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Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008 (A.C. 2041-A) (ore 14,43).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche del relatore e del rappresentante del Governo.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e la V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 2041-A).
RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, credo che in quest'Aula dobbiamo tutti riflettere su quello che sta avvenendo in queste ore in termini legalità nei confronti della Commissione parlamentare di vigilanza...
PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, il suo intervento non è sull'ordine dei lavori. Lei potrà trattare, sicuramente, questo argomento a fine seduta, ma non in questo momento, in quanto non strettamente connesso all'ordine dei lavori.
(Esame degli articoli - A.C. 2041-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione
(Vedi l'allegato A - A.C. 2041-A).
Ricordo che da parte dei deputati Mecacci ed altri, tutti appartenenti al gruppo del Partito Democratico, sono stati presentati circa 6.300 emendamenti. Tali proposte emendative incidono tutte sull'articolo 3, in materia di addizionale all'imposta sul reddito delle società, e costituiscono quindici serie a scalare, composte da un numero di emendamenti variabile da un minimo di 49 ad un massimo di 999 (si tratta di cinque serie da 999 emendamenti, di una da 499, di una da 199 e, in fine, di otto serie con numero di emendamenti compreso tra 49 e 98).
Ricordo che, ai sensi articolo 85, comma 8, del Regolamento: «qualora siano stati presentati ad uno stesso testo una pluralità di emendamenti (...) tra loro differenti esclusivamente per variazione a scalare di cifre (...) il Presidente pone in votazione quello che più si allontana dal testo originario e un determinato numero di emendamenti intermedi sino all'emendamento più vicino al testo originario, dichiarando assorbiti gli altri (...) È altresì in facoltà del Presidente di modificare l'ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell'economia o della chiarezza delle votazioni stesse».
In base all'articolo 85-bis, comma 1, del Regolamento, per l'esame in Assemblea dei disegni di legge, i gruppi possono segnalare, prima dell'inizio dell'esame degli articoli, gli emendamenti da porre comunque in votazione, qualora si proceda, in applicazione del citato comma 8 dell'articolo 85, a votazioni riassuntive e per principi. In tal caso è garantita, con riferimento al progetto di legge nel suo complesso, la votazione di un numero di emendamenti non inferiori in media, per ciascun articolo, ad un decimo del numero dei componenti di ciascun gruppo.
Secondo la prassi interpretativa costante, le votazioni a scalare non rientrano tra quelle riassuntive e per principi richiamate dal citato articolo 85-bis. Infatti, per votazioni riassuntive si intendono quelle nelle quali sia posta ai voti, prima degli emendamenti ad essa riferiti, una sezione più o meno ampia del progetto di legge (inciso, periodo, comma, articolo), mentre Pag. 45per votazione per principi si intende quella nella quale, a fronte di una pluralità di emendamenti caratterizzati da un principio unico, si proceda ad una preventiva votazione del principio stesso, e, ove quest'ultimo risulti respinto, si determini la preclusione di tutti gli emendamenti considerati.
In questi casi è fatta salva, anche nel caso in cui i gruppi siano chiamati a segnalare un numero limitato di emendamenti da porre in votazione, l'applicazione da parte della Presidenza dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
In astratto, pertanto, il numero di emendamenti da porre in votazione, individuato ai sensi dell'articolo 85-bis, potrebbe essere quindi ulteriormente ridotto, ove taluni di essi risultino preclusi da precedenti votazioni o si inseriscano in serie a scalare, risultando tuttavia diversi da quelli individuati dalla Presidenza per il voto. Secondo la prassi costante, in caso di votazione a scalare, si pone ai voti, oltre al primo e all'ultimo emendamento della serie, un solo emendamento intermedio.
Ciò detto, premesso che il gruppo del Partito Democratico è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione, la Presidenza, nella sua autonomia, anche tenendo conto del numero degli emendamenti presentati, nell'ambito delle serie a scalare porrà in votazione, tra il primo e l'ultimo degli emendamenti di ciascuna serie, un numero di emendamenti tale da risultare sostanzialmente pari a quello spettante al gruppo in base all'articolo 85-bis, fino ad un totale di 109. Pertanto, nel caso di specie, gli emendamenti segnalati dal Partito Democratico coincidono con quelli che la Presidenza avrebbe comunque posto in votazione.
Avverto, infine, che la Presidenza non porrà comunque in votazione, in quanto incongrui, ai sensi del punto 5.2 della circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997, gli emendamenti da Mecacci 3.6308 a Mecacci 3.6238, volti a posticipare la data di cui al comma 6 dell'articolo 3, che individua nel 31 dicembre 2028 il termine finale di applicazione dell'addizionale IRES dovuta dalle società ed enti commerciali di cui al comma 1 del medesimo articolo 3. Dalla eventuale approvazione di una di tali proposte emendative deriverebbe, infatti, un'incongruità del testo: nell'ipotesi di posticipazione della suddetta data, mancherebbero i criteri di applicazione dell'addizionale, criteri che il testo individua, all'articolo 3, comma 2, lettera b), numeri da 1) a 5), fino all'esercizio in corso al 31 dicembre 2028.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2041-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1
(Vedi l'allegato A - A.C. 2041-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Avverto che è stata chiesta la votazione individuale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 426
Astenuti 6
Maggioranza 214
Hanno votato sì 421
Hanno votato no 5).
Prendo atto che i deputati Di Pietro e Capano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2041-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2041-A).Pag. 46
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, oggi, giorno di Obama, giorno di cambiamento della vita politica negli Stati Uniti (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
FURIO COLOMBO. ...giorno di cambiamento nella vita del mondo, ci apprestiamo a ratificare un Trattato con la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista. Presidente, lei che ha presieduto la seduta anche ieri ricorderà che ho già cercato di dare - lo farò anche oggi, nel breve tempo che mi è concesso e che cercherò di rispettare - un'intonazione non di contrapposizione aspra o della lezione di qualcuno che sa la verità nei confronti degli altri, ma piuttosto di implorazione nei confronti dei colleghi della mia parte e della parte della maggioranza affinché si rendano conto che stiamo facendo qualcosa che ci mette fuori dall'Europa, fuori dai nostri rapporti internazionali, fuori dalla cultura a cui apparteniamo, e dentro una situazione che ha del ridicolo, dello strambo e del misterioso.
Vorrei portare un esempio su tutti: quando ieri ho detto che per la prima volta l'Italia sarà coinvolta nel compito di monitorare le frontiere tra il Ciad e la Libia - un compito che l'Italia non si è assunta in Africa dal 1936 -, il sottosegretario Scotti ha fatto un gesto di esasperazione dicendo: Ma dove sta scritto? Sottosegretario Mantica, gli riferisca che è scritto a pagina 5 della relazione al disegno di legge, laddove si legge che all'articolo 19 del Trattato è prevista l'intensificazione della collaborazione nella lotta all'immigrazione clandestina. Per quanto concerne quest'ultima, in particolare, i Protocolli si impegnano a un controllo delle frontiere terrestri libiche da affidare a società italiane in possesso di competenze tecnologiche necessarie. Chi manderemo, i cittadini dell'ordine? Quali sono queste società italiane che potranno monitorare i confini tra il deserto a cui gli arrivano gli ultimi disperati sopravvissuti e la grande Giamahiria? Come si può immaginare che abbia un senso una frase di questo genere dal punto di vista della nostra legislazione e dal punto di vista della nostra Costituzione (Commenti del deputato Cirielli)? Non vedete, da un lato, l'ombra di torvi affari, società italiane che monitorizzano le frontiere tra il Ciad e la Libia chissà in che modo e con quali strumenti, sfuggendo ad ogni controllo legale e costituzionale, e, dall'altro, la nostra Costituzione e il nostro impianto giuridico? Non è evidente che stiamo andando al di fuori di questa situazione?
Mano a mano che leggete gli articoli di questo Trattato vi accorgerete che stiamo procedendo in violazione della Costituzione italiana, in violazione della Convenzione di Ginevra, in violazione della Carta dell'ONU, in violazione del Patto della Nato. Inoltre, per quanto riguarda alcuni di noi qui dentro, sono molti i membri dell'associazione Italia-Israele. Quei membri affollavano la sala della Comunità ebraica di Roma esattamente la sera in cui il Presidente Gheddafi, uomo - ammettetelo - di cattiva reputazione con cui stiamo diventando alleati militari, stava invocando l'invio di volontari combattenti nell'inferno di Gaza, cioè stava chiedendo più guerra e non più pace! Questa è la persona con cui stiamo per legarci! Possibile che voi quella sera foste tutti affollati nella sala della Comunità ebraica di Roma e oggi votate a favore di questo Trattato militare? Si parla di operazioni militari insieme, si parla di manovre insieme, si parla di basi italiane che non saranno mai usate per offese alla Libia. Si tratta fino al ridicolo - ripeto: fino al ridicolo, colleghi - di fare un lavoro insieme tra i due organi parlamentari, cioè di collaborazione interparlamentare, come se la Libia avesse un Parlamento.
In questo momento stiamo compiendo un atto che ha dello strano, del misterioso, dell'illegale, dell'incomprensibile e dell'anticostituzionale. Vi prego di considerare con attenzione gli aspetti che vi Pag. 47ho sottolineato e i molti altri peggiori contenuti in questa alleanza militare, politica, morale, psicologica e culturale tra l'Italia e questa Grande Giamahiria di pessima reputazione, che al mondo ha dato soltanto l'immagine della sua pessima reputazione.
Vi ricordo che gli italiani che sono stati espulsi dalla Libia non hanno alcuno spazio in questo Trattato. Vi ricordo che non vi è in esso alcuna menzione degli ebrei italiani vittime di pogrom libici nel 1946, nel 1947 e nel 1948: anni dopo la fine della guerra, anni dopo il giorno che noi celebriamo come giorno della memoria. In piena pace democratica del mondo, ebrei italiani uccisi e linciati sulle strade di Bengasi e su quelle di Tripoli: non c'è traccia del loro ricordo.
Si dice che - bontà loro - i libici rinunceranno a celebrare il giorno della vendetta e che il 30 agosto dovremmo cominciare a celebrare un giorno dell'amicizia.
È un'amicizia con molti vuoti, è un'amicizia con molti buchi, è un'amicizia con molti aspetti strani e sospetti, è un'amicizia in un Trattato pieno di illegalità, che vengono ignorate.
Ignoro perché alcuni dei colleghi della mia parte politica voteranno a favore: non me lo so spiegare.
Vorrei ricordarle, signor Presidente - lei non lo ha detto perché vi erano troppi nomi, è naturale - che questi 6.000 emendamenti li ho firmati tutti, nella piena convinzione che si debba fare il possibile affinché il Trattato in esame non venga accettato da questa Repubblica, retta dalla Costituzione nata dalla Resistenza (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alema. Ne ha facoltà.
MASSIMO D'ALEMA. Signor Presidente, vorrei approfittare di questa breve illustrazione degli emendamenti per spiegare anche la mia diversa opinione all'onorevole Colombo e a quanti hanno voluto, presentando oltre 6.000 emendamenti, fare ostacolo alla ratifica del Trattato in esame.
Tale Trattato tra l'Italia e la Libia è il punto d'arrivo di una vicenda molto lunga e molto significativa per la politica estera italiana, che ha impegnato - nell'arco oramai di quasi un quindicennio - diversi Governi del Paese.
All'inizio degli anni Novanta, come molti ricorderanno, la Libia era un Paese isolato nella comunità internazionale, colpito da sanzioni da parte delle Nazioni Unite ed era considerato un pericolo per la sicurezza e la stabilità nel Mediterraneo. Fu in quella fase che l'Italia avvertì anche una speciale responsabilità verso la Libia. Ho ascoltato ricordare molti eventi storici, ma forse vale anche la pena di ricordare che la Libia rappresenta uno degli episodi non gloriosi del colonialismo italiano e che l'esperienza coloniale italiana in Libia si accompagnò anche a crimini contro la popolazione civile libica, la cui vastità colpisce anche lo storico che ormai, dopo molti anni, si accinga ad indagare quelle vicende. Lo abbiamo fatto, nel corso di questi anni, perché uno degli aspetti del rapporto fra l'Italia e la Libia è stato proprio quello di attivare una commissione storica mista, che indagasse sulle vicende della colonizzazione italiana in Libia e, in particolare, durante il periodo dell'occupazione fascista della Libia, sui conflitti e sui crimini che caratterizzarono quell'occupazione.
Ma, a proposito dei nostri alleati, questa azione dell'Italia verso la Libia fu accompagnata dal consenso e dall'incoraggiamento dei nostri alleati, anche perché l'Italia, con molta fermezza, chiese alla Libia del colonnello Gheddafi di adempiere alle richieste delle Nazioni Unite, di accettare cioè un processo internazionale ai libici indiziati per l'attentato di Lockerbie, cosa che le Libia fece, con mediazione italiana e poi con il riconoscimento del Consiglio di sicurezza, che liberò la Libia dalle sanzioni, aprendo la strada ad una normalizzazione dei rapporti diplomatici tra la Libia e i Paesi della comunità internazionale.Pag. 48
Oggi la Libia è un Paese che ha normali relazioni diplomatiche e intense relazioni economiche con tutti i Paesi europei e con gli Stati Uniti d'America.
