Rom e Sinti:
lintegrazione passa attraverso labolizione dei campi e processi concreti di inserimento, nel
lavoro, nella scuola e nella societ
E passato
ormai quasi un anno da quando il Governo attuale ha emanato le disposizioni
urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in
relazione agli insediamenti di comunit nomadi nel territorio.
Ordinanze con
cui – oltre al censimento di Rom e Sinti nelle citt e allespulsione degli irregolari
– si sarebbe dovuto
provvedere ad abolire i campi abusivi e a realizzare interventi idonei a
ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie in una
comunit in parte composta da cittadini italiani, in parte di immigrati di
varia origine, che arduo ridurre allo stereotipo del nomade, termine che ne
banalizza le problematiche sociali e ne nega lidentit culturale.
Ma
soprattutto le Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri proponevano
interventi finalizzati a favorire l'inserimento e l'integrazione sociale delle
persone trasferite nei campi autorizzati, misure di sostegno per i minori,
favorire la scolarizzazione e l'avviamento professionale e il coinvolgimento
nelle attivit di realizzazione o di recupero di abitazioni.
Di tante proposte
fatte, allattivo possiamo
rilevare purtroppo solo sgombero forzato
di taluni campi abusivi, con lo spostamento in altre localit delle
popolazioni Rom e Sinti, qualche espulsione ed un censimento sostanzialmente
fallito di queste popolazioni presenti in Italia.
In effetti il
censimento, affidato alla Croce Rossa, ha avuto risultati molto parziali, tanto
che ora ne iniziato un secondo, questa volta attuato direttamente dalle
autorit.
Per quanto
riguarda le misure vere dintegrazione, non vi sembrano essere progetti di avvio
al lavoro, progetti abitativi per popolazioni che da anni hanno abbandonato il
nomadismo, progetti veri di inclusione scolastica, che non si riducano a
qualche pulmino per il trasporto dei bambini, misura certo necessaria ma non
sufficiente perch non contempla il supporto scolastico e la mediazione
culturale necessaria a superare le incomprensioni dei bambini stessi, nonch a
volte le resistenze dei loro stessi genitori.
Nessuna
particolare iniziativa, inoltre, sembra essere proposta per i Rom e Sinti italiani
i quali, se non versano nella situazione di estrema emarginazione che riguarda
soprattutto i rom immigrati dai Balcani, rappresentano comunque ad oggi lunica
minoranza linguistica non riconosciuta, con il pretesto del mancato vincolo ad
un territorio regionale definito, malgrado il dettato costituzionale valga
certo anche per questi nostri concittadini.
Le forze
politiche di opposizione, daltro canto, non hanno contribuito neppure loro a
sollecitare concrete politiche dintegrazione, principale antitodo alla
diffidenza ed al razzismo, necessario per rispondere alle giuste esigenze di
sicurezza dei cittadini.
Sino ad ora si
sono positivamente distinte solo alcune amministrazioni locali, che hanno
avviato pregevoli misure, che dovranno costituire oggetto di
approfondimento per poter valutare
e diffondere le buone pratiche esistenti.
Fin da luglio
2008, un gruppo di cittadini di buona volont ha lanciato una campagna politica
e culturale volta a contrastare la campagna dodio e le discriminazioni
lanciate contro queste popolazioni. Lobiettivo era ed quello di segnalare la
pericolosit del razzismo, in qualunque forma esso si manifesti e si
giustifichi. Il messaggio, rivolto alle Istituzioni ed alla societ civile,
aveva il fine di favorire un terreno di dialogo e di ricerca di soluzioni
concrete di integrazione, unica strada capace di impedire gravi lacerazioni
sociali, nonch la violazione dei diritti fondamentali delle persone.
La campagna ha prodotto
un appello sottoscritto da oltre 650 rappresentanti del mondo della politica,
della cultura, dello spettacolo, del sindacato, nonch due seminari rivolti al
dialogo con le autorit locali e nazionali, eventi in cui tutte le
rappresentanze del mondo Rom e Sinti hanno trovato alto spazio di espressione e
proposta.
Le due
iniziative pubbliche si sono
tenute, rispettivamente, il 9 luglio 2008 e il 10 marzo 2009; eventi ai quali
hanno partecipato centinaia di cittadini di tutte le estrazioni e provenienze.
Il pregio di
questa campagna culturale ci pare essere quello di aver cercato di fare appello
a tutte le rappresentanze del popolo zingaro in un dibattito che ha coinvolto
politici, uomini di cultura, associazioni, sindacalisti. Un evento non di
semplice testimonianza ma volto a produrre proposte concrete con cui chiedere
alle autorit di misurarsi.
I limiti di un
lavoro su questo terreno la scarsa conoscenza del frastagliato mondo di Rom e
Sinti, presenti in Italia da tempo immemorabile, in maggioranza italiani, ma
ancora discriminati e trattati allinsegna dellemergenza e della pubblica
sicurezza.
E necessario,
noi crediamo, costituire un pool di esperti, provenienti dal sociale e dal mondo della cultura
e, soprattutto, dalle rappresentanze Rom e Sinti, capace di dar vita ad una
indagine conoscitiva e di proposta sulla condizione zingara in Italia.
Lobiettivo quello di conoscere e far conoscere maggiormente questo universo
ed i suoi problemi, al fine di suggerire proposte e strumenti maggiormente
precisi ed efficaci.
Per questo
motivo, i promotori dellappello che abbiamo denominato vaso di Pandora, si
rivolgono agli studiosi ed agli operatori del sociale – che abbiano o no
firmato il nostro appello – al fine di costituire un tavolo di studio ed approfondimento, per
unindagine i cui risultati verranno esposti in un apposito seminario che verr
convocato per il prossimo autunno.
Gli
approfondimenti e le informazioni raccolte dovranno costituire materiale utile
per la predisposizione di un vero e proprio rapporto nazionale sulla condizione
dei Rom e Sinti, in Italia.
Per le adesioni,
si prega di far riferimento ai seguenti indirizzi:
luca.cefisi@gmail.com
Daniela Carl
Giuseppe Casucci
Luca Cefisi
Christopher Hein
Piero Soldini