Ddl sicurezza, lItalia non sar pi la stessa

Dal reato di immigrazione clandestina, alla denuncia in ospedale degli irregolari; dalla immersione delle rimesse a nuove tasse sui rinnovi. Il rischio quello di una frattura insanabile nella societ.

(di Guglielmo Loy e Giuseppe Casucci )


Roma, 12 febbraio 2009 - Quando questo insieme di provvedimenti contenuto nel d.d.l. 733 (pacchetto sicurezza) verr approvato anche dalla Camera dei Deputati e diventer  legge dello Stato, lItalia non sar pi la stessa di prima: infatti, la legislazione non sar davvero uguale per tutti, e lo stesso stato di diritto non varr pi nella stessa forma per chi ha cittadinanza italiana e per chi non ce lha. Forse non ce ne siamo accorti, ma il pacchetto di misure proposto dal Governo fin da maggio scorso e, ancora di pi, gli emendamenti in continua proposizione da parte della Lega, stanno cambiando lo status dei 4 milioni di immigrati regolari che lavorano e vivono nel nostro Paese, senza contare la situazione del milione di irregolari: non pi cittadini con diritti formalmente alla pari degli italiani, ma una societ di serie B con norme e regolamenti a parte. Famiglia Cristiana denuncia il precipitare dellItalia verso leggi razziali. Un concetto certo radicale, anche se non del tutto privo di fondamento. Sono comunque norme volte ad aumentare la separazione tra italiani e non: dalla titolarit dei diritti, al godimento dei servizi; dalle condizioni di lavoro alle condizioni di vita nelle citt. Stabilito che la crisi economica e sociale rendeva gli italiani meno disposti alla solidariet e che in una fase di crisi didentit le societ tendono naturalmente a chiudersi in se stesse, bastato per qualcuno indicare nello straniero il nemico, ed il corresponsabile del malessere degli italiani. Fatti di cronaca ingigantiti, si sono aggiunti alle situazioni di dumping sociale nei luoghi di lavoro e nello (scarso) godimento dei servizi pubblici: pi che sufficiente per far votare il partito pi antistraniero e pi che sufficiente per aumentare il grado di insofferenza verso gli immigrati. Non cՏ resistenza culturale o indignazione pubblica allo scempio del diritto che si sta compiendo con il ddl sicurezza: dal reato dimmigrazione clandestina (espulsione senza nulla osta del magistrato),  allaggravante di clandestinit (pena aumentata di un terzo); dallopzione di denuncia da parte dei medici, allobbligo di denuncia dei funzionari dei money transfer per gli irregolari; dalle classi dingresso per bambini stranieri, al permesso di soggiorno a punti e supercostoso. In fondo la Lega ha gi vinto culturalmente, perch ha capito prima degli altri i cambiamenti sociali in corso e che il non governo dellimmigrazione produceva lacerazioni sociali evidenti. Forse la politica  ad essere arrivata tardi. Certo che oggi pi difficile risalire la china della solidariet, e che lopinione pubblica pericolosamente pi vicina a chi mostra i muscoli e incita ad essere cattivi con i malcapitati, privi di permesso. Questa politica, certo porter voti a qualcuno, ma chiaro che destinata solo ad aggravare i problemi. Come UIL crediamo che non con i proclami che si ferma limmigrazione clandestina. Essa, anzi, destinata ad aumentare vista la virtuale chiusura dellItalia allimmigrazione regolare. La Uil ha recentemente denunciato la metastasi nella diffusione del sommerso: oggi questarea produce da un quarto ad un terzo del PIL nazionale, e d lavoro ad un crescente esercito di irregolari: come si pu pensare che non vengano in Italia clandestinamente, quando sanno che pi facile trovare lavoro nero, piuttosto che regolare e che la trafila burocratica li condanner a rimanere fuori? Inoltre, la crisi economica colpisce prima di tutto il lavoro immigrato, aumentando il rischio dellaumento dellirregolarit. Non si pu credere davvero che una persona, straniera di nascita, ma con famiglia ed interessi radicati in Italia, abbandoni tanto a cuor leggero il progetto della sua vita e torni nel suo paese solo perch ha perso il lavoro ed in sei mesi non ne ha potuto trovare uno nuovo. Ancora, i demografi consigliano di guardare i processi sociali almeno nel medio periodo e le loro simulazioni econometriche dicono che lItalia continuer a necessitare di almeno 300 mila nuovi immigrati lanno nei prossimi 20. Se non sciogliamo, allora, il nodo dei meccanismi dingresso e se non mettiamo davvero in grado di far incontrare fluidamente domanda ed offerta di lavoro regolare, il rischio di ritrovarsi con un esercito di persone in condizione di irregolarit, intrappolate nel lavoro nero e senza futuro, disperate e dunque livide di rancore ed aggressive nei confronti degli italiani. E tempo, noi della UIL crediamo, di guardare al tema immigrazione con un approccio radicale, spogliandoci dei vecchi concetti e delle vecchie sicurezze e ricercando soluzioni tutti insieme, al di l delle ideologie della destra e della sinistra, anche con chi la pensa in modo radicalmente diverso da noi.