Con gli Stati Uniti, in particolare, la Libia ha una forte collaborazione in materia di sicurezza, in particolare nella lotta contro il fondamentalismo islamico. Dunque, la Libia non è più un Paese isolato e colpito da sanzioni, al di là delle considerazioni sul suo regime interno. Ho letto, qualche tempo fa, che l'onorevole Berlusconi, in visita a Bengasi, ha definito Gheddafi un modello dal punto di vista della democrazia: si tratta di un'affermazione un po' forte che non mi sentirei in questo momento di condividere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Polledri). Ma non si tratta di questo. Non siamo alla ricerca di modelli, ma si va a normalizzare i rapporti con un Paese vicino con il quale abbiamo un legame antico, un debito storico nonché un partenariato economico molto forte che rappresenta, senza alcun dubbio, per noi, una risorsa irrinunciabile: la Libia è, infatti, uno dei nostri principali partner nel campo della politica energetica e uno dei Paesi che garantiscono la sicurezza energetica dell'Italia. Abbiamo lungamente negoziato questo trattato: io non voglio entrare - perché sarebbe sbagliato in questo momento - in considerazioni che possono essere svolte su aspetti concernenti il modo in cui si è chiusa questa trattativa o le concessioni che sono state fatte. Non credo, tuttavia, che sia il momento, ora, di andare ad esaminare temi che, pure, hanno una loro rilevanza ma che, in definitiva, rappresentano questioni di dettaglio rispetto al significato politico di questo trattato. Esso a mio giudizio, rappresenta, in primo luogo, una scelta importante dell'Italia democratica: con questo trattato noi siamo il primo Paese ex-coloniale che, nel rapporto con una ex-colonia, riconosce la sua responsabilità storica. Ciò credo faccia onore all'Italia democratica, in relazione alla vicenda storica dei rapporti tra l'Italia e la Libia. In secondo luogo, consolidiamo un partenariato importante sotto il profilo economico e della sicurezza del Paese. In terzo luogo - e in proposito vorrei rassicurare tutti - lo facciamo in un quadro di cooperazione con i nostri alleati: l'intesa di cooperazione con la Libia per prevenire l'immigrazione clandestina è una intesa italo-libica-europea, tanto è vero che la decisione di sostenere la costruzione di un sistema di monitoraggio dei confini libici è oggetto di un accordo che la Libia ha stretto con l'Unione europea e non soltanto con l'Italia. L'Unione europea sarà partecipe, peraltro, del finanziamento di questo progetto. Parliamoci chiaro: una politica di prevenzione dell'immigrazione clandestina non la si può porre in essere nel Mediterraneo. I Paesi della riva sud del Mediterraneo sono Paesi di transito dell'immigrazione. O attuiamo questa politica insieme a loro ed in rapporto con i Paesi africani, oppure questa politica non avrà alcun realismo. Ritengo quindi che, nel complesso, questo trattato corrisponda agli interessi del nostro Paese. Non abbiamo mai considerato il regime interno dei Paesi con i quali stipuliamo trattati come una pregiudiziale ad essi: se così fosse, dovremmo cancellare una montagna di trattati. Il trattato in oggetto corrisponde agli interessi del nostro Paese. Ritengo che sia giusto chiedere - come fa il gruppo del Partito Democratico - che, nell'esecuzione del medesimo, che è piuttosto complessa, vi sia un monitoraggio da parte del Parlamento: ciò è ragionevole. Ma non ratificarlo, dopo quindici anni di lavoro e dopo negoziati che hanno impegnato cinque Governi, rappresenterebbe un drammatico errore nonché un gesto incomprensibile non solo per i libici, ma anche per la comunità internazionale (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà). So che le mie parole varranno poco, ma, sinceramente, questi seimila emendamenti mi sembrano un di più rispetto alla necessità di un accordo che, lo ripeto, dopo molti anni, rappresenta un atto dovuto ed utile all'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro e di deputati del Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la posizione dell'Unione di Centro su questo tema così scottante e delicato è, in qualche modo, intermedia tra quella dell'onorevole D'Alema e quella dell'onorevole Colombo. Non siamo insensibili al fatto che vi è un debito storico dell'Italia verso la Libia, né siamo insensibili al fatto che - potremmo citare Marc Bloch e Fernand Braudel - bisogna fare del Mediterraneo un luogo di traffici e di commercio, un mare di pace, dopo che per tanto tempo è stato un confine di guerra. Tuttavia, non possiamo fare a meno di porci una domanda: proprio oggi la Camera doveva decidere su questo provvedimento? Infatti, è trascorso solo qualche giorno dal momento in cui il Presidente Gheddafi, questo nemico giurato del fondamentalismo, incita ad andare tutti volontari a Gaza per ammazzare gli ebrei e distruggere lo stato di Israele. In politica anche i tempi hanno la loro importanza. Non vi è un eccesso di fretta da parte del Governo?
Inoltre, vi sono alcuni aspetti, in questo Trattato, che veramente sono paradossali. All'articolo 2 si dispone che le parti contraenti rispettano il diritto di ciascuna delle parti di scegliere e sviluppare liberamente il proprio sistema politico, sociale, economico e culturale. Ma risulta a qualcuno che in Libia vi siano libere elezioni? Risulta a qualcuno che lì vi sia la libertà di scegliere il proprio sistema di vita, politico, culturale e altro ancora? E allora mi chiedo perché aggiungere a un comprensibile e magari anche giusto incontro di interessi delle parole che suonano offensive per chi in Libia per la libertà ha sofferto, è morto, soffre e muore ancora oggi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del Partito Democratico).
All'articolo 4 si stabilisce la non ingerenza negli affari interni. Esso, infatti, recita che «nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l'Italia non userà né permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia». È stato sollevato il problema se questo sia compatibile con i nostri impegni in sede NATO. Ma ora vi faccio presente un altro problema: i cittadini libici che in Italia si organizzano, non per fare attentati, ma per diffondere l'esigenza di una democrazia in Libia, per lottare per la democrazia in Libia, questi compiono atti ostili? Ho il sospetto che la controparte libica, così leggerà l'articolo 4 del Trattato. Ma andiamo avanti. L'articolo 8 si occupa dei progetti infrastrutturali di base, con uno stanziamento di cinque miliardi di euro. Sarei anche favorevole a tale obiettivo se vi fosse un piano europeo per una grande infrastrutturazione del nord Africa. Tuttavia, in queste condizioni, su basi solo nazionali, rischiano di essere denari buttati via e di andare a sostenere un regime illiberale. Ma non basta. Proseguiamo oltre. Si è fatto accenno al problema del confine sud della Libia. Occorre monitorare il confine a sud della Libia. Ma siamo sicuri di sapere qual è il confine a sud della Libia? Qualcuno di noi è consapevole del fatto che questo confine è in discussione perché nessuno sa esattamente dove finisce la Libia e dove inizia il Ciad? Che in Ciad è in corso una guerra, per il momento raffreddata, tra la Libia e la Francia e che dal Ciad passano i rifornimenti e i sostegni per la guerriglia in Darfur? Qualcuno si è posto il problema al Ministero degli affari esteri?
Veniamo poi alla cooperazione militare. Attiviamo una cooperazione militare con un Paese il quale è il retroterra lontano di diversi focolai di guerriglia e di instabilità in Africa. È questo quello che vogliamo? Nel caso dell'articolo 18, devo rendere un omaggio alla diplomazia dell'ENI, più efficace di quella italiana, a volte. Infatti, l'articolo 18 è veramente utile sia all'ENI sia - indirettamente e entro certi limiti - all'Italia. Infine, l'articolo 21 riguarda la collaborazione nel settore della non proliferazione e del disarmo. Vogliamo fare del Mediterraneo una zona libera da armi nucleari. Certo, ma in Libia questo vuol dire che siamo contrari alla presenza della sesta flotta Pag. 50degli Stati Uniti nel Mediterraneo? È chiaro a tutti questo fatto? E che siamo a favore di una rinuncia unilaterale, da parte di Israele, alla protezione dell'arma nucleare? Siamo tutti consapevoli di questa realtà? Soprattutto, ne sono consapevoli i tanti che, in quest'Aula, si dicono amici e sostenitori di Israele?
Nonostante tutto questo, nell'interesse della riconciliazione e nell'interesse nazionale potremmo anche votare una cosa del genere, se non vi fosse una dimenticanza vergognosa, inaccettabile dei diritti degli italiani, che sono stati cacciati dalla Libia e che hanno perso tutti i loro beni. Si tratta di 20 mila cittadini italiani che sono arrivati nudi. Abbiamo presentato una proposta emendativa, sulla quale chiedo il voto di tutti, che potrebbe indurci a rivedere anche la nostra posizione.
Cogliamo l'occasione per dire che lo Stato italiano ha rinunciato a far valere davanti alla Giamahiria libica i diritti sacrosanti di 20 mila suoi cittadini. Infatti, se l'Italia ha commesso dei delitti e non sono stati questi 20 mila cittadini a commetterli, perché devono pagare loro? Quindi, approviamo questa proposta emendativa e diciamo che lo Stato italiano, che ha rinunciato a far valere questi diritti, si accolla - almeno lui - il compito di soddisfare le giuste domande di questi cittadini. Mi pare un atto minimo di giustizia e su questo chiedo il contributo, il sostegno ed il voto di tutte le forze politiche presenti in quest'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire nella fase della dichiarazione di voto finale, ma visto che su questo articolo 2 si svolge un dibattito politico su questo Trattato, chiedo di esporre brevemente la mia valutazione complessiva.
Come hanno detto l'onorevole D'Alema ed il relatore, vi sono delle buone ragioni per le quali il Governo ha sottoscritto il Trattato, seguendo e completando una trattativa che era stata iniziata dall'Esecutivo precedente. Vi sono delle buone ragioni per intessere dei rapporti con un Paese come la Libia: chiudere certamente delle questioni storiche e forse aprire anche alcune prospettive in termini di rapporti positivi in ordine a molti problemi.
Nello stesso tempo, onorevoli colleghi, non si possono non considerare molte delle considerazioni critiche che hanno sollevato su questo punto i colleghi onorevoli Colombo e, da ultimo, Buttiglione. In particolare, essi hanno sollevato una serie di problemi che riguardano questo Trattato. Due in particolare mi sembrano difficilmente superabili. Vi è una formulazione del tutto insoddisfacente in ordine al problema dei rapporti internazionali, dei nostri rapporti con le alleanze delle quali facciamo parte. È una questione sollevata da molti colleghi radicali e da ultimo dall'onorevole Colombo.
Si dice che vi sia un riferimento nel Trattato ai principi di ordine internazionale ai quali saremo vincolati e con questo accennando al fatto che questi principi comprendono la nostra partecipazione alla NATO; tuttavia, esaminando il testo, formalmente risulta un conflitto tra ciò che sottoscriviamo nel Trattato e gli impegni che derivano dalla nostra partecipazione alla NATO. Naturalmente, ci rendiamo conto o pensiamo che non verrà mai invocata una clausola di questo genere, ma debbo dire che è un elemento di forte riserva leggere in un documento qualcosa che è in contraddizione con gli impegni fondamentali che abbiamo per quanto riguarda la nostra politica di difesa.
La seconda considerazione, anche in questo caso svolta dall'onorevole Buttiglione e prima dall'onorevole Colombo, riguarda le dichiarazioni drammatiche, inammissibili ed inaccettabili che il Capo del Governo libico, il leader della Libia, ha espresso in queste settimane sul problema di Gaza, una guerra dolorosissima. La maggioranza del nostro Parlamento ha compreso le ragioni di Israele, pur con tutta la preoccupazione per quella vicenda, ed ha sostenuto le ragioni del Pag. 51Governo di Israele per quello che era costretto a fare nel territorio di Gaza.
PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, la prego di concludere.
GIORGIO LA MALFA. Mi scusi, signor Presidente, ma tutto questo per dire e per preannunziare che non potrò andare oltre ad un voto di astensione su questo documento. Non voglio smentire la firma dei Governi, ma credo che, se una parte importante del Parlamento si astenesse, compenserebbe con questo un segnale che altrimenti potrebbe avere un significato troppo ambiguo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vorrei partire dall'intervento che ha sviluppato poco fa l'onorevole D'Alema, un intervento che ho molto apprezzato e che fa il paio con quanto il presidente D'Alema aveva già avuto modo di esporre in sede di discussione in Commissione affari esteri. Tuttavia, voglio fare un richiamo alla mole degli emendamenti presentati dalla componente radicale interna al Partito Democratico, perché, pur condividendo le preoccupazioni dell'onorevole D'Alema, credo che gli emendamenti proposti - e se mi consente, Presidente, faccio riferimento alla lettera che i colleghi radicali, in particolare il collega Mecacci, hanno inviato in questi giorni a tutti noi - pongono questioni che non possono non essere affrontate e valute; ci pongono degli interrogativi sui quali ognuno di noi è chiamato a riflettere, ad interrogarsi ed a provare a dare delle risposte.
Ne parleremo meglio quando arriveremo all'articolo 4: laddove si prevede il vincolo dell'Italia a non concedere l'uso delle basi militari presenti sul nostro territorio. Mi chiedo come questa norma si collochi nel quadro delle nostre alleanze, in particolare nel quadro dell'Alleanza atlantica. Parleremo poi del rilevantissimo carico che è stato attribuito a questo accordo con la Libia: 200 milioni di euro all'anno fino al 2028 per una serie di costruzioni stradali, edilizie ed altro che qualcuno di noi sarà chiamato a pagare.
Il Trattato affronta anche il tema degli immigrati. Signor Presidente, all'indomani del 30 agosto, il Presidente Berlusconi ha magnificato la portata di questo accordo, perché con esso si sarebbero ottenuti insieme due straordinari risultati: avremmo avuto più petrolio e più gas (i migliori sul mercato, dice Berlusconi) dalla Libia, e in più non avremmo più avuto clandestini. Già queste ultime settimane e questi mesi che sono trascorsi hanno dimostrato che così non sarà: è una pura illusione immaginare di affidare a questo accordo la risoluzione del problema migratorio verso le nostre coste, soprattutto per quanto riguarda gli sbarchi a Lampedusa. Quegli sbarchi di immigrati, che appunto partono dalle coste libiche e che in questi anni hanno fatto la fortuna di molti mercanti di schiavi, spesso hanno potuto contare sulla collusione di settori della stessa polizia libica, nonostante vi fosse già un accordo firmato nel dicembre 2007 per il pattugliamento congiunto delle coste libiche.
Ma soprattutto - e questo è il senso della domanda che ci viene posta dai radicali - come possiamo non chiederci che fine faranno gli immigrati respinti: saranno respinti sulle coste, sul deserto, laddove sono costretti alla clandestinità, sfruttati, violentati? Saranno ricacciati nei loro paesi di origine o forse abbandonati senza risorse nel deserto a morire di fame e di sete?
Per questo, io credo che gli emendamenti proposti dagli onorevoli Maran e da altri all'articolo 2 che stiamo discutendo raccolgano il senso di questa preoccupazione e di queste denunce. Quindi ben venga una commissione per il monitoraggio sul rispetto dei diritti umani nell'applicazione di questo accordo. Ben venga una relazione continua del Governo al Parlamento per informare sullo stato di attuazione dell'accordo. Ma non vi è dubbio che sono tanti gli aspetti positivi dell'accordo, a cui corrispondono delle ombre che difficilmente potranno rendere possibile l'espressione del voto favorevole finale Pag. 52da parte del gruppo dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 2.
ENRICO PIANETTA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Maran 2.01, perché il Parlamento ha già gli strumenti per poter monitorare l'esecuzione di questo Trattato, anche per quanto attiene a un tema così importante qual è quello dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
La Commissione esprime, altresì, parere contrario sull'articolo aggiuntivo Maran 2.02.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFREDO MANTICA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà, per due minuti.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, a me dispiace sinceramente prendere la parola in dissenso dal gruppo del Partito Democratico per quanto attiene all'approvazione di questo articolo, nonché dell'intero provvedimento. Credo che i contenuti di questo Trattato, a differenza di quanto ha sostenuto il presidente D'Alema, non siano dei dettagli, e che con questa giornata l'Italia segnerà una pagina non decorosa della propria politica estera, perché è il primo Paese a sdoganare politicamente un regime come quello di Gheddafi che, come è stato ricordato, fino a pochi anni fa era considerato uno Stato sponsor del terrorismo internazionale ed era sottoposto alle sanzioni del Consiglio di sicurezza. Sebbene altri Paesi europei e gli Stati Uniti abbiano deciso di aprire relazioni con quel Paese, nessuno Stato ha inserito in un trattato le norme che noi ci troviamo ad approvare.
