERES, relatore. Esprime parere favorevole sull'emendamento 5.0.1.000 (testo 2 corretto) e parere contrario su tutti gli altri.

 

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprime parere conforme a quello del relatore.

Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 5.2. Viene respinto anche l'emendamento 5.200.

 

BIANCO (PD). L'assegnazione al Comune di Catania di 140 milioni di euro per ripianare il deficit causato dalla dissennata gestione della Giunta di centrodestra negli anni tra il 2000 e il 2008 avrà senz'altro un impatto negativo nei confronti di tutti quegli altri Comuni italiani che hanno invece dato invece un esempio di buon governo. In tale ottica, è pertanto da sostenersi l'emendamento 5.300, il quale subordina quanto meno l'erogazione delle risorse alla sottoscrizione di un piano di rientro da parte del Comune, volto ad evitare il completo dissesto attraverso una buona amministrazione e interventi straordinari. L'emendamento è inoltre meritevole di voto favorevole in quanto impone in capo al CIPE l'obbligo di provvedere alla riassegnazione al Fondo per le aree sotto utilizzate delle risorse sottratte, onde evitare che il ripiano dei debiti dei Comuni di Catania e Roma avvenga a scapito dell'intero Sud. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).

 

PRESIDENTE. Comunica che è stato presentato l'emendamento 5.2001, che viene accantonato.

 

MORANDO (PD). Invita la Presidenza a far conoscere a tutti i senatori il testo degli emendamenti dei quali è stata annunciata la presentazione 5.2000 e chiede se siano stati ammessi all'esame dell'Aula. Auspica inoltre che la Presidenza deliberi di non accogliere altri emendamenti al fine di garantire una maggiore chiarezza nello svolgimento dei lavori oppure che sospenda la seduta per consentire all'Assemblea di avere contezza dei testi in discussione.

 

PRESIDENTE. La Presidenza sta valutando se ammettere o meno gli emendamenti presentati all'esame dell'Aula.

 

Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 5.300.

 

FISTAROL (PD). Attraverso l'assegnazione straordinaria di risorse ai Comuni di Catania e di Roma per il ripiano dei debiti accumulati a causa di una cattiva gestione si lancia un messaggio sbagliato agli amministratori locali e ingiusto nei confronti dei Comuni virtuosi, posto che il federalismo tanto sostenuto dalla maggioranza poggia prioritariamente sul principio di responsabilità, il quale pone in capo agli amministratori il dovere di rispondere del proprio operato anzitutto di fronte ai cittadini. Occorre inoltre considerare il disagio crescente in cui versano alcuni territori che, confinando con le Regioni a statuto speciale, soffrono di una concorrenza impropria da parte di queste ultime: ne sono testimonianza le richieste avanzate da numerosi Comuni del Veneto per il passaggio al Trentino-Alto Adige o al Friuli-VeneziaGiulia, le quali godono di forme di autonomia che sconfinano a volte nell'immotivato privilegio. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi).

 

Con distinte votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge gli emendamenti 5.4, 5.6 e 5.0.1000 (testo 2 corretto)/1. Vengono altresì respinti gli emendamenti 5.201, 5.5, 5.10 e 5.202. Con votazione e controprova, chiesta dal senatore Giambrone (IdV), il Senato approva l'emendamento 5.0.1000 (testo 2 corretto). (Proteste dai banchi del centrosinistra sulla correttezza delle operazioni di voto).

 

PRESIDENTE. Dispone il ritiro delle tessere inserite nei dispositivi di voto in assenza del titolare. (Applausi dal Gruppo PD).

 

INCOSTANTE (PD). Chiede alla Presidenza di vigilare sulla correttezza delle operazioni di voto, posto che nella votazione sull'emendamento 5.0.1000 (testo 2 corretto) è stato registrato il voto di un senatore assente dall'Aula. (Commenti dal Gruppo PdL).

 

STIFFONI (LNP). Nel corso della medesima votazione il senatore Roilo ha votato anche per un suo collega assente.

 

LUMIA (PD). In diverse occasioni nel corso della legislatura, le risorse del Fondo per le aree sotto utilizzate sono state impiegate per finalità improprie ed è pertanto da condividere l'emendamento 5.0.1, volto a ribadire che tali risorse sono destinate esclusivamente al finanziamento di interventi rivolti al riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese, nonché per assicurare gli interventi aggiuntivi al finanziamento nazionale nell'ambito della programmazione comunitaria 2007-2013. L'emendamento prevede inoltre la riassegnazione dei fondi non utilizzati nel periodo 2000-2006, così da venire incontro alle amministrazioni destinatarie delle agevolazioni e al fine di non disperdere risorse utili per il miglioramento e l'implementazione delle infrastrutture nel Mezzogiorno.

 

Presidenza del presidente SHIFANI

 

Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 5.0.1. Vengono altresì respinti gli emendamenti 5.0.700 e 5.0.701.

 

PRESIDENTE. L'emendamento 5.2000 è stato ritirato.

 

MORANDO (PD). L'emendamento 5.2001, presentato nel corso della seduta e reso disponibile ai senatori da pochi minuti, è di grande complessità tecnica e interviene sul tema delicato della previdenza dei dirigenti sanitari. Il Governo dovrebbe quindi fornire delucidazioni sulla portata finanziaria della proposta.

 

LANNUTTI (IdV). Invita il presidente a non consentire che si passi alla votazione di emendamenti non adeguatamente vagliati sotto il profilo dell'impatto finanziario, ma anche della legalità. (Commenti dal Gruppo PdL).

 

FLERES, relatore. Riconoscendo la complessità della materia ritira l'emendamento 5.2001. (Applausi).

 

PRESIDENTE. Passa all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 6 del decreto-legge.

 

FLERES, relatore. Esprime parere contrario sull'emendamento 6.1.

 

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Condivide il parere del relatore.

 

Il Senato respinge l'emendamento 6.1.

 

PRESIDENTE. Riprende l'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, precedentemente accantonati. Ricorda che l'emendamento 2.900 è stato ritirato dal relatore.

 

VITALI (PD). Illustra gli emendamenti 2.3 e 2.50 che mirano a restituire integralmente ai Comuni somme equivalenti alla perdita di gettito conseguente all'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale. Le valutazioni sull'entità del ristoro sono diverse, ma una maggioranza fedele agli impegni assunti e coerente con il progetto di federalismo fiscale dovrebbe accogliere il principio generale della restituzione integrale. Gli emendamenti aggiuntivi 2.0.25, 2.0.31, 2.0.32 tendono a ripristinare il fondo ordinario per le comunità montane drasticamente ridotto dalla legge n. 112 dopo il contenimento già operato dalla finanziaria per il 2008 e a garantirne un'equa distribuzione. (Applausi del senatore Ignazio Marino).

 

MAZZATORTA (LNP). Illustra l'ordine del giorno G2.100 che impegna il Governo a rivedere la disposizione di cui all'articolo 61, comma 8, del decreto-legge n. 112, consentendo ai Comuni di progettare internamente le opere pubbliche.

 

IZZO (PdL). E' disponibile a trasformare l'emendamento 2.0.200 (testo 2) in un ordine del giorno che impegni il Governo ad attribuire ai Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, sprovvisti di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale, la facoltà di istituire, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e la Rgione, servizi sanitari locali mediante convenzioni con strutture private qualificate.

 

FLERES, relatore. Chiede l'approvazione dell'emendamento 2.0.800. Invita i presentatori a ritirare gli emendamenti 2.0.710 e 2.0.711, a riformulare gli emendamenti 2.0.32 e 2.0.713 (v. Resoconto stenografico) e a trasformare l'emendamento 2.0.714 in un ordine del giorno. E' favorevole alla trasformazione dell'emendamento 2.0.200 (testo 2) in un ordine del giorno ed esprime parere contrario sui restanti emendamenti. Invita altresì a riformulare l'ordine del giorno G2.100. (v. Resoconto stenografico).

 

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Condivide il parere del relatore.

 

AMORUSO (PdL). Rammaricandosi del parere contrario di relatore e Governo, ritira l'emendamento 2.0.712 in materia di assunzioni di personale della polizia municipale e politica della sicurezza degli enti locali.

 

IZZO (PdL). Trasforma l'emendamento 2.0.200 (testo 2) nell'ordine del giorno G2.0.200. (v. Allegato A).

 

Con distinte votazioni il Senato respinge gli emendamenti 2.1, 2.2, 2.3 prima parte (con preclusione della restante parte e dell'emendamento 2.4), 2.50, 2.6 e 2.7. Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 2.5.

 

MAZZATORTA (LNP). Accoglie la proposta di modifica dell'ordine del giorno G2.100.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto, l'ordine del giorno G2.100 (testo 2) (v. Allegato A) non è posto in votazione.

 

Con distinte votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge gli emendamenti 2.0.700 e 2.0.13 (con preclusione dell'emendamento 2.0.14). Con distinte votazioni sono quindi respinti gli emendamenti 2.0.15, 2.0.16, 2.0.22, 2.0.17. Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE, il Senato respinge l'emendamento 2.0.18.

 

PERDUCA (PD). Segnala irregolarità nelle operazioni di voto. (Commenti dai banchi della maggioranza).

 

INCOSTANTE (PD). Sollecita una vigilanza più attenta sulle operazioni di voto.

 

PRESIDENTE. Invita i senatori Segretari a controllare la regolarità delle operazioni di voto.

Il Senato respinge gli emendamenti 2.0.701, 2.0.24, 2.0.702, 2.0.703, 2.0.704, 2.0.706, 2.0.1, 2.0.30, 2.0.2, 2.0.3, 2.0.4, 2.0.6, 2.0.7, 2.0.709, 2.0.9, 2.0.8, 2.0.10, 2.0.11, 2.0.12, 2.0.20 e 2.0.21.

Con distinte votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge gli emendamenti 2.0.23, 2.0.705, 2.0.26, 2.0.5 e 2.0.19.

 

PRESIDENTE. Gli emendamenti 2.0.708 e 2.0.707 sono stati ritirati.

 

ZANETTA (PdL). Ritira l'emendamento 2.0.710.

 

INCOSTANTE (PD). Chiede ulteriori interventi della Presidenza per garantire la regolarità delle operazioni di voto. (Proteste dai banchi della maggioranza).

 

Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 2.0.25. E' quindi respinto l'emendamento 2.0.31.

 

VITALI (PD). Accoglie la proposta di modifica dell'emendamento 2.0.32 e ritira l'emendamento 2.0.33.

 

Il Senato approva l'emendamento 2.0.32 (testo 2). Con distinte votazioni sono invece respinti gli emendamenti 2.0.27, 2.0.28 e 2.0.29.

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno G2.0.200, accolto dal Governo, non viene posto in votazione.

 

ESPOSITO (PdL). Ritira gli emendamenti 2.0.711 e 2.0712.

 

BRICOLO (LNP). Accoglie la riformulazione proposta dal relatore all'emendamento 2.0.713.

 

MORANDO (PD). Chiede al Presidente della Commissione bilancio di attestare la corretta quantificazione dell'onere determinato dall'emendamento e di garantirne la copertura.

 

AZZOLLINI (PdL). Propone un'ulteriore modifica del testo dell'emendamento 2.0.713 per garantire la copertura. (v. Resoconto stenografico).

 

BRICOLO (LNP). Accoglie la proposta.

 

FLERES, relatore. Esprime parere favorevole.

 

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Concorda con il relatore.

 

Il Senato approva l'emendamento 2.0.713 (testo 2). (v. Allegato A).

 

FRANCO Paolo (LNP). Trasforma l'emendamento 2.0.714 nell'ordine del giorno G2.0.714. (v. Allegato A).

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G2.0.714 non viene posto ai voti.

 

Il Senato respinge gli emendamenti 2.0.800/1, 2.0.800/2, 2.0.800/3 (identico al 2.0.800/4) e 2.0.800/5. Il Senato approva l'emendamento 2.0.800.

PRESIDENTE.

ASTORE (IdV). Passa alla votazione finale. È apprezzabile che la maggioranza, a seguito delle insistenti pressioni dell'opposizione, abbia deciso di modificare l'articolo 3 del decreto-legge in esame in direzione di un più puntuale rispetto delle competenze regionali in materia di istruzione e di una maggiore correttezza nei rapporti istituzionali. In tal modo si sono evitati i ricorsi alla Corte costituzionale già preannunciati da diverse Regioni ed è stata ripristinata una condizione di lealtà costituzionale, che è la prima base di un federalismo serio. È auspicabile che lo stesso metodo, basato sul confronto, sulla collaborazione e sul riconoscimento di pari dignità a tutte le forze parlamentari, venga seguito anche nell'adozione degli altri provvedimenti che riguardano l'istruzione e, più in generale, di qualunque proposta di riforma. Il giudizio complessivo sul decreto-legge n. 154 è invece del tutto negativo, sia per ragioni di metodo, legate all'abuso del ricorso alla decretazione d'urgenza e all'eterogeneità della materia trattata, sia per ragioni di merito, in particolar modo per quanto riguarda le discutibili modalità di nomina dei commissari e dei subcommissari ad acta nelle Regioni inadempienti rispetto ai piani di rientro dai deficit sanitari, il differimento del termine per la realizzazione delle infrastrutture necessarie all'esercizio della libera professione medica intramuraria e il trattamento di favore riservato al Comune di Catania, beneficiario di uno speciale stanziamento di risorse per ripianare i propri debiti. Per le suddette ragioni, annuncia il voto contrario del Gruppo. (Applausi dal Gruppo IdV).

GARAVAGLIA Massimo (LNP). Il provvedimento in esame presenta indubbiamente alcuni aspetti controversi; esso tuttavia deve essere considerato nell'ottica dell'attuale fase di transizione, in attesa di giungere ad un assetto più definitivo e stabile delle finanze pubbliche. L'utilizzo delle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate al fine di coprire oneri di parte corrente è sicuramente poco condivisibile, in quanto tali risorse dovrebbero essere rivolte al finanziamento di infrastrutture che permettano di superare il divario tra Nord e Sud. Bisogna tuttavia considerare che questo fondo è rimasto ampiamente inutilizzato a causa della mancanza di progetti e che, per lo stesso motivo, l'Italia fruisce attualmente di un livello di finanziamenti europei inferiore alle risorse che essa stessa versa al bilancio comunitario. Il caos delle finanze locali conseguente all'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale è in parte dovuto ai provvedimenti adottati dal precedente Governo Prodi, il quale all'epoca non volle accedere alla proposta di rendere il pagamento dell'imposta semplicemente detraibile dalle tasse ed ha lasciato in eredità al nuovo Governo una modalità operativa irrazionale e controproducente ai fini dell'abolizione totale dell'ICI. È ora auspicabile che, nell'ambito delle riforme sul federalismo fiscale, venga individuata per i Comuni un'imposta gestibile, che premi, e non penalizzi, gli enti locali più virtuosi. (Applausi dal Gruppo LNP e della senatrice Poli Bortone).

MORANDO (PD). La decisione della maggioranza di modificare l'articolo 3 del decreto-legge ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta, indotto dalle proteste della società civile e dalle insistenti richieste dell'opposizione, che di quelle proteste si è fatta portavoce in Parlamento. La materia del dimensionamento delle istituzioni scolastiche è stata riportata all'interno di corretti rapporti istituzionali, sebbene al termine di un confronto aspro; è auspicabile che in futuro il Governo adotti da subito la strategia della concertazione e della mediazione e che si apra un ampio confronto sulle politiche della formazione, onde evitare il ripetersi di episodi simili. Per quanto riguarda il ristoro ai Comuni dei mancati introiti dovuti all'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale, il Governo ha finalmente riconosciuto in un testo di legge che esso era stato inizialmente sottostimato e che è necessario un ulteriore trasferimento di risorse. Tuttavia, si intende far fronte al problema con uno stanziamento di soli 260 milioni di euro per il solo 2008, laddove è chiaramente necessaria una copertura pluriennale. Si tratta evidentemente di un vulnus all'articolo 81 della Costituzione e alla legge n. 468 del 1978, ma, soprattutto, di un danno recato ai Comuni più virtuosi, che hanno indicato nei propri bilanci le entrate ICI effettivamente riscosse. Infine, il massiccio e discutibile impiego delle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate al fine di coprire oneri di parte corrente renderà molto poco credibile la posizione del Governo italiano quando dovrà discutere, in sede comunitaria, di un piano europeo di investimenti infrastrutturali. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).

POLI BORTONE (PdL). Il decreto-legge n. 154, come modificato, prosegue con coerenza nel percorso federalista, avviato dalla legge n. 133 del 2008, verso la creazione di una reale governance multilivello, attraverso l'attuazione dei principi di autonomia e responsabilità sanciti nel Titolo V della Costituzione. Prima di intraprendere un serio dibattito sul federalismo fiscale occorre infatti risanare e razionalizzare i comparti dell'assistenza, della sanità e dell'istruzione pubblica, garantendo ovunque, a parità di costi, i medesimi livelli essenziali. Per tali ragioni non appaiono convincenti le obiezioni di chi paventa inesistenti lesioni delle prerogative degli enti locali allorché si danno strumenti efficaci al Governo per far sì che Regioni, Province e Comuni ottemperino ad obblighi già da anni sanciti per legge, come il ripiano dei deficit sanitari generati da anni di politiche clientelari o l'ottimizzazione del dimensionamento della rete scolastica. L'emendamento all'articolo 3, sul quale sembra essersi risvegliato l'entusiasmo dell'opposizione, non riduce la severità con cui il provvedimento intende promuovere la responsabilizzazione di tutti i livelli istituzionali, ma concede agli enti locali l'ultima occasione per definire, mediante concertazione, un serio programma di dimensionamento degli apparati amministrativi scolastici, eliminando gli sprechi e le inefficienze che hanno caratterizzato l'operato di alcuni di essi, in particolare di quelli che hanno preferito destinare le risorse assegnate allo sviluppo territoriale a iniziative demagogiche di dubbia utilità. Annuncia pertanto il voto favorevole del PdL al disegno di legge in esame. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni. Commenti dai banchi dell'opposizione).

 

PRESIDENTE. Passa all'esame della proposta di coordinamento C1.

 

Il Senato approva la proposta di coordinamento C1.

Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato approva il disegno di legge n. 1083, composto dal solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali». La Presidenza si intende autorizzata ad effettuare gli ulteriori coordinamenti che si rendessero necessari.

Sull'intitolazione della Sala delle conferenze ai caduti di Nassiriya e dell'operazione "Antica Babilonia"

PRESIDENTE. Ricorda che domani si svolgerà la cerimonia per l'intitolazione della Sala delle conferenze del Senato ai caduti di Nassiriya e dell'operazione "Antica Babilonia" (L'Assemblea si leva in piedi. Vivi, prolungati applausi). Per consentire la partecipazione dei senatori alla cerimonia, prevista per le ore 11,30, la seduta sarà sospesa per trenta minuti.

Dà quindi annunzio degli atti di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e comunica l'ordine del giorno delle sedute del 12 novembre.

 

La seduta termina alle ore 20,17.

  

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza della vice presidente MAURO

PRESIDENTE.La seduta è aperta (ore 16,34).

Si dia lettura del processo verbale.

 

MALAN, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 5 novembre.

 

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Colleghi, è impossibile condurre i lavori con questo brusìo di sottofondo. Pregherei pertanto coloro che non sono interessati alla discussione di proseguire il dialogo accomodandosi nelle adiacenze dell'Aula.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE.Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 16,38).

 

Disegni di legge, annunzio di presentazione

PRESIDENTE. Comunico che, in data 10 novembre 2008, è stato presentato il seguente disegno di legge:

dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca:

«Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca» (1197).

 

Saluto ad una scolaresca di Porto Sant'Elpidio

PRESIDENTE. Informo i colleghi senatori che è presente nelle tribune una scolaresca del liceo scientifico «Luigi Einaudi» di Porto Sant'Elpidio, al quale porgiamo il benvenuto. (Applausi).

 

Sul rapimento di due religiose italiane in Kenya
e sui focolai di crisi nel continente africano

SIRCANA (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SIRCANA (PD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, il rapimento di due cittadine italiane, due religiose, impegnate nell'alleviare le sofferenze di una popolazione martire di guerre tribali, che si moltiplicano con il passare del tempo, anziché diminuire, riporta alla nostra attenzione i problemi di una regione verso la quale siamo colpevoli, forse tutti, di troppa disattenzione.

L'Africa ci sta ogni giorno offrendo motivi di angoscia e preoccupazione e la crisi della Somalia, che non riesce a contrastare la crescita dei gruppi paramilitari, delle cosiddette corti islamiche alle quali secondo alcune fonti sarebbe da attribuire il rapimento delle due religiose, torna alla ribalta dicendoci che nessun progresso è stato compiuto negli anni per risolverla.

Così come non si registrano progressi significativi negli altri bacini di crisi, dal Darfur al Congo. Sulla crisi del Congo, tra l'altro, registriamo con preoccupazione la mancanza di decisioni da parte dei Ministri europei, che ieri a Bruxelles non hanno saputo e voluto, per un assurdo gioco di veti incrociati, definire l'invio di una forza dell'Unione europea per frapporsi alle parti in guerra, affidando all'Angola una mediazione difficile se non impossibile.

Così come, e veniamo ad un altro aspetto della crisi somala, lascia perplessi la ventilata non partecipazione ... (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, è anche un argomento degno di attenzione.

 

SIRCANA (PD). Dicevo che lascia perplessi la ventilata non partecipazione dell'Italia alla missione navale europea, la cosiddetta Eurofor-Atalanta, che ieri ha ricevuto l'imprimatur dei Ministri della difesa degli altri Stati europei, mentre da parte nostra ci si è riservati di valutare la disponibilità di fondi per finanziare la nostra partecipazione. Conoscendo l'entità dei tagli alla Difesa temiamo che rimarremo fuori da questa missione che ha, come noto, un'importanza fondamentale, perché questa forza navale dovrebbe intervenire per prevenire e sventare gli atti di pirateria che si sono moltiplicati negli ultimi mesi nelle acque somale ai danni di navi mercantili.

Questa situazione di grave crisi che coinvolge gran parte del continente africano noi la stiamo colpevolmente sottovalutando. Così come tendiamo a sottovalutare la nuova situazione che si sta creando in Africa dal punto di vista economico, con la sempre più massiccia presenza su quei mercati della Cina. Eppure questa crisi produce effetti collaterali che purtroppo non possiamo fare a meno di non vedere, basta pensare alle centinaia di disperati che quotidianamente sbarcano, quando riescono a sbarcare, sulle nostre rive.

Non mi sono soffermato volutamente a parlare a lungo di Caterina Giraudo e di Maria Teresa Oliviero anche per rispetto verso quell'invito al silenzio che la Farnesina ha rivolto ancora poco ore fa. Questo non mi esime dall'esprimere, a nome del mio Gruppo, la solidarietà più calda e l'ammirazione più profonda per queste due cooperanti che tanto facevano per quelle povere popolazioni. Così come non mi esime dall'auspicare che le famiglie e l'associazione religiosa cui le due donne appartengono siano tenute costantemente informate dalle nostre autorità, almeno al fine di lenire quanto possibile l'angoscia di queste ore. Ci auguriamo tutti che, pur in un contesto dove il buonsenso sembra aver smarrito la strada, la pietà umana e il senso di gratitudine verso due benefattrici prevalgano sul calcolo e sull'odio restituendoci al più presto le nostre due connazionali. (Applausi dai Gruppi PD e PdL).

MENARDI (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MENARDI (PdL). Signora Presidente, solo per unirmi a quanto testé detto dal collega Sircana a proposito di queste due nostre concittadine cuneesi, che da anni dedicano la loro vita a quella terra martoriata che è l'Africa.

Sono certo che il Governo ha posto in essere tutto quanto è nella sua disponibilità per risolvere positivamente il caso e che verrà a riferire quanto prima a quest'Assemblea, compatibilmente con ciò che abbiamo letto sui giornali circa la richiesta di silenzio per agevolare la soluzione positiva della vicenda.

PRESIDENTE. Informo gli onorevoli colleghi che già nella giornata di ieri il Presidente del Senato ha voluto esprimere la sua personale vicinanza alle suore italiane, Caterina Giraudo e Maria Teresa Oliviero, rapite in Kenya mentre svolgevano la loro attività di soccorso e cura dei bambini abbandonati e malati di quella regione.

La Presidenza del Senato segue costantemente con il Governo l'evolversi della situazione, anche se allo stato attuale non si hanno notizie certe e la preoccupazione per la sorte delle due religiose resta elevata.

Certa di interpretare i sentimenti di questa Assemblea, mi associo all'appello del presidente Schifani perché si giunga al più presto ad una soluzione positiva dell'intera vicenda.

Non sfugge a nessuno come ad essere colpite siano state due donne che da decenni si dedicano alla cura dei bambini, dei malati, dei disabili, delle donne e degli uomini dimenticati e senza volto.

In quella regione sono proprio le donne umili e coraggiose a rappresentare una minaccia. Graziella Fumagalli nel 1995, Annalena Tonelli nel 2003, Leonella Sgorbati nel 2006: donne martiri di un messaggio di amore e di umanità vera.

Oggi vive in noi la speranza che da questa memoria possa nascere giustizia e pace, e che suor Caterina e suor Maria Teresa possano presto riabbracciare i loro cari, la loro gente, quella umanità ferita di cui hanno fatto la propria esclusiva ragione di vita.

 

Sul ripristino della legalità
in ordine ai lavori dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria

RANUCCI (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RANUCCI (PD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, desidero richiamare l'attenzione dell'Aula e del Governo sulla drammatica situazione di pericolo e di terrore che vivono quotidianamente le imprese impegnate nella costruzione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, che spesso si trovano costrette ad abbandonare i cantieri a causa delle intimidazioni malavitose cui vengono sottoposte insieme ai propri dipendenti. Lo dico anche alla luce dei recenti e gravi episodi verificatisi nei giorni scorsi su tale autostrada, dove quattro operai dell'impresa edile Cossi Costruzioni di Sondrio sono stati minacciati di morte da uomini armati di fucile a canne mozze.

Chiedo l'intervento del Ministro dell'interno e del Ministro delle infrastrutture - e in tal senso preannuncio la presentazione di un'interrogazione - per contrastare l'infiltrazione delle organizzazioni malavitose e creare un corridoio della legalità nella Salerno-Reggio Calabria, nei cantieri della Calabria e di tutto il Mezzogiorno, con specifici provvedimenti affinché sia garantita la sicurezza dei lavoratori e delle imprese e possa esservi la concreta realizzazione del piano infrastrutturale necessario ed urgente per tutto il Sud. È una sfida concreta che tutti insieme dobbiamo attuare perché in queste Regioni si attui un circuito virtuoso e trasparente che possa dare ai cittadini e alle imprese certezze e concrete prospettive di sviluppo economico, produttivo ed occupazionale.

L'importante crisi finanziaria che stiamo vivendo in questi giorni sta costringendo le imprese sane ad arretrare, mentre le imprese malavitose stanno conquistando sempre più terreno. Credo che un intervento comune del Senato e del Governo per contrastare l'avanzata dell'illegalità, che man mano dal Sud si sta portando anche a tante altre Regioni del Centro e del Nord, debba essere attuato con assoluta urgenza. (Applausi dal Gruppo PD).

 

Sulla mancata elezione del Presidente della Commissione parlamentare
per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

PERDUCA (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PERDUCA (PD). Signora Presidente, intervengo per informare i colleghi, che sono molto interessati a ciò che avviene al di fuori di queste Aule in giro per il mondo, che invece per la 43a volta è andata deserta l'elezione del Presidente della Commissione di vigilanza RAI e quindi l'istituzione di una Commissione di rango costituzionale del nostro Parlamento. Sono passati ormai sei mesi e mezzo e non si ha ancora l'organo che può rinnovare il Consiglio d'amministrazione della RAI e regolamentare la presenza delle forze politiche in televisione, in un momento in cui si è già votato due volte e fra tre settimane si voterà nuovamente in Abruzzo.

Mi è grata l'occasione di salutare gli studenti che sono qui con noi e che credo guardino con tanta deferenza quanta - mi auguro - speranza nei confronti delle istituzioni, per annunciare anche a loro che per dei gandhiani non violenti come i radicali, che hanno già occupato per 13 giorni le Aule, questa situazione è intollerabile. Nelle prossime ore torneremo a praticare tanto la non violenza quanto le vie legali, parlamentari ed extraparlamentari perché si arrivi a convocare finalmente una seduta che possa dare atto di questa situazione di flagranza e di illegalità delle nostre istituzioni.

Gira voce che forse nelle prossime ore un candidato - nuovo o vecchio - potrà essere nominato, girava anche voce, però, che si sarebbe convocata la Commissione a oltranza. Queste voci che girano devono entrare in ciascuno dei commissari, i quali si devono recare in Commissione. Il problema non è politico, di mercimonio o di baratto: è istituzionale e di legalità. Queste voci dunque entrino in ciascuno di coloro i quali in quest'Aula fanno parte di quella Commissione e si assumano la loro responsabilità, altrimenti ancora una volta chi non ne fa parte, ma ha a cuore lo Stato di diritto in questo Paese, dovrà entrare in azione. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi).

PRESIDENTE. Senatore Perduca, prendiamo atto del suo intervento. Auspico veramente che si arrivi al più presto ad una conclusione, facendo parte io stessa di quella Commissione.

 

Sul rapimento di due religiose italiane in Kenya

BODEGA (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BODEGA (LNP). Signora Presidente, intervengo per evidenziare come sia stato ricordato in quest'Aula da più parti il grave avvenimento del rapimento delle due suore che stavano prestando la loro opera per la cura dei più deboli e sono state così vigliaccamente sequestrate. Lo dico per ringraziare la presidente Mauro - forse il suo intervento è passato un po' inosservato - per aver ricordato, da Graziella Fumagalli nel 1995 ad oggi, tutte le persone che hanno dato la loro vita per prestare la loro opera e il loro aiuto per i più deboli.

Signora Presidente, la ringraziamo noi, come Gruppo della Lega, per avere ricordato questo, che forse in quest'Aula è passato, ai più, inosservato. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

Per un dibattito parlamentare sul sistema dell'informazione

DI GIOVAN PAOLO (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DI GIOVAN PAOLO (PD). Signora Presidente, desidero innanzitutto dire che ci associamo alla protesta degli amici radicali, perché il problema della Commissione di vigilanza RAI, come ha detto lei e com'è stato giustamente ricordato anche dal collega Perduca, non è solo un'ossessione dei radicali, ma è un problema di rilevanza costituzionale.

Vorrei però ribadire una richiesta che avevo fatto la scorsa settimana e che vorrei la Presidenza prendesse in considerazione. Noi ci troviamo, oltre che con la questione RAI aperta, in una situazione in cui da quattro anni i giornalisti sono senza contratto. Inoltre, c'è la programmata ipotesi del licenziamento di 25 giornalisti dell'emittente «La7». Ci sono quasi 9.000 precari tra i giornalisti italiani e secondo, gli ultimi dati ISTAT, sostanzialmente la diffusione di copie dei quotidiani è la stessa del 1948, cioè di 8 milioni, ma per la prima volta c'è una diminuzione del venduto (6,5 milioni di copie), ma anche del milione e mezzo di copie vendute che sono copie free.

Si pone, quindi, una questione dell'informazione nel nostro Paese e vorrei che, al di là degli schieramenti, essa potesse diventare una questione importante, perché si tratta di un problema di rilevanza costituzionale. Sarebbe bello se potessimo dedicare una sessione specifica a questo tema o, quantomeno, che la Commissione specifica se ne occupasse. (Applausi dal Gruppo PD).

VITA (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VITA (PD). Signor Presidente, vorrei associarmi alla proposta - che condivido - del senatore di Di Giovan Paolo, perché il tema dell'informazione è diventato di assoluta rilevanza e drammaticità.

PRESIDENTE. Senatore Di Giovan Paolo, concordo sull'importanza della questione relativa al contratto dei giornalisti e alla situazione dei precari. Questo è anche un meccanismo con il quale si garantisce la libertà d'informazione. La Presidenza prende atto della sua richiesta.

 

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo, riunitasi questa mattina, ha approvato modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 20 novembre 2008.

Nella seduta pomeridiana odierna, che si concluderà alle ore 20,30, saranno anzitutto svolte le relazioni sul disegno di legge recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica. Per quest'ultimo provvedimento il termine per la presentazione degli emendamenti e dei sub-emendamenti è stato differito alle ore 10 di domani.

Dopo le predette relazioni, riprenderanno - sempre oggi pomeriggio - le votazioni sul decreto-legge in tema di contenimento spesa sanitaria ed enti locali. Il Gruppo del Partito Democratico, che aveva esaurito i propri tempi, ha ricevuto ulteriori 30 minuti in seguito a cessioni da parte dei Gruppi Misto e Lega Nord.

Domani mattina, alle ore 11,30, la Sala delle conferenze del Senato sarà intitolata, con un'apposita cerimonia, ai caduti di Nasiriya e agli altri caduti italiani nel corso dell'operazione «Antica Babilonia». In concomitanza la seduta dell'Assemblea sarà sospesa per mezz'ora.

A conclusione dell'esame del decreto-legge su spesa sanitaria ed enti locali, saranno illustrate e votate le questioni incidentali preannunciate sul disegno di legge sulla sicurezza pubblica e si passerà quindi alla discussione generale, che si concluderà entro la fine della seduta antimeridiana di giovedì 13 novembre, con eventuale prosieguo anche oltre l'orario stabilito.

In apertura della seduta pomeridiana di domani, alle ore 16,30, il Presidente del Senato commemorerà la figura di Giovanni Leone nel centesimo anniversario della sua nascita. Si procederà quindi alla chiama per l'elezione a scrutinio segreto di due senatori segretari. Successivamente le urne rimarranno aperte. (Brusìo).

Colleghi, vi chiedo una cortesia: oltre a dar luogo ad un brusìo costante, continuate a volgere le spalle alla Presidenza. (Applausi dai Gruppi PD e PdL).

Nel corso di questa settimana saranno inoltre discusse - se possibile - le ratifiche di accordi internazionali definite dalla Commissione e le mozioni previste dal calendario.

L'Assemblea riprenderà i propri lavori la prossima settimana nella seduta antimeridiana di martedì 18 novembre, con inizio alle ore 10,30. Sarà trattato per primo il decreto-legge in materia di adempimenti comunitari in materia di giochi approvato dalla Camera dei deputati.

Successivamente, il Presidente renderà le proprie comunicazioni all'Assemblea sulla conformità del disegno di legge finanziaria - ove approvato dalla Camera dei deputati - alle norme di contabilità pubblica, ai sensi dell'articolo 126, comma 4, del Regolamento. Da quel momento avrà inizio la sessione di bilancio, i cui tempi saranno definiti - unitamente a una rimodulazione degli orari delle sedute - dalla Conferenza dei Capigruppo, nella prossima riunione che verrà convocata nella giornata di martedì 18 novembre.

Nel corso della prossima settimana riprenderà la discussione del disegno di legge in materia di sicurezza pubblica con le votazioni degli emendamenti. Al fine del prosieguo dell'esame durante la sessione di bilancio è stata acquisita l'unanimità dei Capigruppo, ai sensi dell'articolo 126, comma 12, del Regolamento.

Il calendario della prossima settimana prevede inoltre l'esame del decreto-legge recante sostegno ai lavori pubblici, autotrasporto e agricoltura. Per questo decreto e per quello in materia di giochi si è proceduto alla ripartizione dei tempi tra i Gruppi.

Tenuto conto del numero e della rilevanza dei provvedimenti pendenti, nella seduta pomeridiana di giovedì 20 novembre, che si concluderà alle ore 20, sono previste votazioni.

Il calendario delle prossime settimane potrà essere integrato con l'elezione di due componenti del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria.

Ricordo infine che, su richiesta di diverse senatrici, in una delle prossime sedute sarà ricordata la figura di Alma Cappiello a due anni dalla sua scomparsa.

 

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi questa mattina, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 20 novembre 2008:

Martedì

11

novembre

pom.

h. 16,30-20,30

- Svolgimento relazioni sul disegno di legge n. 733 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica

 

- Seguito disegno di legge n. 1083 - Decreto-legge n. 154, disposizioni urgenti contenimento spesa sanitaria ed enti locali (scade il 6 dicembre)

 

- Questioni incidentali e seguito disegno di legge n. 733 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica

 

- Ratifiche di accordi internazionali (disegni di legge nn. 1073 - Protezione beni culturali in caso di conflitto armato; 1074 - Cooperazione doganale; 1128 - Ispezioni armi chimiche; 1132 - Istituto forestale europeo; 1133 - Partenariato Tagikistan)

 

- Elezione di due senatori Segretari (Articolo 5, commi 2-bis e 2-ter, del Regolamento) (*)

 

- Mozioni n. 5, Bianconi, su prevenzione e cura osteoporosi, n. 31, Sbarbati, su promozione cultura e detassazione libri scolastici (procedimento abbreviato ex articolo 157, del Regolamento) e n. 42, D'Alia, sull'integrazione scolastica dei minori stranieri

 

 

 

 

 

Mercoledì

12

"

ant.

h. 9,30-13,30

"

"

"

pom.

h. 16,30-20,30

Giovedì

13

"

ant.

h. 9,30-14

 

 

 

 

 

 

Giovedì

13

novembre

pom.

h. 16

- Interpellanze e interrogazioni

 

Gli emendamenti ai disegni di legge nn. 1196 (Decreto-legge in materia di giochi) e 1152 (Decreto-legge lavori pubblici, autotrasporto e agricoltura) dovranno essere presentati entro le ore 19 di giovedì 13 novembre.

 

(*) La chiama per la votazione a scrutinio segreto per l'elezione di due senatori Segretari avrà luogo alle ore 16.30 di mercoledì 12 novembre. Successivamente le urne rimarranno aperte.

Martedì

18

novembre

ant.

h. 10,30-13,30

- Disegno di legge n. 1196 - Decreto-legge n. 149, adempimenti comunitari in materia di giochi (approvato dalla Camera dei deputati - scade il 25 novembre)

 

- Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 126, comma 4, del Regolamento, sul disegno di legge finanziaria (ove approvato e trasmesso dalla Camera dei deputati)

 

- Eventuale seguito disegno di legge n. 733 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica

 

- Disegno di legge n. 1152 - Decreto-legge n. 162, sostegno lavori pubblici, autotrasporto e agricoltura (voto finale entro il 23 novembre - scade il 22 dicembre)

"

"

"

pom.

h. 16,30

Mercoledì

19

"

ant.

h. 9,30-13,30

"

"

"

pom.

h. 16,30-20,30

Giovedì

20

"

ant.

h. 9,30-13,30

"

"

"

pom.

h. 16-20

 

La definizione dei tempi della sessione di bilancio, con particolare riguardo ai termini per le Commissioni, e la rimodulazione degli orari delle sedute dell'Assemblea saranno stabiliti martedì 18 novembre dalla Conferenza dei Capigruppo, anche in relazione ai tempi di trasmissione dei disegni di legge finanziaria e di bilancio da parte della Camera dei deputati.

Il calendario potrà essere integrato con l'elezione di 2 componenti del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria (voto a scrutinio segreto con procedimento elettronico su lista bloccata).

  

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1083
(Decreto-legge in materia di contenimento spesa sanitaria ed enti locali)
(13 ore e 15 minuti, escluse dichiarazioni di voto)

 
 

Tempi assegnati

Tempi residui

Relatore

 

30'

 

4'

Relatore di minoranza

 

15'

 

esauriti

Governo

 

30'

 

13'

Votazioni

2 h.

 

1 h.

40'

Gruppi, 10 ore, di cui:

 

 

PdL

3 h.

06'

1 h.

04'

PD

2 h.

41'

 

+30'

LNP

1 h.

14'

 

33' (+10')

IdV

1 h.

03'

 

42'

UDC-SVP-Aut

1 h.

 

 

25'

Misto

 

55'

 

22' (+20')

Dissenzienti

 

5'

 

5'

  

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1196
(Decreto-legge adempimenti comunitari in materia di giochi)
(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatori

 

30'

Governo

 

30'

Votazioni

1 h.

 

Gruppi 5 ore di cui:

 

 

PdL

1 h.

33'

PD

1 h.

20'

LNP

 

37'

IdV

 

31'

UDC-SVP-Aut

 

30'

Misto

 

27'

Dissenzienti

 

5'

  

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1152
(Decreto-legge sostegno lavori pubblici, autotrasporto e agricoltura)
(7 ore e 25 minuti, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatore

 

30'

Relatore di minoranza

 

15'

Governo

 

30'

Votazioni

1 h.

 

Gruppi 5 ore e 25 minuti, di cui:

 

 

PdL

1 h.

33'

PD

1 h.

45' (+25')

LNP

 

37'

IdV

 

31'

UDC-SVP-Aut

 

30'

Misto

 

27'

Dissenzienti

 

5'

 

PETERLINI (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PETERLINI (UDC-SVP-Aut). Signora Presidente, il calendario dei lavori del Senato prevedeva già da parecchio la discussione di mozioni sulla situazione finanziaria del Paese e sulla crisi internazionale delle Borse; successivamente, per eventi legati all'elezione del Presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e di un giudice della Corte costituzionale, i lavori dell'Assemblea sono stati interrotti e quelle mozioni sono sparite dal calendario.

Non intendo mettere in dubbio il calendario deliberato dai Capigruppo, ma mi permetto di sollecitare l'esame delle suddette mozioni (una è del Popolo della Libertà, una delle Autonomie, una dell'Italia dei Valori e una del Partito Democratico). Vista la drammatica situazione dei mercati finanziari e in considerazione delle drammatiche conseguenze che ne devono soffrire le famiglie italiane e non solo, tenuto conto della grande crisi economica che la comunità internazionale sta affrontando (vorrei rilevare che dal 2003 sollecitiamo questo tema, chiedendo una nuova Bretton Woods per dare un nuovo assetto ai mercati finanziari), credo sia tempo che il Senato della Repubblica e il Parlamento tutto intero si occupi di questa materia.

LANNUTTI (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LANNUTTI (IdV). Signora Presidente, mi associo alla richiesta avanzata dal senatore Peterlini in ordine all'esame della mozione a favore di una nuova Bretton Woods, di cui tutti parlano e che era stata calendarizzata in Aula, poi è sparita ed io avevo pregato di reinserirla all'ordine del giorno. Davvero la situazione delle famiglie in questa crisi economica è drammatica, pertanto le chiedo la cortesia di intervenire. Sono state presentate quattro mozioni, e mi auguro che al riguardo vi possa essere una convergenza, che si possa arrivare ad un testo unificato, ma diventa urgente una discussione su questi temi nel più breve tempo possibile.

