Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 093 del 18/11/2008


SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------

93a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

 

MARTEDÌ 18 NOVEMBRE 2008

(Antimeridiana)

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Presidenza del vice presidente CHITI,

indi del vice presidente NANIA,

del presidente SCHIFANI

e della vice presidente BONINO

 

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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-MPA-Movimento per l'Autonomia: Misto-MPA.

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RESOCONTO SOMMARIO

 

Presidenza del vice presidente CHITI

 

La seduta inizia alle ore 10,30.

 

Il Senato approva il processo verbale della seduta antimeridiana del 12 novembre, non approvato nella seduta antimeridiana del 13 novembre tolta, ex articolo 108, comma 4, del Regolamento, a causa della reiterata mancanza del numero legale.

Il Senato approva quindi il processo verbale della seduta antimeridiana del 13 novembre.

 

Comunicazioni della Presidenza

 

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

 

PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 10,34 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.

Sospende la seduta, in attesa della conclusione dei lavori della Giunta per il Regolamento.

 

La seduta, sospesa alle ore 10,34, è ripresa alle ore 11,05.

 

Presidenza del vice presidente NANIA

 

PRESIDENTE. Sospende nuovamente la seduta.

 

La seduta, sospesa alle ore 11,05, è ripresa alle ore 11,26.

 

Presidenza del presidente SCHIFANI

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. Comunica le determinazioni assunte dalla Conferenza dei Capigruppo in ordine al calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo fino al 5 dicembre, avvertendo che l'ordine del giorno delle sedute odierne è integrato con il seguito della discussione generale del disegno di legge n. 733, recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica. (v. Resoconto stenografico).

GIAMBRONE (IdV). Rivendica il diritto del Gruppo dell'Italia dei Valori di essere rappresentato all'interno dell'Ufficio di Presidenza e riassume il contenuto della lettera inviata stamani alla Presidenza, con cui annuncia la mancata partecipazione del Gruppo alle riunioni della Conferenza dei Capigruppo anche come modo per non approvare il calendario dei lavori. Avanza quindi delle proposte di modifica al calendario, chiedendo l'anticipazione della conclusione della seduta pomeridiana di oggi e il prolungamento della seduta antimeridiana di domani, nonché l'ampliamento del termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge finanziaria.

PEDICA (IdV). Chiede lo svolgimento di un dibattito parlamentare sulla vicenda Alitalia, alla luce non solo degli enormi disagi patiti da passeggeri e personale di volo ma anche delle dichiarazioni di alcuni dei soci CAI che suscitano forti dubbi sulla portata e sulla serietà del piano industriale della nuova compagnia. Occorre altresì un approfondimento sulle reali tutele apprestate a favore dei risparmiatori che hanno investito in Alitalia.

 

PRESIDENTE. Della questione sollevata dal senatore Pedica sarà investita la Conferenza dei Capigruppo qualora venga formulata una richiesta in tal senso.

BRICOLO (LNP). A causa dell'ostruzionismo posto in essere dall'opposizione nel corso della passata settimana, è stato bloccato l'iter di approvazione del disegno di legge in materia di pubblica sicurezza, recante disposizioni importanti e da tempo attese dai cittadini. Chiede pertanto che la Conferenza dei Capigruppo, con la partecipazione anche del Gruppo dell'Italia dei Valori, provveda ad approvare un nuovo calendario dei lavori che garantisca l'approvazione in tempi rapidi del provvedimento, in maniera tale da venire incontro alle esigenze dei cittadini e dimostrare all'opinione pubblica che il Senato non è impegnato unicamente nella trattazione delle proprie questioni interne, come la composizione dell'Ufficio di Presidenza o la Presidenza della Commissione RAI. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

PROCACCI (PD). Invita la Presidenza a sollecitare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ad incontrare le organizzazioni degli agricoltori operanti nel settore della produzione dell'olio di oliva, le quali hanno dato vita nella giornata di ieri in Puglia e in altre zone del Meridione a delle manifestazioni per testimoniare la grave situazione di emergenza in cui versa il comparto, colpito dalla siccità e dalla presenza di grandi realtà commerciali che determinano una distorsione del prezzo dell'olio di oliva a danno delle altre realtà produttive.

SCARPA BONAZZA BUORA (PdL). Garantisce la massima disponibilità della Commissione agricoltura del Senato ad affrontare i problemi presenti nel settore della produzione dell'olio di oliva e rassicura che la questione sollevata dal senatore Procacci è già all'attenzione del ministro Zaia, il quale è peraltro oggi impegnato a partecipare al Consiglio dei Ministri delle politiche agricole dell'Unione europea convocato per dare corso agli esiti dell'Health check relativo alla revisione della politica agricola comunitaria.

BARBOLINI (PD). La Commissione finanze non ha avuto modo di esaminare compiutamente il provvedimento in materia di giochi e la maggioranza ha ritirato gli emendamenti presentati, che riproporrà in Aula, a causa dell'insufficiente tempo a disposizione, peraltro ulteriormente limitato e compresso in ragione del ritardo con cui il sottosegretario Giorgetti si è presentato in Commissione per un impedimento noto al Governo già dalla giornata di venerdì scorso. Auspica pertanto che episodi del genere non si ripetano e che vi sia un maggior coordinamento tra i Ministri, il Governo e il Senato, nel rispetto del lavoro delle Commissioni e dell'Assemblea.

ZANDA (PD). In relazione alla richiesta avanzata dal senatore Bricolo, chiede che vengano rispettate le decisioni assunte dalla Conferenza dei Capigruppo riunitasi stamani e, condividendo la richiesta del Gruppo dell'Italia dei Valori di essere rappresentato all'interno dell'Ufficio di Presidenza, dichiara la disponibilità del Partito Democratico a favorire le modifiche al Regolamento del Senato che vadano in tal senso.

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Nel condividere l'esigenza avanzata dal Gruppo dell'Italia dei Valori di piena rappresentatività dell'Ufficio di Presidenza, dichiara di non approvare la scelta di non prendere parte alle riunioni della Conferenza dei Capigruppo, stante la rilevanza dei provvedimenti all'esame dell'Assemblea che richiedono speditezza dei lavori e un calendario condiviso da tutte le forze politiche.

PERDUCA (PD). Rende noto l'appello lanciato al Governo da 160 senatori affinché venga cancellato dalla lista delle organizzazioni terroristiche il gruppo dei Mujahedin del Popolo iraniano e richiama l'attenzione dell'Aula sulla grave situazione in cui versa il campo profughi della città di Ashraf, al confine tra Iraq e Iran, dove si recherà stasera quale membro di una delegazione non ufficiale comprendente il vice sindaco di Cuneo e i militanti e i dirigenti del Partito radicale e di «Nessuno tocchi Caino».

GARRAFFA (PD). La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha restituito agli usurai diversi beni immobili appartenuti a persone vittime di usura sulla base di un'interpretazione delle misure contenute nel cosiddetto pacchetto sicurezza che è sbagliata secondo il sottosegretario Mantovano, ma che risulta invece fondata e plausibile a detta dei magistrati palermitani e di un componente della Corte di cassazione. Reitera pertanto al Sottosegretario la richiesta di inserire un emendamento correttivo nel provvedimento sulla sicurezza affinché non si ripetano episodi simili, che rischiano di vanificare i risultati delle numerose lotte contro il racket condotte fino ad oggi. (Applausi dal Gruppo PD).

QUAGLIARIELLO (PdL). L'approvazione in tempi rapidi del provvedimento in materia di sicurezza rappresenta una priorità per il Gruppo del Popolo della Libertà, il quale ha approvato il calendario corrente solo perché ha preso atto, con realismo e senso di responsabilità, che l'opposizione non intende consentire la discussione di temi estranei alla finanziaria durante la sessione di bilancio. Quanto alla richiesta avanzata dal senatore Giambrone, la maggioranza conviene sull'esigenza di garantire la massima e giusta rappresentatività dell'Ufficio di Presidenza ed è pertanto con favore che deve essere accolta l'avvenuta integrazione della Giunta per il Regolamento con gli esponenti dei Gruppi parlamentari mancanti. Nell'invitare il Gruppo dell'Italia dei Valori ad abbandonare l'atteggiamento polemico ed ostruzionistico assunto, richiama l'attenzione sulla proposta di modifica del Regolamento avanzata dal collega Caruso che consentirebbe di soddisfare quanto prima la richiesta avanzata. (Applausi dal Gruppo PdL).

GIAMBRONE (IdV). L'intendimento del Gruppo Italia dei Valori non è quello di ostacolare lo svolgimento dei lavori dell'Assemblea, ma di sottolineare il disagio per la situazione che si è determinata all'interno dell'Ufficio di Presidenza e di chiedere una modifica al calendario dei lavori.

PRESIDENTE. Avvertendo che in Conferenza dei Capigruppo è stato stabilito che in futuro gli interventi sui lavori del Senato ad inizio seduta dovranno essere congruenti con l'argomento in discussione, manifesta la propria sensibilità al problema della mancata rappresentanza di un Gruppo parlamentare all'interno dell'Ufficio di Presidenza, per la cui soluzione ha già invitato tutti i Gruppi a contribuire. Tuttavia precisa di non poter accogliere l'espressione di un dissenso preventivo al calendario dei lavori, comunicata tramite lettera indirizzata alla Presidenza, trattandosi di una manifestazione di volontà che va esplicitata nella sede propria, cioè in Conferenza dei Capigruppo.

GIAMBRONE (IdV). Preso atto della posizione della Presidenza, chiede che resti agli atti la non condivisione del calendario dei lavori da parte del proprio Gruppo.

BRICOLO (LNP). Nonostante l'urgenza avvertita nel Paese in merito al tema della sicurezza, i Gruppi di opposizione continuano ad impegnare l'Assemblea in discussioni inerenti la presenza di propri rappresentanti all'interno di organi parlamentari, respingendo qualsiasi proposta di dialogo da parte della maggioranza. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

Discussione del disegno di legge:

(1196) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)

GENTILE, relatore. Il decreto-legge, originariamente formato da un unico articolo volto a prorogare l'affidamento della gestione del gioco dell'Enalotto all'attuale concessionario Sisal S.p.A. fino alla piena operatività della nuova concessione, è stato modificato dalla Camera dei deputati con l'introduzione dell'articolo 1-bis, con cui si autorizzano i Monopoli di Stato a realizzare un'apposita procedura selettiva, aperta a soggetti italiani ed europei, per la concessione fino al 30 giugno 2016 del diritto di esercizio e raccolta, in rete fisica, di giochi su base ippica e sportiva, con specifiche agevolazioni per soggetti già titolari di diritti di esercizio e raccolta di scommesse. Inoltre, attraverso una modifica alla legge finanziaria per il 2003, la possibilità di effettuare scommesse all'interno degli ippodromi anche su corse tenute in altri campi viene estesa alle scommesse a quota fissa e non viene più limitata ai giorni di svolgimento delle gare. Le maggiori entrate derivanti dall'aggiudicazione delle relative concessioni confluiranno in un fondo istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze parzialmente destinato a provvidenze per l'allevamento dei cavalli oppure alle esigenze finanziarie relative alle attività istituzionali del CONI e dell'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine. Le entrate derivanti dall'incremento del prelievo erariale unico al 12,70 per cento delle somme giocate con apparecchi per il gioco lecito collegati alla rete telematica dei Monopoli di Stato, invece, saranno assegnate all'UNIRE per l'incremento del montepremi; allo stesso ente è poi assegnato un contributo di 25 milioni di euro per il potenziamento infrastrutturale dei servizi istituzionali. È infine previsto il divieto di scommettere su manifestazioni di interesse storico e culturale come il Palio di Siena. L'articolo 1-ter rimette ad un apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze la disciplina riguardante la sperimentazione degli apparecchi elettronici per il gioco lecito collegati in rete e della relativa raccolta al fine di determinare con esattezza il corrispettivo dovuto ai concessionari della rete telematica per l'ammodernamento degli apparecchi stessi. Segnalando la soppressione delle disposizioni inserite dalla Commissione finanze della Camera dei deputati in materia di esercizio e raccolta a distanza dei giochi, preannuncia la presentazione da parte del Governo di un apposito disegno di legge volto al riordino complessivo della materia, in considerazione anche dell'avvio di due procedure di infrazione comunitaria a carico dell'Italia relative proprio alle modalità di gestione del gioco a distanza. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

Presidenza della vice presidente BONINO

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione generale.

FONTANA (PD). L'obiettivo condivisibile di assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi, che giustifica l'adozione dell'ennesimo decreto-legge, appare stravolto dall'introduzione da parte del Governo di numerosi emendamenti, che meriterebbero un approfondimento da parte del Parlamento, il quale non può essere chiamato solo a ratificare decisioni assunte altrove. Si tratta infatti di problematiche complesse, che non solo riguardano aspetti economici, ma che presentano anche forti implicazioni sociali ed etiche. Il fenomeno delle scommesse mobilita ingenti risorse, lecite ed illecite, e sta attraversando un momento di trasformazione con l'introduzione delle tecnologie telematiche, che coinvolgono con maggiore frequenza scommettitori giovani. Sarebbe stato pertanto opportuno intervenire nella materia con un disegno di legge organico, peraltro gia annunciato dal Governo, che restituisse chiarezza e stabilità al complesso delle norme, anche allo scopo di contrastare la diffusione del gioco irregolare, monopolizzato dalla criminalità organizzata; si è invece preferito adottare misure frammentarie, inutili, ambigue e tali da generare disparità di trattamento tra i soggetti partecipanti alle procedure selettive. Non rispondono alle finalità dichiarate disposizioni come l'assegnazione all'UNIRE di 25 milioni di euro in assenza di un progetto chiaro ed altre finalizzazioni di spesa indefinite, che sembrano indirizzate più al soddisfacimento di interessi particolari che alla risoluzione dei problemi di un comparto in sofferenza, che impiega migliaia di lavoratori. (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice Giai).

PEDICA (IdV). Il nucleo originario del decreto-legge, che prevedeva un proroga in materia di affidamento della gestione del gioco dell'Enalotto per verificare l'idoneità organizzativa del nuovo concessionario, è stato arricchito, presso la Camera dei deputati, da ulteriori disposizioni su scommesse ippiche e giochi elettronici senza riflettere adeguatamente sulle conseguenze socialmente devastanti della dipendenza dal gioco d'azzardo. Nell'attuale situazione di crisi economica, il Governo sottostima evidentemente un fenomeno patologico che riguarda soprattutto casalinghe e pensionati e provoca l'indebitamento di intere famiglie. Lamenta quindi il mancato accoglimento in Commissione di un emendamento presentato dall'Italia dei Valori per fissare un limite massimo giornaliero alle giocate nelle sale Bingo. (Applausi dal Gruppo PD).

LANNUTTI (IdV). Esprime un giudizio severo su un provvedimento che ribadisce la chiusura del Governo al confronto e ad eventuali contributi dell'opposizione. In un momento economicamente difficile aumenta la tendenza, soprattutto da parte delle famiglie meno agiate, ad affidare alle scommesse speranze di arricchimento mentre trasmissioni televisive pubbliche, che rendono un pessimo servizio, alimentano l'illusione di facili vittorie. Tuttavia, anziché disciplinare il fenomeno della dipendenza dal gioco che ha rovinato numerose famiglie, il Governo trae spunto dalla necessità di rinnovare la proroga della concessione del gioco dell'Enalotto per alimentare le scommesse. (Applausi dal Gruppo IdV).

VACCARI (LNP). La Lega Nord, che pure è critica nei confronti degli orientamenti centralistici e burocratici dell'Unione europea, condivide la necessità di adempiere con attenzione e sollecitudine gli obblighi comunitari. Esprimendo soddisfazione per l'intervento nel settore delle scommesse ippiche, sottolinea, per correttezza d'informazione, che l'emendamento volto a limitare il gioco del Bingo non è stato respinto in Commissione ma è stato dichiarato inammissibile per estraneità alla materia. Il Gruppo condivide la necessità di prevedere restrizioni, soprattutto a tutela dei giovani, e il Governo si è impegnato a disciplinare l'intera materia nell'ambito di uno specifico disegno di legge. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

LEDDI (PD). Il provvedimento in esame va nella direzione opposta alla preannunciata volontà di semplificazione normativa e di miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione. Il contenuto del decreto-legge, innanzitutto, corrisponde solo in minima parte al titolo, che fa riferimento agli adempimenti comunitari in materia di giochi. Viene inoltre prevista l'ennesima proroga per un adempimento banale, non essendo stata ancora verificata l'idoneità organizzativa della società che pure ha vinto la gara di affidamento. Le disposizioni sulla raccolta in rete delle scommesse ippiche sono in contrasto con la normativa europea sulla concorrenza e genereranno un contenzioso oneroso. Infine, in tempi di necessari risparmi pubblici, all'UNIRE è accordato un contributo non trascurabile senza verificare i risultati della gestione pregressa e attingendo a fondi che erano destinati a pagamenti dovuti dalle pubbliche amministrazioni. (Applausi dal Gruppo PD).

GERMONTANI (PdL). Il testo del decreto-legge è equilibrato ed è stato esaminato molto rapidamente. L'urgenza della proroga per la raccolta del gioco dell'Enalotto è legata alla necessità di evitare danni in termini di mancate entrate erariali. La Camera dei deputati ha quindi introdotto due articoli aggiuntivi, che riformano in modo organico e positivo il settore dei giochi e si riferiscono rispettivamente all'esercizio e raccolta, in rete fisica, di giochi su base ippica e sportiva e alla sperimentazione degli apparecchi elettronici per il gioco collegati in rete. Il settore ippico è in crisi a causa della perdita di interesse per le scommesse e degli effetti negativi del decreto Bersani, che ha ridotto i punti vendita. Il Governo è intervenuto per sostenere un comparto in cui sono a rischio molti posti di lavoro e ha preannunciato, inoltre, l'intenzione di disciplinare le scommesse on line con un disegno di legge che dovrebbe costituire occasione per armonizzare il prelievo tributario su tutte le forme di gioco. (Applausi del senatore Gentile).

COSTA (PdL). Il provvedimento persegue il progressivo superamento dell'assetto organizzativo della raccolta dei giochi e delle scommesse relativi alle corse dei cavalli, attuando così una sentenza emessa dalla Corte di giustizia delle Comunità europee. Bene ha fatto l'attuale Esecutivo ad intervenire tempestivamente sulla regolamentazione di giochi e scommesse, anche perché da tale settore deriva una fetta non trascurabile delle entrate dello Stato. Va inoltre accolto con favore il disegno di legge, annunciato dal rappresentante del Governo, volto al riordino complessivo della materia dei giochi. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione generale. Il seguito della discussione del disegno di legge è rinviato ad altra seduta.

Giunta per il Regolamento, composizione

PRESIDENTE. Udito il parere reso all'unanimità dalla Giunta per il Regolamento, la Presidenza ha provveduto alla sua integrazione, con la nomina dei senatori Belisario, D'Alia, Pistorio e Tancredi.

Dà annunzio degli atti di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e toglie la seduta.

 

La seduta termina alle ore 13,10.

  

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente CHITI

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,30).

Ricordo che, in seguito alla ripetuta mancanza del numero legale, la seduta antimeridiana di giovedì 13 novembre è stata tolta senza l'approvazione del processo verbale della seduta antimeridiana di mercoledì 12 novembre.

Pertanto, prima di procedere alla lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di giovedì 13 novembre, bisogna approvare il processo verbale della seduta antimeridiana di mercoledì 12 novembre.

Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Invito ora il senatore Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di giovedì 13 novembre.

 

AMATI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 13 novembre.

 

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 10,34).

Onorevoli colleghi, sospendo la seduta per mezz'ora perchè è in corso la Giunta per il Regolamento e quindi, al fine di consentire un corretto svolgimento dei lavori sia dell'Assemblea che della Giunta, la seduta riprenderà alle ore 11.

 

(La seduta, sospesa alle ore 10,34, è ripresa alle ore 11,05).

Presidenza del vice presidente NANIA (ore 11,05)

PRESIDENTE. Colleghi, sospendo nuovamente la seduta, che riprenderà alle ore 11,20.

 

(La seduta, sospesa alle ore 11,05, è ripresa alle ore 11,26).

Presidenza del presidente SCHIFANI (ore 11,26)

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo, riunitasi questa mattina, ha approvato modifiche e integrazioni al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 5 dicembre.

A partire da questa mattina sarà discusso il decreto-legge relativo ad adempimenti comunitari in materia di giochi, tra l'altro già inserito nel calendario nel corso della precedente riunione della Conferenza dei Capigruppo.

Una volta concluso tale provvedimento, riprenderà - sempre nella giornata di oggi - la discussione generale del disegno di legge in materia di sicurezza pubblica, possibilmente fino alla sua conclusione. A tal fine l'orario di chiusura della seduta pomeridiana è previsto per le ore 22. Diversamente, la discussione generale potrà concludersi domani mattina.

Non appena pervenuto il parere della Commissione bilancio, il Presidente renderà le comunicazioni previste dall'articolo 126, comma 4, del Regolamento, sulla conformità alle regole di copertura del disegno di legge finanziaria, trasmesso dalla Camera dei deputati. Da quel momento avrà inizio la sessione di bilancio.

Le Commissioni presenteranno, entro le ore 16 di giovedì 27 novembre, i propri rapporti alla 5a Commissione permanente che concluderà 1'esame in sede referente entro sabato 6 dicembre. Gli emendamenti ai disegni di legge finanziaria e di bilancio dovranno essere presentati all'Assemblea entro le ore 10 di lunedì 8 dicembre. La discussione in Aula inizierà nella seduta antimeridiana di martedì 9 dicembre.

Il calendario della trattazione in Assemblea e la relativa ripartizione dei tempi saranno successivamente definiti dalla Conferenza dei Capigruppo.

Nel corso di questa settimana sarà discusso il decreto-legge in materia di lavori pubblici, autotrasporto e agricoltura.

Il calendario della settimana è poi integrato - acquisita 1'unanimità tra i Gruppi ai sensi dell'articolo 126, comma 12, del Regolamento - con l'esame di ratifiche di accordi internazionali definite dalla Commissione competente.

Nel pomeriggio di giovedì 20 novembre si svolgeranno interrogazioni a risposta immediata sulle infrastrutture nel Mezzogiorno, con particolare riguardo al ponte sullo stretto di Messina.

La prossima settimana, dal 25 al 28 novembre, oltre all'eventuale seguito del decreto-legge in materia di lavori pubblici, saranno discussi gli altri decreti-legge presentati in prima lettura al Senato in materia di rilancio del settore agroalimentare e di università, per i quali si è proceduto alla ripartizione dei tempi tra i Gruppi.

Saranno inoltre poste all'ordine del giorno relazioni della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari in materia di insindacabilità.

Nella settimana successiva alla prossima, dal 2 al 5 dicembre, saranno esaminati i decreti-legge approvati e trasmessi dalla Camera dei deputati concernenti crisi dei mercati finanziari internazionali, disagio abitativo e emergenza rifiuti in Campania.

Il calendario delle prossime settimane potrà essere integrato con l'elezione di due componenti del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria.

Si fa presente che, tenuto conto dei numerosi e impegnativi provvedimenti pendenti, il calendario di questa e delle prossime due settimane prevede sedute con votazioni dal martedì mattina al venerdì pomeriggio e pertanto non è prevista sospensione dei lavori dell'Assemblea in concomitanza con la sessione di bilancio. Peraltro, gli orari delle sedute sono stati impostati in modo tale da lasciare congrui spazi per i lavori delle Commissioni impegnate nell'esame dei decreti-legge, dei documenti finanziari e dei provvedimenti collegati, con particolare riguardo al federalismo fiscale. Tali spazi potranno essere eventualmente rivisti in relazione al concreto andamento dei lavori.

