Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 122 del 13/01/2009


SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------

122a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

 

MARTEDÌ 13 GENNAIO 2009

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Presidenza del presidente SCHIFANI,

indi del vice presidente CHITI

 

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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-MPA-Movimento per l'Autonomia: Misto-MPA.

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RESOCONTO SOMMARIO

 

Presidenza del presidente SCHIFANI

 

La seduta inizia alle ore 17,06.

 

Il Senato approva il processo verbale della seduta pomeridiana del 22 dicembre 2008.

 

Comunicazioni della Presidenza

 

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

 

PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 17,11 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. Comunica le determinazioni assunte dalla Conferenza dei Capigruppo in ordine al programma dei lavori dell'Assemblea per il primo trimestre dell'anno e al calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo fino al 29 gennaio, avvertendo che la seduta odierna verrà tolta dopo lo svolgimento delle repliche dei relatori e del Governo sul disegno di legge sulla sicurezza pubblica, così da consentire ai Gruppi parlamentari di presentare eventuali subemendamenti ai nuovi emendamenti presentati dal Governo.

BELISARIO (IdV). Il Gruppo dell'Italia dei Valori non ha approvato il calendario testé comunicato dalla Presidenza, contestando l'eccessiva compressione dei tempi dei lavori parlamentari, che impone ritmi accelerati ed un esame spesso frammentato e superficiale dei provvedimenti: le diciotto ore riservate al dibattito sul provvedimento riguardante il federalismo fiscale (cui il Gruppo ha partecipato con impegno e spirito propositivo) sono infatti del tutto insufficienti e lo stesso termine fissato per la presentazione dei subemendamenti al disegno di legge sulla sicurezza pubblica è inadeguato e incomprensibile, se si considera che l'esame del provvedimento verrà ripreso a febbraio. Nell'auspicare una cadenza più serrata dei lavori parlamentari, che preveda eventualmente sedute anche nelle giornate del lunedì e del venerdì, invita quindi il Consiglio di Presidenza, all'interno del quale il Gruppo dell'Italia dei Valori non è peraltro rappresentato, ad affrontare con maggiore rigore il problema del ricorso ai voti plurimi, eventualmente anche approdando alla forma di identificazione del votante adottata presso l'altro ramo del Parlamento, così da garantire effettiva trasparenza e serietà dei lavori del Senato. (Applausi dal Gruppo IdV. Congratulazioni).

PRESIDENTE. Nel dare atto al Gruppo dell'Italia dei Valori di aver sempre preso parte con assiduità e senso di responsabilità ai lavori parlamentari, assicura che l'obiettivo principale della Presidenza è quello di garantire la massima possibilità di confronto e dibattito, sia in Aula che in Commissione. In tale ottica, il calendario dei lavori prevede che nelle prossime settimane l'Assemblea si riunisca anche un lunedì e un martedì mattina, così da consentire tempi più congrui per l'esame del provvedimento anticrisi e del disegno di legge sul federalismo fiscale. Esprime inoltre l'auspicio che la discussione parlamentare abbia sempre meno ad oggetto eventuali affermazioni o interviste e sia invece sempre più incentrata sui provvedimenti, con l'obiettivo anche di realizzare possibili convergenze tra maggioranza e opposizione. Quanto all'interruzione della discussione sul disegno di legge sulla sicurezza, questa è derivata dall'accoglimento della richiesta, avanzata all'unanimità da tre Commissioni, di poter lavorare anche nel pomeriggio di giovedì. In relazione alla mancata presenza di un rappresentante del Gruppo dell'Italia dei Valori all'interno del Consiglio di Presidenza, risultato di una votazione dell'Assemblea, la Presidenza è impegnata affinché la rappresentanza di tutti i Gruppi sia garantita negli organismi interni al Senato. In relazione al problema della regolarità delle operazioni di voto, è stata avanzata la proposta di adottare il ritiro della tessera del senatore non presente in Aula e un'eventuale sanzione, ritenendosi che la pratica del riconoscimento tramite le impronte digitali debba essere concepita come extrema ratio; a tal proposito, assicura che un rappresentante del Gruppo dell'Italia dei Valori sarà invitato a partecipare al Consiglio di Presidenza nel caso in cui tale tema venga trattato.

Per un'informativa del Governo sulla presenza su Facebook di gruppi inneggianti alla criminalità organizzata

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Chiede al Governo di riferire in Aula a proposito della presenza nel sito Internet Facebook di gruppi di sostegno inneggianti a noti esponenti della criminalità organizzata, al fine di approfondire la portata e le origini di tale fenomeno, che il Procuratore nazionale antimafia e la polizia postale invitano a non sottovalutare, e di individuare l'identità degli organizzatori. È necessario che gli amministratori del sito Internet eliminino tali gruppi e che i parlamentari utenti di Facebookcancellino la loro iscrizione qualora non si provveda in tal senso. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Aut, PdL, PD e IdV).

 

PRESIDENTE. Condivide l'intervento, facendo proprio l'invito rivolto ai parlamentari; riferirà dunque al Governo la richiesta avanzata.

 

PEDICA (IdV). Annuncia la volontà di intervenire sul caso Alitalia, ricordando il difficile anno vissuto dai dipendenti della compagnia aerea. (Proteste dai banchi della maggioranza).

 

PRESIDENTE. Invita a svolgere l'intervento al termine della seduta.

VICARI (PdL). La presenza sul social network Facebook di gruppi di sostegno agli esponenti della criminalità organizzata ha suscitato l'indignata reazione di numerosi utenti della rete, che hanno proclamato una giornata di protesta. Occorre comunque interrogarsi sulle ragioni che spingono un numero preoccupante di persone a guardare con favore alle figure dei boss mafiosi, e si deve sostenere con maggiore forza la diffusione della cultura della legalità. (Applausi dal Gruppo PdL).

Seguito della discussione del disegno di legge:

(733) Disposizioni in materia di sicurezza pubblica

PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta antimeridiana del 19 novembre 2008 si è conclusa la discussione generale.

VIZZINI, relatore. Il disegno di legge è stato migliorato grazie al dialogo intenso e propositivo avviato dalle forze politiche in seno alle Commissioni riunite, che lo hanno esaminato in sede referente. Esso si inserisce nel disegno politico generale della maggioranza, finalizzato a combattere la criminalità e a garantire la sicurezza dei cittadini, introducendo un numero cospicuo di aggravanti in riferimento ad alcuni reati particolarmente odiosi, combattendo la criminalità diffusa ed introducendo norme significative per favorire il contrasto al crimine organizzato. Nel corso della discussione generale è stato particolarmente aspro il dibattito sulle norme in materia di contrasto all'immigrazione clandestina, introdotte per regolare il fenomeno migratorio e garantire il rispetto delle regole della convivenza civile. Auspica dunque che, dopo il positivo lavoro nelle Commissioni riunite e la proficua fase della discussione generale, da cui sono emerse interessanti indicazioni e suggerimenti, l'esame dei numerosi emendamenti proposti possa procedere in un clima di confronto costruttivo. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

Presidenza del vice presidente CHITI

BERSELLI, relatore. Nella discussione generale è emersa con chiarezza la necessità di un intervento normativo efficace in materia di sicurezza, finalizzato a combattere tanto la criminalità organizzata quanto quella diffusa. Vanno dunque respinte le critiche proposte da alcuni colleghi dell'opposizione, che sottovalutano l'importanza degli interventi di contrasto alla criminalità organizzata in esso contenuti e che, accusando di classismo la politica della maggioranza in materia penale, non colgono come siano proprio i ceti sociali più deboli ad avvertire con maggiore urgenza il bisogno di sicurezza. Il disegno di legge, infatti, contrastando fenomeni come l'immigrazione clandestina, il vagabondaggio, lo sfruttamento dei minori o il danneggiamento di strade e palazzi, mira proprio a proteggere la serenità dei cittadini più deboli e indifesi. Nella consapevolezza che dal dibattito sugli emendamenti potranno venire ulteriori miglioramenti e perfezionamenti dell'articolato, che Governo e maggioranza sono disposti ad accettare, ritiene che il disegno di legge possa essere oggetto di ampia e convinta condivisione. (Applausi dal Gruppo PdL).

MANTOVANO, sottosegretario di Stato per l'interno. Il disegno di legge sulla sicurezza reca importanti disposizioni per il contrasto della criminalità organizzata, che non si prestano a polemiche strumentali. Basti ricordare l'attribuzione di nuovi poteri al prefetto per prevenire infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti; l'ampliamento delle ipotesi che consentono di adottare misure di prevenzione soprattutto a livello patrimoniale; la riscrittura dell'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali sullo scioglimento dei consigli comunali a conclamata infiltrazione di tipo mafioso, specie per la parte che coinvolge nel provvedimento sanzionatorio la burocrazia degli enti territoriali; le modifiche in tema di amministrazione dei beni sequestrati; il rafforzamento del regime di detenzione previsto dall'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario; la disposizione che reprime l'utilizzo di agenzie di money transfer per la movimentazione di risorse appartenenti alla criminalità organizzata; la previsione di una sanzione per omessa denuncia di richiesta estorsiva. Anche il Governo auspica un confronto di merito ampio e costruttivo sul testo proposto dalle Commissioni riunite.

 

PRESIDENTE. Come convenuto, rinvia il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

Sugli attacchi rivolti al direttore del quotidiano "il Giornale"

BORNACIN (PdL). A nome del Gruppo, esprime solidarietà al direttore del quotidiano "il Giornale", che è stato pesantemente offeso dal senatore Li Gotti in un articolo pubblicato sul sito dell'Italia dei Valori per aver rivolto pubblicamente delle domande all'onorevole Di Pietro sulla gestione del patrimonio e dei contributi elettorali di quel partito. (Applausi dal Gruppo PdL).

Sugli effetti occupazionali della crisi Alitalia

PEDICA (IdV). Le decisioni adottate dal Governo in ordine alla crisi di Alitalia hanno pesanti ricadute sul piano occupazionale e conseguenze drammatiche per le centinaia di migliaia di famiglie di lavoratori dichiarati in esubero o operanti nell'indotto, che verrà fortemente ridimensionato. A trarre vantaggio dall'operazione sono, oltre ad Air France, gli amici del Presidente del Consiglio riuniti nella cordata acquirente, molti dei quali, pur essendo stati nel passato condannati per reati come la truffa e la corruzione, possono vantare la pubblica onorificenza di cavaliere del lavoro. Nel sottolineare i meccanismi clientelari adottati per le assunzioni nella nuova compagnia, chiede che la Presidenza della Repubblica revochi il titolo di onorifico attribuito a questi imprenditori.

GRAMAZIO (PdL). Rileva come il Presidente di turno avrebbe dovuto censurare il senatore Pedica per l'irritualità del suo comportamento: non avrebbe infatti dovuto consentirgli di intervenire indossando il giubbotto degli operai di terra della compagnia. A parte ogni considerazione sulla veridicità delle affermazioni del senatore Pedica e sulla sussistenza di un qualsiasi legame tra lo stesso e il mondo del lavoro che sostiene di voler difendere, queste manifestazioni esteriori non sono consone alla dignità dei lavori dell'Assemblea ed il presidente Chiti avrebbe dovuto impedirle. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

PRESIDENTE. Fa notare al senatore Gramazio che il senatore Pedica era vestito allo stesso modo anche in occasione della precedente richiesta di parola, rivolta al presidente Schifani. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).

Per un'informativa del Governo sul funzionamento della social card e per la calendarizzazione della mozione 1-00011

ADAMO (PD). Torna a chiedere un'informativa del Governo sul funzionamento della social card, che i detentori, stando alle informazioni che arrivavano dai servizi postali di Milano, non riescono ad utilizzare perché non risulta coperta dalle previste risorse. Sollecita inoltre la rapida calendarizzazione della mozione 1-00011 sul destino dell'aeroporto di Malpensa. (Applausi dal Gruppo PD).

Sul decimo anniversario della scomparsa di Fabrizio De André

LANNUTTI (IdV). Nel decimo anniversario della scomparsa, ricorda il cantautore Fabrizio De André, che ha saputo raccontare con grazia e poesia la condizione umana, i sentimenti, le storie di emarginati; un uomo libero e perciò considerato sovversivo dal potere costituito. (Applausi dai Gruppi IdV, PD, PdL e LNP).

PRESIDENTE. La Presidenza, pur non volendo prendere posizione nella polemica giornalistica cui si riferiva il senatore Bornacin, condanna ogni forma di intimidazione della libertà di espressione e quindi si associa alla solidarietà espressa al direttore del Giornale. Al senatore Gramazio fa presente che la Presidenza ha il dovere di garantire il diritto di parola dei senatori. Le richieste della senatrice Adamo saranno considerate in sede di Conferenza dei Capigruppo: il Governo ha comunque già anticipato l'impegno a informare l'Assemblea sui problemi di utilizzo della social card. Si associa al ricordo di Fabrizio De André.

Dà annunzio degli atti di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e comunica l'ordine del giorno delle sedute del 14 gennaio.

 

La seduta termina alle ore 18,30.

  

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidente SCHIFANI

PRESIDENTE.La seduta è aperta (ore 17,06).

Colleghi, buonasera e buon anno! (Generali applausi).

Si dia lettura del processo verbale.

 

MALAN, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 22 dicembre 2008.

 

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 17,11). (Brusìo).

Colleghi, per cortesia, adesso è finita la ricreazione. Mutuo un'espressione di un mio predecessore.

 

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Conferenza dei Capigruppo riunitasi questa mattina ha approvato modifiche al calendario della settimana corrente e il nuovo calendario dei lavori per le prossime due settimane, fino a giovedì 29 gennaio.

In relazione ai lavori tuttora in corso presso le Commissioni riunite la, 5a e 6a sul disegno di legge collegato recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale - già all'ordine del giorno di oggi - la settimana corrente sarà dedicata al seguito della discussione del disegno di legge sulla sicurezza pubblica. Oggi pomeriggio si svolgeranno le sole repliche dei relatori e del Governo. Sarà quindi tolta la seduta per dare tempo ai Gruppi di presentare eventuali subemendamenti ai nuovi emendamenti presentati dal Governo. Il termine per i subemendamenti è stato fissato alle ore 20 di questa sera. Pertanto l'esame degli emendamenti e degli articoli del disegno di legge avrà inizio a partire dalla seduta antimeridiana di domani.

In apertura della seduta pomeridiana di domani, la Presidenza ricorderà il novantesimo compleanno del senatore a vita Giulio Andreotti. Successivamente potranno intervenire i Gruppi per 5 minuti ciascuno.

Gli orari delle sedute di questa settimana sono stati ridotti per consentire più ampi spazi di attività alle Commissioni, che avranno a disposizione anche 1'intero pomeriggio di giovedì prossimo, in particolare per l'esame del disegno di legge sul federalismo fiscale, nonché dei decreti-legge presentati al Senato.

L'inizio della discussione da parte dell'Assemblea del disegno di legge sul federalismo fiscale è stato stabilito per le ore 11 di martedì 20 gennaio. Tutta la prossima settimana sarà quindi dedicata alla trattazione di tale argomento, per la quale si è proceduto alla ripartizione dei tempi secondo lo schema riportato in allegato al calendario dei lavori.

A partire dalle ore 15 di lunedì 26 gennaio e fino alla seduta antimeridiana di mercoledì 28 (data della scadenza), è prevista la discussione del decreto-legge recante misure anticrisi, al momento all'esame della Camera dei deputati. La ripartizione dei tempi sarà successivamente stabilita.

Nella seduta pomeridiana di mercoledì 28 gennaio si svolgeranno la Relazione del Ministro della giustizia sullo stato della giustizia e il conseguente dibattito, previa ripartizione dei tempi tra i Gruppi secondo la prassi.

La discussione del documento della Giunta delle elezioni sulla elezione contestata nella Circoscrizione Estero avrà invece luogo, in relazione al differimento dell'esame del federalismo fiscale, nella seduta antimeridiana di giovedì 29 gennaio. Seguirà l'eventuale seguito di argomenti non conclusi.

Il sindacato ispettivo tornerà a svolgersi nella seduta pomeridiana di giovedì 29 gennaio.

Ove la discussione del disegno di legge sulla sicurezza non dovesse concludersi entro i termini del calendario, l'esame riprenderà nella giornata di martedì 3 febbraio.

In relazione ai numerosi provvedimenti previsti dal calendario corrente, la calendarizzazione degli altri argomenti sollecitati dai Gruppi e dei documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari sarà presa in considerazione in una prossima riunione della Conferenza dei Capigruppo.

 

Programma dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi questa mattina con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 53 del Regolamento - il seguente programma dei lavori per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2009:

- Disegno di legge n. 733 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica

- Disegno di legge n. 1117 e connessi - Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione (Collegato alla manovra finanziaria) (Voto finale con la presenza del numero legale)

- Disegno di legge n. 1082 - Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (Approvato dalla Camera dei deputati) (Collegato alla manovra finanziaria) (Voto finale con la presenza del numero legale)

- Disegno di legge n. 1078 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008 (Voto finale con la presenza del numero legale) e Documento LXXXVII, n. 1, Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, anno 2007

- Disegno di legge n. 740 - Modifiche alla legge 20 luglio 2004, n. 189, in materia di protezione delle foche e di divieto di utilizzo a fini commerciali di pelli di foche e loro derivati (Richiesta di procedimento abbreviato ex art. 81 del Regolamento)

- Disegno di legge n. 804 - Istituzione di squadre investigative comuni sopranazionali (Richiesta di procedimento abbreviato ex articolo 81 del Regolamento)

- Disegno di legge n. 1006 - Nuove norme in materia di difficoltà specifiche d'apprendimento (Richiesta di procedimento abbreviato ex articolo 81 del Regolamento)

- Disegni di legge di conversione di decreti-legge

- Ratifiche di accordi internazionali definite dalla Commissione competente

- Documenti di bilancio

- Assestamento e Rendiconto del bilancio dello Stato

- Bilancio interno e rendiconto del Senato

- Documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari

- Mozioni

- Interpellanze ed interrogazioni.

 

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. Nel corso della stessa riunione, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari ha altresì adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - il calendario dei lavori per il periodo dal 13 al 29 gennaio 2009:

Martedì

13

gennaio

pom.

h. 17-20

- Seguito disegno di legge n. 733 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica

Mercoledì

14

"

ant.

h. 9,30-13,30

"

"

"

pom.

h. 16,30-20

Giovedì

15

"

ant.

h. 9,30-13,30

 

Martedì

20

gennaio

ant.

h. 11-13,30

- Disegno di legge n. 1117 - Federalismo fiscale (collegato alla manovra finanziaria) (voto finale con la presenza del numero legale) (ove concluso dalle Commissioni riunite)

"

"

"

pom.

h. 16-21

Mercoledì

21

"

ant.

h. 9,30-14

"

"

"

pom.

h. 16-21

Giovedì

22

"

ant.

h. 9,30-14

"

"

"

pom.

h. 16

 

Gli emendamenti al disegno di legge n. 1117 (Federalismo fiscale) dovranno essere presentati entro le ore 12 di lunedì 19 gennaio.

 

Lunedì

26

gennaio

pom.

h. 15-21

- Disegno di legge n. ... - decreto-legge n. 185, recante misure urgenti in funzione anticrisi (ove trasmesso in tempo utile dalla Camera dei deputati) (scade il 28 gennaio)

 

- Relazione del Ministro della giustizia sullo stato della Giustizia (mercoledì 28, pom.)

 

- Doc. III, n. 2 - Elezione contestata nella Circoscrizione Estero (giovedì 29, ant.)

 

- Eventuale seguito argomenti non conclusi

Martedì

27

"

ant.

h. 9,30-13,30

"

"

"

pom.

h. 16,30-20,30

Mercoledì

28

"

ant.

h. 9,30

"

"

"

pom.

h. 16,30

Giovedì

29

"

ant.

h. 9,30-14

 

 

 

 

 

 

Giovedì

29

gennaio

pom.

h. 16

- Interpellanze e interrogazioni

 

La ripartizione dei tempi e il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto-legge n. 185 (misure urgenti in funzione anticrisi) saranno stabiliti in relazione ai tempi di trasmissione dalla Camera dei deputati.

 

 

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1117
(Federalismo fiscale)
(23 ore e 30 minuti, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatore

1 h.

30'

Governo

1 h.

 

Votazioni

3 h.

 

Gruppi 18 ore di cui:

 

 

PdL

5 h.

35'

PD

4 h.

48'

LNP

2 h.

14'

IdV

1 h.

54'

UDC-SVP-Aut

1 h.

48'

Misto

1 h.

42'

Dissenzienti

 

5'

BELISARIO (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BELISARIO (IdV). Signor Presidente, ha omesso di riferire che il Gruppo dell'Italia dei Valori non ha approvato il calendario dei lavori che lei ha comunicato.

 

PRESIDENTE. Senatore Belisario, mi scusi se la interrompo, ma non ho detto "approvato all'unanimità", ho detto "approvato".

 

BELISARIO (IdV). Vorrei quindi illustrare le motivazioni che ci hanno portato a questa decisione.

Si tratta ovviamente di una motivazione tutta politica, e non tecnica, che manifesta uno stato di disagio da parte del mio Gruppo; disagio che nasce dal fatto che quest'Aula deve sempre esaminare, in tutta fretta e con una straordinaria compressione dei tempi, una decretazione d'urgenza che è stata l'unica che ha occupato i lavori del Senato, ovviamente se si fa eccezione per il famoso lodo Alfano.

Va poi sottolineata anche la schizofrenia con cui si accelerano e si interrompono i lavori: penso, ad esempio, al disegno di legge sulla sicurezza pubblica, che abbiamo iniziato ad esaminare l'11 novembre scorso, dopo un importante lavoro in Commissione, e che è stato poi interrotto il 19 novembre, per riprendere oggi, anche se probabilmente continueremo ad esaminarlo ancora nel prossimo mese. Non mi pare che nell'economia e nell'omogeneità dei lavori parlamentari questo sia un indirizzo del tutto lineare.

Lo stesso decreto-legge anticrisi, che arriverà qui in Senato la prossima settimana, dovrà essere esaminato ed approvato in pochissimi giorni. Dovremo poi esaminare un'altra serie di decreti-legge, tra cui il decreto milleproroghe, quello sull'ambiente e così via.

Ebbene, noi riteniamo che questo modo di lavorare in Parlamento non sia congruo e riteniamo che anche la discussione... (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Scusi, presidente Belisario, se la interrompo. Colleghi, vi invito ad una maggiore attenzione.

 

BELISARIO (IdV). Grazie, Presidente. E per quanto riguarda ciò che dicevo in tema di sicurezza, è ancora di questa mattina la presentazione di emendamenti da parte del Governo, con un termine - anche questo - assolutamente compresso per presentare eventuali subemendamenti. Mi chiedo: ma se il provvedimento lo discuteremo a febbraio, qual è il motivo di una compressione a poche ore per la presentazione dei subemendamenti? Mi pare che questo sia un modo di vedere le cose che non ci può trovare assolutamente d'accordo.

Ciò vale anche - lo ribadisco - per il federalismo, una materia ed un campo in cui il mio Gruppo ha lavorato con serietà e tenacia, non risparmiandosi neppure durante il periodo delle ferie (come può testimoniare il ministro per la semplificazione Calderoli, che peraltro è presente), per concorrere alla stesura di un testo che poi possa essere portato all'attenzione dell'Aula; ma anche in questo caso i tempi complessivamente destinati al dibattito (18 ore) mi sembrano assolutamente poco congrui.

In definitiva, chiediamo quindi una cadenza più serrata, perché abbiamo parlato di lavorare il lunedì, piuttosto che il venerdì, ma ancora non abbiamo dati significativi e concreti sul tema. Non vogliamo disertare le Aule, ma starci dentro. Abbiamo appreso, in Conferenza dei Capigruppo, di una discussione sul fenomeno dei voti plurimi, avvenuta in Consiglio di Presidenza (organo da cui il mio Gruppo è ancora reso estraneo, cosa che continuiamo a ritenere un vulnus). Ebbene, anziché prendere decisioni congrue, si parla di sospensione, che peraltro... (Brusìo).

PRESIDENTE. Scusi, senatore Belisario, se sono costretto ad interromperla una seconda volta, non me ne voglia.