BARBOLINI (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBOLINI (PD). Signora Presidente, intervengo solo per rafforzare la richiesta che l'Assemblea possa essere chiamata ad esprimersi su una tematica di questo genere. Vorrei anche richiamare l'attenzione sua e dei colleghi sul fatto che la Commissione finanze ha condotto in proposito un'indagine conoscitiva con audizioni molto importanti, indagine che si concluderà domani con l'audizione del Ministro dell'economia.

Ritengo pertanto che una volta raccolti questi elementi vi siano anche ulteriori dati conoscitivi che possono consentire all'Assemblea di svolgere una discussione di merito partendo dalle quattro mozioni. Esprimo anch'io l'auspicio che si possa addivenire a un testo unificato, che possa servire da punto di riferimento per modificare un quadro di regole che si sono rivelate del tutto inadeguate a tutelare i risparmiatori e i cittadini.

PRESIDENTE. Senatori, la Presidenza porterà questo tema all'attenzione della Conferenza dei Capigruppo la settimana prossima.

 

Discussione del disegno di legge:

(733) Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (ore 17,05)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 733.

La relazione è stata già stampata e distribuita.

Ha chiesto di parlare per integrare la relazione scritta il relatore, senatore Vizzini. Ne ha facoltà.

VIZZINI, relatore. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli senatori, il disegno di legge n. 733 rappresenta un passo importantissimo nella direzione di un più efficace contrasto alla criminalità diffusa e a quella organizzata, dopo le misure urgenti già state adottate con il decreto-legge n. 9 del 2008. Voglio anzi, a questo proposito, ricordare o far presente ai colleghi senatori che, grazie ad una norma introdotta nel decreto-legge n. 9 del 2008, la scorsa settimana è stato possibile in Sicilia effettuare un sequestro patrimoniale di 100 milioni di euro in capo agli eredi di un mafioso che era deceduto, sequestro che non sarebbe mai potuto avvenire senza le norme varate dal Parlamento con il decreto approvato.

La ratio cui si ispira l'intervento del disegno di legge n. 733 è diretta da un lato a colpire in maniera più efficace reati di gravità anche molto diversa tra di loro, che contribuiscono al disfacimento del tessuto sociale ed alla diffusione di un sentimento di insicurezza collettiva, specie tra gli stati sociali più deboli della collettività nazionale, e dall'altro a promuovere la riconquista del controllo del territorio da parte dello Stato nelle aree in cui è più pervasiva la presenza della criminalità organizzata.

Voglio ricordare, per correttezza di informazione, che in una prima ampia fase dell'iter presso le Commissioni riunite il provvedimento al nostro esame è stato esaminato congiuntamente ad altri disegni di legge di analogo contenuto. Tra questi, desidero riferirmi in particolare al disegno di legge n. 583, recante «Disposizioni in materia di reati di grave allarme sociale e di certezza della pena», d'iniziativa del senatore Li Gotti e di altri senatori, anche perché il disegno di legge governativo presentato successivamente ne ha ripreso in molte parti i contenuti.

Nella seduta del 28 ottobre, su iniziativa degli stessi presentatori, il disegno di legge n. 583, come anche gli altri disegni di legge collegati, sono stati disgiunti. L'iter successivo ha quindi riguardato esclusivamente il disegno di legge n. 733.

Il testo è stato oggetto nelle Commissioni riunite di un approfondito esame, nel corso del quale è stata anche svolta una lunga serie di audizioni informali. Il risultato di tale lavoro è stata l'approvazione di un gran numero di modifiche di iniziativa sia governativa sia parlamentare, di maggioranza e di opposizione, dirette ad ampliare e a rendere più incisivo l'intervento legislativo, pur sempre seguendo la traccia della filosofia prima richiamata.

Certo, l'ampiezza degli interventi e il fatto che le Commissioni riunite abbiano dovuto svolgere la parte conclusiva dell'esame con la discussione e l'approvazione degli emendamenti in tempi ristretti e prossimi alla discussione in Assemblea ha determinato l'approvazione di un testo per il quale sarà necessaria, sia pur esclusivamente sul piano formale, un'accurata attività di coordinamento finale.

Nel limitarmi a riferire di alcuni aspetti, intendo soffermarmi su alcuni interventi di particolare rilievo che hanno avuto nel dibattito politico ed anche nell'opinione pubblica un'ampia eco.

Innanzitutto, ritengo particolarmente significative le disposizioni in materia di lotta alla criminalità organizzata. Gli interventi hanno riguardato diversi aspetti del fenomeno. Mi preme in primo luogo richiamare l'articolo 34, che modifica la normativa contenuta nell'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario. Esso è il risultato di una serie di emendamenti proposti in Commissione sia dai relatori che da altri esponenti della maggioranza e dell'opposizione.

Dando seguito a un'esigenza espressa da più parti, si ripristina l'originario rigore del regime di detenzione, rendendo particolarmente difficile ai detenuti, in particolare ai condannati per il reato di associazione mafiosa, la possibilità di mantenere collegamenti con le associazioni criminali di appartenenza. Ritengo particolarmente significativo il regime introdotto per quanto concerne le proroghe dei provvedimenti e le restrizioni riguardanti i rapporti tra il detenuto e la sua famiglia, nonché tra il detenuto e il suo difensore. Vengono ridotti i colloqui sia personali sia telefonici e sono previste restrizioni per quanto riguarda la durata della permanenza all'aperto al fine di evitare che detenuti appartenenti a diversi gruppi di associazioni mafiose possano comunicare. È inoltre prevista, in materia di reclami dei detenuti, la competenza funzionale in capo al tribunale di sorveglianza Roma al fine di evitare l'eccessiva eterogeneità degli orientamenti giurisprudenziali che si possono configurare nei diversi tribunali.

Strettamente collegato alla previsione dell'articolo 34 è l'articolo 35, che introduce un'autonoma fattispecie di reato e che punisce con la reclusione da uno a quattro anni chiunque consenta ad un detenuto sottoposto al regime dell'articolo 41-bis di comunicare con gli altri. È inserita anche un'aggravante nell'ipotesi in cui il fatto sia commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato del pubblico servizio o da un soggetto che esercita la professione forense.

Sempre ai fini di lotta alla criminalità organizzata, ricordo l'articolo 2, con cui si è intervenuti in primo luogo sull'articolo 117 del codice di procedura penale, consentendo al procuratore nazionale antimafia di avere accesso ai registri istituiti presso le segreterie dei tribunali per le annotazioni relative ai procedimenti di prevenzione.

Di notevole impatto in materia di lotta alla mafia è l'articolo 20, che amplia i poteri di accesso e di accertamento del prefetto per l'espletamento delle funzioni volte a prevenire infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti. È ormai noto, infatti, come le mafie, trasformate in moderne organizzazioni mafiose degli affari, sono capaci di alterare i processi economico-produttivi intervenendo anche sulle procedure di appalto su cui, purtroppo, grava una pesante ipoteca rappresentata dal grave fenomeno delle connivenze tra le organizzazioni criminali e le autorità amministrative e, talvolta, anche la politica. Il prefetto può accedere direttamente ai cantieri per poter effettuare gli accertamenti necessari al fine di prevenire le gravi ipotesi collusive che consentono alla mafia di acquisire illecitamente notevoli introiti.

All'apprestamento di misure efficaci nei confronti della criminalità organizzata si ispira poi una serie di disposizioni introdotte dagli emendamenti approvati dalle Commissioni riunite quali, in particolare, quelle contenute nell'articolo 23, che modifica l'articolo 275 del codice di procedura penale in tema di condizioni per disporre la custodia cautelare in carcere, e quelle contenute negli articoli seguenti.

Di grandissima importanza sono poi le norme introdotte con gli articoli 37 e 38 del testo approvato dalle Commissioni riunite. Si tratta di disposizioni che inaspriscono ulteriormente la normativa in materia di lotta alle operazioni di riciclaggio. In particolare, l'articolo 37 reprime l'utilizzazione delle agenzie per il trasferimento di fondi e per la movimentazione di risorse appartenenti alla criminalità organizzata e alle organizzazioni di carattere terroristico. Si tratta del fenomeno noto come "money transfer", per usare un termine non italiano. L'intervento era già contenuto nel testo presentato dal Governo, ma è stato modificato dalle Commissioni riunite anche alla luce di quanto emerso dalle audizioni del Governatore della Banca d'Italia e del procuratore nazionale antimafia.

Non si può trascurare, infine, la disposizione contenuta nell'articolo 52, che introduce un regime più cogente di responsabilità nei casi di scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazione mafiosa. La modifica più significativa è rappresentata dal fatto che la responsabilità non è esclusivamente limitata al politico, ma si estende anche opportunamente ai dirigenti e ai dipendenti dell'amministrazione comunale interessata. Sono stati, infatti, numerosi i casi di connivenze tra mafia e apparati amministrativi degli enti locali, i quali, non essendo soggetti a rinnovo come i politici, possono assicurare un maggior grado di affidabilità e una continuità nel rapporto con le associazioni criminali.

Vi è poi un secondo tipo di interventi, condivisi dall'opinione pubblica, relativi alla sicurezza. Il disegno di legge si muove su più fronti. Con una prima serie di interventi si introducono nuove fattispecie di reato, si aggravano reati già esistenti e si introducono ulteriori aggravanti speciali per reati che destano particolare allarme sociale; altri, invece, si muovono in una direzione più strettamente amministrativa, attraverso un ampliamento dei poteri delle forze dell'ordine e delle autorità di pubblica sicurezza al fine di assicurare un più diffuso controllo del territorio e monitorare in maniera più efficace i fenomeni criminali, nonché tutto il delicatissimo settore dell'immigrazione clandestina.

In ordine a tutti questi molteplici interventi rinvio alla relazione scritta, nella impossibilità di poter riferire puntualmente su ogni singola disposizione.

Vorrei però esprimere alcune osservazioni sull'articolo 46, che autorizza gli enti locali ad avvalersi della collaborazione di associazioni volontarie tra cittadini sia per segnalare agli organi di polizia locale eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana, sia per cooperare all'attività di presidio del territorio.

Al riguardo, ritengo che le critiche mosse da più parti sull'utilizzazione dei cittadini nella difesa del territorio abbiano voluto portare ad una ratio dell'intervento diversa da quella che lo contraddistingue. Esso ha essenzialmente una finalità di educazione alla legalità. I cittadini, indotti a cooperare con le forze dell'ordine, possono essere più opportunamente sensibilizzati alla prevenzione e al rispetto della legalità, presupposti indispensabili per una coesistenza pacifica ed ordinata. Altro che ronde o come le si vuole definire!

Si tratta di stabilire se preferiamo il cittadino che collabora con le forze dell'ordine o l'omertà di cui è pervasa una parte importante di alcune regioni del nostro Paese, dove nessuno vede mai niente, nessuno sente mai niente, nessuno vede mai compiere i crimini, neanche quando i fatti si svolgono davanti agli occhi di tutti! (Applausi dal Gruppo PdL e della senatrice Boldi). Nessuno di noi pensa che vi possano essere ronde di cittadini, ma a coloro che vogliono collaborare con le forze dell'ordine diamo grande preferenza rispetto agli omertosi che non vedono, non sentono, non comunicano e consentono alla criminalità di radicarsi sempre di più nel nostro territorio. Questo è lo spirito con cui è stata inserita la norma in esame.

Vi sono poi altri articoli nel provvedimento che sono stati biasimati, ma che riteniamo rappresentino un modo per favorire l'integrazione degli immigrati nel nostro Paese con comportamenti virtuosi, che possano essere premiati se sono positivi; al contrario, rappresenterà un dato negativo ai fini della valutazione della permanenza nel Paese se l'illegalità e l'illegittimità diventeranno un'abitudine.

Con un'ultima serie di proposte emendative si intendono introdurre nuove aggravanti per reati che destano allarme sociale. In primo luogo si prevede, come aggravante generica all'articolo 61 del codice penale, l'aver commesso il fatto a danno di minori all'interno o nelle immediate vicinanze degli istituti di istruzione. A tutela dei minori le Commissioni riunite hanno inoltre introdotto aggravanti speciali per il reato di atti osceni e per il reato di violenza sessuale, anche in questo caso qualora il fatto sia commesso nei luoghi frequentati dai minori. È stato inoltre introdotto un minimo edittale di pena per il reato di violazione di domicilio, di cui all'articolo 614 del codice penale. Le Commissioni riunite hanno altresì integrato ed ampliato le ipotesi per le quali il codice di procedura penale, agli articoli 380 e 381, prevede rispettivamente l'arresto obbligatorio e l'arresto facoltativo in flagranza. Sono state inoltre introdotte nuove aggravanti per il reato di furto, rapina e truffa, nel caso in cui gli illeciti siano compiuti in luoghi particolarmente frequentati dai cittadini ovvero abusando delle condizioni di debolezza della persona offesa.

Lo scopo è in definitiva quello di creare delle zone di sicurezza nelle quali determinati comportamenti, già di per sé penalmente rilevanti, assumono una particolare gravità per il contesto nel quale vengono compiuti e per il fatto che le potenziali vittime sono minori e, più in generale, soggetti deboli.

Signora Presidente, onorevoli senatori, queste osservazioni iniziali si aggiungono alla relazione scritta. Mi riservo di completare, alla luce degli interventi che saranno svolti in discussione generale, nella sede di replica le mie valutazioni su un provvedimento che ritengo destinato a portare maggiore sicurezza ai cittadini e maggiore forza nella lotta alla criminalità organizzata, oltre che a favorire processi di integrazione punendo invece chi sbaglia quando vuole vivere nel nostro Stato senza assoggettarsi alle regole che debbono disciplinare l'ordinata vita della nostra comunità nazionale. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

 

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare per integrare la relazione scritta il relatore, senatore Berselli. Ne ha facoltà.

BERSELLI, relatore. Signora Presidente, onorevoli colleghi senatori, ricollegandomi alla relazione scritta che ho presentato insieme al senatore Vizzini e senza voler minimamente ripetere quanto l'altro relatore ha testé evidenziato, mi limito a svolgere alcune considerazioni limitatamente alle modifiche apportate dagli emendamenti introdotti dalle Commissioni riunite al testo originario, che va ad integrare, come pacchetto sicurezza, il decreto-legge n. 92 del 2008, già convertito dal Parlamento italiano nella legge n. 125 del 2008.

L'articolo 1 apporta una modifica all'articolo 61 del codice penale, nel punto in cui esso prevede la circostanza aggravante comune della cosiddetta minorata difesa, con la finalità di ampliare gli strumenti di tutela per gli anziani, che costituiscono troppo spesso un facile bersaglio per i criminali, come tutti sappiamo. Tale finalità viene perseguita precisando che l'ipotesi di «minorata difesa» può configurarsi anche nel caso in cui l'autore del reato abbia approfittato dell'età avanzata della persona che ha subito il danno. Questa previsione è stata ampliata e modificata da suggerimenti e proposte pervenuti in sede di Commissioni riunite.

L'articolo 1 modifica, inoltre, il codice penale al fine di colpire con particolare efficacia il commercio di esseri umani, estendendo l'aggravante prevista al sesto comma dall'articolo 416 in materia di associazione per delinquere alle forme più gravi di organizzazione dell'immigrazione clandestina, al fine di reprimere in maniera più severa delitti di estrema gravità, inserendo tra le circostanze aggravanti speciali che determinano la pena dell'ergastolo in caso di omicidio, di cui all'articolo 576 del codice penale, anche gli omicidi perpetrati in occasione dei reati di violenza carnale, atti sessuali con minori e violenze sessuali di gruppo, nonché al fine di disciplinare in maniera più efficace quel contrasto alle attività di riciclaggio che, com'è noto, costituisce uno degli strumenti più importanti di lotta alla criminalità organizzata. A questo riguardo devo dare atto alle opposizioni di aver svolto nelle Commissioni riunite un importante lavoro, non certo di boicottaggio o di ostruzionismo, ma collaborativo per rendere più efficaci le norme che erano state approvate dal Consiglio dei ministri.

L'articolo 6 prevede due modifiche all'articolo 635 del codice penale, in materia di delitto di danneggiamento. In primo luogo, esso estende l'aggravante di cui al secondo comma anche al caso in cui la condotta criminosa sia commessa su immobili sottoposti a risanamento edilizio o ambientale. Inoltre, esso prevede che, in tutti i casi di danneggiamento aggravato, la concessione della sospensione condizionale della pena deve essere sempre (lo sottolineo, sempre) subordinata all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il condannato non si oppone, alla prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato, comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di condanna. Si tratta, onorevoli colleghi e senatori, di una grande, importante innovazione, che si è resa necessaria per modulare la pena da infliggere alle conseguenze del reato che è stato attivamente commesso.

L'articolo 7 modifica l'articolo 639 del codice penale, che prevede il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui (di cui da tempo si stava parlando), ed è stato ampiamente modificato dalle Commissioni riunite, sia prevedendo un sistema sanzionatorio più efficace, sia introducendo la nuova fattispecie aggravata del fatto commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati. Si tratta di atti che vediamo commessi tutti i giorni e che rappresentano fattispecie che dovevano essere assolutamente rimosse. È merito delle Commissioni riunite essere riuscite ad ottenere un risultato che credo - e ne sono convinto - sia apprezzabile e venga apprezzato dalla nostra comunità nazionale.

L'articolo 10 modifica il regime delle circostanze aggravanti applicabili nel caso di concorso nel reato di cui all'articolo 112 del codice penale, prevedendo l'applicabilità dell'aggravante ivi prevista anche nei confronti delle persone maggiorenni che concorrono nel reato con un minore di anni 18 o con una persona in stato di infermità o di deficienza psichica (e dunque, non solo nei confronti di chi li determini a commettere il reato o se ne sia avvalso, come avviene attualmente). Secondo la relazione, si intende responsabilizzare ulteriormente il maggiorenne per creare una sorta di «cintura sanitaria» intorno ai minori delinquenti.

L'articolo 12 delinea il delitto di «impiego di minori nell'accattonaggio» (altra disposizione di grande importanza per sanzionare fattispecie che destano particolare allarme e disagio sociale), introducendo tra i delitti contro la personalità individuale l'articolo 600-octies del codice penale, che prevede la reclusione fino a tre anni, salvo che il fatto costituisca più grave reato, per chi si avvale per mendicare di una persona di minore di anni 14 o, comunque, non imputabile; ovvero permette che tale persona, ove sottoposta alla sua autorità o affidata alla sua custodia o vigilanza, mendichi; ovvero permette che altri se ne avvalga per mendicare. Conseguentemente all'introduzione del delitto, il disegno di legge in esame prevede - ovviamente - l'abrogazione della omonima contravvenzione di cui all'articolo 671 del codice penale.

Le Commissioni riunite hanno poi introdotto l'articolo 17, che modifica l'articolo 605 del codice penale in materia di sequestro di persona, prevedendo una specifica ipotesi aggravata nel caso in cui il sequestrato sia un minore e un ulteriore aggravamento se è minore di anni 14 o se viene condotto e trattenuto all'estero, nonché alcune disposizioni premiali in presenza di forme specifiche di ravvedimento operoso. La disposizione inserisce anche un nuovo articolo nel codice penale, l'articolo 574-bis, concernente la sottrazione e il trattenimento del minore all'estero.

L'articolo 18 modifica la legge n. 895 del 1967, recante disposizioni per il controllo delle armi, introducendo una serie di aggravanti specifiche per il porto d'armi illegale.

L'articolo 19 rappresenta una delle disposizioni più discusse recate dal disegno di legge. L'originaria formulazione, novellando il decreto legislativo n. 286 del 1998, ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, che da mero illecito amministrativo - oltretutto non corredato di una specifica sanzione, dovendosi considerare l'espulsione come una disposizione amministrativa diretta alla mera cessazione della situazione irregolare - diventava un delitto punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Veniva altresì stabilita l'applicazione a tale reato del rito direttissimo e l'obbligatoria misura accessoria dell'espulsione.

Le Commissioni riunite hanno approvato l'emendamento del Governo, che modifica radicalmente l'impianto di tale disposizione. L'opposizione, pur votando contro questa disposizione, credo non abbia potuto non apprezzare lo sforzo del Governo e dell'attuale maggioranza per venire incontro alle stesse sollecitazioni formulate in varie sedi, anche dall'opposizione, circa l'opportunità di eliminare la sanzione penale di carattere detentivo per introdurre, secondo l'opposizione, una sanzione amministrativa, che la maggioranza invece non ha voluto introdurre, preferendo una sanzione penale di carattere pecuniario. Si prevede dunque un'ammenda da 5.000 a 10.000 euro, rispetto alla quale però il respingimento o l'espulsione dello straniero determinano il non luogo a procedere.

Onorevoli colleghi, abbiamo introdotto un reato che prevede conseguenze obiettivamente minime a carico di colui che lo ha commesso, perché l'orientamento del Governo e la volontà della maggioranza non erano di mettere in galera coloro che entrano illegalmente all'interno dello Stato o che illegalmente si trattengono, magari dopo avere avuto la possibilità di entrare nel nostro territorio con un visto turistico o di studio. La volontà del Governo e dell'attuale maggioranza è invece quella di prevedere un reato che costituisca, come accade con l'attuale previsione, il presupposto necessario per procedere all'immediata espulsione dello straniero che si introduce illegalmente nel territorio dello Stato. Voglio ricordare che anche all'estero, in tanti Paesi democratici come il Regno Unito, esiste il reato di ingresso clandestino nel territorio dello Stato e quindi, colleghi dell'opposizione, non dovete stracciarvi le vesti per l'introduzione di un reato che prevede conseguenze anche inferiori rispetto a quelle previste negli ordinamenti giuridici di tanti Paesi democratici europei.

Onorevoli colleghi, non ritengo di dovermi soffermare ulteriormente sulle altre parti del disegno di legge del Governo e sugli ulteriori emendamenti approvati dalle Commissione riunite, ripromettendomi di tornare sull'argomento in sede di replica, alla conclusione della discussione generale, rinviando comunque alla relazione scritta presentata da me e dal senatore Vizzini, presidente della Commissione affari costituzionali. (Applausi dal Gruppo PdL e dai banchi del Governo).

PRESIDENTE. Come stabilito, rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

 

Sull'audizione del ministro Bondi nella 7a Commissione permanente

RUSCONI (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RUSCONI (PD). Signora Presidente, vorrei dar rilievo ad una questione di correttezza istituzionale.

Oggi nella Commissione istruzione pubblica del Senato, dopo oltre un mese dalla richiesta del collega Giambrone, era prevista l'audizione del ministro Bondi sulle fondazioni lirico-sinfoniche. Alle ore 13, il presidente Possa ha informato il collega Giambrone che, per uno stato febbrile e dunque un'improvvisa malattia, il ministro Bondi non sarebbe potuto intervenire in Commissione prima di domani sera. Peccato però che domani pomeriggio siano previsti gli incontri con i rappresentanti delle fondazioni che avrebbero reso inutile l'audizione.

Ora, non può che farci piacere l'improvvisa guarigione del Ministro, anzi dovrebbe condividerne con l'opposizione i farmaci, ma soprattutto ci fa piacere che abbia accettato di venire domani mattina, alle ore 8,30, in Commissione perché c'è un rispetto istituzionale anche del lavoro delle Commissioni. Ringrazio il Ministro, anche a nome del collega Giambrone. (Applausi dal Gruppo PD).

BONDI, ministro per i beni e le attività culturali. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BONDI, ministro per i beni e le attività culturali. Signora Presidente, onorevoli colleghi, non mi aspettavo un intervento come quello che ho testé ascoltato, considerati i rapporti di correttezza che ho sempre avuto con tutti i membri della Commissione istruzione pubblica del Senato. (Applausi dal Gruppo PdL). Ho avuto questa mattina, è vero, una lieve indisposizione, che ho comunicato al Presidente della Commissione istruzione pubblica, e mi sono impegnato a partecipare, domani mattina alle ore 8,30, ai lavori della Commissione, prima della riunione che ho fissato al Ministero con i sindaci e i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche.(Applausi dal Gruppo PdL).

 

VOCE DAL GRUPPO PDL. Rusconi, vergognati!

QUAGLIARIELLO (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

QUAGLIARIELLO (PdL). Signora Presidente, intervengo per stigmatizzare un'ironia che ritengo francamente fuori luogo. Nella mia veste di Presidente vicario del Gruppo, posso testimoniare di aver fatto pressione sul senatore Bondi per la sua presenza in Aula, anche in conseguenza del fatto che oggi, essendoci gli scioperi degli aerei, era particolarmente difficile prevedere quali senatori sarebbero usciti a giungere in orario utile per la seduta.

La sensibilità del ministro Bondi si è dimostrata anche in questo e conseguentemente nell'assicurazione di una presenza in Commissione domani mattina. Vorrei dare atto al ministro Bondi, che è uno tra i Ministri più presenti in quest'Aula, di tale correttezza. (Applausi dal Gruppo PdL). Credo non meritasse quelle note di sarcasmo che sono cadute del tutto fuori luogo. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

Su un grave episodio di violenza avvenuto a Rimini

FINOCCHIARO (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FINOCCHIARO (PD). Signora Presidente, intendo intervenire su un fatto assai inquietante, gravissimo, di cui hanno dato notizia le agenzie di stampa questa mattina. Nella notte, a Rimini, addosso ad un clochard che dormiva su una panchina è stata rovesciata una tanica di benzina e poi gli è stato dato fuoco, tanto che versa in gravissime condizioni.

Tra le tante reazioni mi hanno molto colpito quelle provenienti dalla Curia e dalle molte associazioni cattoliche che negli anni si sono occupate di dare assistenza ad Andrea, questo è il nome della persona coinvolta.

Non è mia intenzione fare correlazioni fin troppo facili, però è chiaro che un clima esasperato d'intolleranza conduce anche a gesti estremi gente che non è pienamente consapevole delle cose che fa e che evidentemente manifesta anche derive delinquenziali criminali. (Commenti dai Gruppi PdL e LNP). Bruciare viva una persona è un atto gravissimo. È quanto di più grave possa accadere, soprattutto se questa persona è assolutamente esposta per le sue condizioni fisiche e di emarginazione sociale ed economica.

Credo pertanto che si dovrebbe riflettere molto bene, anche nell'esame del provvedimento in materia di sicurezza, sulle conseguenze che talvolta un dibattito può scatenare in menti non equilibrate.

Da quest'Aula - e mi auguro che il Governo, che è già stato invitato alla Camera a farlo, venga a riferire anche in questa sede - non può che venire un atto assoluto e senza alcuna riserva di condanna nei confronti di comportamenti del genere. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Senatrice Finocchiaro, la Presidenza si associa alle sue considerazioni perché questi sono gesti che non possono che essere condannati. L'auspicio di tutti noi è che non succedano mai.

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1083) Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali (Relazione orale) (ore 17,37)

 

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1083.

Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Ricordo che nella seduta del 6 novembre sono stati accantonati gli emendamenti e l'ordine del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge e si è conclusa l'illustrazione degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 3 del decreto-legge.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno riferiti all'articolo 3 del decreto-legge.

FLERES, relatore. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3, ad eccezione ovviamente del 3.900, da me presentato, e del 3.250, che invito il presentatore a trasformare in un ordine del giorno, altrimenti il parere è contrario.

Esprimo poi parere contrario sull'ordine del giorno G3.100, superato dall'emendamento 3.900, che non prevede più la figura del commissario, e sull'ordine del giorno G3.201, mentre sono favorevole ad accogliere come raccomandazione l'ordine del giorno G3.101 del senatore D'Alia.

DAVICO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.1, presentato dal senatore Legnini e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.900/1.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.900/1, presentato dal senatore Rusconi e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.900/2, presentato dal senatore D'Alia.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.900/3, presentato dal senatore Legnini.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.900/4, presentato dalla senatrice Adamo.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 3.900/5, presentato dalla senatrice Adamo.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.900.

SOLIANI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SOLIANI (PD). Signora Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, è una buona giornata per questo ramo del Parlamento, una giornata politicamente limpida e chiara: salta l'articolo 3 del decreto al nostro esame, che era come un tallone di ferro sulle scuole del territorio, sulle Regioni, sui Comuni, sulle Province e, alla fine, sulle famiglie.

Tra poco l'articolo 3 non ci sarà più: verrà sostituito dall'emendamento 3.900 proposto dal relatore, un emendamento che è anche nostro perché fin dall'inizio ci siamo opposti all'articolo 3. Un emendamento che è anche delle Regioni e delle autonomie locali, perché restituisce loro la responsabilità che ad esse riconosce la Costituzione, perché esse sono la Repubblica. Ed è anche un emendamento del movimento che nel Paese pacificamente chiede al Governo di fermarsi, di cambiare direzione su scuola, università e ricerca.

Questo emendamento è una scelta positiva. Se la maggioranza e il Governo cambiano opinione, come sta avvenendo, è una vittoria per tutti: è la democrazia, che è innanzi tutto ascolto, confronto, dialogo; le cose poi riescono meglio. Se decidere si deve, è meglio decidere cose giuste che cose sbagliate.

Questo emendamento rappresenta una soluzione ragionevole e positiva sul tema della rete scolastica, delle istituzioni scolastiche e dei punti di erogazione del servizio, come vengono chiamate le scuole nel gergo amministrativo. Saranno le Regioni e gli enti locali a decidere sulla materia, con criteri, tempi, modi, protocolli, stabiliti da un'intesa - dice l'emendamento - con il Governo entro il giugno del prossimo anno; per il prossimo anno scolastico la situazione dei punti di erogazione del servizio, cioè delle scuole, resta invariata.

L'articolo 3 era un'altra cosa: era il centralismo, era il commissario ad acta, era il taglio indiscriminato, era un deragliamento. Adesso, si torna sul binario.

Una svolta positiva, dunque, positiva nel merito perché positiva nel metodo.

Ma vi è di più: si restituisce in questo modo al territorio la sua forza istituzionale e politica, di cui la scuola è parte fondamentale. Le decisioni sulla scuola del territorio debbono esaltare l'autonomia, che è da molti anni uno dei pilastri della politica del nostro Paese (del resto, secondo la sua storia), e ciò è avvenuto con il contributo di tutte le forze politiche.

C'è una visione del territorio che scaturisce da questo emendamento e che dice chiaramente come sviluppo, istituzioni scolastiche, responsabilità istituzionali, siano un valore da rispettare e da difendere perché sono il futuro della comunità e della scuola della comunità.

Insomma, abbiamo capito in questo passaggio che non si colpisce senza fare danni questo sistema territoriale.

Personalmente ritengo che sia una scelta di prim'ordine, una scelta politica fondamentale, quella di guardare all'unità di territorio, di sviluppo e di investimento su istruzione e vita sociale e di corresponsabilità di tutte le istituzioni coinvolte: è una visione istituzionale e politica che è in gioco con questi articoli e con questi emendamenti correttivi.

Anche da questo punto di vista, lasciatemi dire, abbiamo contrastato il provvedimento sul maestro unico: un vulnus all'autonomia organizzativa delle scuole e alle esigenze del territorio.

Ma quella dell'emendamento proposto dal relatore, dicevo, è anche una scelta positiva nel metodo: la scuola, l'università, la ricerca, sono un bene comune nazionale. Hanno bisogno di cambiamento, ma si cambia davvero solo con il confronto, con un altro modo di governare. Questo abbiamo chiesto al Governo in queste settimane: abbiamo chiesto e chiediamo semplicemente realismo.

Le Regioni, tutte le Regioni, hanno chiesto un cambio di rotta e qui l'hanno ottenuto: dunque, cambiare si può.

Si apra subito il tavolo di concertazione con le Regioni e gli enti locali sui provvedimenti su istruzione, università e ricerca; si ritiri il piano programmatico che è all'esame delle Commissioni di merito per il prescritto parere; si sospenda l'attuazione della recente legge n. 169 e si apra un confronto vero con l'opposizione, le parti sociali, la scuola, l'università, la ricerca. Mettiamoci tutti alla prova del futuro del Paese. Si modifichino anche le scelte della finanziaria. Se il ministro Tremonti, come ha detto in queste ore, ritiene possibili interventi sull'economia reale, ebbene, l'istruzione è lì, ne è la base.

Si parli anche di scuola al CIPE: il territorio è anche questo. La dimensione territoriale della scuola è uno dei grandi temi politici del sistema di istruzione ancora non adeguatamente affrontato e solo concertandolo si può governare, perché solo con la corresponsabilizzazione di tutti gli attori si cambia davvero l'Italia.

Questo emendamento è limitato ad un problema, ma evoca una visione politica più generale: discutiamone insieme, per il bene del Paese. Il Governo non abbia paura: se vince la ragione, vince la politica e vince il Paese. Tenga conto il Governo dell'insegnamento più prezioso, quello dei fatti.

È questo, signora Presidente, il senso del voto favorevole sull'emendamento 3.900 che viene dal Gruppo del Partito Democratico, nella consapevolezza che un voto unanime dell'Aula può costituire un nuovo punto di partenza, se solo lo si vuole, come è nelle attese del Paese (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).

BENEDETTI VALENTINI (PdL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BENEDETTI VALENTINI (PdL). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, vedo bene che, rispetto a quanto ci siamo già detti nella settimana passata, occorre qualche ulteriore precisazione.

Innanzitutto c'è il compiacimento, perché quando su un problema di grande rilievo sociale per tutti i territori italiani il Governo riesce ad ottenere una convergenza con le Regioni, con il sistema delle autonomie locali e finanche con l'opposizione parlamentare, questo deve essere assolutamente inteso come un successo e come un motivo di comune compiacimento.

In secondo luogo, bisogna dare atto al Governo di essersi mosso con realismo ma anche con coerenza, se è vero, onorevoli colleghi, che già il Governo, senza riserve, ebbe ad accogliere integralmente il mio modesto ordine del giorno G205, che già stabiliva parametri precisi sui quali ci si sarebbe mossi nelle trattative successive.

Tale documento, accettato dal Governo, impegnava il medesimo: «1) a stabilire ogni migliore intesa, in materia di articolazione di istituti e plessi scolastici sul territorio, con le Regioni e gli enti locali, evidenziando le loro specifiche competenze e responsabilità (...); 2) ad adottare, per parte propria, fatte salve le condizioni di qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, decisioni e direttive ispirate al principio di conservare le presenze scolastiche primarie e medie nei centri minori, particolarmente montani o comunque periferici», garantendo in ogni caso che, anche laddove fosse indispensabile ed inevitabile concentrare le presidenze e gli uffici amministrativi, fossero fatti salvi in ogni caso tutti i corsi scolastici e tutte le attività didattiche propriamente intese e servizi ad esse connessi.

Il Governo, quindi, era già, conformemente alla sua maggioranza, su questa lunghezza d'onda, per attuare qualcosa - si badi bene, per non alimentare aspettative eccessive in ciascuno di noi che è fortemente esposto ed impegnato nella difesa delle nostre comunità locali più marginali o montane o interne - nel rispetto di alcuni parametri economico-finanziari che non risulta in verità (saremmo non seri ad affermare il contrario) siano cambiati. Si tratta di parametri di dimensionamento, onorevoli colleghi dell'opposizione, che vengono da provvedimenti del Governo di centrosinistra.

L'emendamento presentato dal senatore Fleres, infatti, che appare forse un po' circonvoluto nella forma, perché deve mettere insieme, giustamente, tante esigenze di contenuto e di sostanza, dice che questi dimensionamenti si debbono realizzare «nel rispetto dei parametri fissati dall'articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233» che, se non m'inganno, è un provvedimento varato dal Governo di centrosinistra che dunque, in tema di dimensionamenti, o, se preferite, di ridimensionamenti della rete scolastica, stabiliva già interventi forse in qualche caso dolorosi ma certamente necessari e che vengono qui ribaditi dall'emendamento del relatore che, a quanto apprendo (e me ne rallegro), anche l'opposizione di centrosinistra si appresta a votare.

Non solo, ma vengono ribaditi i limiti ed i perimetri di quadro economico-finanziario negli obiettivi che debbono essere raggiunti dal Governo centrale in sinergia con le Regioni e gli enti locali. Mi rallegro - e con me tutta la maggioranza - che le Regioni, da chiunque governate, siano corresponsabilizzate in prima persona, perché si tratta di Regioni ed enti locali inadempienti da circa dieci anni rispetto a qualcosa che le vostre stesse norme avevano stabilito. Non sarà facile andare all'attuazione di queste norme e di questi parametri, anche se le procedure previste da questo emendamento ci offrono indubbiamente in maniera realistica dei parametri e delle procedure che non possono che rallegrarci dal punto di vista della sinergia istituzionale.

Era necessario fare questa precisazione per chiarire che il Governo ha bene operato nel cercare e raggiungere questa convergenza di intendimenti, ma le misure più difficili da attuare saranno - non c'è dubbio - il portato di provvedimenti che già i Governi del centrosinistra avevano stabilito e che costituiscono dei retaggi rispetto ai quali nessuna propaganda demagogica, colleghi dell'opposizione, è autorizzata.

Mi sarei rallegrato molto, come difensore coerente e strenuo dei nostri insediamenti minori e delle nostre realtà demografiche più marginali, povere di servizi e più a rischio di perderli, dal momento che modestamente più volte mi sono speso in questa direzione, se buona parte delle manifestazioni dei giorni scorsi fossero state incentrate sulla tutela delle nostre comunità minori, periferiche e più svantaggiate. Purtroppo, la cronaca ci dice che su ben altri slogan e astrattezze, falsità o luoghi comuni, molte di quelle manifestazioni si sono articolate e sono state alimentate. Se tra i punti vi era anche quello del difendere i servizi fondamentali delle nostre comunità più svantaggiate non possiamo che rallegrarcene.

Quindi, l'appuntamento è oggi, con i tempi, i modi e le procedure democraticamente previsti dall'emendamento 3.900 (a firma del relatore di maggioranza Fleres che ringraziamo), formulato, fino a prova contraria, sulla base di sollecitazioni provenute da tutti i settori del Parlamento nazionale: l'appuntamento è quello di un confronto responsabile e costruttivo, sia sul piano della responsabilità dell'erogazione dei servizi e del reticolo dei servizi sul territorio, sia sul piano del rigore economico-finanziario che metterebbe in discussione anche la validità sostanziale dell'accordo raggiunto.

Concludo con due notazioni. In primo luogo, questi servizi ramificati sul territorio sono un bene prezioso e se incontrano il voto unanime - o almeno così auspico - anche di questa Assemblea, dovranno costituire un precedente importante per tutti quei servizi a rete diffusa che in molti casi vengono messi in discussione. Quando mi permetterò - e sono certo che non mancheranno occasioni - di richiamare l'attenzione degli onorevoli parlamentari su questo punto, non mi sarà difficile anche richiamare ciascuno di voi, nel voto e nel pronunciamento, alla coerenza, dal momento che ciò non sempre è accaduto in fase di esame di provvedimenti su altre materie fondamentali diverse da quella scolastica.

In secondo luogo, vorrei far notare che il limite insuperabile a questa tesi - che vede me e molti altri schierati in difesa delle realtà locali più marginali - è ciò a cui ho fatto riferimento nell'ordine del giorno a mia firma: la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento. Se dovessimo difendere plessi scolastici, che sono importantissimi come momenti di aggregazione, di presenza dello Stato e di servizio prossimale alle famiglie, ma nei quali la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento sia scadente, avremmo vanificato l'intendimento di ciascuno di noi, perché i nostri fanciulli e ragazzi hanno diritto ad avere, anche nei luoghi più marginali, svantaggiati e difficilmente collegati e raggiungibili, una qualità di insegnamento e di apprendimento parametrata a quella dei centri maggiori, altrimenti daremmo l'illusione di una parità di diritti e di tutele, ma nella sostanza andremmo a penalizzare proprio coloro che ne hanno maggiormente bisogno.

Con queste motivazioni di oggettiva puntualizzazione di procedura e di responsabilità politica, è ovvio che la maggioranza, esprimendo viva soddisfazione per l'operato del relatore e del Governo, si appresta ad esprimere il suo voto favorevole a questo fondamentale emendamento. (Applausi dal Gruppo PdL).

INCOSTANTE (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.900, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi tutti i restanti emendamenti riferiti all'articolo 3, ad eccezione dell'emendamento 3.250, a firma del senatore D'Alia, rispetto al quale c'è un invito del relatore a ritirarlo e trasformarlo in ordine del giorno. Il presentatore accoglie tale invito?

 

PETERLINI (UDC-SVP-Aut). Signora Presidente, aggiungo la firma all'emendamento e accolgo l'invito.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G3.250 non sarà posto in votazione.

Metto ai voti l'ordine del giorno G3.100, presentato dal senatore D'Alia.

Non è approvato.

 

Poiché il presentatore non insiste per la votazione, l'ordine del giorno G3.101, accolto come raccomandazione, non verrà posto in votazione.

L'ordine del giorno G3.200 è stato ritirato.

Metto ai voti l'ordine del giorno G3.201, presentato dal senatore Lumia.

Non è approvato.

 

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo l'articolo 3 del decreto-legge.

FLERES, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 3.0.250, 3.0.251, 3.0.2, 3.0.1, 3.0.3 e 3.0.5.

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.0.250, presentato dalla senatrice Adamo e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.0.251, presentato dalla senatrice Adamo e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.0.2, presentato dalla senatrice Bastico e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.0.1, presentato dalla senatrice Adamo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 3.0.3, presentato dalla senatrice Adamo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 3.0.5, presentato dai senatori Legnini e Rusconi.

Non è approvato.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

BOSCETTO (PdL). Signora Presidente, do per illustrati gli emendamenti 4.2 e 4.3.

VITALI (PD). Signora Presidente, do per illustrato l'emendamento 4.300.

VACCARI (LNP). Signora Presidente, intervengo brevemente per illustrare l'emendamento 4.0.700 che aiuta quel processo di semplificazione ed informatizzazione delle pubbliche amministrazioni voluto da questo Governo.

Ringrazio il Ministro dell'interno per il suo parere favorevole e mi auguro che tale emendamento venga accolto.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

FLERES, relatore. Esprimo parere contrario agli emendamenti 4.1, 4.300 e 4.0.701. Esprimo parere favorevole all'emendamento 4.2.