Ricordo infine che in apertura della seduta pomeridiana di domani sarà commemorata la figura di Alma Cappiello, già componente della nostra Assemblea, a due anni dalla sua scomparsa.

 

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi questa mattina, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - modifiche ed integrazioni al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori dell'Assemblea fino al 5 dicembre 2008:

Martedì

18

novembre

ant.

h. 10,30-13,30

- Disegno di legge n. 1196 - Decreto-legge n. 149, adempimenti comunitari in materia di giochi (approvato dalla Camera dei deputati - scade il 25 novembre)

 

- Seguito discussione generale disegno di legge n. 733 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica

 

- Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 126, comma 4, del Regolamento, sul disegno di legge finanziaria

 

- Ratifiche di accordi internazionali (disegno di legge nn. 1073 - Protezione beni culturali in caso di conflitto armato; 1074 - Cooperazione doganale; 1128 - Ispezioni armi chimiche; 1132 - Istituto forestale europeo; 1133 - Partenariato Tagikistan)

 

- Disegno di legge n. 1152 - Decreto-legge n. 162, sostegno lavori pubblici, autotrasporto e agricoltura (voto finale entro il 23 novembre - scade il 22 dicembre)

 

- Interrogazioni a risposta immediata ex articolo 151-bis del Regolamento (giovedì 20, pom.)

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pom.

h. 16,30-22

Mercoledì

19

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ant.

h. 9.30-13.30

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pom.

h. 16,30-21

Giovedì

20

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ant.

h. 9,30-13,30

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pom.

h. 16-21

Venerdì

21

"

ant.

h. 9,30-13,30

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"

pom.

 

h. 16-21
(se necessaria)

 

Dopo la lettura delle comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 126, comma 4, del Regolamento, i disegni di legge finanziaria e di bilancio saranno assegnati alla 5a Commissione permanente in sede referente e alle altre Commissioni in sede consultiva. Da quel momento avrà inizio la sessione di bilancio.

Le Commissioni presenteranno i propri rapporti alla Commissione bilancio entro le ore 16 di giovedì 27 novembre. La 5a Commissione permanente concluderà l'esame in sede referente entro sabato 6 dicembre. Gli emendamenti ai disegni di legge finanziaria e di bilancio dovranno essere presentati entro le ore 10 di lunedì 8 dicembre. La discussione in Assemblea inizierà nella seduta antimeridiana di martedì 9 dicembre.

Martedì

25

novembre

ant.

h. 11-13

- Eventuale seguito disegno di legge n. 1152 - Decreto-legge n. 162, sostegno lavori pubblici, autotrasporto e agricoltura (voto finale entro il 23 novembre - scade il 22 dicembre)

 

- Disegno di legge n. 1175 - Decreto-legge n. 171 su rilancio settore agroalimentare (voto finale entro il 4 dicembre - scade il 3 gennaio)

 

- Disegno di legge n. 1197 - Decreto-legge n. 180 in materia di diritto allo studio e qualità sistema universitario (voto finale entro l'11 dicembre - scade il 9 gennaio)

 

- Documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari

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pom.

h. 17-21

Mercoledì

26

"

ant.

h. 11-13,30

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pom.

h. 17-21

Giovedì

27

"

ant.

h. 11-13,30

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"

pom.

h. 17-21

Venerdì

28

"

ant.

h. 11-13,30

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"

pom.

h. 16-21

 

Gli emendamenti al disegno di legge n. 1175 (decreto-legge su rilancio settore agroalimentare) dovranno essere presentati entro le ore 19 di giovedì 20 novembre; quelli al disegno di legge n. 1197 (decreto-legge in materia di diritto allo studio e qualità sistema universitario) entro le ore 15 di venerdì 21 novembre.

 

Martedì

2

dicembre

ant.

h. 11-13

- Eventuale seguito decreti-legge non conclusi

 

- Disegno di legge n. ... - Decreto-legge n. 155 su crisi mercati finanziari internazionali (assorbe il decreto-legge n. 157 su stabilità del sistema creditizio) (ove approvato e trasmesso dalla Camera dei deputati - scade l'8 dicembre)

 

- Disegno di legge n. ... - Decreto-legge n. 158 recante misure per contenere il disagio abitativo (ove approvato e trasmesso dalla Camera dei deputati - scade il 19 dicembre)

 

- Disegno di legge n. ... - Decreto-legge n. 172 su emergenza rifiuti in Campania e tutela ambientale (ove approvato e trasmesso dalla Camera dei deputati - scade il 5 gennaio)

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pom.

h. 17-20

Mercoledì

3

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ant.

h. 11-13

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pom.

h. 17-20

Giovedì

4

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ant.

h. 11-13

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pom.

h. 17-20

Venerdì

5

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ant.

h. 11-13

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"

pom.

h. 16-20

 

Il termine per la presentazione degli emendamenti ai decreti-legge previsti sarà stabilito dalla Presidenza in relazione ai tempi di trasmissione della Camera dei deputati. La ripartizione dei tempi tra i Gruppi sarà successivamente definita dalla Conferenza dei Capigruppo.

Il calendario potrà essere integrato con l'elezione di 2 componenti del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria (voto a scrutinio segreto con procedimento elettronico su lista bloccata).

  

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1196
(Decreto-legge adempimenti comunitari in materia di giochi)
(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatori

 

30'

Governo

 

30'

Votazioni

1 h.

 

Gruppi 5 ore di cui:

 

 

PdL

1 h.

33'

PD

1 h.

20'

LNP

 

37'

IdV

 

31'

UDC-SVP-Aut

 

30'

Misto

 

27'

Dissenzienti

 

5'

  

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1152
(Decreto-legge sostegno lavori pubblici, autotrasporto e agricoltura)
(7 ore e 25 minuti, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatore

 

30'

Governo

 

30'

Votazioni

1 h.

 

Gruppi 5 ore e 25 minuti, di cui:

 

 

PdL

1 h.

33'

PD

1 h.

20' (+25')

LNP

 

37'

IdV

 

31'

UDC-SVP-Aut

 

30'

Misto

 

27'

Dissenzienti

 

5'

 

 

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1175
(Decreto-legge su rilancio settore agroalimentare)
(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatori

 

30'

Governo

 

30'

Votazioni

1 h.

 

Gruppi 5 ore di cui:

 

 

PdL

1 h.

33'

PD

1 h.

20'

LNP

 

37'

IdV

 

31'

UDC-SVP-Aut

 

30'

Misto

 

27'

Dissenzienti

 

5'

  

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1197
(Decreto-legge sul diritto allo studio e qualità sistema universitario)
(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatori

 

30'

Governo

 

30'

Votazioni

1 h.

 

Gruppi 5 ore di cui:

 

 

PdL

1 h.

33'

PD

1 h.

20'

LNP

 

37'

IdV

 

31'

UDC-SVP-Aut

 

30'

Misto

 

27'

Dissenzienti

 

5'

 

GIAMBRONE (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIAMBRONE (IdV). Signor Presidente, come le è certamente noto, come Gruppo dell'Italia dei Valori le abbiamo inviato questa mattina una lettera che fa riferimento agli episodi di mercoledì 12 scorso, quando abbiamo dovuto prendere atto che il Gruppo dell'Italia dei Valori non è rappresentato all'interno del Consiglio di Presidenza. Noi riteniamo che questo sia un fatto assolutamente grave per un Gruppo come il nostro, composto da 14 senatori e che credo abbia il diritto di essere presente nel Consiglio di Presidenza del Senato, ma non certo per rivendicare una poltrona o una posizione.

In quella lettera le abbiamo anche scritto che non avremmo più partecipato alla Conferenza dei Capigruppo e che consideravamo la nostra mancata presenza un modo per non approvare il calendario dei lavori dell'Assemblea: così le è stato riferito e per questo le è stata consegnata la lettera. Pertanto, signor Presidente, con riferimento al calendario che avete approvato - dove risulterà anche la nostra assenza, quindi la nostra non approvazione, come abbiamo specificato - vorremmo chiederle alcune modifiche rispetto ai lavori che ci impegneranno per tutta la settimana.

Più precisamente, anziché prolungare la seduta di questa sera fino alle ore 22, proponiamo di anticipare la seduta antimeridiana di domani e di ritardarne la chiusura. Inoltre, con riferimento agli emendamenti da presentare alla finanziaria, l'orario delle 10 di lunedì 8 ci sembra ristretto e proponiamo di prolungarlo fino alle ore 15, in modo da permettere a tutti noi di essere qui lunedì mattina e di avere più tempo a disposizione per lavorare sugli emendamenti che certamente presenteremo.

In conclusione, signor Presidente, siamo qui a sottoporle due questioni: da un lato, l'aver dovuto constatare con amarezza che un Gruppo così importante, il secondo Gruppo dell'opposizione, non sia rappresentato nel Consiglio di Presidenza; dall'altro, alcune possibili modifiche al calendario, con l'auspicio di trovare una soluzione per inserire le proposte che ho appena esposto.

PEDICA (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PEDICA (IdV). Signor Presidente, vorrei intervenire sulle notizie che continuano ad arrivare sul problema CAI-Alitalia. Un altro episodio grave è stato riportato sul settimanale "L'espresso" e riguarda una dichiarazione rilasciata da uno dei soci CAI, appartenente alla famiglia Fratini (sono due fratelli che fanno parte della cordata). Ad una domanda fatta da una persona che non è anonima, ma si firma comandante Elvio D'Alù (era presente anche il primo ufficiale Ivan Pasquini) - come riportato da "L'espresso" e mai smentito da venerdì ad oggi, il che vuol dire che questo grave fatto risponde al vero -, domanda che è la seguente: «Ma chi glielo ha fatto fare di infilarsi in questo ginepraio della cordata Alitalia?», Fratini risponde: «Mica sono stupido: l'avrebbe fatto anche lei! Stiamo comprando l'Alitalia senza soldi e fra tre anni guadagneremo 300 milioni. La maggior parte di noi ha messo solo la firma, rischiamo solo in caso di bancarotta, di nostro non rischiamo nulla».

E allora, se leggiamo queste dichiarazioni e facciamo la somma dei problemi che ci sono in Alitalia e di quelli dei rappresentanti della CAI, è necessario riflettere.

Chiedo quindi, se è possibile - non oggi, ma quando verrà calendarizzato - di aprire un dibattito su questi temi e sugli altri punti in sospeso relativi alla CAI, vale a dire, innanzitutto, sul fatto che gli azionisti oggi hanno in mano carta straccia. Quale tutela c'è per questi risparmiatori? I 14 soci CAI - una parte dei quali ha anche precedenti penali - si sono impegnati a non uscire dalla cordata per cinque anni: ma se dei soci devono firmare un atto nel quale si impegnano a non andarsene per cinque anni vuol dire che già nel loro DNA c'è lo sfruttamento di una società (vedi Tronchetti Provera e tanti altri facenti parte di questa cordata): non c'è però alcun documento scritto da cui risulti un simile impegno.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, bisogna riflettere e aprire questo dibattito, perché con CAI ci sarà meno concorrenza. Quale tutela, allora, per i diritti dei viaggiatori? E come si risolve il conflitto d'interessi tra Ligresti, Benetton e Pirelli, che sono soci di Banca Leonardo, e due consiglieri della medesima banca (D'Urso e Marchionni), entrati nel Consiglio di amministrazione CAI?

Tutti questi problemi si vanno ad incatenare in un vulnus di cui non si viene a capo, mentre ci sono tante lamentele dei passeggeri e del personale di volo. Domando ufficialmente che si apra un dibattito su questi temi, in particolare chiedo di sapere da chi è rappresentata la CAI e di affrontare i problemi rimasti in sospeso, nonché la dichiarazione dei fratelli Fratini, che credo sia gravissima.

PRESIDENTE. Sarà oggetto di discussione nella prossima Conferenza dei Capigruppo, qualora verrà formulata una richiesta in tal senso.

BRICOLO (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BRICOLO (LNP). Signor Presidente, intervengo per sottolineare che abbiamo preso atto che, grazie all'ostruzionismo portato avanti in fase di discussione generale, ancora la scorsa settimana, dall'opposizione (dunque dal Partito Democratico e dall'Italia dei Valori), il disegno di legge sulla sicurezza è stato in qualche modo bloccato nel suo iter di approvazione qui in Senato. C'era un accordo, che è stato di fatto disatteso, in base al quale era previsto che oggi si votasse il decreto-legge in materia di giochi, che fosse licenziato in settimana anche il disegno di legge in materia di sicurezza pubblica, per aprire poi la sessione di bilancio ed avviare le procedure per la discussione della legge finanziaria.

Tale accordo è stato disatteso. Non voglio fare un intervento d'attacco, ma vorrei invece chiedere ai colleghi Capigruppo di fare tutti un passo indietro, prendendo atto anche della posizione dell'Italia dei Valori, che ha chiesto di non partecipare, anzi, ci riferisce che non parteciperà più alle prossime Conferenze dei Capigruppo, perché in disaccordo con quanto accaduto con l'elezioni del Segretari d'Assemblea.

Chiedo ai colleghi Capigruppo di fare tutti un passo indietro, di tenere una nuova Conferenza dei Capigruppo - cui dovrebbe aderire anche l'Italia dei Valori - per fare il punto della situazione e vedere se è possibile mantenere quell'accordo che abbiamo fatto, per arrivare cioè all'approvazione anche del disegno di legge in materia di sicurezza. Ricordo infatti ai colleghi dell'opposizione, che fino adesso hanno cercato di bloccare l'iter di quel provvedimento, che esso è sentito dalla stragrande maggioranza dei cittadini, dalla gente che ha paura di uscire di casa e perfino a rimanere in casa propria, a causa delle ondate di furti negli appartamenti e di rapine.

Quel provvedimento ci viene richiesto dal territorio, contiene norme che contrastano la mafia, la camorra, la 'ndrangheta, la criminalità ed è all'esame del Senato, da cinque mesi, in Commissione; quindi, può essere discusso e licenziato in settimana. Lo si può fare tenendo conto anche che il disegno di legge finanziaria che siamo chiamati ad approvare quest'anno non è come quello degli anni passati: è molto più snello ed in gran parte è stato già discusso nell'ambito della manovra finanziaria triennale esaminata in estate che ha assorbito molti dei contenuti della legge finanziaria classica che il Parlamento era solito approvare a fine anno.

C'è sicuramente la possibilità di rendere un servizio al Paese senza dare l'immagine che altrimenti ne scaturirebbe, quella, cioè, di un Palazzo in cui, anziché lavorare, si discute dei posti da occupare. In questo momento, infatti, si richiedono posti nuovi all'interno della segreteria del Consiglio di Presidenza. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL). Si litiga sulla Presidenza della Commissione di vigilanza RAI e si impedisce al Parlamento di lavorare per dare risposte chiare e concrete ai cittadini. Noi lo possiamo fare. Invito tutti a fare un passo indietro. Convochiamo una nuova riunione della Conferenza dei Capigruppo per venire incontro anche alle legittime esigenze dei colleghi dell'opposizione, in modo tale, però, da sbloccare i lavori dell'Aula del Senato per votare ed approvare provvedimenti richiesti dal territorio. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

PROCACCI (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PROCACCI (PD). Signor Presidente, se è conclusa la discussione sull'ordine dei lavori, intenderei porre all'attenzione della Presidenza un'altra questione.

 

PRESIDENTE. Senatore Procacci, io sto dando la parola a coloro che lo chiedono, auspicando tolleranza e pazienza da parte di tutti.

 

PROCACCI (PD). Signor Presidente, la ringrazio, innanzitutto, per avermi dato la parola.

Vorrei rivolgerle un appello su una questione che in questo momento esula dall'ordine dei lavori. Ieri in Puglia e in altre realtà dell'Italia meridionale hanno avuto luogo numerose manifestazioni di agricoltori che hanno voluto richiamare l'attenzione sul problema che sta vivendo il comparto dell'olio d'oliva. Vi risparmio un intervento ampio sul tema, ma la situazione è resa gravissima dalla siccità e dalla determinazione del prezzo dell'olio da parte di grandi realtà commerciali che stritolano i produttori agricoli. Questo non è un problema circoscritto soltanto al Sud.

I rappresentanti dei coltivatori e dei produttori hanno chiesto al ministro delle politiche agricole Zaia di procedere ad un incontro in cui affrontare il problema. Ricordo, infatti, che il ministro Zaia si è giustamente interessato alle crisi di alcuni comparti, come quello dei produttori del parmigiano reggiano, intervenendo direttamente sul mercato. Una simile richiesta verrebbe avanzata anche dalle associazioni dei produttori di olio d'oliva.

Signor Presidente,anziché investire il Ministro per i rapporti con il Parlamento, chiedo alla Presidenza del Senato di avanzare questa richiesta al Ministro delle politiche agricole, sul quale sarebbe opportuno fare pressioni affinché le associazioni dei produttori di olio d'oliva, tutte, nessuna esclusa, siano ricevute per affrontare l'emergenza che li sta colpendo.

PRESIDENTE. Prego i colleghi che hanno chiesto di parlare, e ai quali darò la parola, di contenere nell'ambito di due o tre minuti la durata dei loro interventi. Ricordo che, tra gli altri, il senatore Giambrone ha posto anche il problema della nomina di un senatore Segretario dell'Assemblea, cui deve rispondere la Presidenza. Ad ogni modo, risponderò al termine di tutti gli interventi, non sapendo ancora su cosa desiderino parlare gli altri colleghi.

SCARPA BONAZZA BUORA (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (PdL). Signor Presidente, faccio presente al collega Procacci che il ministro Zaia sta oggi partecipando a Bruxelles ad un impegnativo Consiglio dei ministri delle politiche agricole dell'Unione europea per dare corso agli esiti dell'Health check relativo alla revisione della Politica agricola comunitaria.

La questione evocata poc'anzi dal senatore Procacci è a conoscenza del signor Ministro e dei componenti della Commissione agricoltura del Senato, il cui Presidente offre la massima disponibilità, insieme ai membri della Commissione stessa, a ricevere ad horas i rappresentanti delle categorie colpite da una crisi di mercato che riguarda questo settore, come, purtroppo, anche altri dell'economia agricola italiana. Quindi, senatore Procacci, stia tranquillo perché il Ministro è vigile, segue la questione e anche la Commissione agricoltura del Senato è sul pezzo.

BARBOLINI (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBOLINI (PD). Signor Presidente, vorrei concludere il discorso sul calendario. Mi premeva farlo adesso perché volevo portare all'attenzione sua e dell'Aula un disguido spiacevole che è incorso stamattina durante i lavori della nostra Commissione.

Come lei ha ricordato aprendo i lavori, inizieremo a breve l'esame del provvedimento Atto Senato n. 1196, un disegno di legge di conversione di un decreto-legge che è passato per i corridoi e per qualche aula di Commissione alla velocità della luce. Questa mattina, alle ore 9, era convocata la 6a Commissione per discutere, votare gli emendamenti e conferire il mandato al relatore, ma il Governo si è presentato alle ore 9,50. Come ho già detto (e tengo a ribadirlo), non ne faccio una questione nei confronti del sottosegretario Giorgetti, che è persona con la quale noi abbiamo un rapporto dialettico, ma di assoluto rispetto reciproco. Il problema è che il sottosegretario Giorgetti già da ieri, anzi addirittura da venerdì, come ci ha detto stamattina scusandosi, aveva fatto presente al Governo la sua difficoltà ad essere presente a causa di un impedimento.

Questa è una clamorosa, grave o comunque censurabile mancanza di coordinamento, che ha ulteriormente compresso e limitato i tempi della nostra discussione in Commissione. La maggioranza ha ritirato gli emendamenti, che poi riproporrà in Aula, ma noi non sappiamo quale sia l'orientamento del Governo su tali proposte e lo apprenderemo in questa sede. Noi stessi abbiamo dovuto comprimere i tempi della discussione. Il provvedimento, comunque, arriverà in Aula con il mandato al relatore forse più per senso di responsabilità dell'opposizione che non certamente per sollecitudine del Governo.

Ci tenevo a far presenti queste considerazioni, perché non si lavora sempre benissimo, anzi qualche volta anche piuttosto male, i tempi sono spesso compressi e il confronto è limitato. Sarebbe necessario che simili episodi non si ripetessero perché ritengo che, al di là delle questioni personali, ne vada del rispetto del ruolo delle Commissioni e del lavoro di quest'Aula parlamentare.

ZANDA (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ZANDA (PD). Signor Presidente, vorrei intervenire in relazione a quanto detto dal senatore Giambrone, a cui poi ha fatto seguito il senatore Bricolo. Quest'ultimo, in particolare, ha svolto alcune considerazioni di carattere politico in merito al disegno di legge in materia di sicurezza pubblica che meriterebbero un risposta di carattere politico, anche se non è certamente questa la sede in cui svolgerla. Quindi, ricordo l'intervento del senatore Bricolo soltanto per spiegare e giustificare la mia richiesta al Presidente di regolarsi come ritiene per quel che riguarda la Conferenza dei Capigruppo e l'ordine dei lavori, ma mantenendo ferme le decisioni assunte nella Conferenza appena conclusa.

Viceversa, rispetto alla richiesta del senatore Giambrone circa l'integrazione del Consiglio di Presidenza, devo far rilevare al senatore Bricolo che non si tratta di una richiesta di posti in più, bensì della richiesta di un Gruppo numeroso, presente in Senato, di essere rappresentato anche nell'organo principale di direzione del Senato stesso, cioè il Consiglio di Presidenza. Mi sembra una richiesta con un valore sia politico che istituzionale molto consistente.

Del resto, lei stesso, Presidente, poco fa, nel corso dei lavori della Giunta per il Regolamento, ha dichiarato con grande correttezza, che noi abbiamo apprezzato, che la Presidenza è naturalmente disponibile ad esaminare tutte le richieste di modifica ulteriore del Regolamento ove queste fossero sostenute da argomenti consistenti. A questo riguardo, anche il Gruppo del Partito Democratico condivide l'esigenza prospettata dal senatore Giambrone e quindi dichiara di essere pronto ad esaminare con favore le richieste di modifica regolamentare che vadano nel senso indicato dal collega Giambrone.

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, mi associo alle considerazioni svolte dal collega Zanda e credo che il tema vada sgomberato da questioni che hanno un'importanza e un rilievo politico e istituzionale di gran lunga superiori.

L'integrazione del Consiglio di Presidenza con un rappresentante dell'Italia dei Valori è cosa che condividiamo. Lei, signor Presidente, molto opportunamente ha già integrato la composizione della Giunta per il Regolamento ed è stata posta all'ordine del giorno l'eventuale modifica regolamentare. Devo dire però, senza vena polemica, ma rivolgendo un invito ai colleghi dell'Italia dei Valori, che non credo sia opportuno non partecipare alla Conferenza dei Capigruppo per il mancato posto di Segretario di Presidenza, visto che siamo tutti d'accordo nell'affrontare e risolvere la questione.

Questione, peraltro, che è minima rispetto ad un calendario dei lavori - che abbiamo approvato ed il cui voto a favore riconfermiamo in quest'Aula - che dà la precedenza assoluta ai temi economici e finanziari, che sono la vera priorità di questo Paese. Mi riferisco, in particolar modo, alla legge finanziaria e ai disegni di legge collegati alla finanziaria, su cui abbiamo opinioni diverse. Ma poiché ci troviamo in una fase di crisi profonda del sistema economico e produttivo anche italiano, riteniamo che la prima priorità per le famiglie italiane sia quella di ottenere da noi risposte concrete, efficaci ed immediate, soprattutto in sede di legge finanziaria, a tali problemi.

Per tale ragione abbiamo sostenuto e sosteniamo questo calendario dei lavori e credo che tutti dovremmo recuperare il senso della realtà e della concretezza della situazione che il Paese sta affrontando in questi mesi.