Colleghi, sono stanco di tornare sull'argomento: il senatore e presidente Belisario sta svolgendo un intervento, nel quale sta muovendo alcuni rilievi - condivisibili o meno - pienamente legittimi nella democrazia parlamentare. Chi non ha interesse ad ascoltarlo è cortesemente invitato a lasciare l'Aula ed a rientrare quando riterrà opportuno partecipare a questi lavori.

BELISARIO (IdV). Per intenderci, il tema dei "pianisti" dovrà essere affrontato nella maniera più severa possibile. Mi perdoneranno i colleghi, ma se qualcuno di noi - e ci mettiamo tutti dentro - non è presente in Aula, votando al suo posto andiamo a perpetrare una sorta di truffa ai danni dello Stato.

Allora, interveniamo con durezza su questo argomento, senza palliativi (come la sospensione di uno, due o tre giorni), ancorché si riesca a modificare il Regolamento sul tema, bisognerà probabilmente arrivare alla stessa determinazione assunta dalla Camera dei deputati, certo con costi non di poco conto. Se, però, la nostra serietà merita restrizioni di particolare rilevanza, il Senato dovrà, per forza di cose, convenire sul fatto che la serietà nella conduzione e nell'espletamento dei lavori si ha soprattutto al momento del voto, nel quale dobbiamo essere tutti presenti. Non possiamo nasconderci dietro ad un pulsante premuto da una mano amica di qualcuno del nostro Gruppo.

Questa pertanto è la ragione che ci ha visti - e speriamo non ci vedrà anche in futuro - sul fronte opposto a quello favorevole all'approvazione del calendario.

Desideriamo porre all'attenzione dell'Assemblea ed in particolare alla sua, signor Presidente, la necessità che l'attività parlamentare si svolga nella massima serenità, con un lavoro grande e appassionato, senza ferie o pause, ma con tempi che consentano a chi è oggi opposizione - e speriamo domani potrà essere maggioranza - di partecipare ad un lavoro che si svolga nel massimo rispetto dei ruoli e con la volontà di tutti noi di migliorare testi legislativi che hanno a cuore il tessuto del Paese, come ha evidenziato l'esame del disegno di legge sul federalismo fiscale.

Le riforme si fanno non dialogando e parlando di confronto, ma dando tempi giusti in Parlamento, perché il confronto deve avvenire nelle Commissioni e nelle Aule parlamentari. (Applausi dal Gruppo IdV. Congratulazioni).

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Presidente D'Alia, se me lo consente, mi sembra doveroso rispondere al presidente Belisario, perché ne ha diritto e io il dovere.

Presidente Belisario, la Presidenza innanzitutto dà atto al Gruppo dell'Italia dei Valori di un'apprezzabilissima presenza nei lavori parlamentari, sia in Commissione che in Aula, dato che ella poc'anzi ha sfiorato quest'ipotesi inserendola nel contesto di un ragionamento molto più ampio.

Sta a me constatare e dare atto di come la vostra partecipazione e il vostro contributo al dibattito parlamentare in questa legislatura sia stato, non soltanto corretto, ma composto e denso di propri contenuti, poi condivisibili o meno non entro nel merito, ma non ho mai assistito ad atteggiamenti ostruzionistici, anzi a comportamenti propositivi. E questo sta alla Presidenza constatarlo e darne atto.

È stato e continuerà ad essere obiettivo principale di questa Presidenza... (Brusìo in Aula). Scusate colleghi, sto cercando di rispondere ad un garbato e importante intervento di un Capogruppo dell'opposizione e stiamo discutendo di un tema estremamente delicato.

Presidente Belisario, compito doveroso di questa Presidenza sarà sempre quello di garantire al Senato, sia in ambito d'Aula che di Commissione, il massimo della possibilità di dibattito e di confronto. Poc'anzi, lei si riferiva alla modalità di confronto che deve avvenire con tempi ampi e io aggiungo - e ho aggiunto anche fuori dal Parlamento - sui testi depositati, sulle proposte. Questo è il confronto che io auspico, non soltanto sulle affermazioni o sulle interviste, ma sui testi, dove si può realmente trovare un'intesa se vi è la possibilità di trovare punti di convergenza; e io sono fiducioso a questo riguardo.

Sul calendario dei lavori lei lamentava correttamente l'interruzione dell'iter del disegno di legge sulla sicurezza. Presidente Belisario, lei ha vissuto con noi la Conferenza dei Capigruppo e ha preso atto di come l'obiettivo della Conferenza fosse quello di iniziare oggi l'esame del pacchetto sicurezza per finire nella serata di giovedì: questo era l'obiettivo condiviso da tutti noi. È arrivata una richiesta unanime delle tre Commissioni 1a, 5a e 6a che chiedevano che l'Assemblea non lavorasse nel pomeriggio di giovedì per poter completare l'esame del disegno di legge sul federalismo fiscale. Abbiamo ritenuto che siffatta richiesta, avanzata da tre Commissioni all'unanimità, senza distinzione alcuna tra maggioranza e opposizione, meritasse attenzione e accoglimento, visto che vi era una unanimità di pareri. Ecco il motivo per cui noi torneremo a riprendere l'iter del disegno di legge sulla sicurezza nella giornata di martedì 3 febbraio.

Le ricordo altresì che, proprio per rendere più stringenti i nostri lavori, l'Assemblea sarà chiamata a riunirsi anche di lunedì per l'esame del decreto-legge anticrisi; che abbiamo introdotto la mattina del martedì per dare più tempo, come richiesto dall'opposizione, per l'esame del disegno di legge sul federalismo fiscale. Voglio significare come sia stata la Presidenza a proporre alla Conferenza dei Capigruppo, alla luce di emendamenti presentati dal Governo nella giornata di oggi, di non fissare un termine per la presentazione di subemendamenti estremamente limitato, cioè alle ore 18, e a farsi fatta promotrice della proposta, condivisa dalla maggioranza e dall'opposizione, di non impegnare oggi l'Assemblea nell'esame di emendamenti, proprio perché occorreva dilatare correttamente il tempo per la presentazione di subemendamenti.

Questo si è svolto nel solco del tentativo di conferire all'Aula sempre più dignità di spazio e sempre maggiore rispetto di quelle che sono le esigenze dei singoli parlamentari, sia di opposizione che di maggioranza, di poter esprimere le loro idee, perché la presentazione di un subemendamento - lei concorderà con me - è un diritto del singolo parlamentare al di là della sua appartenenza. E allora abbiamo deciso all'unanimità, con il solo voto contrario dell'Italia dei Valori (che non credo sia contrario su questa scelta, ma per le motivazioni da lei espresse), di non votare oggi e di non iniziare nessuna discussione di emendamenti, proprio per consentire a chiunque di impegnare il pomeriggio ad esaminare i nuovi emendamenti presentati, che postulano a volte l'esigenza di una proposta di subemendamento, consentendo anche alle tre Commissioni impegnate sul federalismo fiscale di continuare nel pomeriggio a lavorare.

Questo è lo scenario che mi premeva delineare non soltanto a lei, presidente Belisario, ma anche all'Aula, perché l'Aula possa avere compiuta informazione di quello che è stato l'andamento dei lavori in Conferenza dei Capigruppo.

Quanto all'ultimo tema da lei posto, relativo alla mancata presenza di un vostro rappresentante nel Consiglio di Presidenza, si tratta di una vicenda a noi tutti nota e che non sta alla Presidenza commentare: l'Assemblea ha votato e vi è stato un risultato. L'auspicio e l'impegno della Presidenza è stato, e sarà sempre, quello di fare in modo che la rappresentanza dei Gruppi sia garantita in tutti gli organismi interni al Parlamento. Questo è stato e continuerà ad essere l'auspicio di questa Presidenza, perché democrazia significa rappresentatività e rappresentatività significa avere la possibilità d'intervenire negli organismi che decidono le regole della vita interna del Senato.

Presidente Belisario, sulle ipotesi della regolamentazione del voto anomalo, quello dei cosiddetti pianisti, vi è stata la proposta di uno dei miei Vice Presidenti, che ha trovato la condivisione da parte di tutti, di affrontare questo argomento, prima di arrivare all'extrema ratio delle impronte digitali, adottando la disciplina del ritiro della tessera del senatore non presente in Aula e che misteriosamente esprime il proprio voto. Quindi, tale proposta prevede il ritiro della tessera, accompagnando questo ritiro con una lettera e, nel caso di un'eventuale recidiva, l'adozione di una sanzione regolamentare quale la non partecipazione ai lavori d'Aula.

È una proposta che stiamo valutando e che postulerà forse una modifica del Regolamento ma, quando vi è la volontà, il Regolamento su queste tematiche credo si possa modificare in un batter d'occhio, in quanto la modifica è finalizzata a rendere rigorose le regole della corretta disciplina del voto.

Non vi è dubbio che nel momento in cui il Consiglio di Presidenza (o la Giunta per il Regolamento, nella quale però il Gruppo dell'Italia dei Valori è rappresentato) dovesse discutere di questo argomento, sarà cura della Presidenza invitare, anche se non facente parte del Consiglio, un rappresentante dell'Italia dei Valori perché possa esprimere la propria opinione, al di là della possibilità di esprimere un voto. Questo nell'ottica della volontà di questa Presidenza di coinvolgere sempre tutte le forze politiche ogni qualvolta si dovesse discutere di regole attinenti alla corretta vita parlamentare, ovvero all'adozione di regole che migliorino la nostra qualità di vita parlamentare e la rendano più trasparente e più corretta.

Noi siamo un Palazzo di vetro, siamo controllati e controllabili e rivendichiamo questa possibilità di controllo da parte dell'esterno. Sta a noi, con senso di responsabilità, trovare quei modi per lavorare meglio, per farci controllare meglio, per farci eventualmente criticare e recepire quelle critiche quando queste dovessero colpire anomalie di vita parlamentare che meritano di essere rivisitate e, eventualmente, anche corrette.

Io non ho paura, come Presidente del Senato, di intervenire tutte le volte in cui dovessi riscontrare, così come ho fatto in passato, delle anomalie che vanno rimodulate, azzerate e cancellate. Dobbiamo guardare al domani, non al passato, non sarà il passato il viatico del domani, almeno per quanto riguarda la gestione di questa Presidenza da parte del sottoscritto.

 

Per un'informativa del Governo sulla presenza su Facebook
di gruppi inneggianti alla criminalità organizzata

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, come preannunziato in Conferenza dei Capigruppo, vorrei sollevare una questione che ha interessato, non solo per nostra iniziativa, gli organi d'informazione e ci sembrava giusto ne fosse investita anche l'Assemblea.

Nelle scorse settimane, sul noto social network denominato Facebook sono apparsi alcuni fan club inneggianti a Totò Riina, a Bernardo Provenzano, a Cutolo. (Brusìo).

PRESIDENTE. Colleghi, il presidente D'Alia mi aveva preannunziato questo intervento sull'ordine dei lavori, anche se in effetti non è attinente all'ordine dei lavori, ma, poiché tocca un tema estremamente delicato, la Presidenza ha consentito al presidente D'Alia di svolgerlo. Attesa la delicatezza del tema, pregherei l'Assemblea di prestare, ove possibile, il massimo ascolto perché si tratta di una vicenda estremamente complessa, che tocca spazi che sfuggono alla giurisdizione del nostro dominio giuridico e che coinvolgono argomenti di sensibilizzazione di una fetta del nostro Paese, che mi auguro sia limitatissima, anzi la più limitata possibile, ma che debbono costituire un momento di attenzione e di riflessione.

Vi pregherei, quindi, di ascoltare con attenzione quello che vorrà dire il presidente D'Alia e che ha già anticipato alla Conferenza dei Capigruppo. Da parte della Presidenza non vi è alcuna riserva a consentire ad un rappresentante per ciascun Gruppo di intervenire eventualmente su questo tema.

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). La ringrazio, signor Presidente, per la sua disponibilità.

Dicevo, sono apparsi una serie di fan club inneggianti, tra gli altri, a Totò Riina, a Bernardo Provenzano, a Cutolo. Cito qualche caso specifico perché possiamo renderci conto di che cosa stiamo parlando: «Auguri di buon anno, padrino Totò Riina, sei l'unico vero capo, il tuo carisma non ha ormai eguali»; «Bernardo Provenzano, forse a Natale si comincia subito con la beatificazione. Onore al re»; «Chi è parente di pentiti, infami e confidenti è pregato di non iscriversi a questo sito dedicato a Cutolo». Potrei continuare l'elenco; ad esempio, uno dei fan club dedicati a Totò Riina (ce ne sono diversi), composto da 422 iscritti, inneggia alla scarcerazione del noto mafioso.

Qualche settimana prima, signor Presidente, lo stesso noto social network Facebook aveva ritenuto di non pubblicare foto di mamme che allattavano perché ritenute non consone allo spirito estetico e non solo estetico del sito stesso. Io non ho alcuna intenzione di discutere qui di questo social network, mi permetto solo di fare alcune brevissime riflessioni.

Dopo che è scoppiata la polemica anche sugli organi d'informazione, si sono moltiplicati (mi fa piacere che sia qui presente il sottosegretario Mantovano, perché c'è una richiesta che intendo rivolgere al Governo) i siti inneggianti, ad esempio, alle Brigate Rosse; ad Erika e Omar, autori dell'omicidio di Novi Ligure; a Donato Bilancia, noto serial killer; agli autori della strage di Erba, a Giovanni Brusca, a Pietro Maso, a Leoluca Bagarella.

Ci troviamo dunque di fronte alla crescita esponenziale di un fenomeno che certamente è censurabile sotto il profilo culturale e sotto quello politico, ma che credo meriti più di un dibattito che sia esclusivamente limitato a questo campo. Infatti, signor Presidente, il procuratore nazionale antimafia, il dottor Piero Grasso, ha ipotizzato il reato di favoreggiamento o di concorso esterno nel reato associativo, visto che in alcune delle dichiarazioni di questi sciagurati all'interno del fan club vi è l'ipotesi di mettersi a disposizione di Cosa nostra, delle organizzazioni criminali. Inoltre, la Procura nazionale antimafia e la stessa Polizia postale in maniera assolutamente puntuale e precisa hanno dichiarato che il fenomeno non va sottovalutato, che è possibile che dietro questi fan club vi siano soggetti ispiratori e che vi è un monitoraggio su questi siti e su questi fan club e che c'è un'attività di controllo costante.

Noi chiediamo quindi al Governo di riferire, quando sarà possibile e dopo un accertamento puntuale - come siamo convinti che avverrà - sul social network, perché ci sembra anomalo, ad esempio, che il non meglio identificato responsabile delle relazioni esterne di Facebook si sia limitato a dichiarare, in ordine a questa vicenda, che loro non hanno la possibilità per contratto di verificare l'ammissibilità dei profili. Cosa ci azzecca questo con la circostanza che siano state censurate le mamme? Che possano essere censurate le mamme e invece non vengano censurati le foto e chi inneggia a Toto Riina ci sembra quantomeno anomalo.

La prima richiesta che rivolgiamo al Governo è quella di un'informativa su questo tema per comprendere se ci sono altri fatti ed inoltre, se è possibile, di accertare l'identità di chi accede a questo sito e si iscrive ai fan club. La seconda richiesta, che è ovviamente più politica e non rituale - Presidente, me lo consenta e la ringrazio per la sua disponibilità - è rivolta a tutti i colleghi parlamentari iscritti volontariamente al sito. Ho un dato che è estremamente positivo: ci sono 28.745 iscritti al social network che hanno dichiarato di essere pronti a cancellarsi dal social network qualora questi soggetti o fan club non verranno cancellati dal sito. Credo che i parlamentari che utilizzano questa rete come uno strumento importante di comunicazione e di informazione debbano associarsi a questa protesta.

L'invito, quindi, che rivolgo ai colleghi parlamentari è anche quello di cancellarsi da Facebook qualora questi fan club non vengano cancellati. La ringrazio per la sua sensibilità. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Aut, PD, IdV e PdL).

PRESIDENTE. Senatore D'Alia, lei ha toccato un argomento estremamente delicato. Personalmente condivido anche la sua proposta provocatoria di reagire con la cancellazione dal sito nel caso in cui queste presenze non dovessero essere oscurate.

PEDICA (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PEDICA (IdV). Signor Presidente, vorrei intervenire sul problema della CAI che è nata oggi. So che non posso farlo adesso per cui attenderò la fine dei lavori, ma volevo solo augurarle buon anno anche da parte dei dipendenti dell'Alitalia che questo momento non lo hanno passato bene, grazie alle azioni scellerate di questo Governo. (Proteste dai banchi della maggioranza). Volevo solo fare un breve cenno alla storia di questi ultimi quattro mesi; so che devo intervenire dopo, perciò ringrazio. Io mi attengo scrupolosamente al Regolamento, volevo però augurare a lei un buon anno, sapendo che tante migliaia di persone non lo hanno passato bene. Mi riferisco ai dipendenti Alitalia, non più CAI, società che annovera 10 condannati tra i suoi 16 soci.

PRESIDENTE. Potrà fare il suo intervento a conclusione dei lavori.

 

GRAMAZIO (PdL). Levati quella giacca!

 

PRESIDENTE. Auguriamo buon anno a tutti.

 

GRAMAZIO (PdL). Che fa il facchino in Alitalia?

VICARI (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VICARI (PdL). Signor Presidente, intervengo molto brevemente. Le considerazioni espresse e l'invito rivolto dal senatore D'Alia sono certamente da accogliere; anzi, vorrei aggiungere che domani, 14 gennaio, il gruppo «Fuori la mafia da Facebook» ha proclamato uno sciopero generale. Tutti coloro, parlamentari o meno, tutti i cittadini del mondo che vorranno protestare contro la mafia all'interno del social network Facebook, potranno farlo non accedendo alla propria pagina o al proprio account.

Non c'è dubbio che il degrado morale a cui assistiamo e che coinvolge soprattutto i giovani è sempre più diffuso. Su questo punto vorrei interrogare il Governo, così come ha fatto il senatore D'Alia, anche su altre questioni, certo meno gravi, come ad esempio la diffusione di siti escort, che sono abbastanza degradanti per i nostri giovani e per il genere umano. Pongo allora un quesito che credo sia alla base di tutto ciò: perché il fenomeno mafioso torna ad essere così penetrante nei giovani e viene inneggiato e addirittura individuato come soggetto referente e idolo della propria esistenza?

Prima i giovani si incontravano in piazza o al muretto, mentre oggi si incontrano su Facebook: è una piazza. Allora la censura mi va bene, ma non bisogna fermarsi soltanto alla censura o alla protesta; occorre capire, come classe politica, perché il fenomeno mafioso si diffonda in questo modo e se non sia il caso di incrementare ancora di più la diffusione della cultura della legalità e uno stabile inserimento nel tessuto produttivo più virtuoso. Si tratta di un fenomeno complesso e voglio apprezzare la proposta del senatore D'Alia di censura e di protesta, ma andrei ancora oltre, con degli interrogativi che forse ci dobbiamo porre. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

(733) Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (ore 17,47)

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 733.

Ricordo che nella seduta antimeridiana del 19 novembre 2008 si è conclusa la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore, senatore Vizzini.

VIZZINI, relatore. Signor Presidente, a conclusione di un dibattito che si è svolto alcune settimane fa e che ha riguardato un disegno di legge che lungo la strada è cresciuto nel numero degli articoli e nelle materie, credo di poter cogliere che tra i vari filoni che riguardano la sicurezza ve ne sono alcuni sui quali si è lavorato con una buona intesa tra le forze politiche. Ad esempio, tutta la prima parte, che affronta il tema della sicurezza in senso lato, con aggravanti di pena per reati commessi in determinate circostanze e che tengono conto dei luoghi in cui avvengono determinati reati (furto, rapina o scippo in prossimità di istituti di credito o di sportelli bancomat) hanno visto maggioranza e opposizione impegnate in un dialogo intenso, positivo e propositivo, che ha portato a migliorare il testo all'esame dell'Aula. Allo stesso modo, nella parte che riguarda la lotta alla criminalità organizzata abbiamo raggiunto un'intesa in materia di provvedimenti che renderanno sempre più intensa e forte la possibilità di combattere le mafie.

Mi dispiace dover sottolineare ciò in una giornata nella quale le agenzie di stampa hanno annunciato che il tribunale di sorveglianza di Roma ha revocato il 41-bis al boss Domenico Ganci, condannato all'ergastolo per le stragi degli anni Novanta. Si tratta di un mafioso che ha commesso oltre 40 delitti, ma che ad avviso del tribunale di sorveglianza di Roma non è più un mafioso pericoloso e che ha potuto trascorrere tranquillamente il Capodanno a regime ordinario insieme a tutti gli altri carcerati per reati minori, probabilmente ricominciando da lì a intrattenere rapporti con il territorio per dimostrare che la mafia riesce a comandare anche quando è detenuta nelle patrie galere.

Non è un caso che nel provvedimento al nostro esame vi sia un articolo che si occupa proprio del carcere duro, per inasprirne le condizioni, per cercare di rendere molto più difficile la revoca, per creare un centro unico che prenda le decisioni, ma anche per regolamentare in modo diverso tutti i permessi carcerari, i comportamenti in carcere, le cose che i detenuti possono fare, assegnando pene molto più aspre di quelle attuali per i reati connessi alla comunicazione esterna.

Vi è poi una parte che riguarda il codice della strada; anch'essa è stata oggetto di arricchimento nel dibattito in Commissione e negli emendamenti che sono presentati all'attenzione dell'Assemblea.

Vi è infine la parte che è stata più contrastata nel dibattito - questo sì aspro - che riguarda l'immigrazione, per la quale credo dovremmo confrontarci anche in Aula senza infingimenti. Ognuno di noi proviene da campagne elettorali nelle quali ha assunto impegni con gli elettori: quello che noi stiamo facendo è cercare di mantenere gli impegni assunti con gli elettori nel corso della campagna elettorale. Nessuno di noi si sogna un Paese chiuso ad esperienze che soggetti meno fortunati di altre Nazioni vogliono venire a fare in Italia, a patto che essi entrino avendo la possibilità di trovare un lavoro e non dovendosi procurare da vivere non lavorando e quindi delinquendo. (Brusìo).

PRESIDENTE. Scusi, senatore Vizzini, siccome lei sta svolgendo un interessante intervento, che però non è ascoltato dall'Assemblea, pregherei i colleghi che non sono interessati all'ascolto di lasciare l'Aula. Chi è interessato rimanga in Aula. Vorrei assistere alla fine di questo bisbiglio fastidiosissimo e poco riguardoso nei suoi confronti e nei confronti dell'Assemblea. Chi deve lasciare l'Aula è pregato cortesemente di farlo. Prego, presidente Vizzini.

VIZZINI, relatore. Grazie, signor Presidente. Forse vi era stato un fraintendimento: anch'io, come molti altri, non avevo capito che le repliche si sarebbero svolte oggi e i colleghi avevano cominciato ad uscire dall'Aula. Io stesso, come vede, sto replicando a braccio, dal momento che avevo lasciato l'intervento in ufficio pensando di doverlo fare domani mattina. Sono cose che capitano, ma l'importante è potervi fare fronte.

Sulla parte che riguarda l'immigrazione ci sono certamente contrasti ampi, ma dobbiamo venirne fuori in un dibattito sereno, con tesi diverse perché diversi sono gli impegni che abbiamo assunto con i nostri elettori, ma soprattutto - io credo - con la convinzione che nel nostro Paese si possa e si debba entrare, ma si debba anche poter dimostrare come ci si vuole sostentare: avere un lavoro e non essere costretti poi a delinquere per vivere poiché si è entrati senza alcuna speranza di lavorare. Chi vuole entrare nel nostro Paese deve sapere che dovrà rispettare le regole di convivenza civile, le leggi di questo Stato ed essere cittadino tra i cittadini, assoggettandosi a diritti e doveri e non pensando di poter reclamare soltanto diritti. Su questo il dibattito è aperto; ci sono visioni diverse ed emendamenti su cui i Gruppi si confronteranno.

Debbo dire che la discussione generale, che ho riletto proprio in questi giorni visto il tempo trascorso da quando si è svolta, ha dimostrato come il dibattito sia stato proficuo, come siano emerse una serie di indicazioni che possono essere sicuramente prese in considerazione e come anche il confronto tra maggioranza e Governo sia stato dialettico, consentendo anche a noi di apportare modifiche al provvedimento.

