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Estero : UE: al Summit sui rom critiche all’Italia
(17/09/08)

Si è svolto il 16 settembre a Bruxelles il primo Summit europeo sui rom. Obiettivo dell’incontro discutere le condizioni delle comunità nomadi in Europa e lo sviluppo di strumenti e politiche per la loro integrazione sociale e lavorativa. Al centro della giornata tuttavia il governo italiano, duramente criticato per il censimento dei rom avviato nel luglio scorso.


Organizzato dalla Commissione europea e dalla presidenza di turno francese, il Summit sulla comunità rom è stato il primo appuntamento in cui si sono confrontati più di 400 rappresentanti di istituzioni europee, delegati dei Paesi membri ed esponenti di organizzazioni della società civile sui temi dell'integrazione della popolazione nomade. Presenti all’incontro il presidente della Commissione Ue Barroso, il vice-presidente Barrot, i Commissari Ue Spidla (Occupazione, Affair sociali e Pari opportunità) e Figel (Istruzione, Cultura e Giovani), i ministri francesi Bernard Kouchner (Esteri) e Christine Boutin (Politiche urbane e degli alloggi), il presidente dell’Open Society Institute George Soros, il vice-presidente della Banca Mondiale Shigeo Katsu e il presidente del Consiglio centrale tedesco dei rom e sinti Romani Rose.

L’appuntamento di ieri segue alla pubblicazione del rapporto della Commissione sulle politiche per l’integrazione dei rom. Il documento, diffuso il 2 luglio scorso, mette in evidenza la persistente discriminazione sia a livello sociale che istituzionale dei rom e propone agli Stati membri di sviluppare interventi mirati nei settori della scuola, dell’occupazione, della salute e dalla sistemazione abitativa.

Al centro del Summit, tuttavia, una dura critica nei confronti del censimento dei rom voluto dal governo italiano. Durante il discorso di apertura del presidente Jose Manuel Barroso, un gruppo di ong europee ha sfoggiato magliette con la scritta "Against Ethnic Profiling" in riferimento alle misure applicate da Roma, mentre l’intervento del sottosegretario italiano al Lavoro e alle Politiche sociali, Eugenia Maria Roccella, si è concluso tra i fischi e le urla di alcuni rappresentanti rom. Critico verso il censimento italiano anche George Soros che ha dichiarato "sono estremamente preoccupato per la schedatura su base etnica in Italia. Temo che possa diventare uno standard in Europa. Queste misure dovrebbero essere illegali".
A fare chiarezza il vice-presidente della Commissione Ue, Jacques Barrot, che ha dichiarato "Soros ignora i fatti o è in malafede" e ricordato che "i testi normativi sui censimenti nei campi rom in Italia sono in linea con le leggi europee". Barrot ha inoltre precisato che nei prossimi giorni una delegazione dell’Europarlamento si recherà in Italia per "verificare l’applicazione della normativa". Infine, il Commissario Ue ha ricordato che "sin dall’annuncio di un censimento nei campi rom in Italia abbiamo comunicato al governo italiano che esso non poteva essere fatto su base etnica e che non potevano essere prese le impronte digitali ai minori se non vi fosse stato un intervento del giudice".

Di fronte alla contestazioni esplose durante il Summit, il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha espresso le sue preoccupazioni "per il livello di disinformazione e di non conoscenza di una normativa italiana che riguarda l’identificazione dei cittadini, italiani e stranieri, privi di documenti personali". Nella serata di ieri una replica è arrivata anche dal rappresentante permanente dell’Italia preso l’Ue, Ferdinando Nelli Feroci che, riferisce l’Ansa, ha inviato una lettera al Commissario Vladimir Spidla per esprimere il "rincrescimento" del governo italiano perché durante il summit "non è stato consentito al sottosegretario Roccella di pronunciare il proprio intervento in un clima sereno, a causa di una seri di accese contestazioni da parte di alcuni elementi del pubblico".

Con le dure critiche al governo italiano al centro della giornata, poco spazio è rimasto alla discussione dei temi in agenda. In conclusione il Summit più che lanciare una politica europea per l’integrazione dei rom è stato l'occasione per ricordare che esiste una legislazione in materia (Direttiva sull’uguaglianza razziale) e che è dovere della Commissione garantirne il rispetto, tuttavia, l’integrazione delle comunità rom e sinti rimane una responsabilità dei singoli Stati membri che, con le loro politiche nazionali, devono intervenire in materia di istruzione, inserimento lavorativo, accesso alla sanità e sistemazione abitativa.

I risultati raggiunti al Summit di ieri saranno ora completati dalle proposte della presidenza di turno francese e discussi nel vertice europeo del dicembre prossimo.

Per approfondimenti:
Community Instruments and Policies for Roma Inclusion, luglio 2008

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