PERDUCA (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PERDUCA (PD). Signor Presidente, oltre 160 senatori hanno fatto proprio un appello al Governo italiano per cancellare dalla lista delle organizzazioni terroristiche il gruppo dei Mujaheddin del popolo iraniano. All'interno di quel documento vi era anche una richiesta di particolare attenzione relativamente ad un campo profughi nella città di Ashraf, al confine tra Iraq e Iran.

Da stasera sarò in viaggio nell'ambito di una delegazione non ufficiale, ma militante, che si recherà a Ashraf. Tale delegazione comprende anche il vice sindaco di Cuneo, militanti e dirigenti del Partito radicale nonviolento e di "Nessuno tocchi Caino". Questo perché, come tutti saprete, nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno firmato un accordo con il Governo iracheno secondo il quale il controllo delle zone urbane gradatamente verrà affidato alle forze nazionali.

Esistono enormi problemi di sicurezza per 3.500 persone e la nostra presenza in quei luoghi vuole, in qualche modo, rispondere fattivamente alle richieste avanzateci dai Mujahedin del popolo nelle settimane scorse, sperando però che in futuro una delegazione ufficiale del Parlamento italiano si rechi a controllare la situazione, anche sulla base di ciò che noi documenteremo al nostro ritorno.

Ricordo che quello italiano è stato l'unico Parlamento ad esprimersi, nel febbraio 2003, per evitare un intervento armato in Iraq, preferendo l'opzione, che poi fu da più parti boicottata, di mandare Saddam Hussein in esilio. Ebbene, se allora quell'atto di coraggio, sollecitato da un'iniziativa di Marco Pannella, fosse stato preso in considerazione pienamente e politicamente, oggi non ci troveremmo in queste condizioni.

Spero che questo sia, se non altro, il mio penultimo intervento in Aula. Esso vuole valere in parte anche come testamento biologico. (Commenti dai banchi della maggioranza). Qualora mi accadesse qualcosa, si conoscono le mie opinioni in merito, essendo uno dei firmatari delle proposte di legge che verranno discusse, ma essendo anche ottimista spero di poter contribuire all'adozione di quel progetto.

GARRAFFA (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GARRAFFA (PD). Signor Presidente, intervengo brevemente in merito ad una questione, che ho sollevato in Aula rivolgendomi al sottosegretario Mantovano, riguardante una scelta della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, che ha restituito i beni immobili che erano in custodia di molti usurati agli usurai.

Interpretando il "pacchetto sicurezza", la Sezione misure di prevenzione sta facendo scuola in tutta Italia.

Noi rischiamo che, dopo le denunce presentate nei confronti degli usurai, dopo che le associazioni antiusura ed antiracket si sono presentate come parte civile nei processi, dopo che sono stati condannati gli usurai, attraverso l'interpretazione della sezione misure di prevenzione del cosiddetto pacchetto sicurezza, questi beni vengano restituiti agli usurai. Erano beni di proprietà degli usurati, che gli usurati avevano in custodia!

Tale questione dimostra che su determinate questioni il pacchetto sicurezza non è efficiente. Il sottosegretario Mantovano ha risposto sui giornali e sul sito del Ministero che i magistrati sbagliano. Nel momento in cui la Sezione insiste sull'interpretazione e un componente della Corte di cassazione, con una relazione di 60 pagine, ha dimostrato che la scelta della sezione è plausibile, ho chiesto al sottosegretario Mantovano di inserire un emendamento nel disegno di legge che sarà posto ai voti entro la settimana. Il sottosegretario Mantovano, però, ha risposto - lo ripeto - che i giudici sbagliano. Questo è un errore! La Sezione misure di prevenzione fa scuola in Italia, così come sul diritto commerciale o su quello industriale fa scuola il tribunale di Milano. Ritengo sia una sottovalutazione della questione che dà la stura ad un meccanismo di restituzione di beni a moltissimi usurai nel territorio, criminalizzando di fatto le vittime di usura. (Applausi dal Gruppo PD).

QUAGLIARIELLO (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

QUAGLIARIELLO (PdL). Signor Presidente, rispetto alle considerazioni politiche svolte dal collega Bricolo, vorrei anzitutto sottolineare che anche al Gruppo PdL - come evidenziato dal presidente Gasparri nella riunione dei Presidenti dei Gruppi parlamentari - interessa che il disegno di legge sulla sicurezza venga discusso. Se questo calendario è stato approvato è semplicemente perché abbiamo preso atto, in maniera responsabile e realistica, del fatto che non vi sono altre possibilità dal momento che i Gruppi dell'opposizione non consentono una discussione durante la sessione di bilancio. Se si dovesse aprire uno spiraglio, certamente non saremmo noi del Gruppo PdL a tirarci indietro, giacché per noi si tratta di un'esigenza prioritaria e di una parte del nostro programma che intendiamo al più presto completare.

Vorrei poi rivolgermi, in maniera dialettica e senza alcun tipo di polemica, al senatore Giambrone. Egli sa, perché ne è stato testimone, che in una riunione dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, svoltasi poche ore prima dell'elezione dei membri del Consiglio di Presidenza in Aula, la maggioranza è convenuta sull'esigenza di rappresentatività dei Gruppi. E questaesigenza di rappresentatività è tanto più avvertita da noi in quanto abbiamo una considerazione "maggioritaria" della dialettica e della dinamica all'interno del Senato. Integrando la Giunta per il Regolamento con gli esponenti dei Gruppi mancanti, credo che oggi lei, signor Presidente, abbia dato una testimonianza fattiva di ciò.

D'altra parte, abbiamo notato che all'interno del Regolamento i margini affinché ciò fosse consentito erano estremamente ristretti, anzi inesistenti. Abbiamo convenuto sulla richiesta di votare al più presto proprio per venire incontro ad un'esigenza espressa dal Gruppo Italia dei Valori. Conosciamo l'esito della votazione. Tuttavia mi permetto di far presente, sotto il profilo della pura razionalità, che dal punto di vista istituzionale la situazione oggi non sarebbe stata differente se fosse stato eletto un membro dell'Italia dei Valori e non un membro dell'altro Gruppo. Quello che abbiamo assunto come impegno nella riunione dei Presidenti dei Gruppi parlamentari è stato ribadito anche oggi nella Giunta per il Regolamento. D'altra parte, faccio presente al collega Giambrone che da parte del senatore Caruso è stata avanzata una proposta che, se fosse approvata nella Giunta per il Regolamento, risolverebbe automaticamente qualsiasi tipo di problema.

A cospetto di questo comportamento, mi sembra - e lo dico con tutta la discrezione del caso - che l'assunzione di un atteggiamento polemico ed ostruzionistico nei fatti non riconosca quello che, invece, la maggioranza autonomamente ha riconosciuto.

Quindi, nel ribadire in Aula l'impegno affinché le esigenze di rappresentatività siano soddisfatte, invito i colleghi del Gruppo Italia dei Valori a rivedere il loro atteggiamento perché renderebbe più facile e più fluido lo svolgimento del lavoro in Senato. (Applausi dal Gruppo PdL).

GIAMBRONE (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIAMBRONE (IdV). Signor Presidente, abbiamo ascoltato con molta attenzione gli interventi di tutti i Capigruppo. Vorrei essere molto chiaro: il tema - e l'ho specificato poc'anzi - non è un atteggiamento di ostruzionismo da parte del Gruppo Italia dei Valori. Questa mattina, a seguito della lettera che abbiamo consegnato a lei, signor Presidente, abbiamo manifestato una nostra volontà precisa, che non è dettata dal desiderio estemporaneo di fare ostruzionismo. Il tema non è questo, è ben altro.

Abbiamo ritenuto che, di fronte a quello che è accaduto mercoledì scorso, far parte della Conferenza dei Capigruppo e poter esprimere tutte le nostre idee, così come abbiamo sempre fatto, sia molto importante. Pensiamo tuttavia che sia altrettanto importante politicamente - e questo lo diciamo tutti - far parte del Consiglio di Presidenza, perché crediamo che esserne fuori rappresenti una nostra mortificazione.

Signor Presidente,non condivido quello che diceva il senatore Bricolo, nel senso che non stiamo facendo alcun ostruzionismo. Abbiamo proposto - credo che sia nelle nostre prerogative - una modifica al calendario che avete approvato durante la Conferenza dei Capigruppo. Niente di più. Tutto il resto lo abbiamo già notificato e credo che debba restare agli atti.

Signor Presidente, è soltanto la notifica di quello che sta accadendo: noi chiediamo una modifica del calendario dei lavori che voi avete approvato.

PRESIDENTE. Innanzitutto vorrei riferire all'Assemblea che oggi in Conferenza dei Capigruppo è stato toccato un tema, quello relativo alla facoltà di intervenire sull'ordine dei lavori all'inizio della seduta. È stato sollevato un problema da un autorevole Vice Presidente e si è convenuto - magari torneremo a parlarne - sull'opportunità che, all'inizio della seduta, si dia la parola effettivamente su temi inerenti l'ordine dei lavori e non altro.

Questa mattina ho concesso facoltà di intervento a tutti i colleghi anche su altri argomenti perché non erano resi edotti, ovviamente, della decisione della Conferenza dei Capigruppo e quindi chiunque ha potuto parlare di vari temi, tra cui anche alcuni delicatissimi, come quelli affrontati dal senatore Garraffa, dal senatore Perduca e da altri colleghi. Senza nulla togliere alla rilevanza e alla delicatezza dei temi posti, abbiamo ritenuto tutti, con la massima condivisione, che all'inizio della seduta gli interventi sull'ordine dei lavori siano attinenti al tema reale dell'andamento dei lavori.

Detto questo, oggi ho ricevuto una lettera del collega Belisario che anticipava la mancata presenza alla riunione dei Capigruppo, nonché un dissenso preventivo sul calendario dei lavori, sulla cui inammissibilità giuridica ora mi soffermerò. Il tema lo conosciamo, è stato ampiamente spiegato nella nota, e ha sempre toccato la sensibilità di questa Presidenza: la garanzia di una presenza parlamentare di tutti i Gruppi negli organi interni di funzionamento del Senato.

Oggi - lo ricordava il senatore Quagliariello - abbiamo ampliato la Giunta per il Regolamento, consentendo la presenza dei rappresentanti dei Gruppi ancora non presenti, quali il senatore Belisario, il senatore Pistorio, il senatore D'Alia, proprio volendo dare il senso della volontà della Presidenza, che è quello di garantire a ciascun Gruppo la rappresentanza negli elementi decisionali interni al Senato che non siano l'Aula e le Commissioni, e che poi attengono da un lato all'interpretazione del Regolamento, dall'altro lato (mi riferisco al Consiglio di Presidenza) al funzionamento dell'apparato Senato.

Quindi è stato fatto un passo che non è altro che l'attuazione del pensiero della Presidenza, la quale, aprendo oggi la seduta della Giunta per il Regolamento, ha ribadito il tema le sta tanto a cuore, quello dell'assenza nel Consiglio di Presidenza di un rappresentante di un Gruppo, un Gruppo che fa parte di un partito che ha avuto la possibilità di competere alle ultime elezioni, ha avuto consensi, si è costituito nella propria totale identità, che quindi esiste e naturalmente reclama il diritto di una rappresentanza nel Consiglio di Presidenza, che non ha potuto avere attraverso il voto della settimana scorsa.

Ho anche invitato i Gruppi, in sede di Giunta per il Regolamento, a farsi carico di eventuali iniziative.

Apprezzo gli interventi dei senatori Zanda e D'Alia, cioè di esponenti dell'opposizione, che hanno condiviso questa esigenza. Posso assicurare il senatore Giambrone che questo tema non è mai stato, né verrà sottovalutato da parte della Presidenza e - mi permetto di dire - da parte dell'intera Giunta.

Pertanto (anche se non c'è il presidente Belisario lo dico al senatore Giambrone, che in questo momento sta fungendo da vice), mi permetto di rivolgere un forte invito al Presidente e al suo Gruppo di partecipare alle riunioni della Conferenza dei Capigruppo, perché riteniamo che tale organismo debba pretendere al proprio interno il quorum costitutivo integrale della rappresentanza di tutti i Gruppi politici. Sino ad oggi, nei mesi in cui abbiamo lavorato insieme, nella Conferenza sono stati rarissimi i casi in cui i calendari sono stati votati a maggioranza (forse soltanto uno, ammesso che ci sia stato un caso), proprio a conferma del fatto che un grande senso di responsabilità da parte di tutti i Capigruppo, nessuno escluso, ha caratterizzato la Conferenza.

In merito alla sua richiesta di modifica del calendario, senatore Giambrone, sono costretto a dirle che proceduralmente non posso ammetterla, per il semplice motivo che il suo Gruppo non era presente alla Conferenza dei Capigruppo, laddove la manifestazione di dissenso andava posta in essere, anche con un ingresso di un solo minuto in Conferenza, da parte dei presenti.

 

GIAMBRONE (IdV). È stata scritta una lettera.

 

PRESIDENTE. Non esistono precedenti e non è rituale un dissenso preventivo su quello che si sta discutendo. Sarebbe stata sufficiente - mi permetto di aggiungere - anche la presenza simbolica di un minuto di un componente del Gruppo che entrava e dichiarava di dissentire perché ne prendessimo atto. Le regole sono regole. Mi permetto di segnalare come valga lo stesso principio in diritto: un socio che partecipa ad un'assemblea di una società di capitali non può mandare una lettera dicendo di essere contrario a prescindere; per esercitare il proprio dissenso deve prendere parte all'assemblea e dissentire, poi potrà anche andare via, ma la sua manifestazione di dissenso deve essere realizzata all'interno dell'assemblea che delibera e decide, se non a maggioranza all'unanimità.

Mi spiace non poter aderire alla sua richiesta, soprattutto perché è evidente che essa non è affatto ostruzionistica, dal momento che si concluderebbe soltanto con un voto dell'Assemblea. Si tratta di una questione di principio e non certamente di volere negare al Gruppo Italia dei Valori l'esercizio di un proprio diritto.

GIAMBRONE (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIAMBRONE (IdV). Signor Presidente, prendo atto della posizione della Presidenza e confermo, affinché resti agli atti di quest'Aula, la non condivisione del calendario approvato all'unanimità.

BRICOLO (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BRICOLO (LNP). Signor Presidente, nel mio intervento precedente avevo rivolto ai Capigruppo una richiesta precisa, e cioè che, se c'era l'effettiva volontà di riuscire ad arrivare ad un voto finale del disegno di legge in materia di sicurezza entro la fine della settimana, si poteva riconvocare una Conferenza dei Capigruppo per approvare il calendario. Prendo atto che sia il Gruppo dell'Italia dei Valori sia quello del Partito Democratico non si sono detti disponibili ad una scelta di questo tipo e che restano dunque nella posizione di bloccare di fatto l'iter di questo provvedimento, che invece può essere licenziato. dal momento che c'è il tempo di discuterlo e di votarlo entro giovedì. Mentre il Paese ci chiede di contrastare la criminalità, siamo stati tutta la mattinata in Aula a parlare del posto di Segretario dell'Assemblea da attribuire all'Italia dei Valori. (Applausi dal Gruppo LNP e dei senatori Rizzotti e Saia).

Caro senatore Zanda, dal momento che prima si è riferito anche al mio intervento, voi avevate fatto un accordo con il Gruppo Italia dei Valori, voi avete tradito quell'accordo visto che la settimana scorsa, quando avete votato, 40 voti (40 voti!) del suo Gruppo sono stato dirottati sul candidato del Gruppo Misto e non su quello dell'Italia dei Valori. È inutile, quindi, che adesso lei rivendichi la posizione del Gruppo Italia dei Valori all'interno del Consiglio di Presidenza, quando aveva la possibilità di mantenere il patto e far sì che l'Italia dei Valori avesse la sua rappresentanza.

Prendiamo atto che, grazie all'opposizione, il disegno di legge sulla sicurezza non andrà avanti e che questo Senato continuerà a discutere dei problemi delle poltrone dell'opposizione, che evidentemente gli stanno più a cuore. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

PRESIDENTE. Comunque, senatore Bricolo, come lei ricorderà, la Conferenza dei Capigruppo si è conclusa nell'auspicio che possa intervenire un ripensamento da parte delle opposizioni perché, ove dovessimo trovare degli spazi parlamentari d'Aula, ci si possa occupare di questo delicatissimo tema.

Discussione del disegno di legge:

(1196) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 12,10)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1196, già approvato dalla Camera dei deputati.

Il relatore, senatore Gentile, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.

GENTILE, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge in titolo reca la conversione del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi. Tale decreto-legge deve essere convertito in legge, a pena di decadenza, entro il 25 novembre prossimo.

Nella sua originaria versione il provvedimento risultava formato da un unico articolo (l'articolo 1), che affida la gestione del gioco dell'Enalotto e del suo gioco opzionale (denominato SuperStar) all'attuale concessionario SISAL S.p.A, alle condizioni vigenti al 26 settembre 2008 fino alla piena operatività della nuova concessione e, comunque, non oltre il 1° luglio 2009.

La suddetta previsione rappresenta l'ultima di una serie di proroghe inaugurate dalla legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006).

Nel frattempo, con un bando del 29 giugno 2007, l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS) ha messo a gara la procedura di selezione per l'affidamento in concessione per nove anni dell'esercizio e dello sviluppo dei giochi numerici a totalizzatore nazionale. Alla gara hanno partecipato SISAL, Lottomatica e SNAI.

Con un successivo decreto del 31 marzo 2008 del Direttore per i giochi dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato è stata disposta l'aggiudicazione definitiva della gara in favore della SISAL S.p.A. A tal fine, la SISAL ha effettuato, nella scorsa primavera, una ristrutturazione finanziaria della società.

Come riportato nella relazione al disegno di legge di conversione, «ad oggi la gara per l'affidamento della gestione dei giochi numerici a totalizzatore nazionale, indetta ai sensi dell'articolo 1, comma 90, della citata legge n. 296 del 2006, ha condotto all'individuazione del nuovo concessionario che, tuttavia, non può essere ancora nella pienezza delle sue attribuzioni, dovendosi attuare e sottoporre a verifica un insieme di attività preliminari atte a garantire l'idoneità della nuova organizzazione e della nuova rete distributiva, nonché la loro conformità ai progetti presentati in sede di gara».

Nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati il decreto-legge è stato integrato con l'aggiunta degli articoli 1-bis e 1-ter.

L'articolo 1-bis (Assetto organizzativo della raccolta in rete fisica dei giochi e delle scommesse) interviene nel settore delle scommesse ippiche e sportive, autorizzando l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato a realizzare un'apposita procedura selettiva, aperta ai soggetti italiani ovvero agli altri Stati dell'Unione europea, per la concessione, fino al 30 giugno 2016, del diritto di esercizio e raccolta in rete fisica di giochi su base ippica e sportiva, nel limite massimo di 3.000 soggetti abilitati alla raccolta.

Presidenza della vice presidente BONINO (ore 12,14)

 

(Segue GENTILE). Le concessioni sono aggiudicate, fino al loro esaurimento, ai soggetti che abbiano presentato le offerte risultanti economicamente più elevate rispetto ad una base pari ad 85.000 euro. È prevista una riduzione dell'importo da corrispondere, pari al 25 per cento rispetto a quanto indicato nell'offerta, qualora le concessioni vengano aggiudicate a soggetti già titolari di diritti di esercizio e raccolta in rete fisica di scommesse su base ippica, ovvero su base sportiva.

Attraverso una modifica alla legge finanziaria per il 2003, la possibilità di effettuare scommesse all'interno degli ippodromi anche su corse tenute in altri campi viene estesa alle scommesse a quota fissa (mentre oggi ciò è consentito per le sole scommesse a totalizzatore); inoltre, tale possibilità non viene più limitata ai giorni di svolgimento delle gare, sopprimendo quindi ogni vincolo temporale.

Si istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per l'anno 2009, un fondo alimentato dalle maggiori entrate derivanti dall'aggiudicazione delle concessioni per l'esercizio e la raccolta in rete fisica di giochi su base ippica e sportiva. Con un apposito decreto, si prevede che una parte delle risorse di tale fondo venga destinata, in primo luogo, all'incremento del montepremi e delle provvidenze per l'allevamento dei cavalli e, in secondo luogo, anche alle progressive esigenze finanziarie relative all'attività istituzionale del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e dell'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE), con esclusione delle ordinarie esigenze di funzionamento della medesima UNIRE. La parte del fondo non destinata alle predette esigenze è riversata nei bilanci dello Stato.

Viene stabilito inoltre, con decorrenza dal 1° gennaio 2009, l'incremento del prelievo erariale unico (cosiddetto PREU) dal vigente 12 per cento al 12,70 per cento delle somme giocate con apparecchi per il gioco lecito collegati alla rete telematica dei Monopoli di Stato.

Le maggiori entrate derivanti dall'applicazione del suddetto incremento rispetto alle entrate relative all'anno 2008 sono assegnate all'UNIRE, per essere interamente destinate all'incremento del montepremi. Si dispone, inoltre, l'assegnazione all'UNIRE di un contributo, per il solo anno 2008, di 25 milioni di euro, al fine di consentire il completamento ed il potenziamento infrastrutturale dei servizi istituzionali del medesimo ente. Per far fronte a tale onere si prevede la corrispondente riduzione del fondo per l'estinzione dei debiti pregressi delle amministrazioni centrali.

Si stabilisce inoltre la destinazione all'incremento del montepremi delle eventuali ulteriori maggiori entrate, rilevate annualmente dall'AAMS, derivanti dall'attuazione del presente articolo 1-bis.

Per effetto di una modifica apportata alla legge finanziaria per il 2005, si introduce anche il divieto di scommettere su manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale, legate agli usi e alle tradizioni delle comunità locali. Gli eventi su cui non sarà più possibile scommettere sono quelli organizzati dalle associazioni individuate dai regolamenti di attuazione dell'articolo 1, comma 185, della legge finanziaria per il 2007. A titolo esemplificativo si segnala il divieto di scommettere sulle corse dei cavalli tenute in occasione del Palio di Siena.

L'articolo 1-ter (Disposizioni in materia di apparecchi per il gioco lecito) rimette ad un apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze la disciplina relativa alla sperimentazione di apparecchi elettronici per il gioco lecito collegati in rete. Si tratta degli apparecchi facenti parte della rete telematica dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, che si attivano esclusivamente in presenza di un collegamento ad un sistema di elaborazione della rete stessa.

Con il medesimo decreto ministeriale sono dettate, altresì, le norme per la sperimentazione e la raccolta del gioco praticato mediante i medesimi apparecchi.

Il medesimo articolo 1-ter reca l'interpretazione autentica di una norma della legge finanziaria per il 2006, al fine di determinare con esattezza il compenso erogato ai concessionari della rete telematica a titolo di corrispettivo dell'ammodernamento degli apparecchi da gioco e della raccolta dei dati di funzionamento.

Si segnala, da ultimo, che la Commissione finanze della Camera aveva introdotto - con l'approvazione dell'emendamento governativo 1.02 - un ulteriore articolo in materia di esercizio e raccolta a distanza (on line) dei giochi in Italia, in cui si prevedeva l'emanazione di appositi regolamenti atti a disciplinare ex novo o ad adeguare le disposizioni circa l'esercizio e la raccolta a distanza di una serie di giochi analiticamente indicati nel dettato normativo.

Tale articolo, però, è stato soppresso nel corso dell'esame presso l'Aula della Camera.

Il Governo si è riproposto di presentare, in tempi ravvicinati, un apposito disegno di legge sul tema, tenuto conto dell'avvio nei confronti dell'Italia di due procedure di infrazione comunitaria relative alle proprie modalità di gestione del gioco a distanza. (Applausi dal Gruppo PdL).