Inviterei davvero tutti i colleghi a valutare nel merito, articolo per articolo, questo Trattato, e vi accorgerete che a partire dagli impegni internazionali con la NATO, dall'assenza di qualsiasi monitoraggio dell'immigrazione clandestina, con un minimo rispetto delle norme internazionali che ci vincolano, fino al mancato riconoscimento di tutti i diritti degli italiani rimpatriati e delle imprese che hanno lavorato in quel Paese, in questo Trattato non c'è alcuna garanzia per gli interessi strategici della politica estera del nostro Paese, a meno che - forse questo è ciò che sta accadendo - non stia mutando il segno profondo della nostra politica estera, con un processo che questo Governo ha iniziato ad aprire prepotentemente con i rapporti con la Russia di Vladimir Putin, legati sempre a questioni energetiche, e che adesso si va estendendo alla questione dei rapporti con la Libia. Quindi, annuncio il voto contrario e che manterremmo tutti gli emendamenti che abbiamo presentato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 446
Astenuti 36
Maggioranza 224
Hanno votato sì 444
Hanno votato no 2).
Prendo atto che i deputati Mecacci, Farina Coscioni, Bernardini e Zamparutti hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.Pag. 53
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Maran 2.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 475
Astenuti 12
Maggioranza 238
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 248).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Maran 2.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 476
Astenuti 9
Maggioranza 239
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 248).
Prendo atto che il deputato Crosio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2041-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2041-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, ho seguito con grande attenzione l'intervento dell'onorevole D'Alema, per il rispetto che ho nei suoi confronti e per le questioni che ha posto e, soprattutto, ho seguito con grande attenzione l'intera vicenda di cui discutiamo e l'operato del Governo che, evidentemente, è animato dai migliori propositi, e di questo è facile dargliene atto.
Non credo che il Governo abbia avuto un'infatuazione particolare per la Libia o per il Presidente Gheddafi, ma sta completando un'opera avviata in passato con i Governi precedenti. Mi vorrei rivolgere in particolare ai colleghi del PdL, perché le osservazioni da me formulate questi colleghi le hanno formulate a più riprese in sedi pubbliche impegnative.
Onorevoli colleghi, noi impegniamo cinque miliardi (seppur diluiti in tanti anni), ma annualmente ci assumiamo un peso non indifferente per confermare la sigla di questo Accordo. L'epoca economica che stiamo vivendo la conoscete tutti. Onorevole D'Alema, lei lo sa bene, basta pensare che quest'anno vi sarà un taglio sui fondi alla cooperazione che mai si è verificato nella storia della Repubblica. Questi tagli colpiscono indiscriminatamente iniziative dell'Italia, delle organizzazioni no profit di volontariato italiane e anche meritevoli iniziative avviate nel mondo in nome dell'Italia.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 15,30)
PIER FERDINANDO CASINI. C'era stato detto che questo Accordo avrebbe di fatto bloccato l'arrivo dei clandestini: è solo il caso di ricordare a ciascuno di voi che non sono mai arrivati tanti clandestini dalla Libia a Lampedusa come in queste ultime settimane.
Tutte queste osservazioni potrebbero essere addirittura secondarie davanti alle questioni politiche e istituzionali poste dall'onorevole D'Alema. Noi ci facciamo carico anche di chi è andato a nome del Governo italiano a firmare questo Accordo. Ce ne facciamo carico, perché il Governo del nostro Paese, presieduto dall'onorevole Pag. 54Berlusconi, è un Governo a cui ci opponiamo in quest'Aula, ma è un Governo di cui noi non possiamo non farci carico, in quanto è il Governo del nostro Paese. Ciò che Berlusconi firma con Gheddafi ci riguarda, e noi vogliamo in qualche modo non smentire il nostro Presidente del Consiglio.
Colleghi, ci si darà atto che la nostra prudenza è il segno del rispetto istituzionale che abbiamo, tuttavia a tutto c'è un limite. All'articolo 3 noi presentiamo una proposta emendativa che è finalizzata a ricordarci di coloro che furono cacciati dalla Libia. Ci preoccupiamo degli indennizzi a favore di chi ha perduto beni a seguito della confisca e della cacciata da un Paese. Quanto a qualsiasi atto riparatore, seppure a sessant'anni di distanza, ci sarebbe molto da discutere sul tipo di riparazione e su ciò che storicamente l'Italia ha fatto in Libia, ma non è questa la sede.
Onorevoli colleghi, non è accettabile che oggi noi dimentichiamo quei concittadini italiani che negli anni scorsi noi abbiamo seguito e che i partiti della destra italiana hanno a lungo vezzeggiato spiegando che la loro battaglia era di libertà e di equità (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro), e non è accettabile che lo facciamo in nome di una realpolitik che dimentica parole pesanti come macigni che a quegli italiani noi abbiamo detto. A meno che, amici e colleghi, non riteniamo che le parole dei politici non servano a nulla e che i nostri valori cambino a seconda degli opportunismi politici.
Onorevoli colleghi, a malincuore noi non voteremo questo Trattato con la Libia se voi non farete un atto di equità che risponda alle vostre corde, ovvero votare l'articolo aggiuntivo 3.010 da noi presentato. Si tratta di una proposta emendativa di equità che rispetta la memoria e la storia e che rispetta concittadini come noi della Repubblica italiana che furono cacciati su due piedi e privati di tutto dal regime libico.
Penso che si possa raggiungere un'intesa. Sono convinto che, nell'ambito del PdL, non vi possa essere una totale insensibilità su un tema come questo. Faccio appello alle forze più ragionevoli di questa maggioranza perché non vogliano smentire loro stesse e non vogliano dimenticare gli impegni solennemente assunti con questi italiani (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Farina Coscioni, alla quale ricordo che ha sette minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, con la presentazione di queste proposte emendative i deputati radicali cercano di offrire l'opportunità a ciascun parlamentare di valutare il provvedimento che siamo chiamati oggi ad approvare sulla base dei suoi contenuti, delle sue condizioni e dei sui vincoli, e non soltanto sulla base dell'appartenenza politica.
Già in Commissione affari esteri ci siamo fermamente opposti, presentando oltre seimila emendamenti, per cercare di sollevare un po' di attenzione su un provvedimento che riteniamo profondamente dannoso per gli interessi politici, economici e strategici del nostro Paese. Ripresentandoli in Aula, anche con la firma del collega Furio Colombo, vogliamo opporci a quello che sembra essere un consenso quasi unanime su un provvedimento negoziato in modo sbagliato e quindi, ripeto, dannoso per il nostro Paese.
È in corso davanti alla Camera, in piazza Montecitorio, una manifestazione promossa dal Partito radicale nonviolento, transazionale e transpartito, alla quale partecipano anche i rappresentanti e i membri delle associazioni degli esuli e delle imprese italiane che hanno visto negati e defraudati i loro diritti dal Governo di Gheddafi nel corso degli ultimi quarant'anni: si tratta di italiani ai quali è stata chiusa in faccia la porta dal Governo italiano, proprio nel momento in cui si proclamava ai quattro venti l'avvenuta riconciliazione con il Governo libico.Pag. 55
Con riferimento ai contenuti e, quindi, alle ragioni che ci spingono a voler rimettere in discussione il Trattato con la Libia, all'articolo 4 il Trattato vincola l'Italia a non concedere l'uso delle basi militari presenti sul nostro territorio che sia finalizzato a realizzare attacchi militari contro la Libia. Questa norma, apparentemente innocua, rappresenta una chiara violazione degli impegni sottoscritti dal nostro Paese con l'adesione al Patto atlantico. Se, infatti, è consuetudine che in un trattato di amicizia tra due Paesi ci si impegni reciprocamente a non attaccarsi militarmente, in realtà, impegnare l'Italia a non concedere l'uso delle basi militari presenti sul proprio territorio (anche nel caso in cui un altro Paese membro dell'Alleanza atlantica fosse attaccato dalla Libia) vedrebbe l'Italia obbligata a non adempiere all'obbligo di difesa collettiva previsto dal Patto atlantico, quando un Paese che ne è membro venga attaccato. L'inserimento di questa norma rappresenta un grave errore politico che muta il quadro internazionale delle alleanze politiche e militari del nostro Paese
Oggi, martedì 20 gennaio, il nostro Governo non sarà presente al discorso inaugurale del nuovo Presidente americano Barack Obama, mentre il nostro Parlamento - e, purtroppo, non solo la maggioranza di Governo - darà il segnale politico che si approvano queste norme contenute nel Trattato di cosiddetta amicizia con Gheddafi.
Il Trattato, in secondo luogo, impegna il nostro Paese a versare una media di circa 200 milioni di euro all'anno, per venti anni, al Governo guidato dal colonnello Gheddafi. Questa decisione viene presa in un momento in cui la nostra economia attraversa uno dei periodi più difficili degli ultimi decenni e - voglio sottolinearlo - nello stesso momento in cui vi sono stati tagli di spesa rilevantissimi - oltre il 50 per cento - ai soldi che sostengono la cooperazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo.
In terzo luogo, il Trattato è stato presentato dal Governo come l'occasione per chiudere finalmente un contenzioso storico e politico che durava da decenni e trovare per esso una soluzione condivisa. Peccato, però, che da questa soluzione condivisa siano stati esclusi tutti quei cittadini italiani che, o perché rimpatriati, o perché hanno lavorato in quel Paese, avevano diritto a centinaia di milioni di euro di risarcimento, di cui non si trova traccia nel Trattato.
Infine, questo Trattato è stato presentato all'opinione pubblica italiana come la garanzia che con questo atto si porrà finalmente fine all'immigrazione clandestina diretta dalla Libia verso il nostro Paese.
L'unica certezza che si ha è che la nostra Marina e le nostre Forze armate saranno chiamate a pattugliare il Mediterraneo insieme all'esercito libico, ma al di fuori di un qualsiasi monitoraggio internazionale, satellitare e di controllo, volto a conoscere quanto avviene in quel tratto di mare, dove la criminalità organizzata opera tranquillamente e sul cui fondo giacciono già migliaia di cadaveri di disperati che cercavano un futuro migliore. L'Italia si impegna, invece, così, a cooperare per la lotta all'immigrazione clandestina con un Paese che non ha ratificato la Convenzione ONU per i diritti dei rifugiati, che non riconosce il diritto d'asilo ai migranti e dove la tortura e le violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione sono una pratica diffusissima.
Per queste ragioni, mi rivolgo a tutti i deputati presenti oggi in Aula, a prescindere dal loro gruppo di appartenenza, affinché diano un segnale di rispetto della legalità internazionale da parte del nostro Governo, chiedendo loro di riaprire il negoziato su di un Trattato, cui non siamo contrari per motivi ideologici, ma per i motivi di merito che ho illustrato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, intervengo sul complesso delle proposte emendative per affrontare la questione che ha posto il presidente Casini e sulla quale Pag. 56è intervenuta l'onorevole Farina Coscioni. Innanzitutto, a noi fa molto piacere, dal punto di vista politico e anche del merito, che ci sia una sensibilità anche da parte dell'opposizione, del Partito Democratico e dell'Unione di Centro, sul grande tema dell'indennizzo agli italiani rimpatriati dalla Libia.
È un tema a noi molto caro, di cui ci occupiamo da moltissimo tempo. C'è una proposta di legge che il gruppo del Popolo della Libertà ha presentato in questa legislatura, che poi è esattamente quel testo - lo conosco, essendone il primo firmatario - che è divenuto emendamento in Commissione e che oggi è, su per giù, il testo proposto sia dal Partito Democratico sia dall'Unione di Centro, che prende spunto, appunto, dalla proposta di legge che noi abbiamo presentato.
Quindi, la nostra coerenza politica e il nostro impegno nel merito, visto che stiamo discutendo di un testo che fa parte di una nostra proposta di legge, ci portano a dire che non solo c'è un forte interesse, una forte volontà politica concreta da parte del gruppo del Popolo della Libertà, ma anche un orientamento positivo del Governo nel merito.
Quando in Consiglio dei ministri fu approvato il disegno di legge di ratifica in esame, il Ministro La Russa, che non credo sia in questo momento qui per caso, pose il problema della necessità di procedere all'indennizzo degli italiani rimpatriati dalla Libia, contestualmente all'approvazione del Trattato. Si valutò l'opportunità di non inserire questo tema all'interno del Trattato per problemi di tecnica legislativa e di rimettersi, comunque, al dibattito che ci sarebbe stato in Aula, per decidere se procedere nell'ambito di questo provvedimento o con un provvedimento ad hoc, partendo dalle proposte di legge già presentate.
Tuttavia, il Governo, in quell'occasione, decise di procedere con l'indennizzo ai rimpatriati dalla Libia. Quindi, abbiamo un atto concreto, ossia una proposta di legge, del gruppo del Popolo della Libertà ed un atto concreto del Governo, che decise di dare il via libera a questi indennizzi. Oggi, dunque, ci troviamo con una convergenza non solo tra il gruppo di maggioranza relativa ed il Governo, che già avevamo, ma anche con i gruppi dell'opposizione. Questo è un fatto molto positivo, sia per la delicatezza dell'argomento che trattiamo, cioè i rapporti storici ed attuali tra l'Italia e la Libia, sia per la necessità di dare una risposta a questi cittadini italiani che sono stati costretti a perdere i loro beni.
Oggi l'approvazione di questo Trattato è una cosa delicata ed importante sia per chiudere una vicenda storica, che è stata delicatissima e molto complessa per l'Italia e per la Libia, sia per ragioni contingenti, di questo periodo, sia ancora per ragioni di politica estera, perché abbiamo il dovere di dialogare con grande attenzione con i Paesi arabi proprio in questo momento, in cui si rischiano conflitti dall'altra sponda del Mediterraneo; inoltre, un accordo con la Libia ci aiuta ad essere più efficaci nel contrasto all'immigrazione clandestina, che è uno dei grandi temi su cui ci confrontiamo quotidianamente e che, come tutti sappiamo, fa parte di uno dei punti cardine del programma di Governo.
Per questa ragione, noi del PdL ribadiamo quanto abbiamo scritto nella nostra proposta di legge e quanto è stato detto in sede di Consiglio dei ministri il giorno dell'approvazione, a livello governativo, di questo disegno di legge di ratifica. Ribadendo questa tesi, riteniamo che bisogna procedere con gli indennizzi ai rimpatriati dalla Libia e invitiamo il Governo a presentare una proposta all'Assemblea.
A questo punto, prendendo atto che vi è una convergenza nell'Aula del Parlamento, forse è opportuno che il Governo scelga questa sede, visto che c'è la disponibilità di tutta l'Assemblea, e non vada alla ricerca di un altro veicolo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Il dubbio che era sorto in sede di Consiglio dei ministri viene meno dinanzi al fatto che sulla proposta che avevamo depositato agli atti della Camera e sulla quale il Governo voleva lavorare a latere vi è una convergenza tale che, probabilmente,Pag. 57 può spingerci a risolvere adesso, oggi, un problema che va risolto per ragioni non di tipo politico, ma di correttezza nei confronti di quegli italiani che hanno diritto a questo riconoscimento.
