Medici e pazienti irregolari: opzione di denuncia

I danni certi e quelli prevedibili della misura votata al Senato

Di Giuseppe Casucci e Guglielmo Loy

 

Roma, 6 febbraio 2009 - Nella giornata di ieri 5 febbraio nellĠambito della discussione del ddl Sicurezza, il Senato ha approvato la cancellazione dal Testo unico di disciplina dellĠimmigrazione del comma 5 dellĠart.35. Esso recita: ÒL'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non pu˜ comportare alcun tipo di segnalazione all'autoritˆ, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a paritˆ di condizioni con il cittadino italianoÓ.

 

La cancellazione di questo comma, qualora venisse confermata dallĠesame della Camera, comporta la possibilitˆ (e non lĠobbligo) dei medici di denunciare alle autoritˆ la condizione di irregolaritˆ di un paziente straniero che si rivolga alle loro cure. La maggioranza difende il provvedimento sostenendo che il diritto fondamentale alla salute rimane tutelato e che agli stranieri irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie, le cure saranno garantite. LĠopposizione, al contrario, la definisce una barbarie ed unĠinterferenza deontologica al giuramento dĠIppocrate.

 

Una prima riflessione a caldo, da parte nostra,  che - data la forma del provvedimento che cancella la proibizione ai medici di denuncia, ma non  ne prevede lĠobbligo - la probabilitˆ che i medici assieme alla cura aggiungano la delazione alle autoritˆ del paziente irregolare che va a farsi curare da loro, rimane oggettivamente scarsa. Norma non obbliga nessuno a farlo e, comunque, molte associazioni di medici (a partire da MSF) hanno giˆ anticipato la decisione di ricorrere, se necessario, allĠobiezione di coscienza. Anche la Chiesa ha reso pubblica lĠintenzione di chiedere ai medici cattolici di fare  opposizione attiva a questo provvedimento.

 

Non cĠ dubbio, per˜, che lĠobiettivo su cui punta la Lega  lĠeffetto annuncio del provvedimento e la sua rappresentazione mediatica. In effetti i danni prodotti da questo meccanismo sono giˆ in corso da tempo. A conferma, vengono alcuni dati del SSN, secondo i quali da novembre scorso (quando la Lega propose questo emendamento al ddl sicurezza) ad oggi, il numero di stranieri che si sono rivolti alle strutture pubbliche (ed al pronto soccorso, in particolare), sarebbe calato di oltre il 50%.

EĠ evidente che il migrante irregolare, nel dubbio preferirˆ non recarsi nelle strutture della sanitˆ pubblica, ricorrendo a forme alternative di cura.

 

Quello che rischia di succedere ora  facilmente prevedibile, e lo rappresenta bene Aldo Morrone, direttore dellĠIrcss (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) del San Gallicano di Roma .  "Il danno", spiega,  "lo farˆ la paura, la percezione che si ha di questa norma, e il rischio  quello di diffusione di malattie nel territorio; c` il rischio che tutta una serie di malattie non vengano diagnosticate e non siano quindi trattate adeguatamente". "Inoltre - prosegue Morrone - questo apre la strada anche alla possibilitˆ della nascita di mercati clandestini, dove gli immigrati non dovessero pi fidarsi del servizio sanitario pubblico, pu˜ nascere l`offerta di un servizio clandestino, che sfrutti la situazione per guadagnare sproporzionatamente sulla loro pelle. Non dobbiamo dimenticare che attualmente il 35-40% delle interruzioni di gravidanza riguarda donne immigrate.

EĠ giusto ricordare, infine, che per ora il provvedimento non  ancora legge e non lo sarˆ fino a quando i due rami del Parlamento non lo avranno approvato ed il nuovo dispositivo non sarˆ pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Oggi, dunque,  ancora valido il comma 5 dellĠart.5 del TU sullĠimmigrazione, che vieta la denuncia del migrante irregolare che va a farsi curare dal medico o in ospedale.