Lettera
aperta al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio sui rinvii
di migranti e richiedenti asilo verso la Libia
Le organizzazioni
firmatarie, appartenenti al Tavolo Asilo, si appellano oggi pubblicamente al
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi per chiedere attenzione verso i diritti umani e il diritto
dĠasilo, il quale risulta profondamente a rischio a seguito della politica
perseguita dallĠItalia nel Mediterraneo.
Tra il 6 e lĠ11 maggio,
unit navali Italiane hanno rinviato forzatamente in Libia alcune centinaia di
persone – 471 secondo quanto dichiarato dal Ministro dellĠInterno al
Senato il 25 maggio – dopo averle intercettate nelle acque del
Mediterraneo.
A riguardo, intendiamo
innanzitutto esprimere la nostra profonda preoccupazione e il nostro rammarico
per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato tali operazioni. Non si ha
notizia che riguardo alle persone trasportate in Libia sia stata rilevata la
nazionalit, lĠeventuale minore et, lĠeventuale stato di gravidanza delle
donne, o la possibile richiesta di protezione internazionale, cos come non
risulta che siano state accertate le condizioni di salute.
LĠAlto Commissariato delle
Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha dichiarato che tra le persone
riportate in Libia vi erano cittadini somali ed eritrei in cerca di protezione
internazionale. In proposito utile ricordare che, nel 2008, circa il 75% dei
35.000 migranti giunti in Italia via mare ha fatto richiesta di asilo e al 50%
di questi stata concessa una forma di protezione (fonte: Ministero
dellĠInterno).
Inoltre, secondo fonti di
organizzazioni non governative, da maggio 2008 a febbraio 2009 sono stati circa
2000 i minori stranieri non accompagnati arrivati via mare a Lampedusa e negli
ultimi anni sono aumentate le donne in gravidanza e i migranti con patologie
legate alle condizioni di viaggio via mare come traumi, ustioni, ferite. Di
conseguenza riteniamo che, assieme a persone bisognose di protezione
internazionale, tra i migranti rinviati in Libia potessero esservi minori non
accompagnati e persone bisognose di cure mediche.
La Libia un paese che
non aderisce alla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951, non ha una
procedura di asilo e non ha offerto sinora alcuna protezione a migranti e
rifugiati, quindi non pu essere considerata un posto sicuro.
La Convenzione di Ginevra relativa allo status dei
rifugiati, la Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti Umani e delle
Libert Fondamentali, la Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o
trattamenti inumani o degradanti, la Carta dei Diritti fondamentali dellĠUnione
europea e il Testo Unico sullĠimmigrazione della normativa italiana vietano le
espulsioni, i respingimenti e ogni forma di rinvio, diretto o indiretto, verso
luoghi nei quali esista un serio rischio che le persone rinviate possano essere
vittime di tortura, persecuzione,
altre gravi violazioni dei diritti umani e conflitti armati o condizioni di
violenza generalizzata. Gli
obblighi sanciti in questi strumenti internazionali e richiamati dalla
normativa nazionale sono inderogabili e debbono essere sempre rispettati dalle
autorit che svolgono attivit di controllo alle frontiere e contrasto
allĠimmigrazione irregolare, anche quando operano in zone extraterritoriali.
LĠallontanamento di persone dalle coste europee,
direttamente dal mare, senza aver dato loro accoglienza e assistenza medica a
terra, rappresenta inoltre una violazione di principi umanitari, tenendo conto
che queste persone hanno effettuato un viaggio lungo e pericoloso, in
condizioni estreme.
Riteniamo sia da accogliere con favore la
possibilit che, anche con il contributo dellĠItalia e dellĠUnione Europa, si
possa costruire un sistema di asilo in paesi esterni allĠUE fortemente
investiti da flussi migratori, come la Libia. Tuttavia, ci non pu condurre
allĠipotesi di demandare a paesi terzi lĠesame delle domande di asilo
presentata da rifugiati che intendono chiedere protezione allĠItalia e ad altri
paesi europei. Il presupposto ineludibile del rispetto del diritto dĠasilo nel
diritto internazionale infatti rappresentato, in primo luogo, dal diritto di
accesso dei rifugiati al territorio dei paesi ove essi intendono chiedere
protezione e lĠesame delle domande di protezione internazionale deve sempre
avvenire sotto la piena giurisdizione di tali stati.
Vorremmo infine segnalare che a oggi, nonostante le
ripetute richieste di trasparenza, non sono stati resi pubblici gli accordi
tecnici in materia dĠimmigrazione stipulati tra Italia e Libia negli ultimi anni.
Le associazioni firmatarie si rivolgono al
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi affinch venga ripristinato il rispetto del diritto
internazionale.
Chiediamo che sia assicurata una prassi basata sul
soccorso, la prima accoglienza e lĠidentificazione dei gruppi vulnerabili tra
cui i richiedenti asilo, le vittime di tratta e i minori e che i migranti
intercettati vengano portati a terra in Italia dove possano essere
identificati, presentare richiesta di protezione internazionale e ricevere
adeguate cure mediche, con unĠanalisi dei casi individuali svolta in conformit
con le norme vigenti.
Roma, 10 giugno 2009
Amnesty
International Italia
Associazione ARCI
ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici
sull'Immigrazione)
Associazione Progetto Diritti
Associazione Senza Confine
Casa dei Diritti Sociali
Centro Astalli – JRS Italia
FCEI (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia)
CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati)
Centro Ex Canapificio - Castevolturno
SIMM (Societ Italiana Medicina delle Migrazioni)