Invitiamo, pertanto, il Governo ad intervenire, se possibile, contestualmente nell'ambito di questo provvedimento, per risolvere una questione sulla quale abbiamo immediatamente, all'inizio della legislatura, posto le basi dal punto di vista dell'iter legislativo, ma che oggi vede una tale convergenza rispetto alla quale, ovviamente, ci aspettiamo un segnale molto chiaro dall'Esecutivo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà per due minuti.
LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, quella posta con l'articolo aggiuntivo, a prima firma dell'onorevole Casini, è una questione quarantennale, mai risolta, che, se non fosse stata posta nei modi in cui il gruppo dell'Unione di Centro l'ha posta in questo dibattito, probabilmente non sarebbe stata risolta neppure questa volta. Credo che altre occasioni non vi siano; vi è solo questa occasione per risolvere definitivamente un problema che riguarda 20 mila cittadini italiani che sono stati cacciati, pur contro le decisioni assunte dalle organizzazioni internazionali nel 1969. Credo che questa sia la questione che dobbiamo affrontare; non è questione di primogeniture, ma di chi vuole risolvere effettivamente questo problema.
Siamo chiaramente d'accordo: il Governo può prendere in considerazione la proposta emendativa presentata dall'Unione di Centro o un altro emendamento, perché siamo interessati a risolvere il problema dei cittadini italiani cacciati dalla Libia, a cui sono stati tolti patrimoni e il lavoro, una vita di sacrifici.
Credo che, a questo punto, la parola vada al Governo, che deve dare una risposta, una risposta immediata, una risposta vera, che risolva definitivamente questo problema. Ritengo che questo problema doveva essere risolto nel Trattato stesso, in sede di Consiglio dei ministri, proprio perché veniva da un ragionamento più ampio, ma credo che...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUCIANO CIOCCHETTI. ...se questa è la strada che può portare a trovare una soluzione, il gruppo dell'Unione di Centro è pronto a sottoscrivere e a sostenere l'emendamento che eventualmente il Governo presenterà (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Libè. Ne ha facoltà per due minuti.
MAURO LIBÈ. Signor Presidente, non voglio aggiungere nulla a quanto già detto dal Presidente Casini, a quanto adesso ribadito, dopo gli interventi di esponenti della maggioranza, dall'onorevole Ciocchetti che dimostrano la grande disponibilità e serietà della nostra azione politica, che non è alla ricerca di primogeniture ma guarda alla concretezza dei fatti, e che qui ha l'obiettivo di ridare, dopo decenni, dignità a tanti cittadini italiani che hanno lasciato tutto da un'altra parte.
Ho chiesto di intervenire per un altro e piccolo motivo, che non mi sembra poi così piccolo. Abbiamo parlato e parliamo da mesi della crisi economica forte che investe il mondo, che investe l'Europa, che investe il nostro Paese. Una piccola preoccupazione: col provvedimento in esame carichiamo tutte le spese - 5 miliardi di dollari - a una sola azienda; dico io giustamente, però chiedo al Governo solo una cosa: che garantisca formalmente davanti al Paese che questi costi non ricadranno sulle bollette dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Dato che abbiamo visto già da tempo tante manovre (la famosa Robin tax ed altre) pomposamente lanciate sui giornali, sulle televisioni, non vorremmo che alla fine, anche questa volta, a pagare non fossero solo i cittadini profughi rientrati Pag. 58dalla Libia, ma anche i cittadini che in Italia fanno fatica ad arrivare a fine mese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire per avere, magari tramite lei, la possibilità di cogliere meglio il senso della posizione espressa dall'onorevole Bocchino a nome del Popolo della Libertà.
Ha fatto uno sforzo lodevole, l'onorevole Bocchino, per cercare di arrampicarsi, per dire che loro l'hanno sempre detto, che hanno presentato proposte, che il Ministro La Russa si è battuto in Consiglio dei ministri. Di fronte a questo articolo aggiuntivo, che dice: paghiamo qui, ora, subito questi 50 milioni di euro, il Governo che cosa dice, sì o no? Il Popolo della Libertà che cosa dice, sì o no? E questo ovviamente per quanto riguarda l'articolo aggiuntivo specifico presentato dal collega Casini, ma non soltanto dal collega Casini: vi sono state diverse proposte emendative che vanno in questa direzione.
Nel preannunciare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori su questo articolo aggiuntivo, voglio anche ricordare che stiamo discutendo di una proposta emendativa all'articolo 3, che è quel famoso articolo che impegna l'Italia a pagare 5 miliardi di dollari in vent'anni per la realizzazione di un'autostrada costiera di oltre 1600 chilometri dalla Tunisia all'Egitto, la costruzione di 200 abitazioni, un progetto di sminamento del Paese, il finanziamento di borse di studio per studenti libici, pensioni ai mutilati delle mine piazzate dagli italiani in epoca coloniale e agli ascari che combatterono la Seconda Guerra Mondiale nelle file dell'esercito.
Ma chi deve pagare questo conto? Lo pagherà - anche se non è scritto a chiare lettere, lo si capisce bene - l'ENI; ma l'ENI, che è una società per azioni, non è dedita proprio alla beneficenza. Questo significa che l'ENI scaricherà sul consumatore utente l'addizionale del 4 per cento sugli utili, e non è un caso che i giornali finanziari in questi giorni (posso citare ItaliaOggi, Il Sole 24 Ore) hanno già posto in rilievo che a pagare questo conto, a pagare la bolletta di questo accordo con la Libia, ed è uno dei motivi che ci portano a non votare poi a favore di questo Trattato, saranno i cittadini italiani. Siccome il Governo Berlusconi si è sempre vantato di non aver mai messo le mani nelle tasche dei cittadini, in questo caso fa mettere le mani nelle tasche dei cittadini all'ENI: questo poi è il conto finale che noi pagheremo. Allora da una parte si danno 5 miliardi di dollari alla Libia, dall'altra non si è ancora detto di sì a 50 milioni di euro in favore dei nostri connazionali espulsi quarant'anni fa dalla Libia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ENRICO PIANETTA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 3.
PRESIDENTE. Quindi, il parere è contrario su tutti gli emendamenti?
ENRICO PIANETTA, Relatore. Sì, il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3, salvo sugli articoli aggiuntivi che esamineremo dopo.
PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'articolo 3. Pertanto, il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 3 è contrario.
Il Governo?
IGNAZIO LA RUSSA, Ministro della difesa. Signor Presidente, è stato posto al Governo un quesito molto preciso sull'articolo aggiuntivo relativo agli indennizzi. Ricordando che il testo dell'articolo aggiuntivo presentato dal PD e dal gruppo Pag. 59del PdL è identico al testo di un disegno di legge presentato dall'onorevole Bocchino ed altri, che a sua volta mutuava un indirizzo che il Governo aveva dato nel momento dell'approvazione del Trattato, se la Commissione modifica la parte relativa alla copertura finanziaria, che provoca qualche problema, non ho alcuna difficoltà, a nome di tutto il Governo, ad esprimere un parere assolutamente favorevole. Anzi, questa è una di quelle occasioni di grande condivisione che fanno onore a questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e che concludono un percorso iniziato tanti anni fa quando solo una parte di questo Parlamento voleva, a chiare lettere e a voce alta, che venisse riconosciuto il giusto diritto di un indennizzo (e anzi, moralmente di più) a quegli italiani costretti a lasciare la Libia. Grazie al Parlamento di oggi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Se ho ben inteso, il parere del Governo sulla proposta emendativa, di identico tenore, presentata dal gruppo Partito Democratico e dal gruppo UdC, è favorevole a condizione che la Commissione...
ENRICO PIANETTA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO PIANETTA, Relatore. Signor Presidente, chiedo scusa ma qui stiamo parlando dell'articolo 3.
PRESIDENTE. Certo.
ENRICO PIANETTA, Relatore. Attenzione, gli articoli aggiuntivi li affrontiamo successivamente. L'argomento toccato dal Ministro è relativo agli articoli aggiuntivi. Preciso, quindi, che il parere contrario da me espresso riguardava gli emendamenti riferiti all'articolo 3.
PRESIDENTE. Lei ha ragione, cerchiamo di non fare confusione: parlo ovviamente per quel che riguarda la Presidenza, ma è un modo diplomatico per invitare tutti ad essere precisi.
Sugli emendamenti all'articolo 3, come ricordava il relatore Pianetta, il parere della Commissione è contrario. Qual è il parere del Governo sugli emendamenti riferiti all'articolo 3? Ricordo al Ministro che la questione sollevata dal Presidente Casini e dal gruppo del Partito Democratico è affrontata da un articolo aggiuntivo sul quale la Commissione non ha ancora espresso il parere.
IGNAZIO LA RUSSA, Ministro della difesa. Signor Presidente, prima che la Commissione si esprimesse sull'articolo aggiuntivo presentato da Marsilio, da Casini e dal PD ho voluto anticipare - visto che era stato posto un quesito - e dare una risposta. Sugli emendamenti all'articolo 3, come ho appena detto, esprimerà adesso il parere il sottosegretario senatore Mantica.
PRESIDENTE. Chiedo dunque al relatore di anticipare il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 3.
STEFANO STEFANI, Presidente della III Commissione. Abbiamo bisogno di tempo!
PRESIDENTE. Onorevole Stefani, stia tranquillo e ascolti!
ENRICO PIANETTA, Relatore. Signor Presidente, desidero riservarmi di esprimere questo parere successivamente alla definizione degli emendamenti relativi all'articolo 3.
PRESIDENTE. Questo è corretto.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 60
PIER FERDINANDO CASINI. Ringrazio il Ministro e il Presidente della Camera in particolare, ma vorrei capire una cosa per evitare che si creino fraintendimenti, dal momento che siamo tutti in una sede istituzionale e non al bar.
Noi stiamo votando gli emendamenti all'articolo 3, mentre gli articoli aggiuntivi rappresentano il problema che ci interessa. Il Ministro ha subordinato l'accettazione evidentemente al fatto che, anche per problemi di copertura, vi sia una riformulazione: noi non abbiamo problemi. Voglio capire: non sarebbe meglio forse in questa sede che la Commissione - non noi, noi siamo contenti così - provveda ad una riformulazione in modo tale che tra cinque minuti si torna in Aula e chiudiamo tutto? È chiaro che il nostro atteggiamento sugli emendamenti riferiti all'articolo 3 è subordinato a come si risolve il problema.
L'espressione di volontà del Ministro è importante, ma quando sarà presentato l'emendamento della Commissione sarà ancora meglio.
PRESIDENTE. Mi sembra molto chiaro.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, penso che le indicazioni che lei ha dato all'inizio sono le più utili, ragionevoli e anche consone alla prassi parlamentare. Ci sono 109 emendamenti all'articolo 3 che dobbiamo esaminare e che richiederanno del tempo per farlo.
Penso - questo, ovviamente, sarà lei poi a dircelo - che se si pone un problema di copertura finanziaria, questo non possa essere risolto dalla Commissione competente ma lo debba risolvere la Commissione bilancio. Immagino, quindi, che dopo avere esaminato, e votato, gli emendamenti presentati all'articolo 3, sarà necessaria una sospensione dei lavori dell'Assemblea affinché, se effettivamente vi sarà un emendamento che rimoduli e preveda delle spese aggiuntive, la Commissione bilancio possa esprimere su di esso il proprio parere, prima che l'Aula intervenga sulla materia.
Suggerirei, quindi, pur avendo compreso le indicazioni del Governo, e le valutazioni generali, di procedere senza arenarsi nella valutazione degli articoli aggiuntivi. Al momento dell'esame degli articoli aggiuntivi, vedremo se avremo esigenze di verifica della copertura e a quel punto, eventualmente, potremo sospendere i lavori.
Signor Presidente, questo è il mio pensiero, ovviamente, sarà poi lei a scegliere come procedere nei nostri lavori.
STEFANO STEFANI. Presidente della III Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO STEFANI. Presidente della III Commissione. Signor Presidente, quanto affermato precedentemente dal collega mi vede perfettamente d'accordo. Noi volevamo chiederle di terminare l'esame degli emendamenti all'articolo 3, nel frattempo la Commissione presenterà una proposta emendativa sostitutiva e successivamente chiederemo una sospensione affinché la Commissione bilancio sia posta in grado di esprimere il suo parere. Chiederei, quindi, di proseguire in questo senso.
PRESIDENTE. Mi sembra che sia tutto chiaro.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, se non sbaglio l'Aula è quasi piena, tutti i membri della Commissione esteri sono presenti, vorrei pertanto sapere chi sono quelli che stanno provvedendo a formulare o riformulare un proposta emendativa.Pag. 61
Dobbiamo stabilire un percorso, credo, quindi, che una sospensione sia assolutamente necessaria (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Come gruppo dell'Italia dei Valori non abbiamo alcuna difficoltà a che i lavori siano sospesi ora o successivamente alla votazione dell'articolo 3, però le chiediamo chiarezza sui tempi e sulla correttezza dei passaggi procedurali, compreso il parere della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, proseguiamo la discussione e affrontiamo le votazioni relative agli emendamenti presentati all'articolo 3. Al termine delle votazioni, come mi sembra sia emerso chiaramente dal dibattito, qualora si sia in presenza di una proposta emendativa che riformuli gli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 3, occorrerà sospendere i nostri lavori per consentire alla Commissione bilancio di valutare l'effettiva copertura finanziaria.
Prendo atto che il rappresentante del Governo concorda con il parere espresso dal relatore sugli emendamenti riferiti all'articolo 3.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.98.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, mi fa molto piacere che si sia creato oggi in Aula questo clima idilliaco nei confronti degli italiani rimpatriati e delle imprese che hanno lavorato in Libia, che faccio presente stanno manifestando, insieme ai Radicali, davanti a Montecitorio, dalle due di oggi pomeriggio: non abbiamo visto altri partiti schierati a sostenere questa battaglia né in Commissione esteri, né, finora, in Aula.
Penso che sia un fatto positivo, però vi sono molti altri elementi che vanno considerati in questo Trattato e che ci fanno mantenere tutti gli emendamenti che abbiamo presentato. In particolare dal punto di vista degli impegni economici che il nostro Paese prende nei confronti della Libia...
PRESIDENTE. Onorevole Mecacci, il tempo a sua disposizione è esaurito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà, per trenta secondi.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, sono molte le ragioni che, come delegazione radicale, ci portano a votare contro questo Trattato, ma vi è un punto su cui chiedo di riflettere ed è quello contenuto all'articolo 2 dove è previsto che i due Paesi rispettano: «(...) il diritto di ciascuna delle Parti di scegliere e sviluppare liberamente il proprio sistema politico, sociale, economico e culturale». Noi stiamo impegnandoci a rispettare quello che è...
PRESIDENTE. Onorevole Zamparutti, il suo tempo è terminato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.98, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 291
Astenuti 204
Maggioranza 146
Hanno votato sì 33
Hanno votato no 258).
