Legislatura 16º - 3ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 32 del 27/01/2009


AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3ª)

 

MARTEDÌ 27 GENNAIO 2009

32ª Seduta (antimeridiana)

 

Presidenza del Presidente

DINI

 

La seduta inizia alle ore 9,05.

  IN SEDE REFERENTE

 

(1333) Ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008, approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

            Riprende l'esame sospeso nella seduta di ieri.

 

Interviene in discussione generale la senatrice MARINARO (PD) la quale rileva in premessa l’importanza delle tematiche affrontate dal disegno di legge in esame, le quali coinvolgono aspetti essenziali della politica estera italiana, oltre che la stessa coscienza storica del Paese.

Evidenzia che la posizione della propria parte politica, analogamente a quella assunta nel corso dell’esame del provvedimento presso la Camera dei deputati, è improntata a riconoscere che il Trattato di amicizia con la Libia riveste grande importanza dal punto di vista politico e storico, ed è il punto di arrivo di complesse trattative che hanno coinvolto i Governi, anche di centro sinistra, di un lungo arco temporale. Per la Libia, la sottoscrizione del Trattato costituisce segnale di apertura rispetto alla comunità internazionale e all’Unione europea. Per l’Italia, correlativamente, il Trattato è segnale di un approccio responsabile e democratico rispetto al problematico periodo coloniale e rafforza il ruolo svolto in seno all’Unione europea soprattutto con riferimento ai rapporti con i Paesi del Mediterraneo. Il Trattato, inoltre, risponde agli interessi generali dell’Italia, in un’ottica di collaborazione con la Libia su importanti tematiche quale il contrasto all’emigrazione irregolare.

La propria parte politica, pur condividendo l’impostazione di fondo del Trattato, che avrebbe peraltro potuto essere implementato nei contenuti, segnala con fermezza l’esigenza di ribadire la verifica della tutela dei diritti fondamentali della persona umana in ogni ambito. Preannuncia, in proposito, la presentazione di emendamenti al disegno di legge di autorizzazione alla ratifica in materia di monitoraggio sull’attuazione del Trattato dal punto di vista del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e di informativa del Governo al Parlamento sullo stato di attuazione dell’Accordo con riferimento alla collaborazione sulla lotta all’immigrazione irregolare. In tal modo, il Parlamento potrà svolgere una funzione di verifica e controllo sulla fase attuativa del Trattato, data la rilevanza dello stesso su più fronti, non ultimo quello dell’approvvigionamento energetico.

Per quanto concerne la tematica della verifica del rispetto dei diritti umani nell’azione di contrasto ai flussi migratori irregolari, segnala la ferma intenzione del proprio partito nel sollecitare una decisa azione del Governo italiano che affronti da un lato le politiche di sostegno ai paesi africani di provenienza dei migranti e, dall’altro, ponga un freno alle violazioni dei diritti umani che vengono continuamente perpetrate nell’ambito dei canali di ingresso illegali in Italia. Preannuncia, sul punto, la presentazione di un ordine del giorno durante l’esame del provvedimento da parte dell’Assemblea, sul quale auspica una convergenza di intenti sia da parte dell’Esecutivo, sia da parte delle altre forze politiche.

 

Il presidente relatore DINI (PdL) dichiara la propria disponibilità a valutare con attenzione i contenuti dell’ordine del giorno preannunciato dalla senatrice Marinaro.

 

Ha quindi la parola il senatore PEDICA (IdV) il quale rileva anzitutto il ritardo con il quale il Governo ha reso noto e presentato al Parlamento per la ratifica il contenuto del Trattato di amicizia con la Libia, sottoscritto a Bengasi il 30 agosto 2008. Ricorda che la propria parte politica ha più volte stigmatizzato la carenza di informazioni da parte dell’Esecutivo e fa presente come il Parlamento, e quindi i parlamentari dell’opposizione, non abbiano avuto alcuna possibilità di esprimere le proprie valutazioni né nella fase della trattativa, né in quella dell’approvazione parlamentare, non potendosi oramai più influire sui contenuti di un Trattato già stipulato.