Con queste considerazioni termino questa breve replica, avendo affidato la relazione ad un testo scritto che fa parte integrante del disegno di legge. Mi auguro che dall'esame dei molti emendamenti - circa 200 da esaminare - possa venire non un confronto su posizioni di maniera o solo per dimostrare che qualcuno ha presentato richieste di modifiche, ma un confronto di merito per cui se ci sono modifiche che possono essere accolte per migliorare il provvedimento, così come fatto in Commissione, lo si possa fare in Aula.

Presidenza del vice presidente CHITI (ore 17,54)

 

(Segue VIZZINI, relatore). Con l'approvazione di questo provvedimento completiamo il pacchetto unico con il decreto-legge convertito prima dell'estate dal Parlamento; completiamo cioè un disegno più complessivo per fronteggiare i problemi dell'ordine e della sicurezza dei cittadini, impegno prioritario di questo Governo e della maggioranza: con questo passaggio stiamo onorando quest'impegno politico. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

PRESIDENTE: Ha facoltà di parlare il relatore, senatore Berselli.

BERSELLI, relatore. Signor Presidente, la discussione generale svoltasi nel mese di novembre ha sostanzialmente confermato la necessità avvertita dal Governo e dalla maggioranza di dare anche sul piano normativo una risposta efficace al problema della sicurezza pubblica e della criminalità, tanto di quella diffusa e apparentemente minore quanto di quella organizzata, che non può essere ridotto ad una mera questione di percezione da parte dell'opinione pubblica.

Gran parte degli interventi, tanto di maggioranza quanto di opposizione, hanno infatti convenuto sulla necessità di un maggiore impegno dello Stato su questi fronti. Va osservato che anche nei diversi interventi dei colleghi dell'opposizione vi è stato un sostanziale riconoscimento della condivisibilità, almeno in linea generale, dell'approccio recato dal disegno di legge, che da un lato ha tenuto conto anche di proposte prefigurate da un analogo intervento normativo a suo tempo predisposto dal Governo Prodi e, nel corso del dibattito in Commissione, di indicazioni e di suggerimenti provenienti dalla stessa opposizione.

Ciò nondimeno, in alcuni interventi dei colleghi dell'opposizione sono state riproposte talune critiche su punti qualificanti del nuovo impianto normativo o sulla sua stessa filosofia complessiva, che vanno indubbiamente respinte. In particolare non può essere in alcun modo condivisa l'osservazione, sicuramente ingenerosa anche rispetto al testo originario proposto dal Governo ed ancor di più dopo le modifiche introdotte dalle Commissioni riunite affari costituzionali e giustizia, in particolare in materia di estensione del regime di reclusione previsto all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario a cui ha fatto prima riferimento il presidente Vizzini, secondo la quale il disegno di legge in titolo avrebbe espresso una filosofia della tutela della sicurezza pubblica eccessivamente sbilanciata nel senso della repressione della criminalità diffusa, definita come minore, rispetto all'impegno di un severo contrasto alla criminalità organizzata.

Al contrario, occorre ribadire che il disegno di legge rappresenta senz'altro uno dei più significativi ed innovativi interventi degli ultimi anni in materia di elaborazione di strumenti giuridici utili a contrastare la criminalità organizzata e la sua infiltrazione nell'economia legale. Peraltro, anche gli interventi diretti a contrastare la criminalità cosiddetta minore vanno letti in un quadro organico, diretto a ripristinare l'autorità dello Stato e la sua capacità di presidiare tutti gli ambiti della vita associata. Ciò che non deve essere visto, come ha fatto ad esempio nel suo intervento il collega senatore Carofiglio, come l'espressione di una politica criminale cosiddetta di classe, diretta cioè a tutelare gli interessi dei gruppi sociali privilegiati nei confronti di quelli marginali, ma al contrario come il frutto della consapevolezza che sono i cittadini più poveri e deboli, (anziani, disabili, abitanti delle periferie) i più esposti alla criminalità diffusa, che proprio per la sua pervasività ed impunità finisce per contribuire in maniera significativa all'insicurezza e al degrado della vita di ampi strati della società italiana, così da non potere essere assolutamente qualificata come criminalità minore.

Gli sforzi per ricondurre ad un organico e ordinato governo il fenomeno dell'immigrazione (contrastando la criminalità e quindi, per converso, anche la clandestinità), il tentativo di far emergere fenomeni per loro natura sfuggenti (quale quello del vagabondaggio) in maniera da metterli sotto il controllo dell'autorità pubblica, il contrasto a forme di sfruttamento odioso dei minori (come quelle legate al fenomeno dell'accattonaggio) e perfino la maggiore severità con cui si propone di affrontare l'imbrattamento ed il danneggiamento delle strade e dei palazzi delle nostre città non sono dunque fini a se stessi, ma sono diretti a restituire ai cittadini, in particolare proprio a quelli più deboli, il loro ambiente di vita e la possibilità quotidiana di poterlo vivere in serenità e sicurezza.

In conclusione, pur nella consapevolezza che dal dibattito sugli emendamenti potranno venire ulteriori miglioramenti e perfezionamenti dell'articolato (ed a questo proposito Governo e maggioranza sono disponibili ad accettare proposte migliorative), riteniamo che tale provvedimento debba essere comunque, nel suo complesso, ampiamente condiviso. Riteniamo inoltre che la sua approvazione, pur non esaurendo la politica di contrasto alla criminalità e di sviluppo della sicurezza che il Governo sta perseguendo fin dall'inizio della legislatura, rappresenti certamente un momento importante per il ripristino nella società italiana di un clima di serenità e sicurezza, sempre auspicabile e che appare particolarmente necessario in un momento storico caratterizzato da una gravissima congiuntura economica mondiale, cui si potrà far fronte solo in un contesto di fiducia diffusa e di garanzia della sicurezza pubblica. Attendiamo su questi punti il contributo fattivo delle opposizioni. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

MANTOVANO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, solo poche parole perché gli interventi dei relatori in sede di replica hanno dato conto della completezza e dell'articolazione del dibattito, che interviene su uno degli aspetti fondamentali del complesso pacchetto sicurezza, che finora si è sviluppato con la conversione in legge da parte del Parlamento di due decreti-legge, con l'espressione del parere su due decreti legislativi - e si tratta di norme tutte operanti - e con le numerose disposizioni di questo disegno di legge, che sarebbe un vero peccato se fosse banalizzato con le polemiche che si leggono anche nella giornata di oggi sui lanci di agenzia.

Vorrei soffermarmi soltanto per sottolineare il peso che le disposizioni del disegno di legge hanno nel settore della prevenzione e del contrasto alla criminalità di tipo mafioso. In esso sono contenute delle novità estremamente significative. C'è, per esempio, la previsione del potere di accesso del prefetto in chiave di prevenzione antimafia nei cantieri; quindi, non soltanto quando già esistono rischi di infiltrazione mafiosa che si sono concretizzati, ma quando c'è il timore che si manifestino.

Vi è poi una più incisiva possibilità di intervento sulle misure di prevenzione, soprattutto quelle patrimoniali, sancendo definitivamente la scissione tra la pericolosità personale e la provenienza mafiosa del bene. C'è inoltre una chiarezza ed una trasparenza della figura dell'amministratore giudiziario dei beni sequestrati e poi confiscati, con la previsione di un albo nazionale cui si accede con precisi requisiti di competenza e di affidabilità personale.

Vi è inoltre una riscrittura della disposizione dell'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, che prevede lo scioglimento dei consigli comunali quando vi è una conclamata infiltrazione di tipo mafioso. L'articolo 143 viene riscritto non soltanto prevedendo clausole più chiare e precise, con ciò limitando quindifortemente la possibilità dell'impugnativa in sede di giustizia amministrativa ma anche integrando l'intervento dello Stato su una fascia che finora era rimasta esente dalla prevenzione antimafia, vale a dire non quella degli amministratori eletti ma quella della burocrazia degli enti territoriali. Infatti, finora si è colpito il sindaco, l'assessore e il consigliere comunale ma non il tecnico comunale o il segretario generale, che in certi casi, in certe aree e in certi municipi, rappresentano l'elemento di continuità non della buona amministrazione ma della collusione con la criminalità mafiosa presente nella zona.

La norma più importante di questo complesso di disposizioni, che segna un mutamento non soltanto sul piano giuridico e politico ma anche su quello culturale in senso lato, è quella che sanziona l'inottemperanza all'obbligo di denuncia, raccogliendo l'esortazione che è stata rivolta da varie associazioni e dalla parte più avanzata di Confindustria, mi riferisco a Confindustria siciliana, quando si ritiene che l'imprenditore che omette di denunciare la richiesta estorsiva alle forze di polizia e all'autorità giudiziaria compie un'attività che si avvicina maggiormente a quella di chi gli rivolge la richiesta estorsiva che non a quella di una persona che vuole contrastare la mafia.

Si è circoscritto il campo per evitare velleitarismi, colpendo lì dove effettivamente necessario, rispetto agli imprenditori aggiudicatari di una gara per l'esecuzione di lavori pubblici. In questo caso il meccanismo previsto è che al termine delle indagini il pubblico ministero che riscontra che vi è stata una richiesta estorsiva e che quest'ultima non è stata denunciata, rivolge una segnalazione all'autorità garante che a sua volta pubblica la segnalazione stessa sul sito; da ciò deriva un'interdizione dal poter ottenere appalti in futuro, oltre che una decadenza nell'appalto in corso.

Ricordo poi le disposizioni richiamate dal presidente Vizzini, molto più rigorose in tema di regime carcerario dell'articolo 41-bis per i mafiosi, ed anche quelle relative al controllo del cosiddetto money transfer, che permettono di disporre di elementi in più per ricostruire flussi finanziari che finora sono rimasti nelle nebbie e che si muovono nell'area dell'illecito.

Anche il Governo auspica, a fronte del testo proposto e degli emendamenti in discussione, un confronto nel merito il più ampio, serrato e costruttivo possibile; tuttavia, già da adesso intende ringraziare l'Aula per l'impegno profuso fino a questo momento e, prima ancora, le Commissioni e i Presidenti relatori.

PRESIDENTE. Come precedentemente convenuto, rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

 

Sugli attacchi rivolti al direttore del quotidiano «il Giornale»

BORNACIN (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BORNACIN (PdL). Signor Presidente, avrei voluto prendere la parola su questo argomento in apertura di seduta e in un'Aula più affollata.

Intendo esprimere solidarietà, al direttore del quotidiano «il Giornale» Mario Giordano, che nei giorni scorsi è stato violentemente attaccato, con un articolo a firma del senatore Li Gotti sul sito dell'Italia dei Valori, nel quale viene definito come "il paranoico direttore" che presenta stati di infermità mentale, quadri di delirio sistematizzato,un'azione coartata all'idea delirante che prevale, incapacità di intendere e di volere, essendo per giunta pericoloso per se e per gli altri.

A tutto ciò, sul sito dell'Italia dei Valori (su cui ancora oggi si può leggere l'articolo), sono seguite lettere di alcuni militanti, nelle quali si arriva persino a minacciare di morte il direttore Mario Giordano. Tutto questo solo perché «il Giornale» in questi giorni ha ritenuto, seguendo una sua linea politica ed editoriale, di porre alcune domande - non so se esatte o no, ne porterà la responsabilità «il Giornale» - al senatore Di Pietro sulla gestione del patrimonio e dei contributi elettorali di quel partito. Credo sia davvero intollerabile che un senatore, un partito politico, un ex Sottosegretario del Governo Prodi si siano permessi di dichiarare delirante e paranoico il direttore di un quotidiano solo perché ha portato avanti una linea editoriale ed ha posto delle domande.

Mi piacerebbe dire al senatore Li Gotti, come si diceva in un famoso film in cui recitava un famoso attore, «è la stampa, bellezza»; ma ritengo che chiunque sia libero di scrivere ciò che vuole purché non insulti, né coarti e che non debba essere insultato da chi ritiene di dover contrastare queste idee. È grave che venga attaccato in questi termini un direttore di giornale solo perché scrive alcune cose su un libero quotidiano.

Mi domando cosa sarebbe successo se cose di questo genere le avesse dichiarate un senatore di centrodestra su un direttore di un quotidiano di sinistra. Mi domando in quanti si sarebbero stracciati le vesti. Per molto meno, per dichiarazioni di minore gravità del Presidente del Consiglio, che tra l'altro nessuna gravità avevano... (Il microfono si disattiva automaticamente).

 

PRESIDENTE. La prego di concludere, senatore Bornacin.

 

BORNACIN (PdL). ...abbiamo visto molta gente strapparsi le vesti.

Esprimo solidarietà al direttore Mario Giordano, a nome mio e, credo, a nome di tutto il PdL e mi piacerebbe farlo, signor Presidente, a nome di tutto il Senato, in difesa della libertà di stampa e della democrazia. (Applausi dal Gruppo PdL).

 

Sugli effetti occupazionali della crisi Alitalia

PEDICA (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PEDICA (IdV). Signor Presidente. Il mio intervento riguarda Alitalia.

Oggi è nata una compagnia anomala, una compagnia che ha regalato solo cassa integrazione, licenziamenti e disperazione. Oggi non è nata una compagnia, ma una minicompagnia voluta da 16 persone, amici del presidente del Consiglio Berlusconi...

 

GRAMAZIO (PdL). Del PD! Il figlio fa il ministro-ombra. Ma cosa stai dicendo? In divisa non può parlare! È in divisa!

 

PRESIDENTE. Senatore Gramazio, lasci parlare.

 

PEDICA (IdV). ...tra i quali non ce n'è neppure uno che riesca a capire qualcosa di trasporto aereo. D'altronde, il PdL è favorevole a 10.000 esuberi, a due morti (visto che due donne si sono suicidate), ai 300 milioni con cui hanno regalato Alitalia ad Air France (visto che il 25 per cento della compagnia ormai è in mano ad Air France).

Voglio solo dire che questi mesi, compreso il Natale e il Capodanno, questi lavoratori non li hanno trascorsi bene. Ho augurato un buon anno al presidente Schifani, ma ho anche segnalato che molte famiglie, un indotto di circa 300.000 famiglie, non hanno festeggiato il nuovo anno: un 2009 fatto sicuramente di tragedie poiché le famiglie non vedono più un futuro. Durante questi mesi i dipendenti Alitalia sono stati illusi, mortificati ed uccisi nelle loro speranze.

Durante questi mesi, i 16 soci si sono impadroniti di Alitalia senza versare un euro. Collega Gramazio, ricordo che non verseranno un euro ma potranno incassare tra un anno o due esattamente 300 milioni, come dichiarato dai fratelli Fratini, mai smentiti. E alcuni di questi soci sono stati condannati per reati come truffa e corruzione. Alcuni di questi cosiddetti patrioti sono stati insigniti dal Capo dello Stato (fortunatamente non quello attuale) del titolo di Cavaliere del lavoro, che si riconosce a chi ha portato lustro ad un'azienda e non a chi l'ha prosciugata, come per Telecom e per altre società.

Ebbene, durante questi mesi i dipendenti con 10, 20 anni di anzianità sono stati messi in cassa integrazione straordinaria e sono stati assunti gli stagionali, amici dei politici (ma al riguardo indagheremo a fondo perché ci sono delle assunzioni politiche con le quali si torna al passato e non si guarda al futuro) aggravando così ulteriormente i costi.

Ebbene, durante questi mesi, il commissario Fantozzi dichiara su «L'espresso» di prendere 15 milioni di euro ed ottiene anche una consulenza per il suo studio dal curatore fallimentare. (Il microfono si disattiva automaticamente).

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore Pedica.

 

PEDICA (IdV). Concludo brevemente, Presidente.

Premetto solo che Fantozzi è stato anche Ministro e, proprio quando ricopriva un ruolo di Governo, ha nominato quegli amministratori che hanno rubato (come tante persone che sono state liquidate con 10 miliardi, come tante persone che si chiamano ad esempio Cimoli), contribuendo cioè ad indebolire finanziariamente una compagnia di cui oggi - guarda caso! - dicono di essere stati invece i salvatori: addirittura dieci persone su 16 sono state condannate per truffa, ma sono definite patrioti e, lo ripeto, insignite del titolo di Cavaliere del lavoro. Chiedo qui al Presidente della Repubblica di revocare questo titolo a chi è stato arrestato per truffa o aggiotaggio - e ce ne sono - individuando tra le 687 nomine del Quirinale quali eliminare e quali invece mantenere. Quelle cui ho fatto riferimento sono persone cui il titolo di Cavaliere del lavoro deve essere tolto.

 

PRESIDENTE. Ora è necessario che concluda davvero, senatore Pedica.

 

PEDICA (IdV). Volevo solo stendere un velo pietoso, Presidente, su quanto fatto da questo Governo in questi mesi, con il suo agire non legittimo e non lecito, almeno ad avviso del Partito dell'Italia dei Valori. Ci auguriamo solo che il Governo si metta una mano sulla coscienza per quelle famiglie che con la legge n. 104 del 1992 sono costrette a lavorare in un'altra Regione e per i tanti cassaintegrati, che ci sono, ai quali do la mia parola che l'Italia dei Valori rimarrà al loro fianco fino a quando non sarà assunto l'ultimo di essi: oggi non è ancora così, mentre, in virtù di amicizie politiche si stanno assumendo altre persone.

GRAMAZIO (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GRAMAZIO (PdL). Signor Presidente, non devo sicuramente insegnarle io come si dirige e si governa un'Aula: lei ha esperienza di Governo, oltre ad avere esperienza nel presiedere l'Aula. Tuttavia, il modo in cui è vestito in questo momento il senatore Pedica (che indossa il giubbotto degli operai di terra di Alitalia) ci permette domani - e lo dico, perché lo farò - di venire vestiti con altro giubbotto o in altro modo. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP). Infatti, Presidente, se lei permette ad un parlamentare di vestirsi come vuole, non potrà impedirci di venire domani in quest'Aula a sostenere battaglie giuste, per esempio per gli uomini delle forze dell'ordine, vestiti da uomini delle forze dell'ordine che difendono la nostra libertà.

Lei non può permettere ad un parlamentare di vestirsi in questo modo in quest'Aula, per rispetto dell'Aula stessa e anche - voglio dire - per rispetto di quei lavoratori dell'Alitalia che il senatore Pedica fa finta di difendere, ma che prende letteralmente in giro vestendosi in quel modo, non avendo peraltro mai lavorato un giorno. (Applausi dal Gruppo LNP).

Non conosciamo infatti la professione del collega; non so quale sia, ma lo voglio leggere anche negli atti del Parlamento, anche per capire perché si veste in questo modo e partecipa a tutti i teatrini della burla politica che viene perpetrata ai danni dei lavoratori dell'Alitalia, a partire dal suo "capo", che è andato ad arringare, quando non ce n'era bisogno, i lavoratori di Alitalia. Quei lavoratori che sono stati salvati, perché se avessimo fatto quanto diceva o pensava l'Italia dei Valori non avremmo oggi una linea aerea capace di volare, ma una Mercedes a terra con le ruote bucate.

Ed è questa la responsabilità, caro Presidente, che lei si è assunto, poc'anzi, facendo parlare un uomo e un parlamentare che è travestito e non ha alcun rapporto con il mondo del lavoro dell'Alitalia.

E poi, signor Presidente, gli faccia togliere quel giubbotto: è una vergogna!

PRESIDENTE. Senatore Gramazio, quando lei presiederà l'Aula, deciderà anche di far venire tutti in bikini; ora ha fatto il suo intervento, quindi lasci perdere le altre determinazioni, perché non è lei a presiedere.

 

GRAMAZIO (PdL). Ma lei non sa presiedere!

 

PRESIDENTE. Questo, senatore Gramazio, lo considero offensivo, pertanto le anticiperò la mia risposta, che le avrei dato in un secondo momento. Dal momento in cui sono intervenuto a presiedere, il senatore Pedica non si è cambiato d'abito, ma è rimasto vestito allo stesso modo dall'inizio della seduta, e allora si rammenti, quando interviene, a cosa si rivolge. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).

 

Per un'informativa del Governo sul funzionamento della social card
e per la calendarizzazione della mozione 1-00011

ADAMO (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ADAMO (PD). Signor Presidente, se le accorate parole del collega precedentemente intervenuto, fossero state rivolte al presidente Schifani, avrebbero forse avuto una maggior pertinenza.

Il mio intervento sarà breve, ma mi dispiace che abbia luogo mentre presiede ancora lei, signor vice presidente Chiti, che so sensibile a questo tema, per il quale si è attivato immediatamente. Devo riproporle, infatti, la questione che ho posto il giovedì precedente all'interruzione dei lavori dovuta alle festività natalizie, riferita alla social card. Mi sembra che questo tema dovrebbe stare a cuore molto più di altri a quest'Aula e a noi che rappresentiamo tanti di quei cittadini che in questo momento stanno iniziando a vivere gli effetti della pesante crisi economica in atto.

Allora, avevo richiamato l'attenzione sua e dei colleghi sulle informazioni che arrivavano dai servizi postali di Milano, ai quali gli anziani si rivolgevano disperati perché, pur avendo la card ed il relativo codice, quando cercavano di usarla, essa risultava scoperta (insomma, non coperta economicamente).

So che lei si è attivato e che il Governo era anche disponibile a venire in Aula prima delle vacanze, ma poi la seduta non si è tenuta. Immaginavo che comunque il Governo si dimostrasse sensibile alla problematica, perché ben altra criticità è poi emersa nel Paese nei confronti di questo strumento, riguardo la verifica del suo funzionamento e del numero delle persone che effettivamente riescono a utilizzarlo. Desidero solo ricordare ai colleghi con un minimo di sensibilità cosa voglia dire per un ultrasessantacinquenne, arrivato alla cassa di un supermercato, presentare la card per pagare il conto e sentirsi rispondere che non è coperta, per poi dover discutere in pubblico la sua situazione di indigenza. E non voglio nemmeno ricordare che la nostra proposta era di elargire questi soldi direttamente su stipendi e pensioni, evitando questo inutile strumento propagandistico, che poi si sta prestando ai suddetti episodi.

Quindi, al di là del fatto che - come dicevo - mi trovi nelle condizioni di doverle riproporre la questione, immaginavo che il Governo, visto che se ne discute sui giornali di tutta Italia, avrebbe avuto la sensibilità di venire spontaneamente a informare quest'Aula, che trova il modo di discutere cose tutte importanti, ma magari meno vicine ai sentimenti della nostra gente di quanto lo sia questo argomento. Visto che così non è, la prego di nuovo, signor Presidente, di farsi promotore presso il presidente Schifani affinché si inviti il Governo a riferire in questa settimana su quanto sta effettivamente succedendo e sul funzionamento di questa card.

Non ho voluto svolgere questo intervento all'inizio della seduta, in concomitanza della discussione sul calendario dei lavori, in occasione della quale il presidente Schifani ha ricordato che le altre istanze qui riportate verranno calendarizzate martedì prossimo; anche qui, tra di esse, vi è la discussione di una mozione sullo scalo di Malpensa, a prima firma Luigi Vimercati e sottoscritta da cento senatori, che si riferisce a tutta la questione concernente il suddetto aeroporto (con la liberalizzazione delle rotte, il ruolo dello scalo e la tutela dei lavoratori ivi impiegati). (Applausi del senatore Perduca).

Mi permetto di chiedere di non rinviare a marzo anche la discussione della mozione di cui sopra, perché quest'Aula ha un senso ed è in sintonia con il Paese se discute le questioni mentre lo fanno tutti, non a babbo morto quando ogni cosa ormai è stata decisa; altrimenti, l'inutilità della nostra Assemblea risulterà sempre più palese. (Applausi dal Gruppo PD).

 

Sul 10° anniversario della scomparsa di Fabrizio De André

LANNUTTI (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LANNUTTI (IdV). Signor Presidente, intervengo per ricordare, a dieci anni dalla sua morte, Fabrizio De André, il bardo di Genova, omaggiato a destra e a sinistra, nonché dal «Financial Times». «Anche se non capisci i testi, la musica ti dà la pelle d'oca» scrive Tobias Jones «canzoni profonde, accompagnate da una voce languida e grave, tenera e malinconica. Ma se capisci i testi, allora ti rendi conto di essere nelle mani di un genio» continua ancora Tobias Jones.

Raccontava storie di emarginati, prostitute, drogati, criminali, soldati e suicidi, con grazia più che con sentimentalità. De André viene descritto come un uomo per molti versi contradditorio: bohémien, timido e sensibile, intellettuale e populista. Di ricca famiglia, era figlio del vicesindaco di Genova e per tutta per tutta la vita è stato anarchico. Lui e la moglie furono rapiti in Sardegna e tenuti prigionieri per quattro mesi. Dopo il rilascio mostrò scarso rancore verso i suoi rapitori, dicendo che erano prigionieri come lo era lui.

