Le stalle di Augia - Niuus
Chiedendo scusa ai lettori pi colti, si ricorder che la pulizia
delle stalle di Augia, o Augias, piene di una quantit inverosimile di merda,
fu una delle dodici fatiche di Ercole, e non tra le pi leggere. Chi avesse
poca dimestichezza coi miti greci avr pur rinverdito tale nozione leggendo
Montale, Botta e risposta I (in Satura):
II
Uscito appena dalladolescenza
Per met della vita fui gettato
Nelle stalle dAugia.
Non vi trovai duemila bovi, n
Mai vi scorsi animali;
Pure nei corridoi, sempre pi folti
Di letame, si camminava male
E il respiro mancava; ma vi crescevano
Di giorno in giorno i muggiti umani
(...e andatevela a rileggere tutta, che fa bene allanima..)
1. Lanzichenecchi – 22 febbraio 2009
Prologo
Nonostante le arie signorili e labito firmato (o proprio per
questo, direbbe Proust, che di signorilit si intendeva), Corrado Augias uno
di bocca buona, e di maschio e rude parlare. Alcune sue prestazioni, in questo
campo, sono memorabili, e in molti le proponiamo nelle analisi e nelle
esercitazioni sulla performativit del razzismo perbene.
Un precedente
Rammentiamo in molti, e lo ricordiamo ad altri quasi
quotidianamente quando, sbigottiti, ci si sforza per cominciare a capire
limplosione della cultura democratica in Italia, lospitalit che lineffabile
Augias forn il 7 maggio 2007 a tale Poverini, che tra le altre amenit
scriveva: Di fronte agli stupri che avvengono, troppo frequentemente, in varie
citt italiane, mi chiedo: e se io stuprassi una giovane araba alla Mecca o a
Casablanca, se venissi preso dalla locale polizia a cosa andrei incontro? E se
a Bucarest, in metropolitana, avessi accoltellato un giovane rumeno per una
spinta ricevuta, che mi avrebbero fatto le locali autorit?. Invece di prendere
le distanze da uno che ipotizzava di stuprare una giovane alla Mecca o di
accoltellare un ragazzo in metro per una spinta, Augias si produsse in
una performance che ingiustamente non pubblic come libriccino a se stante, per
la gioia del pubblico, glissando sulla poco signorile richiesta di reciprocit
nella presunta depenalizzazione dello stupro e proponendo, tra laltro, uno
slogan che ebbe un immediato, ancorch melmoso, futuro.
Non di destra, disse il mellifluo Corrado, reclamare una cultura
della legalit che valga per tutti. Non si capisce cosa centrasse la
cultura della legalit con i deliri del Poverini, e chi cerc di rispondere con
trenta righe agli oltre 10.000 caratteri della lettera del Poverini fu
regolarmente cestinato, a meno che non si piegasse ad indirizzarsi a un Forum,
rispondendo a una domanda augiasiana: Ǐ razzismo chiedere che tutti -
immigrati, rom - rispettino le leggi e che chi sbaglia paghi? Voi cosa ne
pensate? . Le risposte di quel Forum, o almeno una loro antologia, andrebbero
oggi pubblicate, per studiare quanto, come scriveva il grande linguista Ducrot
trentanni fa in unenciclopedia trascurata da analfabeti tuttoscriventi, la
formulazione subdola di un sondaggio dopinione possa richiamare lattenzione e
orientare le risposte di ragazzotti perbene e quarantenni felici di gettare la
maschera, fornendo loccasione a leaders politici irresponsabili (ancorch
democratici) per invocare il sentimento popolare e lopinione della gente
e prodursi in un passaggio sintattico consueto alle dimostrazioni geometriche
per assurdo, il periodo ipotetico del terzo tipo, in cui un vertice di
eccellenza fu segnato da un leader politico di allora, tale Walter
Veltroni, due giorni dopo, guarda caso, su La Repubblica: Caro direttore,
Repubblica ha ospitato ieri in prima pagina la lettera di una persona di
sinistra, colta, attenta a quel che avviene nella sua comunit, che insegna
alle sue figlie i valori della tolleranza e della nonviolenza, e che al tempo
stesso non ne pu pi dei reati compiuti dagli immigrati (e ovviamente non solo
da loro) e chiede sicurezza, pretende legalit, vuole che chi sbaglia paghi.