Invito al ritiro dell'emendamento 4.3, mentre invito alla trasformazione in ordine del giorno dell'emendamento 4.0.700.

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 4, chiedo al senatore Boscetto se accoglie l'invito a ritirare l'emendamento 4.3.

BOSCETTO (PdL). Signora Presidente, ritiro l'emendamento 4.3, mentre mantengo l'emendamento 4.2 che ha ricevuto il parere favorevole del relatore e del Governo.

 

PRESIDENTE. Senatore Vaccari, accetta l'invito a ritirare e a trasformare in ordine del giorno l'emendamento 4.0.700?

VACCARI (LNP). Sì, signora Presidente.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 4.1, presentato dal senatore Molinari.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 4.2, presentato dal senatore Boscetto.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.300.

 

PETERLINI (UDC-SVP-Aut). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Peterlini, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.300, presentato dal senatore Vitali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 4.3 è stato ritirato.

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.0.700 non verrà posto in votazione.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.0.701.

 

PETERLINI (UDC-SVP-Aut). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Peterlini, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.0.701, presentato dal senatore Stradiotto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

VITALI (PD). Signora Presidente, l'emendamento 5.300 interviene su due aspetti estremamente rilevanti del decreto in esame che hanno fatto molto discutere. Mi riferisco alla questione relativa all'assegnazione di risorse a carattere straordinario al Comune di Catania per 140 milioni di euro e all'assegnazione di 500 milioni di euro al Comune di Roma, inizialmente destinati al rimborso di anticipazioni dalla Cassa depositi e prestiti stabilite dal decreto n. 112 del 2008. Inoltre, a partire dal 2010 tali assegnazioni sono consolidate in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione con riferimento a Roma capitale.

Con l'emendamento 5.300 intendiamo intervenire su tre aspetti fondamentali della proposta del Governo. Il primo riguarda la copertura di tali interventi. Riteniamo sia estremamente sbagliato insistere nel ricorso al FAS, il Fondo per le aree sottoutilizzate, concernente interventi in conto capitale, per coprire spese correnti. Di questo abbiamo già parlato a lungo anche in Commissione e abbiamo richiesto la presentazione di una relazione tecnica da parte della Ragioneria dello Stato, che ci è pervenuta, la quale ha indicato il coefficiente di conversione, pari a 3, tra le spese in conto capitale e le spese correnti.

Non sfugge a nessuno, però, colleghe senatrici e colleghi senatori, che se si continua in tal modo, comunque sia, il Fondo per le aree sottoutilizzate destinato al Mezzogiorno si ridurrà sensibilmente e continuamente e questo è contrario ad una politica tesa a sostenere le giuste esigenze infrastrutturali del Meridione.

Per quanto riguarda il comune di Catania, abbiamo fatto presente anche nel corso della discussione generale come l'intervento a sostegno di un solo Comune che presenti situazioni di dissesto e che in tal modo evita le norme generali sul dissesto finanziario rappresenta una violazione non comprensibile. Quanto meno con il primo comma dell'emendamento 5.300 proponiamo la sottoscrizione di un piano di rientro dei debiti, a cui il comune di Catania deve essere necessariamente sottoposto, approvato dal Ministero dell'interno. Riteniamo, quindi, necessaria almeno la previsione di questo vincolo atto ad evitare una violazione grave delle norme generali di contabilità che potrebbe domani aprire una voragine enorme in quanto essa potrebbe essere legittimamente richiesta da qualunque altro Comune.

Per quanto riguarda Roma, infine, si pone la questione della anticipazione della legge sul federalismo fiscale, aspetto assolutamente anomalo. L'abbiamo già detto intervenendo anche in merito ai presupposti di costituzionalità del decreto in esame. Ed in merito alla quantificazione, 500 milioni di euro rappresentano una cifra enorme, soprattutto se rapportata alla situazione davvero molto difficile in cui versa la finanza locale e alle esigenze che i Comuni lamentano. Noi proponiamo che, quanto meno, a partire dal 2010 questa cifra venga subordinata ad una intesa tra Comune, Provincia e Regione Lazio e che, comunque, sia collegata alla definizione delle funzioni per Roma capitale. Non è possibile, infatti, intervenire in tal modo senza neanche stabilire preventivamente le funzioni che si vanno a finanziare.

Per questi motivi, chiedo ai colleghi, anche della maggioranza, di sostenere l'emendamento 5.300 dal momento che interviene su questioni essenziali che riguardano il nostro sistema nel suo complesso.

 

GARAVAGLIA Massimo (LNP). Signora Presidente, ritiro gli emendamenti 5.7, 5.9 e 5.8.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi informo che è stato presentato dal relatore l'emendamento5.2000, che la Presidenza sta ancora valutando. Pertanto, per il momento tale proposta emendativa viene accantonata.

I restanti emendamenti riferiti all'articolo 5 del decreto-legge si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

FLERES, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 5. Il parere è contrario anche sugli emendamenti tendenti ad inserire un articolo aggiuntivo dopo l'articolo 5.

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore, senatore Fleres, se vi sono problemi a votare subito gli emendamenti riferiti all'articolo 5, stante l'accantonando dell'emendamento da lui testé presentato.

FLERES, relatore. No, signora Presidente. Possiamo votare perché quello poc'anzi presentato è un emendamento aggiuntivo a tutti gli effetti e, quindi, non altera il contenuto dell'articolo 5.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 5.2.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.2, presentato dal senatore Legnini e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.200, presentato dal senatore D'Alia.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.300.

BIANCO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BIANCO (PD). Signora Presidente, colleghi, la vicenda a cui si riferiscono il terzo comma dell'articolo 5 e l'emendamento che ho presentato insieme al collega Vitali riguarda uno dei casi più esemplari di buona amministrazione nel Mezzogiorno, a cui la collega Poli Bortone faceva riferimento nel suo intervento della settimana scorsa. Si riferisce, cioè, al caso della città dove abito e di cui sono stato sindaco sino al 3 gennaio 2000: nella primavera dello stesso anno, a Catania, è stata eletta un'amministrazione che ha visto come sindaco un attuale deputato del Popolo della Libertà, l'onorevole Scapagnini. Nel giro di qualche anno, segnatamente a partire dagli anni 2003, 2004, 2005 e successivi, il Comune di Catania è stato in grado di esibirsi in una performance senza precedenti.

L'attuale sindaco, che è un senatore, il qui presente collega Stancanelli, nel corso della lettera al Presidente del Consiglio con la quale ha chiesto un intervento straordinario per Catania, al fine di evitarne il dissesto finanziario, ha riconosciuto - con una correttezza di cui gli rendo merito - che, a suo avviso, il deficit già maturato dal Comune di Catania è non inferiore a circa 500 milioni di euro. Per la precisione, il sindaco Stancanelli specifica che si tratta di 357 milioni di deficit del Comune di Catania, a cui sono da aggiungere altri 100 milioni di euro, più o meno, da parte delle aziende controllate e municipalizzate.

Per la verità, ho giudicato prudente questa valutazione del collega Stancanelli, perché si riferisce sostanzialmente al deficit già maturato e riconosciuto, a cui sono da aggiungere, colleghi senatori, quello del 2007 (e preciso che il bilancio consuntivo di quell'anno non è ancora stato approvato dal Comune), quello che presumibilmente sarà ulteriormente accumulato nel corso del 2008 (già sostanzialmente maturato per undici dodicesimi) e, signora Presidente, anche quello dovuto a debiti fuori bilancio (la cui cifra è assolutamente non prevedibile). Si tratta cioè, colleghi, di una cifra senza precedenti e che probabilmente (a detta di qualcuno) nell'ammontare complessivo potrebbe addirittura sfiorare il miliardo di euro.

Rispetto a questa condizione, vogliamo anche spiegare di cosa si tratta, perché per produrre un deficit così straordinario, evidentemente, ci vuole una bravura eccezionale. Si tratta della capacità posta in essere dalla Giunta di centrodestra che ha amministrato Catania a partire dal 2000 sino alle elezioni del 2008, che è stata in grado, ad esempio, per quanto riguarda i debiti fuori bilancio, di disseminare indebitamenti vari, persino con compagnie di ballo brasiliane, che avanzano crediti dell'ordine di diverse centinaia di migliaia di euro per esibizioni poste in essere nella città di Catania al di fuori di qualunque provvedimento deliberativo.

Voglio informare i colleghi che su questa vicenda sono aperte un'inchiesta della procura della Repubblica, in base alla quale è stato chiesto il rinvio a giudizio di alcune decine di amministratori e di tecnici e, nello stesso tempo, un'indagine della procura della Corte dei conti.

Signor Presidente, con l'emendamento presentato da me e dal collega Vitali, si vuole dunque affermare un principio. Ci rendiamo perfettamente conto dell'impatto negativo che ha lo stanziamento di 140 milioni di euro - una cifra consistente, enorme - per ripianare il deficit di un'amministrazione che è stata esempio di cattivo governo, nei confronti di altre città e di quei Comuni che hanno dovuto stringere la cinghia per rispettare perfettamente i loro obblighi nella condizione di grande difficoltà finanziaria in cui hanno operato. Ci poniamo, però, almeno il problema che questa cifra sia assegnata alla città di Catania sulla base di un piano di rientro, che consenta, con una buona amministrazione e interventi straordinari, di evitare il dissesto del Comune e la previsione di altre risorse. Dunque, proponiamo un intervento mirato a far sì che l'intervento straordinario sia finalizzato comunque al rientro da una condizione negativa.

L'altra parte dell'emendamento, come ha già sottolineato il collega Vitali, deriva dal fatto che c'è un altro incredibile elemento negativo nel terzo comma dell'articolo 5. Infatti, le risorse straordinarie date non solo alla città di Roma ma anche al Comune di Catania, sono prelevate dal Fondo aree sottoutilizzate (FAS), che contiene risorse che dovevano essere destinate a spese per investimento, quindi a dotare il Sud, la città di Catania o la Sicilia, di infrastrutture per migliorare la loro condizione e potenziarne la concorrenzialità. Tali risorse vengono sottratte a quel Fondo ed utilizzate per ripianare un debito: ciò è francamente inammissibile per lo stesso Mezzogiorno. Non si tratta, come qualcuno ha detto o scritto, di soldi rubati al Nord per darli al Comune di Catania. È una cosa ancora peggiore: si tratta di fondi destinati allo sviluppo del Mezzogiorno utilizzati per coprire l'enorme buco, il disavanzo creato da una delle peggiori amministrazioni che la storia della città di Catania ricordi.

Per queste ragioni mi rivolgo anche ai colleghi del centrodestra e della Lega, invitandoli a considerare un emendamento che fa salvo il principio e cerca di evitare che siano gli abitanti di Catania a pagare il prezzo del cattivo governo, facendo però in modo che sia contenuta nel disegno di legge almeno la richiesta di un piano di rientro. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).

PRESIDENTE. Prima di mettere in votazione l'emendamento 5.300, informo che è stato presentato dal relatore un ulteriore emendamento, l'emendamento 5.2001, che viene accantonato.

FLERES, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FLERES, relatore. Non vorrei che il mio intervento di poco fa abbia creato confusione. È l'emendamento 5.2001 che può essere momentaneamente accantonato, perché non altera il contenuto dell'articolo 5, mentre l'emendamento 5.2000 incide sull'articolo. Spero di essere stato chiaro.

 

PRESIDENTE. Dunque cosa chiede, senatore Fleres?

 

FLERES (PdL). L'emendamento 5.2001 può essere votato successivamente, perché non altera assolutamente il contenuto dell'articolo 5, mentre l'emendamento 5.2000 incide sul contenuto dell'articolo 5.

 

INCOSTANTE. C'è un po' di confusione!

 

PRESIDENTE. Abbiamo già aperto le votazioni degli emendamenti riferiti all'articolo 5.

 

FLERES, relatore. Signor Presidente, poco fa alla sua domanda ho risposto pensando che si stesse parlando dell'emendamento 5.2001; invece forse stavamo parlando dell'emendamento 5.2000, che incide sull'articolo 5.

 

MORANDO (PD). Quando avete finito di discutere, ci spiegate!

PRESIDENTE. Scusi relatore, ma la domanda che le è stata rivolta prima era se possiamo accantonare l'emendamento in questione, in attesa che la Presidenza si pronunci, e votare tutti gli altri emendamenti.

 

FLERES, relatore. Questo si può fare.

 

PRESIDENTE Successivamente, ho comunicato che è stato presentato un altro emendamento del relatore.

MORANDO (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (PD). Signora Presidente, quando lo ritiene opportuno, vorremmo avere un ruolo nell'ambito di questa conversazione, in primo luogo facendo in modo che tutti i presenti possano leggere il testo dell'emendamento che compare solo in questo momento all'esame dell'Aula. In secondo luogo, vorremmo conoscere se la Presidenza ha ammesso questo emendamento all'esame dell'Aula. In caso contrario, in assenza di tali chiarimenti, la prego di prendere le deliberazioni conseguenti, cioè sospendere i lavori dell'Aula, consentirci di leggere l'emendamento in questione e quanto ne consegue.

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, mi sono premunita, infatti, di avvisare il relatore che la Presidenza si è riservata di pronunciarsi al riguardo.

 

MORANDO (PD). Sono giorni che diciamo di non presentare più emendamenti; sarebbe il caso di deliberare di non ammetterne altri.

PRESIDENTE. Infatti, senatore Morando, la Presidenza sta valutando esattamente se è il caso di ammetterli o meno.

INCOSTANTE (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

INCOSTANTE (PD). Chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.300.

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.300, presentato dai senatori Vitali e Bianco.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.4.

FISTAROL (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FISTAROL (PD). Signora Presidente, il comma 3 dell'articolo 5, come ricordava il collega Vitali e successivamente il senatore Bianco, consente ai Comuni di Catania e Roma l'utilizzo dei fondi assegnati per ripianare i disavanzi di parte corrente.

Fuori di metafora, i 140 milioni di euro vengono assegnati al Comune di Catania e gli altri 500 milioni di euro al comune di Roma per sanare un buco di bilancio. Ciò avviene nel momento in cui, come molti colleghi sanno, tanti enti locali italiani stanno soffrendo enormi difficoltà. In questo senso si può definire scandaloso un provvedimento del genere e tale è stato considerato da molti braviamministratori locali italiani. Diamo un segnale profondamente sbagliato al Paese, un segnale profondamente sbagliato agli amministratori locali.

Inoltre, Presidente e colleghi, voglio sviluppare molto rapidamente una riflessione sul concetto di autonomia, sulla cultura federalistica che dovrebbe sottendere taluni nostri provvedimenti di cui ci riempiamo molto spesso la bocca ma che non pratichiamo. I territori che nel nostro Paese godono di autonomie speciali sono gelosi custodi delle loro autonomie; e a ragione. Io sono non solo un autonomista e un federalista convinto, ma militante. Abbiamo sentito questi accenti anche giovedì scorso, appassionati accenti soprattutto da parte di colleghi siciliani, che in questa sede sono stati portatori di una gelosa difesa delle autonomie. Giù le mani dall'autonomia, hanno sostenuto giustamente, anche se è noto che in Italia talora autonomia speciale non significa solo un maggiore grado di autonomia, ma maggiori risorse che talora sconfinano nel privilegio.

Vedete, colleghi, questo provvedimento ci dice che talvolta, da un lato con una mano si può reclamare autonomia, ma dall'altro ci si rivolge allo Stato perché rimedi al cattivo uso che si fa dell'autonomia con una cattiva amministrazione: autonomisti o centralisti insomma, ad intermittenza, secondo convenienza! Credo, invece, di poter affermare che il principio fondamentale del federalismo è responsabilità, nel senso etimologico del termine: il dovere di rispondere del proprio operato, del proprio buono o cattivo operato, innanzitutto ai cittadini.

Dall'altro lato - e mi avvio a concludere - avvertiamo nel nostro Paese un disagio crescente nei territori che confinano con le Regioni a statuto speciale, che soffrono di una concorrenza talvolta impropria da parte di queste Regioni; autonomie speciali - ripeto - che talvolta sconfinano nell'immotivato privilegio. (Commenti del senatore Peterlini). Sono avviate molte procedure di passaggio di Comuni da Regioni a statuto ordinario a Regioni a statuto speciale. Molti referendum sono ormai stati celebrati secondo la procedura prevista dall'articolo 132 della Costituzione; di queste procedure il Senato dovrà occuparsi molto presto.

Voglio ricordare che soltanto nella Regione Veneto - ma il fenomeno è molto più diffuso - tra il 2005 ed il 2008 si sono celebrati 20 referendum per il passaggio di Comuni, vuoi al Trentino-AltoAdige vuoi al Friuli-Venezia Giulia. Apro una parentesi: dell'autonomia speciale si può fare buono o cattivo uso. C'è chi ne fa un ottimo uso e chi ne fa un pessimo uso. Di questi 20 referendum, 16 hanno avuto esito positivo. È un campanello d'allarme di cui dobbiamo prendere atto tempestivamente.

Ecco il senso del nostro emendamento: in soldoni - è il termine esatto - i soldi di Roma vengano utilizzati anche per Catania, anche per ripianare il disavanzo di altri Comuni. I soldi del buco di Catania vengano devoluti al Fondo per le aree territoriali svantaggiate che confinano con le Regioni a statuto speciale. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi).

INCOSTANTE (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.4, presentato dal senatore Giaretta e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.201, presentato dal senatore D'Alia.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 5.5, presentato dal senatore Mercatali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Ricordo che gli emendamenti 5.7, 5.9 e 5.8 sono stati ritirati.

Metto ai voti l'emendamento 5.10, presentato dal senatore Lusi e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.6.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.6, presentato dal senatore Vitali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.202, presentato dal senatore D'Alia.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.0.1000 (testo 2 corretto)/1.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.0.1000 (testo 2 corretto)/1, presentato dai senatori Mercatali e Legnini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.0.1000 (testo 2 corretto), presentato dal relatore.

È approvato.

 

GIAMBRONE (IdV). Chiediamo la controprova.

 

PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico. (Proteste del senatore Astore).

Vicino alla senatrice Ghedini c'è una luce accesa. (Proteste del senatore Garraffa e del senatore Barbolini. Commenti dal Gruppo PdL).

Ritirate le tessere dei senatori non presenti, per cortesia.

È approvato.

 

Prego i senatori Segretari di ritirare le tessere dei senatori non presenti. (La senatrice segretario Mongiello ritira una tessera nei banchi del Gruppo PdL. Applausi dal Gruppo PD).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.0.1.

INCOSTANTE (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

INCOSTANTE (PD). Signora Presidente, chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico e colgo l'occasione per rivolgere un appello. Vediamo che ci sono voti che non sono espressi personalmente: nella precedente votazione lei ha registrato un voto favorevole, ma poi una tessera è stata tolta, pertanto quella votazione dovrebbe essere corretta. (Commenti dai Gruppi PdL e LNP). Lo abbiamo visto tutti, lo ha visto anche lei, signora Presidente, e quindi credo che sia oggettivo ed invoco pertanto la sua imparzialità.

Prego comunque i colleghi tutti, da questa e da quella parte, di votare ognuno per sé e invito i senatori Segretari a rimuovere le tessere cui non corrisponde la presenza di senatori, perché non possiamo falsare le votazioni. (Commenti dal Gruppo PdL).

 

PRESIDENTE. Rinnovo l'invito a tutti i colleghi senatori di non votare per i colleghi assenti.

STIFFONI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STIFFONI (LNP). Signora Presidente, solo per opportuna correttezza, vorrei rivolgermi alla senatrice Incostante: il suo collega Roilo ha votato per due.

 

INCOSTANTE (PD). E ha fatto molto male.

 

STIFFONI (LNP). Ha fatto malissimo, e siamo d'accordo che non lo farà più.

LUMIA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LUMIA (PD). Signora Presidente, questo emendamento ritorna, con una peculiarità, sulla vicenda dei fondi FAS, cioè dei fondi per le aree sottoutilizzate. Abbiamo accertato, e non è stato smentito, che il fondo FAS è stato utilizzato all'avvio di questa legislatura in diversi provvedimenti di legge per coprire misure che nulla hanno a che spartire con gli obiettivi del Fondo stesso. Tra l'altro, ricordo che le risorse di tale Fondo sono destinate esclusivamente al finanziamento di interventi rivolti al riequilibrio economico e sociale fra le diverse aree del Paese, nonché per assicurare gli interventi aggiuntivi al finanziamento nazionale nell'ambito della programmazione comunitaria 2007-2013, concorrendo a soddisfare il principio di addizionalità.

Presidenza del presidente SCHIFANI (ore 18,47)

 

(Segue LUMIA). Ebbene, signor Presidente, parliamo di una somma pari a 12 miliardi: 12 miliardi di euro in meno per i fondi FAS. E non c'è smentita che possa sostenere una banale e semplice lettura delle coperture finanziarie che sono state fatte. Ma non finisce qui. Non solo sono stati sottratti ben 12 miliardi di euro alle aree sottoutilizzate, ma sono stati utilizzati per coprire non altri interventi strutturali, cioè altri investimenti, ma per intervenire sulla spesa corrente: quindi, un'altra gravissima violazione.

Sulla vicenda dei fondi FAS l'emendamento 5.0.1 tenta ancora una volta di ribadire che tali risorse devono essere destinate solo agli obiettivi da esso perseguiti, vale a dire al riequilibrio ed al sostegno della programmazione comunitaria con finalità addizionale. Sosteniamo inoltre con questo emendamento che è necessario riassegnare i fondi per le aree sottoutilizzate, che nel periodo 2000-2006 non sono stati ancora utilizzati, per migliorare e implementare gli investimenti delle infrastrutture nel nostro Paese. Proponiamo, ancora una volta, di mettere in condizione le amministrazioni destinatarie - non solo quelle centrali ma anche quelle regionali, delle Regioni a statuto speciale, delle Province autonome di Trento e Bolzano - di non perdere tali risorse e di poterle utilizzare rivedendo la relativa programmazione, entro una data che abbiamo indicato per il 31 marzo 2009.

In sostanza, vogliamo che non si mettano più le mani nel fondo FAS e che le risorse che già sono state destinate siano ancora una volta reinvestite in modo selettivo, con rigore, penalizzando chi non è in grado di utilizzarle, ma destinandole alle istituzioni competenti e capaci in grado di poterle usare bene. Dobbiamo evitare, colleghi, che in quest'Aula accada una cosa strana, come quella che è avvenuta poco fa con riferimento all'articolo 3: è stato bocciato un ordine del giorno che riguardava le Regioni a Statuto speciale, in particolare la Sicilia, nel quale si chiedeva in sostanza di far riferimento, nel quadro di rimodulazione delle scuole, alla competenza della Regione Sicilia e concordare con la Regione la programmazione e le scelte che debbono essere fatte.

Signor Presidente, nell'Assemblea regionale siciliana, guidata dal centrodestra, si è approvato, con la condivisione unanime di tutte le forze, un atto d'indirizzo nei confronti del Presidente della Regione, con cui gli si chiedeva di sollevare un conflitto di attribuzione, perché si riteneva violato dal decreto Gelmini lo Statuto della Regione Sicilia. In quest'Aula, le stesse forze votano contro un ordine del giorno che chiede che il Governo apra un dialogo e in modo coprogettuale definisca il piano per il ridimensionamento delle scuole. Non vorrei che lo stesso avvenisse, in scala più larga, sulla vicenda dei fondi FAS. Pronti a stracciarsi le vesti quando si interviene su questi temi nei territori, pronti ad indicare la necessità di avere addirittura più risorse e ad indicare come motivo di crescita del Paese la necessità di investire molto nelle infrastrutture, nella fiscalità di vantaggio, nella selettività della spesa pubblica; invece, quando si è qui in Senato e si deve votare, fare tutto il contrario.

È necessario, insomma, che tutti insieme siamo un po' più credibili e sulla vicenda dei fondi FAS almeno si accolga questo emendamento, che è molto selettivo e che ci dà la possibilità di riutilizzare i fondi al meglio delle loro potenzialità.

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.0.1, presentato dal senatore Legnini e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.0.700, presentato dal senatore D'Alia.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 5.0.701, presentato dal senatore D'Alia.

Non è approvato.

 

Comunico che il relatore ha ritirato l'emendamento 5.2000, mentre mantiene l'emendamento 5.2001.

MORANDO (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (PD). Signor Presidente, il testo dell'emendamento 5.2001 mi è stato consegnato adesso; si tratta di un'iniziativa di grande complessità tecnica che viene presentata all'ultimo secondo, senza possibilità di alcuna valutazione. Se ho vagamente capito, si tratta di un intervento nella delicatissima materia previdenziale con riferimento ai dirigenti sanitari. È necessario però, signor Presidente, valutare la portata di questo emendamento sotto il profilo finanziario; poiché io non ne dispongo, come del resto nessun altro collega, la prego di provvedere in qualche modo alla soluzione di questo problema. Valuti lei se sospendere la seduta o rinviare la votazione in una fase successiva, in ogni caso chiedendo al Governo di fornirci delucidazioni sulla portata finanziaria di questo emendamento, che a mio parere esiste e quindi va valutata.

PRESIDENTE. Vorrei sapere quando è stato presentato l'emendamento 5.2001 da parte del relatore.

 

MORANDO (PD). Adesso, e facciamolo ritirare!

 

PRESIDENTE. Senatore Fleres, è stato presentato ora questo emendamento?

 

FLERES, relatore. Sì, Presidente.

LANNUTTI (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Dopo l'intervento del senatore Lannutti, vorrei che il relatore illustrasse l'emendamento a sua firma, in modo tale da consentire alla Presidenza di valutare la procedura da adottare.

Prego, senatore Lannutti, ha facoltà di parlare.

 

LANNUTTI (IdV). Signor Presidente, abbiamo già assistito in quest'Aula ad emendamenti presentati all'ultimo minuto che sono stati devastanti per la legalità. Questo emendamento neanche lo conosco e il Gruppo dell'Italia dei Valori non dispone del testo. Ma come si fa a mettere in votazione emendamenti presentati all'ultimo minuto?

Quindi, signor Presidente, confido nella sua saggezza. Non si può votare al buio emendamenti che possono avere effetti, non solo sulla finanza, ma soprattutto - è quello che a noi preme - sulla legalità. (Commenti dal Gruppo PDL).

 

PRESIDENTE. Senatore Fleres, può illustrare l'emendamento 5.2001?

FLERES, relatore. Signor Presidente, probabilmente il senatore Morando ha ragione, nel senso che la materia affrontata dall'emendamento 5.2001 è molto complessa e articolata. Non a caso, io stesso ho precedentemente invitato il presentatore di un emendamento riferito all'articolo 1 a riformularlo, perché avevo avvertito una serie di perplessità relativamente alla portata della proposta stessa.

Per queste ragioni, ritiro l'emendamento 5.2001. (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 6 del decreto-legge, che si intende illustrato e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FLERES, relatore. Esprimo parere contrario sull'emendamento 6.1.

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sull'emendamento 6.1 esprimo parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 6.1, presentato dai senatori Astore e Mascitelli.

Non è approvato.

Riprendiamo l'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, precedentemente accantonati, che invito i presentatori ad illustrare.

VITALI (PD). Signor Presidente, intendo illustrare gli emendamenti 2.3 e 2.50 che ritengo fondamentali perché affrontano la questione molto controversa dell'ICI.

Con l'emendamento 2.3 i presentatori propongono un'integrale restituzione e il ristoro ai Comuni di quanto essi perdono per effetto dell'abolizione totale dell'ICI sull'abitazione principale. Penso che una maggioranza ed un Governo che hanno presentato un disegno di legge per l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, che al comma 1 dell'articolo 1 prevede che i Comuni debbano avere autonomia di entrata e di spesa, non possano essere contrarie a questo emendamento. Mi rendo conto che si pongono problemi di copertura dell'onere maggiore, che qui affrontiamo con le nostre proposte; ma ciò è dovuto perché il Governo si è impegnato in varie sedi e con vari atti formali ad una restituzione integrale ai Comuni di quanto da loro perso.

La questione attiene alla valutazione dell'entità esatta di queste perdite e su questo c'è una controversia in atto. Con l'ultima nota tecnica dell'ufficio legislativo del Ministero dell'economia (il relatore e il sottosegretario Giorgetti lo sanno bene, perché tale materia è stata oggetto di grande discussione in Commissione) il suddetto Dicastero ci informa che ai consuntivi 2006 risultano 2.622 milioni di euro per l'ICI prima casa, più 915 milioni di residui.

Il Governo sostiene di aver ripianato i 2.622 milioni di euro con il decreto-legge n. 93 del 2008 e ora interviene con soli 260 milioni di euro perché quei residui non sono ricorrenti. L'errore però sta proprio lì, perché tutti i colleghi che hanno esperienze di amministrazione sanno bene che quei residui sono ricorrenti e quindi i Comuni avranno una perdita molto grave. Noi valutiamo in almeno 420-440 milioni di euro quanto dovuto dai Comuni e pensiamo che la maggioranza debba essere sensibile a questo tema, altrimenti è in piena contraddizione con quanto da essa dichiarato a proposito di federalismo fiscale.

La questione posta dall'emendamento 2.50 è altrettanto rilevante. Il Governo ha riferito che copre la cifra indicata per il solo 2008, quando tutti sanno che l'ICI è un'entrata ricorrente. I Comuni debbono predisporre i bilanci per il 2009 e oggi il Presidente dell'ANCI ha detto al convegno organizzato dall'associazione parlamentari amici dei Comuni (alla quale anche lei avrebbe dovuto partecipare, signor Presidente, poi non ha potuto farlo per via della Conferenza dei Capigruppo) che i Comuni non saranno in condizione di fare i bilanci per il 2009. Prego quindi i colleghi della maggioranza di associarsi a noi perché è davvero una questione di grande rilevanza. (Applausi del senatore Ignazio Marino).

PRESIDENTE. Senatore Vitali, il suo richiamo alla mia mancata partecipazione mi dà l'occasione di scusarmi per la mia assenza, dovuta - come sarà stato comunicato - a ritardi aerei e alla coincidenza con la Conferenza dei Capigruppo. Avevo dato la mia disponibilità a partecipare e ad intervenire, ma a volte, ubi maior, dinanzi a cause di forza maggiore non è possibile duplicarsi, mentre avrei voluto essere con voi anche perché la mia presenza era già prevista.

Ciò detto proseguiamo nell'illustrazione degli emendamenti.

MAZZATORTA (LNP). L'ordine del giorno G2.100 riguarda l'articolo 61, comma 8, del decreto-legge n. 112 del 2008 che, come sapete, ha previsto che il 2 per cento dell'importo posto a base di gara di opere pubbliche sia destinato nella misura dello 0,5 per cento ai tecnici comunali e, per la restante misura dell'1,5 per cento, ha imposto un versamento ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato.

Questa disposizione ha generato problemi interpretativi sin da subito, tanto che ormai esistono quasi tre correnti interpretative. Da subito abbiamo detto che nell'attuale congiuntura economico-finanziaria tale disposizione penalizzava fortemente i Comuni; chiediamo pertanto un impegno del Governo a rivederla e quindi a consentire ai Comuni di poter progettare internamente le loro opere pubbliche, così come prevede l'articolo 92 del codice dei contratti.

IZZO (PdL). Signor Presidente, cercherò di essere breve, anche perché ho avuto modo di colloquiare con il relatore e con il rappresentante del Governo a proposito dell'emendamento 2.0.200 (testo 2) che credo sia di ampia portata, ma avrebbe bisogno di essere ulteriormente approfondito dai colleghi.

Pertanto, avverto sin d'ora che sarei dell'avviso, laddove il Governo e il relatore lo dovessero condividere, di trasformare questo emendamento in un ordine del giorno che si propone di consentire ai Comuni di perseguire, in sintonia e nel rispetto della legislazione regionale, finalità nell'interesse di tutti cittadini, su tutto il territorio nazionale e senza discriminazioni di sorta. Lo dico soprattutto da cittadino campano, per quello che sta avvenendo oggi in Campania con una serie di tagli indiscriminati da parte della Regione, guidata dal centrosinistra, che dopo decenni di malgoverno sta cercando di recuperare tagliando una serie di realtà su tutto il territorio regionale.

Noi proponiamo, ed ecco allora l'invito che rivolgo al Governo, che i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti possano mettersi insieme, con onere a carico del proprio bilancio e senza oneri e obblighi per lo Stato e la Regione, per la realizzazione di servizi locali di emergenza sanitaria di primo intervento, di continuità assistenziale sanitaria e di diagnostica di laboratorio, eventualmente mediante convenzioni con strutture private adeguatamente qualificate e individuate mediante procedure di evidenza pubblica di cui già al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Si intende inoltre consentire che le Province insieme alle Regioni, sempre con oneri a carico dei propri bilanci, possano realizzare questi obiettivi.

Io non vedo al momento il rappresentante del Governo ma, eventualmente, signor Presidente, con il suo consenso e con quello dei colleghi, avanzerei la richiesta per la trasformazione dell'emendamento 2.0.200 in un ordine del giorno.

Resto però in attesa di conoscere il parere del Governo e del relatore.

VITALI (PD). Signor Presidente, intervengo per illustrare gli emendamenti 2.0.25, 2.0.31 e 2.0.32 relativi al tema delle comunità montane. È un tema molto rilevante perché, come già detto in sede di discussione generale, questi enti saranno in condizioni di dissesto a partire dal prossimo anno. Infatti, si è già intervenuti in modo drastico con la finanziaria per il 2008, riducendo a 154 milioni di euro il fondo ordinario delle comunità montane nazionali.

A partire dal 2009, vi sarà un'ulteriore riduzione, disposta dal decreto-legge n. 112 del 2008, a 90 milioni di euro per arrivare a 30 milioni nel 2011. In pratica, il fondo per le comunità montane arriva quasi a zero. Tenendo conto che si tratta in larghissima parte di spese ordinarie, saremo di fronte alla necessità di dovere ripianare il dissesto di enti, peraltro non regolamentato da alcuna legge dello Stato.

Per questa ragione, con l'emendamento 2.0.25 proponiamo di ripristinare almeno parzialmente il fondo per il 2009, rendendoci conto che questo emendamento è evidentemente oneroso.

Con gli emendamenti successivi, il 2.0.31 e il 2.0.32, interveniamo invece senza alcun onere per lo Stato semplicemente per assecondare la legislazione regionale fatta sulla base della finanziaria 2008. Molte Regioni hanno cambiato la denominazione delle comunità montane, pur nell'ambito di criteri più rigorosi che, giustamente, la legge finanziaria ha stabilito. Si tratta di consentire che le risorse previste dal fondo nazionale per le comunità montane vadano anche a questi nuovi enti; altrimenti, anziché assecondare il processo di trasformazione, lo si ostacolerebbe.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti in esame.

FLERES, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.50, 2.5, 2.6 e 2.7.

Signor Presidente,invito il presentatore dell'ordine del giorno G2.100 a modificare il testo del dispositivo inserendo a entrambi i capoversi le seguenti parole: «a valutare la possibilità di».

 

PRESIDENTE. Come si esprime il presentatore in merito?

 

MAZZATORTA (LNP). Accolgo l'invito, signor Presidente.

 

FLERES, relatore. Esprimo poi parere contrario sugli emendamenti 2.0.700, 2.0.13, 2.0.14, 2.0.15, 2.0.16, 2.0.22, 2.0.17, 2.0.18, 2.0.701, 2.0.23, 2.0.24, 2.0.702, 2.0.703, 2.0.704, 2.0.705, 2.0.706, 2.0.1, 2.0.26, 2.0.30, 2.0.2, 2.0.3, 2.0.4, 2.0.5, 2.0.6, 2.0.7, 2.0.709, 2.0.9, 2.0.8, 2.0.10, 2.0.11, 2.0.19, 2.0.12, 2.0.20, 2.0.21, 2.0.25 e 2.0.31, mentre invito i presentatori dell'emendamento 2.0.710 a ritirarlo.

Invito altresì il presentatore dell'emendamento 2.0.32 a riformularne il testo nei seguenti termini: «Agli enti che subentrano nei rapporti giuridici di comunità montane disciolte sono assegnati tutti i trasferimenti erariali già erogati alle comunità montane medesime - al netto delle riduzioni stabilite dall'articolo 2, comma 16, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e dall'articolo 76, comma 6-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 - in particolare a titolo di contributo ordinario, di contributo consolidato e di contributo per investimenti».

 

PRESIDENTE. Senatore Vitali, accoglie la riformulazione proposta dal relatore?

 

VITALI (PD). Sì, signor Presidente, la accolgo e ritiro il successivo emendamento 2.0.33.

 

FLERES, relatore. Esprimo inoltre parere contrario sugli emendamenti 2.0.27, 2.0.28 e 2.0.29.

Quanto all'emendamento 2.0.200 (testo 2), sono favorevole ad una sua trasformazione in ordine del giorno, così come ipotizzato dal suo presentatore.

 

IZZO (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

IZZO (PdL). Signor Presidente, ho già predisposto il testo dell'ordine del giorno che recepisce le linee dell'emendamento in questione ed invito il rappresentante del Governo ad accoglierlo.

 

FLERES, relatore. Invito inoltre il presentatore a ritirare l'emendamento 2.0.711, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento 2.0.712.

Per quanto riguarda poi l'emendamento 2.0.713, sarebbe opportuno riformularne la parte finanziaria, di cui al comma 6, nel seguente modo: «Al minor gettito derivante dall'applicazione del presente articolo, pari a 20 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009, si provvede mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244».

 

PRESIDENTE. I presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore?

 

BRICOLO (LNP). Sì, signor Presidente.

 

MORANDO (PD). A questo punto bisognerebbe valutare nuovamente la copertura finanziaria.

 

FLERES, relatore. Certo, senatore Morando. Il problema sarà affrontato in sede di riformulazione definitiva.

Invito inoltre a ritirare l'emendamento 2.0.714 e a trasformarlo in ordine del giorno.

Esprimo, infine, parere contrario sugli emendamenti 2.0.800/1, 2.0.800/2, 2.0.800/3, 2.0.800/4 e 2.0.800/5 e ovviamente parere favorevole sull'emendamento 2.0.800.

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

AMORUSO (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

AMORUSO (PdL). Signor Presidente, sull'emendamento 2.0.712 il relatore ha espresso un parere contrario, del quale sono dispiaciuto. Per opportunità, però, ho deciso di ritirare questo emendamento, per non creare una discrasia con la maggioranza e con il relatore. Sottolineo, tuttavia, che questa proposta emendativa andava nella direzione di un rafforzamento della politica per la sicurezza, dando la possibilità ai Comuni di guardare con più attenzione agli organici dei vigili urbani.

Avrei gradito un'attenzione diversa anche da parte del relatore, ma ciò non toglie che io ritiri l'emendamento 2.0.712.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.1, presentato dal senatore Lusi e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.2, presentato dal senatore Mercatali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 2.3, presentato dal senatore Legnini e da altri senatori, fino alle parole «con le seguenti».

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 2.3 e l'emendamento 2.4.

Metto ai voti l'emendamento 2.50, presentato dal senatore Morando e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.5.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.5, presentato dal senatore Legnini e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.6, presentato dal senatore Fosson e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.7, presentato dal senatore Molinari.

Non è approvato.

L'emendamento 2.900 è stato ritirato.

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G2.100 (testo 2) non verrà posto in votazione.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.700.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.700, presentato dal senatore Stradiotto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.13.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.13, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Risulta pertanto precluso l'emendamento 2.0.14.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.15, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.16, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.22, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.17, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.18.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.18, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

PERDUCA (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PERDUCA (PD). Signor Presidente, non fa parte della mia tradizione intervenire in proposito, però tengo a dire che, per non cadere in tentazione, a mio parere, occorrerebbe sfilare le tessere di coloro i quali non sono seduti al proprio posto. (Commenti dai banchi della maggioranza).

Tanto, ormai, avete votato abbastanza per portare a casa i 250 euro, quindi, per favore, togliete quelle schede disattese! (Commenti del senatore Collino).

 

PRESIDENTE. Colleghi, vi invito alla calma.

INCOSTANTE (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

INCOSTANTE (PD). Signor Presidente, vorrei ritornare sul punto a cui si riferisce il senatore Perduca, chiedendole di verificare, eventualmente tramite i senatori Segretari, le operazioni di voto. Per evitare di ripeterlo ulteriormente, risultando noiosi e annoiando i colleghi: se si tolgono le schede, forse evitiamo di annoiarci tutti.

PRESIDENTE. No, ma voi esercitate un vostro diritto di controllo sulla correttezza del voto, poi sta ai senatori Segretari verificare la compostezza da parte di tutti i parlamentari, e cioè se ad ogni collega corrisponde una scheda.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.701, presentato dal senatore Stradiotto.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.23.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.23, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

PERDUCA (PD). Presidente, là, vicino al senatore Fluttero!

 

PRESIDENTE. Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.0.24, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.702, presentato dal senatore Stradiotto.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.703, presentato dal senatore Stradiotto.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.704, presentato dal senatore Stradiotto.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.705.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.705, presentato dal senatore Stradiotto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.0.706, presentato dal senatore Stradiotto.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.1, presentato dal senatore Mercatali e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.26.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.26, presentato dal senatore Vitali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.0.30, presentato dal senatore Vitali.

Non è approvato.

Gli emendamenti 2.0.708 e 2.0.707 sono stati ritirati.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.2, presentato dal senatore Mercatali e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.3, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.4, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.5.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.5, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.0.6, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.7, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.709, presentato dal senatore Stradiotto.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.9, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.8, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.10, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.11, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.19.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.19, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.0.12, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.20, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.21, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Chiedo al senatore Zanetta se intende accogliere l'invito a ritirare l'emendamento 2.0.710, rivoltogli dal relatore.

 

ZANETTA (PdL). Sì, signor Presidente, lo ritiro.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.25.

INCOSTANTE (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

INCOSTANTE (PD). Signor Presidente, la prego di fare in modo che tutti i colleghi della maggioranza rimangano girati verso il centro dell'Aula, affinché non votino contemporaneamente con due mani, in due postazioni diverse. (Proteste dai banchi della maggioranza).

Chiedo inoltre la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Senatrice Incostante, le assicuro che vigileremo affinché ciò non avvenga.

Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.25 presentato dai senatori Vitali e Bastico.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione. Proteste dai banchi dell'opposizione).

