Riforma della cittadinanza

Il seminario del 10 dicembre a Roma

Loy: dare un futuro a 700 mila figli di stranieri nati in Italia

Assessore Cecchini: tempi maturi per un nuovo concetto di societ

Marcella Lucidi: superare lapproccio opportunistico sllimmigrazione

 

ROMA, 14 dicembre 2009 - Il tema dei diritti di cittadinanza, un nodo di grande attualit ed importanza per il nostro Paese, in quanto concerne la forma ed il carattere che assumer la nostra societ futura, nonch latteggiamento della politica e della societ civile verso il tema dei cambiamenti multi etnici e culturali della nazione  in cui viviamo. E importante, dunque, confrontarsi su questo terreno, senza steccati e posizioni precostituite, anche perch quasi 700 mila giovani, figli di genitori stranieri, sono nati e vissuti in Italia ed ingiusto condannarli ad una separazione burocratica formale dalla societ che loro stessi contribuiscono a costruire. Al centro del dibattito, dunque, la necessit di adottare (accanto allo Ius sanguinis) il principio dello Ius soli e di semplificare il processo di accesso alla cittadinanza per i lungo-residenti. Proprio questo - la riforma della legge 91 del 1992 (che oggetto in parlamento di 14 proposte di legge) - stata al centro lo scorso 10 dicembre di un seminario di approfondimento diretto ad esperti e operatori dellimmigrazione, ospitato presso la Sala della Pace della Provincia di Roma.

Levento Il diritto e la responsabilit della cittadinanza, stato promosso dallAssociazione Nessun Luogo Lontano, e patrocinato dallAssessorato alle politiche sociali della Provincia di Roma, presente lo stesso assessore Claudio Cecchini.

La giornata stata realizzata sotto forma di forum di studio diretto ad esperti e quadri che operano nel settore dellimmigrazione, ed stata organizzata in collaborazione con Cgil, Cisl, Uil, Ugl, con ladesione e partecipazione attiva delle Fondazioni Altramente, Fare Futuro, Formiche Italianieuropei.

 

Si tratta di una tematica di particolare attualit, visto anche il dibattito (e lo scontro) in corso anche nella politica nazionale: proprio il 10 dicembre, infatti,  stato profilato  uno slittamento dell'approdo in Aula alla Camera delle proposte di legge sulla cittadinanza.  

Per converso, alcuni giorni fa, il Consiglio provinciale di Roma ha approvato la mozione unitaria presentata dai consiglieri del Pd a sostegno del riconoscimento del diritto di voto agli immigrati che risiedono in Italia da pi di 5 anni con regolare permesso di soggiorno; nonch a sostegno della proposta di legge che abbrevia i termini per la cittadinanza a cinque anni invece dei dieci attuali, e d la possibilit ai bambini nati in Italia, da immigrati, di diventare cittadini.  

 

La giornata del 10 dicembre iniziata con un saluto dellassessore alle politiche sociali Claudio Cecchini:  "dal 2004, ha detto, abbiamo avviato un percorso insieme di riflessione e approfondimento su queste tematiche che trovano finalmente cittadinanza nell'agenda politica. Secondo loratore l'immigrazione diventata una componente strutturale della nostra comunit: purtroppo – ha osservato - un fenomeno cos complesso manca di una seria analisi sulle cause che la producono, sulle sue molte dinamiche e sfaccettature e questo anche il motivo, spesso, della inefficacia della risposte.  "Siamo consapevoli che il tema sulla riflessione dei diritti si accompagna a quella dei doveri", ha detto Cecchini secondo cui bisogna fare "attenzione ai temi della legalit. Vogliamo incoraggiare l'immigrazione regolare", ha concluso l'assessore: ma per fare questo, dobbiamo soprattutto rendere possibile un fluido incontro tra domanda ed offerta di occupazione legale. Anche per questo la Provincia ҏ in trincea, per promuovere e  favorire percorsi di integrazione territorio di Roma".

Entrando nel vivo del dibattito sulla cittadinanza che si sta affrontando nel paese e dovrebbe giungere alla Camera, Cecchini ha dichiarato: "Affidiamo alle cure di colf e badanti i nostri anziani e i nostri minori. Crediamo siano maturi i tempi di mettere in agenda il tema della riforma della cittadinanza e quello del diritto al voto per i cittadini immigrati". "Acquisire dal momento della nascita la cittadinanza italiana una necessit", ha detto l'assessore. "Purtroppo nel nostro Paese non cՏ oggi un contesto culturale in favore di queste riforme e il nostro Parlamento far fatica ad affrontare queste tematiche. E' necessaria una maturazione culturale di tutti e un ruolo fondamentale lo dovranno svolgere fondazioni e sindacati", ha concluso l'assessore. 