Nel condividere i rilievi già svolti dal senatore Perduca sui contenuti dell’Accordo, rileva come il Gruppo parlamentare dell’Italia dei valori non dissenta dall’avvio di un’interlocuzione con la controparte libica, bensì sulle modalità secondo le quali essa è avvenuta e sugli esiti finali della negoziazione. Infatti, reputa opportuno che l’Italia sia pienamente coinvolta nella politica mediterranea di cooperazione e di buon vicinato e pacificazione rispetto al passato coloniale. Tuttavia, esprime forti riserve sulla gestione dei negoziati quasi fossero una questione privatistica da parte dell’Esecutivo, nella presente circostanza ma anche in precedenti occasioni di contatto con altri leader di paesi stranieri.

Preannuncia pertanto il voto contrario del proprio Gruppo parlamentare sul disegno di legge in esame.

Sulla base di una conoscenza diretta della realtà libica derivante dalla propria precedente attività professionale, ritiene che la controparte libica non possa considerarsi affidabile nella gestione e nell’attuazione dei trattati internazionali. Inoltre, segnala la mancanza nel testo dell’Accordo di disposizioni che garantiscano un adeguato livello di tutela dei diritti umani nella gestione dell’azione di contrasto all’immigrazione irregolare, Sotto questo profilo, il Governo italiano si è limitato a perseguire l’obiettivo immediato di una limitazione del numero degli ingressi irregolari in Italia, affidando invece la regolazione delle politiche migratorie alla Libia.

Rispetto, poi, ai contenuti del disegno di legge di ratifica, fa presente che la copertura finanziaria del provvedimento è affidata a misure di natura fiscale che sono destinate a gravare essenzialmente sull’ENI, con il rischio che quest’ultima induca un rialzo delle tariffe energetiche a carico dei cittadini italiani e con il pericolo del perpetrarsi di una situazione di monopolio della relativa attività.

Soffermandosi quindi sulle disposizioni del Trattato in tema di collaborazione nella lotta all’immigrazione irregolare fa presente che il sistema individuato per il controllo delle frontiere terrestri libiche è affidato per la metà a finanziamenti comunitari. In proposito, ritiene che l’assunzione di tale impegno avrebbe dovuto essere attentamente verificata quanto ai rapporti con l’Unione europea e auspica su tale profilo che il Governo fornisca chiarimenti. Auspica, inoltre, analoghe chiarificazioni quanto alla collaborazione nel settore della difesa nella prospettiva di realizzazione di un partenariato industriale nel campo delle industrie militari.

Esprime perplessità sulla compatibilità dei princìpi, affermato nel Trattato, di non ingerenza negli affari interni e di rispetto della legalità internazionale, che impedirebbero l’uso dei territori di Italia e Libia per qualsiasi atto ostile contro i rispettivi paesi, con il Trattato istitutivo della NATO e con la legalità internazionale, cui l’Italia si è sempre conformata.

Paventa inoltre che il Trattato, nel disciplinare le rispettive prerogative in un’ottica di superamento del passato coloniale, possa essere invocato anche da altri paesi che sono stati colonie per porre rivendicazioni verso Stati europei, che sarebbe stato opportuno consultare preventivamente.

Fa infine presente che l’articolo 4 del disegno di legge, introdotto nel corso dell’esame da parte della Camera dei deputati, recante il riconoscimento di un ulteriore indennizzo ai soggetti titolari di beni, diritti e interessi sottoposti in Libia a misure limitative, reca una stima dell’ammontare complessivo dei risarcimenti di 50 milioni di euro annui dal 2009 al 2011. Reputa tale stima ampiamente inadeguata, come evidenziato anche dalle associazioni rappresentative degli interessati. Preannuncia, in materia, la presentazione di proposte emendative per innalzare lo stanziamento.