 

PRESIDENTE. Prego i colleghi di stare seduti al loro posto. Mi pare non vi siano anomalie.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1083

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.0.31, presentato dal senatore Vitali.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.32 (testo 2), presentato dal senatore Vitali.

È approvato.

 

Ricordo che l'emendamento 2.0.33 è stato ritirato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.27, presentato dal senatore Vitali.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.28, presentato dal senatore Legnini e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.29, presentato dal senatore Mercatali e da altri senatori.

Non è approvato.

 

L'emendamento 2.0.200 (testo 2), presentato dal senatore Izzo, è stato trasformato nell'ordine del giorno G2.0.200 che, essendo stato accolto dal Governo, non verrà posto in votazione.

Gli emendamenti 2.0.711 e 2.0.712 sono stati ritirati.

Passiamo all'emendamento 2.0.713, di cui era stata proposta una riformulazione dal relatore.

MORANDO (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (PD). Signor Presidente, ho preso visione solo adesso del nuovo testo dell'emendamento. Vorrei semplicemente chiedere al presidente Azzollini di testimoniare all'Assemblea due cose. In primo luogo, se l'onere è correttamente quantificato, perché si tratta di una cifra piuttosto rilevante: 20 milioni di euro.

In secondo luogo, se, con una riduzione lineare della tabella C, a questo punto dell'anno, ci siano ancora 20 milioni di euro utilizzabili a questo scopo. Nel merito non dico nulla, ma visto che l'emendamento è stato modificato sul punto che riguarda la copertura, dobbiamo chiaramente avere garanzie che questa copertura sussista.

AZZOLLINI (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

AZZOLLINI (PdL). Signor Presidente, per quanto riguarda la seconda richiesta, relativa alla sussistenza delle risorse con il taglio lineare, non c'è problema.

Per quanto riguarda il gettito, naturalmente non riesco a quantificarlo e dunque suggerirei di porlo come tetto di spesa, visto che ciò è possibile. Quindi, propongo di modificare la prima parte del sesto comma dell'emendamento, come segue: «Al minor gettito derivante dall'applicazione del presente articolo, nei limiti di 20 milioni annui a decorrere dal 2009, si provvede mediante...».

Ciò ci offre una garanzia, perché non sono in grado, né potrei esserlo, di quantificare un onere di tal fatta. Trattandosi di un'agevolazione è possibile contenerla entro un tetto di spesa e quindi formulare la copertura come tetto di spesa. Se l'emendamento viene formulato così, per quanto mi riguarda, va bene.

Voglio aggiungere, signor Presidente, che la previsione di un tetto di spesa si attaglia all'emendamento in esame perché, come si può vedere, l'agevolazione può essere disposta dalle Regioni, e dunque si tratta di una facoltà delle Regioni, che se ne potranno avvalere entro il limite di spesa disposto.

PRESIDENTE. Senatore Bricolo, accetta la proposta avanzata dal senatore Azzollini?

 

BRICOLO (LNP). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento, così come riformulato.

FLERES, relatore. Esprimo parere favorevole.

GIORGETTI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.0.713 (testo 2), presentato dal senatore Bricolo e da altri senatori.

È approvato.

Sull'emendamento 2.0.714 è stato rivolto un invito ai presentatori a ritirarlo e a trasformarlo in ordine del giorno.

Senatore Franco, accoglie l'invito?

 

FRANCO Paolo (LNP). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G2.0.714 non verrà posto in votazione.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.800/1, presentato dai senatori Mercatali e Legnini.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 2.0.800/2, presentato dai senatori Mercatali e Legnini.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.800/3, presentato dai senatori Mercatali e Legnini, identico all'emendamento 2.0.800/4, presentato dal senatore Mascitelli.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.800/5, presentato dal senatore Mascitelli.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.0.800, presentato dal relatore.

È approvato.

Passiamo alla votazione finale.

ASTORE (IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ASTORE (IdV). Signor Presidente, colleghi, credo che in premessa vada ribadito da parte nostra, non avendolo potuto fare nel corso dell'esame di tale articolo, un giudizio positivo sulla riformulazione dell'articolo 3.

Al senatore Benedetti Valentini si vuole però sottolineare che è stata una fatica, durata tanti giorni, per far capire al Governo che certi atteggiamenti di sfida era necessario riconsiderarli. Mi auguro che ciò possa servire di lezione alla maggioranza anche con riferimento al cosiddetto decreto-legge Gelmini... (Brusìo).

PRESIDENTE. Colleghi, il senatore Astore ha il diritto di svolgere il suo intervento in un'Aula che lo ascolta o in cui non c'è rumore.

Prego cortesemente i colleghi che vogliono lasciare l'Aula di farlo con una certa celerità, in modo da poter consentire le dichiarazioni di voto e passare alla votazione finale.

ASTORE (IdV). Si invita dunque il Governo a riflettere sulla possibilità di ritirare il decreto-legge Gelmini recentemente convertito in legge, adottando lo stesso metodo utilizzato con riferimento all'articolo 3 del decreto-legge n.154.

Sfidare le Regioni e le autonomie locali, come il testo iniziale prevedeva, credo che abbia portato alla necessità di una riflessione più seria. Ciò non è avvenuto, senatore Benedetti Valentini, con il beneplacito del Governo quanto piuttosto per il fatto che l'opposizione sia riuscita a far capire in tanti giorni di discussione in Commissione e in Aula che era assolutamente necessario cambiare registro.

Prevedere addirittura il commissariamento delle Regioni, sia pure inadempienti, credo che avrebbe costituito un graveatto di sfida ad un potere locale che di questi tempi ha bisogno di maggiore concertazione che non di essere sfidato.

Credo che in questo modo si sia evitato il disastro istituzionale. Del resto, anche le vostre Regioni - non solo quelle di centrosinistra ma anche quelle governate dal centrodestra - avevano preannunciato di voler presentare un ricorso presso la Corte costituzionale. In maniera molto chiara, otto Regioni su venti avevano annunciato che sarebbero andate alla Corte costituzionale.

Credo che veniva così violata una reciproca lealtà costituzionale. In questi giorni, invece, credo che si abbia veramente bisogno di essere leali verso gli altri livelli di potere, perché se vogliamo costruire un federalismo serio, fare delle riforme serie verso le autonomie locali credo che la prima cosa sia la lealtà e non a fare i furbi, come è stato fatto in alcuni di questi decreti.

Ancora una volta - lo dico anche come rappresentante dell'Italia dei Valori - bisogna assolutamente dire che questo è il metodo giusto: fare cioè le riforme in Parlamento, discuterne, senza ammiccamenti, fuori dell'Aula. E credo che possiamo anche sperare che per le riforme di ordine generale che ci attendono possiamo usare questo metodo. Certamente non accettiamo di essere aggiuntivi, come spesso e volentieri alcuni Ministri ed il Presidente del Consiglio dichiarano, ma vogliamo con pari dignità - lo dichiaro anche come la forza politica che si è opposta di più ai vostri provvedimenti - collaborare alle riforme.

Credo che la formulazione dell'articolo 3 cui si è giunti sia stata studiata e sia stata un bene soprattutto perché, caro senatore Benedetti Valentini, il testo originario prevedeva chiusura indiscriminata delle nostre scuole. Soprattutto nella parte appenninica e nelle Prealpi, alcune nostre comunità sarebbero state sguarnite: perché fissare un numero a caso, meno di 50 alunni per plesso, per scuole che rappresentano un'ossatura fondamentale per la vita civile? Come fare? Non vogliamo gli sprechi, come da qualcuno siamo stati accusati. No, bisogna però programmare seriamente, insieme alle Regioni. Questo è ciò che la Lega a parole ci insegna, ma spesso e volentieri ritira indietro le proprie proposte. Occorre invece passare ad un sistema di incentivi e disincentivi nei riguardi dell'amministrazione locale: questo è il nuovo metodo che bisogna assolutamente portare avanti, fissare degli standard differenziati.

Suggeriamo al ministro Gelmini che, nel piano di programmazione scolastica, non è possibile fissare gli stessi standard in tutte le zone. Voglio riprendere un esempio che ho già fatto: il ministro Gelmini è venuto ad inaugurare nel mio paesello una scuola costata decine di miliardi. Senza programmazione quella scuola, secondo quei criteri, dovrebbe chiudere tra due o tre anni. Invece, programmando insieme alle autonomie locali, si va a studiare una collocazione delle scuole in modo tale che soddisfi gruppi di Comuni. Ecco perché vogliamo essere responsabili e responsabilizzare soprattutto le pubbliche amministrazioni.

Diamo però un giudizio totalmente negativo su questo provvedimento collegato alla finanziaria, pur esprimendo un giudizio positivo sull'articolo 3. Dobbiamo anche dire - e nessuno me ne voglia - che cade anche il mito annunciato in Aula dal Presidente del Consiglio e dal Ministro del tesoro: il mito preestivo che tutto sarebbe stato fatto prima dell'estate, che ci sarebbe stata snellezza di norme!

Contatele, amici: tra i collegati alla finanziaria e il decreto-legge n. 112 arriviamo ben oltre i 1000 commi della finanziaria cui eravamo stati abituati negli ultimi due anni di Prodi. Ma soprattutto rivendichiamo che questo è il 22° decreto-legge: lo ricordi il Senato, come ha fatto il Presidente della Camera; credo che anche al Senato debba essere svolta una riflessione seria. Sono 22 i decreti da quando si è insediato questo Governo: non possiamo fare manovre finanziarie solo a colpi di decreto!

Vorrei anche dire che in questo decreto notiamo la massima disomogeneità possibile. Si passa dalla sanità alle scuole, da Catania a Roma, agli enti locali. Credo che la materia sia molto disomogenea ed il primo requisito di un decreto, come hanno richiamato tante volte diversi Presidenti della Repubblica e insigni giuristi, sia quello di avere una omogeneità della materia.

Andando al merito, signor Presidente, voglio ripetere qui - e forse sarò anche utopico nelle mie riflessioni - che non è possibile, come avviene all'articolo 1, nominare nelle Regioni commissari ad acta per i piani di rientro proprio coloro che hanno creato questi debiti. Dispiacerà anche a qualcuno della minoranza, ma non è possibile affidare il commissariamento ad acta per gestire i piani di rientro a presidenti di Regione, assessori e consiglieri regionali (che comunque non andremo ad espropriare del loro ruolo di programmazione, perché con la concertazione con il Ministero della sanità e il Ministero del tesoro conservano tale loro facoltà). Mi sembra il massimo.

Questa norma voi l'avete ripristinata; noi avevamo tanto lottato, lo dico alla Lega con immensa amicizia, per escludere gli amministratori regionali dalla nomina di commissario ad acta, invece voi la riproponete. C'è sotto qualche inciucio istituzionale che si annuncia? Credo di sì. Inoltre, tale norma si aggrava ulteriormente prevedendo che il subcommissario non sia nominato dal commissario.

Signor Presidente, perfino nella legge sulla Protezione civile il subcommissario lo nomina il commissario delegato; qui invece è nominato dal Consiglio dei Ministri. È chiaro che sono inciuci che si annunciano anche nella gestione dei piani di rientro. Noi siamo nettamente contrari, lo abbiamo evidenziato in un nostro emendamento e lo diciamo oggi nel voto finale. È una spartizione che non ci può appartenere; la sanità meritava cose diverse, meritava un accompagno serio delle Regioni per uscire dalle difficoltà finanziarie; non meritava questa spartizione tra subcommissario e commissario.

Come pure, lo dico in maniera molto amara all'amico presidente Tomassini, ci offende profondamente l'aver fatto approvare la proroga di quasi quattro anni dell'attuazione delle strutture da parte delle Regioni per l'intramoenia e l'esclusività del rapporto nella sanità... (Richiami del Presidente).

Credo che abbia più tempo a disposizione, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Stanno terminando i dieci minuti a sua disposizione.

 

ASTORE (IdV). Considerando il tempo assegnato al mio Gruppo dovrei disporre di un tempo maggiore. Comunque, ho bisogno di pochi minuti per concludere.

 

PRESIDENTE. D'accordo, senatore Astore.

 

ASTORE (IdV). Il differimento di quattro anni per l'intramoenia vuol dire pensare ad altre norme, e altre norme, signor Presidente, sono state annunciate dal Sottosegretario alla sanità in un'intervista di quattro giorni fa. Noi faremo le barricate, lo dico, caro presidente Tomassini, con la stima che credo reciprocamente abbiamo nei confronti della Commissione. Era una conquista di civiltà.

Perfino il ministro Sirchia, pur avendola leggermente modificata, aveva accettato l'essenza della norma prevista dal ministro Livia Turco nella legge n. 120 del 2007. Avevamo unanimemente concordato come nella sanità occorreva soprattutto puntare alla libertà di scelta del cittadino, ma anche alla managerialità del medico nelle aziende. È un problema serio; si annunciano tempi non belli su questo punto e diciamo con estrema chiarezza che ci opporremo, in maniera seria e certamente democratica.

Anche del caso di Catania ne hanno parlato tutti. Credo che per Catania ci sia anche un conflitto d'interessi, perché altri 353 Comuni, signor Presidente, si trovano nelle stesse condizioni di questa città. La situazione di Roma credo sia diversa, perché come capitale è citata nella Costituzione (anche se forse avremmo preferito che venissero previsti prima i compiti di Roma Capitale e poi erogati gli stanziamenti), ma in questo caso si fa un regalo a qualche medico, che ha fatto il sindaco e che tiene in forma il nostro Presidente, curandogli il phisique du rôle e facendogli ricrescere i capelli. Siamo contenti, ma non è possibile che si scelga una città e si regalino questi fondi, per di più presi, come hanno illustrato i colleghi, dai fondi FAS.

Ecco perché, in breve, riassumendo (ce ne sarebbero altre di ragioni), pur dando un giudizio assolutamente positivo sul problema scolastico, diamo un giudizio nettamente negativo sull'intero provvedimento. Annuncio pertanto il voto contrario dell'Italia dei Valori. (Applausi dal Gruppo IdV).

GARAVAGLIA Massimo (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GARAVAGLIA Massimo (LNP). Signor Presidente, questo provvedimento dopo un iter abbastanza travagliato è giunto a conclusione. È un provvedimento, lo sappiamo benissimo, che contiene luci e ombre: non è il massimo della vita, non è il massimo della programmazione economica, ne siamo perfettamente consapevoli, ma ne siamo consapevoli nell'ottica di una fase che deve necessariamente arrivare ad una conclusione. È infatti l'ennesima operazione che si realizza in una fase transitoria, in attesa di un assetto definitivo delle finanze di questo Paese. A maggior ragione, vedendo le disposizioni contenute nel provvedimento, penso che tutti i colleghi ne siano divenuti consapevoli.

La transitorietà si vede nell'utilizzo del FAS. Non crediate che noi della Lega siamo contenti di vedere un fondo che dovrebbe servire per gli investimenti - quindi per costruire ponti, ferrovie, autostrade, per ridurre il gap Nord-Sud - utilizzato per la spesa corrente. Però, di fatto, questo fondo è rimasto ampiamente inutilizzato per mancanza di progettualità.

Il collega Lumia l'altro giorno ha fatto una puntuale rendicontazione di quasi 13 miliardi di euro di FAS che sono stati utilizzati in maniera differente rispetto alle finalizzazioni originali. Ebbene, se ci fossero stati progetti esecutivi e puntuali non sarebbero stati disponibili questi fondi, su cui stiamo già pagando gli interessi come debito pubblico. Ora, l'occasione grande è il nostro Meridione, le nostre aree sottoutilizzate ce l'hanno per tutto il periodo che va dal 2007 al 2013: ben 114 miliardi di euro della Comunità europea da spendere. Allora spendiamoli bene, spendiamoli in infrastrutture, riduciamo davvero il gap! (Commenti del senatore Lusi).

I fondi europei sono lì a disposizione: bisogna fare i progetti, farli bene e velocemente, anche perché oggi non siamo più una Nazione che ci guadagna dal bilancio europeo. Infatti, alla fine, sono più i quattrini che l'Italia dà rispetto a quelli che riceve. Siccome poi la coperta è molto corta e le Regioni che danno di più di quelle che ricevono in questo strano Paese sono solo cinque (ricordiamo che le Regioni che hanno un regime fiscale positivo, cioè che danno più di quello che ricevono sono solo la Lombardia, il Veneto, l'Emilia-Romagna, le Marche e forse la Toscana), ebbene, usiamoli bene questi quattrini, usiamoli davvero bene e presentiamo progetti intelligenti per finalizzare i fondi comunitari.

Un'ultima veloce riflessione sull'ICI. Il caos derivato dall'operazione di rifinanziamento dell'ICI dovrebbe renderci tutti consapevoli dell'errore che è stato fatto da tutti e due i Governi. Prima il Governo Prodi, togliendo il 40 per cento dell'ICI, non ha accettato l'unica modalità di rimborso intelligente che era semplicemente quella di scaricarlo dalle tasse: pago l'ICI, scarico dal modello 740 il bollettino. Si disse all'epoca: non è possibile perché ci sono gli incapienti. Peccato che poi nel provvedimento successivo si sia dato l'assegno agli incapienti; sarebbe bastato dare loro l'assegno anche nel bollettino dell'ICI.

Purtroppo, la frittata è fatta: il primo 40 per cento è stato rimborsato ai Comuni con un trasferimento, non si poteva fare diversamente sul restante 60 per cento. Ora, però, l'impegno da parte di tutti, visto il caos che si è determinato nelle finanze degli enti locali, deve essere quello di trovare, tutti insieme, nella riforma giusta - il federalismo fiscale - una modalità corretta per dare ai Comuni un'imposta gestibile, dove davvero ci sia la possibilità di agire premiando i Comuni virtuosi. Oggi, infatti, si sono premiati i Comuni che avevano l'ICI al 7 per mille, penalizzando quelli che invece avevano fatto economia mantenendo l'ICI ai minimi possibili.

Quindi, impariamo dagli errori e, nell'ambito del federalismo fiscale, troviamo una quadratura giusta e corretta per tutti i componenti dello Stato, Comuni compresi. (Applausi dal Gruppo LNP e della senatrice Poli Bortone).

MORANDO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (PD). Signor Presidente, fin dall'inizio noi abbiamo concentrato la nostra iniziativa su due punti essenziali di questo decreto: il primo, la norma relativa all'ICI, sia per il merito - e cioè il ristoro ai Comuni dell'effettivo mancato gettito derivante dall'eliminazione dell'ICI sulla prima casa anche per chi, come noi, ad esempio, ha un reddito che avrebbe consentito di continuare a pagarla ancora per un po' - sia per la fonte della sua copertura finanziaria, un ennesimo pesantissimo taglio al Fondo per le aree sottoutilizzate; il secondo, la norma relativa all'obbligo per le Regioni, a pena di commissariamento, di procedere già nel 2009 al ridimensionamento della rete scolastica sul loro territorio.

Il nostro voto, signor Presidente, resta contrario, malgrado su questo secondo aspetto con l'emendamento del relatore (che in realtà è un emendamento del Governo) si sia determinata quella che non è affatto esagerato definire una svolta. E sono letteralmente esterrefatto per il fatto che il Senato, che tanto ha discusso in materia di scuola soltanto qualche settimana fa con grande calore, questa sera, su una norma che ha una portata straordinaria proprio su quel tema, abbia un atteggiamento di grande disattenzione.

Per renderci conto della portata di questa svolta non c'è bisogno di molte parole, signor Presidente, basta citare la lettera dell'articolo 3 come era prima della cura subita ad opera della vasta mobilitazione di studenti, famiglie, insegnanti ed autonomie locali, a cui il Partito Democratico ha fatto volentieri da sponda politico-parlamentare, e la norma così come è oggi, ad emendamento approvato. Leggiamo assieme queste due norme.

Recitava l'articolo 3 del decreto-legge al nostro esame: «I piani di ridimensionamento» - sottolineo, ridimensionamento - «delle istituzioni scolastiche [...] devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione [...] già a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno». Così recita il testo del decreto al nostro esame, che conclude che nelle Regioni inadempienti il Governo centrale provvederà a nominare un commissario ad acta.

Leggiamo ora come è diventato l'articolo 3 dopo l'approvazione dell'emendamento: «le Regioni e gli enti locali [...], per l'anno scolastico 2009/2010, assicurano il dimensionamento delle istituzioni scolastiche autonome nel rispetto dei parametri fissati» - udite, udite! - «dall'articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233», la legge Bassanini. «In ogni caso», prosegue il testo, «per il predetto anno scolastico» - ricordo, il 2009/2010 - «la consistenza numerica dei punti di erogazione dei servizi scolastici» - udite, udite! - «non deve superare quella relativa al precedente anno scolastico 2008/2009». E l'ipotesi del commissariamento lascia il campo ad una concertata azione di monitoraggio.

Se è vero, signor Presidente, che solo gli stupidi non cambiano idea, certamente il Governo mostra di avere in questo caso un'enorme intelligenza. Bene, avevamo chiesto un radicale ripensamento: questo ripensamento c'è stato, noi lo abbiamo riconosciuto con il nostro voto favorevole.

Qui voglio solo aggiungere due considerazioni. La prima è di metodo. Colleghi del Governo, se questo esito era possibile - ed era possibile, tant'è vero che si determina - c'era proprio bisogno di farvelo imporre in un conflitto così aspro? Non vi converrebbe, signori del Governo, Ministro, adottare, anche per il resto della partita scuola, un modello di confronto consapevole certo dell'esigenza di realizzare anche risparmi di spesa, ma ispirato ad una condivisa strategia di effettivo cambiamento?

Noi del Partito Democratico vogliamo quindi ripeterlo ancora una volta: se il Governo aprirà una fase nuova, noi vi parteciperemo, ponendo un'unica condizione, che i risparmi che si possono - e io aggiungo si debbono - realizzare nella scuola vengano integralmente impiegati per migliorare qualità e quantità dei servizi scolastici.

La seconda osservazione è di carattere finanziario. Modificato così l'articolo 3, che nell'attuale stesura garantisce solo che non si spenda nel 2009 aprendo nuove scuole più di quello che si è speso nel 2008 (vorrei pure vedere!), come si realizzeranno i risparmi previsti dalla manovra di luglio? La risposta a questa domanda non è chiara, signor Presidente, e credo che non sia chiara in realtà nemmeno al Governo.

Traggo da questa constatazione le ragioni per un'ulteriore sollecitazione al Governo: sgomberate il campo dai confusi tentativi di questi mesi. Riaprite il confronto sul complesso delle politiche di formazione, con tempi certi di conclusione e a carte scoperte. Se rifiutate - faccio una previsione, signor Ministro - sarete costretti a ripetere numerose volte esperienze come quella dell'articolo 3 di questo decreto a proposito di questo argomento.

Sul ristoro del mancato gettito ICI ai Comuni abbiamo ottenuto risultati decisamente meno soddisfacenti. Certo, grazie alla nostra burocratica insistenza - che lei conosce bene, Presidente - su relazioni tecniche e affini, abbiamo alla fine ottenuto che il Governo ammettesse per tabulas in un testo di legge che c'è una quota di gettito ICI sulla prima casa che va ulteriormente restituita ai Comuni, perché il provvedimento del Governo di luglio ne sottostimava gravemente l'onere, esattamente, senatore Garavaglia, come lo sottostimava il provvedimento in materia di ICI del Governo Prodi.

Tuttavia, fatta questa ammissione, il Governo si rifiuta ostinatamente di trarne le più elementari conseguenze. In primis, i 260 milioni di ristoro disposti da questo provvedimento sono limitati al 2008. Eppure, signor Presidente, è di palmare evidenza: ad onere di parte corrente e permanente (l'ICI per i Comuni - com'è noto - viene riscossa tutti gli anni e non un anno soltanto) si fa fronte solo - solo - con risorse di parte corrente e con copertura altrettanto permanente.

Ne ricevono da questa ostinazione del Governo a non riconoscere la palmare evidenza delle cose un durissimo colpo sia l'articolo 81, terzo comma, della Costituzione, sia la legge n. 468 del 1978 (la legge di contabilità), che al suo articolo 27, signor Presidente, prevede che la legge che determina oneri per le autonomie locali debba coprire integralmente quegli oneri sul bilancio dello Stato per tutti gli anni in cui l'onere si determina. Infine, more solito, riceve un duro colpo, senatore Garavaglia e colleghi della Lega Nord, la parte migliore degli enti locali. Lo ha detto bene il relatore di minoranza Giaretta: sono i Comuni ben governati a ricevere un'altra mazzata grazie a questa vostra brillante iniziativa, quelli che segnavano in entrata l'ICI effettivamente riscossa, e se la rideranno invece quei Comuni che giocavano sporco e gonfiavano artatamente i residui di riscossione.

In ultimo, per quanto concerne la copertura di questi oneri e di quelli derivanti dal falso in bilancio del Comune di Catania, si ricorre ancora una volta al Fondo per le aree sottoutilizzate e al meccanismo del calcolo del coefficiente di realizzazione, tale per cui per coprire un onere 3 di parte corrente bisogna tagliare 9 di parte capitale.

Su questo punto sono sufficienti pochissime parole con cui termino il mio intervento: tutti, signor Presidente, colleghi del Governo e della maggioranza, tutti, noi e voi stiamo giustamente sostenendo che è indispensabile un grande piano di investimenti infrastrutturali europei finanziati con emissione di titolo di debito sul merito di credito dell'Unione in quanto tale e non dei singoli Stati. La chiamano in Italia - segno di provincialismo imbarazzante - proposta Tremonti: in realtà, è la proposta Delors di moltissimi anni fa e giustamente Tremonti la sostiene come la sosteniamo noi del Partito Democratico. E il premier britannico Gordon Brown insiste addirittura per un coordinamento delle politiche fiscali anche per quanto riguarda gli investimenti pubblici nazionali, al fine di far loro acquisire la massa necessaria per l'esercizio di una funzione anticiclica.

Ora, signor Presidente, se guardo al saccheggio del FAS di questi mesi (perché questa è l'ennesima legge che copre oneri di parte corrente sul FAS per finanziare spesa corrente), sono costretto a chiedermi con quale credibilità noi sistema Paese ci siederemo a quel tavolo in Europa per discutere di investimenti pubblici di tipo infrastrutturale a dimensione europea. (Applausi dal Gruppo PD).

Discuteremo in sede di sessione di bilancio, poi, dell'urgenza di mutamento di segno delle politiche fiscali del Governo, ma, colleghi del Governo, giungiamo a questa discussione dopo aver pregiudicato con le vostre scelte, con scelte come questa, le potenzialità di questa discussione. Ecco perché il nostro resta, malgrado i passi avanti sulla scuola che sono indiscutibili, un voto severamente contrario. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).

POLI BORTONE (PdL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLI BORTONE (PdL). Signor Presidente, con la conversione in legge del decreto-legge n. 154 del 2008 il Governo sta procedendo con la tempistica e la coerenza dovute lungo la strada segnata con la legge n. 133 del 2008, la strada cioè della responsabilità che i diversi livelli istituzionali devono assumersi in tempi certi e con attività certe per consentire che il sistema funzioni in quella governance multilivello più volte invocata e poche volte praticata.

Il decreto si muove lungo il percorso dell'attuazione reale del federalismo attraverso l'affermazione concreta dei principi di autonomia e di responsabilità. Avremmo potuto intitolare il decreto-legge «Richiamo alle responsabilità in una governance multilivello», voluta dalla nostra Costituzione, così come novellata nel 2001 da voi, colleghi dell'opposizione, nel Titolo V: responsabilità con riferimento ai tre cardini dei livelli essenziali di servizi che devono essere garantiti ai cittadini. Non a caso, infatti, all'articolo 1 si affronta l'attuazione dei piani di rientro dai deficit sanitari, nell'articolo 2 gli equilibri di bilancio di quegli enti locali che devono soprattutto garantire servizi e assistenza ai cittadini, nell'articolo 3 il dimensionamento degli istituti scolastici di competenza delle Regioni e degli enti locali.

Sta iniziando il dibattito sul federalismo fiscale. Mi pare ovvio ricordare che non potremo pensare di realizzare un reale federalismo fiscale ed istituzionale se nei prossimi 24-36 mesi non riusciremo a metter prima ordine in alcune materie importantissime (assistenza, sanità, pubblica istruzione), proprio con l'intento di garantire a parità di costi quei livelli essenziali di servizi che rappresentano il presupposto dell'unità vera e reale della Nazione in un'Italia federale.

Ho ascoltato con attenzione il dibattito, senza pregiudizi e con la voglia di comprendere e di apprendere, ma abbiamo ascoltato delle forzature interpretative del dettato costituzionale, soprattutto riguardo a concetti cardine della nostra democrazia, quale la presunta lesa autonomia delle Regioni in materie concorrenti come, ad esempio, la pubblica istruzione. È lesa autonomia applicare la Costituzione, tutta, senza esclusione di nessun articolo, o sono lesi i diritti della collettività a seguito di inadempienze da parte delle Regioni, che pretendono di continuare a vivere il loro neocentralismo senza mai rendere conto del proprio operato e men che mai della loro colpevole inerzia?

Collega Bastico, lei è certamente una persona onesta intellettualmente. Lei ha parlato di disattenzione del Governo, di non ascolto della società, della volontà di affermare solo un forte centralismo lesivo delle autonomie locali. Non sarà forse che si ledono i diritti dei cittadini quando ostinatamente, a dispetto della Costituzione, delle leggi, dei regolamenti, non si fa un passo per migliorare la qualità della sanità, dell'assistenza, indulgendo ancora a sprechi e clientele e disattendendo una norma banale e semplice di rapporto costi-benefìci nell'erogazione dei servizi?

Delegare le funzioni non significa rinunciare sine die al conseguimento del fine. È lesa autonomia diffidare le Regioni a fare finalmente ciò che avrebbero già dovuto fare, cioè i piani di rientro dai deficit sanitari? Invitarle a fare scelte coraggiose, responsabili, ponderate, non dettate da sciocche pressioni localistiche? È lesa autonomia richiamarle al dovere dell'analisi dei costi, ingiustificati e ingiustificabili, quale presupposto per il risanamento di situazioni ormai insostenibili? È lesa autonomia richiamare le Regioni a un dovere che avrebbero dovuto assolvere fin dal 1998, senatore Morando, cioè dall'emanazione del regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e la determinazione funzionale dei singoli istituti, a norma, per l'appunto, dell'articolo 21 della legge Bassanini?

Con l'emendamento sostitutivo dell'articolo 3, che non so per quale motivo ha destato tanta corrispondenza e tanto entusiasmo da parte dell'opposizione, bene ha fatto il Governo a richiamare esplicitamente... (Commenti del senatore Morando).

No, senatore Morando, non è assolutamente un rinvio, ma si evidenzia in maniera ancora più forte, con il richiamo proprio al decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998, il comportamento arrogante di tante Regioni ed enti locali che, disattendendo la legge, hanno arrecato danni ai cittadini, all'erario e alle famiglie italiane. Non può esservi più indulgenza alcuna per comportamenti così irresponsabili e lesivi dei diritti fondamentali.

A proposito di diritti costituzionalmente protetti, desidero ricordare a qualche collega che la Costituzione italiana non si ferma, come è noto, all'articolo 119, ma ha anche un articolo 120, che va letto in toto perché quell'articolo invoca il potere sostitutivo anche quando viene lesa «l'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali», come appunto il diritto all'istruzione, alla salute, all'assistenza.

Il diritto alla salute è leso quando si fanno nomine politiche di direttori generali delle ASL, si acquistano macchinari inutili, si pagano cifre spropositate per i posti letto. Il diritto all'istruzione, seria e di contenuto, si viola quando si tengono in piedi strutture che costano fior di quattrini (parlo di strutture amministrative e non certamente delle classi che nessuno vuol toccare) più per garantire qualche posto che per impiegare risorse in una migliore offerta formativa con maggiore gratificazione del personale docente; oppure quando si tengono in piedi corsi di laurea assolutamente inutili, privi di frequenze e slegati dal mondo del lavoro. Il diritto all'assistenza si lede quando si consente a qualche ente locale di continuare nella politica del panem et circenses piuttosto che richiamarlo all'attenzione alle tante nuove povertà.

Se i problemi sono questi, e questi sono, dobbiamo essere consapevoli del fatto che l'Italia oggi deve vivere il suo momento di cambiamento, di riformismo sostanziale, con la cultura della responsabilità di tutti: dal Governo ai cittadini, passando attraverso i diversi livelli istituzionali. Responsabilità e leale collaborazione delle istituzioni e fra le istituzioni. Non vi è, allora, nessun passo indietro del Governo nella sostanza. Oggi, con l'emendamento sostitutivo dell'articolo 3, si dà un'ulteriore chance alle Regioni e agli enti locali, fissando per il 15 giugno 2009 la stipula di un'intesa in sede di Conferenza unificata per disciplinare l'attività di dimensionamento della rete scolastica e la ripresa di un percorso di dialogo con una Conferenza unificata che deve rappresentare però, lo diciamo a chiare lettere, un luogo di collaborazione e concertazione sul territorio e fra il territorio e il Governo.

Abbiamo tuttavia delle difficoltà ad essere pienamente convinti di ciò quando vediamo seduti in quella Conferenza unificata Presidenti di Regione, come quello della mia Regione, pronti ad un tempo a ricorrere con piglio rivoluzionario alla Corte costituzionale per lesione della loro autonomia e dimenticare che in tutti questi anni non c'è stato spazio in Puglia neanche per la costituzione del Consiglio delle autonomie, sicché le istanze territoriali sono state private di fatto di luoghi di concertazione.

Un Presidente di Regione che dovrebbe vergognarsi, oggi, di utilizzare sette milioni e mezzo di euro di fondi POR - cari colleghi, che continuate a difendere il FAS e i fondi POR (Applausi dal Gruppo PdL) - che sarebbero di fatto restituiti all'Unione europea se il fantasioso Presidente della mia Regione non avesse pensato di spenderseli il giorno 5 dicembre in una botta sola, come si suol dire, in cinque notti bianche delle quali, come è noto, la mia Puglia, che è così povera, ha assolutamente bisogno! (Applausi dal Gruppo PdL). Cinque notti bianche per spendere sette milioni e mezzo di euro e non fare la figuraccia di restituirli a Bruxelles!

 

COLLINO (PdL). Vergogna!

 

POLI BORTONE (PdL). Va bene allora un'ulteriore apertura di credito alle Regioni, ma con un richiamo preciso a scelte che non possono essere ulteriormente procrastinate.

Allo stesso modo, per i Comuni va ricordato che il minor gettito riveniente dall'abbattimento dell'ICI sulla prima casa semmai creerà problemi - cari colleghi, che certamente queste cose le sapete ma fate finta di non saperle - proprio a quei Comuni come Roma, tanto per non far nomi, e come Firenze, che negli anni scorsi avevano applicato il massimo dell'aliquota della forbice ICI, e non certamente ad altri Comuni, guarda caso governati, come il mio e come Reggio Calabria, dal centrodestra.

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatrice.

 

POLI BORTONE (PdL). A Reggio Calabria, facendo politica sociale, avevamo già ridotto l'ICI al 2,5 per mille. (Applausi dal Gruppo PdL). A Roma l'avevate alzata al 5,5 e a Firenze al 7 per mille, e non avevate assolutamente nessun tipo di leva fiscale! (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti della senatrice Garavaglia).

Cari amici, vi siete tanto scandalizzati per Catania, ma Catania appartiene al Sud e usa fondi FAS. Al contrario della Roma di Veltroni, degli sperperi e delle notti bianche, di cui si può fare tranquillamente a meno! (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti della senatrice Garavaglia).

Senatrice Garavaglia, è inutile che si arrabbi. Lei è corresponsabile del disastro che è accaduto a Roma! (Applausi dal Gruppo PdL).

Non credo si possa dire in quest'Aula che oggi si sono trovati i conti a posto nella città di Roma.

 

MORANDO (PD). Presidente, quanto dura questo intervento?

 

PRESIDENTE. La prego nuovamente di concludere, senatrice.

 

POLI BORTONE (PdL). Signor Presidente, credo ci siano tutti i motivi per votare, e convintamente, in favore della conversione del decreto in esame, che è semplicemente l'inizio serio del federalismo fiscale al quale vogliamo credere e verso il quale vogliamo andare, con quella serietà che in dieci anni in Italia non c'è mai stata. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni. Commenti del senatore Peterlini).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame della proposta di coordinamento C1, presentata dalla Commissione.

La metto ai voti.

È approvata.

 

Procediamo dunque alla votazione del disegno di legge.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indíco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali», con l'intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare gli ulteriori coordinamenti che si rendessero necessari.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Onorevoli colleghi, vi invito a rimanere seduti al vostro posto.

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

255

Senatori votanti

253

Maggioranza

127

Favorevoli

141

Contrari

112

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Sull'intitolazione della Sala delle conferenze ai caduti di Nasiriya
e dell'operazione "Antica Babilonia"

PRESIDENTE. Vorrei ricordare all'Aula che domani mattina, alle ore 11,30, avrà luogo la cerimonia di intitolazione della Sala delle conferenze del Senato ai caduti di Nasiriya e dell'operazione "Antica Babilonia". (L'Assemblea si leva in piedi. Vivi, prolungati applausi).

In concomitanza di questo evento, al quale tutti i colleghi senatori sono ovviamente invitati, i lavori dell'Assemblea saranno sospesi per 30 minuti.

 

Mozioni e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza mozioni ed interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Ordine del giorno
per le sedute di mercoledì 12 novembre 2008

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi domani, in due sedute pubbliche, la prima alle ore 9,30 e la seconda alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

 

La seduta è tolta (ore 20,17).

 

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali (1083)

(V. nuovo titolo)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali (1083)

(Nuovo titolo)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE (*)

Art. 1.

    1. È convertito in legge il decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali.

    2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

(*) Approvato, con modificazioni al testo del decreto-legge, il disegno di legge composto del solo articolo 1.

ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE PRECEDENTEMENTE ACCANTONATO

Articolo 2.

(Disposizioni di salvaguardia degli equilibri di bilancio degli enti locali)

        1. Per l'anno 2008 conservano validità i dati certificati dai singoli comuni in base al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze in data 17 marzo 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 80 del 4 aprile 2008, adottato ai sensi dei commi 39 e 46 dell'articolo 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, come modificato dall'articolo 3 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127.

        2. Per l'anno 2008, in deroga all'articolo 179 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, i comuni sono autorizzati ad accertare convenzionalmente, a titolo di trasferimenti erariali, l'importo pari alla differenza tra i minori contributi ordinari comunicati ed attribuiti dal Ministero dell'interno e derivanti dalla riduzione operata sul fondo ordinario in base al decreto del Ministero dell'economia e delle finanze in data 28 dicembre 2007, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 31 dicembre 2007, e l'importo attestato dal singolo ente con la certificazione di cui al comma 1.

        3. Il Ministero dell'interno determina il minore contributo di cui al comma 2, utilizzando prioritariamente i dati contenuti nei certificati di cui al comma 1 e, per la parte residua, operando una riduzione proporzionale dei contributi ordinari spettanti per l'esercizio.

        4. Gli importi residui convenzionalmente accertati rilevano ai fini della determinazione del risultato contabile di amministrazione di cui all'articolo 186 del citato testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.

        5. Per l'anno 2008, ai soli fini del patto di stabilità interno, per i comuni tenuti al rispetto delle disposizioni in materia gli importi comunicati di cui al comma 2 sono considerati convenzionalmente accertati e riscossi nell'esercizio di competenza.

        6. La certificazione da trasmettere al Ministero dell'interno entro il 30 aprile 2009, prevista a carico dei comuni dall'articolo 77-bis, comma 32, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, deve essere sottoscritta dal responsabile dell'ufficio tributi, dal segretario comunale e dall'organo di revisione.

        7. La certificazione di cui al comma 6 è trasmessa, per la verifica della veridicità, alla Corte dei conti, che a tale fine può avvalersi anche della competente Agenzia del territorio.

        8. In sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali sono stabiliti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, criteri e modalità per il riparto tra i comuni dell'importo di 260 milioni di euro a titolo di regolazione contabile pregressa. All'erogazione si provvede con decreto del Ministro dell'interno, che recepisce i suddetti criteri e modalità di riparto, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.

EMENDAMENTI

2.1

LUSI, LEGNINI, MERCATALI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Sopprimere il comma 6.

2.2

MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Sopprimere il comma 7.

2.3.

LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Le parole da: «Al comma 8» a: «con le seguenti:» respinte; seconda parte preclusa

Al comma 8, sostituire le parole: «260 milioni» con le seguenti: «700 milioni».

        Conseguentemente, all'articolo 6, sostituire il comma 1 con i seguenti:

        «1. Alla copertura dell'onere derivante dall'attuazione dell'articolo 1, comma 5, pari a 434 milioni di euro per l'anno 2009 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, per l'anno 2009, nel Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, come integrato ai sensi dell'articolo 63 comma 10 del decreto-legge n. 112 del 2008.

        1-bis. Alla copertura degli oneri di cui all'articolo 2, comma 8, si provvede attraverso corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per l'anno 2008, per un importo pari a 700 milioni di euro. Il Ministro dell'economia è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

2.4

ASTORE, MASCITELLI, STRADIOTTO

Precluso

Al comma 8, sostituire le parole: «260 milioni di euro» con le seguenti: «600 milioni di euro».

        Conseguentemente, all'articolo 6, al comma 1, sostituire le parole: «260 milioni» con le seguenti: «600 milioni», indi, sostituire le parole da: «dell'autorizzazione di spesa» fino a: «Fondo per le aree sottoutilizzate» con le seguenti: «del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.

2.50

MORANDO, MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, ROSSI NICOLA

Respinto

Al comma 8, dopo le parole: «260 milioni di euro», aggiungere le seguenti: «per l'anno 2008», e dopo il primo periodo aggiungere il seguente: «Analogo importo è riconosciuto ai Comuni per gli anni 2009, 2010 e seguenti.».

        Conseguentemente, all'articolo 6, al comma 1, dopo le parole: «2, comma 8», aggiungere le seguenti: «primo periodo», e dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

        «1-bis. Alla copertura dell'onere derivante dall'attuazione dell'articolo 2, comma 8, secondo periodo, si provvede:

            a) mediante corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per un importo pari a 260 milini di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010. Il Ministro dell'economia è autorizzato ad apporare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio;

            b) per gli anni successivi al 2011, con appositi stanziamenti in sede di approvazione della legge finanziaria, nel rispetto di quanto previsto all'articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 468 del 1978.».