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

Informo il Senato che questa mattina avrà luogo solo la discussione generale.

È iscritta a parlare la senatrice Fontana. Ne ha facoltà.

FONTANA (PD). Signora Presidente, colleghe e colleghi senatori, rappresentanti del Governo, ancora una volta ci troviamo ad affrontare in quest'Aula un disegno di legge di conversione di un decreto-legge del Governo, prassi - quella dell'uso della decretazione d'urgenza - che sta assumendo in modo sempre più consolidato e preoccupante la caratteristica di normalità e ordinarietà di questi primi mesi di legislatura.

Ancora una volta, si parte con un decreto che ha una determinata finalità (in questo caso, assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi); questo viene firmato dal Presidente della Repubblica e successivamente, nel corso dell'esame in Commissione, il Governo presenta emendamenti che stravolgono il testo iniziale, inserisce articoli aggiuntivi di consistente rilievo, che modificano sostanzialmente il contenuto del decreto e che meriterebbero ben altra attenzione e maggiore cautela.

Ancora una volta, quindi, uno schiaffo al ruolo del Parlamento, al nostro ruolo, messi come siamo nella condizione di non riuscire a svolgere compiutamente il nostro lavoro e ad affrontare con la dovuta serietà l'esame dei provvedimenti. Serietà tanto più necessaria quanto più siamo chiamati ad esaminare materie oggettivamente complesse e delicate, estremamente importanti dal punto di vista economico e che producono un effetto sociale di massima rilevanza.

Il decreto-legge interviene infatti in un settore - quello dei giochi e delle scommesse - che ha un giro d'affari di 42 miliardi di euro di fatturato all'anno (quasi il 3 per cento del PIL), che ha fatto registrare un incremento pari al 19,7 per cento nel 2007 rispetto all'anno precedente e del 169 per cento dal 2003 al 2007. 42 miliardi di euro all'anno, circa 720 euro giocati ogni anno da ogni cittadino italiano, compresi i neonati. E se a questo aggiungiamo i dati dell'indagine della Guardia di finanza, che da sola ha accertato fatturati illeciti di circa 43 miliardi di euro, è evidente la portata di ciò di cui stiamo parlando.

Si tratta, inoltre, di un settore che ha subito e sta subendo trasformazioni radicali e in rapidissima evoluzione, attraverso la massiccia introduzione delle tecnologie telematiche, che stanno determinando un vero e proprio boom di giochi e scommesse on line dove, tra l'altro, pullulano siti di scommesse non autorizzati.

Non possiamo non rilevare in questa sede che il profilo del giocatore tipo in ambito web fa registrare un notevole incremento del numero dì giovani tra i 18 e i 26 anni.

Si tratta, altresì, di un settore per la cui regolamentazione lo Stato non può non tenere conto dei risvolti etici estremamente delicati che esso implica, se solo pensiamo alle dimensioni che il fenomeno della dipendenza da gioco e scommesse ha ormai assunto nel nostro Paese, una vera e propria patologia, un'emergenza sociale che coinvolge non solo il giocatore ma anche tutta la sua famiglia e, in particolare, i soggetti più deboli.

Ebbene, crediamo che proprio la complessità di una materia come questa, i diversi piani di lettura e i diversi interessi in campo su cui dobbiamo cercare di trovare un equilibrio, le implicazioni di ordine economico, occupazionale, sociale ed etico, la coerenza con il quadro normativo europeo, insomma, tutta questa complessità avrebbe meritato un percorso decisamente diverso da quello che ci viene proposto dal Governo. Sono convinta che unanimemente riconosciamo l'esigenza di stabilire un preciso assetto normativo in materia, di evitare il perpetuarsi di ricorrenti modifiche alla disciplina e di produrre un quadro legislativo stabile, necessario tanto per l'amministrazione quanto per gli operatori, volto ad assicurare una tutela adeguata ai consumatori, utile a contrastare il pericoloso fenomeno del gioco irregolare o illegale e della sua contiguità con la criminalità organizzata. In sostanza, riteniamo occorra intervenire in modo organico sulla materia e, del resto, anche il sottosegretario Giorgetti in questi giorni ha annunciato in Commissione la presentazione di un disegno di legge organico sulla materia. Ma è proprio per questo che non è minimamente giustificabile l'inserimento nel decreto di ulteriori modifiche, in alcuni punti anche poco chiare e certamente improvvisate.

Sul testo originario del decreto legge, che conteneva un'unica disposizione riguardante una proroga della concessione per il gioco dell'Enalotto al fine di non interromperne l'esercizio, non avevamo molto da eccepire, se non la necessità di fare chiarezza sui motivi che hanno indotto il Governo a disporre la proroga sino alla data del 1° luglio 2009, considerato che la gara per l'assegnazione della nuova concessione si è conclusa nel mese di febbraio di quest'anno e da quel momento decorreva il termine di sette mesi per l'attuazione degli impegni dell'aggiudicatario, termine che comunque viene ora dilatato a ben sedici mesi. Ma è sul resto dell'impianto che vogliamo sottolineare alcune nostre preoccupazioni e mi soffermo in particolare su due considerazioni.

Una delle finalità contenute nell'articolo 1-bis sta nell'obiettivo di attuare la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 13 settembre 2007, che imputava al nostro Paese la violazione del principio di trasparenza, avendo rinnovato le 329 vecchie concessioni dell'UNIRE per la gestione delle scommesse ippiche senza aver esperito la gara d'appalto. Ora si introduce una procedura selettiva e si stabilisce che le concessioni siano aggiudicate alle offerte che risultino economicamente più elevate rispetto ad una base minima di 85.000 euro e che invece per i soggetti già titolari di concessione l'importo sia ridotto del 25 per cento con riferimento a quanto indicato nell'offerta. E così rischiamo una soluzione paradossale: ad una sentenza che ci chiede di osservare il divieto di discriminazione e di applicare il principio di trasparenza, si risponde con un provvedimento che - cito testualmente dalla nota di lettura del Servizio del bilancio del Senato - «potrebbe dare luogo ad una disparità di trattamento nei confronti degli altri soggetti ammessi alla partecipazione alla gara (...) che potrebbe determinare l'apertura di una procedura di infrazione comunitaria». Capite, colleghi? Nell'uscire da una sentenza si rischia di entrare in una procedura di infrazione. Un capolavoro di coerenza. Credo che il Governo debba fornire chiarimenti precisi su questo aspetto.

L'altra motivazione addotta per l'inserimento dell'articolo 1-bis sulle scommesse ippiche è quella di dare risposte immediate al settore dell'ippica. Siamo ben consapevoli dell'importanza di occuparsi di questo comparto, oggi entrato in sofferenza, che merita certamente attenzione, parte di una filiera produttiva che interessa migliaia di operatori, di allevatori, che presenta interconnessioni con il mondo agricolo, zootecnico, industriale, sportivo, con il settore della genetica, patrimonio di prestigio e di tradizione per il nostro Paese, eppure, la risposta a queste finalità non mi pare così chiara ed evidente. Oltre ad un contributo di 25 milioni di euro all'UNIRE (ma con quali obiettivi? Quale rigore, quale chiarezza, quale progetto di riforma e ristutturazione dell'ente?), il decreto prevede infatti l'istituzione di un fondo destinato - in modo assolutamente indefinito ed approssimativo - all'incremento del monte premi e delle provvidenze per l'allevamento dei cavalli ovvero alle esigenze finanziarie del CONI e dell'UNIRE ed al bilancio dello Stato per la parte non destinata alle altre esigenze. Diverse finalizzazioni di spesa, quindi, senza tuttavia indicare proporzioni o limiti quantitativi e senza affrontare il vero nodo che è la diminuzione dei redditi di chi opera nel comparto. E nella vaghezza è insito il rischio di non dare risposte adeguate se non solo quelle di bandiera, se non quelle di strizzare l'occhio a qualche interesse particolare.

Per tutti questi motivi, siamo convinti che l'urgenza vera sia nella ripresa della ricerca di un ampio confronto di merito e di interventi organici su temi, come abbiamo visto, di portata molto ampia proprio per le implicazioni di ordine etico morale che intersecano l'attività pubblica nel settore del gioco. Su questo siamo pronti come Partito Democratico a fare la nostra parte, a condizione che il Governo non continui pervicacemente a perseguire la strada dell'assenza totale di confronto e di dialogo nelle aule parlamentari dove ormai si consumano frettolosi percorsi di ratifica di decisioni già assunte. (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice Giai).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Pedica. Ne ha facoltà.

PEDICA (IdV). Signora Presidente, il decreto oggi in discussione originariamente disciplinava la proroga della concessione per la gestione dell'esercizio dell'Enalotto, dettata dall'impossibilità di aggiudicare nei tempi inizialmente previsti la nuova concessione per la gestione dei giochi numerici a totalizzatore nazionale. Nel nome del pubblico interesse l'attuale gestore, SISAL, continuerà a garantire la continuità della gestione corrente fino a quando la nuova gestione non entrerà in pieno funzionamento. Ricordiamo che al momento la nuova concessione è in corso di affidamento.

A causa dell'unico hobby del Governo, cioè quello di utilizzare il decreto‑legge come strumento per macinare nel minore tempo possibile prodotti legislativi, il cuore originario del decreto è stato arricchito da ulteriori disposizioni in materia di giochi di azzardo. Gli emendamenti apportati alla Camera riguardano l'organizzazione dei giochi e delle scommesse sulle corse di cavalli e gli apparecchi per il gioco lecito, meglio conosciuti come videopoker e slot machine elettroniche. Gli articoli del decreto‑legge disciplinano le modalità e i vincoli di assegnazione per l'esercizio di questi giochi, così come la destinazione d'uso dei fondi creati dallo Stato grazie all'accantonamento di parte dei proventi del gioco.

Il decreto mancava però di disciplinare un gioco d'azzardo che negli ultimi anni si è rapidamente diffuso nella società italiana fino a diventare oggi un fenomeno di tale portata da non poter essere tralasciato nella riorganizzazione di materie definite come urgenti per il loro impatto diretto sulla società. (Il ministro Bondi conversa con la senatrice De Feo). Il gioco cui mi riferisco, signor Presidente, onorevoli colleghi e Governo, che però mi sembra disattento perché sta parlando con la signora Fede, che non credo sia stata nominata Ministro o Sottosegretario, ma sta sedendo nei banchi del Governo, per cui o mi rivolgo alla signora come membro del Governo oppure si alza e si mette al suo posto...

 

FERRARA (PdL). Il sottosegretario di riferimento è Giorgetti!

 

GRAMAZIO (PdL). Hai sbagliato come al solito, come con l'Alitalia!

 

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego, lasciate gestire la Presidenza. Senatore Pedica, il membro di Governo di riferimento è il sottosegretario Giorgetti ed è attento al suo intervento; prego però la senatrice De Feo di accomodarsi ai posti dei senatori. (Commenti dei senatori Ferrara e Gramazio).

 

PEDICA (IdV). Il gioco a cui mi riferisco, onorevoli colleghi, è quello del bingo: un gioco praticato su tutto il territorio nazionale e che richiede l'immediata definizione di parametri di regolamentazione più precisi per la tutela del cittadino, soprattutto in un momento storico in cui la crisi economica ci sta portando a vivere situazioni di estrema vulnerabilità che si riflettono direttamente su una maggiore precarietà degli assetti sociali. Proprio questo emendamento mi risulta che in Commissione sia stato bocciato, e commenterò la irresponsabilità di chi lo ha fatto. Credo che abbiamo veramente davanti una legislatura che resterà nella storia per un grado di irresponsabilità unica, anche su questo, anche su questa difesa del cittadino che noi facciamo in modo forte e che al centrodestra sembra non interessare, come in generale non si sta interessando di altri problemi come quelli relativi all'Alitalia e ai precari.

Il bingo è in ogni caso un gioco d'azzardo a tutti gli effetti che, come gli altri giochi d'azzardo suoi cugini (spaziando dalla cinematografica roulette al più prosaico videopoker) possono trasformarsi da abitudine in vizio. Il vizio, a sua volta, può degenerare e portare a dipendenza e disturbi patologici, con pesanti conseguenze sulla condizione economica di coloro che iniziano a soffrire di questa patologia di gioco.

La dipendenza patologica dal gioco d'azzardo è un fenomeno molto sottostimato in Italia - e ahimè anche da questo Governo, voglio sottolinearlo - che affligge addirittura il 5 per cento circa della popolazione, ovvero 30.000 italiani, sviluppando una dipendenza psicofisiologica, simile a quella indotta da sostanze stupefacenti. Questo tipo di giocatore non è in grado di controllarsi e aumenta progressivamente il denaro ed il tempo destinati al gioco d'azzardo. Questo problema è stato denunciato in varie trasmissioni televisive: credo che il signor Sottosegretario, abbastanza attento ai problemi dei giovani, come me avrà sicuramente visto in televisione intere famiglie indebitate per questo gioco. In proposito, vorrei ricordare che noi avevamo proposto di inserire una piccola clausola, che è stata però bocciata in Commissione, ma spero che il Governo rifletta su quanto sto dicendo.

Ebbene, se prima sette giocatori su dieci erano uomini, con il bingo la proporzione si è capovolta, ed il 70 per cento dei giocatori sono casalinghe e pensionate, vale a dire la fascia di popolazione notoriamente più debole dal punto di vista economico.

Tutti questi elementi, legati al gioco d'azzardo, assumono tonalità ancora più cupe se vengono considerati alla luce dell'attuale momento di crisi che il nostro Paese sta attraversando. Infatti, è soprattutto nei momenti di crisi che la mancanza di prospettive porta molte persone - ahimè! - a rifugiarsi nel gioco, riponendo nella «dea bendata» l'ultima speranza di risollevare la propria situazione. É questo che dobbiamo bloccare e dovrebbe appunto essere questa la responsabilità di un Governo.

La patologia del gioco trova infatti in questa situazione un terreno molto fertile per degenerare e creare fenomeni di deriva sociale di intere famiglie ridotte al lastrico: e per fortuna che questo Governo aiuta le famiglie! Qui si tratta, invece, di aiutarle ad indebitarsi ancora di più, se non c'è un regolamento in base al quale non si fanno entrare nelle sale gioco e non si stabilisce un budget massimo per giocare, perché la libertà del budget da investire altro non è che un incitamento ed una volontà a far indebitare quelle famiglie, creando al loro interno un crac familiare. Si tratta di un fatto gravissimo, e mi rivolgo al Sottosegretario, che mi sembra come me preoccupato - spero, almeno - per questo indebitamento delle famiglie.

L'Italia dei Valori, per arginare gli effetti sociali negativi del bingo precedentemente descritti, propone di ridurre l'offerta delle sale bingo su tutto il territorio nazionale e, cosa più importante, stabilire un limite massimo di spesa pro capite giornaliera nelle sale bingo di euro 20, proposta, questa, che è stata bocciata in Commissione, ecco perché mi sento veramente di dire che questo Governo è irresponsabile, ma spero che recuperi. Per agevolare i controlli, verrebbero introdotte tessere magnetiche ricaricabili, fino ad un massimo di 20 euro al giorno, con cui acquistare poi le schede bingo. Ad oggi, infatti, c'è gente che spende 1.500 euro al giorno per entrare e per giocare. Stabiliamo allora un tetto, come atto di responsabilità del Governo e del Parlamento: diamo un limite di budget a queste persone che, dopo aver vinto cinque euro, credono che, spendendone 10 ne guadagneranno altri 20, mentre ne perdono invece altri 100, con conseguente vulnus legato per il crac economico di molte famiglie. Si tratta di un gesto di responsabilità, facciamolo insieme: è solo una card con cui si fissa per una persona il limite di spesa a 20 euro al giorno in tutte le sale bingo, altrimenti avremo quei crac familiari che coinvolgono non una, ma 30.000 persone.

Ringrazio il Sottosegretario per la sua sensibilità e credo che anche in Commissione si dovrebbe ragionare sulla bocciatura della nostra proposta, che ha dell'incredibile. (Applausi dal Gruppo PD).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Lannutti. Ne ha facoltà.

LANNUTTI (IdV). Signora Presidente, stiamo discutendo la conversione in legge del decreto-legge n. 149, contenuto nell'Atto Senato n. 1196, che affronta la materia dei giochi.

Siamo dispiaciuti che in sede di Commissione finanze non un solo emendamento sia stato accolto. Vorremmo anche auspicare che in Aula, dove li ripresenteremo, ci sia magari un'inversione di tendenza, anche se questo è solo un auspicio, una speranza, come quella speranza che lega tante famiglie nel modificare il proprio futuro affidandosi al gioco.

Vorrei ricordare, signora Presidente, signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, che soprattutto nei momenti di grave crisi economica, come l'attuale, sempre più famiglie di lavoratori, pensionati e, soprattutto, casalinghe, quelle persone appartenenti ai ceti più deboli, che non riescono a far quadrare i propri magri bilanci erosi dal carovita e che devono ricorrere a prestiti e a finanziamenti per tirare a vivere affidano le loro sorti ai giochi, con la speranza che un colpo di fortuna possa cambiare il loro tenore di vita. Tantissime persone sono indotte ad effettuare scommesse quotidiane, nella speranza di facili arricchimenti, ma anche persuase dalla propaganda di quella cattiva maestra della TV pubblica che dispensa pacchi serali nei programmi più ascoltati, invece di proporre cultura. Quindi, milioni di cittadini, soprattutto dei ceti meno abbienti, affidano la loro speranza alle tante scommesse, dal superenalotto, alle schedine, ai giochi nuovi, nell'illusione di risolvere i duri problemi quotidiani.

In tale contesto, il Governo, con il decreto‑legge n. 149 del 2008, Atto Senato n. 1196, anziché disciplinare alcuni fenomeni di dipendenza dal gioco che hanno portato alla rovina centinaia di cittadini i quali, per ripianare l'indebitamento, hanno dovuto addirittura vendere la propria macchina, perfino la casa, come raccontano alcuni fatti di cronaca che, purtroppo, non fanno notizia, alimenta le scommesse teorizzando e rafforzando il concetto di Stato biscazziere.

Vorrei ricordare alcuni numeri conosciuti dal Governo e, probabilmente, anche dal relatore, il senatore Gentile. Nei primi otto mesi di quest'anno, dal 1° gennaio al 30 agosto, sono stati giocati 34 miliardi di euro. Se operiamo una proiezione di questo andamento alla fine dell'anno avremo la somma di 51 miliardi di euro che se ne va tutta in scommesse; se dividiamo tale somma per 60 milioni di abitanti, compresi i neonati, otteniamo 850 euro; se la dividiamo ancora per i nuclei familiari, otteniamo la cifra di 2.428 euro di scommesse favorite dallo Stato biscazziere che ‑ lo ripeto ‑ non ha accolto nessuno degli emendamenti da noi presentati, che pure andavano nella direzione di disciplinare il fenomeno e anche di mettere la gente al corrente del rischio che corre.

Negli emendamenti presentati abbiamo già segnalato alcuni pericoli. Peraltro, lo ricordo in questa sede, anche il Servizio studi del Senato ha rilevato che nell'ennesimo decreto «la previsione - quale requisito di partecipazione alla procedura selettiva - di una scadenza della concessione successiva al 31 gennaio 2009 sembrerebbe finalizzata a precludere la partecipazione di quei soggetti titolari di concessioni la cui proroga è stata giudicata illegittima dalla Corte di giustizia CE e, di conseguenza, revocate a decorrere dal 31 gennaio 2009. È presumibile che i titolari di concessione con scadenza successiva al 31 gennaio 2009 siano in possesso di idonei requisiti di affidabilità già accertati al momento di affidamento delle medesime concessioni».

Noi, quindi, e mi avvio alla conclusione signora Presidente, diamo un giudizio molto severo su questo provvedimento perché alimenta il ricorso al gioco, alimenta, con la speranza di cambiare vita, le facili illusioni di tantissimi cittadini, soprattutto dei ceti più deboli, soprattutto i pensionati e le casalinghe, e neanche l'emendamento da noi proposto, che prevedeva la limitazione a 20 euro della spesa pro capite giornaliera nelle sale bingo, è stato accolto. Ci dispiace questa grave disattenzione del Governo rispetto a fenomeni sociali di grave rilevanza. (Il Presidente invita il senatore Lannutti a concludere l'intervento).

Concludo, signor Presidente, perché noi siamo rispettosi anche dei tempi che lei giustamente richiama, dicendo che si è persa l'ennesima occasione per dialogare con l'opposizione democratica. (Applausi dal Gruppo IdV).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Vaccari. Ne ha facoltà.

VACCARI (LNP). Signora Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, onorevole relatore, stiamo parlando di un provvedimento che, di fatto, anche se sono intervenute alcune integrazioni, si limita ad assicurare adempimenti comunitari con disposizioni urgenti. A questo riguardo potrei richiamare tutti quanti noi, e chiaramente il Governo, ad essere più aderenti e solleciti alle direttive europee. Sappiamo che la Lega Nord è sempre stata scettica per quanto riguarda l'Europa, ovviamente, però, quando questa diventa centralista e non è attenta ai bisogni e alle tensioni dei popoli europei. Comunque, dato che questo organismo esiste, credo che si debba intervenire, essere sempre più presenti e attivi nelle sedi in cui si dettano le norme per gli Stati membri. Devo dare anche atto, a riguardo, del fatto che l'attività del Governo in tal senso, dall'inizio della nuova legislatura, si sta ampliando quindi esprimo anche il mio ringraziamento ai Ministri per la loro attenzione e il loro impegno a livello europeo.

Per quanto concerne il provvedimento in esame, dobbiamo rilevare con una certa soddisfazione la presenza dell'integrazione che è intervenuta con riguardo all'UNIRE, anche per il momento di difficoltà che, come è già stato detto, sta vivendo il settore dell'ippica. Credo che l'attenzione mostrata al riguardo e gli interventi previsti siano giusti.

Per quanto riguarda in generale il tema del gioco, è risaputo quanto la Lega Nord sia attenta a queste problematiche proprio per i risvolti di natura sociale che possono avere, per cui è necessario mantenere una certa attenzione. Avremmo preferito che fossero inseriti alcuni provvedimenti che modificassero il decreto Bersani, che permette la realizzazione del famoso Paese dei balocchi per i bambini, e che quindi si potesse intervenire per morigerare, ad esempio, le attività di gioco a distanza, oppure per abolire la possibilità di installare apparecchi per gioco nelle sale bingo, nei circoli privati e nelle sedi delle associazioni, come pure avremmo preferito che si prestasse maggior attenzione all'età a partire dalla quale è consentito il gioco del Lotto, dell'Enalotto e del Superenalotto. Sappiamo comunque, come ha detto il Governo in Commissione, che esiste un impegno preciso ad intervenire e disciplinare la materia con una normativa specifica al riguardo. Siamo ovviamente lieti di questa informativa da parte del Governo, e daremo tutto il nostro appoggio e il nostro aiuto per far si che la legge possa tutelare giovani e famiglie, come dicevo all'inizio.

Al riguardo, mi permetto di dire che al collega Pedica che mente e che sa di mentire quando dichiara che in Commissione è stato bocciato l'emendamento sul bingo. Tale emendamento, carissimo collega, è stato ritenuto inammissibile perché non confacente con la materia oggetto del decreto.

Allora bisogna essere sinceri con noi stessi e con chi ci ascolta, se vogliamo fare un servizio ai cittadini di cui siamo rappresentanti e non fare terrorismo psicologico e disinformazione in una sede così importante qual è l'Aula del Senato, che deve essere sede di insegnamento per tutto il Paese di un corretto rapporto democratico, di sincerità e di onestà. Credo che l'affermazione del collega Pedica sia stata uno scivolone - mi auguro - per una cattiva informazione o perché non abbia voluto adeguatamente informarsi; non voglio pensare il contrario perché sarebbe particolarmente grave. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

 

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Leddi. Ne ha facoltà.

