Modalità d’iscrizione
Il seminario si rivolge prioritariamente agli avvocati e consulenti
legali, agli operatori della Pubblica Amministrazione e alla rete locale dei
servizi pubblici e convenzionati per i cittadini immigrati, ai rappresentanti
delle associazioni di volontariato e delle comunità di immigrati e più in
generale a tutti coloro che hanno un interesse nella materia.
La partecipazione al seminario è libera e gratuita fino all’esaurimento
dei posti a disposizione.
Ai partecipanti verrà messo a disposizione
materiale informativo e giurisprudenziale relativo ai temi
del seminario.
Per iscriversi al seminario, inviare l’allegata scheda di
partecipazione, debitamente compilata, al seguente indirizzo mail : walter.citti@asgi.it
A.S.G.I. – Ufficio di Trieste, Via Fabio Severo, 31
34100 Trieste (tel.-fax. 040 368463)
Verrà rilasciato ai presenti un attestato di partecipazione.
CREDITI FORMATIVI
Con delibera del Consiglio dell’Ordine degli
Avvocati di Trieste, il seminario
è stato inserito nel programma di formazione permanente per gli avvocati e i
praticanti legali con l’assegnazione di n. 4 crediti formativi per la
partecipazione all’intero evento.
Il
seminario è organizzato in collaborazione con
L'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione è nata nel
1990 e riunisce avvocati, docenti universitari, operatori del diritto e
giuristi con uno specifico interesse professionale per le questioni giuridiche
connesse all'immigrazione.
L'ASGI si propone, tra
l’altro, di promuovere l'informazione, la documentazione e lo studio di
problemi di carattere giuridico attinenti all'immigrazione, alla condizione dello straniero, alla
disciplina della cittadinanza nell'ordinamento italiano, nonché di promuovere le stesse attività con
riferimento alle politiche di armonizzazione delle normative in materia di
immigrazione ed asilo a livello europeo.
L’ASGI è impegnata inoltre nella formazione e aggiornamento
professionale di operatori pubblici e privati operanti nel settore
dell'immigrazione mediante appositi corsi, seminari, convegni.
L’ASGI pubblica assieme a Magistratura Democratica la rivista “Diritto, Immigrazione e
Cittadinanza”, edita
dall’editore Franco Angeli.
Sedi
organizzative
Sede
di Udine: Via S. Francesco, 39
Tel.
fax. 0432/507115 e-mail: info@asgi.it;
Sede
di Trieste: Via Fabio Severo, 31 .
Tel. fax. 040 368463
e-mail:
walter.citti@asgi.it
Sede
legale : Torino, via Gerdil n.7 - 10100
Tel.
/Fax 011/436.91.58. e-mail: segreteria@asgi.it
Seminario formativo
Con il
sostegno finanziario della
Regione
Friuli-Venezia Giulia –
Direzione
centrale istruzione, formazione e cultura – Struttura stabile per gli immigrati
Quale riconoscimento e trattamento dei
simboli e delle pratiche religiose
degli immigrati nel mondo del lavoro e nella società multiculturale?
Sabato 09 maggio 2009 ore 9.30
Trieste
Sala
convegni
Centro
servizi volontariato
Friuli-Venezia
Giulia
Via S.
Francesco d’Assisi, 2
in collaborazione con
Sabato 09 maggio 2009
ore 09.30 – 17.00
Trieste
Sala convegni
Centro servizi volontariato
Friuli-Venezia Giulia
Via S. Francesco d’Assisi, 2
Quale
riconoscimento e trattamento dei simboli
e delle pratiche religiose degli immigrati nel mondo del lavoro e nella
società multiculturale ?
Programma
Ore 9.30 – 11.00: “Multiculturalismo e politiche del riconoscimento”
Prof. Alberto Artosi, Professore ordinario di Teoria del diritto, Università degli Studi di
Bologna, Facoltà di Giurisprudenza.
Ore 11.00 : Coffee Break
Ore 11.30 : “Identità religiosa e pratiche di culto nell'ordinamento giuridico
italiano: casi e questioni"
Dott. Antonello De Oto, Ricercatore in Diritto
Canonico e Diritto Ecclesiastico all’Università degli Studi di Bologna, Facoltà
di Giurisprudenza.