Prendo atto che il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.65 a pagina 8 del fascicolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà per trenta secondi.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, l'articolo 4 di questo Trattato stabilisce che, nel rispetto dei principi internazionali e della legalità internazionale, l'Italia non userà né permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia. Questa norma, ai sensi del diritto internazionale e della Convenzione di Vienna, contraddice il Trattato NATO, all'articolo 5, che prevede l'obbligo di autodifesa collettiva dei membri della NATO. Se la Libia domani attaccasse la Francia, l'Italia sarebbe vincolata a non collaborare con la Francia e a collaborare invece...
PRESIDENTE. Onorevole Mecacci, il suo tempo è terminato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.65...
RITA BERNARDINI. Presidente!
PRESIDENTE. Chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione, perché ho omesso di dare la parola all'onorevole Bernardini che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale. Ne ha facoltà per trenta secondi.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, io sapevo di avere a disposizione un minuto, sono diventati trenta secondi?
PRESIDENTE. Sono trenta secondi, onorevole Bernardini.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo per illustrare i motivi per cui stiamo attuando questa iniziativa. Infatti, ricordiamo solamente che la Libia ha già ottenuto negli anni scorsi molti soldi dall'Italia per realizzare tre centri di detenzione, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L'Italia questa volta non ha condizionato questi aiuti al rispetto dei diritti umani fondamentali delle persone ivi detenute, che sono anche sottoposte a tortura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.65...
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Zamparutti, ha parlato l'onorevole Bernardini.
MATTEO MECACCI. L'onorevole Zamparutti ha chiesto di parlare su tutti gli emendamenti!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare su tutti gli emendamenti, questo risulta; ma quello che non risultava era la richiesta di intervento per dichiarazione di voto dell'onorevole Bernardini. Avendo la Presidenza concesso all'onorevole Bernardini di parlare - perché è un suo diritto - prego i colleghi della componente radicale del gruppo del Partito Democratico di essere più precisi con la Presidenza, indicando in anticipo coloro che intendano prendere la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.65, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 304
Astenuti 192
Maggioranza 153
Hanno votato sì 45
Hanno votato no 259).
Prendo atto che il deputato Mereu ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1.Pag. 63
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, vi è anche il diritto di ciascun deputato di segnalare se vuole intervenire in dissenso al momento del voto. Non è che lo dobbiamo comunicare...
PRESIDENTE. Certamente sì, tuttavia, per l'ordinato andamento dei lavori vi è anche il dovere della Presidenza di chiedere prima chi intende parlare a titolo personale.
MATTEO MECACCI. Lo abbiamo indicato. Ma se l'onorevole Bernardini chiede di intervenire...
PRESIDENTE. La prego di proseguire perché ha a sua disposizione solo quindici secondi di tempo.
MATTEO MECACCI. Forse, Presidente, il mio era un intervento sull'ordine nei lavori. Abbia pazienza!
PRESIDENTE. Allora, lo specifichi prima che si tratta di un intervento sull'ordine dei lavori. Prego.
MATTEO MECACCI. Comunque, per quanto riguarda l'emendamento in esame, noi vogliamo rimettere in discussione e dare l'opportunità a tutti i colleghi di valutare nel merito questo Trattato. È un Trattato che si differenzia da tutti gli accordi di cooperazione stipulati dall'Unione europea con i Paesi in via di sviluppo (anche con Paesi dittatoriali) che prevedono sistemi di monitoraggio congiunto ed esterno del rispetto dei diritti umani. Tutto questo non è presente in questo Trattato semplicemente perché si cede alle richieste di Gheddafi...
PRESIDENTE. Onorevole Mecacci, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, credo si debba riflettere su quello che stiamo votando. Ritengo che si debbano tenere anche in considerazione le parole utilizzate per motivare il voto a favore da parte di altre forze politiche. Non si può parlare di normalizzazione dei rapporti tra Italia e Libia se questo significa riconoscere il diritto della Libia a sviluppare liberamente il proprio sistema politico. Infatti, questo significa procedere per un altro mezzo secolo sulla strada della repressione di ogni forma di libertà. Quello che noi stiamo facendo è riconoscere al colonnello Gheddafi...
PRESIDENTE. Onorevole Zamparutti, il suo tempo è terminato.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, le chiederei una cortesia: prima, molto opportunamente, insieme al numero dell'emendamento, lei ha indicato anche la pagina del fascicolo in cui questo è riportato. Le chiederei se può continuare in questo modo anche per i successivi emendamenti.
PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, siamo ancora a pagina 8 del fascicolo degli emendamenti. È in esame l'emendamento Mecacci 3.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che dobbiamo riflettere molto su come sono trattati quei poveri disperati in questo Paese, in Libia, nel momento in cui giungono nei centri di cosiddetta accoglienza. Le donne vengono stuprate e gli uomini sono sottoposti a tortura. Questo non viene detto dai radicali per screditare Gheddafi: è stato detto dal colonnello Mori nel momento in cui è stato ricevuto dalla Commissione esteri.
Pag. 64
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 299
Astenuti 204
Maggioranza 150
Hanno votato sì 43
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.15, riportato a pagina 13 del fascicolo degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, vorrei informare i colleghi che, successivamente al 30 agosto scorso, il giorno della stipula di questo Trattato, il colonnello Gheddafi si è recato a Mosca, ha portato la sua tenda davanti al Cremlino e ha iniziato i negoziati per l'apertura di una base militare russa a Bengasi: da un lato, Gheddafi ottiene dall'Italia l'impegno ad una copertura rispetto alla NATO e, dall'altro, sta aprendo alla Russia i suoi confini e le sue basi sul Mediterraneo: diritti che l'Unione Sovietica non aveva mai ottenuto, quindi con il rischio di trovarci sul nostro confine...
PRESIDENTE. Onorevole Mecacci, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, se consideriamo questo Trattato - come pure è stato detto - il punto di arrivo della politica estera italiana, non possiamo non tenere presente che quello del colonnello Gheddafi è un regime assoluto che si è caratterizzato per la persecuzione di ogni forma di dissenso politico, per la repressione sistematica delle libere opinioni individuali e delle associazioni non riconosciute dal regime, per l'assenza assoluta di organi di stampa indipendenti, per la carcerazione di oppositori...
PRESIDENTE. Onorevole Zamparutti, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, questo Trattato è una vera e propria resa del Governo italiano e dello Stato italiano allo Stato dittatoriale di Gheddafi. Tutto questo è stato fatto senza ottenere in cambio nessuna garanzia per il rispetto dei diritti umani. Non possiamo non riflettere su questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere a ciò che hanno detto i colleghi radicali e al riferimento che hanno fatto al rapporto dell'ufficiale dei carabinieri Mori, fatti che non dovrebbero essere dimenticati: nel mondo della comunicazione globale le cose vengono fuori e, quindi, ad un certo punto - che potrà essere presto o tardi, ma non così tardi - verremo a sapere che cosa accade ai profughi che vengono fermati ai confini, a quelli che vengono messi nei campi e a quelli che vengono intercettati nel Mediterraneo. Sarà una macchia spaventosa e indelebile sulla vita italiana.
PRESIDENTE. Onorevole Colombo, il suo tempo è terminato.Pag. 65
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 305
Astenuti 197
Maggioranza 153
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 255).
Prendo atto che la deputata Mussolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.32, riportato a pagina 19 del fascicolo degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, in queste settimane abbiamo assistito da parte del nostro Governo a grandi attestati di amicizia nei confronti dello Stato di Israele per quanto sta avvenendo in Medio Oriente, in particolare a Gaza. Vorrei ricordare che con questo Trattato l'Italia stabilisce una relazione strategica di partnership con un Governo come quello libico che all'interno delle Nazioni Unite si è contraddistinto per la più feroce propaganda antisemita, guidando in particolare quella Conferenza di revisione di Durban sul razzismo che vuole equiparare...
PRESIDENTE. Onorevole Mecacci, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, dobbiamo riflettere sul voto che stiamo esprimendo in relazione al Trattato in esame. Il fatto che forze politiche di fronti opposti siano così convergenti nell'ammettere un Trattato di questo tipo, significa che anche in Italia si sta sempre più consolidando un regime, un regime che sta portando il nostro Paese ad avere una collocazione geopolitica...
PRESIDENTE. Grazie, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho avuto modo di ascoltare direttamente le testimonianze di coloro che sono stati ospitati nei campi in Libia: li ho ascoltati a Cassibile, in un centro dove gli immigrati sono trattati in un modo assolutamente disumano e, fino a qualche tempo fa, erano identificati solo con un numero che portavano addosso, come nei campi di sterminio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 298
Astenuti 202
Maggioranza 150
Hanno votato sì 47
Hanno votato no 251).
STEFANO STEFANI, Presidente della III Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO STEFANI, Presidente della III Commissione. Signor Presidente, Pag. 66chiedo una sospensione di un quarto d'ora per dare modo al Comitato dei nove di valutare l'emendamento, così come riformulato, che si riferisce a quanto avevamo detto prima.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, di fronte a una richiesta del presidente della Commissione c'è bisogno di un'informazione, cioè dobbiamo sapere se è stato depositato un emendamento, da parte di chi ed eventualmente quali siano i termini per i subemendamenti. Dopodiché, si può discutere sulla sospensione.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, prima le avevo appunto chiesto se vi fosse una chiarezza dei tempi: lei ha formulato un'ipotesi e la prego di restare fermo su quell'ipotesi.
PRESIDENTE. La prego di non interpretare il mio pensiero, non essendosi pronunciata la Presidenza su quanto chiesto dal presidente Stefani (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
ENRICO PIANETTA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO PIANETTA, Relatore. Signor Presidente, gli emendamenti da questo punto in poi possono incidere sulla lettera a) del comma 2: ai fini di potere valutare opportunamente un eventuale articolo aggiuntivo, credo che sia quanto mai opportuno accedere alla richiesta del presidente Stefani. È una mia sommessa richiesta, per evitare che si affrontino affrontare emendamenti che possono andare ad incidere sugli articoli aggiuntivi.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che in Aula non si possa discutere preventivamente l'eventuale intenzione dei presentatori di un emendamento, trattasi di Governo, di presidente di Commissione o di relatore.
È del tutto evidente che, se il relatore o il presidente della Commissione sono in possesso di un testo, lo rendano pubblico, in modo tale che sia possibile da parte della Presidenza e dell'Aula, qualora la Presidenza lo ritenga opportuno, addivenire ad una decisione relativamente alle modalità di prosecuzione dei lavori.
Non vedo perché si debba interrompere questa fase della discussione e di voto; procediamo in modo tale che, come lei ci aveva detto, signor Presidente, si concluda l'esame degli emendamenti relativi all'articolo 3; quando si arriverà agli articoli aggiuntivi, si svolgeranno tutte le discussioni necessarie e si valuteranno tutti i testi opportuni e anche le eventuali coperture, così come presentate eventualmente nelle proposte emendative di cui prenderemo atto.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, so che lei ha sempre un occhio di riguardo nei miei confronti e la ringrazio per questo. Però, proprio perché non voglio interpretare il suo pensiero, avrei gradito che con lo stesso garbo avesse immediatamente bloccato il relatore, ribadendo che abbiamo stabilito un certo ordine nei lavori.
Pag. 67
PRESIDENTE. Proseguiamo quindi con l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 3.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.297, a pagina diciannove del fascicolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, stiamo discutendo molto dell'ipotesi di riformulazione degli emendamenti a tutela degli italiani e delle imprese che hanno lavorato in Libia. Il Trattato in oggetto (si conosceva probabilmente nel momento in cui si è firmato), stabilisce quanto segue: per quanto riguarda i crediti vantati dalle aziende italiane nei confronti di amministrazioni ed enti libici, le parti si impegnano a raggiungere, con uno scambio di lettere, una soluzione sulla base del negoziato nell'ambito del Comitato crediti.
Nell'articolo precedente l'Italia si impegna a dare 250 milioni di dollari all'anno al Governo libico. Quindi, il Governo non è stato capace di negoziare, in quel momento, con le autorità libiche. Non credo che queste risorse debbano essere attinte, senza che ci sia un controllo attento del Parlamento, a danno della fiscalità generale di tutti cittadini, perché questi soldi saranno pagati non, come doveva, da Gheddafi, ma dai cittadini italiani!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, è bene essere consapevoli non solo del fatto che il regime di Gheddafi è tra i peggiori nella scala dei regimi esistenti, ma che la corruzione in Libia è diffusa nel settore pubblico e in quello privato. Noi stiamo dando cinque miliardi di dollari ad un Paese che si colloca al centotrentunesimo posto, su 180 paesi analizzati, nell'indice di trasparenza internazionale elaborato l'anno scorso. Dobbiamo essere, quindi, consapevoli non solo dell'identità dei beneficiari dei nostri soldi ma anche delle modalità con le quali essi vengono gestiti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, io trovo veramente scandaloso che l'Italia proponga il monitoraggio e il pattugliamento delle coste insieme alla Libia, visto come tratta gli immigrati, per quanto concerne i diritti umani. Quello che si dovrebbe realizzare è un monitoraggio satellitare magari dell'ONU...
PRESIDENTE. La ringrazio. Il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per domandarmi con voi e, quindi, chiedere anche al Governo di riflettere se esista un Paese al mondo che abbia mai preso un impegno finanziario di questa portata, per venti anni. Un impegno politico, un'ingessatura politica del comportamento del nostro Paese per anni venti: chiedo se esista in diplomazia, se esista nei trattati internazionali, se esista in ogni altro Paese un simile impegno della durata di anni venti!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.297, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 68
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 295
Astenuti 203
Maggioranza 148
Hanno votato sì 45
Hanno votato no 250).
Prendo atto che la deputata Moroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.247, a pagina ventisette del fascicolo degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, siamo al 20 gennaio e da venti giorni si è verificato un evento importante per la politica estera nostro Paese: l'Italia è alla Presidenza del G8, l'associazione dei paesi più industrializzati, retti da Governi democratici. Così è nata questa organizzazione che si impegna in modo molto attivo, soprattutto con conferenze stampa ed iniziative, per la lotta alla povertà.
Ebbene, il Presidente del G8 ha tagliato il 50 per cento della cooperazione internazionale allo sviluppo e ha dato 100 milioni di euro al colonnello Gheddafi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, stiamo dando denaro pubblico, denaro dei cittadini, al colonnello Gheddafi che sappiamo essere molto bravo a scrivere trattati. Li scrive, però, sulla sabbia del deserto su cui spira il vento e cancella ogni impegno assunto. Stiamo dando soldi per chiedere a Gheddafi il rispetto di Trattati che è già tenuto a rispettare, i Trattati sull'immigrazione del 13 dicembre 2000 e del 29 dicembre 2007!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che dobbiamo riflettere sul fatto che in quarant'anni di potere assoluto il regime del colonnello Gheddafi si è caratterizzato per la persecuzione di ogni forma di dissenso politico. Vi è libertà di stampa in quel Paese? Con chi stiamo sottoscrivendo un patto, un Trattato? Come ci si può fidare di un Capo di Stato ...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per ricordare, specialmente ai colleghi del centrodestra, che questo Trattato prevede specifici accordi per lo scambio di informazioni militari, nonché lo svolgimento di manovre congiunte ed un ampio partenariato nel settore della difesa e delle industrie militari. Colleghi, le industrie militari semmai si fanno in Italia, non in Libia ...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Colombo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.
RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, intervengo per ricordare all'onorevole Colombo che egli andava con il presidente della FIAT a dire che la Libia era entrata nel capitale di quell'azienda. Abbia rispetto per la sua storia! L'ho letto in un articolo che ha scritto lei, onorevole Colombo.
FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare per fatto personale.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 69FURIO COLOMBO. Signor Presidente, ho scritto che ho fatto della mia vita di presidente della FIAT il compito - che ha avuto successo - di escludere Gheddafi, perché partner pericoloso di una azienda d'affari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.247, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 506
Votanti 298
Astenuti 208
Maggioranza 150
Hanno votato sì 43
Hanno votato no 255).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.207.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, il nostro Paese, con questo Trattato, sta aprendo la strada ad un precedente molto pericoloso che è quello di una cooperazione rafforzata sul tema della difesa e, in particolare, della lotta all'immigrazione clandestina che avviene con un Paese che non ha ratificato la Convenzione ONU sui rifugiati e che non riconosce il diritto d'asilo.
Questo significa che le decine di migliaia di disperati che arrivano in Libia dal Ciad, dal Darfur e da tutte le altre regioni dell'Africa sub-sahariana, dove ci sono conflitti, non hanno alcun diritto...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, stiamo pagando profumatamente il colonnello Gheddafi per fare quello che avrebbe già dovuto fare a suo tempo e dobbiamo essere consapevoli che stiamo dando denaro ad una persona che sa fare un uso cinico e destabilizzante, per il nostro Paese, del dramma dei clandestini, che partono dalle coste libiche e che continueranno a farlo come in passato, come pure continuerà la solita prassi del creare emergenze e del chiedere...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, come ha ricordato prima il collega Mecacci, l'Italia stanzia 200 milioni all'anno per questo Trattato con Gheddafi e con la Libia, mentre taglia di oltre il 50 per cento i denari a sostegno della cooperazione internazionale. Tagliare questi fondi significa sicuramente far venire sempre più immigrati nel nostro Paese. Si tratta di gente che fugge dalla fame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.207, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 293
Astenuti 200
Maggioranza 147
Hanno votato sì 44
Hanno votato no 249).Pag. 70
Prendo atto che il deputato Brigandì ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi. Prendo atto altresì che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Antonino Foti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.167.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, i cittadini italiani che stanno manifestando davanti a Palazzo Montecitorio lo fanno perché vantano, nei confronti del Governo e delle imprese libiche, crediti che assommano a circa 600 milioni di euro e che sono stati, in gran parte, riconosciuti anche dalla parte libica, ma che il nostro Governo non è stato capace di inserire nel Trattato.
Pertanto, prevediamo un aumento di tasse perché la ratifica e l'esecuzione di questo Trattato comporta un aumento di tasse, in particolare per l'ENI, che vanno a coprire...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, la Libia ha già ottenuto negli anni scorsi, grazie alla legge n. 271 del 2004, aiuti per realizzare almeno tre centri di detenzione per migranti e il risultato di questo aiuto si sta ripercuotendo quotidianamente sulle coste italiane. Il problema è che l'Italia non ha condizionato allora e non condiziona oggi questi aiuti al rispetto dei diritti umani fondamentali e delle regole minime di diritto internazionale...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zamparutti, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, il testo dell'onorevole Pianetta come relatore è in realtà ad un certo punto un testo addirittura letterario, di frustrazione della parte italiana nei confronti della parte libica. Si dice che il 13 dicembre 2000 era stato firmato un accordo con la Libia (e naturalmente versati danari), ma ciò non aveva portato ad alcun successo ed alcuna conseguenza. Dopodiché il 29 dicembre 2007 si è tornati a farlo e nulla è accaduto e...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Colombo, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, prefetto Mario Mori, anno 2005: «In Libia i clandestini vengono accalappiati come cani, messi su furgoncini pick-up e liberati in centri di accoglienza dove i sorveglianti per entrare debbono mettere i fazzoletti intorno alla bocca per gli odori nauseabondi». Ecco con chi stiamo firmando questo Trattato, con Gheddafi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.167, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 301
Astenuti 198
Maggioranza 151
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 252).Pag. 71
Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.99.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, credo che rispetto agli impegni espressi in aula da quasi tutti i gruppi politici, riguardo all'indennizzo da attribuire agli italiani rimpatriati nei paesi che hanno operato in Libia, si possa dire: «meglio tardi che mai». Però bisogna chiedersi perché queste proposte di legge, che sono state rivendicate, non sono state ancora calendarizzate in Assemblea dalla maggioranza di Governo, mentre si è deciso di arrivare ad una ratifica lampo di un Trattato come questo stipulato solo il 30 agosto scorso. Non è dato un precedente in questa legislatura di nessun trattato stipulato...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Mecacci, il suo tempo è terminato...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, pare non opportuno, né politicamente lungimirante, ma penso che di fatto poco vi sia di politica estera in questo Trattato, ma molto d'altro e lo spiegherò dopo. Ma non ci pare opportuno stabilire in maniera così impegnativa rapporti di cooperazione economica e militare con il colonnello Gheddafi. Non vorrei che la repressione in Libia nei prossimi anni sia, infatti, finanziata e sostenuta con i soldi e con le armi italiane.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, con chi stiamo firmando questo Trattato? Cito ancora il prefetto Mori, anno 2005, dopo la visita al centro di accoglienza di Seba: «650 persone invece delle 100 in grado di essere ospitate, una ammassata sull'altra senza il rispetto di alcuna norma igienica e in condizioni terribili». Era il prefetto Mori, crediamo alle sue parole o a quelle di Gheddafi?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, mi trovo in quest'aula preso tra due misteri. Il primo è come possa la destra di questa Assemblea buttarsi tutta insieme, in silenzio, senza argomenti e senza motivazioni dalla parte del colonnello Gheddafi.
Il secondo mistero è la sinistra nella quale mi trovo: come possa abbandonare i disperati del mondo per una legge così infame (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.99, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 294
Astenuti 199
Maggioranza 148
Hanno votato sì 46
Hanno votato no 248).
Prendo atto che i deputati De Torre, De Pasquale, Donadi e Favia hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.118 a pagina 52 del fascicolo.Pag. 72
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, credo che - a differenza di quanto è stato detto sia dai rappresentanti della maggioranza, che anche da quelli mio gruppo - questo Trattato non chiuda il contenzioso con la Libia, ma in realtà ne aprirà molti altri. Quella del colonnello Gheddafi è ormai una tattica ben consolidata, con la quale si ricattano i Paesi democratici, promettendo di rispettare accordi che non ha mai fatto.
Voglio solo ricordare che pochi mesi fa vi fu la questione delle cinque infermiere bulgare che furono condannate a morte...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, dovremo davvero imparare dal caso che ha coinvolto le cinque infermiere bulgare ed il medico palestinese, letteralmente sequestrati dal regime libico per anni, in vista della definizione di una somma per il loro riscatto. C'è stato un braccio di ferro con i vari Governi coinvolti, infine con l'Unione europea, con un gioco costantemente al rialzo. Nessuna regola di diritto, soltanto trattative...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, vorrei invitare tutti i deputati presenti in quest'Aula a cominciare a prevedere dei viaggi e delle visite nei centri per la detenzione di immigrati qui in Italia, perché ho paura che stiamo sempre più assomigliando a questo nuovo amico che abbiamo deciso di sponsorizzare con questo Trattato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.118, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 294
Astenuti 203
Maggioranza 148
Hanno votato sì 45
Hanno votato no 249).
Prendo atto che il deputato Traversa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Favia e Misiti hanno segnalato sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.346, a pagina 52 del fascicolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, sono convinto che la stipula di questo Trattato avrà l'effetto di marginalizzare, ancora di più di quanto non lo sia, la politica estera e il peso del nostro Paese a livello internazionale. In un momento in cui il nostro Paese assume la presidenza del G8, noi ci presentiamo di fronte ai leader del cosiddetto mondo libero con un finanziamento di 200 milioni di euro l'anno al colonnello Gheddafi e con il record minimo di finanziamenti alla cooperazione internazionale che hanno raggiunto lo zero virgola zero...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, la tecnica minatoria del creare emergenze per poi chiedere soldi è stata spesso utilizzata dal regime libico sulla questione dei clandestini, ma voglio anche ricordare gli attacchi diretti alle nostre rappresentanze diplomatiche in Libia in occasione dell'iniziativa dell'allora Ministro Calderoli, in sostegno della libertà di critica della religione musulmana.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, prima abbiamo ricordato il pattugliamento che si vuole fare insieme alla marina libica e all'esercito libico sulle coste del Mediterraneo. Conosciamo la storia degli immigrati che provengono dalle zone di guerra, i quali vendono tutto, pur di poter arrivare in Italia ed approdare sulle nostre coste.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, non capisco perché sia il rappresentante del Governo sia il relatore si comportino come androidi: ascoltano nel silenzio e nel disinteresse e non ci stanno dicendo, per esempio, che cosa vuol dire: società italiane che monitoreranno il confine del deserto. Ce lo volete dire? Ci volete spiegare chi sono, volete fare un esempio: Montecatini, Montedison, Telecom?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.346, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 304
Astenuti 193
Maggioranza 153
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 253).
Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.330, a pagina 55 del fascicolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, un dittatore che abbia scelto, come ha fatto il colonnello Gheddafi, di rientrare nella comunità e nella società internazionale, pagando quanto doveva pagare rispetto agli attentati di Lockerbie e dismettendo i programmi di ricerca nucleare, aveva bisogno di una cosa: della legittimazione di un Paese democratico, vale dire di un Paese democratico che dicesse: «tu, Gheddafi, sei uno di noi, noi non ti attaccheremo mai e tu non ci attaccherai mai». Ecco, l'Italia si presta ad un gioco che contraddice gli impegni internazionali sottoscritti con la NATO.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, credo che questo Trattato segni il degrado della classe politica italiana che, esprimendosi così a favore del colonnello Gheddafi, di un regime dittatoriale ed assoluto, in realtà esprime una pochezza politica e, in particolare, una pochezza di Pag. 74politica estera. Credo che, in realtà, chi sta facendo davvero la politica estera in Italia...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, in questa città, a 100 metri da qui, è stato chiuso un ospedale di eccellenza, il San Giacomo, perché mancava un milione di euro nella contabilità della regione Lazio; nel frattempo, in questo stesso anno, noi stiamo dando 200 milioni di euro, moltiplicati per vent'anni, a Gheddafi (Commenti del deputato Lulli). Cosa direte ai vostri cittadini, quando dovrete dichiarare che questo taglio purtroppo...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Colombo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, prima l'onorevole Bocchino è intervenuto per manifestare l'intenzione di intervenire sul contenzioso storico e politico che dura da decenni; so, invece, che in Commissione le cose erano andate in un altro modo, nel senso che si era deciso di accantonare questo contenzioso. Dunque, ciò mi fa molto piacere e, probabilmente, l'iniziativa che stiamo portando avanti è servita, e sta servendo anche a questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, con questo Trattato, noi ci impegniamo a monitorare il confine sud della Giamahiria libica, ma questo confine è stato definito da un Trattato fra potenze coloniali che sia la Libia sia il Ciad hanno disconosciuto. Possiamo sapere qual è esattamente il confine che dobbiamo monitorare? Qualcuno ne ha un'idea precisa al Ministero degli affari esteri?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.330, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 314
Astenuti 182
Maggioranza 158
Hanno votato sì 59
Hanno votato no 255).
Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.314 a pagina 57 del fascicolo degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, c'è stato un periodo nella storia politica del nostro Paese in cui si diceva che era l'ENI a fare la politica estera del nostro Stato. Ebbene, credo che una riflessione si imponga, in particolare per i colleghi che si occupano di questa materia: ormai le nostre relazioni amichevoli con la Russia sono guidate dagli interessi energetici di questa azienda e adesso ci troviamo, primo Paese occidentale, a stipulare questo Trattato che legittima Gheddafi semplicemente perché l'ENI è stata la prima azienda...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Mecacci.Pag. 75
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, denuncio una pochezza, un degrado, una sostanziale assenza di visione politica per quanto riguarda la politica estera perché, come affermava il mio collega Matteo Mecacci, chi sta dettando in realtà la politica estera del nostro Paese è l'ENI e quello che sta accadendo in Libia in un momento in cui la crisi del gas, in particolare, è così evidente e ci riguarda così tanto, dovrebbe davvero farci riflettere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, la rilevanza politica del Trattato si riduce ad un accordo che soddisfa le pretese ricattatorie libiche per i danni di guerra del periodo coloniale già compensate nel 1956. È un palese contributo - dobbiamo dirlo - esclusivamente all'ENI per i prossimi vent'anni, per quanto riguarda il petrolio e per i prossimi trenta per quanto riguarda il gas.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, la questione mi intriga particolarmente perché questo è uno dei trattati più sgangherati che si siano mai visti; è vero che è stato presentato come uno show personale ma, lo ripeto, è uno dei disegni di leggi più sgangherati che si siano mai visti, la cui difesa non riesco a capire. Per esempio, qualcuno mi vuole rappresentare e dire quali manovre congiunte faremo con la Libia? Voi state approvando l'idea di fare manovre congiunte con la Libia. Qualcuno mi vuole dire quale azienda militare passerà i segreti alla Libia?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, per una volta sono d'accordo con l'onorevole Colombo. Il Ministero degli affari esteri ha valutato la tensione militare sussistente al confine Libia-Ciad, con un altro Paese in cui sono presenti forze militari di un Paese amico (ovvero della Francia) e in cui il conflitto è in questo momento fermo, ma non sappiamo per quanto?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.314, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 316
Astenuti 182
Maggioranza 159
Hanno votato sì 59
Hanno votato no 257).
Prendo atto che la deputata Mosca ha segnalato di aver espresso erroneamente voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi e che i deputati Maran e Favia hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi. Prendo atto che le deputate De Torre e De Pasquale hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto astenersi e che il deputato Rao ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.300, a pagina 60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, a riprova del fatto che il colonnello Gheddafi stia cercando legittimazione internazionale basta citare il caso del 2003, quando quel Paese fu eletto alla presidenza della Commissione sui diritti umani delle Nazioni Unite. Se lo ricordate, i Paesi democratici ritennero quella decisione presa dai Paesi arabi ed africani come una decisione vergognosa che portò alla chiusura di quell'organismo, proprio perché presieduto dalla Libia. Il nostro Governo si presenta sul fronte occidentale con un Trattato di amicizia con Gheddafi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, sono sempre più stretti i legami tra l'ENI e la Libia e sicuramente si inseriscono in una strategia di ampio respiro, che va oltre la congiuntura economica e l'attuale crisi del gas. In particolare, la data la farei risalire al 14 novembre 2006, quando venne stipulato tra l'amministratore delegato dell'ENI...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, il manifesto-appello dei premi Nobel del 1979 contro lo sterminio per fame nel mondo metteva al centro il problema dell'informazione di tutti i cittadini per battere questo problema. Mi pare che non solo non informiamo adeguatamente i cittadini italiani sui contenuti di questo Trattato...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, notizie di agenzie internazionali attendibili ci dicono che il numero delle persone che muoiono ogni anno nel passaggio del deserto dal Ciad alla Libia per l'assoluta incuria, mancanza di assistenza e per le sevizie delle autorità libiche si avvicina a 4 mila. Possiamo chiedere al Governo di prendere in considerazione questa straordinaria emergenza umanitaria? Mi chiedo perché non è stata inserita nel Trattato una considerazione anche su questo problema (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 309
Astenuti 185
Maggioranza 155
Hanno votato sì 53
Hanno votato no 256).