LEDDI (PD). Signora Presidente, credo che un incipit sia necessario nel discutere il provvedimento in esame, un incipit legato a due punti che hanno caratterizzato - e devo dire personalmente pensavo in modo positivo - l'avvio dell'attività del Governo. Mi riferisco alla semplificazione normativa, e quindi all'aver addirittura individuato un Ministro ad hoc, e all'efficientamento della pubblica amministrazione. Due temi che trovano indiscutibilmente d'accordo maggioranza e minoranza nel ritenerli fondamentali per migliorare profondamente la qualità della nostra normazione e dell'organizzazione del nostro Paese.

Il disegno di legge n. 1196 reca nel titolo: «disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi». Vi assicuro - e leggere il testo della disposizione è facile - che non più di un ventesimo del contenuto di questa norma è riferito alle disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi. Quindi credo che questa sia una vera norma pullman, vale a dire un titolo all'interno del quale è stato poi inserito tutto ciò che di volta in volta alle varie fermate, per svariate esigenze molto lontane dal titolo stesso, si verificava e quindi si rendeva opportuno aggiungere. Questa non è semplificazione normativa.

Allora, se la semplificazione normativa, su cui abbiamo fatto grandi proclami, si concretizza nel fatto che si semplifica il passato e si complica il presente per perpetuare la specie, devo dire che è vero che abbiamo innovato ma con la semplificazione normativa a tela di Penelope: semplificare il passato e procurarci materiale per il futuro non è esattamente quello che noi si intendeva nel dire che è buona cosa avere un programma di semplificazione normativa.

Vengo all'efficienza, che è il secondo aspetto. Il punto prima reca, con grande evidenza, il nocciolo della problematica che trattiamo, ossia la proroga. Con il provvedimento in esame si concede una proroga alla SISAL S.p.A per la gestione di una serie di attività. La proroga non è mai sinonimo di efficienza; una proroga può essereconcessa una volta perché si verificano delle condizioni contingenti che la rendono necessaria. Siamo alla quinta proroga, che porta con sé un'insidia anche peggiore, perché nella Relazione tecnica - altri colleghi lo hanno già richiamato - è in nuce l'elemento necessario per dire che, a seguito di questa proroga, sicuramente si ripresenteranno delle problematiche e quindi si renderanno sicuramente necessari altri interventi, spero non di natura normativa, ma che certamente procrastineranno gli atti di cui oggi parliamo per altro tempo.

La Relazione tecnica prevede che il nuovo concessionario non può essere ancora nella pienezza della sua attribuzione perché deve sottoporre a verifica un insieme di attività preliminari atte a garantire l'idoneità della nuova organizzazione, nonché la loro conformità a progetti presentati in gara. Ciò significa sostanzialmente che si è presentato un soggetto che ha vinto la gara - erano tre i soggetti che si presentavano - il quale deve verificare se poi è in grado di fare ciò per cui ha vinto la gara stessa.

Credo che neppure nell'assegnazione delle matite in una normale pubblica amministrazione si accetterebbe che il fornitore individuato dimostri in seguito di essere in grado di fare non una banale fornitura di matite, ma una cosa molto più complessa come questa, soltanto dopo aver avuto la gara assegnata. Quindi, in questo caso, abbiamo una proroga che va addirittura fino al luglio del prossimo anno e ci rivedremo a luglio del prossimo anno per capire cosa è successo e quali costi saranno conseguenti al non aver assicurato prima un adempimento anche banale. Quindi, rispetto a questo punto, credo che risparmieremmo tempo, risorse e proclami se facessimo ciò che si è detto, ossia semplificassimo dal punto di vista normativo e rendessimo efficiente la pubblica amministrazione.

Quanto ai fatti collaterali prodotti da questa norma, sicuramente ci sarà anche il problema di un ulteriore costo che la norma ingenera rispetto ad un contenzioso da complicazione normativa. Ebbene, è il contenzioso che si innesca nel momento in cui si prevede che, qualora i soggetti aggiudicatari della gara aperta per 3.000 concessioni di diritti di esercizio e raccolta in rete fisica di giochi su base ippica, siano già titolari di tale diritto - come recita la norma - essi otterranno una riduzione del 25 per cento dell'importo base di 85.000 euro. Sicuramente questo - si può già dire oggi - è in aperta violazione dei principi comunitari di tutela della concorrenza. È palese che su questo si aprirà un contenzioso che complicherà, ritarderà e costerà per le sanzioni che subiremo. Questo lo diciamo oggi e lo verificheremo. Certo è che se fossero previste anche delle responsabilità di tipo individuale forse presteremmo maggiore attenzione nel redigere le norme. E non è questo il solo punto contraddittorio con quella tipologia di normativa comunitaria.

Vengo infine ad un altro punto. L'articolo aggiuntivo 1-bis, al comma 7, istituisce un fondo che è alimentato dalle maggiori entrate determinate dalla raccolta e che è destinato alle esigenze finanziarie relative alle attività istitutive di CONI e di UNIRE. Ed aggiunge che a quest'ultimo è assegnato per l'anno 2008 un contributo pari a 25 milioni di euro.

In ordine a questo, si è reso necessario un approfondimento. Sottopongo all'Aula due considerazioni. La prima è questa: nella storia dell'UNIRE non è questo il primo intervento che rimpingua le finanze di questo ente per renderne efficace il funzionamento. Credo che in una normale gestione, da quella familiare a quella aziendale, prima di conferire nuove risorse si chiede conto dell'utilizzo di quelle esistenti. Ricordo peraltro che non molti anni fa con una norma del 2003 è stato concesso un mutuo di 150 milioni di euro all'UNIRE dalla Cassa depositi e prestiti con oneri a parziale carico dello Stato. Quindi, credo che prima di passare all'assegnazione di ulteriori risorse per le stesse finalità, poteva rendersi del tutto opportuno una due diligence normale per capire quale fossero i risultati di quell'impegno di risorse pubbliche e quindi quali fossero le ragioni che rendono oggi necessario questo ulteriore intervento con questa somma.

L'ultima cosa su cui richiamo la vostra attenzione, signora Presidente, è questa: i 25 milioni di euro in tempi di casse molto magre e quindi di grandi difficoltà a reperire risorse dove vengono reperiti? Vengono reperiti su un fondo destinato all'estinzione di debiti pregressi contratti dalle amministrazioni centrali dello Stato. Ricordo, al riguardo, soltanto che certamente il fondo non conterrà quanto sufficiente a risolvere il problema, ma le amministrazioni pubbliche debbono alle imprese 70 miliardi di euro di ritardati pagamenti. È in questo contesto che poteva essere individuata in parte la soluzione del problema. Senza aggiungere poi che, in assenza di risorse, si azzera il fondo per i danni alluvionali e per la Protezione civile. (Il microfono si disattiva automaticamente). (Applausi dal Gruppo PD).

 

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Germontani. Ne ha facoltà.

GERMONTANI (PdL). Signora Presidente, ringrazio innanzitutto il relatore e il Sottosegretario per il lavoro svolto, dal momento che sono stati discussi ed esaminati testi, emendamenti e ordini del giorno di un provvedimento sicuramente complesso e delicato a tempo di record. In pochissimo tempo è stato possibile pervenire ad un testo equilibrato proprio grazie al lavoro fatto in Commissione e all'impegno profuso dal relatore e dal rappresentante del Governo.

Il decreto-legge al nostro esame reca disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi, ma prevedeva, nel suo testo originario, un'unica disposizione in tema di esercizio del gioco Enalotto.

La gara per l'affidamento della gestione dei giochi numerici a totalizzatore nazionale ha condotto all'individuazione di un nuovo concessionario (SISAL S.p.A.) che, tuttavia, non può essere ancora nella pienezza delle sue attribuzioni, perché si deve attuare e sottoporre a verifica un insieme di attività preliminari che garantiscano l'idoneità della nuova organizzazione e della nuova rete distributiva, nonché la loro conformità ai progetti presentati in sede di gara. Dunque, considerata la scadenza del termine della concessione del gioco Enalotto (30 settembre 2008), si è resa obbligatoria l'adozione di una proroga utilizzando un provvedimento avente forza di legge, affinché non venissero meno per il concessionario i titoli abilitativi all'esercizio della raccolta, con danni irrecuperabili in termini di mancate entrate erariali e di perdita di avviamento del gioco stesso.

Pertanto, nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati, sono stati inseriti gli articoli 1-bis e 1-ter, conseguentemente all'approvazione di due emendamenti governativi, a loro volta modificati attraverso l'approvazione di subemendamenti.

L'articolo 1-bis interviene nel settore delle scommesse ippiche e sportive, autorizzando l'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato a realizzare un'apposita procedura selettiva, aperta ai soggetti italiani ovvero di altri Stati dell'Unione europea, per la concessione, fino al 30 giugno 2016, del diritto di esercizio e raccolta, in rete fisica, di giochi su base ippica e sportiva, nel limite massimo di 3.000 soggetti abilitati alla raccolta.

L'articolo 1-ter rimette ad un apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze - da emanarsi entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari - la disciplina relativa alla sperimentazione degli apparecchi elettronici per il gioco lecito collegati in rete.

Tutti gli articoli aggiuntivi, dunque, affrontano ed in parte riformano, in maniera organica e positiva, il settore dei giochi. Nello specifico, ha destato particolare attenzione il cosiddetto emendamento salva ippica, che prevede l'aumento del prelievo erariale unico dal 12 per cento al 12,7 per cento sulla raccolta di gioco degli apparecchi da intrattenimento di cui all'articolo 110, comma 6, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e successive modificazioni ed integrazioni. L'aumento dello 0,7 per cento, a decorrere dal 1° gennaio 2009, è a favore dell'UNIRE per essere interamente destinato all'incremento del montepremi. In base ad una previsione di raccolta di gioco degli apparecchi per il 2009 di 23 miliardi di euro, lo 0,7 per cento ammonta a 161 milioni di euro.

La crisi del settore dell'ippica è dovuta principalmente al calo di scommesse. Le corse dei cavalli non appassionano più: dal 2003 ad oggi il totale degli euro raccolti è passato da 2,9 miliardi di euro ai 2,6 miliardi stimati per il 2008. Tali ribassi, in pratica, significano meno soldi per i montepremi delle gare e dunque decine di migliaia di posti di lavoro a rischio.

Inoltre, l'intero comparto ippico paga un pesante conto dovuto al cosiddetto decreto Bersani sulle liberalizzazioni, il cui scopo dichiarato era quello di cambiare il modo di raccogliere le giocate passando dai vecchi bar dove si giocava la schedina o dalle vecchie ricevitorie a sale scommesse più attrezzate, ma l'unico risultato ottenuto è stato quello di far passare da 20.000 a 6.000 i punti vendita per le scommesse.

Si è reso, dunque, necessario un intervento che garantisse attenzione per un settore in crisi nel quale operano circa 50.000 addetti: non solo fantini ed allevatori, ma tutta la filiera interessata. Il comparto ippico conta circa 350.000 cavalli, di cui 60.000 razze sportive e 2.850 allevamenti: tali dati indicano il livello e l'importanza, per l'economia del nostro Paese, del settore di cui parliamo.

Vero è che il provvedimento viene ad incidere su un comparto di gioco. Bisogna certamente prestare attenzione anche al settore degli apparecchi che dal 2004 si sta gradualmente riprendendo a seguito della bonifica del territorio dalla presenza dell'illegalità diffusa dei vecchi videopoker e della malavita organizzata.

Quindi il provvedimento, cosi come modificato dalla Camera dei deputati, mira a salvare un comparto in crisi. Ovviamente bisogna evitare di generare altra crisi, che rischia di risultare irreversibile.

La soluzione per il salvataggio dell'ippica è un punto di equilibrio. Certo è importante ribadire che non deve passare il principio per cui un settore specifico possa finanziare un altro in crisi. Con questo obiettivo, il sottosegretario Gìorgetti ha già annunciato un imminente disegno di legge, di iniziativa governativa, volto a disciplinare le possibilità di effettuare scommesse e giocate on line. Si tratta di un comparto che certamente necessita di una normativa quadro a livello nazionale che, mettendo il settore in sicurezza, può renderlo una grande opportunità. Sarebbe quindi auspicabile che tale iniziativa potesse costituire l'occasione per omogeneizzare e armonizzare il prelievo tributario su tutte le forme di gioco, con particolare attenzione all'equilibrio tra i vari comparti, e contemperando le esigenze di gettito con quelle di rilancio dell'intero settore. Il ministro Zaia ha anticipato l'istituzione di una commissione di lavoro con i rappresentanti del settore.

In conclusione, è necessario mettere in campo iniziative concrete, per garantire prospettive di sviluppo per tutti gli operatori del comparto, attraverso un quadro normativo certo. Il definitivo assetto del mercato porrà anche le basi affinché quegli operatori esteri che spesso operano illegalmente in Italia con la scusante presunta di un mercato chiuso e inaccessibile escano dall'ambiguità e si decidano, una volta per tutte, a misurarsi con il nostro mercato alle stesse condizioni con le quali operano tutti i soggetti concessionari. Il tutto nel rispetto di quella linea annunciata dal Governo e, per esso, dal sottosegretario Giorgetti in Aula alla Camera: gioco consapevole e responsabile. (Applausi del senatore Gentile).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Costa. Ne ha facoltà.

COSTA (PdL). Signora Presidente, onorevoli colleghi, chi come me ha sufficiente milizia di partecipazione a questa Assemblea ha avuto la possibilità nel tempo di vedere germogliare e dilatare il fenomeno dei giochi di Stato, non sempre condiviso, spesso contrastato, anche per motivi di ordine ideologico e religioso, ma alla fine accettato in funzione di un processo di globalizzazione che aveva investito il settore e che, se non fosse stato adottato e disciplinato anche in Italia, sarebbe stato subìto per la via Internet. È per questo motivo che il nostro Paese ha dovuto e ha voluto alla fine accettare e regolamentare questo importante settore, che determina un comparto notevole delle entrate dello Stato.

Per questo provvedimento ringrazio il Governo e più segnatamente il relatore, che ci ha dato in Commissione una corposa relazione e ci ha aiutato a comprendere quanto segue. Innanzi tutto, il provvedimento muove dall'esigenza di adempiere alla prescrizione di una sentenza della Corte di giustizia delle comunità europee del 2007, che fissava la necessità di revocare, entro il 31 gennaio 2009, ben 329 agenzie ippiche che raccoglievano scommesse di gioco. Per questa via, noi avremmo dovuto o potuto provvedere sin dal 2006. Siamo al 2008; evidentemente un po' di tempo se l'è preso il Governo precedente, un po' meno questo Governo, se è vero che entro la fine dell'anno, così come ha anticipato il rappresentante del Governo, sottosegretario Giorgetti, avremo un disegno di legge che riordinerà tutta quanta la materia. Quindi, facciamo presto perché è necessario mettere ordine, come d'altra parte sin dal 2007 aveva detto la sentenza della Corte di giustizia.

L'armonizzazione per poter consentire la sportività con il gioco propriamente detto nel comparto ippico pure si appalesa necessaria per questo settore, che al momento può non riguardare me, che non m'interesso di ippica, ma certamente interessa lo sport italiano. La proroga della concessione di gioco alla SISAL, poi, era già postulata dalla norma di affidamento della concessione per l'esercizio di questa attività.

Allora ecco, signor Sottosegretario, si abbia la nostra comprensione e il nostro voto favorevole, ma sappia che aspettiamo il provvedimento perché ci siamo già appassionati, non perché giochiamo ma perché ormai questa entrata dello Stato è così notevole e cospicua che merita tutto il nostro e il vostro rispetto. (Applausi dal Gruppo PdL).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

 

Giunta per il Regolamento, composizione

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, udito il parere della Giunta per il Regolamento, reso all'unanimità nella riunione di questa mattina, la Presidenza ha proceduto all'integrazione della Giunta, ai sensi dell'articolo 18, comma 2, del Regolamento.

Sono stati pertanto chiamati a far parte della Giunta per il Regolamento i senatori Felice Belisario, Gianpiero D'Alia, Giovanni Pistorio e Paolo Tancredi.

 

Mozioni, interpellanze e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza mozioni, interpellanze e interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ricordo che il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica oggi, alle ore 16,30, con lo stesso ordine del giorno.

La seduta è tolta (ore 13,10).

 

Allegato B

 

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Alberti Casellati, Baldassarri, Bornacin, Caliendo, Castelli, Ciampi, Davico, Dell'Utri, Galioto, Giovanardi, Mantica, Mantovani, Martinat, Montani, Palma, Pera, Ramponi e Viespoli.

 

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Blazina e Peterlini, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa Centro Europea (INCE); Bianco, Cabras, De Gregorio, Dini, Divina, Gamba, Malan e Marini, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Amoruso, per attività dell'Unione Interparlamentare.

 

 

Commissione parlamentare per l'infanzia, variazioni nella composizione

Il Presidente della Camera dei deputati, in data 17 novembre 20008, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia la deputata Barbara Mannucci, in sostituzione della deputata Elena Centemero, dimissionaria.

 

Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati

Ministro economia e finanze

(Governo Berlusconi-IV)

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (1209)

(presentato in data 14/11/2009);

C.1713 approvato dalla Camera dei deputati;

 

Ministro economia e finanze

(Governo Berlusconi-IV)

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009 - 2011 (1210)

(presentato in data 14/11/2008);

C.1714 approvato dalla Camera dei deputati (assorbe C.1714-BIS).

 

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatore Gramazio Domenico

Istituzione e regolamentazione del titolo di "Esperto in Medicina Manuale-Vertebrale" (1207)

(presentato in data 13/11/2008 );

 

senatori Bastico Mariangela, Vitali Walter

Carta delle autonomie locali (1208)

(presentato in data 13/11/2008 );

 

senatore Berselli Filippo

Modifica alla disciplina in materia di esercizio della potestà genitoriale (1211)

(presentato in data 17/11/2008 ).

 

Disegni di legge, richieste di parere

In data 14 novembre 2008, la 5a Commissione permanente è stata chiamata ad esprimere il proprio parere sul disegno di legge:

De Lillo. - "Modifiche al testo unico delle leggi sulla protezione ed assistenza della maternità ed infanzia di cui al Regio decreto 24 dicembre 1934, n. 2316 in materia di divieto di vendita e consumo di tabacco ai minori di anni diciotto" (137), già deferito, in sede referente, alla 12a Commissione permanente.

Disegno di legge finanziaria, richiesta di parere ai sensi dell'articolo 126, comma 4, del Regolamento

In data 17 novembre 2008, il disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009)" (1209) (Approvato dalla Camera dei deputati) è stato inviato alla 5a Commissione permanente, per il parere previsto dall'articolo 126, comma 4, del Regolamento.

 

Atti e documenti trasmessi dalla Commissione europea, deferimento a Commissioni permanenti

La Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Rafforzare l'approccio globale in materia di migrazione: aumentare il coordinamento, la coerenza e le sinergie» (COM 2008 611 definitivo) (atto comunitario n. 17), è stato deferita - ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento - alla 3ª Commissione permanente e, per il parere, alla 14ª Commissione permanente.

 

Affari assegnati

In data 13 novembre 2008 è stato deferito alla 4a Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, del Regolamento, l'affare relativo all'"Assetto organizzativo della componente tecnico-amministrativa della Difesa" (Atto n. 82).

  

Governo, trasmissione di atti

Il Ministro degli affari esteri, con lettera in data 11 novembre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 26 febbraio 1987, n. 49 recante "Nuova disciplina della cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo", la relazione previsionale sull'attività di cooperazione allo sviluppo per l'anno 2009 (Atto n. 83).

 

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a Commissione permanente.

Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, trasmissione di atti

Il Presidente della Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con lettera in data 4 novembre 2008, ha inviato, in applicazione dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia dei seguenti verbali:

 

n. 764, relativo alla seduta tenutasi il 3 aprile 2008 (n. 18);

n. 765, relativo alla seduta tenutati il 10 aprile 2008 (n. 19);

n. 766, relativo alla seduta tenutasi il 16 aprile 2008 (n. 20);

n. 767, relativo alla seduta tenutasi il 24 aprile 2008 (n. 21);

n. 768, relativo alla seduta tenutasi il 30 aprile 2008 (n. 22);

n. 769, relativo alla seduta tenutasi l' 8 maggio 2008 (n. 23);

n. 770, relativo alla seduta tenutasi il 15 maggio 2008 (n. 24);

n. 771, relativo alla seduta tenutati il 22 maggio 2008 (n. 25);

n. 772, relativo alla seduta tenutasi il 29 maggio 2008 (n. 26);

n. 773, relativo alla seduta tenutasi il 5 giugno 2008 (n. 27);

n. 774, relativo alla seduta tenutasi il 12 giugno 2008 (n. 28);

n. 775, relativo alla seduta tenutasi il 19 giugno 2008 (n. 29);

n. 776, relativo alla seduta tenutasi il 26 giugno 2008 (n. 30).

 

I predetti verbali sono stati trasmessi, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 11a Commissione permanente.

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 13 novembre 2008, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha inviato le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:

 

dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN), per gli esercizi 2006 e 2007 (Doc. XV, n. 39). Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 7a Commissione permanente;

 

dell'Ente nazionale di assistenza al volo (ENAV), per l'esercizio 2007 (Doc. XV, n. 40). Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente;

 

della Lega navale italiana, per l'esercizio 2007 (Doc. XV, n. 41). Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 4a, alla 5a e alla 8a Commissione permanente;

 

dell'Agenzia del demanio, per l'esercizio 2007 (Doc. XV, n. 42). Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 6a Commissione permanente.

 

Alle determinazioni sono allegati i documenti fatti pervenire dagli enti suddetti ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della legge stessa.

Petizioni, annunzio

Sono state presentate le seguenti petizioni:

 

la signora Isabella Scarcia, di Taranto, ed altri cittadini chiedono provvedimenti contro l'inquinamento ambientale della città di Taranto (Petizione n. 416);

 

il signor Benito Alberto Ruiu, di Vercelli, chiede una revisione del sistema elettorale vigente (Petizione n. 417);

 

il signor Francesco Di Pasquale, di Cancello ed Arnone (Caserta), chiede:

 

il rafforzamento dei locali presìdi delle Forze di polizia e la dotazione di tutte le moderne tecnologie atte a garantire la sicurezza dei cittadini (Petizione n. 418);

 

disposizioni per la tutela del piccolo risparmio (Petizione n. 419);

 

disposizioni in materia di banche (Petizione n. 420);

 

l'adozione di iniziative, presso le competenti sedi internazionali, a sostegno degli ideali che considerano l'uomo quale cittadino del mondo (Petizione n. 421);

 

il signor Pompilio Cosma, di Brindisi, e numerosi altri cittadini chiedono l'immediato avvio dei lavori di restauro e ristrutturazione della Chiesa «Santa Maria Santissima del Giardino» sita in Tuturano, frazione di Brindisi (Petizione n. 422);

 

la signora Emanuela De Caro, di Genova, chiede interventi volti ad eliminare ogni disparità di trattamento tra i congiunti dei deceduti per atti di terrorismo e criminalità organizzata rispetto ai congiunti dei deceduti per causa di servizio ai fini della concessione dei benefìci previsti dalla legge (Petizione n. 423);

 

il signor Emo Picchi, di Castagneto Carducci (Livorno), chiede una modifica all'articolo 582 del codice civile ("Concorso del coniuge con ascendenti legittimi, fratelli e sorelle"), al fine di stabilire che i beni del coniuge defunto senza figli e in assenza di testamento spettino interamente al coniuge superstite (Petizione n. 424).