Ore 13.00 Pausa pranzo
Ore 14.00 Ripresa dei lavori
“Islam, pilastri della fede e pratiche di culto; tra šarīca,
tradizione e modernità”
Dott. Lorenzo Ascanio,
Dottorando di ricerca in Diritto Comparato presso l’Università di Firenze,
Facoltà di Giurisprudenza.
Ore 15.30: “Libertà religiosa e tutela giudiziaria contro le discriminazioni religiose.
Normativa italiana ed europea”
Avv. Daniela Consoli,
del Foro di Firenze.
Ore 17.00 Dibattito e
conclusioni
Note
biografiche dei relatori:
Prof. Alberto Artosi, Già
professore di Filosofia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università di Bologna, è stato professore di Informatica giuridica presso
le Università di Bologna e di Modena/Reggio Emilia. Attualmente è Professore
ordinario di Teoria del diritto e Logica e argomentazione giuridica presso la
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. E’ membro del
C.I.R.S.F.I.D (Centro Interdipartimentale di Ricerca in Storia del diritto,
Filosofia e Sociologia del diritto e Informatica giuridica) e Associate Editor
di Ratio Juris: An
International Journal of Jurisprudence and Philosophy of Law (Oxford, Blackwell).
Dott. Antonello De Oto, Laureato
all'Università degli studi di Bologna. Dottore di ricerca in diritto
ecclesiastico presso l'Università degli Studi di Perugia. Dal 2005 Ricercatore
confermato in diritto ecclesiastico e diritto canonico all'Università di
Bologna. Titolare del corso di "Diritto Pubblico e degli Enti locali"
nel Master in Servizi Demografici organizzato dall'Università di Bologna e da
A.N.U.S.C.A. (2005-2007). Membro del Comitato scientifico della rivista
giuridica "Il Nuovo Diritto". Coordinatore e
responsabile di diversi progetti di ricerca nazionali ed europei e autore di
numerose pubblicazioni in materia
di diritto ecclesiastico, relazioni tra Stato e Chiese e di libertà religiosa .
Dott. Lorenzo Ascanio, Laureato in Giurisprudenza presso l’
Università degli Studi di Bologna. Dottorando di ricerca in diritto comparato presso la
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Firenze. Nell'anno
2008, Visiting Research Fellow presso la American University in Cairo (AUC). Cultore di materia presso la cattedra di diritto musulmano e dei
paesi islamici, le Facoltà di Giurisprudenza – Università degli Studi di
Bologna e Roma 2 "Tor Vergata".
Avv. Daniela Consoli, avvocato nel Foro di Firenze. Membro del
Direttivo dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, ha partecipato
in qualità di esperta ai gruppi di lavoro per la predisposizione dei centri
contro la discriminazione per la Regione Toscana, la provincia di Bolzano, la
Provincia di Pistoia ed il comune di Empoli. Svolge attività di consulenza
legale per i Centri Anti Discriminazione provinciali di Pistoia e Bolzano. E’ stata
docente nell’ambito di cicli di seminari in materia di Equality and
Antidiscrimination Law presso l’Università
di Siena.
Allegato:
Seminario formativo
Quale
riconoscimento e trattamento dei simboli
e delle pratiche religiose degli immigrati nel mondo del lavoro e nella
società multiculturale?
Sabato 9 maggio 2009 - Trieste
SCHEDA DI PARTECIPAZIONE
Nome |
|
Cognome |
|
Ente/Organizzazione/Associazione/Studio
Legale |
|
Recapito(citta’,
indirizzo) |
|
Tel/fax |
|
Cell |
|
Email |
|
Socio ASGI □
SI |
□ NO |
Ai sensi e per gli effetti del D.Lgs. n. 196/2003 sulla privacy, i
dati personali acquisiti con la presente scheda vengono trattati in forma
cartacea, informatica e telematica dai promotori dell’iniziativa ai soli fini della tematica in
oggetto. Data ___________ Firma
_________________ |
Presentazione
del seminario
Il datore di lavoro può proibire ad un impiegata di fede islamica della sua azienda privata di indossare il
velo nell’ambiente lavorativo oppure tale proibizione porta un’offesa
sproporzionata al principio della
libertà religiosa e ai diritti della lavoratrice? Cambia qualcosa se la
lavoratrice è un’insegnante di
una scuola pubblica oppure se il datore di lavoro è una catena di
franchising che impone un’uniforme lavorativa ai suoi addetti? Un operaio edile
di religione sikh può essere esentato dall’obbligo di indossare il caso di
sicurezza durante il lavoro onde consentirgli di mantenere il tradizionale
turbante, segno distintivo della sua identità religiosa ? Egli può anche
portare con sé il pugnale kirpan, previsto dalle consuetudini religiose sikh, senza incorrere nel reato di
porto ingiustificato di armi atte ad offendere ? La regola generale per cui una persona chiamata a
testimoniare in un’aula di giustizia non dovrebbe indossare un copricapo per non mancare di
rispetto verso l’autorità giudiziaria può essere fatta valere allo stesso modo
per una persona di fede religiosa islamica o sikh?