Ribadisce, in conclusione, l’opinione contraria della propria parte politica sulla ratifica del Trattato, per motivazioni essenzialmente riconducibili ai contenuti dello stesso e alle modalità che hanno condotto alla realizzazione, al di là di posizioni pregiudizialmente critiche.

 

            Prende quindi la parola il senatore LIVI BACCI (PD) che condivide le valutazioni svolte dalla senatrice Marinaro osservando l'importanza di un atto che, in modo formale, sancisce la chiusura di un contenzioso, storico retaggio del passato coloniale. All'ottenimento di questo risultato hanno contribuito diversi Governi negli ultimi quindici anni.

            Un risultato che va anche valutato positivamente, sotto il profilo politico, per la vicinanza geografica della Libia, le risorse energetiche presenti sul suo territorio e per essere quel Paese uno dei principali luoghi di transito dell'immigrazione irregolare. A quest'ultimo proposito osserva tuttavia che, a differenza dell'Albania, la Libia è essenzialmente un Paese di transito. Dunque il rafforzamento della sua struttura economica non potrà essere di per sé una soluzione al problema dell'immigrazione, per il quale invece si propone nel Trattato in esame, a suo avviso un semplice rafforzamento del controllo di flussi che provengono dall'Africa Subsahariana.

            I meccanismi previsti dal secondo comma dell'articolo 19, peraltro, più che di controllo, appaiono strumenti di monitoraggio. Non si potranno arrestare flussi generati dagli squilibri crescenti tra Africa Subsahariana e paesi rivieraschi del Mediterraneo, che continueranno perciò ad attraversare in maniera crescente una frontiera tanto lunga e inevitabilmente porosa come quella terrestre libica. Da questa constatazione nasce la preoccupazione sugli strumenti che saranno utilizzati da parte libica per respingere e contenere le inevitabili ondate migratorie.

            L'esperienza di questi giorni di Lampedusa mostra tutta la difficoltà, per un Paese come l’Italia attento alla tutela dei diritti umani, di gestire in modo corretto l'attività di riammissione ed espulsione degli immigrati irregolari. Ritiene dunque che il Parlamento dovrà attentamente monitorare quel che avverrà sulle frontiere libiche una volta ratificato il Trattato. Crede altresì che dovranno essere pienamente dispiegate politiche attive - come quelle timidamente previste nel comma 3 dell'articolo 19 - a sostegno dei Paesi da cui provengono gli immigrati. In proposito ribadisce il suo giudizio negativo sul severo taglio apportato alle risorse pubbliche destinate alla cooperazione allo sviluppo.

 

Il senatore BETTAMIO (PdL) rileva a propria volta come il Trattato di amicizia tra Italia e Libia costituisca il punto di arrivo di negoziazioni portate avanti da Governi di diverso colore politico e che hanno condotto ad un Accordo comunque rispondente agli interessi italiani. Del resto, fa notare come ogni Trattato internazionale non possa che disciplinare un assetto di interessi frutto di sedimentazione passata, indicando un intento programmatico per il futuro.

In particolare, ritiene che il Trattato in esame costituisca un significativo passo avanti nei rapporti tra Italia e Libia, con il passaggio dal Comunicato congiunto italo-libico del 4 luglio 1998 ad un vero e proprio Accordo di amicizia, partenariato e cooperazione. Il fatto che la celebrazione della "Giornata libica della vendetta" sia stata sostituita da quella, d’ora in poi, del 30 agosto, data di sottoscrizione del Trattato, come "Giornata dell’amicizia" ne costituisce un segnale evidente.

Individua, poi, tra le problematiche affrontate dal Trattato di maggiore delicatezza, quella della definizione del contenzioso relativo agli indennizzi per gli espropri subiti da cittadini e imprese italiane da parte delle autorità libiche, nonché quella del contrasto all’immigrazione irregolare, la quale deve altresì garantire il rispetto e la piena garanzia dei diritti umani.

Fa tuttavia presente come le problematiche appena citate potranno essere nel prossimo futuro compiutamente affrontate e definite.

 

            Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 10,10.