 

Tali petizioni, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, sono state trasmesse alle Commissioni competenti.

 

Mozioni

RUSCONI, GARAVAGLIA Mariapia, CERUTI, SERAFINI Anna Maria, SOLIANI, VITA, BASTICO, PERTOLDI - Il Senato,

premesso che:

la libertà di scelta educativa delle famiglie e, quindi, la parità scolastica, è un diritto costituzionale;

con la legge n. 62 del 2000 sono stati definiti i criteri per il riconoscimento delle scuole paritarie, gestite dagli enti locali o da soggetti privati, che sono parte, insieme alle scuole statali, del sistema nazionale di istruzione pubblica;

considerato che:

dal 2002 il contributo alle scuole paritarie è fermo a 536 milioni di euro, per l'80 per cento destinato alla scuola dell'infanzia che in molti piccoli comuni è l'unica risposta alle famiglie ivi residenti e dunque ne riafferma la funzione pubblica;

nel disegno di legge finanziaria per il 2009 e nel progetto triennale di bilancio dello Stato risulta un "taglio" ingiustificato di oltre 133 milioni di euro all'anno per il triennio di riferimento, che metterebbe anche le scuole della Federazione italiana scuole materne (FISM) - che rappresentano il 60 per cento delle scuole paritarie - in condizione di non assicurare la prosecuzione del servizio per i 500.000 bambini che le frequentano e comprometterebbe l'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro per gli oltre 40.000 dipendenti (il doppio di Alitalia);

in questi anni, inoltre, a causa dell'aumento di istituti accreditati, la somma versata dallo Stato a ogni sezione di scuola dell'infanzia o paritaria è diminuita progressivamente;

tali contributi non sottraggono comunque risorse alle scuole statali;

la FISM, che rappresenta oltre 8.000 scuole materne paritarie cattoliche, ha inviato una lettera ai deputati della V Commissione permanente (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera, nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria, chiedendo "l'immediato ripristino" della somma e "l'inserimento nel Piano pluriennale del Bilancio dello Stato di adeguate risorse per il graduale raggiungimento della piena parità scolastica economica, oltre che giuridica",

impegna il Governo a ripristinare immediatamente la somma di 133 milioni di euro sul fondo per le scuole paritarie per garantire la possibilità che la scuola dell'infanzia sia assicurata a tutti gli alunni del nostro Paese.

(1-00061)

DELLA SETA, BUBBICO, MARINARO, ZANDA, BONINO, RUTELLI, BRUNO, GARRAFFA, ARMATO, DE LUCA, FIORONI, GRANAIOLA, ROSSI Paolo, SANGALLI, SBARBATI, TOMASELLI, MAZZUCONI, MOLINARI, SOLIANI, ADAMO, DEL VECCHIO, DI GIOVAN PAOLO, FONTANA, LUSI, MARINO Mauro Maria, PIGNEDOLI, RANUCCI - Il Senato,

premesso che:

nel mese di dicembre 2008, il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea sono chiamati a decidere sulle misure di attuazione del cosiddetto "pacchetto clima ed energia", ai fini del raggiungimento degli obiettivi già stabiliti di riduzione delle emissioni di gas serra (pari al 20 per cento entro il 2020 rispetto al 1990), di miglioramento dell'efficienza energetica (pari al 20 per cento sui consumi di energia al 2020), di sviluppo delle energie rinnovabili (almeno il 20 per cento sul mix energetico entro il 2020); in particolare, Parlamento e Consiglio dovranno decidere su una proposta di decisione (sul contributo dei Paesi membri agli impegni della Comunità europea finalizzati alla riduzione dei gas ad effetto serra entro il 2020) e su tre proposte di direttiva (sulla revisione della direttiva 2003/87/CE al fine di migliorare e allargare l'ambito di applicazione del sistema europeo per lo scambio delle quote di emissione; sulla promozione dell'utilizzo di energia da fonti rinnovabili; sui sistemi CCS di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica);

sempre nel dicembre 2008 si terrà a Poznan, in Polonia, la 14a Conferenza delle Parti per l'attuazione della Convenzione sul clima, ultimo e rilevante appuntamento negoziale prima della Conferenza di Copenhagen del 2009 chiamata a siglare un nuovo trattato e nuovi accordi mondiali per la lotta ai mutamenti climatici;

la comunità scientifica è ormai concorde nel considerare il "riscaldamento globale" un fenomeno già in atto e un fenomeno le cui cause sono legate in misura significativa ad impatti provocati dall'uomo, primi fra tutti le emissioni di gas serra dovuti alla combustione dei combustibili fossili e alla deforestazione nella foreste pluviali; secondo il Quarto rapporto di valutazione dell'Ipcc, pubblicato nel 2007, "la comprensione dell'influenza antropogenica nel riscaldamento e nel raffreddamento è migliorata rispetto al Terzo rapporto di valutazione, portando con confidenza molto elevata alla conclusione che l'effetto globale medio delle attività umane dal 1750 è stato una causa di riscaldamento"; sempre l'ultimo Rapporto dell'Ipcc afferma che "il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile, come è ora evidente dalle osservazioni dell'incremento delle temperature globali dell'aria e delle temperature degli oceani, dello scioglimento diffuso di neve e ghiaccio, e dell'innalzamento globale del livello del mare";

dalla firma della Convenzione sul clima, a Rio de Janeiro nel 1992, le emissioni e le concentrazioni di gas serra in atmosfera sono continuate a crescere: il tasso annuo di crescita della concentrazione di anidride carbonica nel periodo 1995-2005 (1,9 parti per milione in più all'anno) è stato il più alto da quando si effettuano le misure in continuo dell'atmosfera (media 1960-2005: 1,4 parti per milione all'anno), e le emissioni sono aumentate da una media di 6,4 GtC/anno negli anni '90 a 7,2 GtC/anno nel quinquennio 2001-2005; questi trend risentono in particolare di due fenomeni concomitanti: la rapidissima crescita economica di grandi Paesi come Cina, India, Brasile, che ha avuto come effetto un altrettanto rapido aumento delle loro emissioni climalteranti e il trend rimasto in forte crescita delle emissioni degli Stati Uniti, che fino ad oggi non hanno accettato alcun vincolo multilaterale né hanno assunto impegni su base unilaterale rispetto all'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra;

la posizione degli Stati Uniti è destinata ad evolvere verso un impegno più deciso nella lotta ai mutamenti climatici: questo obiettivo è stato infatti con forza ed esplicitamente richiamato dal Presidente eletto Barack Obama nella sua campagna elettorale. Il programma del Presidente eletto contiene obiettivi non meno ambiziosi di quelli che si è data l'Unione europea: tra questi, mettere fine entro 10 anni alla dipendenza dalle importazioni di petrolio dal Medio Oriente, raggiungere entro 4 anni il 10 per cento di fonti rinnovabili sul mix energetico, ridurre in 10 anni del 15 per cento i consumi di elettricità;

la ratifica nel 2002 e l'entrata in vigore nel 2005 del Protocollo di Kyoto, pur se la sua efficacia è stata indebolita dalla mancata adesione degli Stati Uniti, che da soli contribuiscono per quasi un quarto alle emissioni climalteranti, ha comunque segnato un primo, importante passo nella giusta direzione, vincolando la quasi totalità dei Paesi industrializzati, che in termini di emissioni pro capite restano i maggiori responsabili delle emissioni dannose per il clima, a obiettivi di riduzione di tali emissioni da raggiungere entro il 2012;

quando mancano meno di quattro anni alla scadenza del Protocollo di Kyoto, molti Paesi hanno cominciato un cammino virtuoso che non solo li ha avvicinati ai rispettivi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, ma ha prodotto sensibili miglioramenti dell'efficienza energetica e un significativo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili;

l'Italia in questo campo ha accumulato un grave ritardo: le nostre emissioni di gas serra rispetto al 1990 sono cresciute di quasi il 10 per cento, mentre dovrebbero ridursi del 6,5 per cento; oggi siamo lontanissimi dall'obiettivo per il quale siamo formalmente impegnati a seguito della firma del Protocollo di Kyoto (1997, Governo Prodi) e della sua ratifica da parte del Parlamento (2003, Governo Berlusconi), e il costo economico di questa inadempienza potrà essere molto oneroso per il nostro Paese;

proprio in considerazione di tale ritardo, l'Italia ha già ottenuto in sede europea un ridimensionamento dei propri obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili: in particolare si devono ridurre le emissioni di gas serra non del 20 per cento ma di circa il 5,5 per cento entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, e si deve raggiungere una quota di fonti rinnovabili sul mix energetico complessivo non del 20 per cento ma del 17 per cento;

il ritardo italiano si concentra soprattutto nei settori dei trasporti, degli usi civili di energia, della produzione di energia, dove si registra un trend delle emissioni in crescita e fortemente al di sopra dei target prestabiliti;

l'industria italiana è positivamente impegnata sulla via del risparmio e dell'innovazione in campo energetico: molti settori produttivi - dalla piccola e media industria, all'industria manifatturiera, all'industria chimica e della raffinazione, all'industria siderurgica - presentano un trend delle rispettive emissioni sostanzialmente in linea con gli obiettivi di riduzione del "pacchetto clima ed energia";

l'impegno per fronteggiare il riscaldamento globale, sia in termini di mitigazione che di adattamento, non può e non deve essere materia per divisioni di schieramento: in Europa, dove il "pacchetto clima ed energia" è sostenuto da Governi, da leader, da parlamentari europei sia di centrodestra che di centrosinistra, e così anche in Italia, dove peraltro già nel 2006 il Senato votò all'unanimità una mozione che richiamava l'assoluta priorità di tale impegno;

sarebbe un errore imperdonabile considerare la lotta a mutamenti climatici come un obiettivo in contrasto con politiche incisive per lo sviluppo e la competitività e per contrastare e limitare l'impatto economico e sociale dell'attuale, drammatica crisi finanziaria. Può sostenersi il contrario: investire in efficienza energetica consente di alleggerire, in tempi relativamente brevi, i costi energetici a carico delle famiglie e delle imprese, con positivi effetti anche di tipo "anti-congiunturale", mentre promuovere un maggiore sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili può avere, come ha già avuto in altri Paesi, conseguenze positive sul piano dell'occupazione, dell'innovazione tecnologica, dell'affermazione di nuovi settori industriali al tempo stesso ad alto contenuto di tecnologia e ad elevata intensità di lavoro;

la lotta ai mutamenti climatici richiede investimenti, che devono essere economicamente compatibili per il nostro Paese e le nostre imprese: tale compatibilità economica va misurata analizzando e confrontando tra loro costi e benefici economici degli impegni anche finanziari da mettere in campo,

impegna il Governo:

a condividere la scelta, sostenuta e praticata ormai da un decennio dall'Unione europea, di porre l'Europa all'avanguardia nell'impegno per fronteggiare i mutamenti climatici, e di declinare tale impegno sia come un obiettivo vitale per il benessere presente e futuro dell'umanità, sia come una grande, decisiva occasione di innovazione tecnologica, modernizzazione economica, maggiore competitività dei sistemi produttivi;

a sostenere tale scelta nei prossimi appuntamenti europei e internazionali;

a far valere fino in fondo i legittimi interessi nazionali nel negoziato in sede europea sulla definizione delle misure di lotta ai mutamenti climatici: pretendendo che vengano valorizzate in pieno le nostre esperienze industriali e tecnologiche di eccellenza, per esempio nell'articolazione del regolamento europeo sulle emissioni di anidride carbonica delle automobili attualmente in discussione, e chiedendo, soprattutto nell'interesse delle nostre industrie chiamate ad un impegno d'investimento più consistente, un'adeguata possibilità di ricorso ai meccanismi flessibili già in parte previsti nelle direttive in discussione, nonché misure calibrate sulle esigenze delle piccole imprese;

a perseguire con particolare determinazione, sia in sede di negoziato europeo sia nell'azione di governo, la promozione di interventi orientati a migliorare l'efficienza degli usi energetici, operando affinché l'obiettivo di una riduzione del 20 per cento dei consumi energetici sulla domanda prevista al 2020 diventi anch'esso vincolante e formi l'oggetto di un'apposita direttiva. Infatti tale terreno è quello dove con più evidenza e forza le misure necessarie a contrastare i mutamenti climatici recano anche significativi vantaggi sul piano sociale ed economico, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e la fattura delle importazioni energetiche del Paese e alleggerendo i costi energetici a carico di famiglie e imprese;

a sostenere la ricerca, le innovazioni tecnologiche, lo sviluppo dell'economia della conoscenza ai fini della riduzione delle emissioni di gas serra, dell'aumento dell'efficienza e del risparmio energetici, della diffusione della produzione e dell'uso di fonti rinnovabili;

a mettere in campo politiche innovative nel settore dei trasporti, della mobilità e della logistica, orientate in particolare a potenziare il trasporto ferroviario, i servizi di trasporto pubblico locale e urbano, e in generale le modalità di trasporto non su gomma: tali misure sono tanto più necessarie in quanto consentirebbero non solo di ridurre il contributo dei trasporti alle emissioni climalteranti, ma anche di contrastare altri fenomeni socialmente e ambientalmente negativi, a cominciare dalla congestione del traffico nelle aree urbane e da forme d'inquinamento particolarmente dannose per la salute dei cittadini come quelle da polveri sottili;

a promuovere con opportune misure di incentivazione la sostenibilità energetico-ambientale dei programmi edilizi nonché l'efficienza e il risparmio energetici in tutti gli usi civili (abitazioni, illuminazione, elettrodomestici);

a promuovere con sempre maggiore efficacia lo sviluppo di tutte le fonti energetiche rinnovabili (idriche, geotermiche, eoliche, solari, da biomasse) per la produzione di energia elettrica, di calore e di carburanti, consolidando i meccanismi di incentivazione recentemente introdotti, coerenti con le più avanzate esperienze europee;

a sostenere, in un rapporto stretto con le piccole e medie imprese largamente prevalenti nel sistema produttivo nazionale e in particolare nei distretti produttivi, la piccola cogenerazione distribuita, che consente maggiore efficienza e più alti rendimenti energetici e favorisce la competitività delle imprese;

a sostenere lo sviluppo dei distretti agro-energetici, in modo che l'agricoltura possa valorizzare sia le risorse rinnovabili disponibili sul territorio (solare, idrica, eolica) sia quelle direttamente producibili o ricavabili dalle proprie attività (biogas, biocarburanti, biomasse), sia da attività di forestazione e manutenzione dei boschi, con benefici non solo ambientali ma anche per la tutela del territorio e per il reddito degli agricoltori;

a sostenere e valorizzare il ruolo degli enti di ricerca pubblici che operano nei settori energetico e ambientale, a cominciare dall'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente (Enea), consolidandone in particolare l'impegno nei campi della produzione energetica da fonti rinnovabili, dell'uso dell'idrogeno come vettore energetico e della produzione elettronucleare di nuova generazione;

a sostenere la ricerca e la sperimentazione della cattura e del sequestro sicuro dell'anidride carbonica, che potrebbe consentire un utilizzo pulito dei combustibili fossili e dell'idrogeno, un vettore potenzialmente in grado di consentire l'accumulo ed il trasporto dell'energia rinnovabile ed un suo successivo uso pulito con impieghi ad elevata efficienza energetica;

a promuovere il miglioramento dell'efficienza delle reti di distribuzione dell'energia;

a porre al centro i richiamati obiettivi della preannunciata Conferenza nazionale sull'energia, così da definire ed implementare una strategia organica e coordinata che consenta al nostro Paese di partecipare da protagonista all'impegno per fronteggiare i mutamenti climatici, ricavandone il massimo beneficio in termini di innovazione tecnologica, modernizzazione del sistema produttivo, maggiore autosufficienza energetica, alleggerimento dei costi energetici a carico delle famiglie, competitività delle imprese.

(1-00062)

Interpellanze

GHIGO - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

in analogia con quanto sta avvenendo nel mondo dell'ippica, anche il comparto equestre sta attraversando un momento di crisi dovuto non all'attività sportiva o amministrativa, che procedono regolarmente, quanto alle problematiche di funzionamento, a livello territoriale, della Federazione italiana sport equestri (FISE);

in particolare, il 6 ottobre 2008 si sarebbe svolta l'assemblea elettiva per il rinnovo delle cariche regionali del Comitato regionale della FISE dell'Emilia Romagna;

la Federazione, dopo aver rilevato delle irregolarità relative alla convocazione della predetta assemblea, avrebbe indicato, in base ai pareri espressi dai consulenti legali, la necessità di annullare la convocazione medesima e di procedere ad una nuova convocazione;

il Consiglio direttivo, tuttavia, avrebbe ignorato tali indicazioni e proceduto, comunque, allo svolgimento dell'assemblea;

nel corso della predetta assemblea, sarebbe risultata eletta fra i Consiglieri regionali la signora Andrea Schulze:

secondo le segnalazioni preventive della Segreteria generale della FISE, organo deputato statutariamente a verificare l'esistenza dei requisiti di eleggibilità, la signora Schulze sarebbe risultata priva di tali requisiti;

considerato che:

a seguito di tali accadimenti sarebbero pervenuti alla Federazione e agli organi preposti tre ricorsi per l'impugnazione della suddetta assemblea da parte dei tesserati;

in base allo statuto federale, la data utile per una nuova convocazione dell'assemblea regionale cadrebbe successivamente al 29 novembre 2008, data stabilita per l'assemblea nazionale;

il predetto statuto prevede, inoltre, che il rinnovo delle cariche regionali sia effettuato prima dell'assemblea per il rinnovo delle cariche nazionali;

sarebbe necessario, pertanto, in base allo statuto, provvedere ad una nuova convocazione dell'assemblea elettiva nazionale;

preso atto che:

gli episodi sopra citati si riferirebbero al quadriennio olimpico 2005-2008;

a seguito delle dimissioni del Consiglio, l'unico organo deliberante della FISE deputato a risolvere tali questioni è il Presidente federale, il cui incarico si concluderà il prossimo 29 novembre 2008;

rilevato che:

alcuni Comitati regionali avrebbero commesso irregolarità relative alla presentazione dei bilanci e avrebbero utilizzato senza autorizzazione il fondo di riserva;

alcuni membri di associazioni prive dei requisiti richiesti per l'affiliazione, quindi senza diritto di voto, sarebbero stati inseriti tra coloro deputati regolarmente al voto,

l'interpellante chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri di sapere se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e, in tal caso:

se e con quali modalità intenda intervenire al fine di verificare la veridicità dei fatti narrati;

se e con quali modalità, in conseguenza, intenda intervenire al fine di sanare le eventuali irregolarità riscontrate;

se, alla luce di quanto esposto, non ritenga opportuno procedere alla nomina di un Commissario che, data la decadenza del Presidente federale a partire dal 29 novembre 2008, possa mettere in atto tutti i possibili strumenti di verifica al fine di consentire che il prossimo quadriennio olimpico abbia inizio nell'ambito della legalità e del rispetto delle regole.

(2-00043)

VICARI - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

si è recentemente conclusa a La Spezia l'ultima Conferenza nazionale degli ordini degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, avente per oggetto l'esame del documento programmatico sviluppato dalla delegazione consultiva a base regionale a seguito dell'incontro con i Dirigenti regionali responsabili della valutazione ambientale strategica, allo scopo di fare il punto sulla complessa problematica riguardante la sostenibilità delle trasformazioni territoriali nella correlazione tra la recente legislazione nazionale e quelle riguardanti gli ambiti regionali;

l'argomento prende le mosse dalla "Dichiarazione di Stoccolma sull'ambiente umano" per poi concretizzarsi con il Rapporto Bruntdland del 1987, con la Conferenza delle Nazioni unite su ambiente e sviluppo del 1992, con la Carta delle città europee per un modello urbano sostenibile del 1994 e con la Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 ed è stato affrontato dalla Comunità europea che ha emanato la direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 che prevede la valutazione preventiva degli effetti determinati da qualsiasi programmazione e/o pianificazione territoriale sull'ambiente e cioè acquisisce una assai appropriata ed efficace definizione dello sviluppo sostenibile che viene concepito con l'obiettivo di appagare i fabbisogni della presente generazione senza compromettere i bisogni delle generazioni future;

considerato che:

in Italia il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, disciplina la materia ambientale e indicano le specifiche competenze regionali;

ciascuna Regione in seguito, nell'ambito delle proprie competenze, avrebbe adottato provvedimenti rispondenti alle necessità specifiche di ciascun territorio;

la legge urbanistica nazionale appare vetusta e non in grado di rispondere alle esigenze di cambiamento e di governo del territorio necessarie per lo sviluppo delle diverse realtà locali,

si chiede di sapere se il Governo ritenga opportuno intervenire nei modi e con i mezzi che riterrà più adeguati al fine di promuovere una legislazione nazionale in grado di tener conto delle diverse realtà regionali e delle relative peculiarità indispensabili per uno sviluppo del territorio basato sui principi di sussidiarietà, autonomia e copianificazione.

(2-00044)

Interrogazioni

FILIPPI Marco - Ai Ministri delle infrastrutture e trasporti e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

il comma 1023, dell'articolo 1, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007) ha previsto che con decreto del Ministro delle infrastrutture, da adottarsi di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, siano impartite ad ANAS le direttive per realizzare, anche attraverso la costituzione di apposita società, la piena separazione organizzativa, amministrativa finanziaria e contabile delle attività volte alla vigilanza e controllo sui concessionari autostradali;

in data 30 luglio 2007 è stata emanata con decreto del Ministro delle infrastrutture di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, la direttiva prevista dal predetto articolo 1, comma 1023, della legge finanziaria per il 2007;

tale direttiva, al paragrafo 5, lettera i), stabilisce che l'ANAS debba provvedere ad una nuova articolazione della struttura organizzativa dell'Ispettorato vigilanza concessioni autostradali, la cui missione è quella di: assicurare il rispetto formale e sostanziale degli obblighi contrattuali assunti dai concessionari autostradali; gestire le attività di alta sorveglianza e di verifica ispettiva; fornire un adeguato livello di informazione al Governo e al Parlamento sulle concessioni autostradali; di verificare annualmente le tariffe; di definire gli standard di progettazione, manutenzione e costruzione per il mantenimento di adeguati livelli di sicurezza del trasporto autostradale. Il tutto deve avvenire nel rispetto delle condizioni contrattuali, della normativa vigente e secondo le linee di indirizzo stabilite dal Ministero delle infrastrutture;

rilevato che sul sito internetufficiale dell'ANAS, tra i compiti assegnati all'ispettorato vigilanza concessioni autostradali, non figura in nessun caso quello relativo alla negoziazione con i concessionari dei rinnovi delle convenzioni vigenti;

considerato che:

l'ANAS, nella Relazione sulla gestione del bilancio di esercizio 2007, ha rivelato che l'Ispettorato vigilanza concessioni autostradali ha avviato l'istruttoria con le 22 società concessionarie interessate dall'aggiornamento del piano economico-finanziario, ha predisposto gli schemi di convenzione unica sottoponendoli, poi, alle società concessionarie e ha sviluppato il successivo iter di approvazione dei medesimi;

l'ANAS, in occasione della revisione delle convenzioni autostradali, con il concorso dell'Ispettorato vigilanza concessioni autostradali, ha completamente disatteso lo spirito e le prescrizioni contenute nel comma 1023, articolo 1, della legge finanziaria per il 2007 e nella direttiva interministeriale del 30 luglio 2007;

con tale comportamento, l'ANAS ha palesemente omesso di presentare al Governo e al Parlamento le dovute informazioni previste dalla normativa vigente, procedendo alla negoziazione ed alla revisione delle convenzioni con i concessionari autostradali, facendo venire meno il ruolo di indipendenza e di terzietà;

tenuto conto che nel corso dell'audizione del 14 ottobre 2008 presso l'8a Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato, il Presidente dell'ANAS SpA, ad avviso dell'interrogante più volte contraddicendosi sul ruolo e sull'indipendenza dell'Ispettorato vigilanza concessioni autostradali, ha affermato che non produrrà, contrariamente a quanto previsto dalla direttiva interministeriale del 30 luglio 2007, alcuna relazione al Parlamento ed al Governo sui contenuti degli schemi di convenzione sottoscritti con le società concessionarie,

si chiede di sapere:

quale sia il giudizio dei Ministri in indirizzo sul comportamento adottato da ANAS in relazione alla vicenda descritta in premessa;

quali iniziative si intendano adottare nei confronti dell'ANAS per il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nel comma 1023 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 e nella direttiva interministeriale del 30 luglio 2007;

se intendano verificare quali siano gli incarichi e le consulenze attualmente ricoperti da ciascuno dei componenti dell'Ispettorato vigilanza concessioni autostradali e quali iniziative intendano adottare al fine di rimuovere le eventuali situazioni di conflitto di interessi emerse a seguito di tale verifica.