2.5

LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Al comma 8 sostituire le parole: «a titolo di regolazione contabile pregressa» con le seguenti: «ad integrazione del fondo di cui all'articolo 1 comma 4 del decreto-legge n. 93 del 2008 convertito dalla legge n. 126 del 24 luglio 2008».

2.6

FOSSON, PETERLINI, D'ALIA, PINZGER, THALER AUSSERHOFER

Respinto

Al comma 8, è aggiunto il seguente periodo: «Le somme spettanti ai comuni appartenenti al territorio delle regioni Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia e delle province autonome di Trento e Bolzano sono assegnate a favore dei citati enti, che provvedono all'attribuzione delle quote dovute ai comuni compresi nei loro territori nel rispetto delle competenze previste dai rispettivi Statuti e delle relative norme di attuazione, ai sensi del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126».

2.7

MOLINARI

Respinto

Dopo il comma 8, inserire il seguente:

        «8-bis. Ai fini dell'attuazione dei commi 4 e 4-bis dell'articolo 1 del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, nella legge 24 luglio 2008, n. 126, il rimborso del minor gettito ICI nell'importo spettante ai comuni compresi nel rispettivo territorio è assegnato alle regioni Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta ed alle province autonome di Trento e di Bolzano; le predette regioni e province autonome provvedono alla determinazione dei criteri di riparto e all'attribuzione delle quote dovute ai comuni compresi nei loro territori nel rispetto degli statuti speciali e delle relative norme di attuazione».

2.900

IL RELATORE

Ritirato

Dopo il comma 8, aggiungere i seguenti:

        «8-bis. La certificazione di cui al comma 32 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, attestante il minor gettito ICI sull'abitazione principale per l'anno 2008, è integrata con l'indicazione, da parte dei comuni, del maggiore onere, in termini di interessi passivi per anticipazioni di cassa eventualmente attivate, per un massimo di quattro mesi, a decorrere dal mese di novembre 2008, in diretta conseguenza dei minori trasferimenti attribuiti dal Ministero dell'interno.

        8-ter. Alla copertura dell'onere derivante dall'attuazione del comma 8-bis, nel limite complessivo massimo di 6 milioni di euro, eventualmente ripartiti in misura proporzionale ai maggiori oneri certificati, si provvede, per l'anno 2008, a carico dello stanziamento iscritto nella Tabella A «Fondi di parte corrente», alla voce «Ministero economia e finanze» di cui alla legge n. 244 del 24 dicembre 2007».

ORDINE DEL GIORNO

G2.100

MAZZATORTA

V. testo 2

Il Senato,

        premesso che l'articolo 61, comma 8, del decreto-legge 112 del 2008, modifica la disposizione di cui all'articolo 92 del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, prevedendo che, a decorrere dal 1º gennaio 2009, il 2 per cento dell'importo posto a base di gara di un'opera o di un lavoro, sia destinato nella misura dello 0,5 per cento ai tecnici comunali incaricati della redazione del progetto, della direzione dei lavori, del collaudo, nonché ai loro collaboratori, e nella restante misura dell'1,5 per cento sia versato ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato;

            ritenuto che l'incentivo di cui all'articolo 92 del Codice dei contratti pubblici è sempre stato utilizzato dai Comuni per mantenere all'interno dell'Ente le attività progettuali e di pianificazione urbanistica, con conseguente ottenimento di forti risparmi rispetto alla esternalizzazione di queste attività;

            ritenuto che la gestione delle attività progettuali e di pianificazione urbanistica affidate a collaboratori interni consente una maggiore azione di controllo sull'attività stessa, con una innegabile e opportuna gratificazione economica e professionale per tutti i dipendenti che partecipano alla realizzazione delle opere e dei piani oggetto di incentivazione;

            considerato che, soprattutto nell'attuale congiuntura economico-finanziaria, tale norma penalizza i Comuni, d'ora in poi di fatto obbligati ad affidare a progettisti esterni la progettazione delle opere pubbliche e dei piani urbanistici con conseguente notevole aumento dei costi;

            considerato che tale norma attribuisce allo Stato risorse comunali senza alcun titolo e senza alcuna valida motivazione;

            considerato che per i motivi di cui sopra la norma in esame si pone non solo in netto contrasto con le autonomie locali trattandosi di una vera e propria «confisca» statale di quota-parte dell'incentivo comunale che trova la sua collocazione nei bilanci comunali al Titolo I della spesa, ma anche, con il Codice dei contratti pubblici che attribuisce in via prioritaria la progettazione delle opere pubbliche e dei piani urbanistici ai tecnici interni e solo in caso di accertata impossibilità consente di procedere all'affidamento all'esterno di tali attività;

        impegna il Governo:

            a rivedere la disposizione di cui all'articolo 61, comma 8, del decreto-legge 112 del 2008, e la disciplina dell'incentivo di cui all'articolo 92, comma 5, del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, garantendo massima autonomia agli Enti locali nella quantificazione dell'incentivo, comunque non superiore al 2 per cento dell'importo a base di gara delle opere pubbliche, escludendo qualsiasi compartecipazione di altri Enti nella ripartizione dell'incentivo stesso;

            a monitorare gli effetti finanziari derivanti dall'eventuale applicazione dell'articolo 61, comma 8, del decreto-legge 112 del 2008, nella certezza che tale norma non potrà non comportare un sicuro aumento dei costi per gli Enti locali già pesantemente penalizzati dai continui tagli ai trasferimenti erariali.

G2.100 (testo 2)

MAZZATORTA

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

        premesso che l'articolo 61, comma 8, del decreto-legge 112 del 2008, modifica la disposizione di cui all'articolo 92 del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, prevedendo che, a decorrere dal 1º gennaio 2009, il 2 per cento dell'importo posto a base di gara di un'opera o di un lavoro, sia destinato nella misura dello 0,5 per cento ai tecnici comunali incaricati della redazione del progetto, della direzione dei lavori, del collaudo, nonché ai loro collaboratori, e nella restante misura dell'1,5 per cento sia versato ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato;

            ritenuto che l'incentivo di cui all'articolo 92 del Codice dei contratti pubblici è sempre stato utilizzato dai Comuni per mantenere all'interno dell'Ente le attività progettuali e di pianificazione urbanistica, con conseguente ottenimento di forti risparmi rispetto alla esternalizzazione di queste attività;

            ritenuto che la gestione delle attività progettuali e di pianificazione urbanistica affidate a collaboratori interni consente una maggiore azione di controllo sull'attività stessa, con una innegabile e opportuna gratificazione economica e professionale per tutti i dipendenti che partecipano alla realizzazione delle opere e dei piani oggetto di incentivazione;

            considerato che, soprattutto nell'attuale congiuntura economico-finanziaria, tale norma penalizza i Comuni, d'ora in poi di fatto obbligati ad affidare a progettisti esterni la progettazione delle opere pubbliche e dei piani urbanistici con conseguente notevole aumento dei costi;

            considerato che tale norma attribuisce allo Stato risorse comunali senza alcun titolo e senza alcuna valida motivazione;

            considerato che per i motivi di cui sopra la norma in esame si pone non solo in netto contrasto con le autonomie locali trattandosi di una vera e propria «confisca» statale di quota-parte dell'incentivo comunale che trova la sua collocazione nei bilanci comunali al Titolo I della spesa, ma anche, con il Codice dei contratti pubblici che attribuisce in via prioritaria la progettazione delle opere pubbliche e dei piani urbanistici ai tecnici interni e solo in caso di accertata impossibilità consente di procedere all'affidamento all'esterno di tali attività;

        impegna il Governo a valutare la possibilità di:

            rivedere la disposizione di cui all'articolo 61, comma 8, del decreto-legge 112 del 2008, e la disciplina dell'incentivo di cui all'articolo 92, comma 5, del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, garantendo massima autonomia agli Enti locali nella quantificazione dell'incentivo, comunque non superiore al 2 per cento dell'importo a base di gara delle opere pubbliche, escludendo qualsiasi compartecipazione di altri Enti nella ripartizione dell'incentivo stesso;

            monitorare gli effetti finanziari derivanti dall'eventuale applicazione dell'articolo 61, comma 8, del decreto-legge 112 del 2008, nella certezza che tale norma non potrà non comportare un sicuro aumento dei costi per gli Enti locali già pesantemente penalizzati dai continui tagli ai trasferimenti erariali.

________________

(*) Accolto dal Governo

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 2

2.0.700

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Modifiche alla legge 6 agosto 2008 n. 133)

        Al comma 6 dell'articolo 58 del decreto legge 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 le parole: "La procedura prevista dall'articolo" sono sostituite dalle seguenti: "La disciplina di cui all'articolo"».

2.0.13

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Al comma 8 dell'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 dopo le parole: "al comma 1 possono" la parola: "conferire" è sostituita dalla seguente: "trasferire"».

2.0.14

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Precluso

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Al comma 9 dell'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 sostituire la parola: "conferimenti" con la parola: "trasferimenti"».

2.0.15

VITALI, MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 9 dell'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 aggiungere il seguente:

        "9-bis. I beni immobili individuati ai sensi del comma 1 possono essere trasferiti a titolo oneroso ai fondi di cui al comma 8 o alle società di cui all'articolo 84 della legge 27 dicembre 2002 n. 289 con una o più delibere dell'organo di Governo degli enti di cui al comma 1, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale. La pubblicazione delle predette delibere produce gli effetti previsti dall'articolo 2644 del codice civile in favore dei fondi di cui al comma 8 o delle società di cui all'articolo 84 della legge 27 dicembre 2002 n. 289 (a seconda del caso). Gli uffici competenti provvedono, se necessario, alle conseguenti attività di trascrizione, intavolazione e voltura"».

2.0.16

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 9 dell'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 aggiungere il seguente:

        "9-bis. Gli immobili strumentali all'esercizio delle funzioni degli enti di cui al comma 1 possono essere conferiti ai fondi di cui al comma 8 e contestualmente concessi in locazione al soggetto che li aveva in uso, per periodi di durata fino a 9 anni rinnovabili, secondo i canoni e le altre condizioni fissate tramite delibera dell'organo di governo dell'ente proprietario prima del conferimento. I contratti di locazione possono prevedere la rinuncia al diritto di cui all'ultimo comma dell'articolo 27 della legge 27 luglio 1978 n. 392"».

2.0.22

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 9 dell'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 aggiungere il seguente:

        "9-bis. I proventi derivanti dalle attività di valorizzazione di cui al presente articolo, dal collocamento delle quote dei fondi di cui al comma 8 e dal trasferimento degli immobili ai medesimi fondi o alle società di cui all'articolo 84 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, al netto degli oneri connessi a ciascuna operazione, sono destinati, fermo restando quanto previsto dagli articoli 193, 195 e 255 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, alla riduzione dell'indebitamento finanziario degli enti stessi ed al finanziamento di spese di investimento o alla realizzazione di programmi integrati di promozione di edilizia residenziale anche sociale come definita ai sensi del decreto ministeriale 22 aprile 2008 del Ministero delle infrastrutture"».

2.0.17

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 9 dell'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 aggiungere il seguente:

        "9-bis. Le spese per la realizzazione di impianti solari, fotovoltaico o termodinamico, e degli altri impianti relativi a fonti energetiche rinnovabili, di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, effettuate dagli enti di cui al comma 1 sono escluse dalle norme sul patto di stabilità interno e possono essere, quindi, realizzate in deroga allo stesso"».

2.0.18

VITALI, MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 9 dell'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 aggiungere il seguente:

        "9-bis. La percentuale del 40 per cento di cui all'articolo 3 comma 1-bis del decreto-legge 31 ottobre 1990 n. 310 è elevata al 100 per cento"».

2.0.701

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Modifiche alla legge 6 agosto 2008 n. 133)

        Dopo il comma 9 dell'articolo 58 del decreto-legge n. 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 aggiungere il seguente comma:

        "L'utilizzo integrale dei proventi di cui al comma 1 per l'abbattimento dello stock di debito comporta una riduzione dell'obiettivo del Patto di stabilità, per ciascun anno e per un periodo pari a 3 anni, pari al 30 per cento della riduzione del debito conseguita"».

2.0.23

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 9 dell'articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 aggiungere il seguente:

        "9-bis. Gli enti di cui al comma 1 possono cedere i propri crediti, anche di natura tributaria o per sanzioni, ovvero concedere partecipazioni ai flussi finanziari derivanti dagli stessi. Resta ferma la disposizione di cui all'articolo 3, comma 17 della legge 24 dicembre 2003 in relazione alla cessione di crediti nei confronti della pubblica amministrazione. L'articolo 8 del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito in legge con modificazioni con legge 28 maggio 1997, n. 140, è abrogato. Resta fermo l'articolo 76 della legge 21 novembre 2000, n. 342. La scelta della controparte dell'ente avviene secondo i principi indicati nell'articolo 27 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163"».

2.0.24

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. All'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.   112 convertito in legge n.  133 del 6 agosto 2008 sopprimere il comma 11.

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,25 per cento».

2.0.702

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2,inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Modifiche alla legge 6 agosto 2008 n. 133)

        Il comma 1 dell'articolo 62 del decreto legge 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 è sostituito dal seguente:

        "1. Ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica e nel rispetto dei princìpi di coordinamento della finanza pubblica previsti agli articoli 119 e 120 della Costituzione, alle regioni, alle province autonome di Trento e Bolzano e agli enti locali è fatto divieto di stipulare fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2, contratti per la conclusione di operazioni aventi ad oggetto gli strumenti finanziari derivati previsti all'articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, nonché di ricorrere all'indebitamento attraverso contratti che non prevedano modalità di rimborso mediante rate di ammortamento comprensive di capitale e interessi. La durata dei piani di ammortamento non può essere superiore a trent'anni, ivi comprese eventuali operazioni di rifinanziamento o rinegoziazione ammesse dalla legge. Tale norma deve intendersi nel senso che la durata massima di ogni operazione di indebitamento o di rifinanziamento o rinegoziazione posta in essere dagli enti ivi indicati non può eccedere, in ogni momento, i trent'anni. Le disposizioni del presente comma avranno effetto per il periodo di un anno decorrente dalla data di entrata in vigore del presente decreto, salvo, ove antecedente, quanto previsto per i derivati"».

2.0.703

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Modifiche alla legge 6 agosto 2008 n. 133)

        All'articolo 62, del decreto legge 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, dopo il comma 1, è inserito il seguente:

        «1-bis. Al fine di consentire di rinegoziare o rifinanziare i titoli emessi con rimborso in un'unica soluzione alla scadenza con indebitamento che preveda modalità di rimborso mediante rate di ammortamento comprensive di capitale e interessi e poter nel contempo estinguere le connesse operazioni derivate, la valutazione dell'opportunità della rinegoziazione o rifinanziamento è effettuata avendo riguardo prevalentemente all'opportunità della riduzione del rischio a carico degli enti, anche rispetto alla valutazione di cui all'art. 41, comma 2 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, fermo restando la realizzazione delle stesse a condizioni di mercato, nel rispetto del principio di economicità».

2.0.704

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2,inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Modifiche alla legge 6 agosto 2008 n. 133)

        All'art. 62 del decreto legge 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, dopo il comma 2, è inserito il seguente:

        "2-bis. Gli enti di cui al comma 1 che risolvono anticipatamente le operazioni in strumenti finanziari derivati concluse precedentemente all'entrata in vigore del presente decreto limitano entro i 10 anni il periodo entro il quale possono essere concordati i termini di pagamento, anche in più soluzioni, degli eventuali importi dovuti per effetto della risoluzione del contratto, anche tenuto conto del profilo temporale dei pagamenti"».

2.0.705

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Modifiche alla legge 6 agosto 2008 n. 133)

        All'art. 62, del decreto legge 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, dopo il comma 2, inserire il seguente:

        "2-bis. In caso di rifinanziamento o rinegoziazione dell'indebitamento ammessi dalla legge, gli strumenti derivati eventualmente connessi a tale indebitamento sono rinegoziati per conformarsi alla passività sottostante"».

2.0.706

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Modifiche alla legge 6 agosto 2008 n. 133)

        All'articolo 62 del decreto legge 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, dopo il comma 3-bis, è inserito il seguente:

        "3-ter. Le disposizioni di cui all'articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica del 29 settembre 1973, n. 602 si intendono come non applicabili ai pagamenti effettuati in relazione all'indebitamento ed alle operazioni in strumenti finanziari derivati"».

2.0.1

MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

Art. 2-bis.

        1. Al comma 4 dell'articolo 76 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 alle parole: "In caso di mancato rispetto" premettere le seguenti: "Dal 1º gennaio 2009"».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

2.0.26

VITALI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

(Comunità montane)

        1. All'articolo 76, comma 6-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133, il primo periodo è sostituito dal seguente:

        "I trasferimenti erariali ordinari a favore delle comunità montane sono ridotti di 30 milioni di euro per l'anno 2009".

        2. A decorrere dall'anno 2009 il fondo ordinario di cui all'articolo 34, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, è consolidato, nella misura di 90 milioni di euro a favore delle Regioni a statuto ordinario e trasferito alle medesime per le spese di funzionamento delle comunità montane riordinate in applicazione dell'articolo 2, commi 17 e seguenti, della legge 27 dicembre 2007, n. 244, in quote per ciascuna regione determinate tramite intesa in sede di Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sulla base di criteri che tengano conto, in particolare, della consistenza della popolazione montana, dell'estensione territoriale e del numero dei comuni di ciascuna Comunità montana, da approvarsi entro il 31 dicembre 2008».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,27 per cento».

2.0.30

VITALI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Al comma 6-bis dell'articolo 76 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 sono soppresse le seguenti parole: "Alla riduzione si procede intervenendo prioritariamente sulle comunità che si trovano ad una altitudine media inferiore a settecentocinquanta metri sopra il livello del mare"».

2.0.708

FERRARA

Ritirato

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. All'articolo 77-bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, dopo il comma 5 è inserito il seguente:

        "5-bis. Per i comuni aventi popolazione superiore a 500.000 abitanti che nel triennio 2005-2007 presentano un indice medio di indebitamento di cui all'articolo 204 del decreto legislativo n. 267/2000 inferiore al 2 per cento e nel medesimo triennio non hanno attivato anticipazioni di tesoreria ed hanno rispettato il patto di stabilità, nel saldo finanziario non sono considerate le spese di investimento finanziate mediante l'assunzione di mutui"».

2.0.707

FERRARA

Ritirato

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. All'articolo 77-bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, dopo il comma 5 è inserito il seguente:

        "5-bis. Per i comuni delle aree individuate dall'obiettivo "Convergenza" del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, aventi popolazione superiore a 500.000 abitanti che nel triennio 2005-2007 presentano un indice medio di indebitamento di cui all'art. 204 del decreto legislativo n. 267/2000 inferiore al 2 per cento e nel medesimo triennio non hanno attivato anticipazioni di tesoreria ed hanno rispettato il patto di stabilità, nel saldo finanziario non sono considerate le spese di investimento finanziate mediante l'assunzione di mutui"».

2.0.2

MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. All'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, sopprimere il comma 8.

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

2.0.3

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Al comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112, convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, le parole: "non sono conteggiate" sono sostituite dalle seguenti: "possono non essere conteggiate"».

2.0.4

VITALI, MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Al comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, dopo le parole: "realizzazione di investimenti" la parola: "infrastrutturali" è soppressa».

2.0.5

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. All'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 dopo il comma 8, è aggiunto il seguente:

        "8-bis. Per l'anno 2009, nel caso in cui l'incidenza percentuale della differenza tra saldo programmatico 2008 e saldo programmatico 2009 sull'importo delle spese finali dell'anno 2007, al netto delle concessioni di crediti, risulti positiva e superiore al 20 per cento, il saldo programmatico per il 2009 è pari al saldo programmatico 2008 maggiorato del 20 per cento della suddetta spesa finale"».

        Conseguentemente:

            a) all'articolo 82, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento»;

            b) lo stanziamento iscritto, per l'anno 2009, nel Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, come integrato ai sensi dell'articolo 63 comma 10 del decreto-legge n. 112 del 2008, è ridotto di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011.

2.0.6

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. All'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 al comma 20, le parole: "agli anni 2008-2011" sono sostituite dalle seguenti: "agli anni 2009-2011"».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,25 per cento».

2.0.7

VITALI, MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Al comma 20, dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, primo periodo, dopo le parole: "sono ridotti" aggiungere le parole: ", per un importo pari alla differenza, se negativa, tra il saldo programmatico e il saldo reale e comunque per un importo non superiore"».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,27 per cento».

2.0.709

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Modifiche alla legge 6 agosto 2008 n. 133)

        1. Al comma 20, dell'articolo 77-bis del decreto legge 112 convertito in Legge n. 133 del 6 agosto 2008 sostituire la lettera a) con la seguente:

            "a) impegnare spese correnti in misura non superiore all'importo dell'ultimo anno in cui è stato rispettato il patto di stabilità"».

2.0.9

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. È abrogato il comma 30 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008».

2.0.8

VITALI, MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 32 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 inserire il seguente:

        "32-bis. Ai fini dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno i trasferimenti statali e regionali e provinciali possono essere conteggiati, in termini di competenza e di cassa, nella misura a tale titolo comunicata dall'amministrazione interessata».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,27 per cento».

2.0.10

VITALI, LUSI, LEGNINI, MERCATALI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 32 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 inserire il seguente:

        "32-bis. Il Ministero dell'economia e delle finanze, con apposito decreto, d'intesa con la conferenza unificata, fissa il livello programmato di pressione fiscale per ogni livello di governo, anche diversificandone la dinamica in ragione dello stato del prelievo fiscale di ogni singolo ente».

2.0.11

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI, STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 32 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 inserire il seguente:

        "32-bis. Le spese in conto capitale degli Enti locali già finanziate negli esercizi precedenti al 2009, che eccedono il limite di spesa stabilito dal patto di stabilità interno, possono essere anticipate a carico di un istituto di credito individuato con le vigenti procedure ad evidenza pubblica. Il contratto di anticipazione non può avere durata superiore ai 5 anni e deve prevedere una restituzione obbligatoria minima annuale del 20 per cento delle somme anticipate. I relativi interessi passivi restano ad esclusivo carico degli Enti locali"».

2.0.19

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 32 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 inserire il seguente:

        "32-bis. Le spese per investimento sostenute con l'avanzo di amministrazione non sono conteggiate ai fini dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno"».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

2.0.12

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 32 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112, convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008, aggiungere il seguente:

        "32-bis. Per l'anno 2008 ai singoli comuni, a titolo di conguaglio mancato gettito ICI prima casa di cui all'articolo 1 del decreto-legge n. 93 del 2008 convertito in legge n. 126 del 2008, viene erogato un importo pari alla differenza tra quanto già erogato a titolo di acconto e quanto risultante dalle certificazioni di cui al comma precedente. Tale erogazione sarà effettuata entro la scadenza della prima rata ICI 2009"».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,27 per cento».

2.0.20

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Dopo il comma 32 dell'articolo 77-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n.  112 convertito in legge n. 133 del 6 agosto 2008 inserire il seguente:

        "32-bis. Nel saldo finanziario utile per il rispetto del patto di stabilità interno non sono considerate le spese in conto capitale e di parte corrente sostenute dai comuni per il completamento dell'attuazione delle ordinanze emanate dal Presidente del Consiglio dei ministri a seguito di dichiarazione dello stato di emergenza. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sono individuati le spese di cui al periodo precedente, i comuni interessati e la misura riconosciuta a favore di ogni singolo comune entro l'importo complessivo di 5 milioni di euro per l'anno 2009"».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

2.0.21

VITALI, LEGNINI, MERCATALI, LUSI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Per gli enti locali sottoposti al patto di stabilità interno i corrispondenti maggiori oneri derivanti dai rinnovi contrattuali sono esclusi per l'anno 2009 dalle spese rilevanti ai fini del rispetto delle disposizioni del patto di stabilità interno».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

2.0.710

ZANETTA, SANTINI

Ritirato

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Comunità montane)

        1. Per l'anno 2009 il fondo ordinario di cui all'art. 34, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, è determinato in 140 milioni di euro. A decorrere dall'anno 2009 ad esso affluisce una quota parte, pari a 30 milioni di euro, del fondo complessivo di 50 milioni di euro disposto per l'anno 2009 dal comma 40 dell'art. 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, relativo al finanziamento del Fondo nazionale per la montagna.

        2. A decorrere dall'anno 2009 il suddetto fondo è consolidato, nella ulteriore misura di 90 milioni di euro per l'anno 2010 e di 60 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2011, a favore delle Regioni a statuto ordinario e trasferito alle medesime per le spese di funzionamento delle comunità montane riordinate in applicazione dell'art. 2, commi 17 e seguenti, della legge 27 dicembre 2007, n. 244, in quote per ciascuna regione determinate tramite intesa in sede di Conferenza Unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sulla base di criteri che tengano conto, in particolare, della consistenza della popolazione montana, dell'estensione territoriale e del numero dei Comuni di ciascuna Comunità montana, da approvarsi entro il 31 dicembre 2008».

2.0.25

VITALI, BASTICO

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

(Comunità montane)

        1. Per l'anno 2009 il fondo ordinario di cui all'articolo 34, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n, 504, è determinato in 120 milioni di euro. A decorrere dall'anno 2009 ad esso affluisce una quota parte, pari a 30 milioni di euro, del fondo complessivo di 50 milioni di euro disposto per l'anno 2009 dal comma 40 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, relativo al finanziamento del Fondo nazionale per la montagna.

        2. A decorrere dall'anno 2009 il suddetto fondo è consolidato, nella ulteriore misura di 70 milioni di euro per l'anno 2010 e di 40 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2011, a favore delle regioni a statuto ordinario e trasferito alle medesime per le spese di funzionamento delle comunità montane riordinate in applicazione dell'articolo 2, commi 17 e seguenti, della legge 27 dicembre 2007, n. 244, in quote per ciascuna regione determinate tramite intesa in sede di Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sulla base di criteri che tengano conto, in particolare, della consistenza della popolazione montana, dell'estensione territoriale e del numero dei comuni di ciascuna Comunità montana, da approvarsi entro il 31 dicembre 2008».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,27 per cento».

2.0.31

VITALI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. A decorrere dall'anno 2009, tutte le risorse erariali già attribuite direttamente dallo Stato nell'anno 2008 alle comunità montane affluiscono ad un fondo unico istituito per garantire i processi di riordino e di subentro di altri enti locali nelle funzioni svolte dalle comunità montane. Le risorse del fondo sono trasferite alle regioni sulla base di criteri di riparto stabiliti d'intesa in Conferenza unificata».

2.0.32

VITALI

V. testo 2

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Per gli enti che subentrano nei rapporti giuridici di comunità montane disciolte, la spesa correlata a detta successione non incide ai fini dell'applicazione delle norme in materia di patto di stabilità interno e limiti alle spese per il personale, nonché ai fini del rispetto di quanto stabilito dall'articolo 204, comma 1, del TUEL in materia di assunzione di mutui».

2.0.32 (testo 2)

VITALI

Approvato

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Agli enti che subentrano nei rapporti giuridici di comunità montane disciolte sono assegnati tutti i trasferimenti erariali già erogati alle comunità montane medesime - al netto delle riduzioni stabilite dall'articolo 2, comma 16, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 e dall'articolo 76, comma 6-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 - in particolare a titolo di contributo ordinario, di contributo consolidato e di contributo per investimenti».

2.0.33

VITALI

Ritirato

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Agli enti che subentrano nei rapporti giuridici di comunità montane disciolte sono assegnati tutti i trasferimenti erariali già erogati alle comunità montana medesime, in particolare a titolo di contributo ordinario, di contributo consolidato e di contributo per investimenti».

2.0.27

VITALI

Respinto

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Nei saldi finanziari non vanno considerate le spese in conto capitale relative alle opere da realizzare in attuazione dei programmi previsti dalla legge 21 dicembre 2001, n. 443, e successive deliberazioni CIPE».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

2.0.28

LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Al comma 275, articolo 1, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, dopo le parole: "dei comuni" aggiungere le seguenti: "e delle province"».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

2.0.29

MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Disposizioni varie in materia di rimborso agli enti locali dell'Iva pagata sui contratti di servizio per il trasporto pubblico locale)

        1. Fino al 31 dicembre 2011, la determinazione degli importi dell'IVA da rimborsare alle regioni a statuto ordinario e agli enti locali interessati ai sensi dell'articolo 9 comma 4, della legge 7 dicembre 1999, n. 472, e dell'articolo 6, comma 3, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, è effettuata al lordo delle quote dell'IVA spettanti alle regioni a statuto ordinario in base alla normativa vigente. È autorizzata la spesa di 350 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 per ristorare i predetti enti territoriali dei maggiori oneri sostenuti nel quadriennio 2004-2007 in cui il rimborso è stato operato al netto delle suddette quote di compartecipazione».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,26 per cento».

2.0.200 (testo 2)

IZZO

Ritirato e trasformato nell'odg G2.0.200

Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

        «Art. 2-bis. Dopo l'art. 13 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 è aggiunto il seguente:

            "Art. 13-bis. - (Servizi dei comuni e delle province in materia sanitaria):

            1. I comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti che siano sprovvisti di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale e che siano distanti oltre 30 chilometri da località dotate di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale o comunque siano ubicati in contesti territoriali caratterizzati da difficoltà di collegamenti stradali o da carenze di adeguati servizi di trasporto pubblico locale, hanno facoltà di istituire, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e per la regione, servizi locali di emergenza sanitaria di primo intervento, di continuità assistenziale sanitaria e di diagnostica di laboratorio, mediante convenzione con strutture private adeguatamente qualificate, individuate mediante procedure ad evidenza pubblica di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163.

        2. I comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti aventi le caratteristiche di cui al comma 1 possono disporre congiuntamente l'istituzione dei servizi di cui al comma precedente, purché la popolazione complessiva dei comuni medesimi risulti non inferiore a 5.000 abitanti. Per l'erogazione dei servizi di cui al comma 1 i comuni possono deliberare, in conformità alla normativa ed agli indirizzi regionali, l'istituzione di forme di partecipazione alla spesa sanitaria per l'accesso ai servizi erogati dalle strutture sanitarie comunali o intercomunali, in misura non superiore e con le medesime forme di esenzione previste in ambito regionale per l'accesso ai servizi erogati dalle strutture sanitarie pubbliche.

        3. Per l'erogazione dei servizi di cui al presente articolo i comuni doveranno definire:

            a) lo schema generale di riferimento del contratto di servizio da stipulare tra i comuni e le strutture sanitarie private;

            b) i parametri di dimensionamento dei servizi sanitari comunali, in coerenza con la dimensione e la densità delle popolazioni e con le caratteristiche geografiche ed orografiche dei territori interessati;

            c) i protocolli di erogazione dei servizi sanitari convenzionati, in coerenza con quanto stabilito per i servizi erogati dalle strutture sanitarie pubbliche;

            d) le forme e l'entità di partecipazione alla spesa sanitaria da parte degli utenti, ove deliberate dai comuni;

            e) il capitolato generale e gli schemi generali di riferimento dei bandi e dei capitolati speciali di gara per l'individuazione delle strutture private da convenzionare;

            f) lo schema generale di riferimento della carta dei servizi degli utenti delle strutture di cui al comma 1, in coerenza con la previsione di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n. 286;

            g) le modalità di certificazione annuale delle spese sostenute per l'erogazione dei servizi sanitari locali.

        4. Le Province, nell'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 19, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, hanno facoltà di erogare ai comuni di cui ai commi 1 e 2, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e la regione, contributi finanziari aventi specifica destinazione, per la parziale copertura delle spese relative all'erogazione dei servizi di cui al comma 1"».

2.0.711

ESPOSITO

Ritirato

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        Le disposizioni, i principi, le misure di salvaguardia della spesa pubblica, di cui all'articolo 3 comma 3 del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2007, n. 17, si interpretano come in nessun caso applicabili in favore di società, cooperative o altri soggetti privati».

2.0.712

AMORUSO

Ritirato

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Disposizioni in materia di spesa per le assunzioni di personale della polizia municipale e di sicurezza da parte degli enti locali)

        1. All'articolo 1, comma 557, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, è aggiunto infine il seguente periodo: "Le presenti disposizioni non si applicano in nessun caso per le assunzioni di personale della Polizia municipale e per le spese in materia di sicurezza da parte degli enti locali".

        2. All'articolo 76, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è aggiunto infine il seguente periodo: "La presente disposizione non si applica in nessun caso per le assunzioni di personale della Polizia municipale e per le spese in materia di sicurezza da parte degli enti locali".

        3. All'articolo 76, comma 5, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è aggiunto infine il seguente periodo: "In nessun caso le spese connesse alle assunzioni di personale della Polizia municipale e le spese in materia di sicurezza da parte degli enti locali partecipano ad individuare la riduzione dell'incidenza percentuale delle spese di personale rispetto al complesso delle spese correnti".

        4. Alla prima proposizione dell'articolo 76, comma 6, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è aggiunto infine il seguente periodo: ", e tenuto conto delle disposizioni di cui ai precedenti commi 4 e 5".

        5. All'articolo 76, comma 7, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è aggiunto infine il seguente periodo: "In analogia con i principi affermati nei precedenti commi 4, 5 e 6, al fine di determinare l'incidenza delle spese di personale, non vengono calcolate le spese per le assunzioni di personale della Polizia municipale da parte degli enti locali"».

2.0.713

BRICOLO, GARAVAGLIA MASSIMO, FILIPPI ALBERTO, FRANCO PAOLO, RIZZI, VALLI (*), MONTANI (*)

V. testo 2

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. A decorrere dal 1º gennaio 2009, al fine di adeguare le risorse destinate a ridurre la concorrenzialità delle rivendite di benzine e gasolio utilizzati come carburante per autotrazione situate nel territorio elvetico, è attribuita alle regioni confinanti con la Svizzera, una quota aggiuntiva di compartecipazione all'IVA determinata nella misura dell'onere finanziario relativo ai litri di carburante venduti a prezzo ridotto.

        2. La riduzione alla pompa del prezzo del gasolio e delle benzine per autotrazione utilizzate dai privati cittadini residenti nella regione per consumi personali, può essere disposta dalle regioni confinanti con la Confederazione elvetica, non facente parte dell'Unione europea, con propria legge, nel rispetto della normativa comunitaria, in modo tale da garantire che il prezzo non sia inferiore a quello praticato nello Stato confinante e che la riduzione sia differenziata nel territorio regionale in maniera inversamente proporzionale alla distanza dei punti vendita dal confine.

        3. La compartecipazione di cui al comma 1 è attribuita mensilmente a ciascuna regione sulla base dei quantitativi erogati a prezzo ridotto nell'anno precedente con conguaglio, entro il mese di aprile dell'anno successivo, sulla base dei dati di consuntivo rilasciati dall'Agenzia delle Dogane.

        4. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabilite le modalità di applicazione delle disposizioni del presente articolo e, annualmente, in sede di conguaglio di cui al comma 3, viene rideterminata la misura della quota di compartecipazione prevista al comma 1 al fine di assicurare la copertura finanziaria delle finalità del presente articolo.

        5. Con decorrenza dalla medesima data di cui al comma 1 è abrogato l'articolo 12 del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56.

        6. Al minor gettito derivante dall'applicazione del presente articolo, pari a 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2009, si fa fronte mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per gli anni 2009 e 2010 dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2008-2010, nell'ambito del programma «fondi di riserva e speciali» della missione "fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2008, allo scopo parzialmente utilizzando gli accantonamenti del Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali"».

________________

(*) Firma aggiunta in corso di seduta.

2.0.713 (testo 2)

BRICOLO, GARAVAGLIA MASSIMO, FILIPPI ALBERTO, FRANCO PAOLO, RIZZI, VALLI, MONTANI

Approvato

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Disposizione in materia di regime fiscale dei carburanti per autotrazione)

        1. A decorrere dal 1º gennaio 2009, al fine di adeguare le risorse destinate a ridurre la concorrenzialità delle rivendite di benzine e gasolio utilizzati come carburante per autotrazione situate nel territorio elvetico, è attribuita alle regioni confinanti con la Svizzera, una quota aggiuntiva di compartecipazione all'IVA determinata nella misura dell'onere finanziario relativo ai litri di carburante venduti a prezzo ridotto.

        2. La riduzione alla pompa del prezzo del gasolio e delle benzine per autotrazione utilizzate dai privati cittadini residenti nella regione per consumi personali, può essere disposta dalle regioni confinanti con la Confederazione elvetica, non facente parte dell'Unione europea, con propria legge, nel rispetto della normativa comunitaria, in modo tale da garantire che il prezzo non sia inferiore a quello praticato nello Stato confinante e che la riduzione sia differenziata nel territorio regionale in maniera inversamente proporzionale alla distanza dei punti vendita dal confine.

        3. La compartecipazione di cui al comma 1 è attribuita mensilmente a ciascuna regione sulla base dei quantitativi erogati a prezzo ridotto nell'anno precedente con conguaglio, entro il mese di aprile dell'anno successivo, sulla base dei dati di consuntivo rilasciati dall'Agenzia delle Dogane.

        4. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabilite le modalità di applicazione delle disposizioni del presente articolo e, annualmente, in sede di conguaglio di cui al comma 3, viene rideterminata la misura della quota di compartecipazione prevista al comma 1 al fine di assicurare la copertura finanziaria delle finalità del presente articolo.

        5. Con decorrenza dalla medesima data di cui al comma 1 è abrogato l'articolo 12 del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56.

        6. Al minor gettito derivante dall'applicazione del presente articolo, nei limiti di 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2009, si provvede mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella c della legge 24 dicembre 2007, n. 244.».

2.0.714

FRANCO PAOLO, BRICOLO, FILIPPI ALBERTO, GARAVAGLIA MASSIMO

Ritirato e trasformato nell'odg G2.0.714

Dopo l'articolo 2, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

        1. Al titolo II del libro II del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) all'articolo 565, primo comma, le parole: "allo Stato" sono sostituite dalle seguenti: "al comune di residenza, secondo quanto stabilito dall'articolo 586";

            b) il capo III è sostituito dal seguente:

        "Capo III DELLA SUCCESSIONE DEI COMUNI

        Art. 586. - (Acquisto dei beni da parte del comune). - In mancanza di altri successibili, l'eredità è devoluta al comune di residenza. L'acquisto si opera di diritto senza bisogno di accettazione e non può farsi luogo a rinunzia.

        Nel caso di residenza all'estero, l'eredità è devoluta al comune di ultima residenza in Italia.

        I comuni non rispondono dei debiti ereditari e dei legati oltre il valore dei beni acquistati.

        Art. 586-bis. - (Utilizzo dei proventi dell'eredità). - Il comune utilizza i proventi dell'eredità acquisita ai sensi dell'articolo 586 per realizzare iniziative di interesse sociale a favore di persone in condizioni di disagio economico, sociale o psicofisico.

        Con gli stessi proventi, il comune può inoltre costituire fondazioni aventi per scopo la realizzazione delle iniziative di cui al primo comma. I componenti dei consigli di amministrazione delle fondazioni sono designati dal sindaco sulla base degli indirizzi stabiliti dal consiglio comunale.

        Il comune può altresì assegnare i proventi dell'eredità a enti privati impegnati nel territorio comunale nella realizzazione delle iniziative di cui al primo comma".

        2. Alle minori entrate al Bilancio dello Stato derivanti dall'applicazione del precedente comma, e pari a 100.000 euro annui a decorrere dall'anno 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa al Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307;

        3. II Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

2.0.800/1

MERCATALI, LEGNINI

Respinto

All'emendamento 2.0.800, all'articolo 2-bis, ivi richiamato, sopprimere il comma 5.

2.0.800/2

MERCATALI, LEGNINI

Respinto

All'emendamento 2.0.800, all'articolo 2-bis, ivi richiamato, sopprimere il comma 6.

2.0.800/3

MERCATALI, LEGNINI

Respinto

All'emendamento 2.0.800, all'articolo 2-bis, ivi richiamato, sopprimere il comma 7.

2.0.800/4

MASCITELLI

Id. em. 2.0.800/3

All'emendamento 2.0.800, all'articolo 2-bis, ivi richiamato, sopprimere il comma 7.

2.0.800/5

MASCITELLI

Respinto

All'emendamento 2.0.800, al comma 7, sostituire le parole: «31 gennaio 2009» con le seguenti: «30 giugno 2009».

2.0.800

IL RELATORE

Approvato

Dopo l'articolo 2,è inserito il seguente:

«Art. 2-bis.

(Disposizioni per gli enti locali)

        1. Ai fini dell'approvazione del bilancio di previsione degli enti locali e della verifica della salvaguardia degli equilibri di bilancio sono confermate, per l'anno 2009, le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2004, n. 314, convertito, con modificazioni, dalla legge 1º marzo 2005, n. 26.

        2. Per l'anno 2009 i trasferimenti erariali in favore di ogni singolo ente sono determinati in base alle disposizioni recate dall'articolo 2, comma 2, della legge 24 dicembre 2007, n.  244 ed alle modifiche delle dotazioni dei fondi successivamente intervenute.

        3. Le disposizioni in materia di compartecipazione provinciale al gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche di cui all'articolo 31, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n.  289, confermate per l'anno 2008 dall'articolo 2, comma 3, della legge n.  244 del 2007 sono prorogate per l'anno 2009.

        4. All'articolo 160, comma 1 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267, la lettera e) è sostituita dalla seguente:

            "e) i modelli relativi al conto del bilancio e la tabella dei parametri gestionali;".

        5. All'articolo 161, comma 1 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267, il secondo periodo è sostituito dal seguente: "Le certificazioni sono firmate dal segretario, dal responsabile del servizio finanziario e dall'organo di revisione economico-finanziario".

        6. Al Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267, sono apportate le seguenti modifiche:

            a) all'articolo 151, comma 7, le parole: "30 giugno" sono sostituite dalle seguenti: "30 aprile":

            b) all'articolo 226, comma 1, le parole: "due mesi" sono sostituite dalle seguenti:

"30 giorni";

            c) all'articolo 227, comma 2, le parole: "30 giugno" sono sostituite dalle seguenti: "30 aprile";

            d) all'articolo 233, comma 1, le parole: "due mesi" sono sostituite dalle seguenti: "30 giorni".