Il primo punto riguarda gli ingressi: siamo in fase di crisi economica? Daccordo, allora misuriamo bene il numero delle persone necessarie da far entrare ma, prima di tutto, risolviamo in qualche modo lenorme estensione delle presenze di immigrati irregolari in Italia. Pensiamo davvero di poter espellere un milione di persone? E moralmente giusto farlo? E materialmente possibile in Europa? Quanto ci costerebbe? E Cosa succederebbe nel mercato del lavoro e delle famiglie? Noi della UIL crediamo che non sia giusto n possibile farlo e che vada privilegiata una qualche forma di emersione, magari in contrapposizione allopzione di nuovi ingressi. Tanto lo sanno tutti che i decreti flussi vengono utilizzati da chi sta gi qui. Rendiamolo palese allora, almeno eviteremo a questa gente di dover tornare inutilmente in patria per avere l il visto dingresso per motivi di lavoro.

Il secondo punto quello che gli inglesi chiamano pull factor dellimmigrazione irregolare. Da noi chiaramente leconomia sommersa ad attrarre i senza permesso. Forse se fossimo pi fiscali nel punire chi sfrutta i migranti irregolari, faremmo un favore a questi malcapitati  e soprattutto alleconomia italiana. La UE ha recentemente approvato una direttiva per colpire i datori di lavoro che impiegano migranti in nero. La nostra normativa gi punisce in teoria chi assume un irregolare, ma finora solo sulla carta. Rendiamo pi fiscali le misure per combattere il sommerso, ma attenzione a non colpire chi vorrebbe regolarizzare il proprio lavoratore immigrato, ma non pu a causa della presente normativa.

Il terzo punto, proprio la normativa sullimmigrazione: cos comՏ oggi, si ottiene lopposto di quello che proposto in teoria. La Bossi Fini non fa incontrare domanda ed offerta di lavoro immigrato legale; al contrario: rende virtualmente impossibile entrare regolarmente per lavoro. Inoltre, oltre un milione di persone aspetta da pi di un anno un rinnovo che, quando arriver, sar gi scaduto. Cos non va . Il meccanismo troppo farraginoso e va semplificato radicalmente, pena laumento delle irregolarit. La Bossi Fini va, a nostro parere, riformata. Non crediamo di avere la verit in tasca e siamo disposti a discutere con tutti, soprattutto con il governo in carica,  soluzioni condivise e bipartisan. Cgil, Cisl e UIL hanno chiesto da quasi un anno di incontrare il Ministro Maroni per parlare dei problemi veri e trovare soluzioni condivise. Perch non ci riceve, Sig. Ministro? Il sindacato rappresenta oltre 700 mila lavoratori stranieri e anche noi, come Lei, crediamo di poter essere utili nella ricerca di soluzioni  e siamo dalla parte della legalit. Una cosa appare certa: la politica degli annunci (cattivi) servir forse a spaventare gli indifesi che magari non utilizzeranno mezzi legali per mandare i soldi alla propria famiglia e non andranno, purtroppo, neanche a farsi curare in ospedale. Non spaventa comunque chi rischia la vita per attraversare il deserto ed il Mediterraneo. Continueranno a venire, Sig. Ministro, soprattutto come overstayers. E ripetiamo a Lei, quanto abbiamo gi detto al precedente Esecutivo: una societ democratica non pu tollerare a lungo una forte presenza di irregolari e condizioni di dumping sociale, senza che questo provochi lacerazioni di cui abbiamo testimonianza tutti i giorni  sui giornali ed in televisione.