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Interventi e interviste

Interviste - Ministro Roberto Maroni

01.09.2008

Immigrazione. Maroni: «Noi siamo pronti ai pattugliamenti delle coste libiche. Ma adesso è l'Europa a dover intervenire per fermare i flussi»

Intervista del ministro dell'Interno al Corriere della Sera. «Il nostro obiettivo è la chiusura della rotta, proprio come avvenne con l'Albania. Il vero rimedio è la trattativa con i Paesi d'origine, ma è l'Unione europea a doverla affrontare in maniera strutturale»

Il monito del Papa? «L'Italia ha già fatto la sua parte, altri devono rispondere all'appello». Lo scontro sulla giustizia? «Basta con le questioni personali e le polemiche strumentali, abbiamo i numeri e il consenso per approvare una grande riforma». Agosto è trascorso senza particolari emergenze da affrontare, ma Roberto Maroni ha ben presente quali problemi attendono la ripresa dell'attività del governo e in particolare del ministro dell'Interno. 

I risarcimenti concessi al regime di Tripoli saranno sufficienti a fermare gli sbarchi?
«Il nostro accordo era subordinato alla realizzazione e al finanziamento di un sistema di protezione dei confini libici a sud, nel deserto, che è stato studiato da Finmeccanica. La parte più rilevante del patto, a parte l'autostrada, è questa perché rappresenta la contropartita per avviare i nostri controlli nelle acque libiche». 

È convinto che saranno consentiti?
«Motovedette ed equipaggi sono pronti da tempo. Nei prossimi giorni sentirò l'ambasciatore Abdul Hafed Gaddur con il quale avevamo già un'intesa. Manca soltanto il via libera operativo, ma intanto mi aspetto che la polizia locale aumenti i controlli per fermare i flussi. Il nostro obiettivo è la chiusura della rotta, proprio come avvenne con l'Albania». 

Fino al 15 agosto gli arrivi erano raddoppiati rispetto allo scorso anno. C'è ancora una situazione di emergenza?
«Il vero problema è che la maggior parte dei clandestini provengono da Paesi in guerra e dunque non ci sono le condizioni per rimpatriarli. Chiedono asilo politico e molti hanno i requisiti per ottenerlo. La collaborazione con Tripoli diventerà fondamentale per il nostro Paese, ma certo non risolverà il problema dell'immigrazione in Europa». 

Come si deve intervenire?
«Lunedì prossimo sarò a Parigi e chiederò alla presidenza francese interventi forti e decisivi, anche perché il rischio forte è che si apra una nuova rotta che passa dal Marocco e arriva in Spagna. Il vero rimedio è la trattativa con i Paesi d'origine, ma è l'Unione europea a doverla affrontare in maniera strutturale». 

Papa Benedetto XVI chiede ai governi azioni politiche più efficaci per fermare le stragi in mare.
«Condivido le sue parole al cento per cento perché la soluzione è in un grande progetto comune. In assenza di una politica europea ogni Stato cerca di tamponare l'emergenza dei flussi senza però risolvere il problema. L'appello del Pontefice arriva nel momento in cui lltalia ha dimostrato l'efficacia della politica, adesso tocca all'Europa». 

Le carrette affondano nel canale di Sicilia. Rivolgersi a Bruxelles non è un modo per scaricare il problema?
«No, anche perché con l'ampliamento dell'area Schengen l'Italia è espropriata dal controllo sulle frontiere terrestri. Chiudere la porta di Lampedusa non basta. Io propongo un comitato permanente composto da Spagna, Francia, Italia, Malta, Portogallo e Grecia che affronti l'emergenza e definisca le strategie». 

Questo secondo lei risponde all'appello del Pontefice?
«La gestione dei flussi migratori è una grande sfida che deve essere affrontata come si fa per l'economia con il consiglio Ecofin e la Banca centrale. La Commissione europea deve avere potere sull'immigrazione e non lasciare iniziativa a singoli Stati. Qualche giorno fa Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati, ha denunciato le pessime condizioni dei centri di accoglienza maltesi. Perché non si interviene?». 

Resta convinto della necessità di rendere l'immigrazione clandestina un reato?
«Ho già chiesto ai capigruppo del Senato di mettere subito in calendario il disegno di legge per approvarlo con urgenza». 

Secondo Silvio Berlusconi la vera emergenza sono le intercettazioni. Non è d'accordo?
«Alla Camera c'è il disegno di legge del governo e noi stiamo cercando di capire che cosa ha intenzione di fare il ministro Alfano. Siamo favorevoli alla sua approvazione con la precisazione che deve rimanere la possibilità di eseguire intercettazioni per i reati di mafia e per quelli contro la pubblica amministrazione». 

Il premier vuole eliminare corruzione e concussione.
«Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei ministri: questi reati ci sono e rimarranno». 

Nessuna possibilità di modifica?
«Ascolteremo gli argomenti di Berlusconi, ma la posizione della Lega non è cambiata e non può cambiare. Anche perché non ce ne sarebbe motivo. Dobbiamo avere l'ambizione di lavorare nei prossimi cinque anni per un sistema più moderno efficace senza curarci delle polemiche fasulle e senza farci condizionare dalle convenienze o dalle contingenze». 

Si riferisce a Berlusconi?
«Proprio no. Mi riferisco a chi gli sta intorno, a quei consiglieri che pensano di fare i suoi interessi, come è avvenuto con il provvedimento per la sospensione dei processi». 

Nella lettera spedita al presidente Schifani è stato lo stesso presidente del Consiglio a rivendicarne la paternità della norma.
«Abbiamo la forza e i numeri per fare una riforma ambiziosa che renda la giustizia equa e utile per i cittadini: questo è il nostro obiettivo. Dobbiamo spoliticizzare quella piccola parte della magistratura che si muove per fini propri e mettere il resto in condizione di perseguire i reati. Sbaglia chi ritiene che dietro questo progetto ci siano chissà quali interessi o addirittura la P2. Noi abbiamo in mente la tutela dei cittadini, le intercettazioni sono soltanto un aspetto». 

Quali sono gli altri?
«Separazione delle carriere, obbligatorietà dell'azione penale, giustizia civile. Io dico: superiamo le divisioni e lo scontro con le toghe eliminando l'aspetto punitivo e recuperando una collaborazione fra poteri».





   
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