Le istituzioni scolastiche e municipali dovrebbero assicurare agli
alunni appartenenti alle altre fedi religiose il rispetto dei propri precetti alimentari (ad es. il divieto di piatti a base di
carne di maiale per gli islamici e gli ebrei e di carne di bovino per gli
induisti). Tale rispetto deve essere assicurato con la previsione della
somministrazione di pietanze alternative ovvero deve tradursi ad es.
nell’impiego di cibo halal ? Fino
a che punto i lavoratori appartenenti a fedi minoritarie possono rivendicare
orari di lavoro compatibili con le proprie esigenze di preghiera o le
proprie festività religiose? Quali
sono le norme che gli amministratori pubblici dovrebbero seguire riguardo
all’edificazione dei luoghi di culto per le minoranze religiose ?
Sono queste alcune delle
domande che con sempre maggiore frequenza vengono poste all’attenzione anche degli operatori giuridici
a fronte della trasformazione della società italiana in senso multiculturale e multireligioso.
Spesso gli immigrati
provengono da paesi e società ove i processi di secolarizzazione non si sono
dispiegati nell’ampiezza e nelle dimensioni con cui si sono affermati nel mondo
occidentale. Pertanto, l’adesione a precetti alimentari e l’adozione di capi di
abbigliamenti religiosamente connotati
costituisce per molti immigrati l’espressione della propria identità
personale.
In ragione
dunque di un fatto intrinseco alla dottrina religiosa, così come per il fatto
sociologico dell’espressione dell’identità personale, la facoltà per
l’individuo di aderire a precetti alimentari ovvero di utilizzare capi di
abbigliamento religiosamente connotati, va inquadrata nell’ambito
dell’esercizio del diritto umano
fondamentale
alla libertà religiosa, nella sua dimensione esterna, cioè quella della manifestazione pubblica
dell’appartenenza religiosa;
diritto di libertà sancito tanto a livello costituzionale (art. 19 della
Costituzione), quanto a livello internazionale (ad es. art. 9 c. 2 della Convenzione Europea dei
diritti dell’Uomo), che in quanto fondamentale, spetta a tutti, cittadini e non
(art. 2 Costituzione).
Tale diritto è
suscettibile di incontrare quali unici limiti al proprio esercizio quelli
previsti dagli strumenti stessi che lo prevedono (limite del buon costume per
quanto riguarda la norma costituzionale; limite dell’ordine e della sicurezza,
della morale e salute pubblica, nonché della protezione dei diritti e libertà
altrui in un’ottica di proporzionalità e di bilanciamento di opposti interessi,
per quanto riguarda la CEDU). Nella valutazione di tale bilanciamento,
un’influenza decisiva viene a giocare la concezione della laicità dello Stato,
diversamente articolata a seconda dei
contesti nazionali, sulla base delle diverse esperienze storiche ed
istituzionali.
Il seminario intende
quindi affrontare tali argomenti con
un approccio non meramente accademico, ma facendo riferimento a studi di casi e materiali
giurisprudenziali attinenti tanto alla giurisdizione interna quanto a quella
della Corte europea dei diritti dell’Uomo, alle altre giurisdizioni nazionali o
internazionali. Questo allo scopo
di evidenziare le principali problematiche interpretative relative al
bilanciamento tra libertà religiosa quale diritto fondamentale e i limiti derivanti dalle esigenze di tutela della
convivenza e sicurezza pubbliche, in relazione alle diverse concezioni e
gradazioni del principio di
laicità dello Stato nei diversi ordinamenti nazionali ed al diverso
valore assegnato al multiculturalismo nell’ordinamento giuridico.
A cura della segreteria organizzativa dell’ASGI