Il «Financial Times» spiega che aveva una conoscenza molto ampia; tradusse le canzoni di Bob Dylan e Leonard Cohen, scrisse canzoni insieme a grandi musicisti. Tuttavia, forse la ragione per cui De André rimane così celebrato è la sua spiritualità: cantava la condizione umana, parlava di amore e morte senza mai ricorrere a stereotipi; anche se ha sempre detto che trovava difficile credere in Dio, era pieno di ammirazione per Gesù e il suo album «La buona novella» si rifaceva ai Vangeli apocrifi; nonostante fosse al massimo un agnostico, De André scrisse canzoni che sembravano parabole ed oggi molte sono suonate perfino nelle chiese.

Onorevoli colleghi, ringrazio la Presidenza per aver consentito a un figlio del Sessantotto, arrivato su questi scranni quasi per caso e comunque al di fuori degli schemi tradizionali che, come diceva Max Weber, vedono la politica come professione, di ricordare in quest'Aula uno dei più grandi poeti del Novecento, un uomo libero e perciò osteggiato dal potere costituito che lo aveva persino schedato come sovversivo. (Applausi dai Gruppi IdV, PD, PdL e LNP).

PRESIDENTE. Colleghi, riguardo all'intervento del senatore Bornacin, desidero dire che naturalmente la Presidenza non può e non vuole intervenire nella polemica politica, cioè non entra nella valutazione di un articolo, di un intervento che coinvolge singoli esponenti politici. Per quanto riguarda invece le espressioni che non sono di critica o di dissenso, ma di violenza e di intimidazione, in questo caso nei confronti del direttore del quotidiano «il Giornale» Mario Giordano, ma anche nei confronti di chiunque vi sia coinvolto, certamente c'è la solidarietà di tutto il Senato, perché tali forme di violenza e intimidazione non sono ammissibili né accettabili.

Il dibattito su Alitalia è già stato svolto in Senato, come del resto alla Camera; ci sono giudizi precisi dei Gruppi parlamentari. Non spetta alla Presidenza tornare sull'argomento, né di impedire ai senatori di parlare, anche perché la Presidenza deve garantire il diritto di parlare in quest'Aula a chi è stato eletto.

Per quanto riguarda l'intervento della senatrice Adamo, era stata già prevista un'informativa del Governo sulla social card; poi la seduta in cui si era previsto di trattare tale questione non si è più tenuta per la sospensione dovuta alle festività. Questo tema è stato posto nuovamente oggi durante la Conferenza dei Capigruppo e il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha detto che se ne farà carico e comunicherà alla Presidenza del Senato quando si potrà svolgere tale informativa, anche in considerazione del calendario dei lavori che avete ascoltato nelle comunicazioni rese dal presidente Schifani. In ogni caso, si tratta di un tema che dobbiamo affrontare perché è al centro dell'attenzione, delle preoccupazioni, dei dubbi, delle domande di molti cittadini italiani.

Infine, ringrazio il senatore Lannutti per il suo intervento. Non è certamente usuale - forse a volte sbagliamo - ricordare nelle Aule parlamentari momenti di vita del nostro Paese, in questo caso la scomparsa di Fabrizio De André, che invece meritano non solo un ricordo bello come quello che lei ha fatto, senatore, ma anche una certa attenzione e riflessione, perché De André ha segnato la vita di molte generazioni di italiani, non soltanto di quelli che lo hanno accompagnato negli anni, ma anche di quelli che sono venuti dopo. Conosco molti giovani, a cominciare dai miei figli, che hanno una passione particolare per Fabrizio De André.

È vero che De Andrè non è stato un semplice cantante: Fabrizio De Andrè è un poeta e le sue canzoni sono un testo quasi sempre denso di umanità. Quindi, è giusto che vi sia stato questo momento di ricordo e di gratitudine da parte sua, senatore Lannutti, cui certamente la Presidenza si associa.

 

Interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Ordine del giorno
per le sedute di mercoledì 14 gennaio 2008

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi domani, mercoledì 14 gennaio, in due sedute pubbliche, la prima alle ore 9,30 e la seconda alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

 

La seduta è tolta (ore 18,30).

 

Allegato B

 

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Alberti Casellati, Bonfrisco, Caliendo, Carrara, Caselli, Castelli, Ciampi, Davico, Dell'Utri, Delogu, Esposito, Giovanardi, Mantica, Mantovani, Martinat, Nessa, Palma, Pera, Pisanu, Santini, Sciascia e Viespoli.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Baio e Bianconi, per partecipare ad un incontro internazionale.

Commissioni permanenti, trasmissione di documenti

La 6a Commissione permanente (Finanze e tesoro) ha trasmesso alla Presidenza del Senato, in data 13 gennaio 2009, il documento approvato dalla Commissione stessa nella seduta del 22 dicembre 2008, ai sensi dell'articolo 48, comma 6, del Regolamento, a conclusione dell'indagine conoscitiva sulla crisi finanziaria internazionale e sui suoi effetti sull'economia italiana (Doc. XVII, n. 1).

 

Il predetto documento è stampato e distribuito.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Ministro affari esteri

(Governo Berlusconi-IV)

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Federazione russa sulla cooperazione nella lotta alla criminalità, fatto a Roma il 5 novembre 2003 (1302)

(presentato in data 23/12/2008 );

 

senatrice Bonfrisco Anna Cinzia

Norme in materia di violenza sessuale sui minori (1303)

(presentato in data 23/12/2008 );

 

senatrice Bonfrisco Anna Cinzia

Interventi in materia di deducibilità dell'IRAP (1304)

(presentato in data 23/12/2008 );

 

ministro economia e finanze

Ministro rapporti col Parlam.

Presidente del Consiglio dei ministri

(Governo Berlusconi-IV)

Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti (1305)

Presentato alla Camera dei deputati ed ivi ritirato(presentato in data 07/1/2009);

 

ministro ambiente

Presidente del Consiglio dei ministri

(Governo Berlusconi-IV)

Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente (1306)

Presentato alla Camera dei deputati ed ivi ritirato(presentato in data 07/1/2009);

 

senatrice Bonfrisco Anna Cinzia

Delega al governo per la promozione della partecipazione dei lavoratori alla proprietà e alla gestione delle imprese (1307)

(presentato in data 30/12/2008 );

 

senatrice Bonfrisco Anna Cinzia

Misure per l'adozione di un sistema di tracciabilità di filiera (1308)

(presentato in data 30/12/2008 );

 

DDL Costituzionale

Regione Valle d'Aosta

Modificazione all'articolo 50, comma terzo, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d'Aosta) (1309)

(presentato in data 09/1/2009 );

 

senatori De Castro Paolo, Longo Piero, Di Stefano Fabrizio, De Eccher Cristano

Modifiche al Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, in materia di azione di regresso dell'INAIL (1310)

(presentato in data 07/1/2009 );

 

DDL Costituzionale

Senatore Zanda Luigi

Modifica dell'articolo 21 della Costituzione in materia di pluralismo dell'informazione (1311)

(presentato in data 12/1/2009 );

 

senatori Belisario Felice, Giambrone Fabio, Li Gotti Luigi, Pardi Francesco, Mascitelli Alfonso, Caforio Giuseppe, Carlino Giuliana, Lannutti Elio, De Toni Gianpiero, Pedica Stefano, Astore Giuseppe, Di Nardo Aniello, Russo Giacinto, Bugnano Patrizia

Abolizione dell'obbligo di apposizione del contrassegno da parte della Società italiana degli autori ed editori (SIAE) e delle relative sanzioni (1312)

(presentato in data 13/1/2009 ).

Disegni di legge, assegnazione

In sede referente

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti (1305)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 3° (Affari esteri, emigrazione), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10° (Industria, commercio, turismo), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali; E' stato inoltre deferito alla 1° Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento.

(assegnato in data 08/01/2009 );

 

13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali

Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente (1306)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 10° (Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali; E' stato inoltre deferito alla 1° Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento.

(assegnato in data 08/01/2009 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Scanu Gian Piero

Istituzione della funzione di revisione interna nelle pubbliche amministrazioni (1077)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Milana Riccardo ed altri

Istituzione e ordinamento della Città metropolitana di Roma Capitale della Repubblica. Delega al Governo per il coordinamento delle funzioni attribuite alla Città metropolitana di Roma Capitale con le funzioni statali e regionali (1166)

previ pareri delle Commissioni 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Bianchi Dorina

Modifica alla disciplina dei centri di accoglienza richiedenti asilo (1189)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali)

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Malan Lucio

Revisione dell'ordinamento della Repubblica sulla base del principio della divisione dei poteri (1218)

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Marcenaro Pietro

Disciplina del diritto di asilo e della protezione sussidiaria (1221)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Barbolini Giuliano ed altri

Disposizioni per il riconoscimento della qualifica di profugo agli esuli dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia e dei loro figli nati in Italia (1261)

previ pareri delle Commissioni 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Galperti Guido, Sen. Casson Felice

Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di prestazione di attività lavorativa da parte del detenuto in favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) (1219)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 11° (Lavoro, previdenza sociale)

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

4ª Commissione permanente Difesa

Sen. Negri Magda

Estensione al personale militare delle norme a sostegno della maternità e della paternità previste dal testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (1282)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Rutelli Francesco

Misure fiscali a sostegno dei cittadini nell'accesso alla locazione e all'acquisto dell'abitazione principale.

Introduzione della tassazione separata ad aliquota unica del 20 per cento per i redditi da locazione di unità immobiliari adibite ad abitazione principale. Modifiche agli articoli 15, 16 e 37 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (1268)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Sen. Malan Lucio

Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico (996)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 3° (Affari esteri, emigrazione)

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Legge quadro sulla qualità architettonica (1264)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

8ª Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni

Sen. Villari Riccardo

Istituzione dell'Osservatorio dei porti turistici e della nautica (679)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 10° (Industria, commercio, turismo), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare

Sen. Sanciu Fedele ed altri

Disposizioni in materia di produzione biologica (1115)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 10° (Industria, commercio, turismo), 12° (Igiene e sanita'), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

11ª Commissione permanente Lavoro, previdenza sociale

Sen. Roilo Giorgio

Norme per favorire il reinserimento dei lavoratori espulsi precocemente dal mondo del lavoro (700)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 10° (Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

11ª Commissione permanente Lavoro, previdenza sociale

Sen. Franco Vittoria ed altri

Misure urgenti a sostegno della partecipazione delle donne alla vita economica e sociale nonché deleghe al Governo in materia di tutela della maternità delle lavoratrici autonome e di rispetto della parità di genere (784)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 10° (Industria, commercio, turismo), 12° (Igiene e sanita'), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

11ª Commissione permanente Lavoro, previdenza sociale

Sen. Ichino Pietro ed altri

Disposizioni in materia di sciopero virtuale (1170)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro)

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali

Sen. De Lillo Stefano

Modifiche alle parti prima, seconda, terza, quarta e sesta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (1102)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10° (Industria, commercio, turismo), 12° (Igiene e sanita'), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

Commissioni 1° e 6° riunite

Sen. Fosson Antonio

Disposizioni in materia di istituzione e regolamentazione delle case da gioco (1255)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 10° (Industria, commercio, turismo), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 );

 

Commissioni 9° e 13° riunite

Sen. Di Nardo Aniello ed altri

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione del paesaggio rurale (1217)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 10° (Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 13/01/2009 ).

Disegni di legge, ritiro

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 30 dicembre 2008, ha ritirato il disegno di legge: "Conversione in legge del decreto-legge 22 dicembre 2008, n. 200, recante misure urgenti in materia di semplificazione normativa" (1295), presentato al Senato il 22 dicembre 2008, ai fini della sua ripresentazione alla Camera dei deputati.

Indagini conoscitive, annunzio

In data 23 dicembre 2008, la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani è stata autorizzata a svolgere, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, un'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani vigenti in Italia e nella realtà internazionale.

Governo, trasmissione di atti per il parere

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 23 dicembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi degli articoli 1, commi 1 e 3, e 22 della legge 25 febbraio 2008, n. 34 - lo schema di decreto legislativo recante: «Attuazione della direttiva 2006/117/Euratom, relativa alla sorveglianza e al controllo delle spedizioni di rifiuti radioattivi e di combustibile nucleare esaurito» (n. 53).

 

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è stato deferito - in data 23 dicembre 2008 - alla 13ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 1 febbraio 2009. Le Commissioni 1ª, 5ª, 10ª e 14ª potranno formulare osservazioni alla Commissione di merito entro il 22 gennaio 2009.

 

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 23 dicembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, commi 1 e 3, della legge 25 febbraio 2008, n. 34 - lo schema di decreto legislativo recante: «Attuazione della direttiva 2006/87/CE che fissa i requisiti tecnici per le navi della navigazione interna, e che abroga la direttiva 82/714/CEE» (n. 54).

 

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è stato deferito - in data 23 dicembre 2008 - alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 1 febbraio 2009. Le Commissioni 1ª, 2ª, 5ª, 13ª e 14ª potranno formulare osservazioni alla Commissione di merito entro il 22 gennaio 2009.

 

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 23 dicembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi degli articoli 1, comma 3, e 3 della legge 25 febbraio 2008, n. 34 - lo schema di decreto legislativo recante: «Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 1907/2006 che stabilisce i principi ed i requisiti per la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche» (n. 55).

 

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 2ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 22 febbraio 2009. Le Commissioni 1ª, 5ª, 10ª, 12ª e 14ª potranno formulare osservazioni alla Commissione di merito entro il 12 febbraio 2009.

 

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 23 dicembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, commi 1 e 3, della legge 25 febbraio 2008, n. 34 - lo schema di decreto legislativo recante: «Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento» (n. 56).

 

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 13ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 22 febbraio 2009. Le Commissioni 1ª, 5ª, 10ª, 12ª e 14ª potranno formulare osservazioni alla Commissione di merito entro il 12 febbraio 2009.

Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 11 dicembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - le seguenti proposte di nomina:

dell'ammiraglio Luciano Dassatti a Presidente dell'Autorità portuale di Napoli (n. 22);

del professor ingegner Antonio Bevilacqua a Presidente dell'Autorità portuale di Palermo (n. 23).

 

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, le proposte di nomina sono deferite alla 8a Commissione permanente, che esprimerà il parere - su ciascuna di esse - entro il 2 febbraio 2009.

  

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 19 dicembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina del generale di squadra aerea Giovanni Tricomi a Presidente dell'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia (Unuci) (n. 24).

 

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 4a Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 2 febbraio 2009.

    

Il Ministro per i beni e le attività culturali, con lettera in data 19 dicembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 29 gennaio 1998, n. 20 - le seguenti proposte di nomina:

della dottoressa Enza Signorelli a componente, in qualità di consigliere delegato, del Consiglio di amministrazione della Fondazione "Istituto nazionale per il dramma antico (n. 25);

del dottor Pietrangelo Buttafuoco a componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione "Istituto nazionale per il dramma antico (n. 26);

della dottoressa Monica Centanni a componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione "Istituto nazionale per il dramma antico (n. 27);

del professor Antonino Portoghese a componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione "Istituto nazionale per il dramma antico (n. 28).

 

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, le proposte di nomina sono deferite alla 7a Commissione permanente, che esprimerà il parere - su ciascuna di esse - entro il 2 febbraio 2009.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 23 dicembre 2008, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina della dottoressa Sonia Ferrari a Presidente dell'Ente parco nazionale della Sila (n. 29).

 

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 13a Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 2 febbraio 2009.

Governo, trasmissione di documenti

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 16 dicembre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 29, comma 2, del decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76, la relazione - per l'anno 2008 - concernente le decisioni assunte ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione in merito alle leggi delle Regioni a statuto ordinario che approvano il Rendiconto generale della regione.

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 5a Commissione permanente (Doc. LXXXVI, n. 1).

   

Il Ministro del lavoro della salute e delle politiche sociali, con lettera in data 25 novembre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9, comma 6, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 280, le relazioni sull'andamento dell'utilizzo dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili, relative al primo semestre 2006 e al secondo semestre 2006.

 

I predetti documenti sono stati trasmessi, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 11a Commissione permanente (Doc. XIX, nn. 1 e 2).

    

Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 24 novembre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 15 della legge 5 agosto 1978, n. 468, come modificato dall'articolo 9 della legge 23 agosto 1988, n. 362, la Seconda Sezione della Relazione previsionale e programmatica per l'anno 2009.

 

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 125 del Regolamento, alla 5a Commissione permanente (Doc. XIII, n. 1).

    

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 10 dicembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151, la prima relazione sullo stato di attuazione del citato decreto, recante attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti", riferita agli anni 2004, 2005 e 2006.

 

Il predetto documento, è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, primo comma, secondo periodo, del Regolamento alla 13a Commissione permanente(Doc. CCXII, n. 1).

Autorità garante per l'energia elettrica e il gas, trasmissione di documenti

Il Presidente dell'Autorità garante per l'energia elettrica e il gas, con lettera in data 30 dicembre 2008, ha invitato, ai sensi dell'articolo 81, comma 18, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, la relazione sull'attività di vigilanza svolta dall'Autorità stessa ai fini del rispetto del divieto di traslazione dell'onere della maggiorazione di imposta sui prezzi al consumo nel settore energetico e sugli effetti delle disposizioni di cui al comma 16 del citato articolo 81.

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 10a Commissione permanente (Doc. XXVII, n. 4).

Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, trasmissione di documenti

Il Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con lettera in data 23 dicembre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 35, comma 5, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, la relazione in materia di tutela dei diritti dei minori, sui provvedimenti adottati e sulle eventuali sanzioni irrogate, riferita al periodo dal 1° aprile 2007 al 31 marzo 2008.

 

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente (Doc. CLII, n. 1).

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 19, 22, 24 e 29 dicembre 2008, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha inviato le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:

 

degli Enti Parchi nazionali: Monti Sibillini, Dolomiti Bellunesi, Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, Pollino e Val Grande, per gli esercizi dal 2002 e 2005. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 13a Commissione permanente (Doc. XV, n. 60);

 

dell'Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori, gli scultori, i musicisti, gli scrittori e gli autori drammatici (ENAPPSMSAD), per l'esercizio 2007. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 11a Commissione permanente (Doc. XV, n. 61);

 

dell'Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura (ENPAIA), per gli esercizi 2006 e 2007. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 11a Commissione permanente (Doc. XV, n. 62);

 

dell'Istituto nazionale di ricerca metrologica (INRIM), per l'esercizio 2007. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 7a Commissione permanente (Doc. XV, n. 63);

 

dell'Ente partecipazioni e finanziamento industria manifatturiera, per il periodo dal 1° gennaio 2006 al 18 luglio 2007. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XV, n. 64);

 

dell'Automobile Club d'Italia (ACI) per gli esercizi dal 2004 al 2007 e dei 106 Automobile club provinciali e locali, per gli esercizi dal 2003 al 2006. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 65);

 

dell'Agenzia spaziale italiana (ASI), per l'esercizio 2007. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XV, n. 66);

 

dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN), per l'esercizio 2007. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XV, n. 67);

 

delle Istituzioni culturali, per l'esercizio 2006. Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 7a Commissione permanente (Doc. XV, n. 68).

 

Alle determinazioni sono allegati i documenti fatti pervenire dagli enti suddetti ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della legge stessa.

 

Corte dei conti, trasmissione di documentazione

La Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato - con lettera in data 16 dicembre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 26/2008/G sulla relazione concernente la "gestione del servizio di protezione dell'ambiente marino e di lotta all'inquinamento del mare".

 

La predetta deliberazione è stata trasmessa, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 13a Commissione permanente (Atto n. 103).

 

Corte di cassazione, trasmissione di ordinanze su richieste di referendum

L'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di Cassazione, con lettera in data 17 dicembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13 della legge 25 maggio 1970, n. 352, copia dell'ordinanza, emessa il 16 dicembre 2008, con la quale l'Ufficio stesso ha dichiarato non legittime le tre richieste di referendum - depositate l'11 luglio 2008 - aventi per oggetto, rispettivamente: referendum 1 - Abolizione Ordine giornalisti; referendum 2 - Abolizione Legge Gasparri; referendum 3 - Abolizione provvidenze all'editoria.

 

La predetta ordinanza è depositata presso il Servizio dell'Assemblea a disposizione degli onorevoli senatori.

 

Corte di cassazione, trasmissione di verbali di proclamazione di risultati di referendum

L'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione, con lettere in data 17 dicembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 45, comma 3, della legge 25 maggio 1970, n. 352, copia dei verbali con cui l'Ufficio stesso ha proceduto, in 16 dicembre 2008, rispettivamente - alla proclamazione:

 

del risultato del referendum consultivo per il distacco del comune di Leonessa dalla regione Lazio e della sua aggregazione alla regione Umbria, svoltosi il 30 novembre e il 1° dicembre 2008;

del risultato del referendum consultivo per il distacco del comune di Meduna di Livenza dalla regione Veneto e della sua aggregazione alla regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, svoltosi il 30 novembre e il 1° dicembre 2008.

 

I predetti verbali sono depositati presso il Servizio dell'Assemblea a disposizione degli onorevoli senatori.

 

Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, trasmissione di atti

Il Presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, con lettera in data 22 dicembre 2008, ha inviato un testo di osservazioni e proposte sull'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione (Atto n. 104).

 

In data 7 gennaio 2009, il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 5a e alla 6a Commissione permanente.

    

Il Presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, con lettera in data 19 dicembre 2008, ha inviato un testo di osservazioni e proposte sul tema "Misure di sostegno allo sviluppo, alle imprese, alle famiglie (decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185)" (Atto n. 105).

 

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 6a Commissione permanente.

 

Assemblea parlamentare della NATO, trasmissione di documenti

Il Presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO ha inviato il testo di cinque risoluzioni e di una dichiarazione, approvati da quel consesso nel corso della Sessione annuale, svoltasi a Valencia dal 14 al 18 novembre 2008:

 

risoluzione n. 368 sugli indirizzi futuri per il Kosovo (Doc. XII-quater, n. 2);

risoluzione n. 369 sulle operazioni della NATO in corso (Doc. XII-quater, n. 3);

risoluzione n. 370 sulla ricostruzione economica in Afghanistan (Doc. XII-quater, n. 4);

risoluzione n. 371 sul futuro della relazioni NATO-Russia (Doc. XII-quater, n. 5);

risoluzione n. 372 su energia e sicurezza (Doc. XII-quater, n. 6);

dichiarazione n. 373 sul conflitto tra la Georgia e la Federazione russa (Doc. XII-quater, n. 7).

 

I predetti documenti sono stati trasmessi, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 3a e alla 4a Commissione permanente.

