NEWSLETTER

della Segreteria ASGI

02 ottobre 2008

 

 

SEGNALAZIONI

 

 

1.. ARTICOLI E SAGGI

 

Si segnala di seguito lĠarticolo apparso sul quotidiano on-line News24 Il Sole 24ore sul tema degli  accordi bilaterali in materia di cooperazione penale.

 

Si ringrazia lĠavv. Francesco di Pietro per la segnalazione



Luned’ 22 Settembre 2008

 

Cooperazione penale. L'Italia ha stipulato 82 accordi nel mondo da cui sono per˜ quasi assenti Africa e Asia

Carceri, lo straniero rimane

Di Andrea Maria Candidi e Giovanni Parente


Pianeta diviso a metˆ sull'assistenza penale. Con l'eccezione di uno striminzito pugno di Stati, Africa e Asia alzano uno steccato quasi invalicabile alla cooperazione, non solo con l'Italia. é un responso senza appello quello che si ricava dalla cartina geografica dell'integrazione giudiziaria, costruita in base al censimento degli accordi bilaterali o multilaterali siglati dai vari Paesi. A partire dai casi pi eclatanti, vale a dire India e Cina, in pratica mezzo mondo che non scende a patti con nessuno, quanto meno in tema di collaborazione tra organi giudiziari per indagini contro la criminalitˆ internazionale.
Quello degli strumenti di cooperazione in materia penale  un tema tornato alla ribalta di recente, quando il ministro della Giustizia, alle prese con il riproporsi prepotente del problema dell'affollamento delle carceri, ha indicato nel trasferimento dei detenuti stranieri verso i Paesi di origine una strada da battere.
Come previsto su queste pagine il 7 aprile scorso, se il trend di ingressi degli ultimi mesi verrˆ confermato da qui alla fine dell'anno, all'inizio del 2009 gli istituti penitenziari italiani si troveranno, quanto a presenze, nelle stesse condizioni che hanno costretto il Parlamento nel 2006 ad approvare in tutta fretta la legge sull'indulto. E la ricetta Alfano (che comunque ha sottolineato l'imprescindibilitˆ di investire nell'apertura di nuove carceri), alla luce del quadro non certo esaltante degli accordi internazionali, muove una goccia nell'oceano.

 Basta dare un'occhiata alla tabellina a destra, da cui emerge come tra i primi dieci Paesi di provenienza dei detenuti stranieri nelle carceri nostrane, solo in tre casi  ipotizzabile il trasferimento. Negli altri sette, tra cui Marocco, Tunisia e Algeria (da cui provengono quasi 8mila reclusi, il 40% del totale degli stranieri che al 31 agosto sfiorano le 21mila unitˆ su un totale complessivo di circa 56mila detenuti), l'operazione  resa impossibile dall'assenza di uno strumento legislativo ad hoc. Le diplomazie sono dunque avvertite.
Allo stato le materie su cui si sono costruiti i rapporti di collaborazione con le autoritˆ giudiziarie dei Paesi stranieri, cui l'Italia aderisce, sono sostanzialmente quattro: estradizione (e mandato d'arresto europeo), trasferimento di persone condannate, assistenza giudiziaria (che consente a un'autoritˆ di chiedere agli organismi stranieri di procedere a indagini al posto suo), lotta al riciclaggio. Istituti regolati innanzitutto da quattro convenzioni europee – ma aperte alla firma anche oltre i confini del Vecchio continente – siglate a Parigi nel 1957 (estradizione) e a Strasburgo nel 1959 (assistenza giudiziaria), nel 1983 (trasferimento condannati, con protocollo addizionale del 1997) e nel 1990 (lotta al riciclaggio).

Questi i quattro caposaldi che, affiancati da una serie di accordi bilaterali, costituiscono l'ossatura normativa della complessa disciplina della cooperazione internazionale in materia penale. Alla fine, restano sulla carta 82 Paesi (si veda l'elenco a lato) che stringono rapporti con l'Italia, compresi quelli europei, con i quali la rete di collaborazione  a 360 gradi dopo l'ultimo tassello del mandato d'arresto europeo. Dunque, oltre i confini del mondo occidentale (anche le intere Americhe sono praticamente dotate di strumenti di cooperazione) e l'Oceania, rimane ben poco. PerchŽ tra Africa e Asia si individuano solo tredici ordinamenti che hanno deciso di sottoscrivere perlomeno una forma di cooperazione.
Tra questi appaiono anche Algeria, Marocco e Tunisia che aderiscono per˜ solo alla Convenzione europea in materia di estradizione. In cui parte attiva, che chiede cio il trasferimento, non  lo Stato in cui  detenuto il cittadino straniero, ma lo Stato che sta ricercando la persona in questione perchŽ ad esempio l“  stata inflitta la condanna. Questo vuol dire che verso l'Algeria, il Marocco o la Tunisia, l'Italia pu˜ trasferire solo cittadini ricercati o condannati da quegli ordini giudiziari, e non cittadini originari di quei Paesi ma condannati dai tribunali italiani.


www.ilsole24ore.com/norme
Il quadro completo dei Paesi che hanno rapporti di collaborazione giudiziaria penale con l'Italia