        7. Le dichiarazioni di cui all'articolo 2, comma 4, del Regolamento recante "Determinazione delle rendite catastali e conseguenti trasferimenti erariali ai comuni", adottato con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, del 1º luglio 2002, n.  197, attestanti il minor gettito dell'imposta comunale sugli immobili derivante da fabbricati del gruppo catastale D per ciascuno degli anni 2005 e precedenti, anche se già presentate, devono essere trasmesse al Ministero dell'interno, a pena di decadenza, entro il 31 gennaio 2009 ed essere corredate da un'attestazione, a firma del responsabile del servizio finanziario dell'ente locale, nonchè asseverate dall'organo di revisione, che evidenzi le minori entrate registrate per ciascuno degli anni 2005 e precedenti e i relativi contributi statali a tale titolo comunicati.».

ORDINI DEL GIORNO

G2.0.200 (già em. 2.0.200 testo 2)

IZZO

Non posto in votazione (*)

Il Senato, in sede di esame del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali (Atto Senato 1083),

        premesso che:

            l'attuazione delle politiche di contenimento della spesa sanitaria hanno imposto alle Regioni una radicale rimodulazione della presenza sul territorio delle strutture che erogano servizi sanitari ai cittadini, con particolare riferimento ai servizi di emergenza sanitaria di primo intervento, di continuità assistenziale sanitaria e di diagnostica di laboratorio;

            in molte regioni l'attuazione di tali interventi ad opera delle Regioni ha determinato la sospensione di molti servizi e la soppressione di strutture sanitarie locali, presenti anche da lungo tempo sul territorio, penalizzando in maniera sensibile soprattutto i territori e le comunità di minore entità demografica;

            il perseguimento di tali obiettivi da parte delle Regioni, pur nella doverosa collaborazione istituzionale nella realizzazione delle strategie del Governo e del Parlamento orientate al riequilibrio del bilancio dello Stato ed al contenimento delle dinamiche espansive della spesa pubblica, non può tuttavia determinare fortissime ed ingiuste discriminazioni nei confronti delle comunità minori che, soprattutto nel Mezzogiorno, siano distanti da località dotate di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale o comunque siano ubicate in contesti territoriali caratterizzati da difficoltà di collegamenti stradali o da carenze di adeguati servizi di trasporto pubblico locale;

            i principi di sussidiarietà di adeguatezza di cui al comma 1 dell'articolo 118 della Costituzione impongono l'adozione di interventi legislativi che consentano ai Comuni ed alle Province, senza oneri per lo Stato e le Regioni, di erogare servizi sanitari di primo intervento, di continuità assistenziale sanitaria e di diagnostica di laboratorio sui propri territori, anche mediante convenzione con strutture private adeguatamente qualificate ed individuate con procedure ad evidenza pubblica,

        impegna il Governo:

            ad assicurare, pur nel rispetto dell'autonomia organizzativa e decisionale delle Regioni in materia sanitaria, il doveroso indirizzo e coordinamento generale delle politiche di razionalizzazione e rimodulazione della presenza delle strutture sanitarie sul territorio, con particolare riferimento alla necessità di assicurare in ogni caso il mantenimento dei livelli essenziali dell'assistenza sanitaria, in coerenza con i principi di cui all'articolo 117 comma 1 lettera m) della Costituzione, da garantire su tutto il territorio nazionale ed a tutti i cittadini senza discriminazioni di sorta;

            ad assicurare, pur coerentemente con le necessità derivanti dall'attuazione delle politiche di razionalizzazione della spesa sanitaria, la pari dignità dei cittadini e dei territori della Repubblica nella fruizione di livelli adeguati e sostenibili di prestazioni sanitarie, con particolare riferimento alle prestazioni di emergenza e di continuità assistenziale;

            ad avviare una specifica iniziativa legislativa, previo confronto in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni ed autonomie locali, al fine di autorizzare, in attuazione dei principi di sussidiarietà e adeguatezza di cui al comma 1 dell'articolo 118 della Costituzione, i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti che siano sprovvisti di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale e che siano distanti da località dotate di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale o comunque siano ubicati in contesti territoriali caratterizzati da difficoltà di collegamenti stradali o da carenze di adeguati servizi di trasporto pubblico locale, ad istituire, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e per la Regione, servizi locali di emergenza sanitaria di primo intervento, di continuità assistenziale sanitaria e di diagnostica di laboratorio, mediante convenzione con strutture private adeguatamente qualificate ed individuate mediante procedure ad evidenza pubblica di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;

            a prevedere nel provvedimento legislativo in questione la possibilità per i Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti aventi le caratteristiche innanzi descritte di associarsi tra loro, allo scopo di istituire i servizi precedentemente richiamati, purché la popolazione complessiva dei comuni associati risulti non inferiore a 5.000 abitanti, nonché la possibilità per le Province di erogare ai Comuni, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e la regione, contributi finanziari aventi specifica destinazione, per la parziale copertura delle spese relative all'erogazione dei servizi sanitari locali in questione.

________________

(*) Accolto dal Governo

G2.0.714 (già em. 2.0.714)

FRANCO PAOLO, BRICOLO, FILIPPI ALBERTO, GARAVAGLIA MASSIMO

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

        in sede di esame del disegno di legge n. 1083,

        impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 2.0.714.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 3.

(Definizione dei piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali)

        1. All'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, dopo il comma 6 è inserito il seguente:

        «6-bis. I piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali, devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma, già a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con la procedura di cui all'articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, diffida le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica. Ove le regioni e gli enti locali competenti non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, nomina un commissario ad acta. Gli eventuali oneri derivanti da tale nomina sono a carico delle regioni e degli enti locali.».

EMENDAMENTI

3.1

LEGNINI, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, VITALI, ZAVOLI

Respinto

Sopprimere l'articolo.

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

3.900/1

RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, BASTICO, SOLIANI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, VITA, ZAVOLI

Respinto

All'emendamento 3.900, al capoverso 4-sexies, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «indicati nel comma 6».

        Conseguentemente dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:

        «1-bis. Al comma 6 dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: "456 milioni di euro" sono sostituite dalle seguenti: "228 milioni di euro".

        1-ter. Al comma 16 dell'articolo 81 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazionì, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sostituire le parole: "5,5" con le seguenti: "6,5"».

3.900/2

D'ALIA

Respinto

All'emendamento 3.900, aggiungere, in fine, il seguente comma:

        «4-septies. In ogni caso il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e di dimensionamento della rete scolastica non può determinare la chiusura degli edifici scolastici nelle isole minori e nei comuni montani».

3.900/3

LEGNINI

Respinto

All'emendamento 3.900, al comma 1, dopo il capoverso 4-sexies, aggiungere il seguente:

        «4-quinquies. Dai piani di dimensionamento di cui al presente articolo, sono esclusi gli istituti scolastici ubicati nei comuni di montagna, così come individuati dall'articolo 1, comma 3, della legge 31 gennaio 1994, n. 97».

        Conseguentemente al comma 16 dell'articolo 81 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni. dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sostituire le parole: «5,5» con le seguenti: «6,5».

3.900/4

ADAMO

Respinto

All'emendamento 3.900, dopo il comma 1, dell'articolo 3, ivi richiamato, aggiungere, in fine, il seguente comma:

        «1-bis. All'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, il comma 4-bis è soppresso».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

3.900/5

ADAMO

Respinto

All'emendamento 3.900, dopo il comma l dell'articolo 3, ivi richiamato, aggiungere, in fine, il seguente:

        «1-bis. All'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, al comma 9, ultimo periodo, le parole: "ed integrale" sono soppresse».

3.900

La Commissione

Approvato

Sostituire l'articolo 3 con il seguente:

        «Art. 3. - (Definizione dei piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali) - 1. All'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112. convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, dopo il comma 4-ter sono inseriti i seguenti:

        "4-quater. Ai fini del conseguimento degli obiettivi di cui al presente articolo, le Regioni e gli enti locali, nell'ambito delle rispettive competenze, per l'anno scolastico 2009/2010, assicurano il dimensionamento delle istituzioni scolastiche autonome nel rispetto dei parametri fissati dall'articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233, da realizzarsi comunque non oltre il 31 dicembre 2008, in ogni caso per il predetto anno scolastico la consistenza numerica dei punti di erogazione dei servizi scolastici non deve superare quella relativa al precedente anno scolastico 2008/2009.

        4-quinquies. Per gli anni scolastici 2010/2011 e 2011/2012, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, promuovono, entro il 15 giugno 2009, la stipula di un'intesa in sede di Conferenza unificata per disciplinare l'attività di dimensionamento della rete scolastica, ai sensi del comma 4, lettera f)-ter, con particolare riferimento ai punti di erogazione del servizio scolastico. Detta intesa prcvede la definizione dei criteri finalizzati alla riqualificazione del sistema scolastico, al contenimento della spesa pubblica nonchè ai tempi e alle modalità di realizzazione, mediante la previsione di appositi protocolli d'intesa tra le Regioni e gli uffici scolastici regionali.

        4-sexies. In sede di Conferenza unificata si provvede al monitoraggio dell'attuazione delle disposizioni di cui ai commi 4-quater e 4-quinquies; in relazione agli adempimenti di cui al comma 4-quater il monitoraggio è finalizzato anche all'adozione, entro il 15 febbraio 2009, degli eventuali interventi necessari per garantire il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica"».

3.5

BASTICO, LEGNINI, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, VITALI, ZAVOLI

Precluso

Al comma 1, capoverso 6-bis, sostituire la parola: «ridimensionamento», ovunque ricorra, con la seguente: «dimensionamento».

3.8

LUSI, MERCATALI, GARAVAGLIA MARIAPIA, RUSCONI, LEGNINI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI, VITALI, STRADIOTTO

Precluso

Al comma 1, capoverso 6-bisprimo periodo, sostituire le parole: «dall'anno scolastico 2009/2010» con le parole: «dall'anno scolastico 2010/2011».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,27 per cento».

3.6

LEGNINI, RUSCONI, BASTICO, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, VITALI, ZAVOLI

Precluso

Al comma 1, capoverso 6-bis, primo periodo, sostituire le parole: «30 novembre» con le seguenti: «31 dicembre».

3.7

MERCATALI, BASTICO, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, LEGNINI, LUSI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, VITALI, ZAVOLI

Precluso

Al comma 1, capoverso 6-bis, primo periodo, sostituire le parole: «30 novembre» con le seguenti: «15 dicembre».

3.9

BASTICO, LEGNINI, GARAVAGLIA MARIAPIA, RUSCONI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI, MERCATALI, LUSI, VITALI, STRADIOTTO

Precluso

Al comma 1, capoverso 6-bis, sopprimere il secondo, il terzo ed il quarto periodo.

3.200

D'ALIA

Precluso

Al comma 1, capoverso 6-bissecondo periodo sostituire le parole: «su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze» con le parole: «su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca» e le parole: «di concerto con il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca» con le parole: «di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze».

3.10

LEGNINI, MERCATALI, LUSI, GARAVAGLIA MARIAPIA, RUSCONI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI, VITALI

Precluso

Al comma 1, capoverso 6-bis, secondo periodo, sostituire le parole: «sentito il Ministro per i rapporti con le regioni» con le seguenti: «sentiti il Ministro per i rapporti con le regioni e la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,».

3.11

LUSI, LEGNINI, MERCATALI, GARAVAGLIA MARIAPIA, RUSCONI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI, VITALI

Precluso

Al comma 1, capoverso «6-bis», secondo periodo, sostituire le parole: «quindici giorni» con le seguenti: «sessanta giorni».

3.12

MERCATALI, LEGNINI, LUSI, GARAVAGLIA MARIAPIA, RUSCONI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI, VITALI

Precluso

Al comma 1, capoverso «6-bis», secondo periodo, sostituire le parole: «quindici giorni» con le seguenti: «quarantacinque giorni».

3.13

LUSI, MERCATALI, SOLIANI, GARAVAGLIA MARIAPIA, RUSCONI, LEGNINI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, VERONESI, VITA, ZAVOLI, VITALI

Precluso

Al comma 1, capoverso «6-bis», sopprimere il terzo ed il quarto periodo.

3.15

MERCATALI, LEGNINI, LUSI, GARAVAGLIA MARIAPIA, RUSCONI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI, VITALI

Precluso

Al comma 1, capoverso «6-bis», terzo periodo, sostituire le parole: «sentito il Ministro per i rapporti con le regioni» con le seguenti: «sentiti il Ministro per i rapporti con le regioni e la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281».

3.16

BASTICO, LEGNINI, LUSI, FRANCO VITTORIA, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, CERUTI, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, VERONESI, SOLIANI, VITA, ZAVOLI, MERCATALI, VITALI

Precluso

Al comma 1, capoverso «6-bis», sopprimere il quarto periodo.

3.17

LEGNINI, GARAVAGLIA MARIAPIA, LUSI, FRANCO VITTORIA, RUSCONI, BASTICO, CERUTI, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, VERONESI, SOLIANI, VITA, ZAVOLI, MERCATALI, VITALI

Precluso

Al comma 1, capoverso «6-bis», al quarto periodo, sostituire le parole: «a carico delle regioni e degli enti locali» con le seguenti: «a carico del bilancio dello Stato».

3.250

D'ALIA, PETERLINI (*)

Ritirato e trasformato nell'odg G3.250

Al comma 1, dopo il capoverso «6-bis», ivi richiamato, aggiungere il seguente:

        «6-ter. In ogni caso le scuole ubicate in zone di montagna e nelle isole minori o, comunque, in zone disagiate non rientrano negli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, entro due mesi dall'approvazione della presente legge, stabilisce i criteri per la definizione delle zone disagiate».

________________

(*) Firma aggiunta in corso di seduta.

3.18

BASTICO, LEGNINI, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI

Precluso

Al comma 1, dopo il capoverso «6-bis», aggiungere il seguente:

        «6-ter. Dai piani di dimensionamento di cui al comma "6-bis", sono esclusi gli istituti scolastici ubicati nei comuni di montagna, così come individuati dall'articolo 1, comma 3, della legge 31 gennaio 1994, n. 97».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,26 per cento».

3.21

BASTICO, LUSI, LEGNINI, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI

Precluso

Al comma 1, dopo il capoverso «6-bis», aggiungere il seguente:

        «6-ter. Dai piani di dimensionamento di cui al comma "6-bis," sono esclusi gli istituti scolastici ubicati nei comuni delle isole minori».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,25 per cento».

3.22

BASTICO, LEGNINI, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI

Precluso

Al comma 1, dopo il capoverso «6-bis», aggiungere il seguente:

        «6-ter. Dai piani di dimensionamento di cui al comma "6-bis", sono esclusi gli istituti scolastici ubicati nei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,27 per cento».

ORDINI DEL GIORNO

G3.100

D'ALIA

Respinto

Il Senato,

            in sede di esame del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali (A.S. 1083),

        premesso che:

            l'articolo 3 stabilisce che i piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali, devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica già a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno;

            si stabilisce inoltre che il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, diffidi le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica. Ove le regioni e gli enti locali competenti non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio dei Ministri, nuovamente su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nomina un commissario ad acta;

            la disposizione che prevede la nomina di un commissario ad acta con oneri a carico delle regioni e degli enti locali appare in contrasto con la previsione di cui all'articolo 27 della legge di contabilità, ove si impone l'obbligo di stabilire una copertura finanziaria in caso di norme con oneri a carico di enti pubblici;

        impegna il Governo

        a prevedere che la proposta di diffida per gli enti inadempienti e la proposta di nomina del commissario ad acta provengano dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, anziché dal Ministro dell'economia e delle finanze;

        a prevedere una copertura finanziaria per la nomina del commissario ad acta.

G3.101

D'ALIA

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di esame del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali (A.S. 1083),

        premesso che:

            l'articolo 3 stabilisce che i piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali, devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica, già a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno;

            da tali provvedimenti è atteso un taglio di numerosi istituti scolastici in tutto il Paese, con particolare riguardo a quelli presenti nei piccoli comuni;

            la scuola elementare italiana è al quinto posto nelle classifiche internazionali per i buoni risultati dei suoi alunni;

            perfino l'ufficio stampa della Cei, insieme al mondo della cultura e della politica, si domanda come mai il Governo stia intervenendo in maniera così iniqua nei confronti della scuola, dell'università e dell'istruzione in genere;

            di scuole elementari ce ne sono in ogni paese, anche in quelli piccoli sulle montagne, che abbondano in Italia, o nelle piccole isole e chi conosce queste realtà sa che la chiusura di una scuola elementare rappresenta spesso per quelle comunità l'inizio della disgregazione, la negazione di un tratto identitario fondamentale;

        impegna il Governo

            ad escludere dagli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica tutte le scuole ubicate in zone di montagna, nelle piccole isole e nelle zone disagiate in genere.

________________

(*) Accolto dal Governo come raccomandazione

G3.200

GARAVAGLIA MASSIMO

Ritirato

Il Senato,

        premesso che:

            l'art. 3, comma 3 introduce un meccanismo straordinario finalizzato a consentire ai Comuni di ripianare i disavanzi, anche di spesa corrente, a valere sulle risorse assegnate al Fondo per le aree sottoutilizzate;

            considerata la straordinarietà della misura di ripiano dei disavanzi in titolo, è necessario avviare un percorso di risanamento dei bilanci dei Comuni interessati, al fine di garantire il ripristino dell'equilibrio economico-finanziario anche attraverso una responsabilizzazione dei relativi amministratori;

        impegna il Governo:

            a vincolare l'attuazione dell'articolo 3, comma 3 alla presentazione, da parte dei Comuni interessati, di un piano di rientro pluriennale recante le misure di risanamento della situazione debitoria, prevedendo anche una responsabilità personale degli amministratori locali nel caso in cui permanga una situazione di disavanzo imputabile ad una responsabilità gestionale dell'amministrazione comunale;

            ad intendere l'articolo 3, comma 3 come misura transitoria di anticipazione di risorse, destinata a trovare nuova regolazione in sede di attuazione del federalismo fiscale.

G3.201

LUMIA

Respinto

Il Senato,

            in sede di esame del decreto legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali (A.S. 1083);

        premesso che:

            la Sicilia è una regione a statuto speciale;

            i provvedimenti adottati finora dal Governo in materia di istruzione producono delle forti ricadute negative e pesanti conseguenze, senza tener conto della competenza autonoma delle regioni a statuto speciale;

            il problema del precariato della scuola mortifica il ruolo degli insegnanti, impedisce la continuità del lavoro della scuola, la sua capacità progettuale e mette seriamente in discussione la qualità della didattica, oltre a rappresentare un danno per il futuro lavorativo di tanti giovani;

            il Governo Prodi nel corso della XV legislatura ha approvato, attraverso le due leggi finanziarie, provvedimenti importanti, volti a risolvere il problema della precarietà degli insegnanti;

            come noto, la legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), ha autorizzato l'immissione in ruolo di 150.000 docenti e di 20 mila unità di personale tecnico ausiliare (Ata) nel triennio 2007, 2008 e 2009, inoltre, la legge n. 244 del 2007 (finanziaria 2008) ha previsto la stabilizzazione di circa 17 mila insegnanti di sostegno e di ulteriori 10 mila unità di personale tecnico ausiliare nel triennio 2008,2009 e 2010;

            secondo fonti ministeriali, il piano di assunzioni, così come previsto dalle suddette leggi finanziarie del precedente Governo Prodi, ha già avviato, nel giugno 2006, la stabilizzazione di 20 mila docenti e di 3.500 unità di personale tecnico ausiliare (Ata) e nel maggio 2007 la stabilizzazione di 50 mila docenti e di 10 mila unità di personale tecnico ausiliare (Ata);

            nel solo anno scolastico 2008/09, nella scuola siciliana, l'aumento di 4-5 alunni per classe ha causato un taglio di 2626 posti di lavoro (2500 insegnanti e 126 personale ATA). Taglio confermato anche per il prossimo anno scolastico. Un dato fra tutti: a Palermo nell'anno scolastico 2008/09, nella scuola primaria, sono stati conferiti incarichi annuali solo a 60 docenti contro i 200 dell'anno scolastico 2007/08;

            i tagli suindicati, ad abundantiam, subiranno un ulteriore aumento con l'introduzione dei provvedimenti contenuti nel decreto 112/2008, convertito nella legge n. 133 del 2008 (cosiddetta manovra d'estate) e applicato dai «decreti Gelmini», i cui effetti saranno il ritorno al maestro unico per la scuola primaria; la riduzione delle ore di lettere e di tecnologia nella scuola secondaria di I grado; la riduzione dell'orario settimanale a 32 ore per gli istituti tecnici e professionali e a 30 per i licei; il taglio di 100 scuole, quelle «sottodimensionate» con meno di 500 alunni;

            in Sicilia questi provvedimenti porteranno ad una riduzione, complessivamente, di oltre 15 mila posti di lavoro nei prossimi tre anni.

        Considerato che:

            l'aumento del numero degli alunni per classe, spesso in edifici scolastici fatiscenti e non a norma o in aule di dimensioni molto ridotte, ha comportato, in molte scuole, l'abbassamento della qualità dell'azione didattica e il rallentamento dei processi di apprendimento (in alcune scuole del centro storico di Catania e di Palermo le aule sovraffollate, con i banchi dei ragazzi addirittura a ridosso della cattedra, non consentono ai discenti di socializzare e di vivere la scuola come luogo educativo);

            le province di Messina ed Enna sono composte per il 70 per cento da territorio definito di montagna. Le riduzioni delle sedi scolastiche, previste dal decreto-legge n. 137 e dal decreto-legge n. 154, in quei cosiddetti comuni di montagna, vedrà in queste province classi stracolme di alunni a discapito della loro crescita sociale e culturale. Identica situazione si ripeterà per le isole Egadi, Eolie, Pelagie, Pantelleria ed Ustica - classi piccole, ma con numero elevato di alunni;

            l'applicazione della «Riforma» Gelmini/Tremonti creerà un elevato numero di soprannumerari, che saranno costretti ad essere utilizzati per le supplenze, con un devastante effetto sulla qualità della scuola e sulle professionalità dei lavoratori;

            provvedimenti di una tale entità mai nella storia della scuola italiana sono stati presi senza prima essere condivisi e contestualizzati sul piano pedagogico-didattico e socioculturale. L'operazione è solo destrutturante, non in grado di riformare e migliorare il sistema scolastico italiano e frammentaria in quanto contenuta in ben quattro distinti provvedimenti, senza nessun profilo coerente con interventi di significato didattico e pedagogico;

        impegna il Governo:

            a ridefinire le misure previste in accordo con la regione Sicilia;

            a portare a compimento il piano di stabilizzazione avviato dal Governo Prodi nella scorsa legislatura ed a rispettare il piano di assunzioni previsto dalle suddette leggi.

G3.250 (già em. 3.250)

D'ALIA, PETERLINI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

        in sede di esame del disegno di legge n. 1083,

        impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 3.250.

________________

(*) Accolto dal Governo

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 3

3.0.250 (già 3.23)

ADAMO, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, VITALI, ZAVOLI

Respinto

Dopo l'articolo 3,inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

        «All'articolo 16 comma 1 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sostituire nel secondo periodo le parole: "a maggioranza assoluta" con le seguenti: "a maggioranza dei due terzi"».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

3.0.251 (già 3.24)

ADAMO, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, VITALI, ZAVOLI

Respinto

Dopo l'articolo 3,inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

        «All'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sopprimere il comma 4-bis».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

3.0.2

BASTICO, LEGNINI, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI

Respinto

Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

«Art. 3-bis.

        1. All'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, al comma 9, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) al primo periodo, le parole: "nella misura del 30 per cento" sono sostituite dalle seguenti: "nella misura del 50 per cento";

            b) dopo il primo periodo è aggiunto il seguente: "La restante quota parte delle economie di spesa di cui al comma 6 è destinata al finanziamento del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi, di cui alla legge 18 dicembre 1997, n. 440"».

3.0.1

ADAMO, LEGNINI, BASTICO, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, ZAVOLI

Respinto

Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

«Art. 3-bis.

        1. All'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, al comma 9, ultimo periodo, le parole: "ed integrale" sono soppresse.

3.0.3

ADAMO, RUSCONI, GARAVAGLIA MARIAPIA, MERCATALI, LUSI, BASTICO, CERUTI, FRANCO VITTORIA, MARCUCCI, SERAFINI ANNA MARIA, SOLIANI, VERONESI, VITA, VITALI, ZAVOLI

Respinto

Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

«Art. 3-bis.

        All'articolo 66 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sopprimere i commi 2, 3,4 e 5».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,20 per cento».

3.0.5

LEGNINI, RUSCONI

Respinto

Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

«Art. 3-bis.

        1. La riserva dei posti di cui al comma 4 dell'articolo 12 del decreto legislativo 1º dicembre 1997, n. 468, si applica ai collaboratori scolastici, assunti in ruolo per effetto di provvedimenti giudiziari pendenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge. Le assunzioni di cui al presente comma sono considerate in soprannumero rispetto alla dotazione organica vigente.

        2. All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo si provvede, nel limite massimo di spesa di 2 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008, mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa, come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244».

ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 4.

(Proroga di termini per gli enti locali)

        1. All'articolo 2, comma 28, secondo periodo, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, le parole: «A partire dal 30 settembre 2008» sono sostituite dalle seguenti: «A partire dal 1º gennaio 2009».

EMENDAMENTI

4.1

MOLINARI

Respinto

Dopo il comma 1, inserire i seguenti:

        «1-bis. All'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207, le parole: "30 giugno 2008" sono sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 2008".

        1-ter. All'onere derivante dall'attuazione del comma 1-bis pari a 1 milione di euro per l'anno 2008, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto ai fini del bilancio triennale 2008-2010, nell'ambito del programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2008, allo scopo parzialmente utilizzando il medesimo accantonamento».

4.2

BOSCETTO

Approvato

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

        «1-bis. All'articolo 26, comma 4-bis, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, le parole: "disciplinare entro il 31 dicembre 2008" sono sostituite dalle parole: "disciplinare entro il 31 dicembre 2009"».

4.300 (già 4.0.1)

VITALI

Respinto

Dopo il comma 1 aggiungere i seguenti:

        «1-bis. Nelle more della completa attuazione delle disposizioni recate dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, il regime di prelievo relativo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti adottato in ciascun comune per l'anno 2008 resta invariato anche per l'anno 2009.

        1-ter. In materia di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, continuano ad applicarsi le disposizioni degli articoli 18, comma 2, lettera d), e 57, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22».

        Conseguentemente, all'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, le parole: «0,30 per cento», sono sostituite dalle seguenti: «0,27 per cento».

4.3

BOSCETTO

Ritirato

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

        «1-bis. Nelle more della completa attuazione delle disposizioni recate dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, il regime di prelievo relativo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti adottato in ciascun comune per l'anno 2008 resta invariato anche per l'anno 2009».

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 4

4.0.700

VACCARI, BRICOLO, GARAVAGLIA MASSIMO, FILIPPI ALBERTO, FRANCO PAOLO, MAZZATORTA, MURA, RIZZI, VALLARDI

Ritirato e trasformato nell'odg G4.0.700

Dopo l'articolo 4, inserire il seguente:

«Art. 4-bis.

        1. Dopo l'articolo 12 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 è inserito il seguente:

        "Art. 12-bis. - (Informatizzazione dell'attività istituzionale degli Enti locali). 1. Gli Enti locali di cui alla presente legge possono prevedere nel proprio statuto lo svolgimento in via telematica delle riunioni delle proprie Giunte, determinandone le relative modalità"».

4.0.701

STRADIOTTO

Respinto

Dopo l'articolo 4, inserire il seguente:

«Art. 4-bis.

(Modifiche alla legge 24 dicembre 2007 n. 244)

        All'articolo 1, comma 166, lettera a), della legge 24 dicembre 2007, n. 244 le parole: "e per l'anno 2008" sono così modificate: "e per gli anni 2008 e 2009"».

ORDINE DEL GIORNO

G4.0.700 (già em. 4.0.700)

VACCARI, BRICOLO, GARAVAGLIA MASSIMO, FILIPPI ALBERTO, FRANCO PAOLO, MAZZATORTA, MURA, RIZZI, VALLARDI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

        in sede di esame del disegno di legge n. 1083,

        impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 4.0.700.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 5.

(Riprogrammazione delle risorse di cui alla delibera CIPE del 30 settembre 2008)

        1. Al comune di Roma è assegnato un contributo ordinario di 500 milioni per l'anno 2008, finalizzato al rimborso alla Cassa depositi e prestiti della somma erogata a titolo di anticipazione finanziaria ai sensi dell'articolo 78, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. Al rimborso provvede direttamente il Ministero dell'economia e delle finanze, in nome e per conto del comune di Roma.

        2. Alla copertura degli oneri si provvede, per l'anno 2008, mediante utilizzo delle risorse del Fondo di cui all'articolo 63, comma 10, del citato decreto-legge n. 112 del 2008.

        3. Le risorse assegnate a singoli comuni con delibere CIPE del 30 settembre 2008, a valere sulle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, possono essere utilizzate anche per le finalità di cui all'articolo 78, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ovvero per ripianare disavanzi, anche di spesa corrente; entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto il CIPE provvede alla conseguente modifica della predetta delibera, nonché, al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, alla necessaria riprogrammazione degli interventi a carico del Fondo. In sede di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, a decorrere dall'anno 2010 viene riservato prioritariamente a favore di Roma Capitale un contributo annuale di 500 milioni di euro, anche per le finalità previste dal presente comma, nell'ambito delle risorse disponibili.

EMENDAMENTI

5.2

LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Sostituire il comma 2 con il seguente:

        «2. Alla copertura degli oneri di cui al comma 1, si provvede attraverso corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per l'anno 2008, per un importo pari a 500 milioni di euro».

5.200

D'ALIA

Respinto

Sostituire il comma 2 con il seguente:

        «2. Alla copertura degli oneri si provvede, nel limite massimo di spesa di 500 milioni di euro per l'anno 2008, mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244».

5.300

VITALI, BIANCO

Respinto

Sostituire il comma 3, con i seguenti:

        «3. L'erogazione delle risorse assegnate al comune di Catania con delibera CIPE del 30 settembre 2008, è subordinata alla sottoscrizione di un piano di rientro dei debiti a bilancio del Comune, autorizzato dal Ministero dell'interno, da completarsi entro il 31 dicembre 2009;

        3-bis. Le risorse assegnate al Comune di Roma con delibere CIPE del 30 settembre 2008, possono essere utilizzate anche per le finalità di cui all'articolo 78, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ovvero per ripianare disavanzi, anche di spesa corrente; ai relativi oneri, si provvede attraverso corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per l'anno 2008, per un importo pari a 500 milioni di euro;

        3-ter. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto il CIPE provvede alla conseguente modifica della delibera del 30 settembre 2008, nonché, al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, alla riassegnazione delle risorse al Fondo per le aree sottoutilizzate.

        3-quater. In sede di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, a decorrere dall'anno 2010 viene riservato prioritariamente a favore di Roma capitale un contributo annuale di 500 milioni di euro, il cui utilizzo è subordinato ad una intesa tra comune di Roma, provincia di Roma e la regione Lazio, nell'ambito delle risorse disponibili».

5.4

GIARETTA, FISTAROL, STRADIOTTO

Respinto

Sostituire il comma 3, con i seguenti:

        «3. Le risorse assegnate al Comune di Catania con delibera CIPE del 30 settembre 2008, sono riassegnate, a valere sulle risorse del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, come integrato ai sensi dell'articolo 63 comma 10 del decreto-legge n. 112 del 2008, al Fondo per la valorizzazione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale, di cui all'articolo 35 del decreto-legge n. 159 del 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222;

        3-bis. Le risorse assegnate al comune di Roma con delibere CIPE del 30 settembre 2008, possono essere utilizzate anche per le finalità di cui all'articolo 78, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ovvero per ripianare disavanzi, anche di spesa corrente; ai relativi oneri, si provvede attraverso corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per l'anno 2008, per un importo pari a 500 milioni di euro;

        3-ter. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto il CIPE provvede alla conseguente modifica della delibera del 30 settembre 2008, nonché, al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, alla riassegnazione delle risorse al Fondo per le aree sottoutilizzate.

        3-quater. In sede di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, a decorrere dall'anno 2010 viene riservato prioritariamente a favore di Roma capitale un contributo annuale di 500 milioni di euro, anche per le finalità previste dal presente comma, nell'ambito delle risorse disponibili».

5.201

D'ALIA

Respinto

Sostituire il comma 3 con il seguente:

        «3. Al Comune di Catania è assegnato un contributo straordinario di 140 milioni per l'anno 2008. Alla copertura degli oneri si provvede, nel limite massimo di spesa di 140 milioni di euro per l'anno 2008, mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244».

5.5

MERCATALI, LEGNINI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Al comma 3, sopprimere le parole: «a valere sulle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289» e dopo le parole: «anche di spesa corrente;» aggiungere le seguenti: «ai relativi oneri, si provvede attraverso corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per l'anno 2008, per un importo pari a 640 milioni di euro;».

        Conseguentemente, al medesimo comma, sostituire le parole: «alla necessaria riprogrammazione degli interventi a carico del Fondo» con le seguenti: «alla riassegnazione delle risorse al Fondo per le aree sottoutilizzate».

5.7

GARAVAGLIA MASSIMO, FILIPPI ALBERTO

Ritirato

Al comma 3, dopo il primo periodo, aggiungere i seguenti:

        «Le suddette risorse sono assegnate in conto anticipazione previa sottoscrizione di un accordo fra i comuni interessati ed il Ministero dell'economia e delle finanze per la restituzione delle medesime risorse, maggiorate del tasso di interesse legale, in base ad un piano trentennale di rientro. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dall'entrata il vigore della legge di conversione del presente decreto, sono adottate le modalità di attuazione per la definizione dei piani di rientro».

5.9

GARAVAGLIA MASSIMO, FILIPPI ALBERTO

Ritirato

Al comma 3, sostituire il secondo periodo con il seguente: «In sede di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, a decorrere dall'entrata in vigore dei decreti legislativi da emanare per la realizzazione del federalismo fiscale in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, e previa approvazione del nuovo Statuto del comune di Roma capitale, viene riservato a favore di Roma capitale un contributo annuale fino ad un importo non superiore a 500 milioni annui nell'ambito delle risorse disponibili».

5.8

GARAVAGLIA MASSIMO, FILIPPI ALBERTO

Ritirato

Al comma 3, sostituire il secondo periodo con il seguente:

        «In sede di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, in corrispondenza di ulteriori attribuzioni di funzioni al comune di Roma, è riservato prioritariamente a favore di Roma capitale un contributo aggiuntivo per la copertura delle suddette funzioni fino ad un importo non superiore a 500 milioni annui nell'ambito delle risorse disponibili».

5.10

LUSI, LEGNINI, MERCATALI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Al comma 3, dopo le parole: «a favore di Roma capitale un contributo annuale di 500 milioni di euro» aggiungere le seguenti: «a valere sulle risorse del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, come integrato ai sensi dell'articolo 63 comma 10 del decreto-legge n. 112 del 2008,».

5.6

VITALI

Respinto

Al comma 3, secondo periodo sostituire le parole: «anche per le finalità previste dal presente comma,» con le seguenti: «il cui utilizzo è subordinato ad una intesa tra comune di Roma, provincia di Roma e la regione Lazio,».

5.202

D'ALIA

Respinto

Dopo il comma 3 aggiungere il seguente:

        «3-bis. Per le finalità di cui al comma 3 è stanziato un contributo aggiuntivo di 140 milioni di euro per l'anno 2008. All'onere si provvede mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244».

5.2000

Il Relatore

Ritirato

Al primo comma dell'articolo 5 sono soppresse, dopo le parole "ai sensi dell'articolo 78", le parole "comma 8"

5.2001

Il Relatore

Ritirato

All'articolo 5 aggiungere il seguente comma:

        "Con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, previa delìbera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con i Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze sono definiti, ai fini dell'applicazione dell'articolo 72, comma 11, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, nella legge 6 agosto 2008, n. 133, i criteri e le modalità applicative relativamente ai dirigenti del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale, con esclusivo riferimento ai titolari di incarichi di direzione di struttura complessa in corso di svolgimento al momento del compimento dell'anzianità contributiva, in relazione alla sussistenza di puntuali e documentate esigenze di carattere organizzativo, gestionale e assistenziale che richiedano la continuità nell'impiego di specifiche competenze e qualificazioni professionali.".

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 5

5.0.1000 testo 2 corretto/1

MERCATALI, LEGNINI

Respinto

All'emendamento 5.0.1000 (testo 2 corretto), dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

        «2-bis All'articolo 1, comma 1287, della legge 27 dicembre 2006, n.  296, dopo le parole: "ovvero comunitaria" sono inserite le seguenti: "nonché degli altri requisiti previsti dal comma 333,". A tal fine è autorizzata la spesa di 14,3 milioni di euro per l'anno 2009 per essere versata all'entrata del bilancio dello Stato».

        Conseguentemente, sostituire le parole:

        «1. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo aree sottoutilizzate, è ridotta di 781,779 milioni di euro per l'anno 2008 e di 528,00 milioni di euro per l'anno 2009» con le seguenti: «1. Alla copertura degli oneri di cui alla presente legge, si provvede:

            a) per l'anno 2008, attraverso corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinati dalla tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per un importo pari a 782 milioni di euro;

            b) per l'anno 2009, mediante corrispondente riduzione di 544 milioni di euro dello stanziamento iscritto, per l'anno 2009, nel Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n.  282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, come integrato ai sensi dell'articolo 63 comma 10 del decreto-legge n. 112 del 2008».

Sostituire il comma 1-ter con il seguente: «1-ter. Alla copertura dell'onere derivante dall'attuazione degli articoli 2, comma 8, 1, comm 5 e 5-bis, pari rispettivamente a 260,613 milioni di euro per l'anno 2008 e di 452,3 milioni di euro per l'anno 2009, si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 5 e 5-bisper gli importi, al fine di compensare gli effetti in termini di indebitamento netto, di cui al precedente comma 1».

        Sostituire la tabella allegata con la seguente:

Amministrazione/Disposizione normativa

Codice UPB

Denominazione CAP

Capitolo

Descrizione UPB

Integrazione

2008

2009

MINISTERO DELL'INTERNO

Legge 23 settembre 1993, n. 379

04.01.02.02

Contributo ordinario a favore dell'Unione italiana Ciechi

2316/1

Protezione e assistenza sociale

289.128

289.128

Legge 12 gennaio 1996, n. 24

04.01.02.02

Contributo Compensativo

Protezione e assistenza sociale

259.688

259.688

Legge 28 agosto 1997, n. 284

04.01.02.02

Contributo a favore della Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi

2316/2

Protezione e assistenza sociale

43.995

43.995

Totale parziale

592.811

592.811

MINISTERO DELLA SALUTE

Legge 28 agosto 1997, n. 284

04.01.02.10

Somme da destinare alle attività istituzionali della Sezione Italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della Cecità

4401

Prevenzione della cecità e riabilitazione visiva

-

234.614

Totale parziale

0

234.614

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI

Legge 25 novembre 1999, n. 453

02.01.01.00

Spese per il funzionamento del Museo Tattile Statale Omero di Ancona

1308

Funzionamento

20.132

14.486

Legge 13 novembre 2002, n. 260

06.01.02.01

Contributo statale a favore della Biblioteca Italiana per Ciechi «Regina Margherita»

363/01

Enti e Attività Culturali

-

502.826

Legge 3 agosto 1998, n. 282

06.01.03.01

Centro Nazionale per il Libro Parlato

363/03

Enti e Attività Culturali

-

275.918

Totale parziale

20.132

794.230

TOTALE

612.943

1.621.656

.

5.0.1000 (testo 2 corretto)

IL RELATORE

Approvato

Dopo l'articolo 5,inserire il seguente:

Art. 5-bis.

(Interventi vari in materia di spesa)

        1. Per il funzionamento dell'organismo previsto dall'articolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n.  662, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 settembre 2000, è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2009.

        2. Le autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n.  1, allegato alla presente legge, sono integrate, per ciascuno degli anni 2008 e 2009, degli importi indicati nell'elenco medesimo.

        Conseguentemente,

            l'articolo 6, comma 1, è così sostituito:

        «1. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, è ridotta di 781,779 milioni di euro per l'anno 2008 e di 528 milioni di euro per l'anno 2009.

        1-bis. Le risorse rivenienti dalla riduzione delle dotazioni di spesa previste dal comma 1 sono iscritte nel "Fondo per interventi strutturali di politica economica", di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.

        1-ter. Alla copertura dell'onere derivante dall'attuazione degli articoli 2, comma 8, 1, comma 5 e 5-bis, pari, rispettivamente, a 260,593 milioni di euro per l'anno 2008 e 436,593 milioni di euro per l'anno 2009, si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 1-bis per gli importi, al fine di compensare gli effetti in termini di indebitamento netto, di cui al precedente comma 1.

        1-quater. Una quota delle risorse iscritte nel fondo per gli interventi strutturali di politica economica ai sensi del precedente comma 1-bis, pari rispettivamente a 521,186 milioni di euro per l'anno 2008 e 91,407 milioni di euro per il 2009, è versata all'entrata del bilancio dello Stato per i medesimi anni».

Amministrazione/Disposizione normativa

Codice UPB

Denominazione CAP

Capitolo

Descrizione UPB

Integrazione

2008

2009

MINISTERO DELL'INTERNO

Legge 23 settembre 1993, n. 379

5.1.2

Contributo ordinario a favore dell'Unione italiana Ciechi

2316/1

Protezione e assistenza sociale

289.128

289.128

Legge 12 gennaio 1996, n. 24

5.1.2

Contributo Compensativo

2316/2

Protezione e assistenza sociale

259.688

259.688

Legge 28 agosto 1997, n. 284

5.1.2

Contributo a favore della Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi

2316/6

Protezione e assistenza sociale

43.995

43.995

Totale parziale

592.811

592.811

.

5.0.1

LEGNINI, MERCATALI, LUSI, CARLONI, GIARETTA, LUMIA, MILANA, MORANDO, ROSSI NICOLA, VITALI, BERTUZZI

Respinto

Dopo l'articolo 5, aggiungere i seguenti:

«Art. 5-bis.