 

Interrogazioni

BAIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

il crac islandese, verificatosi nell'ottobre 2008, secondo le notizie di stampa, coinvolge circa 100.000 investitori italiani, tra i quali i clienti di istituti di credito e compagnie assicurative che in passato hanno acquistato polizze index linked, con sottostanti emissioni governative islandesi, e ad essi si aggiungono coloro che hanno azioni oppure obbligazioni della banca islandese Glitnir Banki Hf, ufficialmente in stato di default, dopo il mancato rimborso di un bond da 750 milioni di dollari;

molti cittadini italiani hanno investito i propri risparmi in tali obbligazioni in euro, emesse da dette banche islandesi e in modo particolare da Glitnir Banki Hf, nonché inserite nella lista dell'Associazione bancaria italiana (ABI), "PattiChiari, obbligazioni a basso rischio e rendimento";

questo tipo di obbligazioni, che evitano l'alea relativa agli investimenti, e assicurano il mantenimento del capitale per lo meno iniziale, rientravano, infatti, al momento dell'acquisto, in rating A, inserite nella lista "PattiChiari" formulata dalle banche, quindi erano proposte come investimenti sicuri a basso rischio e le polizze avevano il sottostante occulto, quasi sempre non dichiarato all'investitore;

di solito questo tipo di investimenti riguarda maggiormente famiglie e piccoli risparmiatori che le stipulano per far fronte ad eventuali imprevisti, quali problemi di salute, di gestione quotidiana, di lavoro, o per permettere ai propri figli di continuare il percorso di studi;

l'Islanda, pur non essendo membro, mantiene stretti legami economici e commerciali con l'Unione europea, grazie all'appartenenza allo Spazio Economico Europeo e, a giudizio delle principali agenzie di rating internazionali, era ritenuto un Paese a rischio di borsa quasi minimo;

contrariamente ai principi teorici alla base dell'iniziativa, propri di "PattiChiari", né le importanti oscillazioni di prezzo, né le variazioni di rating, sino alle condizioni di default, sono state comunicate dalle banche; la comunicazione dell'uscita dell'obbligazione dalla lista è stata, infatti, recapitata circa dieci giorni più tardi, ovvero a titolo già uscito dalle contrattazioni;

considerato che:

il possibile rischio di valuta, dato dalle oscillazioni della moneta locale, e il rischio paese, ovvero l'affidabilità dello stesso, non possono ritenersi un problema di affidabilità; al contrario si configura un inadempimento del contratto, a fortiori garantito da "PattiChiari";

allo stato attuale, si tutelano e si salvano con soldi pubblici, le banche responsabili di aver venduto obbligazioni a rischio certificandole come sicure, mentre si lasciano al loro destino i risparmiatori e le loro famiglie;

in data 6 febbraio 2009 ci sarà la riunione del comitato creditori della Glitnir Bank a Reykjavik e i piccoli risparmiatori non hanno la possibilità di partecipare, prospettando la reale possibilità che solo le banche e i grossi fondi possano tutelare il proprio portfolio, lasciando i piccoli investitori in balia degli eventi,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non intraveda la possibilità di intercedere presso il Governo islandese, al fine di porre in essere un impegno pubblico, circa il rimborso delle obbligazioni emesse dalle banche ormai da tempo nazionalizzate e sottoposte al controllo statale,

se non ritenga opportuno segnalare all'ABI l'incuria e l'approssimazione nella condotta della pubblicizzata operazione "PattiChiari", come elementi corresponsabili delle scelte effettuate da risparmiatori ingannati;

se lo stesso Ministro non intraveda la necessità, sentita l'ABI, di promuovere l'istituzione di un Fondo per il rimborso delle vittime cui concorrano tutte le banche del consorzio "PattiChiari" in misura proporzionale alla capitalizzazione o ad altri criteri da determinarsi nelle sedi opportune, con peso addizionale per le banche ove siano stati effettivamente acquistati prodotti non rispondenti alle caratteristiche ed in proporzione a tale ammontare nominale;

se non si intraveda la necessità di assegnare alle banche l'onere di predisporre strategie di rimborso o rollover su altri prodotti finanziari con orizzonte temporale ragionevole;

se il Ministro, ai fini di tali rimborsi, a compensazione di quanto potrà liquidarsi in seguito a realizzazione degli asset delle banche islandesi, non reputi giusto considerare sullo stesso piano i sottoscrittori di polizze e bond.

(3-00468)

VITA - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

lo sviluppo delle infrastrutture di trasmissione dati, come emerge chiaramente anche dalle risultanza dell'indagine conoscitiva sull'assetto e sulle prospettive delle nuove reti del sistema delle comunicazioni elettroniche svolta recentemente dalla IX Commissione permanente (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei deputati, assume oggi una valenza strategica ai fini della competitività e della coesione del Paese e da esso dipenderà non solo la crescita economica delle imprese italiane ma anche la realizzazione di nuovi sistemi di comunicazione tra persone e tra oggetti;

la realizzazione delle nuove reti richiederà rilevanti investimenti che difficilmente potranno essere sostenuti solo dai privati ed in ogni caso non consentiranno la duplicazione delle infrastrutture da parte di operatori concorrenti. Appare invece inevitabile attuare logiche di condivisione e di accesso reciproco che consentano il mantenimento di un buon livello di concorrenza a vantaggio degli utenti;

in tale contesto è particolarmente rilevante la strategia di sviluppo che l'operatore dominante Telecom Italia deciderà di attuare e che sarà in grado di condizionare l'assetto del mercato delle comunicazioni del prossimo futuro. Lo Stato non può dunque assistere da spettatore ma deve attuare le giuste scelte di politica industriale a beneficio del Paese, ferme restando le competenze della regolazione indipendente e la necessaria trasparenza delle politiche pubbliche nel settore;

il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, prevede già alcune misure di incentivazione dello sviluppo delle nuove reti, da un lato, semplificando la realizzazione delle opere infrastrutturali per la posa della fibra ottica e, dall'altro, stanziando alcuni fondi per il finanziamento a sostegno delle aree digital divide,

si chiede di sapere:

quali iniziative intenda assumere il Governo in relazione alla discussa possibilità di costituire una rete di accesso in fibra ottica unica e condivisa tra tutti gli operatori - realizzata anche con la partecipazione pubblica - a partire dalla separazione delle infrastrutture di accesso dell'operatore dominante;

se intenda chiarire quale sia il ruolo dell'annunciato Comitato da istituire presso il Ministero dello sviluppo economico e se questo si sovrapponga con le funzioni di regolazione indipendente della materia che l'ordinamento comunitario ha posto in capo all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;

per quale motivo siano state preannunciate partecipazioni solo di taluni soggetti estranei al mondo delle telecomunicazioni ed in particolare di operatori televisivi quali Mediaset;

come intenda procedere nell'attribuzione delle risorse messe a disposizione dal richiamato decreto-legge n. 112;

quali misure intenda adottare per garantire il mantenimento di un congruo livello di concorrenza a beneficio degli utenti e per salvaguardare i livelli di occupazione in Telecom Italia.

(3-00469)

BUTTI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

l'interrogante ha già depositato, in data 4 novembre 2008, l'interrogazione 4-00751 volta a conoscere le decisioni del Ministro in indirizzo in ordine alla distribuzione territoriale degli organici della Polizia di frontiera impiegati lungo il confine elvetico fino al 5 dicembre 2008;

a dispetto della celerità con cui solitamente interrogazioni di quel tenore ottengono risposta, le questioni contenute nel citato atto parlamentare restano ad oggi stranamente disattese;

giova ricordare che, facendo seguito ad informazioni ufficiose, durante una riunione, tenutasi il 17 dicembre 2008, tra le organizzazioni sindacali di Polizia e la Direzione centrale risorse umane è stata resa nota la cosiddetta "movimentazione" relativa a 103 operatori e che tale riorganizzazione premiava il territorio della provincia di Varese a scapito di quello di Como contrariamente a quanto previsto inizialmente;

più precisamente, fonti ministeriali assicurarono che 40 unità sarebbero state assegnate alla Questura di Varese, 13 al Commissariato di Gallarate e 15 all'istituendo Posto Polfer di Varese per un totale di 68 unità. A Como non sarebbe stata destinata alcuna unità;

al Questore di Como, all'uopo convocato a Roma, venivano confermati dati, numeri e circostanze decisamente negative per Como;

tutti i sindacati di Polizia presenti al menzionato incontro del 17 dicembre 2008 con la Direzione centrale risorse umane, tenutosi presso il Ministero dell'interno, pubblicavano sui propri siti Internet dati, numeri e circostanze confermando in questo modo l'ufficialità delle stesse;

del resto i contatti informali coltivati dall'interrogante presso il Ministero dell'interno, che già avevano originato l'atto di sindacato ispettivo del 4 novembre 2008, andavano proprio in questa direzione;

in data 17 dicembre 2008 l'ufficio stampa dello scrivente diffuse un duro comunicato denunciando di fatto la situazione beffarda e profondamente iniqua che si era venuta a creare con il trasferimento di ben 68 agenti di Polizia a Varese e nessuno a Como;

nel comunicato stampa, ripreso il giorno successivo anche dalla stampa nazionale, lo scrivente ricordava che con quelle "proporzioni organizzative" decise dal Ministero dell'interno il tanto atteso Commissariato di pubblica sicurezza di Mariano Comense (Como) sarebbe rimasto un sogno nel cassetto per altri 15 anni nonostante gli sforzi del Prefetto di Como, del Questore, dei sindacati di Polizia, dei sindaci di tutto il comprensorio, del Comune di Mariano Comense, della regione Lombardia, delle associazioni di categoria e, soprattutto, dei cittadini che invocano giustamente più sicurezza in un'area a rischio per quanto concerne l'attività della criminalità organizzata;

vista l'eco della polemica sollevata e l'annuncio di ulteriori atti parlamentari volti a riequilibrare le proporzioni tra Varese e Como, allo scrivente veniva promessa, nonostante la dichiarata insoddisfazione, la disponibilità di una decina di agenti per Como e veniva anticipata l'emanazione di una circolare esplicativa entro la fine dell'anno;

la circolare è stata poi diffusa in data 30 dicembre 2008 come previsto da tempo e se non ci fosse stata la dura reazione politica dello scrivente e del Sindacato autonomo di polizia (SAP) di Como non avrebbe rimediato nemmeno i dieci agenti che comunque risultano insufficienti per l'istituzione di nuovi servizi e per l'apertura del Commissariato di Mariano Comense;

al 7 gennaio 2009, la situazione è quindi la seguente: 37 agenti alla questura di Varese, 15 alla Polfer di Varese, 10 al commissariato di Gallarate e 10 alla questura di Como,

si chiede di sapere:

quale sia la diversa incidenza dell'attività malavitosa nelle due province tale da determinare uno squilibrio così accentuato nella ripartizione degli organici;

in base a quali esigenze oggettive ben 63 agenti di polizia debbano essere trasferiti in provincia di Varese;

in cosa consista il non meglio identificato "progetto sperimentale sicurezza Varese" anticipato confusamente dal Ministro in indirizzo alla stampa locale;

quali siano, ad oggi, gli atti ufficiali esperiti dal Ministro in indirizzo in relazione alla richiesta di costituire il commissariato di polizia a Mariano Comense e quale sia la posizione ufficiale del Ministero circa la richiesta pressoché unanime di cittadini, autorità, associazioni di istituire il commissariato di polizia di Mariano Comense.

(3-00470)

VITA, ZANDA - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico - Premesso che:

il fenomeno del mancato pagamento del canone di abbonamento alla televisione pubblica, come è stato recentemente evidenziato anche da diversi organi di stampa, è oggi ampio e riguarda anche personaggi politici, circostanza quest'ultima che rappresenta un modello negativo per la pubblica opinione;

la Corte dei conti, nella relazione sugli anni dal 2002 al 2007, ha confermato che "in materia di abbonamento alla televisione, sussiste il grave fenomeno dell'evasione, che si aggira intorno al 25 per cento del totale dei presunti obbligati, e quello della morosità del pagamento di chi è già abbonato, che si aggira intorno al 4 per cento degli abbonati stessi. La Rai valuta in circa 450 milioni di euro l'anno il mancato introito causato dai due menzionati fenomeni";

l'entrata derivante dai canoni di abbonamento, come è noto, è la principale fonte di finanziamento della Rai, superando mediamente di oltre 13 punti percentuali l'entrata proveniente dalla raccolta pubblicitaria, sottoposta peraltro a limiti di affollamento più stringenti rispetto alle televisioni private;

tenuto conto che il Governo, come annunciato dal Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico con delega alle comunicazioni, ha intenzione di abbassare il canone Rai, collegando il pagamento dello stesso alla bolletta elettrica;

non sono previsti specifici interventi per contrastare seriamente il mancato pagamento del canone di abbonamento alla televisione pubblica,

si chiede di sapere:

quali siano le dimensioni reali del fenomeno dell'evasione connessa al pagamento del canone di abbonamento alla televisione pubblica e se corrisponda al vero che tra gli evasori vi siano anche personaggi politici;

se i Ministri in indirizzo intendano adottare misure urgenti finalizzate a contrastare e ridurre le dimensioni del predetto fenomeno di evasione, al di là delle annunciate misure di diminuzione del canone e di collegamento dello stesso alla bolletta elettrica;

se non ritengano opportuno prevedere, al fine di garantire al servizio pubblico radiotelevisivo le risorse necessarie al pieno svolgimento della propria missione, che il pagamento del canone di abbonamento alla televisione pubblica sia calcolato in relazione al reddito percepito dai contribuenti.

(3-00471)

LUMIA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

è in atto una protesta forte e qualificata da parte dei sindaci e delle comunità delle isole minori della Sicilia per via dei tagli che sono stati effettuati ai trasporti marittimi che rischiano di mettere in seria difficoltà i collegamenti e i trasporti marittimi, la vita, l'economia, lo sviluppo turistico e sociale dei comuni che fanno capo a numerose isole minori. La protesta ha assunto toni drammatici al punto tale che è stata ripresa più volte dagli organi di stampa con continue iniziative tese a sollecitare l'intervento del Governo al fine di ripristinare le condizioni finanziarie e organizzative del sistema dei collegamenti senza le quali la mobilitazione fatta di denunce e di proposte circostanziate non sarà sospesa;

le convenzioni delle società con il gruppo Tirrenia comprese le società regionali marittime (Siremar - Caremar - Toremar e Saremar) hanno avuto scadenza naturale il 31 dicembre 2008;

l'articolo 1, commi 998 e 999, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) prevedeva la stipula di nuove convenzioni con scadenza non anteriore al 31 dicembre 2012 al fine di completare il processo di liberalizzazione del cabotaggio;

ancora non si è data attuazione al disposto legislativo e peraltro il decreto-legge n. 185 del 2008 all'art. 26, comma 1, prevede in linea con la citata legge finanziaria per il 2007 un incremento di spesa di ulteriori 65 milioni di euro per gli anni 2009, 2010 e 2011, quali ulteriori stanziamenti per il fabbisogno complessivo delle società del Gruppo Tirrenia comprese le società regionali marittime;

il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008 prevedeva, a richiesta, la cessione a titolo gratuito della Siremar e delle altre società marittime alle regioni:

la Regione Sicilia, come del resto anche la Campania, la Sardegna e la Toscana, non ha avanzato una richiesta in tal senso entro i termini previsti dal citato decreto-legge,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga opportuno affidare alla Regione Sicilia l'acquisizione del capitale azionario della Siremar in un'ottica di razionalizzazione dei servizi, tenuto conto del trasferimento di competenze proprie in materia di trasporti. Ciò anche in considerazione della circostanza, da un lato, che la sola Regione Sicilia già eroga sovvenzioni ai privati per "cosiddetti servizi pseudointegrativi" a quelli della Siremar stessa con spreco di denaro pubblico, duplicando da anni servizi non razionalizzati con oneri a carico dei contribuenti (sovvenzioni dallo Stato per i servizi essenziali e sovvenzioni regionali per i servizi integrativi) e, dall'altro, che la proroga recentemente prevista di un anno (2009) delle convenzioni scadute il 31 dicembre 2008 prevede a carico dello Stato sovvenzioni per un importo globale per il Gruppo Tirrenia di 174 milioni di euro (109 milioni a regime più 65 milioni ai sensi del decreto-legge n. 185 del 29 novembre 2008);

quale sia l'importo per il 2009 destinato ai servizi da espletare da parte della Siremar;

alla luce dei paventati tagli di 50 milioni di euro a valere sullo stanziamento globale del Gruppo Tirrenia, pari a 174 milioni di euro per il 2009, quali tagli siano previsti per la Siremar riguardo le linee, i servizi e il naviglio, tenuto conto, come già ribadito, che la Regione Sicilia eroga sovvenzioni regionali per lo stesso anno ai privati per circa 60 milioni di euro per i già citati "servizi pseudointegrativi", che rendono opportuno, come detto, l'affidamento degli stessi alla Regione Sicilia in funzione anche di un vero federalismo;

come il Governo intenda procedere per l'immediato scorporo delle società regionali dal gruppo Tirrenia ed in particolare se intenda rendere con immediatezza autonoma la Siremar SpA così come richiesto dai sindaci.

(3-00472)

CARUSO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

quello del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere è uno dei casi in cui la giustizia è purtroppo amministrata in condizione di non adatta e non accettabile logistica;

si tratta, nel caso specifico, della collocazione degli uffici del tribunale (locali d'udienza compresi) in unità immobiliari destinate a civili residenze: in un edificio condominiale di proprietà privata, sito in via Santella, a Santa Maria Capua Vetere;

tale circostanza ha trovato larga diffusione a causa dell'attenzione riservata dalla stampa nazionale alle vicende di una nota famiglia del territorio, proprietaria, per l'appunto, del palazzo che ospita il tribunale, oltre che da una deliberazione ad hoc recentemente assunta dal locale Consiglio dell'ordine degli avvocati;

tale consiglio, auspicando che possa rientrare tra le iniziative di rilancio dell'edilizia pubblica anche una già progettata "cittadella giudiziaria", che rechi il pregio della riunificazione di tutte le attività giudiziarie, disseminate - allo stato - presso più sedi, chiede tuttavia con forza che si proceda medio tempore al trasferimento, ancorché provvisorio, degli uffici del tribunale civile presso i locali della caserma "Pica", da tempo non più utilizzati e di cui è in corso il procedimento di sdemanializzazione;

la peculiare collocazione della vicenda, all'interno di un'area di cui è purtroppo nota la rilevante permeazione da attività illegali, oltre che la significativa pervasività della criminalità organizzata, rende non revocabile in dubbio l'immediata indispensabilità di interventi puntuali dello Stato che, anche attraverso la semplice organizzazione logistica dei servizi, diano mostra dell'esistenza sul territorio di un sistema di giustizia, inteso come servizio di legalità (sia in sede penale, sia - e forse soprattutto - in sede civile), efficiente e non improvvisato, nemmeno per quanto riguarda la sua materiale collocazione,

l'interrogante chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga di condividere le premesse di cui sopra, nella loro generalità, e - in caso positivo - se ritenga di condividere altresì la proposta di trasferimento provvisorio del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere presso i locali della caserma "Pica";

se il Ministro ritenga - ove tale proposta sia condivisa dal punto di vista operativo - di poter promuovere l'utilizzo dei detti locali in tempi assai ristretti, se non immediati, attraverso la stipula di un'idonea convenzione con il dicastero della Difesa o dell'Economia (a seconda di quale di tali Ministeri abbia potestà sui medesimi), impregiudicato il procedimento di sdemanializzazione che risulterebbe essere in corso e che peraltro potrebbe continuare contemporaneamente il suo normale iter;

se il Ministro ritenga in alternativa, di promuovere comunque un'accelerazione del detto iter, espressamente pronunciandosi in relazione alla necessità che il tribunale trasferisca al più presto i propri uffici in locali coerenti con le funzioni che presso di essi devono essere svolte;

se ritenga altresì di dover verificare, attraverso la consultazione del Ministro dell'interno e delle autorità che a questo si riferiscono, l'eventuale esistenza di ulteriori beni di pubblica proprietà a seguito di confisca per fatti criminali, che possano essere destinati allo scopo.

(3-00473)

DONAGGIO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e per i beni e le attività culturali - Premesso che:

il Ministero per i beni culturali e ambientali, come previsto dall'articolo 20 della legge n. 196 del 1997, nel 1998 partecipò alla costituzione di Arte lavoro e servizi SpA (Ales), sottoscrivendone il capitale per l'importo di un miliardo e cinquecentomila lire, equivalente al 30 per cento delle azioni. Il rimanente 70 per cento delle azioni venne sottoscritto da Italia Lavoro SpA, all'epoca controllata da Itainvest SpA. Nel 1999 Itainvest Spa ha ceduto la propria partecipazione in Italia Lavoro Spa al Ministero dell'economia e delle finanze, che esercita i diritti dell'azionista su indirizzo del Ministro del lavoro;

la Ales Spa nel suo primo quinquennio di attività ha ottenuto dal Ministero per i beni culturali e ambientali, poi Ministero per i beni e le attività culturali, l'affidamento diretto di servizi ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 468 del 1997. Inoltre dal 2000 al 2005 la Ales Spa ha svolto il monitoraggio degli altri progetti affidati dal Ministero per i beni e le attività culturali ai sensi dell'articolo 10 della citata legge, con un corrispettivo, nel quinquennio, di circa 1.800.000 euro. Nel 2006 e nei due anni successivi la Ales Spa ha goduto di affidamenti in house providing;

i capitolati dei contratti relativi al 2006, 2007 e 2008 sono stati elaborati, su incarico del Ministero per i beni e le attività culturali, da Sviluppo Italia Spa, che ha anche condotto il monitoraggio delle attività svolte;

nel corso del 2007 il Ministero per i beni e le attività culturali ha sottoscritto con la Ales Spa un'ulteriore convenzione relativa alla fornitura di servizi di supporto tecnico e amministrativo a favore delle strutture centrali e periferiche dello stesso Ministero, a totale carico di progetti già finanziati;

Ales Spa ha svolto, inoltre, attività di facility management per la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania per la realizzazione di eventi culturali e mostre e, nel corso del 2008, ha elaborato il progetto preliminare "La via dei Vestini", per la realizzazione del quale è stato firmato un protocollo di intesa tra il Ministero dei beni e le attività culturali, la Regione Abruzzo, le Province di L'Aquila e Pescara e i comuni del territorio interessato, progetto ammesso a prefinanziamento nella riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica del 27 marzo 2008;

tenuto conto che:

Ales Spa, pur avendo un valore patrimoniale di circa 10 milioni di euro, negli ultimi due anni presenta bilanci d'esercizio in perdita per circa 2 milioni di euro;

la Ales Spa ha circa 420 dipendenti, 360 dei quali già addetti a lavori socialmente utili presso il Ministero per i beni culturali;

il possesso delle azioni della Ales Spa è incompatibile con la nuova missione affidata ad Italia Lavoro Spa da specifiche norme di legge;

il Ministero per i beni e le attività culturali ha assicurato alla Ales Spa per il 2009 un fatturato minimo di 12 milioni di euro, pari ai due terzi del fabbisogno della società, mentre l'attivazione delle convenzioni di facility management avrebbe assicurato un fatturato ulteriore di 2 milioni;

il Ministero per i beni e le attività culturali ha rifiutato di acquisire le azioni di Italia Lavoro Spa;

considerato che:

gli amministratori di Ales Spa hanno aperto le procedure di mobilità per tutto il personale in tempi e termini tali da pregiudicare l'acquisizione e l'esecuzione di commesse oltre il 31 dicembre 2008, e segnatamente di quelle discendenti dalla convenzione sul facility management, alcune delle quali in avanzato stato di progettazione su impulso della Direzione generale per i beni archeologici e di diverse direzioni regionali;

il Ministero per i beni e le attività culturali ha recentemente negato la possibilità di ulteriori affidamenti in house providing a favore di Ales Spa e nessun accordo è stato raggiunto fra le parti nell'incontro svoltosi presso il Ministero del lavoro, salute e politiche sociali in data 4 dicembre 2008,

si chiede di sapere:

se gli azionisti abbiano esercitato la dovuta vigilanza su Ales Spa per evitare che nell'ultimo biennio si formasse la perdita di bilancio di cui in premessa;

se ritengano che la precipitosa apertura delle procedure di mobilità abbia determinato un danno al patrimonio di Ales Spa, di cui fa parte a pieno titolo il portafoglio progetti;

se siano a conoscenza di quali iniziative intendano adottare gli amministratori di Ales Spa per tutelare gli interessi aziendali nell'eventuale prosieguo dell'iter di finanziamento del progetto "La via dei Vestini";

quali siano i motivi per cui il Ministero per i beni e le attività culturali ha negato la possibilità di ulteriori affidamenti in house providing, contraddicendo la prassi precedente, e se conseguentemente si possa considerare illegittima l'avvenuta adozione di detta prassi nel triennio 2006-2008;

come si intenda gestire la vertenza relativa alla mobilità, anche tenendo conto che alcune decine di lavoratori precedentemente addetti a lavori socialmente utili hanno raggiunto l'età pensionabile e che obiettivo della manovra avviata con la citata legge n. 196 del 1997 era anche quello di accompagnare alla pensione questa categoria di lavoratori;

se il Ministro dell'economia e delle finanze, nella doppia veste di controllante di Italia Lavoro Spa e di titolare della quasi totalità delle partecipazioni statali, intenda porre fine all'anomalia costituita dalla titolarità in capo al Ministero per i beni e le attività culturali della partecipazione al capitale di Ales Spa;

se Sviluppo Italia Spa, formalmente incaricata della progettazione degli interventi affidati ad Ales Spa, abbia in qualche modo partecipato ad una rimodulazione dei progetti tale da consentire l'ottimizzazione delle risorse, ed in caso contrario come si intenda giustificare il corrispettivo all'uopo assicurato dal Ministero per i beni e le attività culturali alla stessa Sviluppo Italia Spa;

se gli amministratori di Ales Spa abbiano predisposto un piano di ristrutturazione adeguato al rilancio dell'azienda, o se invece le azioni che intendono mettere in atto siano mirate soltanto a prolungare un regime semiassistenziale in vista di una successiva cessione o liquidazione della società.