Qualcuno vede in questo una contraddizione? Un uscir fuori dai binari del
"politicamente corretto"? Se fosse cos questo qualcuno sarebbe a mio
avviso fuori strada, o meglio: sarebbe fermo a schemi che il nostro tempo, e la
vita vera delle persone, si sono incaricati di superare. Sarebbe - se dicesse:
ma se non dicesse? Se non ci si confrontasse con ipotesi assurde (come
due angoli retti un triangolo), ma la realt empiricamente rilevabili?
A volte ritornano
Chi abbia immaginato che alcune attenzioni mostrate su La
Repubblica da parte di opinionisti prestigiosi e autorevoli, seriamente
preoccupati del dilagare del clima razzista nel nostro sciagurato paese (da
Prosperi a Lerner, da Rodot ad Altan), siano bastate ad Augias per riflettere
con un minimo di seriet sul suo contributo a unimmagine paurosa e
grottesca dellimmigrazione, si sbagliava di grosso. Volatile quanto i
temi agitati nei momenti del moral panic, ecco il colto Corrado reagire senza
un minimo di aplomb alle suggestioni pi becere derivanti dalla cronaca.
Sulla Repubblicadi mercoled 18 febbraio, una lettrice corre la
disavventura di chiedere al rubrichista Augias quanti altri stupri, quante
altre donne inquinate per sempre nel corpo e nella mente ci vogliono per una
riflessione, e non per gli scontati proclami sulla sicurezza delle citt?.
La lettrice bene attenta a non imputare gli stupri a stranieri o
romeni, e parla invece di pericoloso disordine nella testa di questi maschi,
non collegando affatto tale disordine morale allimmigrazione, ma a un paese
volgare e superficiale, dove si parla e si mostra come pratica normale tutto
quello che attiene al sado-maso, facendo riferimento alla volgarit di tanti
talk-shaw.
La risposta dellAugias alla malaccorta lettrice (cui va tutta la
nostra solidariet per tale volgare strumentalizzazione, ma anche un monito
severo a non continuare a frequentare certi luoghi poco illuminati, come il
salotto di Augias) un esempio estremo di pervertimento delle parole altrui.
Per questo va riportata per intero – onde evitare negli increduli
giustificati sospetti di fraintendimento.
Non riesco a dimenticare che uno stupro a pochi giorni dalle
ultime elezioni amministrative, le cui circostanze tra l'altro non sono mai
state interamente chiarite, ha permesso all'attuale sindaco di Roma di prendere
un vantaggio decisivo sul suo avversario. Sull'odiosit di questo crimine
primitivo siamo tutti d'accordo. Lo stupro il delitto barbarico per
antonomasia, quello al quale si abbandonata ogni "truppa" di maschi
soli da che mondo mondo. Le compagnie di lanzichenecchi nel XVI secolo, i
"turchi" sbarcati di sorpresa su una qualsiasi "marina", i
reparti marocchini dell'esercito francese nel 1944.
Gli attuali immigrati sono anch'essi una truppa, uomini soli e
spesso disperati, di bassa educazione, deboli freni inibitori. E stato
scandaloso allora lo sfruttamento in chiave elettorale di quegli episodi,
sarebbe imperdonabile sottovalutare oggi il rischio crescente della situazione.
Una rubrica di posta non pu certo presumere di indicare un rimedio. Ma
invitare tutti a guardare con dovuta e preoccupata freddezza al fenomeno,
questo si pu fare.
