Ai consiglieri
regionali
del
Friuli-Venezia Giulia
APPELLO
No ad un welfare regionale che discrimini minori, studenti e
famiglie
in base alla loro provenienza
S ad un welfare che promuova
lĠintegrazione e la coesione sociale
I diritti alla protezione dellĠinfanzia, al diritto allo studio e
al sostegno alle famiglie sono diritti di tutti
I firmatari esprimono la loro preoccupazione e contrariet verso i contenuti della proposta di legge n. 39 (ÒNarduzzi e altriÓ) volta a modificare i requisiti di accesso alle prestazioni sociali previste dalle l.r. n. 11/2006 (ÒCarta famigliaÓ), n. 20/2005 (abbattimento delle rette per lĠaccesso ai nidi dĠinfanzia), n. 3/1998 (Art. 16 c. 48: assegni per il contributo alle spese di trasporto e di acquisto dei libri di testo degli alunni delle scuole superiori), n. 2/1991 (diritto allo studio e contributi per lĠaccesso agli istituti scolastici parificati), n. 6/2006 (art. 41: Fondo per lĠautonomia e lĠassistenza a lungo termine delle persone non autosufficienti).
Secondo quanto approvato il 17 marzo scorso dalle commissioni regionali IV e VI del consiglio regionale del F.V.G., si intende condizionare lĠaccesso a dette prestazioni sociali al possesso di un requisito di anzianit di residenza sul territorio regionale di almeno cinque anni per i cittadini italiani e degli altri paesi membri dellĠUnione Europea e di almeno dieci anni per i cittadini di paesi terzi non membri dellĠUnione Europea.
Se tali norme venissero approvate molti nuclei familiari residenti nel FVG verrebbero esclusi dal beneficio di tali prestazioni sociali volte alla tutela dellĠinfanzia, del diritto allĠistruzione dei minori, al sostegno delle funzioni genitoriali, e allĠautonomia delle persone non autosufficienti e questo solo in ragione della loro diversa provenienza e della mancanza di ÒautoctoniaÓ.
Le norme che il consiglio regionale si appresta a discutere appaiono in evidente contrasto con i principi universalistici della tutela dellĠinfanzia e dellĠaccesso allĠistruzione contenuti negli strumenti di diritto internazionale vincolanti per lĠItalia quali la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo e la Convenzione dellĠUNESCO contro la discriminazione nellĠeducazione. Tali convenzioni internazionali non ammettono discriminazioni tra i minori nellĠaccesso allĠistruzione e allĠassistenza sociale, ivi compresi gli interventi in materia di spese scolari e borse di studio. Ugualmente, si rileva lĠinconciliabilit delle norme proposte con il diritto costituzionale allĠistruzione e al principio di eguaglianza di opportunit nella progressione degli studi di cui allĠart. 34 della Costituzione italiana.
Le norme proposte non appaiono inoltre compatibili con il diritto comunitario che esclude ogni forma di discriminazione anche indiretta o dissimulata fondata sul requisito dellĠanzianit di residenza, in quanto tale criterio pu essere pi facilmente soddisfatto dai cittadini nazionali piuttosto che dai lavoratori comunitari, finendo dunque per privilegiare in misura sproporzionata i primi a danno dei secondi e violando cos il principio di libera circolazione allĠinterno dello spazio europeo.
Non si pu non sottolineare, inoltre, lĠirragionevolezza di una tale proposta di legge che finirebbe per escludere dalle prestazioni sociali connesse ai servizi per lĠinfanzia, al sostegno alla genitorialit e alle persone non autosufficienti proprio quelle persone - siano esse cittadini italiani provenienti da altre regioni che lavoratori stranieri -che ne hanno maggiore bisogno in ragione della circostanza obiettiva del loro percorso migratorio che li porta lontano dai luoghi di origine e, dunque, dalla rete allargata dei famigliari che solitamente sostengono i genitori nella cura e custodia dei bambini in tenera et (ad es. in primis i nonni).
Con lĠapprovazione delle norme ora proposte verrebbe completamente snaturata la funzione del Welfare regionale: da strumento di integrazione, emancipazione sociale e promozione di una societ solidale e maggiormente coesa, esso diverrebbe strumento di emarginazione e di rifiuto dellĠ ÓaltroÓ.
Una societ che non si pone il compito dellĠintegrazione sociale, ma al contrario promuove la discriminazione tra le persone fin dalla tenera infanzia e nel corso dellĠadolescenza, non sar una societ pi stabile e sicura, bens pi fragile ed esposta alle frustrazioni e ai conflitti sociali ed identitari. LĠeguaglianza delle opportunit ed il divieto di discriminazioni sono il presupposto della civile convivenza. Con lĠapprovazione di ulteriori norme discriminatorie ed anti-europee, la Regione FVG rischia di allontanarsi sempre pi dai processi di integrazione europea e di perdere la propria vocazione di area di incontro e convivenza tra culture, popoli e civilt.
Per tali ragioni chiediamo ai consiglieri regionali del FVG di:
l respingere le norme contenute nella proposta di legge n. 39, cos come approvata in commissione, con contestuale mantenimento dellĠattuale assetto normativo in materia di abbattimento delle rette per lĠaccesso ai nidi dĠinfanzia (l.r. n. 20/2005), di assegni per il contributo alle spese di trasporto e di acquisto dei libri di testo (l. r. n. 3/1998), di contributi per la frequenza di istituti scolastici parificati (l.r. 14/1991), di prestazioni e servizi per il sostegno alle persone non autosufficienti (l.r. n. 6/2006) che prevedono il solo requisito della residenza sul territorio regionale o della frequenza di istituti scolastici collocati sul territorio regionale, unitamente ai requisiti reddittuali; lo stesso viene proposto in materia di normativa sulla Òcarta famigliaÓ (l.r. n. 11/2006), che prevede il requisito della residenza annuale sul territorio regionale.
l emendare la l.r. n. 9/2008 (art. 9) che esclude gli stranieri extracomunitari dai benefici del Òfondo povertÓ e prevede per i cittadini italiani e comunitari un requisito di anzianit di residenza triennale sul territorio regionale; emendare la l. r. n. 17/2008 (art. 10 c. 25) che prevede il requisito della residenza decennale in Italia, di cui almeno un quinquennio trascorso nel territorio regionale, ai fini dellĠerogazione del bonus beb per i nati sul territorio regionale a partire dal 1 gennaio 2007; nonch emendare la l.r. n. 16/2008 (art. 38 c. 2) che prevede il medesimo requisito di anzianit di residenza per lĠassegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Tali requisiti di anzianit di residenza, infatti, oltrech incostituzionali, non appaiono compatibili con gli obblighi comunitari, come gi sottolineato pubblicamente dalla Commissione Europea.
Il presente appello, promosso dalla Rete per i diritti di cittadinanza del Friuli Venezia Giulia e dal Centro E. Balducci di Zugliano (UD), aperto all'adesione di associazioni, enti, sindacati, singoli cittadini. L'adesione va inviata all'indirizzo: appello@fastwebnet.it