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Libri e Pubblicazioni : Msf: rapporto sui centri detentivi per migranti e richiedenti asilo di Malta
(18/03/09)

Medici senza frontiere (a cura di)
"I never thought I would be imprisoned in Europe too". A briefing paper by Medecins sans frontiers on the condition in detention centres for undocumented migrants and asylum seekers in Malta
marzo 2009
pp. 8

In un rapporto pubblicato nei giorni scorsi Medici senza frontiere ha annunciato la sospensione delle attività di assistenza medica e psicologica nei centri di detenzione per migranti e richiedenti asilo di Malta e denunciato le precarie condizioni igieniche e sanitarie nelle quali i cittadini stranieri sono costretti a vivere.


L’attività di Msf nei centri di detenzione maltesi per cittadini stranieri è iniziata nell’agosto 2008. Da allora più volte l’organizzazione umanitaria ha chiesto alle autorità di intervenire per garantire adeguate condizioni di vita all’interno delle strutture di trattenimento e tutelare i diritti dei richiedenti asilo e dei gruppi vulnerabili, come donne incinte e minori. Tuttavia la situazione negli ultimi sei mesi non è migliorata.

Nel rapporto pubblicato lo scorso 13 marzo, Msf denuncia le inaccettabili condizioni dei centri di detenzione: ambienti malsani e promiscui dove non è prevista una suddivisione degli spazi tra donne, uomini e minori, strutture sovraffollate dove mancano letti. Molti, racconta l’organizzazione, sono costretti a dormire a terra. Scarsi anche i servizi igienici: nel centro di Safi, ad esempio, c’è un bagno ogni 40 migranti. Le precarie condizioni igieniche sono causa inoltre della diffusione delle malattie. Dalle 3.200 consultazioni mediche effettuate dai team dallo scorso agosto, è emerso che le patologie riscontrate sono strettamente legate alle condizioni di vita nei centri: infezioni alle vie respiratorie e alla pelle, patologie legate all’apparato gastrointestinale e osteomuscolare sono le più diffuse.

Msf denuncia inoltre la pratica diffusa della detenzione sistematica dei migranti e dei richiedenti asilo, incluse categorie vulnerabili come donne in gravidanza e minori che per settimane vengono trattenuti in attesa dell’espletamento delle pratiche di riconoscimento. La situazione risulta ancor più intollerabile se si considera che quasi il 60% dei cittadini stranieri arrivati a Malta negli ultimi sei mesi proviene da aree di conflitto o contesti di estrema violenza e violazione dei diritti umani, come Somalia, Sudan, Eritrea, Nigeria e altri paesi africani. Dei richiedenti protezione internazionale più della metà ha ricevuto l’asilo dalle autorità maltesi dopo aver trascorso mesi nei centri di trattenimento.

Nel documento Msf chiede alle autorità maltesi ed europee di prendere misure urgenti e decisive al fine di garantire standard minimi di accoglienza a partire dall’allestimento di un sistema di assistenza medica adeguato, di una farmacia all’interno dei centri ed evitando la detenzione specie per le categorie vulnerabili.

“I never thought I would be imprisoned in Europe too”. A briefing paper by Medecins sans frontiers on the condition in detention centres for undocumented migrants and asylum seekers in Malta

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