Prendo atto che i deputati Favia e Viola hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi e che il deputato Rao ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1344.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, è stato citato a sostegno dell'iniziativa presa dal Governo italiano il fatto che anche l'Unione europea stia negoziando con il regime di Gheddafi degli accordi di cooperazione. Voglio ricordare a tutti i colleghi, e in particolare a quelli del mio Pag. 77gruppo, che gli accordi stipulati dall'Unione europea con i Paesi terzi prevedono la cosiddetta clausola sui diritti umani all'articolo 2, la quale stabilisce che in caso di reiterate violazioni dei diritti umani e dei principi democratici l'accordo si considera annullato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, sottolineo sempre un maggiore sodalizio tra ENI e Libia che si inserisce in una strategia che vede ENI, Gazprom e la compagnia di Stato libica sempre più affiatati. Il 14 novembre 2006 è stato stipulato un patto strategico tra ENI e Gazprom nel quale si prevedeva per ENI il privilegio (devo dire raro) di entrare nell'attività di esplorazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, apprendiamo che ai termini del Trattato vi saranno delle pattuglie miste italiane e libiche per contrastare l'immigrazione clandestina. Mi chiedo se il Ministero degli affari esteri ha considerato che mentre gli italiani sono vincolati a riconoscere il diritto d'asilo (che è cosa diversa dall'immigrazione clandestina) e a rispettare i termini della Convenzione di Ginevra che protegge i domandanti asilo, ciò non vale per i libici che non hanno riconosciuto la Convenzione di Ginevra.
Come faremo a distinguere, dentro una barca di eventuali persone che vogliono venire in Italia, chi chiede diritto di asilo (e a titolo ad averlo) da chi, invece, è semplicemente un emigrante clandestino? È possibile farlo in collaborazione con un Governo che non riconosce i diritti umani sanciti dalla Convenzione di Ginevra?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, onorevole Buttiglione, questi problemi vengono risolti oggi sbrigativamente. Queste persone, che hanno già pagato almeno duemila dollari per trovare una patria che li ospiti, in realtà vengono gettate in mare. Il nostro Mediterraneo sta diventando un vero e proprio cimitero di disperati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, ieri, di fronte al sottosegretario di Stato per gli affari esteri Scotti, ho sollevato la questione delle pattuglie miste, ma il sottosegretario mi ha sgridato, dicendo che essa non è contenuta da nessuna parte. Naturalmente, nel Trattato è presente tale questione, il che fa pensare che i due sottosegretari che si alternano o non conoscono o non amano il testo che si trovano di fronte. Certo, è molto imbarazzante trovarsi di fronte ad una legge così complessa, grave...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Colombo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1344, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 304
Astenuti 191
Maggioranza 153
Hanno votato sì 56
Hanno votato no 248).
Prendo atto che l'onorevole Fucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Prendo atto, altresì, che l'onorevole De Pasquale ha segnalato di Pag. 78aver espresso erroneamente voto contrario, mentre si sarebbe voluta astenere. Prendo atto, infine, che gli onorevoli Ginefra e Messina hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1205, a pagina 83.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, francamente mi sorprende che, in particolare da parte di molti colleghi della maggioranza, non sia pronunciata una parola sul fatto che il nostro Governo si appresta a stipulare un Trattato di amicizia con un Governo che, in questi giorni, ha dichiarato la volontà di distruggere lo Stato di Israele e di dare sostegno a coloro che lanciano i razzi su quel Paese. Noi abbiamo sentito parole di condanna nei confronti di quell'azione militare, ma non abbiamo sentito alcuna richiesta di chiarimento, né sono stati presentati ordini del giorno o emendamenti affinché...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, prima parlavo dell'accordo stipulato nel novembre 2006 tra ENI e Gazprom, con l'ENI che ebbe il permesso di entrare nell'attività di esplorazione e sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi russi e, in cambio, fece varie promesse a Gazprom, alcune delle quali riguardavano anche le aree a nord ovest dell'Africa, ossia anche le Libia, dove noi sappiamo che l'ENI è presente dal 1959 e produce...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non siamo anime belle, sappiamo come funziona la politica. Si può firmare, certo, un Trattato di cooperazione con la Libia, con un Paese dittatoriale, ma si deve chiedere qualcosa in cambio, cosa che non abbiamo fatto, sul rispetto di diritti umani elementari e sulla strada verso la democrazia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, qualche tempo fa, quando ero candidato come commissario per gli affari interni e i diritti umani dell'Unione europea, segnalai il problema dell'immigrazione clandestina dalla Libia, proponendo di stabilirvi campi di soccorso umanitario e di creare anche le condizioni affinché in questi campi si incontrassero domanda e offerta di lavoro, in modo da favorire l'immigrazione legale. Mi fu detto - per la verità dalla sinistra italiana - che era una misura nazista. I campi di concentramento non erano quelli che volevo io: sono quelli che ci sono adesso e quelli che c'erano già allora.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1205, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 305
Astenuti 188
Maggioranza 153
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 254).
Prendo atto che il deputato Messina ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e Pag. 79che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1065, a pagina 106.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, per cercare di fare luce sulle condizioni e i contenuti di questo Trattato, annuncio in Aula che la prossima settimana - o, sicuramente, prima dell'approvazione definita al Senato - organizzeremo la proiezione alla Camera del documentario di Andrea Segre Come un uomo sulla terra, che parla della condizione dei migranti e dei rifugiati libici in condizioni disumane, che il nostro Governo si appresta a sostenere collaborando con il Governo libico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, dicevo di queste promesse fatte dall'ENI a Gazprom, che riguardano l'area nord ovest della Africa e, in particolare, la Libia, che ci devono preoccupare, perché Gazprom vuole giocare il grosso della sua partita proprio sulla sponda nordafricana del Mediterraneo. La Libia, da questo punto di vista, è cruciale. Vuole giocarla rispetto all'impianto egiziano di ENI...
PRESIDENTE. Onorevole Zamparutti, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, credo che non possiamo non sottolineare che, mentre in questa giornata c'è il discorso inaugurale del nuovo Presidente americano e il nostro Governo è assente, in quest'Aula stiamo per firmare un Trattato di amicizia con la Libia. Insomma, abbiamo fatto un po' due pesi e due misure, scegliendo sicuramente il peggio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, nel Trattato per la verità si parla di diritti umani, ad una lettura attenta. Vorrei sapere: qual è il livello di libertà religiosa vigente oggi nella Giamahiria libica per i cristiani? E per gli ebrei? Ci sono ebrei in Libia e hanno i diritti comunemente riconosciuti a tutti cittadini, anzi a tutti gli esseri umani, secondo le Convenzioni delle Nazioni Unite?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, avrà notato che nella maggior parte dei nostri interventi poniamo domande («vorrei sapere», «mi domando se») che cadono nel vuoto, perché non c'è risposta né da destra né da sinistra. Cosa diremo agli elettori? Cosa direte a chi vi ha votato a destra? Cosa diremo a chi ci ha votato a sinistra, mentre siamo autori di uno spreco di denaro così spaventoso, in un momento di crisi così grave, e tutto questo va a carico degli ultimi della terra?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.
RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, intervengo per rassicurare l'onorevole Colombo che come maggioranza ce la sappiamo cavare. Egli, probabilmente, potrà ancora ripresentarsi, se raccoglierà delle firme decenti questa volta, alla segreteria del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 80
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1065, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 305
Astenuti 183
Maggioranza 153
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 254).
Prendo atto che i deputati Misiti, Di Pietro, Paladini, De Pasquale, De Torre e Messina hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.995, a pagina 118.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, è stato citato il fatto che il nostro Paese sarebbe stato incoraggiato a stabilire nuove e migliori relazioni con il Governo libico anche dal Governo degli Stati Uniti. Io, però, sfido qualsiasi collega in quest'Aula a dimostrare che gli Stati Uniti possano firmare un Trattato con la Libia nel quale gli Stati Uniti si impegnano a non usare il proprio territorio per eventuali attacchi nei confronti di un Paese come la Libia. È una norma in contraddizione con l'articolo 5 del Trattato NATO, che solo l'Italia ha introdotto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, dicevo dell'interesse di Gazprom per la produzione di idrocarburi per quanto riguarda il nord dell'Africa. Voglio ricordare come nel luglio dello scorso anno il numero uno del colosso russo, Aleksej Miller, si sia incontrato a Tripoli proprio con il colonnello Gheddafi, allo scopo di garantirsi maggior capacità di trasporto di gas dalla Libia all'Europa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non c'è niente di cogente - lo dico all'onorevole Buttiglione - in questo Trattato per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani. È un Trattato in realtà oneroso, soprattutto politicamente, per la clausola che impegna l'Italia a rispettare il sistema politico della Giamahiria libica. Ecco quello che stiamo per firmare e convalidare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, uno dei motivi principali di vantaggio per l'Italia derivanti da questo Trattato dovrebbe essere il freno all'immigrazione clandestina. Proprio ieri, 448 disperati sono approdati di nuovo sulle coste siciliane. Mi sembra un messaggio da non sottovalutare, che ha un valore emblematico. Siamo sicuri di poter contare su un effettivo freno all'immigrazione clandestina?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.995, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 81
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 314
Astenuti 184
Maggioranza 158
Hanno votato sì 56
Hanno votato no 258).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.925, a pagina 130.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, si è fatto riferimento in Aula alla necessità di verificare coperture di bilancio per riuscire eventualmente a soddisfare le esigenze degli italiani rimpatriati e delle imprese italiane all'estero.
Nell'emendamento che abbiamo presentato insieme all'onorevole Colombo si prevede un impegno che è già ridotto rispetto a quello che vantano queste persone. Si tratta di 600 milioni di euro, che sono certificati; se ne chiedono circa 300 milioni. Spero che non si voglia scendere...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, scopo dell'incontro tra Gazprom e il colonnello Gheddafi dell'ottobre scorso era appunto quello di garantirsi, per Gazprom, una maggiore capacità di trasporto di gas dalla Libia all'Europa, oltre a gettare le basi per una joint venture tra Gazprom e la società petrolifera di Stato libica Noc.
In tutto questo, l'ENI c'entra; c'entra perché negli accordi che sono stati stipulati tra ENI e Gazprom c'è la previsione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, fino ad ora l'immigrazione clandestina è stato uno strumento di pressione della Libia contro l'Italia per imporre i propri interessi. I disperati vengono lasciati partire quando c'è da premere sul Governo italiano. Abbiamo avuto reali garanzie che questo non si ripeta in futuro?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, abbiamo già avuto delle prove in passato di quanto Gheddafi rispetti gli accordi internazionali. Il 13 dicembre 2000 e il 29 dicembre 2007 la Libia aveva già firmato un accordo per contrastare l'esodo clandestino verso le coste italiane. Vi dice niente quello che è successo in questi anni?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.925, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 310
Astenuti 190
Maggioranza 156
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 256).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.785, a pagina 153.Pag. 82
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, alcuni dei colleghi della maggioranza più onesti intellettualmente, nella discussione sulle linee generali in Aula, hanno dichiarato che questo Accordo e la sua ratifica rappresentano una scommessa per il nostro Paese.
Credo che si tratti di un vero e proprio gioco d'azzardo, perché non aver previsto che i termini del rispetto di questo Accordo siano valutati e monitorati da soggetti terzi a livello internazionale, da arbitrati internazionali, ma solo da commissioni miste congiunte è qualcosa che non garantisce in nessun modo...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, parlavo dell'interesse di Gazprom a controllare i flussi di gas che arrivano all'Europa attraverso la Libia e di incontri russo-libici che su questo vi sono stati. In questo scenario, colleghi, stiamo facendo il cavallo di Troia dell'ingresso della Russia nello sfruttamento dei giacimenti nordafricani che riforniscono l'Europa. In un momento di crisi come quello attuale, mi domando: non c'è una riflessione su questo (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, a proposito dell'affidabilità di Gheddafi, possiamo dire che la sua strategia è quella di creare emergenze per poi battere cassa con la promessa di risolverle. È il caso dell'immigrazione clandestina: prima ho citato i due accordi già firmati e non rispettati; adesso ci apprestiamo a ratificarne un altro. Forse, dovremmo riflettere un po' di più...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, anche se il Governo libico desse precisa esecuzione all'Accordo, non risolveremmo il problema dell'immigrazione clandestina; sposteremmo semplicemente le correnti migratorie. Una volta passavano dall'Albania, poi dalla Turchia, dalla Siria, adesso passano dalla Libia, ma domani potrebbero passare da un'altra parte. Solo l'iniziativa di una conferenza mediterranea, con la collaborazione di tutti i Paesi rivieraschi, può veramente indicare una soluzione al problema.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.785, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 305
Astenuti 191
Maggioranza 153
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 256).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.715.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci, al quale ricordo che il tempo per gli interventi a titolo personale è esaurito. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Avremo comunque diritto di parola, per esprimere la nostra dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Si tratta già dichiarazione di voto a titolo personale, ma il tempo complessivo per le dichiarazioni...
MATTEO MECACCI. Sì, signor Presidente, ma esistono...
PRESIDENTE. Esiste anche un Regolamento, onorevole Mecacci.
MATTEO MECACCI. Ed esistono anche dei precedenti in base ai quali anche quando il tempo a disposizione dei gruppi per gli interventi a titolo personale era terminato si è consentito comunque ai deputati, che avevano presentato emendamenti, di esprimersi.