E seguito poi lintervento di Fabrizio Molina presidente di <Nessun luogo lontano>, associazione che ha promosso liniziativa e che ne ha spiegato modalit e prospettive. Abbiamo deciso, ha detto loratore, di dare alla giornata un taglio di studio e di rimandare ad una successiva iniziativa a gennaio il confronto con i presentatori delle varie proposte di legge. Secondo Molina: Le fondazioni e sindacati hanno fisionomie culturali molto nette e il fatto che si siano messe assieme in uno sforzo di analisi e confronto, dimostra che su temi tanto generali necessario ed anche possibile  superare gli steccati e trovare punti dintesa tra soggetti diversi, anche perch oggi limmigrazione una grande risorsa per tutto il Paese.  Molina ha inteso sottolineare come, a dispetto di quanto avviene nella Politica di Palazzo, il dibattito nella societ civile molto pi concreto. Non ho sentito nessuna affermazione ideologica, ha detto loratore: c' lo sforzo di costruire qualcosa di veramente democratico senza teoremi indimostrabili. Questo di incoraggiamento, ha concluso.

 

Per la UIL era presente il Segretario Confederale Guglielmo Loy che ha rilevato lillogicit e la doppiezza della politica italiana in materia di immigrazione, con una impostazione improntata allemergenza per un fenomeno che invece iniziato ormai 30 anni fa. Il tema della cittadinanza importante – ha rilevato Loy – in quanto rimanda al modello futuro di societ che vorremmo. Dato che su questo argomento ci sono in politica profonde divisioni, il tema dellimmigrazione e dei diritti alla persona suscita  grandi passioni e scontri. Per loratore, la battaglia per un nuovo modello di cittadinanza necessita non solo il dover convincere la maggioranza dei parlamentari chiamati poi a votare la nuova legge, ma soprattutto lopinione pubblica e la maggioranza degli italiani, che non scontato siano oggi favorevoli ad una riforma di questa portata. La verit, ha detto Loy, che siamo il paese delle ambiguit e delle incoerenze: se un argentino gioca in nazionale e gli danno subito il passaporto italiano, nessuno si scandalizza. Se il diritto di voto viene dato al nipote di un italiano nato in Brasile e mai venuto in Italia, va tutto bene. Invece ai figli degli immigrati, nati nel nostro Paese, che hanno studiato assieme ai nostri figli, che parlano il dialetto della citt in cui vivono, a loro questo diritto non spetta, e debbono aspettare i 18 anni per fare la domanda di cittadinanza italiana. Per gli altri immigrati poi  ci inventiamo un sistema di cittadinanza a punti basato sul merito, mentre rendiamo pi difficile la cittadinanza per diritto di matrimonio.

Loratore ha ricordato come: abbiamo nel nostro Paese quasi 700 mila ragazzi e bambini nati in Italia che sono trattati da migranti senza esserlo mai stati, abbiamo stranieri che vivono e lavorano onestamente da anni assieme a noi e che rischiano lespulsione se perdono il lavoro, come successo a quel senegalese a Ravenna, portato con la forza su di un aereo diretto al suo Paese, sono per non aver trovato un nuovo lavoro dopo il licenziamento.

Non questa la politica giusta a far convivere civilmente unItalia sempre pi multi etnica – ha detto Loy, per questo motivo legittima la necessit di una battaglia sulla riforma della cittadinanza e sul diritto di voto amministrativo agli immigrati lungo residenti-

Loy ha concluso ricordando che questa doppiezza sullimmigrazione anche dentro di noi e va prima di tutto superata culturalmente.

Per Marina Porro,  Segretaria Confederale Ugl: garantire il diritto di voto a coloro che stanno sul territorio la cosa pi normale che possa esistere. L'approccio del sindacato diverso dalla politica di palazzo, ha spiegato Porro rispondendo alla sollecitazione di Molina rispetto alla differenza di approccio tra la politica partitica e quella della societ civile e del sindacato nei confronti dell'immigrazione.  Noi – ha spiegato loratrice - siamo obbligati a sentire la gente, abbiamo tempi pi veloci. L'ideologia non nulla di male se non diventa lo scudo per far valere questioni indimostrabili ma il nostro contatto con la realt ci obbliga a riflettere profondamente.  Il mio sindacato, su questo tema, parte dal rispetto della dignit della singola persona umana. Un principio che deve superare tutti gli altri.

