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Libri e Pubblicazioni : L'immigrazione in Italia nel rapporto del Censis
(11/12/09)

E' stato pubblicata la quarantatreesima edizione del Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese. Tra i temi affrontati, il testo si occupa del fenomeno dell'immigrazione, in particolare del difficile equilibrio tra contrasto all'irregolarità e diritto d'asilo, della recente regolarizzazione per colf e badanti disposta dal Governo nel settembre scorso, della condizione dei lavoratori stranieri e dell'accesso dei cittadini immigrati ai servizi sanitari.


Il difficile equilibrio tra contrasto dell'irregolarità e diritto d'asilo. Secondo l'Unhcr, 42 milioni di persone sono costrette alla fuga da guerre e persecuzioni: si tratta di 16 milioni di rifugiati o richiedenti asilo e di 26 milioni di sfollati all'interno del proprio Paese. Il "peso" dell'asilo grava sull'Europa in maniera contenuta rispetto alle zone più prossime ai Paesi che non garantiscono i diritti fondamentali: sono più di 3 milioni le persone sotto mandato dell'Alto Commissariato nel continente europeo (l'8,9% del totale), mentre superano i 10 milioni (30,3%) in Africa e sfiorano i 17 milioni in Asia (49,1%). Il 75% degli italiani auspica una maggiore forza decisionale dell'Europa nelle politiche dell'immigrazione e dell'asilo (la media europea si ferma al 63%), e percentuali simili emergono in altri Paesi dell'Europa mediterranea interessati da cospicui flussi irregolari, come Spagna, Grecia e Portogallo. Le questioni sulle quali gli italiani ritengono che l'impegno delle istituzioni europee dovrebbe crescere nei prossimi anni sono, dopo quelle economiche (prioritarie per il 43%), proprio quelle relative all'immigrazione (se lo augura il 34% della popolazione, rispetto al 23% medio dell'Ue).

Viaggio attraverso le regolarizzazioni. Quella recentemente conclusasi è stata la sesta regolarizzazione di stranieri in Italia dal 1986 ad oggi: 294.744 domande (180.408 per le colf e 114.336 per le badanti) concentrate soprattutto nelle grandi città di Milano (il 14,7% delle domande), Roma (10,9%) e Napoli (8,2%), e presentate prevalentemente da persone di nazionalità ucraina (12,6%), marocchina (12,2%) e moldava (8,7%). Crescono le presenze di cittadini dell'Europa dell'Est e si registra un processo di femminilizzazione dei flussi migratori: le donne passano da un quinto del totale dei regolarizzati nel 1986 a quasi la metà di quelli del 2002 e del 2009.

Immigrazione in tempi di crisi. Nell'Unione europea il tasso di disoccupazione tra i lavoratori immigrati è aumentato nel periodo 2007-2009 del 3,1%, a fronte di un incremento dello 0,7% tra gli autoctoni. Anche in Italia è evidente la situazione di difficoltà nella quale si trovano gli immigrati, e non deve trarre in inganno la crescita degli occupati stranieri rilevata nel secondo trimestre del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008 (+184 mila), legata semplicemente alla crescita della popolazione straniera, perché contestualmente è diminuito il tasso di occupazione dello 0,7%. Negativi anche i dati sugli stranieri disoccupati o in cerca di lavoro, cresciuti nell'ultimo anno rispettivamente del 2,2% e del 40,8%. Nel biennio 2007-2008 le compravendite di abitazioni concluse da immigrati sono diminuite del 23,7% e si stima un'ulteriore contrazione del 12,6% nel 2009 (la prima parte dell'anno ha fatto registrare una diminuzione del 40%). Anche la quota di mutui immobiliari accesi dagli immigrati è in costante calo dal 2006, quando corrispondeva al 10,1% del totale, poi scesa al 7,6% a fine 2008 e al 6,6% all'inizio del 2009. È in crescita, invece, il flusso di rimesse in uscita dall'Italia, ma solo in ragione dell'aumento del numero degli immigrati: gli importi complessivi sono aumentati del 5,6%, ma è netta la diminuzione delle rimesse pro-capite (-9,6%). L'unico dato in controtendenza riguarda gli imprenditori stranieri, aumentati del 2,4% tra la fine del 2008 e la prima metà del 2009 (ormai rappresentano il 6% della classe imprenditoriale in Italia).

L'integrazione parte dalla salute. I servizi sanitari pubblici sono molto conosciuti dagli stranieri residenti in Italia: l'89,4% conosce/utilizza il medico di base, l'84% la Asl e l'81,1% il Pronto soccorso. Servizi apprezzati dall'utenza straniera: il 48,4% è soddisfatto e il 33,1% mediamente soddisfatto del Servizio sanitario nazionale, il medico di base raccoglie giudizi positivi nel 70,1% dei casi, la Asl nel 69,8% e il Pronto soccorso nel 64,5%. La salute degli stranieri sembra comunque migliore di quella degli italiani: l'85% degli stranieri di sesso maschile e il 75,1% delle femmine affermano di sentirsi "bene/molto bene", a fronte di dati che tra gli italiani si fermano rispettivamente al 75,5% e al 68,1%. Nelle quattro settimane precedenti l'intervista, il 22,8% degli stranieri residenti in Italia ha sofferto di una malattia acuta, mentre tra gli italiani la percentuale sale al 27,4%. Resta da sfatare il pregiudizio che vede negli immigrati i responsabili di una possibile recrudescenza delle malattie infettive in Italia: negli ultimi dieci anni i nuovi casi di tubercolosi diagnosticati sono diminuiti del 16,5% a fronte di una crescita della popolazione straniera residente del 232,2%.

Fonte: Censis

Per informazioni:
www.censis.it

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