Seminario: il diritto e la responsabilit della cittadinanza

Gioved 10 dicembre 2009, Provincia di Roma, sala della pace, ore 9.30 – 13.00


(a cura del Dipartimento Politiche Migratorie della UIL)

Roma, 2 dicembre 2009 – E acceso il dibattito politico sulle proposte di modifica della legge n. 91/1992 che regola laccesso alla cittadinanza italiana. Prima di Natale le 14 proposte di legge presentate da deputati di vai schieramenti arriveranno, anche su richiesta del Presidente della Camera, al dibattito in aula di Montecitorio. Il tema dei diritti di cittadinanza, infatti un nodo di grande attualit ed importanza, in quanto concerne la forma ed il carattere che assumer la nostra societ futura, nonch latteggiamento della politica e della societ civile verso il tema dei cambiamenti multi etnici e multi culturali della nazione  in cui viviamo. Per questo motivo la UIL ha ritenuto interessante aderire e partecipare allorganizzazione di un seminario promosso dallAssociazione Nessun Luogo Lontano, dal titolo: <il diritto e la responsabilit della cittadinanza>, che si terr il prossimo 10 dicembre presso la Provincia di Roma. Importante, sia per i contenuti del dibattito prefigurato, sia per le modalit di impostazione dello stesso evento.

Sui contenuti: la nostra convinzione che la trasformazione etnica e culturale in atto da tempo nella nostra societ non possa essere regolata da norme pensate quasi ventanni fa quando la presenza di stranieri nel nostro Paese era residuale. Oggi necessario ripensare al concetto di cittadino ed alle regole di convivenza in un consesso civile sempre pi ricco ed eterogeneo. E in atto da dieci anni un grande cambiamento sociale, un cambiamento per che, se non governato, rischia di produrre profonde lacerazioni nel tessuto civile. Purtroppo i segni di questi conflitti sono gi visibili, prodotti dal non governo della pressione migratoria e dal conseguente dumping sociale che si produce con una immigrazione forte e disordinata. I processi, dunque, debbono essere capiti e temperati, ed alle nuove sfide dobbiamo saper dare le risposte giuste, pena pesanti effetti di rigetto da parte della popolazione italiana, ed una pericolosa emarginazione di una minoranza che ormai conta oltre l8% della nostra popolazione ed in continua crescita. Noi pensiamo che linsieme di costumi, religioni, comportamenti diversi sono un fattore di ricchezza per la crescita civile, economica e culturale della nostra societ, ma essi vanno inquadrati in un nuovo insieme di regole e comportamenti comuni che permettano alla diversit di riconoscersi in un unico progetto civile di maturazione della societ. Questo nuovo quadro di regole, per, non pu essere concepito e ridursi con il  tenere a bada la spinta migratoria. O, altrettanto peggio, assimilare le altre culture chiedendo loro semplicemente di annullarsi nella nostra. Lintegrazione un processo che non a senso unico; per funzionare deve saper mediare aspetti differenti e qualche volta in collisione, anche al fine di valorizzare le diversit, non respingerle, in modo che limmigrazione sia una risorsa, non un problema. In questo senso, fermo restando che chi vuole la cittadinanza italiana deve rispettare le leggi e le regole che si scelgono insieme, non si pu pensare di farle noi da soli queste regole: esse vanno mediate con le esigenze e le proposte dei nuovi venuti. CՏ poi laspetto dellintegrazione: questa non potr mai andare avanti in modo armonico se continuiamo ad escludere dal diritto ad essere italiano chi (sia pure figlio di stranieri) nato nel nostro Paese o che vi giunto da piccolo ed ha concluso qui il ciclo scolastico. Se vogliamo che i figli degli immigrati si sentano davvero italiani dobbiamo mostrare loro che teniamo in dovuta considerazione il loro punto di vista e le loro aspirazioni e richieste. In questo senso il principio dello Jus sanguinis va aggiunto a quello dello jus solis, gi adottato in molti Paesi europei. Agli altri stranieri, che hanno dimostrato di essere onesti e di lavorare e vivere assieme a noi da molti anni, dobbiamo dare la possibilit di una legge equa che permetta una cittadinanza nei tempi e nei modi giusti. Noi non siamo per un principio meritocratico di accesso alla cittadinanza (che anche un diritto per chi lungo residente da noi), pensiamo per che chi chiede la cittadinanza, debba davvero volerla e debba conoscere in maniera adeguata la lingua e le leggi italiane. Siamo anche convinti che una buona e duratura legge non pu essere solo fatta da una parte politica: per questo motivo abbiamo apprezzato la presentazione di una proposta di legge a carattere bipartisan e ci auguriamo che il dibattito in Parlamento sappia produrre una sintesi positiva di tante proposte presentate.

Per quanto riguarda il metodo organizzativo dellevento del 10: il seminario a porte chiuse e diretto ad un numero ristretto di esperti ed operatori in materia di immigrazione. Lintero movimento sindacale si messo a disposizione per approfondire il tema e  confrontarsi con importanti Fondazioni di carattere politico (FareFuturo, Italianieuropei, Altramente, Formiche). Lobiettivo quello di approfondire la tematica dei diritti di cittadinanza e lanciare proposte innovative. Sarebbe importante anche, a nostro avviso, che levento si concludesse con una iniziativa di carattere generale, come ad esempio una campagna sul tema dei diritti di cittadinanza, magari con una raccolta firme e linvito al Parlamento ad essere coraggioso e decidere di riformare una legge tanto importante per il futuro della nostra societ.