PRESIDENTE. E in ragione dei precedenti che lei richiama, anziché trenta secondi, la Presidenza, in via eccezionale, consente dichiarazioni di voto, a titolo personale, per la durata di quindici secondi. Prego, onorevole Mecacci.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, penso che con l'avvio della Presidenza del G8 per i colleghi, che davvero tengono alla rispettabilità del nostro Paese, trovarsi con il minimo storico nella cooperazione internazionale allo sviluppo (0,09 per cento), con l'obiettivo...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi stiamo davvero svolgendo il ruolo del cavallo di Troia all'ingresso dei russi, perché non è Gheddafi che concede diritti di sfruttamento direttamente alla Russia, ma è l'ENI che cede a Gazprom diritti di sfruttamento nel progetto Elephant. In questo modo...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, questa volta non mi ero iscritta, visti i quindici secondi, dove si può dire solo probabilmente...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.715, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 302
Astenuti 192
Maggioranza 152
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 252).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.347.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, mi chiedo come il Governo italiano farà a votare contro le iniziative antisemite contro i diritti umani intraprese dalla Libia all'interno delle Nazioni Unite dopo che avrà stipulato questo Trattato di amicizia con quel Paese: o si è amici di Israele o si è amici di Gheddafi, tertium non datur.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
Pag. 84ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, non solo o si è amici di Israele o si amici di Gheddafi, ma anche o si è europeisti o si è amici di Gheddafi, perché così stiamo contribuendo ad alimentare un assetto di potere che aggraverà sempre di più le crisi energetiche del nostro Paese e dell'intera Unione europea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo per ricordare che almeno a Radio Radicale quaranta secondi li diamo per poter intervenire. Qui abbiamo quindici secondi per poter dire che questo Trattato, più che mai, è scritto sulla sabbia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.347, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 308
Astenuti 190
Maggioranza 155
Hanno votato sì 47
Hanno votato no 261).
Prendo atto che il deputato Maran ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.505.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, lo ripeto: la Libia è campione, a livello internazionale, dell'antisemitismo, della lotta alla l'esistenza dello Stato di Israele, e di questo si fa portatrice in qualsiasi istanza. Come l'Italia possa presentarsi ai partner del G8 avendo firmato e ratificato questo Trattato, francamente...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. E mentre noi pregiudichiamo con questa politica scellerata la possibilità di rafforzare un mercato europeo dell'energia e del gas, intanto il colonnello Gheddafi ha offerto una base di appoggio per le navi russe nel Mediterraneo, e la disponibilità...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare che su questo tema, sulla firma di questo Trattato, non c'è stato alcun dibattito sul servizio pubblico radiotelevisivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.505, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 308
Astenuti 190
Maggioranza 155
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 257).Pag. 85
Prendo atto che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.428.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, non solo non c'è stato nessun dibattito sul servizio pubblico radiotelevisivo, ma nessun grande giornale ha finora scritto un editoriale, un articolo, un approfondimento su un Trattato di questa portata. Non vorrei che gli interessi dell'ENI, anche nell'acquisto delle pagine pubblicitarie, pesino così tanto sulla nostra politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, solo Gheddafi offre basi d'appoggio per le navi russe nel Mediterraneo ma è disponibile a costruire una centrale nucleare per usi pacifici in un Paese che galleggia sul petrolio e sul gas con la tecnologia made in Russia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non c'è nessun dibattito televisivo forse perché i soldi dalle tasche degli italiani per questo Trattato devono essere tirati fuori di nascosto, senza che se ne accorgano?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.428, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 311
Astenuti 185
Maggioranza 156
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 260).
Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando, Mattesini, Mazzarella e Schirru hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi, che il deputato Tocci ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1433.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, ad un'analisi giuridica imparziale questo Trattato viene considerato una violazione degli accordi internazionali da parte dell'Italia, una violazione della legalità. Ma purtroppo non è la prima volta che le nostre istituzioni fanno questo, e lo stanno facendo adesso anche...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, aggiungo lo shopping di armamenti che il colonnello Gheddafi sta facendo in Russia per almeno due miliardi di dollari. Vi elenco che cosa sta acquistando: aerei Sukhoi 30, sistemi missilistici S-300, Tor-M1, caccia Mig-29...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
Pag. 86RITA BERNARDINI. Signor Presidente, una frase recita così a proposito dell'informazione: se le donne e gli uomini, se le genti sapranno, noi non dubitiamo che il futuro potrà essere diverso da quello che incombe.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1433, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 309
Astenuti 192
Maggioranza 155
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 261).
Prendo atto che i deputati Argentin, Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Oliverio e Martella hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1411.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, l'indifferenza di quest'Aula e del Parlamento circa il rispetto della legalità credo si veda non solo con l'approvazione di questo Trattato, ma anche con quanto sta avvenendo con la vicenda della Commissione di vigilanza che il nostro collega, Marco Beltrandi, sta occupando da oltre cinque giorni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, dicevo di questo shopping di armamenti: caccia Mig-29, carri armati T-90. E l'Italia fa parte di questa partita: ENI, Gazprom, NOC otterranno, stanno ottenendo trattative trilaterali per discutere di progetti comuni. Noi...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, il futuro che incombe è quello della totale mancanza di informazione su atti importanti che avvengono in questo Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1411, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 306
Astenuti 195
Maggioranza 154
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 257).
Prendo atto che i deputati Argentin, Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Vaccaro ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Vico ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1389.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, gli italiani rimpatriati e le imprese italiane avevano diritto ad un indennizzo di 600 milioni di euro. Sono stati presentati emendamenti che coprono buona parte di questi soldi e mi auguro che chi sta lavorando, come è stato annunciato, a riformulazioni non scenda sotto queste cifre...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Nessuno di noi dubiti del fatto che il nuovo imperialismo russo parte e passa dall'energia, e noi con ENI e con gli accordi con Gazprom stiamo prestando il fianco a questo gioco devastante. Ciò è irresponsabile!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, legalità, democrazia e diritto sono parole sconosciute alla Libia di Gheddafi: ho paura sempre di più che divengano parole sconosciute anche in Italia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1389, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 309
Astenuti 187
Maggioranza 155
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 259).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1367.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, a me stupisce il fatto che non si levi nessuno da banchi della maggioranza per sollevare qualche dubbio sull'opportunità del Trattato. Sull'immigrazione clandestina, purtroppo, quello che state realizzando è che il pattugliamento probabilmente si tradurrà nell'affondamento di ulteriori navi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, non è che la partita energetica è estranea a questo Trattato, perché quando nell'ottobre dello scorso anno si è svolta una conferenza, un convegno sui rapporti italo-libici, dopo la firma di questo Trattato, erano presenti...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, l'ENI è una società con il 20,9 per cento del capitale di proprietà dello Stato, 10 per cento di capitale proprio, e 69 per cento di azionariato privato. Siamo così convinti che questo ente nazionale...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1367, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 309
Astenuti 195
Maggioranza 155
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 258).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Gnecchi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1345.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, mi chiedo davvero dove siano gli esponenti atlantisti della maggioranza, quelli che vogliono il nostro Paese fedelmente ancorato alle alleanze occidentali. Come si fa a sostenere l'approvazione di un Trattato come questo, che ci mette alla berlina, che ci ridicolizza...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, lo scorso ottobre, a questo convegno tenutosi a Roma, erano presenti il figlio maggiore del colonnello Gheddafi, Saif El Islam, e il capo della diplomazia libica, Shalgam ed anche il presidente dell'ENI, Scaroni...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, perché non è stato chiesto - non lo chiedo a lei, evidentemente - di ratificare la Convenzione ONU per i diritti dei rifugiati e per il diritto d'asilo dei migranti?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1345, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 311
Astenuti 193
Maggioranza 156
Hanno votato sì 52
Hanno votato no 259).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.2431.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, i negoziati di questo Trattato hanno preso il via nel momento in cui l'Unione europea si trovava a pagare milioni, e milioni, di euro per liberare cinque infermiere bulgare, e un medico palestinese, sequestrati dal regime di Gheddafi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, è stato l'amministratore delegato dell'Eni, Scaroni, a passare dalle Pag. 89parole alle cifre, che sono indubbiamente importanti, ma che proprio per questo confermano che il collocamento geopolitico del nostro Paese lo decide l'ENI.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, perché non abbiamo chiesto a Gheddafi di riconoscere il diritto d'asilo ai migranti, visto che la tortura nei centri di detenzione è pratica diffusissima?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.2431, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 310
Astenuti 191
Maggioranza 156
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 259).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, che i deputati Giulio Marini e Testoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Cimadoro ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.2152.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, si tratta di un negoziato cominciato con la chiusura della vicenda del sequestro delle infermiere bulgare, e del medico palestinese, e concluso con la chiusura di questo Trattato. Vi sono troppi aspetti non chiari, non definiti, che danno la possibilità a Gheddafi di denunciare in qualsiasi...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente non è un caso che se poi si dismette l'esercizio di una politica estera, che sappia guardare al futuro, che sappia perseguire i progetti del disegno atlantista, che sappia perseguire il disegno europeista...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non so cosa accadrà dopo, ma non vi è nessuna clausola in questo Trattato che sancisca il diritto della comunità italiana espulsa dalla Libia nel 1970, né il diritto degli imprenditori e dei loro dipendenti...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.2152, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 507
Votanti 310
Astenuti 197
Maggioranza 156
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 260).Pag. 90
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.2082.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, l'unica cosa che potrà accadere è che, invece che essere pagati da Gheddafi, i soldi che spettano agli italiani e alle imprese che hanno lavorato in quel Paese saranno pagati dalla fiscalità generale dei cittadini. Credo che come negoziatori...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, se non c'è una determinazione - io dico una convinzione - nel perseguire un disegno atlantista, un disegno europeista, questo significa anche per le libertà civili e politiche del nostro Paese un rischio enorme che noi stiamo correndo con questa classe politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, eppure quegli imprenditori che sono stati così violati nel loro lavoro, in ciò che avevano costruito in quegli anni, rappresentano, con i lavoratori, quello che lo Stato italiano dovrebbe tutelare con la sua Carta...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.2082 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 309
Astenuti 195
Maggioranza 155
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 261).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.2012.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, credo che quanto fatto dal regime libico con la Presidenza della Conferenza per la revisione degli accordi in materia di lotta al razzismo rappresenti qualcosa di inaccettabile, che è stato denunciato da tantissimi Paesi, e che purtroppo il nostro Paese non ha fatto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, non è un caso che, mentre ci schieriamo con la Russia e con la Libia, siamo capaci di rinunciare a parti di sovranità nazionale, non a favore dell'Unione europea e di un mercato europeo del gas, ma semmai a favore di uno Stato totalitario.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, altro che pattugliamento con i libici. Oggi ci sono mezzi tecnologici che consentirebbero di monitorare con il satellite ogni centimetro quadrato...
Pag. 91
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.2012, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 309
Astenuti 191
Maggioranza 155
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 260).
Prendo atto che i deputati Ferranti e Rigoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1872. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, abbiamo sentito criticare molto, anche dal gruppo del Partito Democratico, la relazione speciale che il Presidente del Consiglio, Berlusconi, ha stabilito con Putin. Come mai non si contesta la relazione speciale con Gheddafi?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, mentre ci collochiamo al fianco della Russia e della Libia, rinunciando ad un disegno europeista, siamo però sempre più disposti a rinunciare a sovranità nazionale a vantaggio di uno Stato totalitario assoluto come quello della Città del Vaticano.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, è facile immaginare che, dopo la ratifica da parte italiana del Trattato con la Libia, l'uso cinico e destabilizzante...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1872, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 306
Astenuti 197
Maggioranza 154
Hanno votato sì 52
Hanno votato no 254).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1802.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, lo vogliamo dire o no che l'Italia sta creando una triangolazione grazie all'ENI (Italia, Libia e Russia) che mette in discussione quarant'anni, cinquant'anni o sessant'anni di politica estera del nostro Paese? Lo vogliamo dire o no?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
Pag. 92ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, per questa via si stanno mettendo a repentaglio con un fiaccamento dell'intera classe politica italiana, i diritti civili e i diritti politici degli stessi cittadini italiani. Infatti quello che noi perseguiamo in politica estera...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, ci sarebbe da chiedersi cosa ne sa Gheddafi del mancato esilio di Saddam Hussein e quante verità nasconde dei discorsi che si facevano in questo...
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1802, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 309
Astenuti 194
Maggioranza 155
Hanno votato sì 53
Hanno votato no 256).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1732, riportato a pagina 358 del fascicolo degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, nessuna osservazione sul fatto che si dovrà aprire in Italia il mercato della distribuzione del gas interno? Che questo si lega ai rapporti tra ENI, Gazprom e la Libia? Chi sarà il nuovo competitor dell'ENI in Italia, a chi fa riferimento questo gruppo di potere?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi sempre più strizziamo l'occhio e rinunciamo a quote di sovranità nazionale a vantaggio di Stati totalitari e assoluti e pregiudichiamo in questa maniera anche lo stato dei nostri diritti...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che ci troviamo in un momento molto serio e molto difficile, e non voler ragionare e riflettere su quello che stiamo per fare è veramente preoccupante...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1732, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 308
Astenuti 192
Maggioranza 155
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 254).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1592, riportato a pagina 381 del fascicolo degli emendamenti.Pag. 93
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, è vero, come ha detto il presidente D'Alema, che questo Trattato è stato negoziato male: perché il Partito Democratico vota a favore? Perché si ritiene di chiudere un contenzioso che, in realtà, non si chiuderà mai? O quali sono gli interessi strategici del nostro Paese, se non quelli di cambiare la nostra politica estera?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, la connivenza con questi regimi - ripeto - mette a repentaglio i nostri diritti civili e politici. Questo spiega la ragione per cui non una parola...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, un'altra domanda che mi pongo è perché non abbiamo coinvolto l'Europa in un atto di politica estera tanto importante.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1592, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 505
Votanti 314
Astenuti 191
Maggioranza 158
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 260).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3.1434, riportato a pagina 389 del fascicolo degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, rispondo io all'onorevole Bernardini, visto che il Governo è impegnato in altre faccende e non siede ai suoi banchi: motivo per il quale, signor Presidente, credo che si debba anche richiamare il Governo a seguire un minimo il dibattito in Assemblea, se possibile.
PRESIDENTE. Onorevole Mantica, la prego di tornare al banco del Governo.
MATTEO MECACCI. La ringrazio, signor Presidente. Dicevo semplicemente che non rispondevo perché non era presente il rappresentante del Governo. Vorrei semplicemente dire che il motivo per il quale l'Unione europea non è stata coinvolta è il fatto che l'Unione europea non vorrebbe firmare un Trattato di questo genere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, non c'è da avere speranza sulla possibilità e la forza perché non c'è nessuna convinzione che l'Italia garantisca il rispetto dei diritti umani in Libia, un Paese dove si è riscontrata l'assenza di organizzazioni governative...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, sicuramente con un Trattato di questo tipo non costruiamo la patria europea. Costruiamo, invece, l'Europa delle patrie e delle nazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 94
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1434, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 305
Astenuti 193
Maggioranza 153
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mecacci 3. 1491, riportato a pagina 407 del fascicolo degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, la questione della triangolazione politica, militare ed energetica tra l'Italia, la Russia e la Libia è questione politica che questo Parlamento deve dibattere. Il Governo sta cambiando gli orizzonti...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, un Paese come l'Italia che, grazie ai Radicali, ha avuto la forza di conquistare un risultato di portata storica e civile rilevantissima come è stata la moratoria universale delle esecuzioni capitali all'ONU...
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, fra le tante domande che dobbiamo porci sicuramente c'è anche la seguente: se il Governo libico, come ha dimostrato in questi decenni, sia in grado di rispettare un patto...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mecacci 3.1491, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 307
Astenuti 193
Maggioranza 154
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 259).
Prendo atto che il deputato Renato Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.