Gli ultimi episodi sono un indice spaventoso anche perch
possibile che siano solo un inizio. Si ripeteranno, potrebbero avere
conseguenze gravi, prima o poi. Pensare di arginare il fenomeno con dei poveri
soldatini infreddoliti fa ridere. Occorre per cominciare una presenza forte,
frequente, costante delle forze dell'ordine. Sperando che ci siano fondi per
far andare le macchine. Poi ci sono gli altri stupri, quelli fatti in casa, per
cos dire, favoriti dall'atmosfera volgare e superficiale di cui parla Enrica
Bonaccorti. Il rimedio, per quelli, ancora pi difficile. Sappiamo benissimo
perch.
Si noter qui che:
1. Augias sposta immediatamente lattenzione dallo
stupro in s alluso politico che se ne fatto.
2. Solo dopo questo slittamento proclama a nome di tutti
laccordo sullodiosit di un crimine che definisce:
(a) primitivo,
(b) barbarico,
allontanandolo quindi da chi porta il colletto bianco, la giacca e
la cravatta, si rade ogni giorno, va in SUV, sale su un aereo per
praticare turismo sessuale in altri continenti, ecc.
3. Restringe labitudine degli stupri a truppe di maschi
soli, esemplificati con :
(a) i
lanzichenecchi (quelli del sacco di Roma);
(b) i turchi (quelli che
so arivati a la marina);
(c) i marocchini
della Ciociara;
dimenticando episodi che hanno avuto per protagioniste le truppe
italiane, non solo coevi agli episodi ciociari, ma nei Balcani; ma anche
pi recenti (in Somalia, in Mozambico...), forse per lausilio di carri armati
poco barbarici e bottiglie poco primitive;
4. a questo punto, la conclusione di genio: Gli attuali
immigrati sono anch'essi una truppa, date le seguenti caratteristiche:
(a) uomini soli e
spesso disperati,
(b) di bassa educazione,
(c) di deboli
freni inibitori.
Difficilmente abbiamo ascoltato una definizione cos improbabile
di due milioni di uomini presenti in mezzo a noi, dediti con tutta evidenza
soprattutto al lavoro e alla famiglia, e solo per una percentuale infima, molto
al di sotto delluno per cento, accusati di alcunch (soprattutto, in termini
percentuali, di reati come la resistenza o linsulto al vigile, la
scadenza di un documento, la vendita abusiva di accendini).
5. Ce nest quun debut, afferma convinto il non disperato,
non disinibito e di alta cultura Augias, dipingendo a tinte fosche il rischio
crescente della situazione e rappresentando gli ultimi episodi (da cui sono
espunti gli stupri di adolescenti a loro compagne di scuola, perch non
immigrati: solo di questi ultimi Augias ha parlato) come un indice spaventoso
anche perch possibile che siano solo un inizio. Per quanto qui si pu
capire di tanto straparlare, Augias non si basa su una prospettiva o
unargomentazione razionale, ma sta eseguendo un copione, ben conosciuto,
tipico di chi collabora alla costruzione del panico morale: lesagerazione,
lallarmismo, lindicazione ostile di un gruppo sociale adoperato come capro
espiatorio, ecc. Un altro pezzo da esercitazione per chi insegna metodologia
della ricerca sociale, dunque.
6. La chiacchiera da bar finale sui soldatini infreddoliti, sui
poliziotti riscaldati e sulla benzina per i loro automezzi prepara infine
lunico accenno di risposta di Augias alla lettrice. Per gli altri stupri (la
maggior parte di quelli denunciati, con i quali non centrano le truppe di
immigrati, e il 92% di quelli compiuti, non denunciati e perpetrati quasi tutti
in famiglia) i rimedi sono pi difficili (della benzina per gli automezzi alla
polizia). Ma a questo punto, con fare misterioso (per un lettore normale) e
allusivamente complice (per uno che la sapesse lunga come lui), ci lascia
costernati: Sappiamo benissimo perch. Gi. E chi non lo sa, benissimo,
questo perch?