(3-00400)

POLI BORTONE - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

il Comune di Taranto con deliberazione del 17 ottobre 2006, n. 234, esecutiva ai sensi di legge, aveva dichiarato lo stato di dissesto finanziario, previsto dal Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (TUEL) approvato con il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;

il 10 novembre 2006 con decreto del Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 252 del TUEL, si era provveduto alla nomina dell'organo straordinario di liquidazione (OSL) per l'amministrazione della gestione dell'indebitamento pregresso e per l'adozione di tutti i provvedimenti per l'estinzione dei debiti dell'ente;

in data 23 novembre 2006, l'OSL si è regolarmente insediato, procedendo, ai sensi dell'articolo 254, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, all'avvio della procedura di rilevazione delle passività dell'ente locale al 31 dicembre 2006, mediante l'affissione di apposito avviso all'Albo pretorio;

considerato che:

l'organo straordinario di liquidazione deve provvedere all'accertamento della massa passiva mediante la formazione, entro 180 giorni dall'insediamento, di un piano di rilevazione (articolo 254, comma 1, TUEL);

l'OSL, secondo quanto disposto dal comma 9 dell'articolo 255 del TUEL, "procede alla rilevazione dei beni patrimoniali non indispensabili per i fini dell'ente avviando, nel contempo, le procedure per l'alienazione di tali beni" o "qualora intenda evitare le alienazioni dei beni disponibili, è tenuto ad assegnare proprie risorse finanziarie liquide, anche con la contrazione di un mutuo passivo, con onere a proprio carico, per il valore stimato di realizzo dei beni";

a seguito del definitivo accertamento della massa passiva e dei mezzi finanziari disponibili, di cui all'articolo 255, e comunque entro 24 mesi dall'insediamento l'OSL predispone il piano di estinzione delle passività (articolo 256, comma 6, TUEL);

ai sensi del comma 3 dell'articolo 258 del TUEL l'organo straordinario di liquidazione, dopo aver verificato l'entità del debito, entro sei mesi dalla data di conseguita disponibilità del mutuo è tenuto a proporre individualmente ai creditori la transazione da accettare entro un termine di 30 giorni. Ricevuta l'accettazione, l'OSL è tenuto a liquidare entro i 30 giorni successivi;

considerato, inoltre, che:

ai sensi dell'articolo 24 del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, il Governo ha stanziato dei fondi per i Comuni che abbiano deliberato il dissesto successivamente al 31 dicembre 2002 al fine di accelerare i pagamenti dei crediti certi, liquidi ed esigibili alla data 31 dicembre 2006 per l'effettuazione di pagamenti entro il 31 dicembre 2007, termine quest'ultimo prorogato al 31 dicembre 2008 ai sensi dell'articolo 40 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248;

la risoluzione del dissesto sembra non volgere mai al termine vista anche la dilatazione anomala dei termini previsti dal TUEL;

considerando, infine, che ai sensi dell'articolo 254, comma 8, del TUEL, in caso di inosservanza del termine di cui al comma 1, di negligenza o di ritardi non giustificati negli adempimenti di competenza, il Ministro dell'interno, previo parere della Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali e sentiti gli interessati, può proporre al Presidente della Repubblica l'adozione del provvedimento di sostituzione di tutti o di parte dei componenti dell'organo straordinario della liquidazione,

l'interrogante chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione relativa al dissesto finanziario del Comune di Taranto e, in caso affermativo, se ritenga opportuno verificare l'operato dell'organo straordinario di liquidazione e quindi accelerare l'espletamento delle procedure di pagamento dei debiti del Comune citato.

(3-00401)

MONGIELLO - Al Ministro dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:

la Costituzione della Repubblica italiana all'articolo 33, ultimo comma, afferma che: "Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato" equiparando e considerando, così, paritetiche sul piano del valore e delle competenze disciplinari università, accademie e istituzioni di alta cultura;

la legge 6 luglio 1912, n. 734, il decreto-legge 5 maggio 1918, n. 1852, il regio decreto 4 maggio 1925, n. 653, il regio decreto-legge 7 gennaio 1926, n. 214, il regio decreto 11 dicembre 1930, n. 1945, la legge 22 maggio 1939, n. 812, la legge 2 marzo 1963, n. 262, e l'ordinanza ministeriale 28 marzo 1985 stabiliscono che i Conservatori di musica statali, al pari dell'Accademia delle belle arti nonché dell'Accademia per l'arte drammatica, sono da considerarsi pienamente Accademie ad indirizzo musicale ovvero luoghi, al pari delle Accademie e delle Università, di cui all' articolo 33 della Costituzione;

dopo il decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica 3 novembre 1999, n. 509, "Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei", il decreto-legge 25 settembre 2002, n. 212, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 novembre 2002, n. 268 (articolo 6, lettera c)), sancisce la parificazione dei diplomi di Conservatorio di musica alle lauree triennali di I livello ai fini dell'accesso ai pubblici concorsi e postula l'istituzione di un biennio specialistico al quale si accede tramite concorso ovvero esame di ammissione per il conseguimento del diploma accademico di II livello;

il decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca 5 maggio 2004 dispone l'equiparazione dei diplomi di laurea secondo il vecchio ordinamento alle nuove classi delle lauree specialistiche, ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici;

considerato inoltre che:

l'attuale normativa lede, ad avviso dell'interrogante, i diritti acquisiti, declassando i diplomi accademici rilasciati fino ad oggi dai Conservatori in quanto gli stessi hanno certamente fornito, in relazione al proprio ambito formativo e nei termini del decreto ministeriale n. 509, del 3 novembre 1999, articolo 3, commi 4 e 5, non soltanto un'"adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, con l'acquisizione di specifiche conoscenze professionali", ma anche un "livello avanzato per l'esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici", confermati, inoltre, dallo schema di regolamento concernente "Ordinamenti didattici delle Istituzioni dell'Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica" del 6 maggio 2005;

con il decreto ministeriale 5 maggio 2004 (Gazzetta Ufficiale n. 196 del 21 agosto 2004) che equipara tutte le lauree quadriennali conseguite presso le università italiane alle lauree di II livello, allo stato attuale si ha uno stato di anomalia relativo all'ambito degli studi musicali: infatti, i possessori di un diploma accademico di secondo livello rilasciato dai Conservatori di musica dopo aver compiuto ulteriori due anni di studio, dovrebbero poter conseguire la parificazione alle lauree specialistiche di secondo livello,

si chiede di sapere quali misure e provvedimenti urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare perché i diplomi accademici di secondo livello rilasciati dai Conservatori di musica e dagli istituti musicali pareggiati in base all'ordinamento previgente, siano parificati, ai fini dell'accesso ai pubblici concorsi, alle lauree specialistiche di secondo livello, in analogia a quanto stabilito per i diplomi di laurea conseguiti con il vecchio ordinamento (decreto ministeriale 5 maggio 2004).

(3-00402)

SCANU, FILIPPI Marco, SANNA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle infrastrutture e trasporti, dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

il 26 ottobre 2008, Eurofly, la compagnia aerea controllata da Meridiana, ha presentato un esposto alla Commissione europea per gli aiuti di Stato concessi all'ex compagnia di bandiera Alitalia Spa, ad AirOne e alla CAI, la società che si accinge ad acquisirle e a sostituirle nei compiti e nelle funzioni;

le motivazioni che hanno indotto la compagnia aerea Eurofly a presentare l'esposto sono molteplici ed ampiamente argomentate nel documento notificato alla Commissione europea. Fra queste, si evidenziano in particolare le modalità di gestione da parte del Governo italiano e del Commissario straordinario di Alitalia degli slot, ossia dei diritti di atterraggio e decollo negli aeroporti italiani, concessi alla CAI e contemporaneamente rifiutati, malgrado esplicita richiesta, alla Eurofly/Meridiana;

lo scorso 29 settembre 2008, Eurofly/Meridiana ha formalizzato al commissario straordinario di Alitalia la richiesta di rilevamento di alcune bande orarie - slot - in possesso di Alitalia, nel rispetto delle procedure di vendita appositamente previste dal decreto-legge n. 134 del 2008, senza ricevere alcuna risposta;

tenuto conto che:

gli slot di Alitalia, nonché quelli di AirOne, sono in procinto di passare nella titolarità della CAI, con ciò prefigurando una sorta di monopolio della suddetta società sulle tratte aeree nazionali più redditizie, creando una distorsione della concorrenza a danno degli altri vettori operanti sulle rotte nazionali;

la possibilità di acquisire e di accedere agli slot è materia regolamentata da apposite direttive comunitarie e, pertanto, non risulta nella disponibilità del legislatore nazionale e tanto meno del Commissario straordinario di Alitalia;

secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 134 del 2008, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato non ha possibilità di intervento per rimuovere nello specifico le condizioni di monopolio che si stanno creando nell'ambito del mercato aereo nazionale;

il suddetto provvedimento riconosce, altresì, una serie di condizioni di favore per la CAI, società peraltro priva del certificato di operatore aereo (COA), tra le quali: la possibilità di acquisire asset (aerei, mezzi e strutture) di Alitalia a trattativa privata, valutati da un advisor formalmente indipendente, ad un prezzo giudicato da Eurofly/Meridiana di particolare favore. Tali operazioni avvengono esplicitamente in deroga alla disciplina in materia di operazioni di concentrazione, di concorrenza e delle norme in tema di cassa integrazione guadagni straordinaria e mobilità, con ciò creando per CAI le condizioni strutturali per entrare in posizione dominante nel mercato aereo nazionale;

da tale situazione Eurofly/Meridiana rischia di subire enormi svantaggi di natura economica e finanziaria, con inevitabili ricadute in termini occupazionali e di prospettive di crescita,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Governo in merito ai fatti riportati in premessa;

quali iniziative intenda adottare al fine di rimuovere le condizioni di distorsione della concorrenza nel mercato aereo nazionale, con le quali si rischia di portare al fallimento altre compagnie aeree operanti sulle tratte aeree nazionali;

se non ritenga opportuno che il Commissario straordinario di Alitalia, nel rispetto della normativa comunitaria, consenta l'accesso agli slot di Alitalia, ed in particolare a quelli relativi alle tratte più redditizie, anche ad altre compagnie aeree nazionali, al fine di consentire loro di conseguire maggiori risorse con le quali fare investimenti ed assumere personale, ivi compreso quello in esubero di Alitalia;

se non ritenga che la situazione di monopolio nel mercato del trasporto aereo nazionale comporti svantaggi per i consumatori in relazione al probabile aumento delle tariffe, tra l'altro annunciato da CAI, e al venire meno di qualsiasi incentivo al miglioramento della qualità complessiva del servizio di trasporto aereo.

(3-00403)

LATRONICO - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

l'azienda Mahle, leader nella produzione di pistoni automobilistici, ha annunciato l'intenzione di chiudere lo stabilimento Mondial Piston di Potenza e di dare avvio alle procedure di mobilità per i 106 dipendenti;

la crisi che registra il settore della componentistica dell'auto su scala nazionale e la conseguente riduzione dei volumi produttivi della fabbrica sarebbero alla base della decisione della multinazionale;

lo stabilimento potentino (dove si producono oltre tre milioni di pistoni all'anno, pari al 35% della produzione nazionale), anche per la sua posizione strategica rispetto al polo industriale di Melfi e degli altri stabilimenti di auto del Mezzogiorno, assicura da anni bilanci positivi e alta produttività;

considerato che:

alle diverse aziende in crisi nella regione Basilicata si aggiunge la Mondial Piston che va ad aumentare le già ampie criticità economico-occupazionali che caratterizzano il quadro generale del settore produttivo lucano;

si tratta di una industria locale fragile, vittima di fallimenti e di politiche che hanno prodotto, nella maggior parte dei casi, realtà produttive interessate solo a fagocitare fondi pubblici;

non risultano efficaci le iniziative assunte per fronteggiare con risultati un processo di destrutturazione produttiva del territorio lucano;

occorre, pertanto, definire nuove strategie e attivare misure per sostenere le imprese e i lavoratori, anche attraverso la riconversione e innovazione delle linee produttive,

si chiede di sapere:

quali iniziative di propria competenza i Ministri in indirizzo intendano assumere per scongiurare la chiusura dello stabilimento di cui in premessa e garantire i livelli occupazionali;

se ritengano opportuno aprire un tavolo di confronto con i vertici della multinazionale e le parti sociali per evitare la chiusura della fabbrica;

se esista una strategia per il rilancio produttivo dell'area industriale del capoluogo lucano che oggi sperimenta condizioni di crisi perdurante;

quali misure intendano adottare per contrastare le crisi industriali che stanno falcidiando il tessuto produttivo della Basilicata, con ripercussioni preoccupanti sull'occupazione e sul reddito delle famiglie.

(3-00404)

LATRONICO - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

la multinazionale Daramic, di proprietà del gruppo Polypore, leader mondiale nella produzione di componenti in plastica per le batterie, ha localizzato uno stabilimento a Tito Scalo, alle porte del capoluogo lucano;

lo stabilimento occupa centoquaranta dipendenti;

la fabbrica rappresenta da anni il fiore all'occhiello della zona industriale di Tito, producendo occupazione e risultati;

la Daramic ha preannunciato la dismissione di tutte le attività dello stabilimento dal prossimo primo gennaio 2009;

tale decisione ha gravi conseguenze sui lavoratori e le loro famiglie e sull'intera area industriale lucana;

bisogna scongiurare l'ennesimo fallimento di un'attività tra le più qualificate del patrimonio regionale, che fornisce prodotti di qualità mediante tecnologie avanzate, avvalendosi di professionalità di alto valore;

la stessa direzione manageriale ha definito la fabbrica di Tito Scalo al top produttivo;

è necessario, quindi, avviare un serrato confronto con le parti sociali, le organizzazioni sindacali e i gruppi dirigenti al fine di individuare le opportune strade per un rilancio produttivo dello stabilimento e identificare la migliore soluzione possibile per i dipendenti ed il territorio, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione,

si chiede di sapere:

quali iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano assumere per scongiurare la chiusura dello stabilimento della Daramic;

se ritengano necessario avviare un confronto con i vertici della multinazionale, la Regione Basilicata, le parti sociali e le organizzazioni sindacali al fine di individuare la migliore soluzione possibile per i dipendenti e il territorio;

se ritengano opportuno ricercare soluzioni che possano accompagnare lo stabilimento verso altre prospettive, anche attraverso progetti di riconversione industriale, assicurando il mantenimento dei posti di lavoro.

(3-00405)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

POLI BORTONE - Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:

l'acufene (in latino tinnitus) è una patologia a seguito alla quale i soggetti colpiti percepiscono rumori in un orecchio o in entrambi o in generale nella testa. Di frequenza e intensità variabile e saltuariamente persistente nell'arco della giornata, l'acufene è ingravescente nelle ore notturne;

i rumori si generano all'interno dell'apparato uditivo e possono manifestarsi sotto forma di fischi, ronzii, fruscii, soffi, pulsazioni eccetera, ma, alla loro prima comparsa vengono illusoriamente percepiti come suoni provenienti dall'esterno;

considerato che:

nella popolazione priva di difetti uditivi un soggetto su dieci soffre o ha sofferto di acufeni, mentre nei soggetti con riduzione uditiva la percentuale sale a circa il 50 per cento;

gli acufeni, se diagnosticati e curati entro i primi mesi dalla loro insorgenza, possono regredire. Vi è tuttavia un'alta probabilità che essi persistano negli anni e divengano cronici;

gli effetti di questa patologia sono invalidanti poiché coinvolgono l'assetto psicologico ed emozionale del malato (talvolta possono indurre o potenziare stati ansioso-depressivi), la sua vita di relazione, il ritmo sonno-veglia, le attitudini lavorative, il livello di attenzione e concentrazione;

considerato, infine, che al momento non esistono delle proposizioni terapeutiche efficaci,

l'interrogante chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dello stato in cui versano i numerosi soggetti colpiti dai disturbi uditivi denominati acufeni e, in caso affermativo, se intendano intervenire, ciascuno per quanto di propria competenza, al fine di promuovere studi scientifici per dare loro nuove e concrete speranze di guarigione.

(4-00810)

BIANCHI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

come è noto, il 25 settembre 2008, la Procura della Repubblica di Crotone ha disposto il sequestro di 18 aree ubicate nei comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro, sulle quali, a partire dal 1999, sono state realizzate importanti opere edili, sia pubbliche che private, utilizzando materiali considerati altamente pericolosi per la pubblica incolumità;

sull'argomento è già stata rivolta un'interrogazione a risposta immediata, alla quale il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha fornito una risposta assolutamente insoddisfacente;

nel corso dei carotaggi disposti a seguito dell'inchiesta della Procura in tutti i siti si è rilevata la presenza di CIC e, inoltre, sotto il piazzale della Questura di Crotone, sono state riscontrate potenziali tracce di fosforite, la materia prima che l'ex Montedison importava dal Marocco per la produzione dell'acido fosforico;

se fosse confermata la presenza di fosforite, un minerale che contiene uranio 238, ci si troverebbe davanti ad un inquinamento biologico di dimensioni incredibili, che pone a gravissimo rischio la salute dei cittadini crotonesi, soprattutto se venisse confermata l'ipotesi che il materiale in questione sia stato utilizzato a partire dagli anni '60 anche per la costruzione di tutta la zona nuova della città;

la 12a Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato ha approvato all'unanimità la proposta di chiedere al Presidente del Senato di autorizzare un'indagine conoscitiva per accertare quanto accaduto sotto il profilo dei rischi per la salute nel territorio di Crotone,

si chiede di sapere:

quali provvedimenti si intendano assumere per verificare con certezza la natura, l'origine e la provenienza del materiale rinvenuto sotto il piazzale della Questura di Crotone;

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere per mettere realmente fine allo stato di emergenza sanitaria che da anni affligge la regione Calabria ed in particolare la città di Crotone sulla quale incombe l'ombra di una incidenza di malattie tumorali che all'interrogante risulta essere 46 volte superiore nella popolazione maschile e 15 volte superiore nella popolazione femminile rispetto al dato medio nazionale.

(4-00811)

GASBARRI, CASSON, CHIAROMONTE, SOLIANI, FRANCO Vittoria - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 luglio 2008 è stato dichiarato, fino al 30 giugno 2009, lo stato di emergenza, in relazione alla situazione di grave pericolo in atto nell'area archeologica di Pompei;

successivamente, con l'ordinanza n. 3692 ("Interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare la grave situazione di pericolo in atto nell'area archeologica di Pompei"), dell'11 luglio 2008, è stato nominato Commissario il prefetto Renato Profili;

per la prima volta è stata adottata un'ordinanza di protezione civile per intervenire in maniera generalizzata su un'area archeologica tra le più celebri ed importanti del mondo;

l'ordinanza ha per oggetto misure varie ed eterogenee come l'introduzione di misure di messa in sicurezza, l'allontanamento degli insediamenti abusivi, la realizzazione di opere di manutenzione straordinaria, l'affidamento a soggetti privati dei servizi di vigilanza, il conseguimento di sponsorizzazioni per acquisire risorse finanziarie, nonché iniziative generali volte al superamento dell'emergenza;

premesso, inoltre, che:

il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343 ("Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile"), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401, all'articolo 5-bis ha esteso l'applicazione le disposizioni di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 ("Istituzione del servizio nazionale della protezione civile"), relative alla dichiarazione dello stato di emergenza ed al potere di ordinanza, "alla dichiarazione dei grandi eventi rientranti nella competenza del Dipartimento della protezione civile e diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza", dando luogo, ad avviso degli interroganti, ad un uso improprio e, spesso, ad un vero e proprio abuso del potere di ordinanza, soprattutto per quanto concerne la gestione dei cosiddetti "grandi eventi";

ciò nonostante, i poteri di ordinanza in materia di protezione civile detenuti dal Presidente del Consiglio dei ministri dovrebbero avere come oggetto attività "finalizzate alla tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri grandi eventi, che determinino situazioni di grave rischio";

al contrario, negli ultimi anni, l'attività del Dipartimento della protezione civile non si è limitata alla previsione o prevenzione dei rischi connessi con i grandi eventi, ma alla vera e propria gestione degli stessi, comprendente l'organizzazione delle strutture ricettive e la realizzazione di infrastrutture di supporto all'evento, nonché dei relativi contratti di appalto;

l'ordinanza di protezione civile è per questo divenuta una potestà tanto ambita quanto discutibile, soprattutto quando la sua applicazione viene invocata per i "grandi eventi", quali manifestazioni religiose e popolari, esequie, attività istituzionali, mobilità urbana, eventi sportivi, che hanno goduto dei privilegi della deroga, attirando, spesso, l'attenzione della Corte dei conti, sul versante interno della legittimità della spesa e della semplificazione contabile, e della Commissione europea per gli aspetti legati alla garanzia della concorrenza negli appalti pubblici;

"eventi" in possesso del solo requisito di essere "grandi", che avrebbero potuto essere affrontati con gli strumenti della legislazione ordinaria, sono stati equiparati ai terremoti più distruttivi o alle alluvioni catastrofiche;

quasi sempre l'urgenza degli interventi non deriva da "avvenimenti imprevedibili per l'amministrazione" ma, al contrario, da eventi previsti o, quanto meno, largamente prevedibili da parte dell'amministrazione o addirittura da situazioni di disagio o da carenze strutturali ben note all'amministrazione medesima quali le crisi idriche, oggetto di un gran numero di ordinanze in ogni parte d'Italia, o i "grandi eventi" conosciuti, come per il semestre italiano di presidenza dell'Unione europea, con larghissimo anticipo;

anche nell'attuale Legislatura, a giudizio degli interroganti, il Governo sta eleggendo le logiche dell'emergenza e la proposizione dei "grandi eventi", veri o presunti, a sistema sostitutivo di "governo della cosa pubblica" rispetto alla ordinarietà, eludendo i requisiti di trasparenza nelle procedure, il rispetto dei vincoli, nonché l'ascolto delle istanze di tutela espresse dalle popolazioni e dai diversi livelli di governo del territorio;

considerato che:

ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, relativa all'istituzione del Servizio nazionale della protezione civile, l'articolo 5 dispone che solo al verificarsi degli eventi calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero, per sua delega, il Ministro per il coordinamento della protezione civile, può deliberare lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi;

solo nei casi previsti dalla legge n. 225 del 1992, l'ordinanza è uno strumento finalizzato alla gestione della prima emergenza, laddove si manifestano condizioni di urgenza ed indifferibilità direttamente incidenti sui livelli di sicurezza della popolazione;

considerato, inoltre, che:

in questo periodo è, a parere degli interroganti, a dir poco imbarazzante la stratificazione dei provvedimenti di natura emergenziale che riguardano la regione Campania, soprattutto nel momento in cui attraverso di essi si cerca di risolvere problemi come quello della conservazione e fruibilità dei beni culturali, contribuendo ad aumentare la sfiducia nell'azione dei livelli amministrativi ordinari coinvolti per competenza a livello centrale e locale;

a giudizio degli interroganti, il Governo dimostra scarsa coerenza nel determinare le condizioni, di fatto, per la surrogazione delle azioni proprie del Ministero per i beni e le attività culturali con le funzioni affidate al Commissario ad hoc, al quale è attribuita una dotazione finanziaria di 40 milioni di euro;

maggiori preoccupazioni sorgono nel momento in cui, alla prassi sopra descritta dell'utilizzo del potere d'ordinanza, si sovrappone il ricorso alla "militarizzazione" delle aree oggetto di particolari interventi, come avvenuto per la vicenda dei rifiuti in Campania. Non vi è dubbio infatti che il dichiarato interesse strategico nazionale di porzioni di territorio, "blindate" di fatto rispetto all'accesso di chiunque, oggi invocata per il luogo di stoccaggio di rifiuti e domani, probabilmente, per la produzione di energia o per interventi infrastrutturali, determina una caduta dei livelli di controllo democratico sull'azione di governo;

destano preoccupazioni le prospettive riguardo la possibilità di ingresso dei privati nella gestione dell'area degli scavi, già oggi in grado di produrre un gettito che, ove restasse pubblico e ben amministrato, rappresenterebbe il volano per nuovi investimenti produttivi. Al contrario, sussiste il rischio che gli eccessi attualmente denunciati sulla presenza nell'area di iniziative commerciali incontrollate, sulla quale è già calata la scure del Commissario per Pompei, vengano sostituite, sulla base di un generale programma di privatizzazione, da insediamenti ed attività magari legittimate, ma di ben altre dimensioni ed invadenza rispetto a ciò che gli scavi rappresentano sul piano ambientale e culturale;

inoltre è grande il rischio che nei confronti del contesto archeologico caratterizzato da elementi di criticità e sensibilità, il motivato dissenso su un intervento, espresso evidentemente da una delle amministrazioni competenti sul piano "tecnico", possa essere superato d'imperio da una valutazione invece "politica" del Ministro di riferimento, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, dell'ordinanza,

si chiede di sapere:

per quale motivo il Governo non ritenga di adottare, all'inizio di legislatura, e quindi con innanzi una lunga prospettiva di azione, provvedimenti a carattere ordinario su temi nei quali è difficile riconoscere le condizioni di imprevedibilità ed inevitabilità che dovrebbero caratterizzare la logica dell'ordinanza di protezione civile;

se il Governo non ritenga che le funzioni proprie della Sovrintendenza non possano essere facilmente surrogabili, o meramente consultive, laddove questa rappresenta nel Paese uno dei settori di maggiore affidabilità per la difesa di un patrimonio sensibile quale quello archeologico, storico, artistico, e culturale;

se il Governo non ritenga infine opportuno rispettare quanto disposto dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225, istitutiva del Servizio nazionale della protezione civile, che prevede l'utilizzo dell'ordinanza esclusivamente per l'attuazione degli interventi di emergenza, per un tempo definito e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, evitandone così l'abuso e l'uso improprio.