(3-00474)

BIANCONI - Ai Ministri dello sviluppo economico e della giustizia - Premesso che:

la puntata di "Che tempo che fa" andata in onda sabato 10 gennaio 2009 su Rai 3 ha avuto tra gli ospiti il signor Beppino Englaro;

nel corso dell'intervista rilasciata al conduttore, Fabio Fazio, il signor Englaro, in totale assenza di contradditorio, ha declamato le proprie opinioni personali relative al cosiddetto "caso Englaro": in particolare, tra le altre, ha ribadito la propria legittima, ma pur sempre rispettabile e personale, determinazione a voler procedere, in nome di un ipotetico e invocato "Stato di diritto", alla soppressione della vita della figlia Eluana e ha sostenuto che lo Stato italiano, reo di non aver reso attuativa la sentenza di condanna a morte, sarebbe privo "di un minimo di civiltà";

considerato che:

tali affermazioni, sia pur note, ribadite in una trasmissione di pubblica informazione e intrattenimento, hanno dato l'impressione di indicare l'unica via d'uscita possibile per coloro i quali si trovano in stato vegetativo;

al contrario, invece, sono numerosissime le persone che si dedicano con amore a curare, non solo nelle cliniche, ma anche all'interno delle proprie case, i loro familiari che si trovano in stato vegetativo;

preso atto che:

la "civiltà", così come noi la conosciamo, per secoli ha impiegato ogni energia e risorsa, nella ricerca di ogni mezzo utile a salvare e prolungare la vita in ogni sua forma e grado;

al contrario, le sopra esposte argomentazioni addotte nella trasmissione "Che tempo che fa" sembrerebbero voler scalzare i principi, fin qui a fondamento della civiltà umana, introducendo una non ben definita "cultura della morte";

del pari, anche il "diritto" ha perseguito nei secoli e persegue tuttora "l'ideale della vita",

l'interrogante chiede ai Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di propria competenza, di sapere:

se siano a conoscenza del fatto che in una trasmissione in prima serata su una rete Rai sia stato diffuso il messaggio, rispettabile ma limitato alla persona che lo ha pronunciato, secondo il quale sopprimere la vita di una persona non autosufficiente sia il pensiero dominante insito nella società italiana e, del pari, se ritengano di dover intervenire al fine di far conoscere all'opinione pubblica i veri sentimenti, la volontà e le emozioni di coloro i quali, e sono tanti, dedicano assistenza e cure a persone incapaci anche nell'intimo e nella solitudine delle proprie case;

se siano a conoscenza delle affermazioni grandemente offensive del grado di civiltà giuridica propria della cultura italiana pronunciate nella trasmissione "Che tempo che fa";

se e in quali modi intendano intervenire al fine di evitare che episodi come quello sopra riportato possano ripetersi.

(3-00475)

GASPARRI - Al Ministro degli affari esteri - Premesso che:

il conflitto israelo-palestinese dura ormai da più di cinquant'anni;

il 19 dicembre 2008 la tregua stabilita a giugno con la mediazione dell'Egitto - con la quale Hamas (le cui milizie sono state dichiarate fuori legge dal Presidente palestinese Abù Mazen) accettò di porre fine al lancio dei razzi in cambio di un alleggerimento del blocco da parte di Israele - non fu rinnovata;

in conseguenza, venuta meno la condizione di tregua, è ripresa l'intifada attraverso il lancio di razzi Kassam e Grad verso il sud dei territori israeliani;

tale lancio di razzi ha, a sua volta, scatenato la reazione degli israeliani di dicembre che hanno avviato l'operazione militare denominata "piombo fuso" finalizzata alla cessazione del lancio di missili da parte di Hamas (elencata tra le organizzazioni terroristiche dal Canada, dall'Unione Europea, da Israele, dal Giappone, dagli Stati Uniti e bandita dalla Giordania);

ritenuto che:

la stampa nazionale segue con attenzione l'evolversi delle situazioni;

sul sito Internet YouTube il 6 gennaio 2009 è comparso un video dal titolo "Hamas «sfrutta» le ambulanze per trasportare terroristi", riportato poi anche sul sito on line de "Il Sole 24 Ore";

in particolare dal citato video si distinguono chiaramente miliziani armati che scendono da ambulanze recanti la scritta UN;

in un articolo apparso sul quotidiano "Il Sole 24 Ore" del 13 gennaio 2009 dal titolo "Forcing israeliano su Gaza City" si dice che "il Consiglio dell'Onu per i diritti umani ha accusato Israele di gravi violazioni senza menzionare i razzi che Hamas lancia in mezzo alla popolazione civile palestinese su quella israeliana";

ritenuto infine che il conflitto israelo-palestinese conferma di essere una guerra esasperata che si combatte da entrambe le parti,

l'interrogante chiede di sapere:

se corrisponda a verità che il Consiglio dell'ONU per i diritti umani abbia accusato Israele delle violazioni sopra riportate e, in tal caso, se intenda intervenire al fine di chiarire i motivi per i quali il citato Consiglio ha ritenuto di procedere esclusivamente alla condanna delle azioni israeliane tralasciando del tutto di considerare la valenza delle azioni compiute quotidianamente da Hamas in disprezzo di tutte le regole, codificate e non, che si adoperano in tempo di guerra;

se corrisponda a verità che i miliziani di Hamas utilizzino le ambulanze delle Nazioni Unite per trasportare i terroristi.

(3-00476)

SARO - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

dal 12 al 29 dicembre 2008 le capitanerie di porto, in collaborazione con gli altri organi di polizia, nell'ambito della operazione denominata "capitone sicuro" avrebbero sequestrato in tutta Italia circa 160 tonnellate di prodotto ittico non in regola;

detto sequestro riguarderebbe partite di pesce avariato, conservato e venduto come fresco, ma anche di pesce di provenienza estera pronto per essere venduto come nostrano;

considerato che il pesce sequestrato sarebbe stato donato alle mense dei poveri per San Silvestro sia nella Regione Friuli Venezia Giulia che in altre parti d'Italia,

l'interrogante chiede ai Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di propria competenza, di sapere se corrisponda al vero che il pesce sequestrato dalle capitanerie di porto sia finito nelle mense dei poveri e, in caso affermativo:

se detto pesce sia stato dissequestrato perché ritenuto commestibile ed, eventualmente, a chi sia stato destinato;

a quale organismo sarebbe stato affidato il compito di valutare la integrità e la salubrità di detto pesce;

i motivi per i quali detto pesce, se ritenuto privo di rischi e conseguenze per la salute delle persone, non sia stato reintrodotto nei canali commerciali ufficiali quali ristoranti, alberghi, mercato del pesce, eccetera.

(3-00477)

PETERLINI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

i dati forniti dall'INPS - poco prima di Capodanno - hanno evidenziato che sono state attivate 330.000 social card, rispetto alle 520.000 domande ricevute, 140.000 sono state respinte, mentre 50.000 devono essere ancora esaminate, a fronte dei dati del Governo che aveva previsto circa 1,3 milioni di aventi diritto;

notizie stampa riportano che su 330.000 social card effettivamente distribuite finora, solo 200.000 sarebbero state in realtà attivate, le rimanenti 100.000 sarebbero state bloccate successivamente alla prima autorizzazione, in attesa dell'accertamento dei requisiti da parte dell'INPS. Inoltre, nel 40 per cento dei casi, la social card, presentata alle casse dei supermercati, è stata respinta per ragioni non meglio specificate relative ad una "intempestiva ricarica": le responsabilità di tale disguido non sono al momento chiare, ma l'unica certezza è il disagio provato dagli interessati;

migliaia di persone rischiano di perdere il bonus di 120 euro, rappresentato dalla ricarica iniziale, che riguarda i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2008, poiché, una volta superato il limite del 31 dicembre 2008, si perderà tale somma teoricamente maturata, in assenza di una specifica proroga dei termini;

patronati, centri autorizzati di assistenza fiscale (CAAF), Poste e Inps hanno dichiarato che ci si trova di fronte ad un meccanismo inutilmente complicato: infatti, chi pensa di aver diritto alla social card, la ottiene assieme al pin (il codice personale per usarla) direttamente presso gli uffici delle Poste, ma successivamente la pratica viene inviata all'Inps che decide se il richiedente abbia diritto o meno alla ricarica. In questo modo si genera la prima illusione, in persone bisognose al punto da chiedere un aiuto da 40 euro al mese, che posseggono la social card e il relativo pin ma non sanno di non aver ancora "conquistato" alcun diritto, cosa che scopriranno solo, più o meno amaramente, non appena si recano alla cassa di un supermercato, con grande imbarazzo loro e delle cassiere,

si chiede di sapere:

quante social card siano state effettivamente distribuite, e quanti sono effettivamente gli aventi diritto le cui richieste sono già state verificate dall'INPS;

quanti fossero gli aventi diritto inizialmente stimati dal Governo, che avrebbero dovuto beneficiare della social card;

a quanto ammontino le richieste, relativamente alla social card, che sono state respinte per mancanza di requisiti;

quanti Caaf o Patronati abbiano collaborato all'operazione di informazione e richiesta della social card;

quante delle social card consegnate siano state effettivamente attivate al 31 dicembre 2008;

quanti siano gli esercizi convenzionati sul territorio nazionale;

se il Ministro in indirizzo non ritenga, a fronte delle difficoltà della complessa procedura per ottenere la social card, di promuovere iniziative volte a chiarire ai potenziali aventi titolo, che ancora non hanno potuto, per le ragioni esposte in premessa, utilizzare la carta ovvero non hanno ancora presentato domanda entro il 31 dicembre 2008, se verrà loro riconosciuto il credito di 120 euro relativo ai mesi di ottobre, novembre, dicembre 2008.

(3-00478)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

AUGELLO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico - Premesso che:

Fonspa Bank SpA è una banca privata con sede in Roma, interamente posseduta dal Gruppo Morgan Stanley, attiva sul mercato dei mutui attraverso l'attività creditizia ed il servizio di servicing di operazioni di cartolarizzazione;

la fondazione dell'Istituto risale al 1898, con il nome di Credito fondiario sardo. Dopo il secondo conflitto mondiale si inserisce nella ricostruzione del Paese, ampliando la propria attività ed estendendo il suo raggio di azione a tutto il territorio italiano acquisendo, nel 1966, la denominazione di Credito fondiario e industriale SpA;

nel marzo 2000 la Banca commerciale italiana e l'Unicredito italiano sottoscrivono con The Morngan Stanley Real Estate Funds (di seguito MSREF) un fondo immobiliare gestito da Morgan Stanley Dean Witter, il contratto finalizzato alla dsmissione delle loro quote partecipative nel Credito fondiario e industraile - Fonspa - SpA;

nel giugno 2006 l'allora amministratore delegato, dottor Galeazzo Pecori Girardi, annunciava con toni trionfalistici il passaggio azionario infragruppo del Fonspa, che MS Fonspa Holding B.V. (unico socio di Fonspa), facente capo a MSREF, ha ceduto la intera partecipazione azionaria, per un importo complessivo di euro 12.000.000,00, alla società European Principal Assets Limited, facente capo a Morgan Stanley;

l'ingresso di Morgan Stanley nel capitale di Fonspa, motivato dalla volontà di far diventare la banca una "protagonista" del mercato dei mutui fondiari residenziali, fu rappresentato ai lavoratori come la fine di ogni preoccupazione dei problemi che avevano afflitto fino ad allora la società;

nel febbraio 2008, assumendo a pretesto la crisi dei mutui subprime, Morngan Stanley dichiara di non ritenere più strategica la partecipazione in Fonspa,

si chiede di sapere:

se e come il Ministro in indirizzo intenda intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, visti i più numerosi ed allarmanti casi di "rischi occupazionali bancari" e le forti preoccupazioni delle organizzazioni sindacali e del personale dipendente, a tutela della salvaguardia dei livelli occupazionali romani;

se, alla luce delle proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali di categoria, riguardanti sia la richiesta di incentivazione all'acquisto della banca attraverso l'istituzione di un fondo "zainetto personale", sia la cessione della proprietà, in presenza di un piano industriale in grado di rilanciare l'attività bancaria e di garantire la stabilità occupazionale nel Comune di Roma, ad un valore simbolico così come avvenuto per l'ingresso della stessa Morgan Stanley, ritenga utile provvedere alla convocazione di un tavolo di concertazione con le parti sociali e la proprietà.

(4-00971)

PORETTI, PERDUCA - Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che:

i Ministeri del lavoro, della salute e delle politiche sociali, e delle politiche agricole alimentari e forestali nominano propri rappresentanti nella Commissione tecnica centrale dell'Ente nazionale per la cinofilia italiana che ha il compito di "studiare e determinare i criteri per il miglioramento dei cani di razza, gli indirizzi di selezione e proporre eventuali modifiche al Disciplinare del Libro genealogico del cane di razza";

il 17 dicembre 2008 il Comitato Bioetico per la veterinaria ha diffuso, nel corso di un convegno patrocinato dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, un documento sul caso delle razze canine sofferenti che definisce frutto di un vero e proprio "maltrattamento genetico", formulando alcune richieste fra le quali quella di "definire un limite di tempo entro cui interrompere la produzione di cuccioli di razze o di linee di sangue per cui non si sia raggiunto un adeguato livello di sicurezza nei confronti della probabilità di rischio di alterazioni fisiche" e la richiesta che, nel frattempo, "al momento della cessione, i cuccioli delle razze ad alto rischio di malformazioni siano accompagnati da note che spieghino le caratteristiche della razza in relazione ai possibili stati di malessere o disagio che si potranno presentare in quell'animale",

si chiede di sapere quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere, per quanto di rispettiva competenza, per porre fine al "maltrattamento genetico" delle razze canine sofferenti.

(4-00972)

PORETTI, PERDUCA - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

in data 2 gennaio 2009, il volo Madrid-Roma n. 3678 delle ore 16.20, gestito per i servizi a terra dalla compagnia aerea Iberia, è decollato con quattro ore di ritardo;

i passeggeri hanno dovuto attendere tre ore in sala di attesa e un'ora nell'aeromobile;

i passeggeri non hanno avuto l'assistenza prevista dal Regolamento (CE) n. 261/2004 e che l'unica opzione offerta è stata quella di scendere dall'aereo e perdere così il diritto al titolo di viaggio;

analoga situazione si era verificata il 29 dicembre 2008 per il volo Roma-Madrid n. 3677 delle ore 10.20 gestito per i servizi a terra dalla compagnia aerea Iberia, che è partito con circa 2 ore di ritardo durante le quali i passeggeri in classe economica non hanno potuto usufruire di assistenza e hanno subito anche un ritardo di 45 minuti nell'apertura della postazione di consegna bagagli;

la durata del volo Madrid-Roma, e viceversa, è di due ore e 10 minuti e i ritardi accumulati sono rispettivamente del doppio o uguali al periodo di navigazione;

l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (ADUC) ha pubblicamente denunciato tale situazione,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno che l'Ente nazionale per l'aviazione civile adotti iniziative nei confronti della compagnia aerea.

(4-00973)

CASSON - Ai Ministri della giustizia e dell'interno - Premesso che:

si apprende dagli organi di stampa dell'invito, successivamente revocato, rivolto dal professor Giorgio Mariani al signor Valerio Morucci, per una lezione seminariale presso l'Università "La Sapienza" di Roma, il 12 gennaio 2009, nell'ambito della Conferenza su "Cultura, violenza e memoria";

nell'ambito di un'intervista rilasciata al quotidiano "la Repubblica" il 3 gennaio 2009, il professor Giorgio Mariani ha dichiarato che tale iniziativa gli sarebbe stata suggerita "da un funzionario di polizia che segue il percorso post-carcerario di alcuni ex terroristi e che sarebbe stato presente all'incontro";

all'obiezione del giornalista, tesa ad eccepire che la Questura di Roma avrebbe smentito che l'incontro fosse stato suggerito da funzionari della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos), il professor Mariani ha risposto affermando di non sapere se si trattasse di un funzionario della Digos, pur essendo certo che colui che gli aveva suggerito l'iniziativa appartenesse ai ruoli della Polizia, ricordando altresì che quando il signor Morucci si incontrò con gli studenti del liceo ginnasio Giulio Cesare di Roma, lo fece accompagnato da agenti di Polizia,

si chiede di sapere se corrisponda al vero che alcuni funzionari di Polizia abbiano suggerito al professor Mariani di invitare il signor Morucci alla summenzionata lezione seminariale e, nel caso in cui ciò corrisponda al vero, se tali funzionari siano coloro che seguono il percorso post-detentivo di alcuni ex condannati per delitti eversivi.

(4-00974)

CASTRO - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

la legge 3 maggio 1985, n. 204, disciplina l'attività di agente o rappresentante di commercio nel territorio italiano;

detta legge prevede, per coloro i quali svolgano o intendano svolgere l'attività di agente o rappresentante di commercio, la presentazione di una domanda per l'iscrizione nell'apposito ruolo, istituito presso ciascuna Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura e gestito da una Commissione ad hoc;

per ottenere l'iscrizione al ruolo, l'interessato deve essere in possesso di specifici requisiti di carattere professionale e morale;

nel corso degli anni diverse volte sono stati sollevati dubbi in merito alla validità di contratti di agenzia conclusi da un soggetto privo dell'iscrizione all'albo professionale nazionale e la permanente legittimità e vigenza dell'albo medesimo quale presupposto dell'esercizio della relativa attività imprenditoriale, e, più in particolare, sulla conformità della legge sopraccitata con la direttiva 86/653/CEE;

sulla interpretazione della direttiva 86/653/CEE si è pronunciata la Corte di giustizia delle Comunità europee, la quale, con le sentenze del 30 aprile 1998 (n. C-215/97) e del 6 marzo 2003 (pronuncia pregiudiziale richiesta dal Tribunale di Trento - causa n. C-485/01) ha fornito pareri poco chiari circa i casi in cui ha rilevanza l'iscrizione dell'agente commerciale nell'apposito albo;

considerato che:

le Camere di commercio hanno adottato condotte organizzative disomogenee fra loro;

per quanto esposto in premessa vi è stato un incremento dei contenziosi fra aziende e agenti o rappresentanti di commercio,

l'interrogante chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, per quanto di rispettiva competenza, siano a conoscenza di quanto sopra esposto e, del caso, se e quali misure intendano adottare per favorire il coordinamento delle condotte organizzative delle Camere di commercio nel territorio nazionale e rendere più chiare le modalità di accesso e di esercizio della professione di agente o rappresentante di commercio.

(4-00975)

FILIPPI Marco - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

nel corso dell'audizione del 14 ottobre 2008 presso l'8a Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato, il Presidente dell'ANAS SpA ha sottolineato i vantaggi per gli utenti autostradali grazie alle novità introdotte dalla Convenzione sottoscritta in data 12 ottobre 2007 tra l'ANAS e la Società Autostrade per l'Italia SpA (ASPI), successivamente approvata con legge 6 giugno 2008, n. 101;

in particolare, il Presidente di ANAS SpA ha sottolineato come nella convenzione del 2007 siano stati previsti a carico di ASPI investimenti aggiuntivi per 2 miliardi di euro senza impatto sulle tariffe autostradali;

confrontando i dati contenuti nei piani finanziari allegati alle convenzioni del 2002 e del 2007, ed in particolare l'ammontare degli investimenti previsti nel periodo 2002-2038, emerge che, escludendo gli investimenti soggetti a tariffazione ai sensi della legge n. 47 del 2004 e della delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) n. 39 del 15 giugno 2007, ed escludendo i maggiori costi sulla Variante di Valico pari a circa 700 milioni di euro che il concessionario ha dichiarato di accollarsi senza incrementi tariffari, non risultano nuovi investimenti da non assoggettare a tariffazione;

l'ammontare della categoria degli "Altri investimenti", già previsti nella Convenzione del 1997 ed aggiornati in quella del 2002, nel periodo 2002-2038 ammontano a complessivi 4,6 miliardi di euro sia nel piano finanziario del 2002 che in quello del 2007. Si tratta, pertanto, di una riprogrammazione di interventi già remunerati in tariffa con la Convenzione del 1997,

si chiede di sapere dai Ministri in indirizzo, alla luce dei dati riportati in premessa, se le dichiarazioni rilasciate dal Presidente di ANAS SpA abbiano riscontro nella realtà dei fatti e quali iniziative intendano adottare per consentire l'effettiva e piena realizzazione degli investimenti previsti a carico di ASPI senza impatto sulle tariffe autostradali.

(4-00976)

PALMIZIO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

nella giornata di sabato 3 gennaio 2009 si sono svolte in numerose piazze italiane diverse manifestazioni di protesta delle varie comunità islamiche in Italia, in risposta alla richiesta di mobilitazione (chiamata più specificamente "giorno dell'ira" dagli stessi promotori di Hamas) contro le manovre militari messe in essere dallo Stato di Israele per far cessare il costante lancio di missili su insediamenti civili israeliani e per rispondere alla costante minaccia terroristica messa in atto dall'organizzazione di Hamas che ha il controllo sul territorio della Striscia di Gaza;

tali manifestazioni hanno avuto svariati risvolti violenti nei confronti dello Stato di Israele e degli ebrei in generale;

nel caso di Bologna, la manifestazione promosso dall'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia (UCOII) e dal centro islamico della città ha visto manifestazioni molto gravi come il bruciare la bandiera israeliana e paragonare la stella di David alla svastica nazista;

nonostante questi comportamenti siano stati rilevati dai rapporti delle autorità di pubblica sicurezza presenti alla manifestazione, la Procura della Repubblica di Bologna non ha inteso procedere nei confronti degli organizzatori della manifestazione per quanto riguarda il rogo della bandiera di Israele adducendo il motivo che tale vessillo era artigianale e non "ufficiale",

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo, nell'ambito delle proprie competenze, ritenga corretto tale comportamento, soprattutto alla luce delle differenze che tale decisione crea tra vessilli artigianali e ufficiali;

se intenda promuovere iniziative di ispezione presso la Procura della Repubblica di Bologna in merito a un'assenza di attività che costituisce, a parere dello scrivente un pericoloso precedente per eventuali futuri atti di protesta violenta;

se ritenga legittima la decisione di archiviazione senza che il giudice per le indagini preliminari abbia avuto la possibilità di esprimersi.

(4-00977)

QUAGLIARIELLO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno, della giustizia e per le politiche europee - Premesso che:

i 99 Posse sono stati un gruppo musicale rap/raggamuffin italiano originario di Napoli, formatosi nel 1991 e scioltosi nel 2005, legato al movimento dei centri sociali;

in questi giorni un gruppo musicale di chiaro stampo neonazista denominato "99 Fosse" ha pubblicato sul sito Internet YouTube una serie di canzoni inneggianti al nazismo, alla morte degli ebrei, alla Shoah e ai campi di sterminio;

i 99 Fosse hanno, in pratica, riadattato alcune canzoni antisemite dei 99 Posse;

considerato che:

i video musicali dei 99 Fosse sono reperibili in un sito Internet a loro dedicato nella community di Netblog e in un analogo sito Internet (fondato da Don Black - ex leader del Ku Klux Klan - e registrato in America) nel quale si ritrovano i fan italiani del forum neonazista "Storm Front" per scambi di opinioni e commenti;

detti videoclip, apparsi recentemente anche su YouTube, sarebbero stati caricati in rete da un utente italiano che si è firmato con il nome del medico personale di Heinrich Himmler - Ministro del Reich - "Karl Gebhardt";

l'album musicale dei 99 Fosse, mai pubblicato e tuttavia diffuso clandestinamente negli ambienti di estrema destra già dalla fine degli anni '90, porta lo stesso nome del veleno usato dai nazisti per lo sterminio degli ebrei - "Zyclon B";

preso atto che:

in Italia la legge n. 205 del 1993, nota come legge Mancino, recante "Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa", appresta strumenti di prevenzione e repressione dei fenomeni di intolleranza e di violenza di matrice xenofoba o antisemita;

già nel 1997, "anno europeo contro il razzismo" in seno all'Unione europea, il Consiglio dell'Unione europea e i rappresentanti dei Governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, a conferma della grande preoccupazione di una ripresa dei fenomeni di intolleranza, approvarono una risoluzione sul razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo;

Olanda, Lussemburgo, Svizzera, Austria, Romania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Svezia hanno messo al bando la discriminazione con proprie normative;

detti Paesi europei si sono dotati di un "Osservatorio sul pregiudizio antiebraico contemporaneo";

rilevato che:

l'antisemitismo e la negazione dell'Olocausto sono generalmente considerati quali crimini nuovi e moderni contro l'umanità tutta,

l'interrogante chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di propria competenza, siano a conoscenza di tutto quanto sopra esposto e, in caso affermativo:

se e in quali modi intendano intervenire al fine di arginare il fenomeno della propaganda antisemita nelle forme descritte in premessa e in qualunque altra forma si manifesti;

se ritengano di dover affrontare tali problematiche in sede europea al fine di mettere in campo, in sede internazionale, più efficaci azioni di contrasto ai fenomeni xenofobi;

se, infine, ritengano di dover creare anche in Italia un "Osservatorio sul pregiudizio antiebraico contemporaneo" al fine di monitorare e prevenire una eventuale ripresa e proliferazione di fenomeni di antisemitismo.

