COMUNICATO STAMPA
I costi e la
demagogia del prolungamento dei tempi di detenzione nei CIE
L'ASGI,
nell'esprimere il proprio apprezzamento per la mancata conversione in legge
dell'art. 5 del Disegno di legge
n.2232 di conversione del Decreto legge n.11 del 2009, che prevedeva il
prolungamento a sei mesi della detenzione amministrativa nei CIE, ritiene che
sia opportuno richiamare l'attenzione sulla portata demagogica del
provvedimento giustamente rigettato dalla Camera dei Deputati, sui costi assai rilevanti
e la sua efficacia pressoch nulla.
Nella
relazione allegata al Disegno di legge n.2232 allesame della Camera dei
Deputati, nella parte dedicata allart. 5, si legge che attualmente i
centri di identificazione e di espulsione (CIE) operativi sono dieci, per un
totale di 1160 posti disponibili. Sulla base dei dati relativi al 2007
si sostiene quindi che il tempo medio di permanenza sarebbe stato di 27 giorni
e che con il prolungamento previsto dalla disposizione si ritiene che una
stima prudenziale per determinare un nuovo tempo medio di permanenza possa
individuarsi in quattro volte il tempo medio attuale ( 30 giorni per 4 = 120
giorni). Sempre secondo la
relazione tecnica ipotizzando, pertanto un periodo di trattenimento medio
pari a centoventi giorni- corrispondente a quattro mesi di trattenimento- per
garantire la stessa capacit recettiva con il nuovo tempo di permanenza il
sistema dovr avere un incremento di 3.480 nuovi posti.
Mille posti dovrebbero ottenersi con interventi di
riadattamento, gi finanziati dalla legge 186 del 2008, anche al fine della pi rapida attuazione della
normativa europea che consente il trattenimento degli stranieri da espellere
fino a diciotto mesi, altri 1.500 posti con la costruzione di nuovi CIE e 980
attraverso la ristrutturazione degli edifici esistenti ( come la ex base Loran
di Lampedusa)
Appare
evidente come l'ampliamento dei CIE servirebbe solo per mantenere la attuale
capacit ricettiva, ma non espulsiva, del sistema . Il prolungamento dei tempi
di detenzione amministrativa non
equivale infatti ad una maggiore efficacia delle procedure di espulsione,
perch se manca la collaborazione dei paesi di provenienza l'aggiunta di pure
molti mesi non sortisce l'effetto
di consentire il rimpatrio effettivo dei destinatari dei provvedimenti di
espulsione o di respingimento. Si tratta di evidenze gi messe in luce dal
rapporto della cosiddetta Commissione De Mistura, nel febbraio 2007,
completante ignorate dal Governo.
E infatti noto che attualmente meno della met
degli immigrati trattenuti nei CIE italiani viene effettivamente espulsa con accompagnamento in
frontiera e dunque linasprimento della
durata della detenzione amministrativa produrrebbe solo leffetto di
esacerbare le condizioni di trattenimento mutando la natura stessa del trattenimento trasformandolo
da incidente nellesecuzione materiale dei provvedimenti di allontanamento in
una vera e propria ripetuta forma
di detenzione di lungo periodo, eseguita in modo speciale e al di fuori di istituti
penitenziari.
Le
previsioni economiche contenute nella relazione tecnica non possono che destare
allarme: la realizzazione dei nuovi CIE per 1500 posti, ammesso che le
Regioni non si oppongano, avrebbe comportato una spesa di 117 milioni di euro,
mentre 22 milioni di euro sarebbero stati necessari per la ristrutturazione
degli edifici esistenti. Ed a queste somme si dovrebbero aggiungere altre
decine di milioni di euro per realizzare i mille nuovi posti previsti dalla
legge 186 del 28 novembre 2008. Complessivamente sarebbero necessari oltre
duecento milioni di euro in quattro anni per moltiplicare i CIE e finanziare un
prolungamento dei tempi della detenzione amministrativa.
Non
vanno inoltre tralasciati i maggiori costi da prevedere per le convalide
ripetute da parte dei giudici di pace, per i difensori dufficio e per gli
interpreti, anche perch nellimmediato non sembra proprio che il numero degli
stranieri complessivamente internati nei CIE possa aumentare in modo
significativo. Si tratta di altre centinaia di migliaia di euro, per i primi
anni e poi dal 2012 e seguenti, e alcuni milioni di euro allanno (esattamente nel 2012
4.872.000 per il patrocinio a spese dello stato e per linterpretariato).
Poco
rispettoso del diritto inalienabile alla difesa e alla sua effettivit ed
efficacia appare infine il riferimento, sempre contenuto nella relazione
tecnica, alla possibilit di risparmiare sempre sul patrocinio legale in
considerazione della contenuta complessit dellassistenza legale connessa alla
ripetitivit delle udienze di convalida ogni sessanta giorni di permanenza.
L'ASGI
fa appello a tutte le forze politiche affinch rigettino l'impostazione
squisitamente ideologica contenuta nella proposta del prolungamento della
detenzione amministrativa e possa riprendere nel Paese una discussione seria
sulla inderogabilit di una riforma complessiva delle norme sull'immigrazione e
sulla condizione giuridica degli stranieri che permetta di aprire canali di
ingresso regolare, dare
stabilit e certezza ai titoli di soggiorno, oggi assurdamente brevi e
rilasciati spesso pressoch scaduti, nonch prosciugare il bacino della
clandestinit attraverso una regolarizzazione della posizione di quelle persone
che contribuendo alla ricchezza materiale e sociale del Paese sono tuttora
costrette alla clandestinit da norme farraginose, confuse ed inique. Solo in
tal modo sar possibile gettare le basi per riformare in profondit il sistema
degli allontanamenti forzati ancorandolo a precisi requisiti di legittimit
costituzionale.