(Finalizzazione delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate)

        1. Le risorse del Fondo per le aree sotto utilizzate si intendono finalizzate esclusivamente al finanziamento di interventi che, in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Carta Costituzionale, sono rivolti al riequilibrio economico e sociale fra le diverse aree del Paese nonché per assicurare gli interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale nell'ambito della Programmazione comunitaria 2007-2013, concorrendo a soddisfare il principio di addizionalità.

        2. Le assegnazioni del Fondo per le aree sottoutilizzate, di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, operate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) per il periodo 2000-2006 in favore di amministrazioni centrali con le delibere adottate fino al 31 dicembre 2006, sono confermate nella disponibilità delle Amministrazioni destinatarie (Centrali, Regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano) nel rispetto delle modalità e della tempistica di programmazione e di impegno nell'ambito di Accordi di Programma Quadro fissate dalle delibere del CIPE di riparto del Fondo e dalla delibera CIPE n. 14/2006 nonché dalla delibera CIPE n. 166/2007 che disciplina le modalità di applicazione delle sanzioni successive alla mancata assunzione dei relativi impegni di spesa.

        3. Per le assegnazioni di cui al comma 2, i termini e le procedure di programmazione, riprogrammazione ed impegno, fissati nelle medesime delibere CIPE di assegnazione e nella delibera CIPE n. 14/2006, congelati per effetto dell'articolo 6-quater commi 1 e 2 della legge n. 133 del 2008, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, si intendono posticipati alla data del 31 marzo 2009.

        4. Nel rispetto delle regole dettate dalla delibera CIPE n. 166/2007, le risorse del comma 2 non ancora programmate o comunque riprogrammabili, possono essere utilizzate per l'avvio della programmazione unitaria 2007-2013 nella tempistica dettata dal comma 3.

Art. 5-ter.

(Programmazione Unitaria 2007-2013)

        1. Sono confermati gli stanziamenti nazionali assegnati con delibera CIPE n. 166/2007 per l'attuazione del Quadro strategico nazionale per il periodo 2007-2013 in favore di programmi di interesse strategico nazionale, di progetti speciali e di riserve premiali che alla data del 31 maggio 2008 anche se non siano stati vincolati all'attuazione di programmi già esaminati dal CIPE.

        2. In sede di predisposizione dei programmi finanziati dal Fondo per le aree sottoutilizzate, di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, le Amministrazioni titolari dei programmi seguiranno le modalità previste dalla delibera CIPE n. 166/2007.

        3. In sede di ridefinizione dei programmi comunitari del ciclo di programmazione 2007-2013, le amministrazioni titolari dei programmi seguiranno le procedure previste dal regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, e successive modificazioni.

        4. Le risorse generate dai progetti originariamente finanziati con fonti di finanziamento diverse dai fondi strutturali europei ed inseriti nei Programmi operativi 2000-2006 che siano oggetto di rimborso a carico del bilancio comunitario e del fondo di rotazione di cui all'articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183, restano nella titolarità delle amministrazioni responsabili che ricevono sui propri bilanci, ovvero i rientri finanziari e sono finalizzate ad assicurare il conseguimento del principio di addizionalità.

        5. Le modalità attraverso cui le amministrazioni titolari dei Programmi operativi 2000-2006 dovranno provvedere all'impiego delle risorse di cui al comma 4 sono disciplinate all'interno del Quadro Comunitario di sostegno e relativi POR e Docup nonché dagli accordi tra la Commissione europea e le Amministrazioni centrali per i Fondi strutturali per il periodo 2000-2006.

        6. Per l'impiego delle risorse di cui al comma 4 afferenti la rendicontazione dei Programmi operativi 2007-2013 le amministrazioni responsabili che ricevono sui propri bilanci i rientri finanziari sono tenute ad applicare le modalità previste dal Quadro strategico nazionale 2007-2013 e dalla delibera CIPE N. 166/2007 assicurando il conseguimento del principio di addizionalità.

5.0.700

D'ALIA

Respinto

Dopo l'articolo 5, inserire il seguente:

        «Art. 5-bis.

        1. Per le finalità di cui all'articolo 5 del presente decreto, è istituita presso il Ministero dell'economia e delle finanze una Commissione con il compito di verificare l'effettivo utilizzo del contributo assegnato al Comune di Roma e ai comuni di cui alla delibera CIPE del 30 settembre 2008 e di accertare eventuali responsabilità in merito ai disavanzi di spesa corrente.

        2. La Commissione di cui al comma 1 accerta che l'utilizzo del contributo sia funzionale esclusivamente ad una politica di risanamento del bilancio dell'ente e, in caso contrario, ne dispone l'immediata revoca.

        3. La costituzione della Commissione, composta da tre dirigenti del Ministero dell'economia e delle finanze, non comporta nuovi oneri a carico dello Stato».

5.0.701

D'ALIA

Respinto

Dopo l'articolo 5, inserire il seguente:

        «Art. 5-bis.

        1. Il CIPE, nell'ambito delle risorse finalizzate alla realizzazione di investimenti pubblici e rimaste in tutto o in parte inutilizzate, può destinare una quota di tali risorse, fino ad un massimo di 200 milioni di euro, per il finanziamento di un fondo di garanzia costituito presso il Mediocredito Centrale Spa allo scopo di garantire una parziale assicurazione ai finanziamenti concessi dagli istituti di credito a favore dei comuni virtuosi che hanno rispettato il patto di stabilità».

ARTICOLO 6 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 6.

(Disposizioni finanziarie e finali)

        1. Alla copertura dell'onere derivante dall'attuazione degli articoli 2, comma 8, e 1, comma 5, pari, rispettivamente, a 260 milioni di euro per l'anno 2008 e 434 milioni di euro per l'anno 2009, si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, per un importo, al fine di compensare gli effetti in termini di indebitamento netto, pari a 780 milioni di euro per l'anno 2008 ed a 525 milioni di euro per l'anno 2009.

        2. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito, con una dotazione, in termini di sola cassa, di 435 milioni di euro per l'anno 2010 e di 175 milioni di euro per l'anno 2011, un Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di contributi pluriennali, ai sensi del comma 177-bis dell'articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n.  350, introdotto dall'articolo 1, comma 512, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. All'utilizzo del Fondo per le finalità di cui al primo periodo si provvede con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da trasmettere al Parlamento, per il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, nonché alla Corte dei conti.

EMENDAMENTO

6.1

ASTORE, MASCITELLI

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole da: «dell'autorizzazione di spesa» fino a: «Fondo per le aree sottoutilizzate» con le seguenti: «del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307».

ARTICOLO 7 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 7.

(Entrata in vigore)

        1.  Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

PROPOSTA DI COORDINAMENTO (*)

C1

LA COMMISSIONE

Approvata

Articolo 1

            al comma 1, alinea, sostituire le parole: «decreto legge» con la seguente: «decreto-legge»;

            al comma 1, lettera c), sostituire le parole: «dal seguente» con le seguenti: «dai seguenti»;

            al comma 2, alinea, sostituire le parole: «nella Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 marzo 2005,» con le seguenti: «nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio 2005».

Articolo 5

            al comma 3, primo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «di cui al comma 2».

________________

(*) (nel testo conseguente all'approvazione dell'emendamento 3.900).

Allegato B

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Alberti Casellati, Battaglia, Caliendo, Ciampi, Ciarrapico, Davico, Dell'Utri, Mantica, Mantovani, Martinat, Messina, Molinari, Palma, Pera, Piccone, Poli Bortone e Viespoli.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Nessa e Russo, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'Unione dell'Europa occidentale; Marcenaro e Saro, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; De Angelis, Donaggio, Nerozzi, Spadoni e Tofani, per attività della Commissione di inchiesta "morti bianche".

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nuova convocazione

Il Presidente del Senato, d'intesa con il Presidente della Camera dei deputati, ha nuovamente convocato la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, per procedere alla sua costituzione, mercoledì 12 novembre 2008, alle ore 9, presso il Palazzo di San Macuto.

Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, elezione del Presidente

La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, ha proceduto all'elezione del Presidente.

 

E' risultato eletto il senatore Giuseppe PISANU.

Regolamento del Senato, proposte di modificazione

In data 10 novembre 2008, è stata presentata la seguente proposta di modificazione del Regolamento d'iniziativa dei senatori:

 

Belisario, Pardi, Li Gotti, Astore, Bugnano, Caforio, Carlino, De Toni, Di Nardo, Giambrone, Lannutti, Mascitelli, Pedica, Russo. -

 

"Modifiche agli articoli 4, 14, 16, 18, 19, 22, 24, 35, 36, 37, 39, 42, 43, 48, 51, 53, 54, 55, 57, 60, 76-bis, 78, 93, 100, 107, 113, 135-ter, 151-bis, 156-bis e 162, nonché introduzione degli articoli 15-bis e 40-bis, ed abrogazione degli articoli 114, 137 e 138 del Regolamento del Senato concernenti l'elezione del Presidente, la costituzione dei Gruppi parlamentari, il riconoscimento di maggiori garanzie e prerogative alle opposizioni, l'integrazione della Commissione parlamentare per le questioni regionali con i rappresentanti delle regioni e degli enti locali ai sensi dell'articolo 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001, la riduzione delle Commissioni parlamentari permanenti, il potenziamento del lavoro parlamentare in Commissione, la programmazione dei lavori, la razionalizzazione della presentazione degli emendamenti, il nuovo computo degli astenuti, le dimissioni volontarie dei senatori, il potenziamento degli strumenti di sindacato ispettivo e le inchieste parlamentari" (Doc. II, n. 12).

Insindacabilità, richieste di deliberazione

Con lettera in data 3 ottobre 2008, pervenuta il successivo 6 ottobre, il Tribunale Ordinario di Roma - Sezione dei Giudici per le indagini preliminari ha trasmesso - in applicazione dell'articolo 3, comma 4, della legge 20 giugno 2003, n. 140, e ai fini di una eventuale deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione - copia degli atti di un procedimento penale (n. 42562/06 RGNR - n. 148/07 RG Gip) a carico del signor Francesco Storace, senatore all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 11).

 

I predetti atti sono stati deferiti, in data 7 novembre 2008, alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, ai sensi degli articoli 34, comma 1, e 135 del Regolamento.

Richieste di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni nei confronti di terzi, deferimento

L'Ufficio del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale Ordinario di Milano, con lettera in data 3 novembre 2008, ha trasmesso la reiterazione della richiesta - ai sensi dell'articolo 68, terzo comma, della Costituzione, nonché dell'articolo 6 della legge 20 giugno 2003, n. 140 - di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni telefoniche relative a conversazioni nelle quali ha preso parte il senatore Luigi Grillo, effettuate su utenze di terzi, nei confronti dei quali risulta pendente il procedimento penale n. 4390/07 RGNR - n. 844/07 RG Gip. (Doc. IV, n. 4).

 

La richiesta è stata deferita, in data 7 novembre 2008, alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, ai sensi degli articoli 34, comma primo, e 135 del Regolamento.

Richieste di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni nei confronti di terzi, presentazione di relazioni

A nome della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, il senatore D'Alia ha presentato la relazione sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di una intercettazione di conversazioni telefoniche del senatore Marcello Dell'Utri in relazione ad un procedimento penale pendente nei confronti del medesimo, avanzata nell'ambito di un diverso procedimento penale (Doc. IV, n. 2-A).

Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati

Ministro economia e finanze

Ministro giustizia

Ministro lav.,sal.,pol. soc.

Ministro pubbl. amm. e innov.

Ministro sempl. normativa

Ministro sviluppo economico

(Governo Berlusconi-IV)

Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (1195)

(presentato in data 07/11/2008 );

Derivante da stralcio art. 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31, 70 del DDL C.1441

 

C.1441-TER approvato dalla Camera dei Deputati

Ministro economia e finanze

Presidente del Consiglio dei ministri

(Governo Berlusconi-IV)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti

per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi (1196)

(presentato in data 07/11/2008 );

C.1707 approvato dalla Camera dei Deputati

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatrice Bianchi Dorina

Modifica alla disciplina dei Centri di accoglienza per i richiedenti asilo (1189)

(presentato in data 06/11/2008 );

 

senatrice Bianchi Dorina

Disposizioni concernenti il consenso al trapianto di organi (1190)

(presentato in data 06/11/2008 );

 

senatrice Bianchi Dorina

Norme in materia d'incandidabilità per le elezioni del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati e dei Consigli regionali (1191)

(presentato in data 06/11/2008 );

 

senatrice Bianchi Dorina

Nuove disposizioni in favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile derivanti da vaccinazioni, trasfusioni di sangue e somministrazione di emoderivati (1192)

(presentato in data 06/11/2008 );

 

senatori Butti Alessio, Delogu Mariano, Caruso Antonino, Grillo Luigi, Saia Maurizio, Menardi Giuseppe, Bornacin Giorgio

Disposizioni a favore della costruzione e della ristrutturazione degli impianti sportivi (1193)

(presentato in data 06/11/2008 );

 

senatori Belisario Felice, Astore Giuseppe, Caforio Giuseppe, Carlino Giuliana, De Toni Gianpiero, Di Nardo Aniello, Giambrone Fabio, Lannutti Elio, Li Gotti Luigi, Mascitelli Alfonso, Pardi Francesco, Pedica Stefano, Russo Giacinto Modifiche all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1974, n. 654, e altre misure di sensibilizzazione e disposizioni per la repressione delle discriminazioni per motivi razziali, di orientamento sessuale o di identità di genere (1194)

(presentato in data 07/11/2008 );

 

Ministro istruz., univ., ric.

Presidente del Consiglio dei ministri

(Governo Berlusconi-IV)

Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca (1197)

(presentato in data 10/11/2008 ).

Disegni di legge, assegnazione

In sede referente

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi (1196)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 14° (Politiche dell'Unione europea); E' stato inoltre deferito alla 1° Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento.

C.1707 approvato dalla Camera dei Deputati

(assegnato in data 07/11/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Ceccanti Stefano ed altri

Modifiche alla Costituzione relative al bicameralismo e alla forma di governo (1086)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Leddi Maria

Disposizioni per l'attribuzione ad ogni nuovo nato di una casella di posta elettronica certificata (PEC) per i rapporti con le pubbliche amministrazioni (1143)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Poretti Donatella ed altri

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle vicende che hanno determinato la morte di Giorgiana Masi e il ferimento di alcuni cittadini (1153)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. De Lillo Stefano

Norme in materia di lotta all'usura e all'estorsione (1056)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Thaler Ausserhofer Helga

Modifiche all'articolo 4 della legge 24 febbrario 2005, n. 34, in materia di unificazione della Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti e della Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali (1149)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Poretti Donatella, Sen. Perduca Marco

Riconoscibilità dei figli incestuosi (1154)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Poretti Donatella, Sen. Perduca Marco

Depenalizzazione dei delitti contro la morale della famiglia (1155)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Sen. Baldini Massimo ed altri

Differimento del termine di scadenza dell'incarico all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) per l'attuazione del programma di aiuto alimentare dell'Unione europea in favore dei Paesi in via di sviluppo, di cui all'articolo 3 della legge 29 dicembre 2000, n. 413 (1148)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 9° (Agricoltura e produzione

agroalimentare), 14° (Politiche dell'Unione europea)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

4ª Commissione permanente Difesa

Sen. Nespoli Vincenzo

Disposizioni concernenti il diaconato permanente degli appartenenti alle Forze armate (721)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Pontone Francesco

Istituzione della lotteria nazionale di Napoli - Piedigrotta (1141)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. Della Seta Roberto

Disposizioni in favore dei soggetti affetti da sensibilità chimica multipla (1019)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali

Sen. Baldini Massimo ed altri

Istituzione dell'Autorità dell'Alto Tirreno (1146)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 12° (Igiene e sanita'), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

Commissioni 1° e 5° riunite

Sen. Della Seta Roberto

Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti nonché dei comuni compresi nelle aree naturali protette (447)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10° (Industria, commercio, turismo), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

Commissioni 1° e 6° riunite

Sen. Baldini Massimo ed altri

Istituzione di una casa da gioco nel comune di Viareggio (1147)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 10° (Industria, commercio, turismo)

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

Commissioni 1° e 13° riunite

Sen. Casson Felice

Competenza dei comuni a tutela della salute e dell'ambiente in materia di impianti di trasmissione radiotelevisiva e di impianti di telefonia mobile (1091)

previ pareri delle Commissioni 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

Commissioni 6° e 9° riunite

Sen. Fasano Vincenzo

Disposizioni in materia di riordino del settore ippico (1068)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 12° (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 10/11/2008 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Conversione in legge del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca (1197)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 3° (Affari esteri, emigrazione), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10° (Industria, commercio, turismo), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali; E' stato inoltre deferito alla 1° Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento.

(assegnato in data 11/11/2008 );

 

10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo

Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (1195)

Derivante da stralcio art. 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31, 70 del DDL C.1441

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 3° (Affari esteri, emigrazione), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

C.1441-TER approvato dalla Camera dei Deputati

(assegnato in data 11/11/2008 ).

 

Disegni di legge, nuova assegnazione

2ª Commissione permanente Giustizia

in sede referente

Sen. Li Gotti Luigi ed altri

Disposizioni per la riforma del processo civile (1004)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

Già assegnato, in sede referente, alla (1° e 2° riun.)

(assegnato in data 11/11/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

in sede referente

Sen. Casson Felice

Disposizioni per la riforma del processo civile (1016)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

Già assegnato, in sede referente, alla (1° e 2° riun.)

(assegnato in data 11/11/2008 ).

Disegni di legge, presentazione di relazioni

A nome delle Commissioni 1° e 2° riunite in data 11/11/2008 i senatori Filippo Berselli e Carlo Vizzini hanno presentato la relazione 733-A sul disegno di legge: "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica" (733).

Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli

In data 10/11/2008 le Commissioni 1° e 2° riunite hanno presentato il testo degli articoli proposti dalle

Commissioni stesse, per il disegno di legge: " Disposizioni in materia di sicurezza pubblica" (733).

Indagini conoscitive, annunzio

In data 7 novembre 2008, le Commissioni riunite 1a, 5a e 6a sono state autorizzate a svolgere, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, un'indagine conoscitiva in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, a integrazione dell'istruttoria legislativa per l'esame, in sede referente, dei disegni di legge n. 316 e 1117, ad esse assegnati.

Governo, trasmissione di atti per il parere

Il Ministro della difesa, con lettere in data 3 novembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 4 ottobre 1988, n. 436 - i seguenti atti:

programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2008, relativo all'acquisizione di quattro sistemi Tactical unmanned vehicles (TUAV) per esigenze dell'Esercito (41);

programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2008, relativo all'acquisizione di sedici elicotteri da trasporto medio dell'Esercito (con l'opzione per ulteriori quattro aeromobili) e del relativo supporto logistico (42);

programma pluriennale di A/R n. SMD 03/2008, relativo all'acquisizione di Small diameter bomb (armamento di caduta leggero) e alla relativa integrazione sul velivolo Tornado (43);

programma pluriennale di A/R n. SMD 05/2008, relativo all'acquisizione di dodici elicotteri, più tre in opzione, nel ruolo CSAR (Combat search and rescue) e di supporto alle operazioni speciali, destinati alla sostituzione degli elicotteri HH3F dell'Aeronautica militare al termine della loro vita operativa (44);

programma pluriennale di A/R n. SMD 07/2008, relativo all'acquisizione di velivoli per il pattugliamento marittimo (soluzione interinale) e del relativo supporto tecnico-logistico (45).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, gli atti sono deferiti alla 4ª Commissione permanente, che esprimerà il parere - su ciascuno di essi - entro l'11 dicembre 2008.

   

Il Ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 7 novembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448 - lo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dello sviluppo economico per l'anno 2008, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (46).

 

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 10a Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 1 dicembre 2008.

  

Il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, con lettera in data 7 novembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 4 agosto 1955, n. 722, come sostituito dall'articolo 1 della legge 26 marzo 1990, n. 62 - lo schema di decreto ministeriale per l'individuazione delle lotterie nazionali da effettuare nell'anno 2009 (n. 47).

 

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito - in data 22 ottobre 2007 - alla 6a Commissione permanente, che esprimerà il parere entro l'11 dicembre 2008.

Governo, trasmissione di atti

Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettere in data 6 novembre 2008, ha inviato i documenti che espongono il monitoraggio gestionale delle entrate e delle spese del bilancio dello Stato, realizzato secondo le regole di contabilità nazionale "Sec 95", aggiornati al mese di maggio 2008 (Atto n. 76), al mese di giugno 2008 (Atto n. 77) e al mese di luglio 2008 (Atto n. 78).

 

I predetti documenti sono stati trasmessi, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a Commissione permanente.

  

Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con lettera in data 24 ottobre 2008, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - le comunicazioni concernenti le seguenti nomine:

 

del dottor Antonio Mastrapasqua a Commissario straordinario dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) (n. 11);

 

del dottor Marco Fabio Sartori a Commissario straordinario dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) (n. 12);

 

dell'avvocato Paolo Crescimbeni a Commissario straordinario dell'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica (Inpdap) (n. 13);

 

dell'avvocato Antonio Parlato a Commissario straordinario dell'Istituto nazionale di previdenza per il settore marittimo (Ipsema) (n. 14);

 

della dottoressa Amalia Ghisani a Commissario straordinario dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo (Enpals) (n. 15);

 

del maestro Mario Pagano a Commissario straordinario dell'Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e scultori, musicisti, scrittori e autori drammatici (n. 16).

 

Tali comunicazioni sono trasmesse, per competenza, alla 11a Commissione permanente.

  

Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 14 ottobre 2008, ha inviato - ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni - la comunicazione concernente la nomina del Consigliere Marco De Giorgi a Segretario generale del Ministero medesimo.

 

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 24 ottobre 2008, ha inviato - ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni - le comunicazioni concernenti il conferimento degli incarichi di livello dirigenziale generale ai dottori Angelo Balducci, Ivo Blasco, Domenico Crocco, Ciro Esposito e Walter Lupi, nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

  

Tali comunicazioni sono depositate presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

  

Governo, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea

Il Ministro per le politiche europee, con lettere in data 24, 28 e 31 ottobre nonché 4 novembre 2008, ha trasmesso - ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11 - progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

 

I predetti atti si intendono trasmessi alle Commissioni, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento.

 

Il testo degli atti medesimi è disponibile presso il Servizio affari internazionali - Ufficio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea.

Conferimento di incarichi dirigenziali e di consulenza

Con lettere in data 1, 13 e 15 ottobre 2008, sono pervenute - ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 27 dicembre 2007, n. 244 - le comunicazioni concernenti il conferimento di incarichi di consulenza per prestazione di servizi nonché l'importo dei rispettivi compensi, relative alle seguenti società ed istituti:

 

Alitalia S.p.A.;

Globalmedia s.r.l.;

Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea).

 

Tali comunicazioni sono depositate presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

Consigli regionali e delle province autonome, trasmissione di voti

E' pervenuto al Senato un voto del Consiglio regionale della Toscana avente ad oggetto: «Mozione a sostegno dell'editoria cooperativa e non profit» (n. 5).

 

Il predetto voto è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 138, comma 1, del Regolamento, alla 7a Commissione permanente.

Commissione europea, trasmissione di atti e documenti

Nel periodo dal 24 ottobre al 6 novembre 2008 la Commissione europea ha inviato atti e documenti di interesse comunitario.

I predetti atti e documenti si intendono trasmessi alle Commissioni, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento.

Il testo degli atti e documenti medesimi è disponibile presso il Servizio affari internazionali - Ufficio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea.

 

Interrogazioni, apposizione di nuove firme

Il senatore Del Vecchio ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-00375 dei senatori Maritati ed altri.

  

Mozioni

BELISARIO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, CARLINO, DE TONI, DI NARDO, GIAMBRONE, LANNUTTI, LI GOTTI, MASCITELLI, PARDI, PEDICA, RUSSO - Il Senato,

premesso che:

la legge n. 289 del 2002 (legge finanziaria per il 2003) ha concentrato le risorse destinate agli interventi nelle aree sottoutilizzate del Paese in un Fondo di carattere generale, denominato Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), attualmente iscritto nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, cui sono state trasferite, ai sensi del decreto-legge n. 181 del 2006 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 233 del 2006), le funzioni in materia di politiche di sviluppo e di coesione prima di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze. In tale Fondo sono iscritte tutte le risorse finanziarie aggiuntive nazionali, destinate a finalità di riequilibrio economico e sociale, nonché ad incentivi ed investimenti pubblici;

la legge n. 289 del 2002 attribuisce al Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) la facoltà di ripartire, con proprie deliberazioni, la dotazione del Fondo tra gli interventi previsti dalle disposizioni legislative, destinandone l'85 per cento al Sud e il 15 per cento al Centro Nord;

la legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria per il 2008), all'articolo 2, comma 537, ha rimodulato, per ciascuna annualità 2008-2015, l'ammontare delle risorse aggiuntive destinate al Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), pari a 64,4 miliardi di euro, che erano state stanziate dall'articolo 1, comma 863, della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006). In particolare, gli importi annuali sono stati fissati in 1.100 milioni di euro per il 2008, 4.400 milioni per il 2009, 9.166 milioni per il 2010, 9.500 milioni per il 2011, 11.000 milioni per il 2012, 11.000 milioni per il 2013, 9.400 milioni per il 2014 e 8.713 milioni per il 2015;

i 64,4 miliardi di euro aggiuntivi autorizzati dalla legge finanziaria per il 2007 si sommavano ai 17,1 miliardi di disponibilità del Fondo autorizzate dalle precedenti legge finanziarie per gli anni 2008 e successivi, ed ancora iscritte nel bilancio pluriennale;

conteggiando anche gli effetti delle disposizioni dell'articolato della legge finanziaria per il 2008 - non considerati nella tabella F - che hanno determinato riduzioni del FAS per circa 2 miliardi di euro, le disponibilità per il periodo 2008-2015 ammontavano complessivamente a circa 80 miliardi di euro;

nell'esercizio 2008, le risorse del FAS sono state iscritte, nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, nella missione n. 28 "Sviluppo e riequilibrio territoriale", e sono state suddivise in tre capitoli, denominati allo stesso modo (Fondo aree sottoutilizate), ma ricompresi in programmi diversi: il capitolo 8349 in "Politiche per il miglioramento delle strutture istituzionali", il capitolo 8348 in "Politiche per il sostegno ai sistemi produttivi" e il capitolo 8425 in "Politiche per l'infrastrutturazione territoriale";

nell'esercizio finanziario 2009, le risorse del FAS sono state riunite in un unico capitolo (cap. 8425/UPB 2.1.6 - Investimenti), nell'ambito della missione n. 28 "Sviluppo e riequilibrio territoriale", programma 2.1, "Politiche per lo sviluppo economico e il miglioramento istituzionale delle aree sottoutilizzate";

per il periodo 2009-2015, le annualità del FAS sono quantificate dal citato articolo 2, comma 537, della legge finanziaria per il 2008; per il 2009, all'importo indicato dalla citata legge (4.400 milioni di euro) si aggiungono le risorse residuali autorizzate per la medesima annualità dalle precedenti leggi di spesa (4.578,8 milioni di euro);

conseguentemente, ai sensi della legge finanziaria per il 2008, le risorse per il 2009 risultano pari a 8.429 milioni di euro;

tuttavia nel corso del 2008, sono state apportate importanti riduzioni alle disponibilità del FAS ai sensi dell'articolo 4-bis, comma 9, del decreto-legge n. 97 del 2008 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 129 del 2008), recante "Disposizioni urgenti in materia di monitoraggio e trasparenza dei meccanismi di allocazione della spesa pubblica, nonché in materia fiscale e di proroga di termini", che ha posto a carico del Fondo, nel limite di 90 milioni di euro per il 2008, 90 milioni per il 2009 e 60 milioni per il 2010, gli oneri recati dal comma 8 per l'emergenza rifiuti;

anche la manovra di bilancio 2009-2011, disposta con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008 ha determinato sostanziali riduzioni delle risorse del FAS;

in particolare l'articolo 60, comma 1, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha disposto un taglio lineare riferito al triennio 2009-2011, delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa dei Ministeri, ivi comprese le dotazioni relative a spese predeterminate per legge: per il FAS si tratta di riduzioni per 1.796,8 milioni nel 2009, di 2.206,1 milioni nel 2010 e di 3.956,4 milioni nel 2011;

l'articolo 60, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto, in via sperimentale e limitatamente alla manovra 2009-2011, la possibilità di rimodulare nel disegno di legge di bilancio 2009 (attualmente all'esame della Camera dei deputati, A.C. 1714) tra i programmi le dotazioni finanziarie di ciascuna missione, ivi incluse le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa;

l'impatto delle rimodulazioni sulle risorse del capitolo 8425/Sviluppo (FAS) indica una riduzione sostanziale di 11,4 milioni nel 2009;

l'articolo 60, comma 10, del citato decreto-legge n. 112 del 2008, ha trasformato in riduzioni di spesa gli accantonamenti sulle dotazioni di bilancio disposti ai sensi dell'articolo 1, commi 507-508, della legge finanziaria per il 2007: relativamente al FAS le somme portate in riduzione ammontano per il 2009 a 531,5 milioni di euro;

tali importi sono confermati dalla tabella F del disegno di legge finanziaria per il 2009 (A.C. 1713), con l'indicazione di 47.479,2 milioni di euro quale quota residuale per gli anni 2012-2015;

inoltre, il decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154 (in corso di esame al Senato, A.S. 1083), recante "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali", riduce ulteriormente le risorse del FAS per un importo pari a 780 milioni di euro per il 2008 ed a 525 milioni per il 2009, a copertura degli oneri recati dall'articolo 2, comma 8 (regolazione contabile pregressa in favore dei Comuni), e dall'articolo 1, comma 5 (incremento del finanziamento del Servizio sanitario nazionale);

da ultimo, il decreto-legge n. 162 del 2008, recante "Interventi urgenti in materia di adeguamento dei prezzi di materiali di costruzione, di sostegno ai settori dell'autotrasporto, dell'agricoltura e della pesca professionale, nonché il finanziamento delle opere per il G8 e definizione degli adempimenti tributari per le regioni Marche ed Umbria, colpite dagli eventi sismici del 1997" (in corso di esame al Senato, A.S. 1152) prevede l'utilizzo di 900 milioni di euro per alimentare un fondo finalizzato a compensare gli aumenti dei prezzi dei materiali da costruzione, di 233 milioni di euro per interventi in materia di protezione civile e di 45 milioni ai fini della copertura delle agevolazioni fiscali e tributarie a favore di Umbria e Marche;

considerato che:

i maggiori provvedimenti finanziari emanati nel corso del 2008 dal Governo pongono sia il problema dei tagli di risorse relative al FAS sia quello delle modalità e finalità del relativo utilizzo;

il FAS costituisce, sin dal momento della sua costituzione, ovvero dal 2003, lo strumento generale di governo della nuova politica regionale nazionale per la realizzazione di interventi nelle aree sottoutilizzate. La strategia unitaria nella programmazione degli interventi e la flessibilità nell'allocazione delle risorse, che caratterizzano tale Fondo, consentono di impostare una politica nazionale e regionale coerente con i principi e le regole comunitarie e di conseguire una maggiore capacità di spesa in conto capitale, solo e soltanto in conto capitale. Tale condizione risulta peraltro essenziale per soddisfare il principio di addizionalità, scaturente dagli impegni assunti dall'Italia con l'Unione europea;

in seguito alla manovra economica adottata dal Governo già a partire dal mese di giugno 2008, si è assistito ad un progressivo depauperamento delle risorse del FAS, mentre il Mezzogiorno veniva pesantemente colpito a seguito del taglio di quasi 2 miliardi di euro dedicati alle infrastrutture della regione Sicilia e della regione Calabria per coprire il taglio dell'ICI;

in particolare, il Governo ha provveduto a revocare la programmazione dei fondi per le aree sottoutilizzate, passando così da un quadro di certezza ad uno di totale incertezza. La manovra adottata con il citato decreto-legge n. 112 del 2008, infatti, interviene pesantemente sulla struttura della programmazione nel Mezzogiorno, annullando le delibere del CIPE relative al FAS. Tale intervento non comporta alcun incremento di risorse per il Mezzogiorno, ma si limita ad indicare alcuni campi prioritari di carattere piuttosto generico. I provvedimenti adottati con il decreto-legge n. 112 del 2008 non rappresentano forme di compensazione, in quanto non fanno altro che ripartire delle risorse, già destinate dai precedenti governi al Sud;

gli interventi sino ad ora adottati dal Governo hanno dimostrato una scarsa attenzione al rilancio delle politiche a favore del Sud;

non esiste nessuna politica mirata di investimenti volti allo sviluppo perché si tagliano anche quelli in conto capitale delle amministrazioni pubbliche;

in particolare, nella manovra adottata dal Governo nel giugno 2008, vi è un'operazione di centralizzazione della spesa, ovvero si prendono fondi già stanziati o programmati per il Mezzogiorno dal Quadro strategico nazionale o dal Fondo per le aree sottoutilizzate. Una scelta che va nella direzione esattamente opposta a quella dell'attuazione del federalismo fiscale, di cui si auspica l'imminente avvio in quanto ritenuto necessario per il Paese;

considerato ancora che:

nel Documento di programmazione economica e finanziaria 2009-2013, per la prima volta da dieci anni a questa parte, non si fa alcuna menzione alla ripartizione territoriale della spesa totale in conto capitale nel Mezzogiorno;

attualmente è in corso l'esame in Parlamento dei disegni di legge A.C. 1441-bis (A.S. 1082), A.C. 1441-ter (A.S. 1195) e A.C. 1441-quater(A.S. 1167), collegati alla manovra di finanza pubblica approvata la scorsa estate, nei quali si prevedono ulteriori tagli e modulazioni delle risorse del FAS, tra cui 800 milioni di euro destinati alla banda larga;

il continuo ricorso alle risorse del FAS per la copertura di provvedimenti di legge mette a repentaglio il rispetto dell'originario vincolo di ripartizione delle risorse del Fondo (ovverosia il riconoscimento di almeno l'85 per cento del complesso delle risorse al Mezzogiorno), andando ad incidere sulle politiche di sviluppo che il Mezzogiorno può realizzare solo grazie al trasferimento dei fondi comunitari o stanziati dal Governo a livello centrale;

la dotazione del FAS, per il periodo 2007-2013, è stata ridotta complessivamente di circa 12.000 milioni di euro,

impegna il Governo:

a porre in essere ogni atto di competenza finalizzato a ripristinare, già con la legge finanziaria per il 2009, attualmente in discussione, le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), confermando la destinazione dell'85 per cento di tali risorse al Mezzogiorno;

ad agire nel rispetto delle leggi di contabilità che impongono l'utilizzo delle risorse del FAS, ovvero di spese in conto capitale, per finanziare interventi in investimenti ed infrastrutture in modo tale da evitare la dequalificazione della spesa pubblica;

a garantire che le risorse disponibili siano riservate essenzialmente alle finalità istituzionali proprie dello stesso Fondo, in modo tale che esso non perda la sua natura prettamente addizionale nel riassicurare il riequilibrio territoriale mediante l'apporto di risorse aggiuntive.

(1-00059)

CABRAS, FINOCCHIARO, ZANDA, LATORRE, AGOSTINI, AMATI, ANDRIA, ARMATO, BARBOLINI, BASSOLI, BASTICO, BERTUZZI, BIANCO, BIONDELLI, BLAZINA, BOSONE, BUBBICO, CARLONI, CHIURAZZI, DE LUCA, DE SENA, DEL VECCHIO, DELLA SETA, DI GIOVAN PAOLO, DI GIROLAMO Leopoldo, DONAGGIO, D'UBALDO, FILIPPI Marco, FIORONI, FISTAROL, FOLLINI, FONTANA, FRANCO Vittoria, GARRAFFA, GASBARRI, GHEDINI, GIARETTA, GRANAIOLA, INCOSTANTE, LUSI, MAGISTRELLI, MARINARO, MARINO Mauro Maria, MARITATI, MAZZUCONI, MERCATALI, MONGIELLO, MORRI, MUSI, NEGRI, NEROZZI, PASSONI, PEGORER, PIGNEDOLI, PINOTTI, PORETTI, PROCACCI, RANUCCI, ROILO, ROSSI Paolo, RUTELLI, SANGALLI, SANNA, SCANU, SERAFINI Anna Maria, SERRA, SIRCANA, TOMASELLI, TREU, VERONESI, VILLARI, VIMERCATI, VITA, VITALI - Il Senato,

premesso che:

l'elezione di Barack Obama alla Presidenza degli Stati Uniti d'America apre scenari nuovi e di grande cambiamento nei rapporti fra le grandi regioni del mondo, in particolare rilancia la funzione delle sedi istituzionali dove di norma si sviluppano le relazioni multilaterali fra tutti i Paesi;

gli stessi rapporti euro-atlantici avranno con la presidenza Obama un impulso e una qualità tali da consentire il rapido superamento delle differenze e dei contrasti che hanno attraversato l'Europa negli ultimi cinque anni;

la soluzione delle crisi e dei focolai di guerra locali e regionali in atto richiede un forte impegno da parte di tutti i Paesi, fra questi in primo luogo l'Italia, che hanno a cuore lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita dei popoli del pianeta in un contesto di pace e prosperità;

la libertà, la democrazia, l'autodeterminazione devono sempre realizzarsi attraverso il ruolo primario della politica e possibilmente mai della forza. In particolare, la lotta contro il terrorismo di matrice interna e internazionale, che ha sempre registrato l'ampia convergenza nelle sedi multilaterali - Nazioni Unite, Unione europea, NATO - resta un fermo e solido impegno dell'Italia;

in questo nuovo contesto appaiono del tutto ingiustificati, e per certi aspetti inquietanti, i dubbi e le preoccupazioni, espressi da esponenti politici di primo piano, relativi ad una presunta minore affidabilità del nuovo Presidente americano nella lotta contro le centrali terroristiche internazionali,

impegna il Governo:

a ribadire nelle sedi multilaterali l'impegno dell'Italia nella lotta contro il terrorismo e le sue centrali internazionali;

a confermare, come già espresso nelle comunicazioni rese dal Ministro degli affari esteri, il sostegno ed il concorso alle missioni di pace che vedono impegnati militari e civili italiani, affinché assumano sempre più peso e incisività le azioni politiche e di sostegno allo sviluppo;

a confermare piena fiducia e sostegno al neo presidente Obama nel momento in cui assume il difficile e delicato ruolo di guida degli Stati Uniti d'America;

a farsi interprete dei sentimenti di amicizia e solidarietà con gli Stati Uniti da parte dell'Italia che rischiano di essere pretestuosamente scalfiti da improvvide dichiarazioni e prese di posizione di autorevoli esponenti politici di primo piano.

(1-00060 p. a.)

Interrogazioni

ANTEZZA, MONGIELLO, ANDRIA, PERTOLDI, DI GIOVAN PAOLO - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e per le politiche europee - Premesso che:

il 20 maggio 2008, la Commissione europea ha presentato al Parlamento europeo e agli Stati membri dell'Unione europea le proposte legislative relative al controllo sullo "stato di salute" ("Health Check") della Politica agricola comune (PAC);

la tabella di marcia predisposta dalla Commissione europea prevede che entro ottobre si giunga in seno al Consiglio dei ministri degli Stati membri all'accordo politico sulle modifiche da apportare alla PAC, al fine di acquisire il parere del Parlamento entro novembre e di adottare formalmente i testi legislativi entro la fine del corrente anno;

nella presentazione delle suddette proposte, la Commissione europea ha ribadito che esse non si configurano come una riforma della PAC, ma una "sintonizzazione" delle scelte adottate nel 2003, finalizzate ad un migliore funzionamento della politica agricola comunitaria negli anni a venire;

le proposte modificative della PAC riguardano essenzialmente tre regolamenti: il regolamento (CE) n. 1782/2003 sui pagamenti diretti; il regolamento (CE) n. 1234/2007 sull'Organizzazione comune di mercato e il regolamento (CE) n. 1698/2005 sullo sviluppo rurale;

per quel che riguarda nello specifico il regolamento (CE) n. 1782/2003, le proposte formulate dalla Commissione destano particolare preoccupazione fra le piccole aziende agricole del nostro Paese, in particolare per quanto riguarda l'innalzamento delle soglie minime per usufruire del sostegno comunitario;

le proposte della Commissione europea prevedono, a tal proposito, che gli Stati membri potranno scegliere di non concedere pagamenti diretti ad un agricoltore sulla base di uno o di entrambi i seguenti criteri: a) quando l'ammontare complessivo dei pagamenti richiesti in un anno civile non supera i 250 euro; b) quando la superficie ammissibile dell'azienda che richiede pagamenti diretti non supera un ettaro;

tali parametri vanno a modificare in modo significativo quelli attualmente in vigore che prevedono una soglia minima di sostegno pari a 50 euro (l'Italia, dal 2007, ha innalzato tale valore applicando una soglia di 100 euro), e una superficie agricola di 0,3 ettari per il riconoscimento dei titoli necessari alla presentazione della domanda per il sostegno minimo;

rilevato che:

sulla base di alcune simulazioni effettuate dalle organizzazioni rappresentative delle imprese agricole si evince che, nel solo passaggio dall'attuale soglia di 100 euro a quella di 250 euro, il numero di aziende escluse dai pagamenti passerebbe dalle attuali 158.000 a 455.000 unità, con effetti su circa 194.000 ettari di superficie coltivata;

in termini finanziari, la sola soglia di 250 euro comporta un risparmio in Italia di 59 milioni di euro sulle risorse erogate con il regime di pagamento unico;

l'applicazione della soglia fisica di un ettaro di superficie coltivata, invece, avrebbe un impatto in termini di aziende coinvolte pari a 600.000 unità (circa il 40 per cento delle imprese beneficiarie), per una superficie coltivata di circa 300.000 ettari;

gran parte delle aziende coinvolte dall'esclusione delle misure di sostegno risultano concentrate nelle aree territoriali del Mezzogiorno (oltre 270.000 aziende) e del centro (circa 134.000 aziende) e in misura minore del Nord (circa 45.000 aziende);

il settore agricolo maggiormente colpito, risulterebbe essere quello dell'olivicoltura, particolarmente sviluppato nelle aree montane e interne del Mezzogiorno e del centro Italia;

considerato che:

con l'eventuale approvazione da parte della Comunità europea delle suddette modifiche alla PAC, la fondamentale funzione sociale dell'agricoltura nelle aree territoriali del Mezzogiorno verrebbe fortemente ridimensionata;

la revisione delle soglie minime di sostegno rischia di provocare l'uscita dal mercato di numerose aziende agricole, nonché una perdita irreparabile di biodiversità e l'abbandono di ampie superfici coltivate, con conseguenti ripercussioni sulla difesa dei suoli e sulla stabilità idrogeologica dei territori,

si chiede di sapere:

quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare in sede comunitaria al fine di promuovere una revisione dei nuovi criteri proposti dalla Commissione europea per la concessione del sostegno minimo alle aziende agricole e di salvaguardare la continuità operativa di numerose aziende agricole del nostro Paese, in particolare del settore dell'olivicoltura;

se intendano predisporre misure per la semplificazione burocratica delle procedure di pagamento dei sostegni al di sotto dei 500 euro;

quali misure intendano adottare per favorire e incentivare l'aggregazione delle produzioni agricole, anche di piccole dimensioni, con le organizzazioni dei produttori;

se intendano adottare apposite misure per sostenere le produzioni agricole delle aree marginali e di montagna in funzione del ruolo sociale, economico e ambientale che queste svolgono nel nostro Paese.

