Lampedusa: diritti umani a rischio

 

Simone Perolari

Dallo scorso dicembre, oltre 1000 persone di diverse

nazionalit sono sbarcate sull'isola siciliana di Lampedusa. Secondo dati

dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), circa il 75 per cento

delle 36.000 persone arrivate in Italia via mare nel 2008 ha presentato domanda

d'asilo. Circa la met ha ottenuto lo status di rifugiato o stata comunque

protetta dal rimpatrio forzato.

 

A gennaio il governo ha messo in atto nuove politiche secondo le quali le

procedure di identificazione e di asilo vengono svolte mentre i migranti si

trovano detenuti sull'isola di Lampedusa. Questa decisione ha aumentato le gi

diffuse preoccupazioni relative all'accesso a procedure corrette e a una

rappresentanza legale adeguata.

 

Secondo una dichiarazione del ministro dell'Interno del 23 gennaio, circa

1600 migranti, arrivati a Lampedusa nelle due settimane precedenti, erano a

quella data detenuti sull'isola. Almeno 150 migranti risultano essere gi stati

rimpatriati dal 1 gennaio. Il 28 gennaio, durante una conferenza stampa, il

ministro dell'Interno ha dichiarato che, in base a un accordo stipulato tra

l'Italia e la Tunisia sul rimpatrio dei migranti irregolari, 500 migranti

tunisini sarebbero stati rimpatriati nei due mesi successivi. Il 3 febbraio,

inoltre, il ministero dell'Interno ha annunciato che 120 migranti irregolari

sarebbero stati rimpatriati immediatamente in Tunisia.

 

Il centro di detenzione in cui si trovano i migranti stato costruito per

accogliere 850 persone. Il 23 gennaio, l'Unhcr ha espresso preoccupazione sulle

condizioni di vita nel centro di detenzione e ha chiesto alle autorit italiane

di intraprendere tutte le azioni necessarie per affrontare la difficile

situazione umanitaria in cui si trovano i detenuti. Secondo una dichiarazione

rilasciata dall'Unhcr il 9 gennaio, "ai richiedenti asilo deve essere permesso

di sbarcare in un posto sicuro dove possano ricevere informazioni sui loro

diritti e avere una reale opportunit di formulare una domanda di asilo che

venga valutata in base a una procedura equa. Rimandare indietro i rifugiati in

paesi dove non possono ottenere un'effettiva protezione, potrebbe rappresentare

una violazione degli obblighi internazionali presi dagli stati di rispettare il

principio del non-refoulement (non respingimento)".

 

Il Segretariato Internazionale di Amnesty International ha lanciato un

appello urgente al governo italiano affinch "i migranti attualmente detenuti a

Lampedusa non vengano rimpatriati forzatamente in un paese in cui possano

rischiare di subire gravi violazioni dei diritti umani, in linea con gli

obblighi dell'Italia in quanto stato parte della Convenzione 1951 sui Rifugiati

e della Convenzione contro la tortura".

 

Tutti i migranti detenuti sull'isola sono infatti a rischio di rimpatrio

forzato senza la possibilit di opporsi al rimpatrio nell'ambito di procedure

effettive di controllo giudiziario e con il rischio di un mancato accesso alla

procedura d'asilo. Qualora rimpatriati in assenza di queste garanzie,

potrebbero trovarsi a rischio di subire torture e altre gravi violazioni dei

diritti umani.

 

L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del

Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che "il diritto

internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere

a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e

soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui

si troverebbe a rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani".

 

Firma l'appello per i migranti a rischio di rimpatrio illegale!