(4-00812)

POLI BORTONE - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dello sviluppo economico - Premesso che:

l'olivicoltura nella Terra di Bari ha accettato da sempre la sfida della qualità e del mercato con notevoli investimenti e impegni finanziari delle aziende agricole;

l'olivicoltura barese, serbatoio del migliore olio extravergine di oliva, si trova in questi giorni a confrontarsi con una congiuntura particolarmente negativa, a causa sia di eventi naturali sia delle difficili condizioni di mercato;

la siccità straordinaria che ha colpito il nostro territorio ha danneggiato pesantemente il prodotto in termini quantitativi e qualitativi, mettendo a rischio anche le prospettive future di produzione e comportando altresì considerevoli aggravi di costi da parte delle aziende, per garantire in qualche modo l'irrigazione;

peraltro, la presenza sul mercato di gruppi industriali con posizioni dominanti ha di fatto bloccato le contrattazioni e generato un crollo dei prezzi con il conseguente stato di crisi di tutto il comparto;

le amministrazioni comunali e le organizzazioni professionali agricole, preoccupate per la tenuta dell'economia locale, hanno ritenuto opportuno organizzare un momento di confronto con tutti gli attori della filiera per individuare interventi urgenti, adeguati a fronteggiare la grave crisi attuale e rimuovere gli ostacoli e le condizioni di contesto che possono rendere la crisi strutturale, anche al fine di evitare che l'esasperazione degli operatori del settore sbocchi in manifestazioni dagli esiti incontrollabili;

la crisi, partita dalla provincia di Bari, sta riversando i suoi effetti su tutta l'olivicoltura italiana, pregiudicando le economie del settore in tutto il Paese;

attualmente anche le quotazioni degli olii siciliano, abruzzese, lucano e sardo si sono abbassate a livelli minimi mai raggiunti nella lunga storia dell'olivicoltura nazionale;

occorre affrontare con tempestività e con interventi precisi la crisi di mercato a partire dalla Terra di Bari,

si chiede di sapere:

se e quali interventi i Ministri in indirizzo intendano mettere in atto in merito alle "misure immediate" contenute nel documento unitario elaborato dalle amministrazioni comunali coinvolte, dalle organizzazioni professionali agricole e da taluni parlamentari, già inviato ai Ministri in indirizzo, e segnatamente in merito a:

liquidazione immediata del premio unico comunitario da parte dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura;

attivazione delle misure previste dal decreto legislativo n. 102 del 2004 sulle calamità naturali, per sostenere le imprese danneggiate dalla prolungata siccità, nonché attuazione di un provvedimento straordinario ed urgente per il settore olivicolo, che preveda la riduzione dei contributi previdenziali e lo slittamento delle scadenze fiscali e creditizie;

ritiro dal mercato di un quantitativo di 200.000 quintali di olio extravergine di oliva, come già opportunamente realizzato dal Governo per la crisi del Parmigiano reggiano e del Grana padano, destinando le provvidenze esclusivamente ai produttori agricoli operanti nel territorio dell'attuale provincia di Bari colpito dalla siccità;

aumento delle dotazioni del piano irriguo nazionale in favore della Puglia per risolvere gli annosi problemi di approvvigionamento idrico;

avvio, per quanto di competenza, di un'accurata indagine dell'Antitrust volta ad individuare le distorsioni del mercato ed il ruolo di gruppi che assumono posizioni dominanti nella commercializzazione dell'olio di oliva extravergine;

verifica, per quanto di competenza, da parte dell'Antitrust dell'andamento del mercato dei mezzi di produzione (concimi, carburanti, imballaggi, eccetera) che ha fatto registrare in poco tempo incrementi ingiustificati;

applicazione del decreto 9 ottobre 2007 in materia di indicazione obbligatoria della provenienza delle olive sull'etichetta dell'olio vergine ed extravergine di oliva e realizzazione dei relativi controlli nelle diverse fasi della distribuzione;

adozione di misure finalizzate a monitorare i flussi di olio extravergine di oliva attraverso una comunicazione preventiva agli organi di controllo in ordine a giacenze e movimentazioni nelle 24 ore;

istituzione di un tavolo di confronto nazionale e regionale con i soggetti del mondo della distribuzione per individuare strategie condivise di rilancio del settore".

(4-00813)

CORONELLA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della giustizia e per i rapporti con le Regioni - Premesso che:

il Sindaco di Orta di Atella (Caserta), con provvedimento del 7 settembre 1999, autorizzava la società Eurocompost s.r.l. all'esercizio, nel territorio comunale in località "Viaggiano", dell'attività di trasformazione di rifiuti agro-alimentari (polline) in concime per l'agricoltura. Nel provvedimento concessorio veniva espressamente prescritto che: "la presente autorizzazione (…) si intende tacitamente revocata qualora vengano meno i requisiti igienico-sanitari prescritti dalla legge vigente in materia, ovvero, se vengano apportate modifiche sostanziali delle strutture, agli impianti ed alle attrezzature";

da oltre un anno i cittadini dei comuni di Frattamaggiore, Frattaminore, Crispano, Caivano, Grumo Nevano, Succivo, Sant'Arpino e naturalmente Orta di Atella denunciano che dall'impianto dell'Eurocompost s.r.l. si diffondono insopportabili miasmi male odoranti;

il Comune di Orta di Atella, dopo un'accurata istruttoria tecnica, dalla quale emergono diverse irregolarità, con ordinanza n. 61 del 25 settembre 2008, ha ordinato alla Eurocompost di interrompere ad horas ogni ciclo di produzione connesso all'attività esercitata nella predetta struttura. In particolare viene accertato che l'Eurocompost, in luogo delle deiezioni avicole, tratta altri tipi di rifiuti non previsti nell'atto autorizzatorio. Viene contestata, altresì, all'Eurocompost la difformità strutturale dell'opificio industriale rispetto all'originale consistenza;

con ricorso depositato il 16 ottobre 2008, l'Eurocompost ha impugnato il predetto provvedimento interdittivo del Comune di Orta di Atella e il TAR della Campania, con decreto n. 2691 del 17 ottobre 2008 - 5a sezione - inaudita altera parte, ha sospeso l'ordinanza del Comune. A quanto risulta all'interrogante, nella successiva udienza del 6 novembre 2008 il TAR conferma la misura cautelare con la seguente motivazione: "Considerato che il ricorso appare assistito da adeguato fumus boni iuris". L'udienza è stata aggiornata al 22 gennaio 2009;

intanto, sui territori si moltiplicano le manifestazioni di protesta e le comunità sono esacerbate e deluse dal provvedimento del TAR, non riuscendo a capire come, in una situazione di così macroscopica illegalità in cui versa l'Eurocompost, si sia potuto sospendere il provvedimento interdittivo del Comune di Orta di Atella;

tale notizia è stata riportata dalla stampa locale con le dimensioni di un vero e proprio "scandalo", con manifestazioni di totale sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni;

la vicenda è ancora più grave e sconcertante se si considera il forte impatto ambientale che produce l'impianto Eurocompost in un territorio, come la Campania, in stato di emergenza per la gestione dei rifiuti,

si chiede di sapere

se il Presidente del Consiglio e i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto sopra e quali iniziative intendano assumere;

in particolare, se il Ministro della giustizia intenda inviare un'ispezione presso il TAR della Campania per verificare che non siano state compiute irregolarità nell'ambito del richiamato procedimento giudiziario;

se il Ministro per i rapporti con le Regioni intenda verificare quali iniziative concrete ha adottato la Regione Campania rispetto a tale vicenda, soprattutto per i rilievi sanitari.

(4-00814)

DELLA SETA - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

l'isola di Lampedusa è meta da anni di un afflusso inarrestabile di migranti, in fuga dalla miseria e dalle guerre e che dopo giorni di navigazione su imbarcazioni fatiscenti giungono esausti in questo primo approdo europeo;

solo nei primi mesi di quest'anno sono sbarcati a Lampedusa oltre 25.000 persone, provenienti in larga parte dalla Somalia e dall'Eritrea;

molti migranti, soprattutto donne e bambini, toccano terra a Lampedusa in condizioni fisiche disperate: stremati dal caldo e spesso ustionati in estate, in preda a shock ipodermici in inverno, con fratture e malattie infettive;

per portare soccorso e sollievo a questo popolo sofferente e indifeso operano da tempo associazioni e gruppi di volontari, tra i quali un gruppo di sanitari di Medici senza frontiere con un piccolo ospedale mobile. Negli anni, migliaia di persone hanno beneficiato dell'assistenza e delle cure di questo gruppo prima di essere avviati ai centri di accoglienza;

Medici senza frontiere è un'organizzazione non governativa internazionale di assoluta e universalmente riconosciuta indipendenza e serietà, fondata nel 1971 da alcuni medici tra i quali l'attuale Ministro degli esteri francese Bernard Kouchner e alla quale nel 1999 è stato assegnato il premio Nobel per la pace per le attività di assistenza che svolge in ogni angolo del mondo;

secondo quanto riportato sul quotidiano "la Repubblica" il 17 novembre 2008, il prefetto Morcone, Capo del Dipartimento emigrazione del Ministero dell'interno, ha cancellato il Protocollo esistente da sei anni tra Medici senza frontiere e detto Dipartimento per il primo soccorso sanitario sul molo di Lampedusa;

il prefetto Morcone avrebbe spiegato la sua decisione affermando che possono trasferirsi in altre parti d'Italia dove c'è più bisogno. Se vogliono rimanere a Lampedusa per i loro interessi lo facciano pure, ma non capisco perché dovremmo rinnovare un protocollo che non ci serve";

la cancellazione del Protocollo con "Medici senza frontiere" rischia di rendere ancora più disperato l'arrivo dei migranti sull'isola di Lampedusa;

la decisione del prefetto Morcone, e le parole con le quali egli l'avrebbe giustificata, denotano una preoccupante insensibilità per gli aspetti umanitari collegati ai fenomeni migratori, insensibilità che si pone in evidente contrasto con l'appello rivolto pochi giorni fa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano perché si guardi all'immigrazione non come ad una minaccia ma come ad un grande fenomeno epocale da gestire con umanità ed apertura,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo abbia disposto e se comunque approvi la scelta del prefetto Morcone;

se non ritenga necessario riconfermare il Protocollo con Medici senza frontiere, vista l'opera meritoria svolta da questa associazione a Lampedusa come in tante altre situazioni nel mondo;

se non ritenga di richiamare il prefetto Morcone ad una maggiore considerazione per gli aspetti umanitari inerenti al suo importante incarico.

(4-00815)

MUSSO - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

a quanto consta all'interrogante, il volo Alitalia Roma - Genova AZ1391 del giorno 11 novembre 2008, previsto in partenza alle ore 17,20 ed in arrivo alle ore 18,25, è rimasto bloccato sulla pista dell'aeroporto per oltre tre ore, con evidenti disagi per i passeggeri, al termine delle quali il comandante ha dato disposizione affinché questi ultimi fossero sbarcati dall'aeromobile, accennando a un non meglio precisato «problema tecnico a bordo»;

i passeggeri hanno addirittura bloccato per protesta, in seguito, la pista stessa, prima che la Polizia li scortasse verso l'aeroporto in attesa di ulteriori notizie;

si sono avuti momenti di forte tensione, con malori e ripercussioni persino su una famiglia che stava accompagnando la figlia nel capoluogo ligure perché fosse ricoverata all'ospedale Gaslini;

l'episodio riportato è avvenuto contestualmente al "riallineamento operativo" che Alitalia ha comunicato di dover effettuare in seguito allo sciopero di 24 ore del "Comitato di lotta" dei dipendenti, portato avanti tra lunedì 10 e martedì 11 novembre (nonostante la precettazione del Governo), che ha causato ritardi, cancellazioni e notevoli disagi per i passeggeri,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga utile disporre dettagliati accertamenti in merito alla vicenda.

(4-00816)

FRANCO Paolo - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e per la pubblica amministrazione e l'innovazione - Premesso che:

il decreto-legge n. 112 del 2008, all'articolo 76, ha introdotto nuove disposizioni in tema di spese di personale per gli enti locali;

in particolare, il comma 1 dell'articolo 76 ha precisato che ai fini dell'applicazione dei vincoli di cui all'articolo 1, comma 557, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, costituiscono spese di personale anche quelle sostenute per i rapporti di collaborazione continuata e continuativa, per la somministrazione di lavoro, per il personale di cui all'articolo 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nonché per tutti i soggetti a vario titolo utilizzati, senza estinzione del rapporto di pubblico impiego, in strutture e organismi variamente denominati partecipati o comunque facenti capo all'ente;

tale formulazione sembra estendere anche alle Unioni di comuni i vincoli in tema di spesa del personale già previsti in capo agli enti locali;

il comma 6 dell'articolo 76 sembra prefigurare la possibilità di deroghe ai suddetti vincoli alla spesa di personale, subordinatamente all'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che stabilisca, in particolare, parametri e criteri di virtuosità;

fino all'emanazione del suddetto decreto, è tuttavia fatto divieto agli enti nei quali l'incidenza della spesa di personale è pari o superiore al 50 per cento delle spese correnti di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi tipo e con qualsivoglia tipologia contrattuale;

le Unioni di Comuni, pur nascendo dall'esigenza di riorganizzare i servizi nell'ottica della razionalizzazione delle risorse, ai fini dell'esercizio delle funzioni loro attribuite necessitano di personale, che deve provenire dall'esterno, ovvero da trasferimenti da altri enti, o ancora da operazioni di riqualificazione del personale interno;

le Unioni, infatti, si costituiscono al fine di gestire funzioni e servizi comunali in modo associato: nella generalità dei casi, il processo di trasferimento di funzioni e servizi in capo all'Unione è progressivo, attraverso incrementi annuali del numero dei servizi non più gestiti dai singoli comuni;

tali esigenze organizzative e funzionali sembrano tuttavia precluse dalla nuova normativa sulla razionalizzazione delle spese di personale degli enti locali;

in mancanza di interventi correttivi alla richiamata disciplina legislativa, si rischia di compromettere irrimediabilmente la possibilità di funzionamento delle Unioni di comuni, che gestiscono in forma associata, in nome e per conto dei comuni che le costituiscono, funzioni e servizi essenziali per i cittadini e per il pubblico e generale interesse, con conseguenze che possono portare anche alla interruzione di pubblici servizi e funzioni che le Unioni vengono messe nella impossibilità di esercitare;

le stesse motivazioni che hanno portato ad escludere le Unioni di Comuni dai vincoli del patto di stabilità interno rendono necessario prevedere un'analoga esclusione anche per l'osservanza dei vincoli relativi al personale,

l'interrogante chiede di sapere:

entro quale termine i Ministri in indirizzo intendano dare attuazione alla previsione di cui all'articolo 76, comma 6, del decreto-legge n. 112 del 2008;

se il Governo non ritenga opportuno promuovere modifiche alla normativa vigente volte ad escludere le Unioni di Comuni dal rispetto dei vincoli relativi alla spesa per il personale cui sono ordinariamente sottoposti gli enti locali.

(4-00817)

PORETTI, PERDUCA - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

la Commissione europea ha fatto pervenire allo Stato italiano una nota di messa in mora, relativamente all'applicazione dell'articolo 226 del trattato istitutivo della Comunità europea, concernente il registro italiano dei dispositivi medicali;

tale nota riguarda le modalità di registrazione di prodotti medicali comunitari in Italia, definite dall'art. 1, comma 409, lettera a) , della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006) come modificato dall'art. 1, comma 825, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007);

tali modalità prevedono che, per l'inserimento nella banca dati del repertorio dei dispositivi medici per accedere al Servizio sanitario nazionale, i produttori e distributori siano tenuti al pagamento di una tariffa di euro 100 per ogni dispositivo di una stessa categoria e debbano dotarsi di una firma elettronica (messa in commercio unicamente da una ditta italiana) per l'accesso al programma di forniture del Servizio stesso;

la Commissione ha rilevato che i dispositivi medicali di un altro paese della Comunità europea non devono essere registrati in Italia, visto che esistono direttive comunitarie alle quali ciascun Stato membro deve attenersi (90/385/CEE, 93/42/CEE e 98/79/CE) e che esiste una non proporzionalità delle informazioni richieste per l'accreditamento dei dispositivi medicali e, inoltre, vi è l'obbligo di registrazione nella banca dati italiana, necessaria per la commercializzazione nel Servizio sanitario nazionale;

dal 1° gennaio 2009 nessun dispositivo medico può essere acquistato e utilizzato nell'ambito del Servizio sanitario nazionale se privo di numero identificativo e non inserito nel Repertorio pubblico;

l'Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione europea,

si chiede di sapere quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla nota inoltrata dalla Commissione europea.

(4-00818)

CAROFIGLIO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e degli affari esteri - Premesso che:

la legge n. 281 del 1991 all'articolo 3, comma 2, stabilisce che "le regioni provvedono a determinare, con propria legge, i criteri per il risanamento dei canili comunali e la costruzione dei rifugi per cani. Tali strutture devono garantire buone condizioni di vita per i cani e il rispetto delle norme igienico-sanitarie e sono sottoposte al controllo sanitario dei servizi veterinari delle unità sanitarie locali". L'articolo di questa legge è da sempre violato, spesso impunemente, in quanto in moltissimi canili, soprattutto del Centro-Sud Italia, le "buone condizioni di vita ed il rispetto delle norme igienico-sanitarie" sono spesso considerate superflue dai gestori;

gli organi d'informazione e le associazioni di animalisti hanno più volte denunciato le pessime condizioni in cui vengono tenuti gli animali nei cosiddetti "canili lager", gestiti da soggetti privati senza scrupoli o consorzi dalla dubbia identità che vincono gare d'appalto comunali dove spesso sono gli unici concorrenti, imponendo a pubbliche amministrazioni esborsi esosi per il mantenimento dei cani. La maggior parte di queste strutture sono caratterizzate da condizioni igienico sanitarie praticamente nulle, e con i cani allo stremo per la fame;

il presidente della Lega antivivisezione, in una recente trasmissione televisiva, ha dichiarato che in Italia non esistono dati nazionali sul fenomeno dell'abbandono di cani e gatti, ma solo valutazioni di massima fatte dalle varie associazioni in ambito locale, troppo limitate per affrontare il problema in ambito nazionale;

considerato che:

in molte strutture ci sono state perquisizioni e sequestri eseguiti dalle delle Forze dell'ordine su incarico delle relative Procure (gli ultimi due: sequestro del canile di Ripamolisani (Campobasso), caratterizzato da condizioni igienico-sanitarie praticamente nulle; sequestro del canile di Manduria (Taranto);

vi sono poi numerose strutture che pare versino in condizioni disperate; si citano alcuni casi a mero titolo di esemplificazione:

il canile di Porto Empedocle (Agrigento) dove le cure medico-veterinarie, in maniera peraltro insufficiente, sarebbero garantite principalmente dal volontariato;

il canile di Cerignola (Foggia), con oltre 400 cani, nel quale mancherebbe tutto, persino la fossa biologica e che sarebbe caratterizzato da degrado generalizzato e denutrizione degli animali;

in provincia di Catania, un consorzio dai contorni di una multinazionale, pare gestisca sette canili per un totale di oltre 2500 animali; pare che non sia consentito l'accesso al pubblico e che non si sa sappia che cosa accada in quelle strutture ove, fra l'altro, sarebbero in tutti i modi disincentivate le adozioni;

a Cicerale (Salerno), circa 2.000 cani sarebbero stipati in recinti più o meno grandi, ricoperti di parassiti e annientati dalle malattie. Pare sia preclusa ogni forma di volontariato, non esistano orari di apertura al pubblico e siano impedite adozioni,

si chiede di sapere:

se, verificato quanto esposto in premessa, il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri in indirizzano non ritengano di dover intervenire quanto prima, impartendo le opportune disposizioni alle Forze dell'ordine (e in particolare alla Corpo forestale dello Stato e alle articolazioni specializzate dell'Arma dei Carabinieri) e istituendo un osservatorio a livello nazionale con il compito non solo di monitorare il fenomeno dell'abbandono degli animali, ma anche di verificare le motivazioni per le quali i veterinari pubblici - i quali ricoprono per questa attività anche la qualifica di polizia giudiziaria - nel rapportarsi con gestori privati di canili convenzionati con comuni, trovino così tanta difficoltà ad evidenziare ed a denunciare comportamenti contrari ai disposti della legge n. 281 del 1991;

se non si ritenga opportuno promuovere un aggiornamento della Convenzione europea per la protezione degli animali randagi, firmata a Strasburgo il 13 novembre 1987 e mai ratificata dall'Italia.

(4-00819)