(3-00383)

BARBOLINI, FILIPPI Marco - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

a decorrere dal 1° gennaio 2009, con l'entrata in vigore delle modifiche alle disposizioni di applicazione del Codice doganale comunitario (DAC), di cui al regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio, del 12 ottobre 1992, potrebbero sorgere alcuni rilevanti problemi con riguardo alle procedure doganali comunitarie che regolano lo scambio di merci;

tra le novità più rilevanti apportate al DAC, emerge in tutta evidenza la nuova definizione di "autorizzazione unica" che, a seguito delle modifiche introdotte, potrà essere richiesta non solo per i regimi doganali economici e per la destinazione particolare, ma anche per le procedure semplificate e per la procedura domiciliata. Qualora l'autorizzazione venga richiesta per più procedure in più di uno Stato membro, essa si configurerà come una "autorizzazione integrata" ("Integrated Authorisation");

altra significativa novità è rappresentata dall'introduzione di un paragrafo all'articolo 201 del DAC, con il quale si dispone che le autorità doganali possano autorizzare la presentazione della dichiarazione doganale in un ufficio doganale diverso da quello in cui le merci sono presentate o saranno presentate o dove potranno essere controllate, a condizione che l'ufficio doganale si trovi nello stesso Stato membro e che le merci siano dichiarate in una procedura doganale da una persona che detiene un'autorizzazione unica per le procedure semplificate o per la procedura domiciliata;

vengono introdotti, inoltre, quattro paragrafi nell'articolo 253 del DAC, tra i quali uno prevede la possibilità per qualsiasi persona di richiedere un'autorizzazione per le procedure semplificate o per la procedura domiciliata. In particolare, è previsto che un rappresentante doganale possa richiedere tale autorizzazione qualora abbia un sistema soddisfacente di gestione delle scritture contabili e se l'autorità doganale che rilascia l'autorizzazione sia in grado di identificare la persona rappresentata e assicurare i controlli doganali. Inoltre, l'uso delle procedure semplificate e della procedura domiciliata potrà essere utilizzata unicamente da operatori che emettono dichiarazioni doganali elettroniche e il rappresentante doganale potrà scegliere se usare la rappresentanza diretta o indiretta;

considerato che:

i vantaggi per gli operatori economici derivanti dalla nuova autorizzazione unica, in assenza di un'armonizzazione della disciplina in materia di IVA e delle accise, saranno comunque minimi ed inferiori alle attese;

occorre garantire agli operatori economici una corretta informazione sull'applicazione dei divieti e delle restrizioni nazionali, anche attraverso la pubblicazione delle medesime sul sito internet delle varie amministrazioni doganali;

le modifiche contenute nel nuovo regolamento, che consentono a chiunque abbia il requisito di effettuare la dichiarazione doganale, rischiano di penalizzare le professionalità e le competenze di quanti negli anni si sono formati a seguito di tirocini ed esami banditi dal Ministero dell'economia e delle finanze a garanzia dell'affidabilità degli operatori impegnati nelle pratiche doganali;

la dichiarazione delle merci presso dogane diverse da quelle dove si trovano le merci stesse, non garantisce che il carico per cui è stata chiesta la dichiarazione doganale sia effettivamente lo "stesso carico" che otterrà il "visto",

si chiede di sapere:

quali siano i vantaggi attesi per le imprese italiane in termini economici ed occupazionali, in conseguenza dell'entrata in vigore, a partire dal 1° gennaio 2009, delle nuove disposizioni del Codice doganale comunitario;

se il Ministro in indirizzo ritenga che tali nuove disposizioni prefigurino un allentamento dei controlli doganali ed un meno incisivo contrasto all'elusione e alle frodi fiscali;

quali iniziative intenda adottare, in vista dell'entrata in vigore delle nuove misure, per evitare che si verifichino irregolarità doganali, per rafforzare gli accertamenti sulle merci, per contrastare le frodi e gli atti illeciti e per evitare, di conseguenza, una diminuzione delle entrate di dazi doganali ed IVA.

(3-00384)

CARLINO - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

la normativa vigente prevede che per l'erogazione della pensione di invalidità civile totale sia richiesto che gli interessati si trovino in stato di bisogno economico;

tale stato di bisogno economico viene rapportato all'imposta sui redditi delle persone fisiche (IRPEF), prendendo in considerazione solo il reddito personale del richiedente (art. 14-septies della legge n. 33 del 1980);

per avere diritto alla pensione di invalidità, all'assegno mensile e all'indennità di frequenza non bisogna superare un determinato limite di reddito stabilito annualmente dalla relativa normativa;

per tale ragione, ogni anno viene fatta la dichiarazione delle condizioni reddituali, al fine di verificare la persistenza dei requisiti previsti per il diritto a percepire il beneficio economico soggetto a limite di reddito, così come l'obbligo di sottoscrivere la dichiarazione di responsabilità, che attesti la sussistenza o meno di ricovero per coloro ai quali sia stata concessa l'indennità di accompagnamento;

la dichiarazione dei limiti reddituali deve essere fatta presentando l'apposito modello, inviato all'INPS, entro il mese di marzo o di aprile di ogni anno;

l'aumento del reddito, cioè il venir meno del requisito economico, deve essere denunciato dallo stesso interessato, il quale nella domanda di pensione inizialmente compilata si assume l'obbligo di comunicare agli organi competenti ogni variazione che dovesse sopraggiungere nella propria condizione reddituale. Infatti, al momento della trasmissione dei propri dati all'INPS, dopo l'accertamento dell'invalidità civile, al fine di ottenere le provvidenze economiche, il beneficiario si impegna a comunicare entro 30 giorni dal suo verificarsi, qualsiasi variazione riguardante, fra l'altro, la relativa situazione reddituale;

qualora, nel corso dell'erogazione della provvidenza, il requisito economico venga meno (ovvero si verifichi il superamento del reddito stabilito), viene disposta la revoca della pensione, con il relativo recupero delle somme che risultassero indebitamente percepite (ovverosia di quelle che sono state erogate successivamente alla data nella quale si è verificato il superamento reddituale);

purtuttavia, la sospensione della pensione di invalidità civile per il superamento dei limiti reddituali può essere ripristinata in seguito, nell'eventualità che subentri una variazione delle condizioni economiche, che permetta di entrare nuovamente nei limiti di legge previsti;

per quanto risulta all'interrogante, sembrerebbe che nelle ultime settimane siano state fatte numerose segnalazioni da parte di soggetti titolari di pensione di invalidità civile cui l'INPS avrebbe negato la possibilità di ottenere l'erogazione della provvidenza, a causa del superamento del limite reddituale;

detto superamento si sarebbe verificato anche a seguito dell'espletamento da parte di tali soggetti di attività di lavoro part-time sovente remunerate in modo assai modesto;

considerato che:

in molti casi, sia nell'ipotesi in cui si percepisca la sola pensione di invalidità, sia in quella in cui si riceva uno stipendio da lavoro part- time, la somma di entrambi gli importi non riesce a garantire alle persone una vita dignitosa senza gravare sulla famiglia;

i tetti di reddito previsti annualmente per esercitare il diritto alla pensione di invalidità civile corrispondono a cifre irrisorie, ben al di sotto della soglia di autosufficienza nel nostro Paese,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia conoscenza di quanto descritto in premessa ed in tal caso quali provvedimenti urgenti intenda assumere;

se sia nelle intenzioni del Governo adottare le opportune iniziative volte a rendere più equo e sostenibile il procedimento di recupero delle somme che risultino indebitamente percepite a causa del venir meno del requisito economico dei soggetti interessati;

se il Governo non ritenga necessario, alla luce di quanto descritto, adottare le opportune iniziative finalizzate al blocco delle richieste di restituzione delle somme indebitamente percepite a titolo di assegni di invalidità sino a quando non saranno attualizzati i tetti di reddito previsti annualmente;

se il Governo intenda adottare provvedimenti tesi ad affermare il principio della non ripetibilità delle somme risultate indebite per il superamento dei limiti reddituali, di cui all'articolo 42, comma 5, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326.

se non ritenga opportuno prevedere una reale attualizzazione sia dei tetti di reddito superati i quali si determina il blocco dell'erogazione della provvidenza sia degli importi stessi delle pensioni di invalidità civile, in modo tale da garantire a persone che già versano in condizioni di grave difficoltà di condurre una vita quantomeno dignitosa.

(3-00385)

VITA, GARAVAGLIA Mariapia, RUSCONI, MARCUCCI - Al Ministro per i beni e le attività culturali - Premesso che:

le fondazioni e gli istituti di cultura, riunite nell'Associazione delle istituzioni di cultura italiane (AICI), rappresentano una ricchezza straordinaria per la produzione culturale del Paese;

la vastità del patrimonio viene custodito e valorizzato da personale altamente specializzato;

annualmente vengono realizzate molte iniziative a vantaggio di un'utenza sempre più vasta;

sarebbe una perdita gravissima l'eventuale collasso di tale ricchezza strutturale o la sola eventualità di un arretramento, che si fa sempre più realistica come conseguenza dei tagli alle risorse apportati ai modesti trasferimenti assicurati dallo Stato,

si chiede di sapere:

se, nell'ambito della discussione sulle disposizioni normative, che ogni anno ridistribuiscono, tra vari soggetti, i cosiddetti residui (somme accantonate, ma non spese), si ritenga opportuno che sia destinata la somma di 2 milioni di euro alla legge n. 534 del 1996 e in particolare alla tabella triennale prevista dall'art. 1;

se si ritenga opportuno che, in occasione della discussione sul disegno di legge finanziaria per il 2008, la somma destinata alla tabella della medesima legge n. 534 del 1996 non sia inferiore a 10 milioni di euro, così da permettere agli istituti di proseguire la loro attività.

(3-00386)

CECCANTI - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento - Premesso che

il 6 novembre 2008 il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge "in materia di diritto allo studio, valorizzazione del merito e qualità del sistema universitario e della ricerca", di cui risultano solo scarne anticipazioni dal comunicato presente sul sito del Governo e dalla successiva conferenza stampa del ministro Gelmini;

una delle principali ragioni della necessità e urgenza addotte dal Governo a giustificazione dell'intervento di decretazione è il blocco delle elezioni per le commissioni di concorso già previste a partire dalla data di lunedì 10 novembre 2008, sospese solo sulla base di una breve nota ministeriale del 7 novembre che fa riferimento a tale decreto ancora ignoto, mentre proprio tale urgenza avrebbe dovuto comportare una rapida trasmissione del testo alla Presidenza della Repubblica e una altrettanto sollecita pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per non violare le disposizioni di leggi vigenti, per prevenire contenziosi sulla regolarità dei procedimenti concorsuali in essere, non potendo una nota ministeriale derogare leggi vigenti;

il 10 novembre 2008 non risulta ancora pervenuto alla Presidenza della Repubblica nessun testo ufficiale e nei giorni precedenti sulla stampa sono state pubblicate le più varie indiscrezioni sui problemi tecnici e politici di scrittura del testo, che ne starebbero ritardando la presentazione;

la totale incertezza sui contenuti rende impossibile ai parlamentari rendere conto ai propri elettori, ed in particolare a quelli coinvolti nelle vicende concorsuali, delle novità intervenute, nonché degli intenti per il successivo iter della legge di conversione e paralizza gli stessi strumenti di controllo parlamentare, data la natura cangiante e sfuggente del testo;

se è ragionevole ipotizzare che, in seguito ad alcune scelte di indirizzo maturate nella riunione del Consiglio dei ministri rispetto al testo predisposto per la riunione (ammesso e non concesso che non si tratti di mere copertine senza contenuto), esse possano poi essere fedelmente tradotte nelle ore seguenti in norme puntuali dagli uffici tecnici, tuttavia il protrarsi dei lavori per giorni e giorni dimostra invece inconfutabilmente che nella riunione del Consiglio erano state omesse scelte rilevanti sia dal punto di vista tecnico sia politico,

si chiede di sapere se il Governo, forse suggestionato dalla istituzione del "Governo Ombra" da parte del Partito democratico, abbia voluto introdurre una nuova tipologia di fonti del diritto: "il decreto fantasma", in deroga alle precise disposizioni degli articoli 2, comma 3, e 15 della legge 23 agosto 1988, n. 400 - che impongano che il testo sia puntualmente approvato in Consiglio dei Ministri - e più in generale ai doveri di correttezza costituzionale o se, in caso negativo, non ritenga di indicare puntualmente come evitare di ripetere tali gravi strappi istituzionali.

(3-00389)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

ANTEZZA, BUBBICO, CHIURAZZI - Ai Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione e del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

il 31 ottobre 2008 è scaduta l'ultima proroga del contratto per 22 lavoratori precari impiegati, ormai da oltre 12 anni, presso l'amministrazione comunale di Matera, che rischiano ora di rimanere senza occupazione;

i suddetti lavoratori, dapprima impiegati dal Comune di Matera come lavoratori socialmente utili (LSU) e successivamente con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, sono stati assunti con contratto a tempo determinato di 5 mesi il 29 settembre 2007 dopo una prova concorsuale selettiva, secondo quanto previsto dall'articolo 1, commi 529 e 560, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni;

l'espletamento di tale concorso e la conseguente assunzione dei lavoratori precari a tempo determinato, secondo quanto affermato di recente dall'attuale amministrazione comunale di Matera, non sarebbe sufficiente alla medesima per procedere alla stabilizzazione dei suddetti lavoratori;

l'articolo 3, commi da 90 a 95, della legge finanziaria per il 2008, infatti, consentirebbe all'amministrazione comunale di Matera di includere nel Piano di stabilizzazione esclusivamente il personale precario utilizzato con contratti stipulati in data antecedente al 28 settembre 2007;

la stessa amministrazione comunale, in data 15 marzo 2008, ha formulato un quesito alla Funzione pubblica, non concordato né con i lavoratori né con i sindacati, chiedendo delucidazioni sulla corretta interpretazione dell'articolo 3, comma 95, della legge finanziaria per il 2008, ma limitatamente alla possibilità di procedere alla sottoscrizione, con gli stessi lavoratori, di contratti trimestrali o stagionali, sempre senza inserirli in piani di stabilizzazione;

solo il 7 novembre 2008, dopo la scadenza dei contratti dei lavoratori, l'amministrazione comunale si è impegnata a formulare alla Funzione pubblica un nuovo quesito concordato con i sindacati circa la corretta interpretazione delle norme contenute nella citata legge finanziaria, e compatibilmente con i vincoli di bilancio e di contenimento della spesa pubblica (cosiddetto patto di stabilità);

il limite posto dal patto di stabilità sarebbe un grave problema per la stabilizzazione, non solo per i 22 lavoratori a tempo determinato, ma anche per i 28 LSU il cui impiego scade il 31 dicembre 2008 e nei cui confronti l'amministrazione comunale di Matera non ha ancora provveduto alla stabilizzazione,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni dei Ministri in indirizzo sui fatti riportati in premessa;

se ritengano applicabile al caso riportato in premessa le misure di cui all'articolo 3, comma 95, della legge n. 244 del 2007 e quali iniziative intendano adottare, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di consentire, entro brevi termini, la stabilizzazione presso l'amministrazione comunale di Matera dei suddetti lavoratori precari;

se ritengano applicabili i limiti posti dalla legge finanziaria, o se, invece, ritengano, per questi casi, opportuno un intervento di finanza pubblica.

(3-00387)

MONGIELLO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico - Premesso che:

il regio decreto-legge 2 febbraio 1938, n. 246, all'articolo 1, stabilisce che: "Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto. La presenza di un impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, fa presumere la detenzione o l'utenza di un apparecchio radioricevente";

sulla base di tale disposizione normativa è stato istituito il cosiddetto canone Rai, ma ad oggi nella categoria "atti o adattabili" potrebbero rientrare numerosi apparecchi elettronici: videoregistratore, registratore dvd, computer, videofonino, cellulare di nuova generazione, iPod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, modem, decoder, videocamera;

in merito al problema del pagamento del canone Rai anche da parte di possessori di tale apparecchi elettronici, in particolar modo per i possessori di personal computer, sono state negli anni sollevate numerose interrogazioni parlamentari alle quali l'amministrazione finanziaria non è stata ancora in grado di rispondere;

considerato, inoltre, che:

da anni, infatti, la Rai chiede il pagamento del canone del personal computer solo alle famiglie e non anche alle imprese, in particolare banche ed uffici postali, tutti dotati di computer;

secondo quanto si apprende da un comunicato stampa dell'Associazione per i diritti di utenti e consumatori (ADUC) del 6 novembre 2008 si apprende che la Rai avrebbe richiesto il pagamento del canone per il possesso di un personal computer anche alle imprese e che, se tale pagamento venisse confermato, le imprese dovrebbero all'erario circa un miliardo di euro l'anno,

si chiede di sapere:

se ai Ministri in indirizzo risulti corrispondente al vero quanto riportato dal comunicato stampa dell'ADUC citato in premessa;

quali misure e provvedimenti urgenti intendano adottare al fine di chiarire se il personal computer è incluso nella lista degli apparecchi soggetti al canone e se in tal caso siano tenuti al pagamento del canone Rai solo i privati possessori di personal computer o anche altri soggetti, quali imprese, banche, uffici postali e enti pubblici.

(3-00388)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

GRAMAZIO, CIARRAPICO - Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e per i rapporti con le Regioni - Premesso che:

il 6 novembre 2008 la Commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio ha svolto un'audizione delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni dei medici, delle società scientifiche e di altre organizzazioni che operano nel settore sanitario;

all'audizione non hanno partecipato i Direttori generali delle Aziende sanitarie locali e delle Aziende ospedaliere del Lazio, a significare la ferma opposizione al Piano sanitario regionale che contiene il taglio di numerosi posti-letto e riordina la rete ospedaliera nella versione predisposta dal dottor Claudio Clini, Direttore generale di Lazio Sanità-ASP (Agenzia di sanità pubblica);

gli interroganti segnalano che, nel corso della predetta audizione, un funzionario della stessa Agenzia ha giustificato la sua presenza quale rappresentante del Direttore generale, nella sua veste di Vice Direttore generale;

gli interroganti, a seguito di una verifica sull'organigramma dell'Agenzia di sanità pubblica, hanno riscontrato che non esiste alcun incarico di Vice Direttore generale;

in conseguenza il funzionario audito dalla Commissione Sanità avrebbe millantato la natura del suo incarico, secondo quanto risulterebbe anche dal verbale della seduta della Commissione in questione,

gli interroganti chiedono di sapere se ai Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza, risulti quanto descritto in premessa e quale sia la valutazione del Governo, nell'ambito delle proprie competenze, sul Piano sanitario adottato dalla Regione Lazio.

(4-00771)

MONGIELLO, DI GIROLAMO Leopoldo - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

gli acufeni sono rumori fastidiosi, a volte anche intensi, che si possono percepire localizzati in uno o in entrambi gli orecchi, oppure genericamente all'interno della testa a seguito di svariate cause (infezioni virali o batteriche, otite, otosclerosi, timpanosclerosi, sordità genetiche), altri malfunzionamenti come problemi di articolazione cervicale o temporomandibolare o di postura, problemi all'orecchio medio, problemi odontoiatrici che possono indurre scompensi sul sistema uditivo e quindi indurre acufene;

recentemente alcuni studi hanno evidenziato effetti tossici per l'orecchio di un numero crescente di farmaci anche di uso comune; inoltre, molti ricercatori hanno indicato composti chimici di uso frequente negli alimenti come potenziali induttori o facilitatori di acufene, ad esempio gli addolcitori utilizzati in sostituzione degli zuccheri e gli esaltatori di gusto come i glutammati;

in Italia tale patologia è ancora scarsamente conosciuta e non adeguatamente studiata, nonostante recenti sondaggi specializzati abbiano registrato, nel nostro Paese, l'esistenza di oltre 2 milioni di portatori di acufene;

il paziente che soffre di tale patologia può sviluppare uno stato invalidante che interferisce gravemente sulla qualità della vita, portandolo a gravi disturbi di attenzione e di concentrazione destinati a ripercuotersi sulla vita lavorativa e di relazione dello stesso, alterandone i ritmi di sonno e veglia ed influendo fortemente sull'assetto psicologico al punto di indurre stati ansiosi e depressivi,

si chiede di sapere quali misure e provvedimenti urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di avviare programmi di ricerca in merito a tale patologia fortemente invalidante, con ciò corrispondendo alle legittime aspettative delle numerose vittime di questo disturbo ad oggi ancora senza una cura.

(4-00772)

MUSSO - Ai Ministri delle infrastrutture e trasporti e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

con il regolamento (CE) n. 450/2008 è stato istituito il Codice doganale comunitario (o Codice doganale aggiornato), entrato in vigore il 24 giugno 2008;

nello stesso si introduce uno sportello unico doganale, che semplifica, tra l'altro, l'effettuazione di controlli da parte di autorità competenti terze rispetto a quelle delle dogane, impegnando queste ultime a farli effettuare contemporaneamente e nel luogo in cui si effettuano gli stessi controlli doganali;

l'istituzione di uno sportello unico doganale presso gli uffici dell'Agenzia delle dogane risponde ad una criticità da tempo evidenziata da tutti gli operatori dei comparti marittimo e logistico;

il Presidente del Consiglio dei ministri ha adottato un opportuno regolamento su proposta del Ministero dell'economia e delle finanze d'intesa con i Ministri interessati;

il relativo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato inviato dall'ufficio legislativo del Ministero dell'economia alla Presidenza del Consiglio in data 20 marzo 2008 con protocollo 3-3682, all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni, Dipartimento affari giuridici e legislativi,

si chiede di sapere quali tempi siano prevedibili, vista la notevole importanza per i settori indicati, per l'emanazione del suddetto decreto.

(4-00773)

PORETTI, PERDUCA - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

come rilevato dall'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc), in Francia, nella Maine-et-Loire, una donna di 36 anni è stata ricoverata in ospedale per aver indossato stivali di fabbricazione cinese con incorporato un sacchettino anti umidità a base di dimetil fumarato;

questa sostanza è già al centro di un'altra vicenda, quella dei divani di Conforama (società del gruppo PPR, il colosso francese leader nella distribuzione specializzata e nel settore del lusso), occasione nella quale essa aveva provocato eczemi;

una responsabile dell'Istituto di vigilanza sanitaria francese (InVS), Agnes Lefranc, ha dichiarato al settimanale "l'Express" che potrebbero esserci centinaia di casi simili;

diverse segnalazioni di allergie legate agli stivali sono state riportate da dermatologi già da diverse settimane, e se era noto l'effetto allergico del dimetil fumarato, l'InVS ignorava che venisse utilizzato anche nell'abbigliamento,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo abbia già dato avvio ai controlli su questi prodotti (scarpe e divani) presenti nel mercato italiano;

se siano state riscontrate situazioni analoghe, con la presenza di agenti allergenici come il dimetil fumarato, o altri, anche in Italia, e nel caso quali provvedimenti siano stati presi riguardo tali prodotti.

(4-00774)

ESPOSITO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:

con decreto interministeriale del Ministro della pubblica istruzione e del Ministro degli affari esteri del 5 febbraio 1981 (n. 6086) venivano definiti i programmi d'insegnamento dei licei scientifici funzionanti all'estero con ordinamento quadriennale;

la cosiddetta "riforma Gelmini" della scuola superiore sarà presto operativa, e le ragioni che limitano a quattro anni la durata dei licei scientifici funzionanti all'estero sono venute meno;

questa situazione appare anomala ed ingiusta rispetto a quella degli altri ragazzi che frequentano la stessa scuola in Italia, dove la durata del corso di studi è di cinque anni e si rilascia lo stesso titolo per valore legale e caratteristiche,

si chiede di sapere se si ravvisano le condizioni per la revoca di tale decreto interministeriale, ottemperando all'adeguamento ed alla parità di orari, materie e programmi, fra i licei scientifici in Italia e quelli dislocati all'estero.

(4-00775)

ESPOSITO - Al Ministro dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:

gli Uffici scolastici regionali versano tutti in grave carenza di personale, in quanto non sono stati re-integrati i pensionamenti avvenuti negli ultimi anni;

in questo periodo si è accumulata una grossa mole di lavoro per le immissioni in ruolo effettuate negli ultimi anni;

molti contratti stipulati fra il Mistero - Ufficio scolastico regionale per il Lazio, e docenti neo-immessi in ruolo non sono stati ancora inviati al Dipartimento provinciale del Tesoro ai fini della ricostruzione di carriera e degli adempimenti burocratici di rito;

pervengono numerose segnalazioni di pratiche ferme, all'Ufficio scolastico provinciale di Roma diretto dal dottor Giuseppe Minichiello, in modo particolare per i neo immessi in ruolo come docenti di sostegno, in quanto nell'ufficio competente è rimasto un solo dipendente che non riesce a smaltire la mole di lavoro accumulata,

si chiede di sapere:

quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda adottare per risolvere le difficoltà e le disfunzioni all'utenza dei docenti e dei servizi da rendere alle scuole per il normale disbrigo delle pratiche burocratiche;

in quali tempi accettabili l'Ufficio scolastico provinciale di Roma intenda smaltire la mole di lavoro accumulata in questi anni.

(4-00776)

ESPOSITO - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

gran parte della provincia di Napoli è servita da collegamenti con treni denominati "Circumvesuviana" che uniscono decine di comuni sulle tre linee ferroviarie in esercizio, Sorrento-Castellamare-Napoli, Sarno-Pompei-Napoli, Baiano-Nola-Napoli, fornendo un servizio essenziale ed utile per una popolazione di circa 2.300.000 utenti;

gli orari di maggiore affluenza sulle tre linee ferroviarie indicate vanno dalle ore 06,45 alle ore 09,45 e nel pomeriggio dalle ore 13,45 alle ore 17,45;

la "Circumvesuviana" utilizza in questi orari di maggior utenza spesso due moduli ferroviari insufficienti a contenere l'elevato numero di utenti di questo servizio pubblico, creando problemi di sovraffollamento, rischiosi e deplorevoli, anche sotto l'aspetto igienico sanitario;

l'Assessore regionale ai trasporti della Campania aveva dichiarato sui massmedia l'acquisto e la messa in servizio di nuovi moduli ferroviari fin dal gennaio 2007,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza delle cause della mancata messa in esercizio dei nuovi moduli ferroviari, che costringe fino ad oggi a viaggiare in modo pericoloso e disumano gli utenti della provincia di Napoli serviti dalla "Circumvesuviana";

quali interventi urgenti ed essenziali il Ministro in indirizzo intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, per garantire negli orari di maggior affluenza, l'utilizzo costante di almeno tre moduli ferroviari per evitare un sovraffollamento giornaliero ai limiti della decenza per le condizioni di viaggio e di sovraffollamento quotidiano esistenti.

(4-00777)

ESPOSITO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

dagli inizi di settembre 2008 le scuole hanno provveduto a stipulare contratti con il personale supplente, sia amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) che docente, per garantire una presenza idonea e necessaria per l'avvio dell'anno scolastico 2008-2009;

la trasmissione informatica dei contratti stipulati è stata espletata dalle scuole al Dipartimento provinciale del Tesoro per le rispettive competenze economiche di accredito dello stipendio;

ad oggi, a quanto risulta all'interrogante, migliaia di docenti e personale ATA in servizio regolarmente nelle scuole di nomina (nella sola Roma e provincia sono circa 1.600) non hanno ancora percepito lo stipendio di settembre per non chiari motivi dovuti alla configurazione ed alla trasmissione dei dati fra gli enti competenti e la banca erogatrice,

si chiede di sapere quali interventi urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare per accelerare l'accredito dello stipendio di questi lavoratori della scuola, considerando che per molti di loro esso è l'unica fonte di reddito garantita per l'intera famiglia.

(4-00778)

ESPOSITO - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

dal 1° novembre la società Trenitalia ha effettuato un aumento di circa il 50 per cento delle tariffe relative agli abbonamenti Eurostar Alta Velocità (AV) elevando il prezzo sul percorso Napoli-Roma da 161,00 euro a 300,00 euro mensili e non garantendo più neanche la certezza del posto a sedere, per cui occorre acquistare un ulteriore ticket aggiuntivo di 3,00 euro a tratta;

da diversi mesi i treni Eurostar AV sulla tratta Roma-Napoli delle ore 09,25, 11,25 e 14,25, nonché e sulla tratta Napoli-Roma delle ore 06,28, 11,10 e 13,10 sono stati soppressi, creando un disagio ai numerosi utenti pendolari a fronte del prezzo di abbonamento raddoppiato;

dal mese di dicembre 2008 sono previsti altri aumenti sempre sulla tratta Eurostar AV;

in contraddizione con quanto dichiarato sui giornali, il completamento della tratta Gricignano (Caserta)-Napoli centrale, previsto per la fine di dicembre 2008, non sarà terminato, nonostante della tratta Eurostar AV Napoli-Salerno,

si chiede di sapere:

quali interventi urgenti ed essenziali in Ministro in indirizzo intenda adottare per garantire un rispetto dei termini relativi alla consegna dei lavori appaltati relativi alla tratta Gricignano-Napoli e quindi un servizio adeguato alla clientela che giustifichi un aumento così considerevole delle tariffe relative agli abbonamenti e del prezzo del biglietto in vigore;

se sia stato previsto, nel nuovo orario che andrà in vigore dal 12 dicembre 2008, il ripristino dei collegamenti soppressi negli ultimi mesi e quali strategie di potenziamento del servizio di collegamento Eurostar AV nella tratta Roma-Napoli-Roma, utilizzata da numerosi utenti e pendolari.

(4-00779)

DELLA SETA - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

dal 2001 ad oggi, si registra una crescita del 700 per cento del traffico di passeggeri nell'aeroporto di Ciampino "G. B. Pastine", dovuta per lo più all'attivazione dei voli low cost di compagnie come Ryanair. Tale incremento, come è noto, è avvenuto, ad avviso dell'interrogante, senza il rispetto della normativa vigente, per quanto concerne il controllo del rumore aeroportuale, nonché per la valutazione di impatto ambientale;

alla fine del 2007 la Regione Lazio ha attivato il sistema di monitoraggio "Cristal" per la misura del rumore aeroportuale, e venerdì 7 novembre 2008 sono stati presentati alla stampa i dati ufficiali del primo anno di monitoraggio, che confermano che la situazione ha raggiunto livelli non più sostenibili dalla popolazione residente;

tutte le misure indicano il costante sforamento, giorno e notte, dei limiti massimi di rumore ammessi per le aree residenziali;

i livelli di rumore misurati superano anche i valori fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità che indicano rischio per la salute umana;

particolarmente gravi sono i livelli di rumore riscontrati in prossimità delle aree sensibili e protette, come scuole e asili;

la dimensione dell'area dell'intorno aeroportuale con rumore oltre i limiti è intollerabilmente vasta, e si estende sino ad ampi territori del X Municipio di Roma e del Comune di Marino;

in queste aree, quasi 5.000 persone vivono soggette ad un inquinamento acustico tale da mettere a rischio la stessa salute;

questi dati ufficiali impongono, a giudizio dell'interrogante, un intervento urgente del Ministro. Come se non bastasse, lunedì 10 novembre 2008 un aereo Ryanair è stato costretto ad un atterraggio di emergenza, che solo per un miracolo non si è risolto in tragedia, visto che l'aereo ha fermato la sua corsa a pochi passi dalla trafficata via dei Laghi;

questo incidente testimonia la gravità della situazione e l'inadeguatezza dell'aeroporto Pastine a sopportare traffico di voli di linea;

l'aeroporto è sito in mezzo alle case di Ciampino, con abitazioni a soli 150 metri dalla pista e costringe gli aerei in atterraggio a sorvolare l'intera città di Roma a bassa quota, con evidenti e serissimi rischi per la sicurezza,

si chiede di conoscere se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario, vista la grave situazione, ormai conclamata, di inquinamento ambientale a livelli tali da pregiudicare la salute delle persone, nonché l'evidente pericolosità dell'infrastruttura per la sicurezza dei cittadini e dei passeggeri, provvedere con un decreto d'urgenza che comporti il trasferimento dei voli civili a Fiumicino. Tale decreto può essere emanato ai sensi del regolamento (CEE) 2048/92 del Consiglio, che, all'articolo 8, consente allo Stato membro la ridistribuzione dei voli all'interno di uno stesso sistema aeroportuale, qual è il caso di Ciampino e Fiumicino.

(4-00780)

DELLA SETA - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

l'Associazione italiana Tinnitus-Acufene (AIT Onlus), che ha sede a Lavariano (Udine) e che annovera 2.000 iscritti in ogni parte d'Italia, ha quale scopo sociale la tutela dei diritti delle persone affette dalla patologia dell'acufene, nonché la promozione della conoscenza di questa malattia presso istituzioni, centri di ricerca e opinione pubblica;

l'acufene è una patologia costituita da rumori che, sotto forme di fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi o pulsazioni, si originano all'interno del corpo umano o all'interno dell'apparato uditivo stesso e vengono illusoriamente percepiti alla loro prima comparsa come fastidiosi suoni provenienti dall'ambiente esterno;

questa malattia, solo in apparenza trascurabile, tende invece a creare un vero e proprio stato invalidante, coinvolgendo l'assetto psicologico ed emozionale del malato, la sua vita di relazione, il ritmo sonno-veglia, le attitudini lavorative, il livello di attenzione e concentrazione, inducendo o potenziando stati ansioso-depressivi, ripercuotendosi gravemente sulla qualità della vita;

si sono riscontrati casi in cui la persistenza dell'acufene nel tempo e la sua dimensione fortemente invalidante hanno portato a stati di estrema depressione che hanno avuto anche drammatiche conseguenze;

l'associazione segnala di ricevere un altissimo numero di richieste volte a ottenere informazioni circa le strutture di cura specializzate, gli esperti in materia o anche semplici consigli da parte di chi inizia ad affrontare l'acufene;

l'associazione denuncia come ad oggi, in Italia, tale patologia non sia ancora sufficientemente conosciuta né adeguatamente studiata, nonostante sondaggi specializzati vi abbiano rilevato l'esistenza di oltre 2 milioni di persone affette da forme di acufene; l'associazione ha avanzato presso il Ministero della salute la richiesta di promuovere la ricerca scientifica per lo studio di tale patologia, ricevendone assicurazione che la richiesta era stata inoltrata alla Direzione generale competente in materia;

nonostante si sostenga pressoché con le sole quote associative, l'associazione si è anche fatta promotrice di borse di studio presso gli atenei di Trieste e Udine su argomenti attinenti gli acufeni, ed ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di scienze fisiologiche-farmacologiche dell'Università di Pavia, supportando uno specifico programma di ricerca;

al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica, l'associazione si è rivolta a trasmissioni televisive «di servizio» quali ad esempio «Mi manda Raitre», ed è riuscita ad ottenere che all'acufene venissero dedicati servizi su organi d'informazione della carta stampata a larga diffusione, a seguito dei quali vi è stato un ampio riscontro postale,

si chiede di conoscere:

se il Ministro in indirizzo intenda immediatamente intervenire per riconoscere, ai sensi del decreto ministeriale n. 329 del 1999 e successive modifiche, l'acufene come malattia cronica e invalidante, così da permetterne l'inserimento nei Livelli essenziali di assistenza;

se abbia adottato, o intenda adottare, delle iniziative atte a promuovere studi e ricerche scientifiche su tale grave patologia, al fine di sviluppare un efficace protocollo terapeutico, e, in caso affermativo, come esse si siano sostanziate.

(4-00781)

VALENTINO - Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali, dell'interno, per i rapporti con le Regioni e dell'economia e delle finanze - Premesso che il 20 ottobre 2008 la Federfarma di Reggio Calabria ha diramato un comunicato stampa, che resta acquisito agli atti del Senato, con cui si comunica di aver inoltrato un esposto-denuncia alle autorità inquirenti chiedendo di accertare eventuali ipotesi di reato nell'operato della Commissione straordinaria operante presso l'Azienda sanitaria provinciale (ASP) di Reggio Calabria. Nello stesso si afferma che l'intollerabile ed irresponsabile gestione dell'ASP ha prodotto la chiusura delle farmacie della provincia di Reggio Calabria, che lamentano di non avere più le risorse economiche necessarie ad acquistare i medicinali dai loro fornitori. Inoltre, si rileva che sono partite moltissime lettere di preavviso di licenziamento per le centinaia di lavoratori occupati nelle farmacie. Nello specifico, si sostiene che le difficoltà economiche delle farmacie siano diretta conseguenza, soprattutto, dell'attuale gestione dell'ASP di Reggio Calabria, la quale, promuovendo inopportune opposizioni alle procedure esecutive di recupero coattivo del credito, ha di fatto impedito ai farmacisti qualunque soddisfacimento dei loro crediti legittimamente vantati, anche in sede giudiziaria. Alcuni farmacisti che hanno a suo tempo deciso di non ricorrere alle azioni legali vantano ancora crediti insoluti a partire dall'anno 2004. Questo stato di cose comporta l'impossibilità per le farmacie di proseguire l'espletamento del servizio pubblico essenziale fino ad oggi espletato a tutela della collettività. Nel medesimo comunicato si dà poi conto dell'iniziativa dell'Assemblea dei farmacisti che ha deciso di consegnare pubblicamente nei prossimi giorni le chiavi delle farmacie al Prefetto di Reggio Calabria e di autodenunciarsi alle preposte competenti autorità per l'interruzione di pubblico servizio,

l'interrogante, alla luce del gravissimo quadro esposto nel comunicato richiamato in premessa, chiede di sapere dai Ministri in indirizzo, ognuno per la parte di competenza:

quali iniziative intendano assumere per garantire l'assistenza farmaceutica alla popolazione della provincia reggina nonché assicurare ai titolari di farmacie che entro tempi ragionevoli le loro legittime aspettative saranno esaudite ovvero valutare la possibilità di un intervento straordinario teso quantomeno ad attenuare lo stato di crisi con il quale i farmacisti della provincia di Reggio Calabria ormai da troppo tempo convivono;

se non si ritenga opportuno avviare immediate ispezioni al fine di individuare ogni responsabilità a monte della gravissima situazione denunziata da Federfarma.

(4-00782)

COMPAGNA, FASANO, PARAVIA - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

da parte del consorzio Velia è stato inoltrato il 31 luglio 2008 al Parco del Cilento e Vallo di Diano un progetto per deviare le acque del fiume Calore nel bacino dell'Alento;

tale progetto prevederebbe la costruzione di ben due gallerie in prossimità delle Gole del Calore, le quali apporterebbero danni rilevanti all'ambiente e alla possibilità di sviluppo dei paesi dell'alto Cilento (Felitto, Piaggine, Laurino ed altri);

l'ente Parco, ormai privo di vertici e, a giudizio degli interroganti, a suo modo irrimediabilmente delegittimato dal suo opaco passato, non sembra in grado di pronunciarsi in alcun senso,

si chiede di sapere presso quali uffici e con quali poteri sostitutivi l'amministrazione dello Stato starebbe esaminando il progetto di interconnessione degli schemi idrici presentato dal consorzio Velia.

(4-00783)

COMPAGNA, FASANO, PARAVIA - Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e per i rapporti con le Regioni - Premesso che:

l'ospedale di Sapri, in provincia di Salerno, segnò a suo tempo una decisiva conquista dei cittadini del golfo di Policastro, che nel 1979 rivendicarono l'apertura di un ospedale, i cui lavori erano stati completati ma la cui entrata in servizio avrebbe cancellato privilegi e squilibri riconducibili a vicende di politica locale;

tali privilegi e tali squilibri verrebbero ripristinati dal piano di tagli e riorganizzazioni approvato dalla Giunta regionale della Campania il 31 ottobre 2008;

tale piano costringerebbe i cittadini del golfo di Policastro a dover cercare assistenza sanitaria all'ospedale di Vallo della Lucania, cioè a più di 45 chilometri da Sapri, con evidente implicita restaurazione della situazione di prima del 1979,

gli interroganti chiedono di sapere in quale modo, di fronte alla scelta operata dalla Regione Campania, il Governo intenda tutelare, anche nel caso dei cittadini del golfo di Policastro, profili e garanzie di diritto alla salute così come prescritto dall'articolo 32 della Costituzione.

(4-00784)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

  

6a Commissione permanente (Finanze e tesoro):

3-00384, dei senatori Barbolini e Filippi Marco, sull'entrata in vigore di modifiche al Codice doganale comunitario;

 

11a Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale):

 

3-00385, della senatrice Carlino, sulla revisione dei limiti di reddito per l'erogazione della pensione di invalidità civile.

  

  

Avviso di rettifica

 

Nel Resoconto sommario e stenografico della 80a seduta pubblica del 29 ottobre 2008, alla prima colonna della pagina III, dopo le parole: "Votazioni nominali con scrutinio simultaneo" inserire la seguente: "Discussione:".

 

Nel Resoconto sommario e stenografico della 87ª seduta pubblica del 6 novembre 2008, a pagina 104, l'ordine del giorno G1.700 (già emm. 1.0.5, 1.0.6, 1.0.7 e 1.0.8) deve intendersi presentato dai seguenti senatori: TOMASSINI, D'AMBROSIO LETTIERI, ESPOSITO, MASSIDDA, DI STEFANO.

 

Nello stesso Resoconto, a pagina 174, la mozione 1-00058 deve intendersi sottoscritta dal senatore Nespoli e non dal senatore Viespoli.