Il commissario cambia le regole

accesso vietato anche ai parenti

 

Campi rom, tesserino per entrare

e alle dieci di sera cancelli chiusi

 

di GIOVANNA VITALE

 

                    

                    

                                   

                                                        

    

                             

         

                                                                              ROMA - Doppio cordone di sicurezza 24 ore su 24: dentro e lungo il perimetro del campo nomadi. Obbligo di identificare chiunque entri: sia i residenti, cui verr rilasciato un tesserino con fotografia e dati anagrafici, sia i visitatori occasionali. Obbligo di annotare tutti gli ingressi su due registri appositi. Divieto di accesso, parcheggio e transito di veicoli e motoveicoli. Divieto di ospitare parenti o amici dopo le 22. Divieto di accendere fuochi fuori dalle aree autorizzate. Sono alcune delle norme contenute nel "Regolamento per la gestione dei villaggi attrezzati per le comunit nomadi nel Comune di Roma" che verr presentato tra domani e venerd.

 

Un lungo elenco di diritti e doveri, requisiti per la permanenza e l'accesso, permessi e modalit di esercizio con cui, d'ora in avanti, verranno costantemente monitorati e controllati i dieci campi rom della capitale. Un numero ancora in via di definizione, per: come infatti precisato dal sindaco Alemanno, ai sette insediamenti gi esistenti sul territorio comunale se ne aggiungeranno presto altri due o tre, da realizzare ex novo in altrettante aree di periferia.

 

Tutti saranno dotati di un ferreo dispositivo di vigilanza, che potr essere rafforzato con l'utilizzo di telecamere: le forze dell'ordine pattuglieranno l'esterno, dentro ci sar un presidio fisso di vigili urbani o, in alternativa, di guardie giurate, che dovranno garantire la sicurezza interna, compilare il registro delle presenze, verificare l'identit dei visitatori e annotare ogni ingresso.

 

Messo a punto dal prefetto Giuseppe Pecoraro nella sua veste di commissario per l'emergenza nomadi, si tratta del primo "testo unico" dei campi romani. L'obbiettivo chiaro: disciplinare in modo univoco la gestione e le regole di condotta cui gli zingari devono attenersi se vogliono essere ammessi negli insediamenti autorizzati, che il Campidoglio gestir insieme a un Comitato consultivo di cui fanno parte, oltre ai rappresentanti del Comune, Asl, vigili del fuoco, polizia, carabinieri e un delegato rom. Gli unici dove i nomadi potranno vivere, una volta che la nuova disciplina entrer in vigore.

 

 

                                                                              Requisiti. Per conquistare la "residenza" nel villaggio, che sar valida per due anni, bisogner ricevere l'autorizzazione del Dipartimento alle Politiche sociali, cui spetta il rilascio del permesso e l'assegnazione in uso delle piazzole di sosta per le roulotte, dei prefabbricati e dei servizi. Dopodich, entro 30 giorni, si verr iscritti nei registri anagrafici della popolazione residente del Comune di Roma.

 

Chi per ha subto una condanna definitiva o un periodo di detenzione superiore a due anni, non si presenti nemmeno: verr respinto. Quanto al resto, gli extracomunitari dovranno essere in possesso di un regolare permesso di soggiorno o titolo equipollente; gli italiani e i cittadini comunitari di un documento di identit valido. Chi non in grado di esibire n l'uno n l'altro, dovr dimostrare la permanenza in Italia da almeno dieci anni.

                                                                            

                                                                              Tessera di identificazione. Per entrare nei campi sar obbligatorio farsi identificare. Perci a tutti gli abitanti, bambini compresi, verr consegnata una tessera munita di fotografia e corredata dai dati anagrafici.

 

                                                                              Doveri. Oltre ad aderire ai percorsi di formazione e integrazione eleborati dal Campidoglio, i residenti nei campi dovranno seguire precise regole di condotta. Fra cui: divieto di ospitare persone non registrate o comunque non autorizzate; divieto di accendere fuochi fuori dalle aree appositamente attrezzate e comunque mai bruciare materiale inquinanti o pericolosi; divieto di accesso, parcheggio e transito di veicoli e motoveicoli; garantire l'uscita di parenti o visitatori occasionali entro le 22; pagare le bollette dell'acqua, della corrente e del gas, nonch il canone mensile per l'utlizzo della piazzola di sosta e per i rifiuti; usare solo elettrodomestici a norma.

 

                                                                              Revoca dell'autorizzazione. Pesante la sanzione per chi sgarra: l'espulsione dal campo entro 48 ore dalla revoca. In caso di rifiuto, il sindaco pu chiedere l'intervento della forza pubblica. Perder il diritto a vivere nel villaggio chi viola i doveri e le regole di condotta sopra elencati; abbandona la struttura assegnata all'interno del villaggio per un periodo superiore a tre mesi, salvo non sia stato espressamente consentito; rifiuta pi volte l'inserimento lavorativo; viene condannato, con sentenza definitiva, a oltre 2 anni di carcere per reati contro il patrimonio o la persona; tiene comportamenti che creano grave turbamento alla sicura e civile convivenza.

 

                                                                              Comitato degli abitanti. Al fine di promuovere corrette relazioni tra chi gestisce il campo e gli zingari, viene indetta l'elezione di un Comitato di rappresentanza degli abitanti: cinque membri che restano in carica un anno ed eleggono al suo interno un presidente.

 

                                                                              Presidio socio-educativo. Si occuper di favorire i percorsi di integrazione e scolarizzazione, nonch l'assistenza socio-economica e culturale dei rom. Rester aperto per solo in orario d'ufficio.

                    

         

 

(17 febbraio 2009)