Il glossario

Estradizione
é la consegna, allo Stato richiedente, di una persona ricercata o perchŽ oggetto di una condanna definitiva a pena detentiva o a misura privativa della libertˆ personale o perchŽ oggetto di una ordinanza di custodia cautelare in carcere

Mandato d'arresto europeo

Sostituisce, nella Ue, l'estradizione con una procedura di cattura e consegna delle persone ricercate. La consegna avviene non pi attraverso le procedure estradizionali, gestite dalle autoritˆ centrali degli Stati, ma con provvedimento emesso dall'autoritˆ giudiziaria

Assistenza giudiziaria

Attraverso tali strumenti, gli Stati possono prestarsi assistenza nella lotta contro la criminalitˆ internazionale. Ad esempio, il giudice che deve svolgere indagini all'estero pu˜ chiedere alle Autoritˆ di quello Stato di eseguirle in sua vece trasmettendone i risultati al Paese richiedente, ai fini del loro utilizzo nel processo. Anche le rogatorie sono atti di tale tipo

Trasferimento condannati

Consente ai cittadini di uno Stato, detenuti in espiazione di pena in un altro Stato, di essere trasferiti in quello d'origine per continuare a espiare la pena. Presso il Consiglio Ue  in discussione una proposta di decisione quadro in base alla quale il trasferimento delle persone condannate pu˜ prescindere, a determinate condizioni, dal consenso della persona da trasferire e dall'accordo tra gli Stati

Il quadro dei partner

L'Europa con le manette...

Paesi che hanno tutti gli strumenti compreso il mandato d'arresto europeo

Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria

...e quella senza

Paesi che hanno tutti gli strumenti ma non il mandato d'arresto europeo

Albania, Andorra, Armenia, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Georgia, Islanda, Liechtenstein, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Norvegia, San Marino, Serbia, Svizzera, Turchia, Ucraina

Dove lo scambio  possibile

Paesi che hanno strumenti in tema di estradizione e trasferimento detenuti

Australia, Bahamas, Bolivia,Canada, Costarica,Cuba, Israele,Per,Stati Uniti, Venezuela

Niente trasferimento

Paesi che hanno strumenti in tema di estradizione, ma non trasferimento detenuti

Algeria, Argentina, Brasile, ElSalvador, Kenia, Lesotho, Libano, Marocco, Messico, Monaco, Nuova Zelanda, Paraguay, Russia, Santa Sede, Singapore, Sri Lanka, Sud Africa, Tunisia, Uruguay

Estradizione off limits

Paesi che hanno strumenti in tema di trasferimento detenuti ma non di estradizione

Cile, Ecuador, Giappone, Hong Kong, Mauritius, Panama, Thailandia, Tonga, Trinidad e Tobago

Per il grafico fare riferimento al pdf

 

 

 

2. ATTIVITAĠ ED INIZIATIVE DEI SOCI ASGI

 

 

1.

 

Si segnala lĠinteressante saggio del socio di Perugia, avv. Francesco di Pietro, che mette in evidenza lĠutilizzo ÒimproprioÓ fatto dal governo della delega legislativa contenuta  nella legge comunitaria n. 62/2005 per rivedere la normativa sullĠasilo, sui ricongiungimenti familiari e la circolazione ed il soggiorno dei cittadini comunitari:

 

PROFILI CRITICI SULL'UTILIZZO DEI DECRETI CORRETTIVI NEL CD. "PACCHETTO SICUREZZA"

Pubblicato sulla rivista giuridica on-line:  www.personaedanno.it

 

alla pagina http://www.personaedanno.it/CMS/Data/articoli/011680.aspx

 

 

 

2

 

MASTER IN STUDI INTERCULTURALI ALLĠUNIVERSITAĠ DI PADOVA

 

Scadono il 10 novembre 2009 i termini per le pre-iscrizioni al master annuale di 1Ħ livello in studi interculturali indetto dallĠUniversitˆ di Padova, Facoltˆ di Filosofia, cui collabora quale componente del comitato ordinatore il socio e membro del consiglio direttivo dellĠAssociazione, Avv. Marco Paggi.

Per informazioni su contenuti, borse di studio e modalitˆ di ammissione consultare la pagina web: Sito web:  www.lettere.unipd.it/intercultura

 

3

Si segnala che la ricerca condotta dal socio Francesco De Bon, di Belluno sull'immigrazione in provincia di Belluno e sul sentimento degli studenti bellunesi, pubblicata   da EGA (Edizioni Gruppo Abele) di Torino (prefazione di Luigi Ciotti)  e presentata nel novembre 2007 dal presidente ASGI  Lorenzo Trucco a Belluno. Sebbene si tratti di una ricerca locale e dal campo ristretto, i risultati emersi sono interessanti (e preoccupanti) anche in ottica pi allargata: Belluno come particolare di un sentimento di diffidenza e paura generale e generalizzato.

I soci interessati possono richiederne una copia omaggio al socio De Bon, fino ad esaurimento delle copie disponibili, inviando un messaggio allĠindirizzo: francesco.debon@gmail.com 

 

 

 

A cura della Segreteria organizzativa dellĠASGI.