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Interventi e interviste

Interviste - Capo Dip. per le libertà civili e l'immigrazione - Mario Morcone

19.02.2009

«La scintilla? Il rimpatrio forzato di 100 stranieri»

Intervista al quotidiano Il Messaggero

Morcone: «Ci finanzia l'Unione Europea, l'Italia partecipa per il 40%»

Intervista di Corrado Giustiniani

Tira un sospiro di sollievo Mario Morcone, il prefetto che guida il Dipartimento libertà civili e Immigrazione del ministero dell'Interno: «Tutto è calmo, tutto sotto controllo. L'incendio ha fortemente danneggiato una delle quattro palazzine destinate a camerata, le persone sono rientrate nelle zone agibili».

Qual è stata la scintilla?
«Appena hanno saputo che stavamo riportando in Tunisia 100 migranti irregolari, un gruppo di connazionali ha iniziato lo sciopero della fame. Erano i più agitati, quelli che temono maggiormente il ritomo a casa. C'è stato un litigio con chi voleva invece riprendere il cibo, il tentativo di forzare i cancelli, stavolta non riuscito per via dei blindati, e allora hanno appiccato il fuoco».

Il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, ha chiesto la testa di Maroni.
«Il sindaco protesta da quando lo conosco, prima perché c'era il centro di Accoglienza, ora perché c'è il centro di Identificazione, prima sembrava ostile agli immigrati, ora appare pieno di umanità. Credo che punti a un risarcimento, e lo fa in forme che lasciano perplessi».

Per l'Alto Commissariato Onu il 75 per cento degli sbarchi è dato da chiedenti asilo, non migranti economici.
«Certo che sì, ma questi li destiniamo altrove, così come abbiamo dirottato altrove donne e bambini. Nel centro, al momento della rivolta, c'erano solo migranti per lavoro».

La chiave di volta sono gli accordi di riammissione?
«Sì, ne abbiamo una trentina, e quelli con Tunisia ed Egitto sono molto efficaci. Un altro è stato appena siglato dal capo della Polizia Manganelli con la Nigeria. In cambio di quote di lavoro regolare, i paesi li riprendono indietro».

Gli irregolari vengono rimpatriati in aereo. È un'operazione costosa?
«In gran parte è l'Unione europea a finanziarci. Infatti utilizziamo il 'Fondo per i rimpatri', coattivi ma anche volontari e assistiti. Per il periodo 2008-2013 ci sono 111 milioni di euro per l'Italia, compreso nel conto un nostro cofinanziamento del 30-40 per cento».

Il senatore Pietro Marcenaro, presidente della Commissione per i diritti umani, ha trovato il Centro di Lampedusa in condizioni igieniche pietose.
«Per due ragioni. Quando lui è venuto in visita c'erano più di 1000 ospiti, quindi oltre la capienza del Centro, mentre oggi siamo a 860. E poi perché, per protesta, gli ospiti impedivano ai giovani di 'Lampedusa accoglienza' di effettuare le normali pulizie».

Questi centri, di 'detenzione amministrativa', sono stati raddoppiati, da dieci a venti in tutto il paese. Di quanto aumenterà il tempo necessario per identificare i migranti?
«Attualmente siamo a 60 giorni. La Direttiva europea parla di 18 mesi. Ma io credo in Parlamento si possa raggiungere un accordo per un tempo ragionevolmente più breve».





   
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