Nella giornata del 18 dicembre, dedicata
lavoratori migranti e delle loro famiglie
Fini: lintegrazione non pu essere
assimilazione. Prima di rifiutare la cittadinanza ad un bambino nato in
Italia, ci penserei due volte; bisognerebbe raddoppiare i sei mesi che si
danno a chi perde il lavoro per trovarne un altro; UIL: alcune norme del
pacchetto sicurezza hanno carattere etnico; estendere la regolarizzazione a
chi pu dimostrare un lavoro onesto; serve un uso pi intelligente degli
ammortizzatori sociali, anche per gli immigrati; LItalia di oggi non pi
quella del 1992: la legge sulla cittadinanza va cambiata
Roma, 21 dicembre 2009 – Nella giornata
del 18 dicembre, che lONU ha dedicato ai migranti ed alle loro famiglie, il
Presidente della Camera, Gianfranco Fini ha incontrato i rappresentanti del
tavolo di associazioni che questanno hanno dato vita alla campagna contro il
razzismo Non aver paura, apriti agli altri, apriti ai diritti. ComՏ noto la
UIL ha partecipato pienamente a questo tavolo ed attivamente alla campagna, che
ha coinvolto lintero movimento sindacale e, nel complesso, 27 associazioni
nazionali. Loccasione dellincontro con Fini era data dalla giornata
internazionale del migrante, anniversario della firma nel 1990, da parte delle
Nazioni Uniti, della Convenzione sui diritti dei lavoratori migranti e delle
loro famiglie. Attualmente la Convenzione stata ratificata da 42 Paesi,
nessuno dei quali appartiene alle nazioni industrializzate.
Al centro dellevento sono stati posti i temi
dei diritti dei lavoratori migranti, il pacchetto sicurezza, limpatto della
crisi sullimmigrazione ed il dibattito sulla riforma della cittadinanza. Laura
Boldrini, rappresentante in Italia dellUNHCR e portavoce del Tavolo non aver
paura ha presentato al Presidente Fini le ragioni della campagna, le attivit
svolte, i progetti per il futuro ed ha chiesto che lo stesso Fini si facesse
interprete presso gli organismi di controllo della Rai della necessit di
presentare le notizie riguardanti limmigrazione con atteggiamento oggettivo e
linguaggio adeguato, osservando il protocollo che la FNSI e lOrdine dei
giornalisti si sono dati con la Carta di Roma . Dopo sono intervenuti il
dirigente immigrato della UIL (Mamadou Diane della UILA di Ravenna), un
dirigente immigrato della Cgil (Kurosh Danesh), seguito dalla vittima di un
episodio di razzismo. Allincontro era presente anche Sami, il bambino Rom che
ha prestato la propria immagine alla campagna non aver paura. Dopo la
presentazione di Laura Boldrini, intervenuto Mamadou Diane, della UILA di
Ravenna, che ha toccato due temi, rivolto al Presidente della Camera: il
giudizio del Tavolo sul pacchetto sicurezza e sulla riforma della
cittadinanza.
Pacchetto sicurezza: il giudizio
negativo in quanto considerato una ingiusta penalizzazione di una parte
della societ che ormai produce quasi il 10% del nostro PIL. Limmigrazione
clandestina, ha detto Diane va combattuta alla radice: nei Paesi di origine e
di transito dei migranti e in Italia combattendo leconomia sommersa, fattore
di attrazione dellimmigrazione irregolare. Norme come il reato di
immigrazione clandestina e laggravante di reato per gli irregolari, sono leggi
a carattere etnico, ed in quanto tali incostituzionali. Ne chiediamo, dunque,
labolizione, ha detto loratore. La legge 94 del 2009, inoltre, stata
applicata in forma retroattiva per chi stava gi in Italia prima della sua
entrata in vigore. chiediamo, dunque, che venga permessa lemersione dalla
condizione di clandestinit, chiunque fosse gi in Italia prima dellentrata in
vigore del pacchetto sicurezza, concedendo – come nel 2002 - un permesso di
soggiorno a chi pu dimostrare di avere un lavoro onesto. Per quanto riguarda
gli immigrati che perdono il lavoro (secondo dati Censis tre immigrati ogni
italiano), sarebbe necessario un uso pi intelligente degli ammortizzatori
sociali, in modo da evitare il licenziamento di lavoratori, italiani e non. Per
quanto riguarda gli stranieri che perdono il lavoro, sarebbe giusto – ha
osservato Diane - che il permesso
di sei mesi per ricerca di occupazione, scatti alla fine del periodo di
godimento dellindennit di disoccupazione. Questo per dar loro maggior tempo
per cercare un nuovo impiego, ed evitare che finiscano nel grande esercito del
lavoro nero. Riforma della cittadinanza – Il cambiamento multi etnico
della nostra societ deve essere governato e temperato se non si vogliono
produrre effetti di rigetto da parte della popolazione italiana, ha detto
Diagne. Certo, necessario chiedere agli immigrati di rispettare le regole,
ma queste debbono anche essere ridisegnate in parallelo con levolversi ed il
mutare della nostra societ. Lintegrazione, infatti, non pu significare
assimilazione, ma deve poter corrispondere ad una sintesi ragionata di esigenze
e culture diverse, nel rispetto delle leggi. E necessario - ha detto
loratore - cambiare il concetto di cittadinanza, introducendo il principio
dello jus soli, accanto a quello dello jus sanguinis. In generale laccesso a
questo diritto va reso pi equo e praticabile: non cittadinanza facile, ma
giusta ed in tempi certi per chi ha dimostrato di amare lItalia e di
concorrere al suo progresso. Siamo anche favorevoli al diritto di voto
amministrativo per chi risiede da noi da pi di cinque anni, cosa che in Europa
gi stato fatto da16 Paesi su 27.