(4-00978)

PORETTI, PERDUCA - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

la RAI - Radiotelevisione italiana, l'emittente televisiva pubblica, per le sue trasmissioni di intrattenimento e per le fiction, utilizza animali, affittandoli presso alcune società private;

una di tali società, denominata "Grunwald Zoo", è gestita dal signor Martino Pasquale, e nasce con lo scopo di fornire animali alle televisioni ed al cinema;

la società "Grunwald Zoo" detiene numerose specie di animali: oltre a cani di varie razze, anche esemplari di fauna selvatica protetta dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante "Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio" - come l'Airone cenerino chiaramente visibile dal sito Internet - ed animali esotici tutelati dalla legge 11 febbraio 1992, n. 150, recante disciplina dei reati relativi all'applicazione in Italia della convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione, nonché norme per la commercializzazione e la detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili che possono costituire pericolo per la salute e l'incolumità pubblica;

nell'anno 2000 nei confronti della predetta società fu avviato un procedimento legale dall'associazione Animalisti italiani e dal Codacons, per aver utilizzato in una nota trasmissione televisiva alcuni esemplari di animali a diretto contatto con il pubblico: questo a rischio dell'incolumità e della pubblica salute e con notevole sofferenza degli animali, in aperta violazione degli articoli 110 del codice penale e 6, comma 4, della citata legge n. 150 del 1992; in quell'occasione, durante una puntata della trasmissione "Carramba", un canguro condotto in studio ebbe un collasso in diretta e fu necessario l'immediato intervento di un veterinario;

è da sottolineare che, all'epoca dei fatti, non era ancora stata emanata la legge n. 189 del 2004, recante "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate", che ha introdotto l'articolo 544-ter del codice penale, che condanna i maltrattamenti sugli animali, considerando le loro caratteristiche etologiche oltre che quelle fisiche;

nel 2006 la società "Grunwald zoo" fu posta sotto sequestro dal Nucleo investigativo per i reati in danno degli animali (NIRDA) del Corpo forestale dello Stato. Durante le operazioni di controllo, infatti, furono rinvenuti animali in condizioni di grande malessere, detenuti in modo tale da non assicurare neanche il minimo rispetto delle loro esigenze etologiche; tra gli altri, una lupa incinta, priva della certificazione CITES che ne attestasse la legale provenienza, rinchiusa in un angusto box di cemento, usata come fattrice per la produzione di incroci con cani lupo cecoslovacchi, pure presenti nella struttura; circa 100 cani costretti in spazi fatiscenti, umidi, sporchi e in pessime condizioni igienico-sanitarie, privi delle cure basilari ed in evidenti condizioni di stress, nonché numerosi gatti rinchiusi in piccolissime gabbie, in pessime condizioni di salute;

diversi rettili, tra cui due pitoni, furono rinvenuti in un ambiente inidoneo, sporco, a temperature non adatte alle specie, tali da procurare affezioni letali per uno dei due esemplari, nonostante le cure prodigate dopo il sequestro;

molti animali furono affidati a strutture di ospitalità; in particolare, almeno novanta cani furono accolti dalle diverse sedi del canile del comune di Roma, anche a seguito della cessione da parte del detentore;

tra i cani trovati nelle condizioni sopra descritte presso le strutture della società "Grunwald zoo", fu rinvenuto anche il border collie della serie televisiva "Il maresciallo Rocca". Numerosi cani non risultavano iscritti all'anagrafe canina ed altri sono stati iscritti solo dopo il sequestro effettuato dal NIRDA;

di recente, in conseguenza dell'istanza presentata dal signor Martino Pasquale, che si è dichiarato "interessato" a riavere solo una parte dei cani in stato di sequestro, il magistrato titolare delle indagini ha disposto, senza alcuna motivazione, il dissequestro degli animali richiesti; essi, curati e riabilitati con ingente spesa di denaro pubblico, dovrebbero poi essere riconsegnati all'originario detentore,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri sia a conoscenza delle ragioni per le quali la RAI utilizzi per i suoi spettacoli e programmi animali provenienti da situazioni di sofferenza e detenzione incompatibile con la loro natura;

se il Governo intenda intervenire tempestivamente perché sia verificato e garantito il benessere degli animali e le condizioni delle strutture che li offrono "in affitto", con l'auspicio degli interroganti che sia posta fine al ricorso all'utilizzo di animali nelle produzioni televisive e cinematografiche;

se, a tutt'oggi, sia stata verificata la conformità delle strutture della società "Grunwald zoo" che ospitano animali definiti "pericolosi" secondo la normativa contenuta nella legge n. 150 del 1992 e successive modificazioni;

se, nel frattempo, siano state portate e rese note le motivazioni del dissequestro sopra citato.

(4-00979)

PORETTI, PERDUCA - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

il decreto 4 agosto 2004 del Ministro della salute per gli embrioni prodotti prima dell'entrata in vigore della legge n. 40 del 2004, definisce lo stato giuridico degli embrioni abbandonati e le modalità di abbandono. L'articolo 1, comma 2, stabilisce che "Lo stato di abbandono di un embrione è accertato al verificarsi di una delle seguenti condizioni:

il centro che effettua tecniche di procreazione medicalmente assistita acquisisce la rinuncia scritta al futuro impianto degli embrioni crioconservati da parte della coppia di genitori o della singola donna (nel caso di embrioni prodotti prima della normativa attuale con seme di donatore e in assenza di partner maschile);

il centro che effettua tecniche di procreazione medicalmente assistita documenta i ripetuti tentativi eseguiti, per almeno un anno, di ricontattare la coppia o la donna che ha disposto la crioconservazione degli embrioni; solo nel caso di reale, documentata impossibilità a rintracciare la coppia, l'embrione potrà essere definito come abbandonato";

tale decreto all'articolo 2, comma 2, prevede che: "Gli embrioni definiti in stato di abbandono sono, invece, trasferiti dai centri di procreazione medicalmente assistita unicamente alla Biobanca Nazionale situata presso il Centro trasfusionale e di immunologia dei trapianti dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico "Ospedale Maggiore" di Milano, ove sarà attivato in maniera centralizzata un centro di crioconservazione degli embrioni stessi";

sempre il medesimo decreto all'articolo 3, prevede che: "Sono a carico di ciascun centro di procreazione medicalmente assistita gli oneri derivanti dal congelamento degli embrioni e gli oneri derivanti, in attesa di futuro impianto, dalla loro crioconservazione";

secondo la relazione del Ministro della salute al Parlamento sullo stato di attuazione della legge contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita (legge 19 febbraio 2004, n. 40, articolo 15) del 21 giugno 2006, il numero di embrioni crioconservati in stato di abbandono in Italia è di 2.527;

il Sottosegretario di Stato Ferruccio Fazio durante la seduta del 5 novembre 2008 della 12a Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato, rispondendo all'interrogazione 3-00079, in riferimento al censimento degli embrioni abbandonati, precisava come "il censimento non è terminato" e che dunque nell'attesa "il trasferimento non può avere luogo perché devono essere previsti ulteriori stanziamenti calcolabili solo al termine dell'operazione";

il sottosegretario Eugenia Roccella ha dichiarato sul quotidiano "Corriere della Sera" del 6 gennaio 2009, (a pagina 23) che é troppo caro il trasferimento degli embrioni a Milano. L'operazione è ferma e chissà se potrà mai essere attuata", e ancora esiste un problema giuridico, poiché gli embrioni non possono essere spostati senza l'autorizzazione della coppia;

in una precedente intervista rilasciata al quotidiano della Conferenza episcopale italiana, "Avvenire", il 9 luglio 2008, lo stesso sottosegretario Roccella anticipava come per gli embrioni abbandonati "certamente il problema del loro destino è bruciante, ma non credo che si possa considerare una soluzione assegnarli alla ricerca, perché sono destinati a morire. Allo stesso modo allora anche persone in stato vegetativo o malati terminali potrebbero finire con l'essere considerati solo materiale per la ricerca. Personalmente sarei favorevole alla soluzione indicata dal Comitato nazionale per la bioetica di una adozione per la nascita, con le opportune garanzie che non si vada incontro a un commercio. L'adozione indicherebbe una volta di più che si tratta di individui umani e non di materiale biologico";

considerato che allo stato attuale per le finalità di cui al decreto 4 agosto 2004, che nelle premesse recita "Considerata la necessità di attivare studi e ricerche sulle tecniche di crioconservazione", si rileva che il censimento degli embrioni prodotti prima dell'entrata in vigore della legge n. 40 del 19 febbraio 2004 è concluso, come testimoniato dalle relazioni al Parlamento. Sono stati spesi 50.000 euro per i compiti di censimento dell'Istituto superiore di sanità e 400.000 euro a favore dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Ospedale Maggiore di Milano. Nella sopracitata risposta all'interrogazione parlamentare il sottosegretario Fazio specificava inoltre come l'Ospedale Maggiore abbia ricevuto e impiegato i 400.000 euro erogati nel 2004 e rendicontati nel 2005: 230.000 euro per la creazione dell'area di criobiologia (un ambiente in cui dovevano essere mantenuti gli embrioni sotto azoto), 96 mila euro per spese di materiale e software e 74.000 per spese di personale,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda prendere nei confronti del sottosegretario Eugenia Roccella, che dichiara di non tenere conto del decreto del 4 agosto 2004, che prevede un consenso scritto o tacito per l'abbandono degli embrioni da parte della coppia, ed inoltre ne configura giuridicamente l'utilizzo, e che preannuncia la volontà di non voler dar seguito al decreto stesso;

come mai in violazione della legge non sia stato attuato il trasferimento presso l'Ospedale Maggiore di Milano degli embrioni prodotti prima del 2004, per cui risulta conclusa la fase del censimento;

per quali motivi non sia stato ancora emanato il provvedimento tecnico che definisce le modalità di trasferimento degli embrioni abbandonati presso il centro di raccolta di Milano;

se il materiale acquistato e il personale assunto con denaro pubblico, nel rispetto e applicazione di norme di legge dall'Ospedale Maggiore di Milano, che attualmente non viene utilizzato per i fini previsti dal decreto, per quali altri compiti sia utilizzato, e con che tipo di contratto il personale sia stato assunto nel 2004, con quali risorse venga retribuito e quali mansioni svolga attualmente;

se il Governo sia consapevole che da oltre 4 anni gli embrioni abbandonati sono crioconservati presso i centri di procreazione a spese dei centri medesimi, e se intenda prevedere un rimborso;

da quale data possano essere disponibili gli embrioni abbandonati destinati dal decreto ministeriale del 4 agosto 2004 all'attivazione di "studi e ricerche sulle tecniche di crioconservazione", e se si preveda anche l'utilizzo su richiesta di laboratori al di fuori dell'Ospedale Maggiore di Milano.

(4-00980)

PORETTI, PERDUCA - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

la legge n. 244 del 24 dicembre 2007 (finanziaria per il 2008), all'art. 1, comma 132, prevedeva l'esenzione (nel limite massimo di 500.000 euro annui) del pagamento del canone di abbonamento Rai, a partire dall'anno 2008, per le persone di età pari o superiore a settantacinque anni e con un reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 516,46 euro per tredici mensilità, in assenza di conviventi oltre al coniuge, esclusivamente per l'apparecchio televisivo ubicato nel luogo di residenza,

come previsto dallo stesso comma 132, art. 1 della legge finanziaria per il 2008, tali disposizioni dovevano essere attuate con un apposito decreto del Ministero dell'economia e delle finanze;

il ministero dell'economia e delle finanze non ha ancora provveduto a emanare tale decreto, per cui l'esenzione per gli ultra settentacinquenni risulta inapplicata;

considerato che:

anche in relazione alla situazione attuale di crisi finanziaria globale, con la previsione di gravi conseguenze sull'economia reale per le quali numerosi paesi stanno attuando misure a sostegno dei redditi più bassi e delle classi più svantaggiate, sarebbe auspicabile la piena attuazione della disposizione citata;

sono numerosi i contribuenti che si sono rivolti all'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc) chiedendo spiegazioni per questo ritardo di un anno, e sono altrettanto numerosi gli interventi pubblici di questa associazione in merito,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda disporre l'urgente attuazione di quanto stabilito dalla citata legge n. 244 del 24 dicembre 2007.

(4-00981)

COMPAGNA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno - Premesso che:

con decreto del Ministro dell'interno del 10 settembre 2005 fu istituita presso il Viminale la Consulta per l'Islam per favorire il dialogo istituzionale con la comunità musulmana in Italia;

in seguito ad espliciti atti di incitamento all'antisemitismo, nel corso dell'estate del 2006, la Consulta ebbe più volte a formulare documenti e pareri su quanto possa concretamente rubricarsi ed intendersi antisemitismo e diffusione di odio razziale;

in molte manifestazioni in favore di Hamas avvenute il 10 gennaio 2009 e nei giorni precedenti, in molte città italiane, si sono registrati non pochi comportamenti riconducibili ad esplicito antisemitismo ed odio razziale assai più che a generici sentimenti di affetto ai palestinesi e avversione agli israeliani,

si chiede di sapere se il Governo non ritenga doveroso consentire alla Consulta di valutare quali possano essere i provvedimenti da adottare nei confronti di coloro che sono stati identificati come responsabili dei richiamati comportamenti.

(4-00982)

GIAMBRONE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

il 28 dicembre del 1908 il territorio di Messina è stato devastato da uno dei più grandi terremoti della storia;

tale terremoto ha prodotto centinaia di migliaia di morti e ha messo in ginocchio la vita di intere comunità appartenenti a quei luoghi;

la prima operazione di ricostruzione determinò la realizzazione transitoria di baraccamenti in legno: case, uffici, scuole e altro ancora. Doveva seguirne un piano regolatore che fu approvato nel 1916, ma che provocò ulteriori smantellamenti di insediamenti preesistenti e la creazione di nuovi accampamenti di baracche;

con il fascismo si costruirono nuovamente migliaia di casette provvisorie per proseguire i lavori del piano regolatore, ma a seguito della seconda guerra mondiale si aggiunsero ai vecchi accampamenti quelli dovuti ai bombardamenti del 1943;

ad oggi sono pressoché 12.000 le persone baraccate, un totale di 3.336 famiglie che vivono in baracche di cartongesso, amianto, lamiere, legno talvolta centenario, il tutto in un contesto di fogne a cielo aperto;

gli ambiti cittadini che da cent'anni sono immersi nel degrado sociale ed ambientale sono aumentati: Giostra, Fondo De Pasquale, Fondo Basile, Annunziata, Ritiro, Villa Lina, Camaro, Maregrosso, Fondo Saccà, Villaggio Volano, Via 3B eccetera;

la Regione Sicilia il 6 luglio 1990 ha approvato una legge speciale per la riqualificazione urbana di Messina prevedendo uno stanziamento di 500 miliardi di lire; di dette risorse ne sono state impiegate solo una parte (circa 150 miliardi di lire) mentre della parte restante (circa 350 miliardi di lire) se ne sono perse le tracce;

in seguito, nel 1996, vengono adottati, sempre dalla Regione Sicilia, piani particolareggiati di sgombero e ricostruzione che saranno definitivamente approvati nel 2002;

nel 2004 la Regione siciliana stanzia altri 70 miliardi di euro per realizzare abitazioni e, a partire dal 4 aprile del 2007, il Comune di Messina incassa i fondi regionali per la costruzione degli alloggi;

di tale orrenda e disumana condizione è stata data testimonianza in diversi reportages giornalistici nazionali, tutti visibili sul sito www.messinacittanegata.it;

si è ormai determinata una condizione di emergenza permanente e di marginalità fuori controllo: vi sono infatti condizioni igieniche e sanitarie che condannano le persone residenti nei territori citati, all'esposizione continua di malattie gravi;

lo stesso Presidente della Repubblica è intervenuto con forza sull'ingiustificabile stato centenario delle baracche di Messina, dando incarico al prefetto della città, dottor Francesco Alecci, di adoperarsi per interrompere tale spirale di miseria e di inadempienza amministrativa,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano improrogabile intervenire, ciascuno in base alle proprie competenze, con rapidità ed efficacia, dopo cent'anni di umiliazioni inflitte ad esseri umani trattati come scarti nell'indifferenza generale, sul territorio di Messina per mettere la parola fine a uno scempio prodotto dall'insensibilità delle Istituzioni e dall'insipienza di certa politica.

(4-00983)

GIAMBRONE, BELISARIO - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'interno - Premesso che:

ai sensi dell'articolo 10, comma 2, della legge n. 353 del 2000, "Legge-quadro in materia di incendi boschivi, è previsto che i comuni devono provvedere a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente. L'elenco dei predetti soprassuoli deve essere esposto per trenta giorni all'albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate ed approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni;

da diversi anni, molte associazioni lavorano sul territorio siciliano per tenere alta l'attenzione sugli incendi, visti come nuove forme di criminalità, che distruggono, oltre al patrimonio ambientale, le attività agricole, turistiche e culturali di tutta l'Isola. In particolare, nel 2007 si è costituito presso la Regione Sicilia il comitato "Addio incendio" con la finalità di ottenere da parte delle istituzioni preposte l'adempimento di tutti gli obblighi previsti dalle normative emanate per la prevenzione degli incendi - ed in special modo nelle zone boschive, agricole e ove si svolgono attività turistiche - (legge n. 353 del 2000, decreto del Ministro dell'interno del 20 dicembre 2001 e provvedimenti successivi) tra cui l'attuazione delle norme che prevedono: il commissariamento dei Comuni inadempienti; la mappatura dei terreni bruciati; l'installazione e l'uso delle torrette di avvistamento; l'incremento degli organici dei Vigili del fuoco;

i cittadini riuniti nel suddetto comitato "Addio incendio" sono i destinatari nonché i beneficiari della legge citata, pertanto, gli stessi cittadini, a tutela dei loro diritti lesi, possono denunciare le mancate risposte da parte delle istituzioni, come omissioni di atti d'ufficio ai sensi dell'articolo 328 del codice penale;

il comitato "Addio incendio" ha chiesto formalmente, il 12 dicembre 2008, a 82 Comuni della provincia di Palermo, informando per conoscenza la Prefettura del capoluogo siciliano e le procure della Repubblica di Palermo e di Termini Imerese, di comunicare con solerzia, entro e non oltre 30 giorni dalla ricezione della richiesta, la data della delibera di Consiglio comunale istitutiva del catasto previsto dalla citata legge n. 353 del 2000, nonché la data di costituzione dello stesso, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni dei soprassuoli già percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio;

la Sicilia, nel processo di cambiamento climatico, è posta in una prospettiva di desertificazione accelerata dagli incendi;

si chiede di sapere in quale modo i Ministri in indirizzo intendano, ciascuno secondo le rispettive competenze, fare in modo che venga rispettata la legge n. 353 del 2000, in particolare provvedendo a sollecitare i Comuni siciliani, e quelli palermitani in particolare, perché procedano al necessario censimento dei terreni percorsi dal fuoco, anche al fine di prevenire futuri incendi.

(4-00984)

LANNUTTI, BELISARIO - Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

il gruppo bancario Morgan Stanley, detentore del 100 per cento del capitale azionario della Fonspa Bank SpA, nel febbraio 2008, ha annunciato di voler dismettere la propria partecipazione perché non più interessato all'erogazione di mutui residenziali in Italia;

ciò ha contribuito ad alimentare le preoccupazioni di ben centosessanta dipendenti dell'istituto di credito con sede a Roma;

la Fonspa Bank SpA è una banca privata specializzata in finanziamenti di medio e lungo termine che sviluppa le proprie attività attraverso l'erogazione di mutui per l'acquisto della casa e nella gestione delle cartolarizzazioni nel ruolo di master servicer;

alla fine del 2000 il gruppo bancario americano, attraverso il fondo "Morgan Stanley", acquistò l'azienda di credito italiana quando Credito italiano SpA e Banca commerciale italiana cedettero le proprie quote di partecipazione;

ciò ha fatto riaccendere le speranze per le possibilità di un rilancio del gruppo bancario in questione, considerato che Morgan Stanley operava nel settore della cartolarizzazione dei mutui: un settore che in Italia stava appena decollando ma era già rigoglioso all'estero;

la nuova operazione impose una drastica riduzione di personale, che dimezzò il numero dei lavoratori, ed in quella occasione le organizzazioni sindacali di categoria espressero la loro forte preoccupazione circa le prospettive di sviluppo della banca insieme al timore che, esaurito l'affare della cartolarizzazione dei crediti e dei relativi immobili, si sarebbe dato corso alla liquidazione dell'Istituto;

la Morgan Stanley, acquistando Fonspa, ebbe l'occasione di effettuare la più grande cartolarizzazione di crediti d'Europa per un totale di circa 12.000 miliardi delle vecchie lire, cartolarizzando i mutui validi e quelli in sofferenza in un processo mastodontico che, fornendo liquidità immediata al creditore, scaricava il finanziamento di tale iniziativa sul mercato;

la necessità di liberare risorse patrimoniali e acquisire liquidità spinsero il gruppo Morgan Stanley ad avviare nel 2002 sia il progetto di ristrutturazione del gruppo Fonspa, autorizzato dalla Banca d'Italia in data 24 settembre 2002, sia la dismissione dell'immobile di proprietà, promettendo utili investimenti in attività;

per quanto risulta all'interrogante, tali investimenti non ebbero mai luogo né tanto meno furono apportate le novità aziendali previste dal piano industriale del 2000: novità che avrebbero potuto arrecare benefici in termini di redditività alle depredate casse dell'istituto;

nell'ultimo biennio, in seguito alla riduzione dei portafogli cartolarizzati amministrati e, soprattutto, all'affossamento di tutti i progetti alternativi, il gruppo azionista decise di rilanciare l'attività di erogazione di mutui fondiari con l'obiettivo ambiziosissimo di posizionare Fonspa ai primi posti in Italia nel settore di riferimento, nonché di riprendere l'attività creditizia;

anche in questo caso, per quanto risulta all'interrogante, tali attività fallirono a causa del mancato supporto di adeguati investimenti;

infine, assumendo a pretesto la crisi dei mutui sub-prime, l'azionista americano non ritenne più strategica la partecipazione in Fonspa ed aprì per la stessa, ad appena sette anni dalla precedente ristrutturazione, una nuova crisi che potrebbe essere caratterizzata da ricadute ancora più pesanti sui livelli occupazionali;

il periodo di gestione della banca da parte di Morgan Stanley è stato caratterizzato dalla quasi totale assenza di investimenti e dal conseguente depauperamento patrimoniale;

alla luce di quanto sopra, appare assai ingiusto che, a causa della continua contrazione delle fonti di entrata, siano i lavoratori della Fonspa a pagare il costo del fallimento dei progetti del gruppo americano;

i lavoratori della Fonspa, in stato di agitazione da mesi per cercare di difendere il proprio posto di lavoro, rivendicano la possibilità da parte del gruppo di avviare un piano di investimenti che assicuri continuità aziendale,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza di quanto descritto nelle premesse e, in tal caso, se e quali iniziative, anche normative, intenda assumere al riguardo;

se il Governo, alla luce della recente conversione del decreto-legge n. 155 del 2008 a sostegno delle banche italiane, non ritenga utile promuovere la convocazione di un tavolo di concertazione con le parti sociali e la proprietà per approfondire ed individuare reali soluzioni volte a salvaguardare il futuro lavorativo dei centosessanta dipendenti della Fonspa Bank SpA.