Quanto alle politiche da intraprendere la sindacalista dell' Ugl ha detto che bisogna uscire da un' ottica puramente emergenziale. E poi un auspicio: Speriamo che in Parlamento si trovi una mediazione positiva nell'interesse dei cittadini stranieri attuali e del nostro Paese perch la situazione dei diritti non ha n colore politico n colore di parte.

Questo Paese – ha concluso Porro - ha bisogno di tutti quelli che vivono qui a prescindere da dove vengono e da dove andranno.

Graziella Mascia, presidente della Fondazione Altramente, ha ricordato come la cittadinanza sia un diritto soggettivo universale quindi non limitabile nei confronti di nessuno, italiano o meno. Certo, ha detto Mascia, giusto che esistano dei vincoli nelle legislazioni, ma questi debbono necessariamente essere vincoli inclusivi. La questione della cittadinanza, infatti, va vista in un insieme di garanzia di diritti, ha detto loratrice. E questo  un tema che ha assunto, secondo la dirigente di 'Altramente', una rilevanza europea e mondiale.

Bisogna promuovere modelli di cittadinanza inclusivi ed espansivi. Da qui trovare la giusta mediazione sul piano parlamentare, ha concluso Mascia.

Riprendendo il discorso di Loy, Marcella Lucidi – responsabile del gruppo immigrazione della Fondazione Italianieeuropei – ha riconosciuto come in materia di diritti fondamentali della persona e di immigrazione,  si alimenti in politica un doppio gioco che dura da 30 anni. Il problema principale, ha ribadito Lucidi, che limmigrazione un processo che lItalia ha subito, ma non governato. In questo modo non si sono comprese le cause dei flussi migratori e si sono spesso elaborate risposte semplicistiche, allinsegna dellemergenza. Unimmigrazione arrivata soprattutto in forma irregolare, ha detto loratrice, ha creato i presupposti per una sorta di <condanna alla criminalit sociale> di tutti gli immigrati, la cui condizione stata tenuta  rinchiusa dentro un cono dombra dei diritti.

E prevalsa – ha detto Lucidi – una concezione giuslavoristica dellimmigrazione, buona solo quando funzionale alle esigenze della nostra economia, ma pronta a scaricare gli immigrati alla prima occasione di crisi. In questo modo, chi straniero destinato a rimaner tale in eterno, cos anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri, sono condannati ad essere migranti senza essersi mai spostati dalle proprie citt.

Se non si supera culturalmente questa concezione opportunistica di approccio allimmigrazione, ha detto loratrice, condanneremo la societ ad una grave frattura interna, con conseguenze incalcolabili per il nostro futuro.

Per questo motivo, ha concluso Marcella Lucidi, un dibattito sulla cittadinanza oggi non riguarda i loro interessi, ma quelli di noi tutti.

Piero Soldini, responsabile immigrazione Cgil, si detto pessimista sul futuro del dibattito in Parlamento in materia di diritti di cittadinanza, e diritto di voto per gli stranieri lungo residenti.

Al contrario, ha detto loratore, il clima che si respira nel Paese quello di una profonda restaurazione e chiusura verso chi non nato in Italia. Soldini ha fatto riferimento a gravi episodi di xenofobia e  razzismo quali liniziativa antistraniera di Boccaglio, denominata white Christmas (nel senso di natale bianco, non di bianco natale), e quello ancor pi grave avvenuto nel bresciano, dove un datore di lavoro ha sparato al proprio dipendente che chiedeva il pagamento degli stipendi arretrati. Tutti episodi, ha detto Soldini, che portano in s le conseguenze del clima anti immigrati, lanciato dal Governo con le norme razziste contenute nel pacchetto sicurezza.

Soldini ha negato che la proposta Sarubbi Granata sia davvero bipartisan, in quanto non rappresenta la posizione di una parte della destra e della sinistra, ma solo lespressione delliniziativa di singoli parlamentari di buona volont. Per questo motivo, ha continuato loratore, sono pessimista che si arrivi a breve ad una discussione in aula alla Camera delle varie proposte presentate, anzi prefiguro  un blocco delliter parlamentare.

Soldini ha concluso riconoscendo la necessit di un largo confronto tra posizioni diverse, visto che la materia ha un carattere universale e riguarda il futuro della societ che vogliamo. Purtroppo, ha concluso, la strada sar ancora lunga e molto in salita.