APPELLO

 

 

Al Ministero della Pubblica Istruzione

Al Presidente della Repubblica

A tutte le autorit competenti

 

In relazione alla mozione di Lega Nord, relativa al Decreto legge n.137 del 1 settembre 2008 Disposizioni urgenti in materia di istruzione e universit (Decreto Gelmini), finalizzata alla istituzione di classi di inserimento per gli allievi immigrati, si valuta con grande preoccupazione una proposta che in assoluta controtendenza con la cultura dintegrazione della scuola italiana, con il movimento e le azioni iniziate nel 1977 con linclusione degli alunni diversamente abili nelle scuole di tutti. Da allora la scuola pubblica italiana ha maturato metodi, strategie e supporti che la rendono unica nel panorama europeo e mondiale nel campo della formazione e della istruzione.

Tornare alle scuole speciali – seppure con lintento di agevolare lapprendimento attraverso lacquisizione della lingua italiana – separatamente dal contesto relazionale della classe, errato almeno per due motivi:

a)     Per la procedura utilizzata: non si pu annullare con decretazione di urgenza un percorso pluridecennale durante il quale si sono formate professionalit di grande livello, ne economicamente produttivo retrocedere e far retrocedere tanta sperimentazione silenziosa, senza fare prima una verifica scientifica sugli effetti di una simile operazione;

b)     Per i contenuti della mozione: non si pu prescindere dalla constatazione che i processi di apprendimento sono sempre individuali e sociali, che le classi speciali hanno gi dimostrato di essere un fallimento e che in questo caso avrebbero anche il sapore della discriminazione razziale.

Alcune proposte della mozione sono inoltre assolutamente vaghe dal punto di vista organizzativo e inadeguate dal punto di vista scientifico.

Come sar possibile infatti integrare in contesto di apprendimento alunni che, avendo imparato tecnicamente la lingua italiana, nulla hanno vissuto dellaspetto relazionale-affettivo che sempre implicito in un percorso di apprendimento/insegnamento?

Chiunque abbia una minima conoscenza di apprendimento linguistico, non pu ignorare come lacquisizione della lingua comunicativa avvenga nel contesto della relazione interpersonale e di gruppo che caratterizza nel nostro caso, una classe scolastica.

Chi lavora nella scuola sa, infatti, che lacquisizione della lingua comunicativa non assicura il successo scolastico dellalunno straniero, in cui centrale invece lapprendimento della lingua dello studio o delle discipline.

Questo un percorso lungo e complesso che, a detta di tutti gli esperti, pu durare dai cinque ai sette anni e deve essere accompagnato da precise strategie didattiche. Queste devono prevedere il coinvolgimento degli allievi italiani, visto che lobiettivo educativo principale della scuola rendere tutti in grado di imparare ad imparare.

Peraltro, ammesso che avvenga lacquisizione dellitaliano in situazioni di segregazione, questo sposta il problema che la proposta della classe di inserimento tenta di risolvere, dato che non risponde allobiettivo dellintegrazione e del successo scolastico dei minori stranieri.

Inoltre, se i test e le specifiche prove di valutazione che decidono linvio degli alunni alle classi di inserimento sono impostati sulle competenze linguistiche, inevitabilmente tutti i minori stranieri appena arrivati in Italia non avranno accesso alla scuola pubblica, cancellando di fatto la storia scolastica pregressa del minore. Non va sottovalutato poi laspetto organizzativo che appare al momento assente, e comunque di difficilissima connotazione: la classe ponte sar per fasce det? Quante classi ponte occorreranno? In caso contrario come si affronter il problema? Quanto coster? Chi insegner e con quali competenze psico-pedagogiche metodologiche-didattiche e non solo linguistiche? Come decidere quando promuovere linserimento nelle classi ordinarie? Quali classi?

Una riflessione a parte merita la proposta di non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ogni anno. Si tratta di una questione che va contro la Convenzione dei diritti dellinfanzia e la Costituzione Italiana, che sanciscono il diritto dei minori presenti sul territorio nazionale a frequentare la scuola pubblica.

Conosciamo lo sforzo che la scuola sta facendo verso lintegrazione scolastica dei minori stranieri; sappiamo che molto stato fatto e molto rimane ancora da fare, ma la mozione cancella anni di esperienze sicuramente perfettibili.

Chiediamo che la mozione venga ritirata, e che non venga trasformata in legge dello Stato.

Chiediamo interventi nella scuola pubblica che favoriscano veramente lintegrazione e non interventi che alzano i muri della discriminazione etnica gi fra i bambini, nel rispetto dei valori fondamentali della Costituzione italiana.

Chiediamo che ogni intervento che coinvolga i minori sia preso con riguardo al loro supremo interesse, come stabilito dalla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989.

Roma, 17 ottobre 2008

                                                                               

                           Primo firmatario dellappello Cidis Onlus

Alisei Coop

C.S.C.

Girasole

Glob Act

Ci. Sei.

 

 

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