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Approfondimento

Il testo dell'interrogazione

Question Time alla Camera dei Deputati

MELCHIORRE e TANONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i gravi fatti di criminalità verificatisi in queste ultime settimane, segnati dall'alta incidenza di delitti di violenza sessuale, e il preoccupante clima di allerta sociale che ne è derivato stanno riportando con forza il grave problema legato alle limitate risorse messe a disposizione delle forze dell'ordine per la loro attività di prevenzione, di controllo e repressione di reati sul territorio;
il cosiddetto «decreto sicurezza», approvato dal Senato della Repubblica il 5 febbraio 2009, all'articolo 52, consente alle associazioni volontarie di concorrere all'azione di presidio dei territorio, prevedendo, in particolare, che «gli enti locali, previo parere del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, (siano) legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale»;
all'indomani dei citati gravi episodi di violenza sessuale, il Ministro interrogato ha esaltato il ruolo e la funzione di tali associazioni di cittadini, affermando testualmente che «se ci fossero state le ronde laddove ci sono stati recenti episodi di stupri, forse questi (stupri) non sarebbero avvenuti» ed il Sottosegretario per l'interno Mantovano ha affermato che «c'è una condizione di esasperazione che non va certamente assecondata o giustificata, ma è un dato di fatto e trova una delle cause di spiegazione nelle risposte non adeguate, sul piano della repressione, da parte degli organi deputati»;
tali dichiarazioni, a parere degli interroganti, tendono a spostare pericolosamente l'asse rappresentato dall'azione istituzionale di prevenzione e repressione posta in essere dalle forze dell'ordine rispetto all'azione necessariamente residuale posta in essere dai privati, sia uti singuli sia raccolti in associazioni, o altre tipologie di enti;
la realtà dei fatti, come da ultimo denunciato da la Repubblica di lunedì 16 febbraio 2009, è molto diversa e registra come le forze dell'ordine, a causa dei tagli dissennati al ministero dell'interno non siano ormai più in grado nemmeno di far circolare i propri veicoli, con gravi ripercussioni sulla diretta e capillare azione di prevenzione e repressione dei reati. Mancano i fondi per la manutenzione delle auto e dei mezzi navali, la benzina scarseggia e, per giunta, ci sono i debiti accumulati nel 2008 da ripianare;
il quadro fosco testé descritto è, inoltre, destinato ad aggravarsi ulteriormente dall'imminente venir meno dei principali strumenti di indagine messi a disposizione delle forze dell'ordine e dei magistrati, come le intercettazioni, fondamentali mezzi di ricerca delle prove, ancorate ormai al presupposto dei «gravi indizi di colpevolezza» in luogo dei «gravi indizi di reato», con buona pace dell'efficacia delle indagini -:
quali misure straordinarie in ordine alle risorse disponibili, agli strumenti di indagine ed alle scelte legislative il Governo intenda assumere per consentire alle forze dell'ordine un'effettiva possibilità di operare nel territorio a difesa dei cittadini, senza che tali compiti siano indebitamente attribuiti al ruolo ed alla presenza di ronde, bande o associazioni tra cittadini che dire si voglia.




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