UN RIGURGITO DI XENOFOBIA IN PROVINCIA DI TRAPANI
I fatti sollecitano a una reiterata concertazione
E siamo arrivati al capolinea anche a Trapani, come ai tempi della segregazione razziale negli Stati Uniti e in Sudafrica. Dopo gli elogi che sono stati fatti, da anni, come una provincia tra le pi tolleranti, eccoci oggi al resoconto finale. I fatti recentemente accaduti, a Salemi, a Trapani e non solo, hanno reso visibile il clima xenofobo che striscia latente nella societ del nostro territorio, la quale sembra essersi dimenticata in fretta della propria condizione di emigrati (i nostri giovani continuano a esserlo in massa, ancora oggi, verso il Nord). Quello che rende appesantito il clima dintolleranza, con un grande rigurgito, non sono per i fatti comuni, manifestati dai semplici cittadini, ma che esponenti delle istituzioni (La Pica, consigliere comunale del Capoluogo) e dei sindacati (Ruggero Messina della UIL), anzich essere rappresentanti dei cittadini, di tutti, senza eccezione alcuna, si scaglino contro di loro, creando fossati tra i cittadini stessi. Che cosa vuol dire liberare le piazze dal bivacco degli extracomunitari o non fare salire a bordo stranieri che si trovano alle fermate degli autobus? Il segretario provinciale della Uiltrasporti chiede di disporre servizi straordinari di viaggio per gli immigrati con la presenza delle forze armate al fine di garantire l'incolumit degli autisti. Certo, la motivazione sacrosanta: garantire i lavoratori del trasporto, ma questa segregazione, altro che integrazione, convivenza, fratellanza; ritorniamo indietro, prima della Rivoluzione francese. Il poeta Orazio nellArte poetica diceva Guai ai villani rinciviliti, noi non siamo alla stregua di quella categoria di persone, ma dimenticando la nostra condizione umana, dimentichiamo la nostra origine e dimostriamo di non capire nulla del cammino antropologico che bello perch diversificato nel tempo e nello spazio.
Forse il momento, prima che sia troppo tardi, che istituzioni, societ civile, religiosa, associazioni e volontariato si mettano attorno a un tavolo per concertare una convivenza pacifica, senza alimentare odio verso alcuno, scendendo, anzi, ognuno dal piedistallo e cercando le soluzioni che siano confacenti ai casi, assumendo le nostre responsabilit, sfuggendo dalla tentazione di proclamarci bianchi impeccabili: la correttezza, il rispetto, la coesistenza non hanno cittadinanza alcuna ma sono connaturati con la dignit delluomo.
TP 30/09/2008
Salvatore Agueci