Lintervento di Fini - Ha concluso lincontro
il Presidente della Camera che ha detto, tra laltro: il fatto che marted 22
dicembre l'Aula della Camera discuter la legge sulla cittadinanza e' "la
dimostrazione che una consapevolezza di guardare avanti c'". Tutto
questo, ha sottolineato il presidente della Camera, "al di la' dell'esito
che quella discussione avra', su cui non mi esprimo anche se tutti conoscete il
mio auspicio". Fini ha parlato a lungo di immigrati, indicando anche
alcuni aspetti della legge Bossi-Fini ("il cui spirito condivido") da
modificare. "Non si deve prescindere dal tema sicurezza - ha detto il
presidente della Camera. Io condivido le istanze dei migranti, ma cosi' come e'
negativa la demagogia di chi dice 'gli stranieri restino a casa loro perche'
non ne abbiamo bisogno', altrettanto pesantemente negativa e' la demagogia di
chi dice 'siccome sono donne e uomini, devono andare dove vogliono'". Cio'
premesso, secondo Fini "se si parte dal presupposto che l'immigrazione non
e' transitoria, che non e' solo legata all'economia, le conseguenze legislative
sono di altri tipo e bisogna cominciare a codificare i diritti". E proprio
a proposito di leggi, il presidente della Camera ha parlato della Bossi-Fini:
"E' evidente che la crisi economica dovrebbe indurre a raddoppiare i sei
mesi che si danno a chi perde il lavoro per trovarne un altro". Cosi' come
"non ha senso tornare al Paese di provenienza e da li' trovare il lavoro e
poi tornare". Per il presidente della Camera importante che l'Italia
tenga ben presente la storia della sua emigrazione. Anche nel "dibattito
culturale e politico su cosa e' integrare" che oggi e'
"centrale". Fini ha spiegato: "L'integrazione non e'
assimilazione. L'esperienza francese ha dimostrato gli esiti negativi
dell'assimilazionismo. Ma e' fallimentare anche il 'londonistan', il meltingpot
all'inglese". Ecco perche' non bisogna "innamorarsi delle
formule" e bisogna "evitare le contrapposizioni radicali". A
cominciare dalla discussione sulla cittadinanza ai bambini stranieri. "Cerchiamo
di iniettare dosi di buon senso - ha sottolineato il presidente della Camera:
che un bambino nasca in Italia o arrivi a un anno non fa differenza. Chi resta
stabilmente per almeno un ciclo scolastico non e' diverso dal compagno di banco
italiano. Prima di rifiutare a quel bambino la possibilita' di essere italiano
ci penserei due volte", ha detto Fini indicando anche un rischio concreto:
"Se si genera la sensazione di essere di serie 'b' si spinge verso altre
identita'". Come e' accaduto in Inghilterra con "l'Islam
radicale". E' per questo che Fini ha invitato a "ragionare senza
respiro corto. Non e' una questione da affrontare con un approccio minimalista.
Se non si rimane prigionieri della miopia e della paura bene, altrimenti arriva
il futuro nelle nostre case e non ce ne saremo accorti. Non bisogna avere
paura, bisogna cercare di guidare questo processo".