(4-00985)

LANNUTTI - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

la nota trasmissione televisiva della RAI "Domenica in" ospita una rubrica - condotta dal presentatore Pippo Baudo - che, in più di una occasione, ha dato notevole risalto e visibilità alla recente proiezione nelle sale italiane del film "Natale a Rio" di Neri Parenti;

il Gruppo Mediaset non è stato da meno, considerato che, durante la trasmissione televisiva "Matrix", ha dedicato una intera puntata alla promozione del citato film;

per quanto risulta all'interrogante, durante lo scorso mese, non c'è stato programma televisivo di intrattenimento o telegiornale che non abbiano pubblicizzato il lancio di tale film;

ad avviso dell'interrogante, ciò rientra in una logica di scambio per cui mentre il cosiddetto "film di Natale" usa i canali televisivi per promuovere se stesso, le trasmissioni televisive usano il film per alzare gli ascolti o, quanto meno, per non perdere l'audience,

si chiede di sapere se e quali iniziative intenda assumere il Governo, nell'ambito delle proprie, specifiche competenze, alla luce di quanto descritto nelle premesse, al fine di favorire il rispetto da parte dei mezzi di comunicazione pubblici di una linea editoriale diversa e meno commerciale di quella propria delle realtà private.

(4-00986)

VALENTINO - Al Ministro degli affari esteri - Premesso che:

il Ministero degli affari esteri, Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (DGCS), con bando S97 del 21 maggio 2008, indiceva una gara per l'affidamento "del servizio di supporto , assistenza e gestione del servizio assicurativo";

il metodo di aggiudicazione prescelto era quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa;

il termine ultimo per la presentazione dell'offerta veniva indicato nel giorno 21 luglio 2008, stessa data in cui la stazione appaltante provvedeva alla nomina della commissione giudicatrice e ciò in patente violazione dell'art. 84 comma 10 del decreto legislativo n. 163 del 2006 recante il codice degli appalti che imponeva tale nomina "dopo la scadenza del termine fissato per la presentazione delle offerte";

peraltro, appariva quantomai singolare l'inserimento nella commissione giudicatrice dell'avvocato Marco Rago, consulente giuridico della DGCS e, dunque, in posizione di incompatibilità a termine dell'articolo 84, comma 4, del decreto legislativo n. 163 del 2006;

le citate violazioni di legge - ed altre che appare superfluo rammentare in questa sede - rivelano lo sconcertante atteggiamento con il quale è stato affrontato un problema che avrebbe, viceversa, imposto condotte più responsabili, meno approssimative oltre che coerenti con le norme che regolano la materia di cui si discute;

in particolare, appare meritevole di approfondimento l'operato della commissione che ha dimostrato ad avviso dell'interrogante in maniera palese di non conoscere il settore sul quale ha poi assunto le proprie decisioni;

infatti, agli errori compiuti nella fase di costituzione della commissione giudicatrice hanno fatto seguito decisioni altrettanto errate ed ingiustificabili adottate dalla stessa commissione;
dalla lettura dei verbali di gara, in particolare, emergono in via obiettiva e non sindacabile a giudizio dell'interrogante i seguenti profili di illegittimità:

innanzitutto la griglia dei criteri e parametri di valutazione stabilita nel bando di gara è stata oggetto di consistente attività di specificazione direttamente da parte della suddetta commissione e, quindi, ad offerte già pervenute, in spregio, dunque, ad elementari principi di trasparenza ed imparzialità sanciti più volte in sede di Corte di giustizia delle Comunità europee e di recente recepiti espressamente anche nel richiamato Codice degli appalti (articolo 84);

anche tale attività di specificazione è stata, comunque, realizzata con modalità intrinsecamente illogiche e contraddittorie, così da pervenire in ogni caso ad un improprio e fuorviante strumento di comparazione delle offerte;

all'inadeguatezza dello strumento ha conseguito la tangibile assoluta inadeguatezza dei risultati dell'attività valutativa, nell'esercizio della quale la Commissione, ad esempio con riferimento ai servizi aggiuntivi, ha inopinatamente attribuito punteggi differenti a proposte di servizi sostanzialmente equivalenti:

altro clamoroso e inammissibile errore è stato compiuto, sempre a titolo di esempio, con riferimento all'apprezzamento della esperienza dei componenti del gruppo di lavoro, non essendo stata tenuta in considerazione la diversa incidenza di esperienze maturate nell'ambito di specifiche attività di brokeraggio (oggetto fondamentale della gara in questione), rispetto a generiche esperienze maturate nell'ambito di compagnie assicurative (e, quindi, per definizione non di mediazione assicurativa);

quel che è peggio, risultano essere state positivamente apprezzate proposte progettuali obiettivamente incompatibili con il contesto istituzionale e normativo di riferimento. Ad esempio, la possibilità di riconoscere employee benefits in favore dei dipendenti dell'Amministrazioni committente o ancora la possibilità di prevedere aree di franchigia rispetto a polizze assicurative a tutti gli effetti obbligatorie ex lege e, quindi, in alcun modo comprimibili;

nei verbali, peraltro, le motivazioni rese dalla commissione a corredo dei punteggi attribuiti risultano ampiamente svincolate da questi ultimi ed in alcuni casi perfino contraddittorie;

emerge, quindi, un quadro obiettivo di disattenzione o di incompetenza da parte dell'organo di valutazione sicuramente incompatibile con la funzione tanto da indurre legittimi dubbi sulla liceità delle condotte soprattutto ove si consideri un ingiustificato preconcetto apprezzamento - svincolato dalla realtà oggettiva e documentale - nei confronti della AON, società risultata vincitrice della gara;

tutte queste anomalie - inconciliabili con la linearità e la imparzialità cui deve ispirarsi la pubblica amministrazione - vanno saldate con le difficoltà create al più tempestivo accesso alla documentazione di gara dopo il suo espletamento, ed evidenziano una situazione paradossale, ingiustificabile, certamente illegittima e, comunque, tale da far realisticamente immaginare anche profili di illiceità, a ciò concorrendo anche l'ulteriore "stranezza" verificatasi durante lo svolgimento della procedura: con riferimento, in particolare, al verbale della commissione aggiudicatrice del 3 settembre 2008. In tale verbale viene dato atto della richiesta del Ministero di "sospendere immediatamente i lavori in attesa delle proprie determinazioni circa sopravvenuti eventi che potrebbero influire sulla validità e legittimità della procedura di gara svolta", fatti rimasti, però, ignoti e mai più menzionati;

premesso, altresì, che:

sul sito della FSA (Financial Services Authority) e su diversi altri siti, inclusi quelli del "The Guardian" e del "The Times", è stata pubblicata la notizia che la AON Limited, del Gruppo AON Corporation, è stata multata dalla medesima FSA (autorità di vigilanza del mercato finanziario inglese) per avere effettuato, tra l'inizio del 2005 e la fine del 2007, numerosi pagamenti sospetti;

la FSA ha multato il broker per il mancato controllo anticorruzione, infliggendogli una multa di 5,25 milioni di sterline, la più alta mai comminata;

le transazioni incriminate, inclusi due specifici ingenti pagamenti a ignote terze persone - 1,4 milioni di euro e 3,25 milioni di dollari - sono state effettuate per ottenere affari overseas, ovvero fuori dal Regno Unito, come ha dichiarato Margaret Cole, responsabile della vigilanza della FSA (appare anche sul Timesonline); questo manda un chiaro messaggio al mercato finanziario inglese, che è completamente inaccettabile per le aziende sviluppare affari all'estero senza avere un appropriato sistema di controllo anticorruzione;

è sufficiente digitare "AON Fsa" su un motore di ricerca sul web per ottenere diverse pagine di siti che hanno pubblicato la notizia dei fatti verificatisi nel Regno Unito,

l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative intenda adottare il Ministro in indirizzo per verificare le ragioni che hanno determinato le gravi anomalie nell'espletamento delle procedure sopra ricordate ed, in particolare, per accertare la congruità dell'offerta della società vincitrice in relazione alle altre offerte formulate nonché eventuali collegamenti della società in parola (alla luce delle sconcertanti notizie riferite dai media) con soggetti che operano ovvero hanno operato nell'ambito del Ministero degli affari esteri.

(4-00987)

BERTUZZI - Ai Ministri dell'interno e dello sviluppo economico - Premesso che:

il social network «Facebook» rappresenta una delle realtà di comunicazione virtuale in maggior espansione in Italia e nel mondo;

questo tipo di comunicazione consente a diversi soggetti, singoli ed organizzati, di promuovere iniziative e mantenere contatti;

è uno strumento di comunicazione utilizzato moltissimo dalle giovani generazioni;

in questi mesi sono sorti diversi gruppi virtuali a sostegno di criminali mafiosi già condannati e per i quali la giustizia ha già espresso verdetti inequivocabili nelle sedi competenti;

all'interno di questi gruppi la discussione è volta a difendere o sostenere il tipo di comportamento che ha portato alla condanna di quelle persone;

è dovere di tutte le istituzioni promuovere educazione alla legalità ed al rispetto della giustizia,

si chiede di sapere:

se non si ritenga necessaria la tempestiva chiusura di queste pagine web, al fine di combattere anche tramite tali strumenti ogni forma di criminalità organizzata, considerato oltretutto che, oltre alla possibile apologia di reato, appare anche ipotizzabile l'utilizzo di «Facebook» da parte di alcuni soggetti per veicolare messaggi illeciti;

se il Governo non intenda adottare ogni iniziativa di sua competenza al fine di combattere qualsiasi forma di sostegno alla criminalità organizzata, e in particolare al fine di pervenire, anche tramite l'attività della Polizia postale e delle comunicazioni, alla rimozione delle pagine web indicate in premessa.

(4-00988)

LANNUTTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

si apprende da notizie di stampa che la procura di Vicenza ha inviato alcuni avvisi di garanzia, per proroga delle indagini preliminari, ai componenti del consiglio di amministrazione della Banca popolare di Vicenza, nell'ambito dell'inchiesta sul valore dei titoli dell'istituto berico;

la vicenda prende le mosse nell'aprile 2008 da un esposto dell'Associazione per la difesa dei consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi (Adusbef), in cui si adombrava il sospetto che il valore di una azione della Banca popolare di Vicenza, pari a 60 euro, fosse eccessivo e che, in questo modo, non venissero adeguatamente tutelati i consumatori-azionisti poiché, in caso di aumento di capitale, i soci avrebbero dovuto affrontare un esborso superiore al reale valore del titolo;

nel caso della Banca popolare di Vicenza, non essendo quotata in Borsa, il valore del titolo, determinato dalla somma del valore nominale e del sovrapprezzo delle azioni, è fissato dal consiglio di amministrazione e, in un periodo di turbolenza dei mercati come quello attuale, ciò avrebbe il vantaggio di non essere soggetto alle "follie" del mercato; tuttavia, ci si domanda se il valore del titolo in oggetto sia un valore reale o gonfiato;

risulta all'interrogante che nell'incartamento a disposizione del pubblico ministero figuri già una relazione degli ispettori della Banca d'Italia che avrebbero accolto talune argomentazioni dell'istituto di credito berico;

da un'agenzia di stampa "Il Sole 24 Ore Radiocor" del 23 dicembre 2008 si apprende che i vertici del consiglio di amministrazione della Banca popolare di Vicenza hanno presentato al Direttore centrale dell'Area funzionale Vigilanza bancaria e finanziaria e neo Vice Direttore generale di Bankitalia, Anna Maria Tarantola, i dati sull'andamento positivo dell'istituto negli ultimi mesi;

la Banca popolare di Vicenza è in attesa dell'approvazione del piano operativo triennale da parte di Banca d'Italia, il cui parere è atteso entro fine gennaio 2009,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario che siano tutelati, nel caso di specie ed in tutti quelli analoghi, i diritti dei piccoli risparmiatori piuttosto che i soli interessi delle banche;

se, alla luce dei fatti sopra esposti, non ritenga improprio che il prezzo del titolo di una banca popolare non quotata sia determinato unicamente dal proprio consiglio di amministrazione in assenza di un organismo terzo, che dia valutazioni di congruità di quanto deciso dallo stesso;

quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Ministro intenda assumere, anche mediante atti normativi, al fine di riformare l'intero sistema della banche popolari nel rispetto dei diritti dei soci, prevedendo l'abolizione della clausola di gradimento e del voto capitario, anche in base a quanto stabilito della normativa europea e nel rispetto delle esigenze di mercato, nonché provvedendo ad accrescere lo spazio disponibile ad investitori esterni per la partecipazione al capitale ed al processo decisionale;

se, infine, il Governo non ritenga necessario farsi promotore di iniziative legislative, tese a definire meglio le responsabilità delle banche controllanti in ordine alla gestione delle controllate.

(4-00989)

PALMIZIO, BETTAMIO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

nella giornata di sabato 3 gennaio 2009 si sono svolte in numerose piazze italiane diverse manifestazioni di protesta delle varie comunità islamiche in Italia in risposta alla richiesta di mobilitazione (chiamata più specificamente "giorno dell'ira" dagli stessi promotori di Hamas) contro le manovre militari messe in essere dallo Stato di Israele per far cessare il costante lancio di missili su insediamenti civili israeliani e per rispondere alla costante minaccia terroristica messa in atto dall'organizzazione di Hamas che ha il controllo sul territorio della Striscia di Gaza;

tali manifestazioni si sono svolte nelle zone più centrali delle nostre città senza che la popolazione fosse adeguatamente informata di quanto sarebbe accaduto;

tali manifestazioni hanno avuto svariati risvolti violenti nei confronti dello Stato di Israele e degli ebrei in generale come il bruciare la bandiera israeliana e paragonare la stella di David alla svastica nazista;

tali manifestazioni sono sfociate quasi tutte in momenti di preghiera di fronte alle più importanti e rappresentative chiese cattoliche delle città interessate e, come nel caso di Bologna, davanti alla Basilica di San Petronio che è posta sotto sorveglianza in quanto rappresenta obiettivo sensibile a rischio di atti di terrorismo di matrice islamica;

le manifestazioni svolte dalle comunità islamiche italiane sono in risposta all'invito dell'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche (UCOII) la quale si riconosce nella sigla "Fratellanza Musulmana" di cui Hamas (che nel suo statuto ha non solo la cancellazione dello Stato di Israele ma l'annientamento di tutti gli ebrei) è la componente palestinese,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia stato informato preventivamente ed in che modo si sono svolte tali manifestazioni;

se le autorità preposte alle attività informative abbiano preventivamente messo in guardia sui risvolti che queste manifestazioni avrebbero potuto avere (come è accaduto puntualmente);

quali siano stati i dispositivi di sicurezza messi in atto per tentare di prevenire quanto accaduto;

perché, come nel caso di Bologna, si sia potuta svolgere una preghiera collettiva di fronte ad un obiettivo protetto da minacce terroristiche di stampo islamico;

perché le forze di polizia non siano intervenute per bloccare le manifestazioni quando queste sono sfociate in veri e propri atti di violenza contro lo Stato di Israele e contro gli ebrei in genere;

come si ritenga di agire in futuro di fronte alle eventuali richieste dell'UCOII, atteso che questa organizzazione da tempo fatica a rapportarsi alle più elementari regole di rispetto, legalità e di convivenza democratica che richiede lo Stato italiano e che non fa mistero delle sue simpatie, come recentemente dichiarato da esponenti del centro islamico di Bologna, nei confronti di organizzazioni internazionali che propugnano l'odio razziale e che sono considerate, come nel caso di Hamas, organizzazioni terroristiche internazionali da molti Paesi dell'Unione europea.

(4-00990)

DE LILLO - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Considerato che:

il vetro è un materiale naturale, totalmente recuperabile, che anzi non perde nel procedimento di riciclo le sue caratteristiche fisiche e le sue proprietà di perfetta conservazione delle sostanze;

i contenitori di vetro per uso farmaceutico certificati hanno i requisiti previsti dalla vigente Farmacopea ufficiale italiana XI edizione dai suoi supplementi e dalla Farmacopea ufficiale europea;

in diversi bandi pubblici di gara presso le ASL italiane si riscontra una progressiva riduzione della richiesta di utilizzo di contenitori di vetro a fronte di un considerevole incremento nell'utilizzo di materiale plastico, spesso motivato dalle considerazioni che seguono;

nella procedura aperta per l'affidamento della fornitura triennale di soluzioni di grande volume e soluzioni iniettabili alle strutture ospedaliere e territoriali dell'Azienda USL Roma H - C.I.G. n. 0185889872 si dichiara espressamente che "Per esigenze dell'Azienda connesse allo smaltimento dei rifiuti e dello stoccaggio, sono richiesti flaconi di soluzioni infusionali in materiale plastico semirigido";

i materiali di origine plastica non sono di facile né di economico smaltimento, tant'è vero che sono riciclati in Italia per il 28,4 per cento delle quantità immesse al consumo mentre i contenitori di vetro sono riciclati per più del 60,4 per cento e che in generale la plastica non è riciclata tramite la produzione di altri contenitori mentre spesso viene riutilizzata tramite termodistruzione, mentre il rottame di contenitori di vetro viene interamente riutilizzato per produrre altri contenitori di vetro;

la plastica dispersa nell'ambiente è fortemente inquinante;

numerose aziende farmaceutiche, sulla base delle richieste delle aziende ospedaliere, stanno riconvertendo le loro linee di produzione a favore di contenitori in plastica o trasferendo le produzioni presso siti produttivi esteri che dispongano di linee già attrezzate all'imballaggio in plastica, dal momento che in diversi casi la specializzazione delle unità produttive delle multinazionali ha visto privilegiare i siti italiani per le linee di prodotti confezionati in vetro,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire per contrastare la campagna mirata a penalizzare indebitamente i contenitori di vetro a fronte di una presunta maggiore facilità di smaltimento e stoccaggio della plastica, in particolare utilizzando per detta campagna strutture pubbliche.

(4-00991)

PETERLINI - Al Ministro degli affari esteri - Premesso che:

la guerra che sta imperversando in questi giorni nella Striscia di Gaza, territorio costiero del Medio Oriente delimitato a nord e a est dallo Stato di Israele, a sud dall'Egitto e a ovest dal mar Mediterraneo, non accenna a fermarsi. Non si ferma l'offensiva israeliana che dopo l'attacco terrestre ha avviato l'operazione cosiddetta "Piombo fuso". Le truppe di Israele proseguono nella loro avanzata su Gaza City e il 6 gennaio 2009 carri armati sono entrati a Khan Younes, roccaforte del movimento islamico di Hamas. Combattimenti fra miliziani palestinesi e reparti israeliani anche a Deir el-Balah e Bureij, nella zona centrale della Striscia;

lo scoppio di violenza, istigato da Hamas, è indubbiamente da condannare, ma è anche da condannare la reazione di Israele, che ha risposto con la guerra alla guerra, invece che cercare soluzioni pacifiche;

centinaia di palestinesi si sono rifugiati nelle 20 scuole della United nations relief and works agency, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, presenti nella Striscia, per cercare di sfuggire ai bombardamenti. Sono state attaccate tre scuole. Tre i morti nella scuola di Shati, due in quella di Khan Younes e almeno 42 secondo fonti mediche locali, soprattutto donne e bambini, nell'attacco che ha colpito la scuola di Jabaliya;

è in continua crescita il numero di civili uccisi. Il Comitato internazionale della Croce Rossa denuncia la Striscia di Gaza quale zona in crisi umanitaria «totale», la situazione per la popolazione è traumatizzante e ha raggiunto un punto estremo, dopo dieci giorni di combattimenti ininterrotti;

tre cliniche mobili dell'organizzazione umanitaria danese Folkekirkens Noedhjaelp (DanChurchAid) a Gaza sono state bombardate e distrutte dall'esercito israeliano. Denunce anche da parte di un'altra organizzazione non governativa, israeliana, la Physicians for Human Rights secondo la quale i medici che vanno in soccorso dei feriti a Gaza vengono presi di mira dall'esercito israeliano;

secondo fonti mediche e altri testimoni almeno 12 membri di una stessa famiglia tra i quali sette bambini di età da uno a 12 anni, sono stati uccisi da un bombardamento israeliano che ha distrutto la casa in cui abitavano a Gaza City. Testimoni hanno raccontato che la famiglia Daya era in casa nel quartiere di Zeitun (nella parte orientale di Gaza City), quando un aereo israeliano ha tirato due missili sull'edificio di quattro piani. Sette bambini, da uno a dodici anni, tre donne e due uomini sono stati uccisi nel bombardamento. Sepolte ci sarebbero altre nove persone;

l'agenzia di stampa palestinese Maan nel fare il bilancio delle vittime calcola che dall'inizio della operazione "Piombo fuso" sono rimasti uccisi 575 palestinesi. I servizi di emergenza dell'autorità nazionale palestinese parlano di 635 morti e 2900 feriti;

secondo un portavoce dell'esercito israeliano da quando è iniziata l'offensiva sono stati uccisi 130 combattenti di Hamas;

la politica internazionale non fa che rilasciare dichiarazioni di condanna alla violenza, ma poi non ottempera ai propri obblighi che sono quelli di proteggere i civili in tempo di guerra, come stabilisce la Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949,

si chiede di sapere:

quali urgenti iniziative intenda intraprendere il Ministro in indirizzo che, tra l'altro, aveva assicurato che non ci sarebbe stata un'offensiva di terra da parte di Israele;

se il Governo non intenda attivarsi per una immediata fine del conflitto e per il raggiungimento di una pacifica soluzione in Medio Oriente, che preveda un duraturo compromesso per le parti coinvolte nel conflitto.

(4-00992)

BALBONI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

il 31 dicembre 2008 "Il Resto del Carlino", nelle pagine dedicate alla cronaca di Ferrara, pubblicava con grande rilievo la notizia che il sindaco del comune di Cento (Ferrara), dott. Flavio Tuzet (PDL), aveva in precedenza ricevuto la notifica di un'informazione di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Ferrara, in ordine ai reati previsti dagli articoli 322 (istigazione alla corruzione), 56 (delitto tentato) e 610 (violenza privata) del Codice penale;

anche nei giorni successivi il quotidiano citato continuava con grande clamore a pubblicare notizie riservate sull'inchiesta riguardante il dottor Tuzet, dalle quali si apprendeva che il sindaco di Cento sarebbe indagato per aver offerto "un posto di lavoro" ad un consigliere comunale in cambio del voto favorevole all'approvazione del bilancio del Comune nonché di aver minacciato un secondo consigliere comunale (capogruppo del PD) di licenziare la madre, dipendente comunale, sempre se non avesse approvato il bilancio;

il sindaco di Cento ha respinto le accuse, in effetti alquanto inverosimili, e annunciato querela per diffamazione a mezzo stampa;

l'informazione di garanzia risulta notificata nelle mani proprie dell'interessato in data 14 novembre 2008;

il dottor Tuzet risulta iscritto nel registro delle notizie di reato dal 30 aprile 2008, senza che il pubblico ministero inquirente dott. Proto abbia proceduto a sentirlo per contestargli gli addebiti per i quali risulta indagato ai sensi degli artt. 375 e 65 del Codice di procedura penale e consentirgli di potersi difendere;

pertanto, il dottor Tuzet ha dovuto apprendere dalla stampa elementi di accusa nei suoi confronti senza avere alcuna possibilità di difendersi preventivamente, con la conseguenza che uno strumento di garanzia per l'indagato (l'informazione di garanzia) si è trasformato in mezzo di discredito personale e di lotta politica, sulla quale le forze politiche di opposizione si sono subito gettate per chiedere le dimissioni del sindaco, condannato dal "tribunale del popolo" imbastito dalle forze della sinistra, ancor prima della conclusione delle indagini e delle eventuali richieste del pubblico ministero,

l'interrogante chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga opportuno accertare come possa essere divenuto di dominio pubblico un atto riservato come l'informazione di garanzia indirizzata al dottor Tuzet e se siano ravvisabili illeciti disciplinari e/o penali in ordine sia alla sua pubblicazione che alla pubblicazione di eventuali notizie riservate contenute nel fascicolo del pubblico ministero;

se ritenga, in particolare, di accertare per quale ragione sia stata disposta la notifica a mani proprie del destinatario dell'informazione di garanzia anziché procedere all'invio di piego chiuso raccomandato, come previsto dall'articolo 369 del Codice di procedura penale.

(4-00993)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

   

2a Commissione permanente (Giustizia):

 

3-00473, del senatore Caruso, sulla collocazione del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere (Caserta);

   

6a Commissione permanente (Finanze e tesoro):

 

3-00478, del senatore Peterlini, sulla distribuzione e attivazione della social card.