Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 232 del 02/07/2009


SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------

232a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 2 LUGLIO 2009

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Presidenza del vice presidente NANIA,

indivice presidente CHITI,

del presidente SCHIFANI

e della vice presidente BONINO

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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-IO SUD:Misto-IS; Misto-MPA-Movimento per l'Autonomia: Misto-MPA.

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RESOCONTO SOMMARIO

Presidenza del vice presidente NANIA

La seduta inizia alle ore 9,33.

Il Senato approva il processo verbale della seduta antimeridiana del giorno precedente.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 9,36 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.

Senato, composizione

PRESIDENTE. A conclusione delle verifiche effettuate dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, dichiara valida l'elezione dei senatori della Regione Campania. (v. Resoconto stenografico)

Seguito della discussione e approvazione del disegno di legge:

(733-B) Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)

Approvazione della questione di fiducia posta sull'articolo 3

PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta pomeridiana di ieri sono state approvate le questioni di fiducia poste sugli articoli 1 e 2. Passa alla votazione dell'articolo 3, nel testo licenziato dalla Camera dei deputati, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Presidenza del vice presidente CHITI

Seguono le operazioni di voto.

Presidenza del vice presidente NANIA

Con votazione nominale con appello ai sensi dell'articolo 94, secondo comma, della Costituzione, e ai sensi dell'articolo 161, comma 1, del Regolamento, il Senato approva l'articolo 3 del disegno di legge 733-B. Sono conseguentemente preclusi tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno presentati all'articolo.

PRESIDENTE. Avverte che in seguito ad accordi intervenuti fra i Gruppi parlamentari, le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva avranno inizio alle ore 11,45. Sospende pertanto la seduta.

La seduta, sospesa alle ore 10,31, è ripresa alle ore 11,46.

PRESIDENTE.

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Passa alla votazione finale. Per ragioni di metodo e di merito il Gruppo voterà contro il provvedimento in esame. Il Governo ha scelto la subalternità politica e culturale alla Lega Nord, anziché il confronto costruttivo con le opposizioni, e ha posto la fiducia per paura di rimanere in minoranza nelle votazioni a scrutinio segreto. Il disegno di legge contiene norme odiose, inutili e inquietanti che rispondono a mere esigenze di propaganda e smantellano lo Stato di diritto. L'istituzionalizzazione delle ronde, primo frutto avvelenato del federalismo, sottrae competenze allo Stato, apre la strada alla giustizia fai-da-te e consegna il controllo del territorio ad associazioni politiche di carattere militare vietate dalla Costituzione e chiaramente pericolose per la democrazia. L'introduzione del reato di clandestinità sanzionato da una ammenda è una misura illusoria, priva di efficacia deterrente ed è destinata ad aumentare l'inefficienza dell'amministrazione, aggravando il carico della giustizia e distogliendo le forze dell'ordine da attività di prevenzione e repressione di condotte delittuose. L'obbligo per gli addetti a pubblici servizi di denunciare i clandestini lede i diritti fondamentali dei minori, condanna gli immigrati alla segregazione e li consegna nelle mani della criminalità. Invenzioni assurde, come il permesso di soggiorno a punti, che confonde la permanenza temporanea per motivi di lavoro con la procedura per ottenere la cittadinanza, servono a mascherare gli scarsi risultati della politica della sicurezza sin qui seguita dal Governo. Il provvedimento contiene poi misure positive di contrasto della criminalità organizzata, la cui utilità è però vanificata leggi di segno opposto, come il testo sulle intercettazioni, e soprattutto dai tagli operati sul comparto della sicurezza, che privano le Forze dell'ordine di indispensabili risorse umane e materiali. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Aut, PD e IdV).

BELISARIO (IdV). L'apposizione delle questioni di fiducia indica che la maggioranza è meno coesa di quanto voglia apparire, indebolita da un'erosione del consenso che è imputabile ai fallimenti della politica economica e dagli scandali che, nonostante i tentativi ripetuti di imbavagliare la stampa, hanno investito il premier. La sicurezza è un bene prezioso, che non si presta a marcare divisioni politiche e deve essere gestito responsabilmente, avendo cura dell'interesse generale e del rispetto dei diritti fondamentali: preoccupata esclusivamente della sicurezza personale del Presidente del Consiglio, che si sente minacciato dai processi, la maggioranza ha scelto invece di varare leggi ad personam, di ridurre le risorse umane e finanziarie per le Forze dell'ordine, di neutralizzare gli inasprimenti di pena per alcuni reati con norme sulle intercettazioni e con una riforma della giustizia penale che indeboliscono l'attività inquirente. In materia di contrasto dell'immigrazione clandestina, la maggioranza ha rifiutato le proposte ragionevoli dell'opposizione e si accinge ad approvare norme che hanno una finalità meramente propagandistica. L'introduzione del reato di soggiorno illegale produrrà effetti perversi perché sospinge verso l'illegalità ed espone ai ricatti della criminalità centinaia di migliaia di persone. L'istituzionalizzazione delle ronde alimenterà fenomeni di estremismo, fanatismo e xenofobia e comporterà un aggravio di lavoro per le Forze dell'ordine che hanno manifestato in più occasioni una netta contrarietà alla proposta. Nell'annunciare il voto contrario dell'Italia dei Valori al provvedimento, ricorda che esso ha suscitato le critiche di numerose associazioni cattoliche. (Applausi dal Gruppo IdV e della senatrice Biondelli. Congratulazioni).

Presidenza del presidente SCHIFANI

BRICOLO (LNP). Dichiara il convinto voto favorevole della Lega Nord al disegno di legge n. 733-B che completa il pacchetto sicurezza, voluto dal ministro Maroni per corrispondere ad un bisogno fondamentale dei cittadini che è colpevolmente ignorato dalla stampa e negato da molte forze politiche. In materia di immigrazione la Lega Nord, forte del consenso popolare, ha perseguito con coerenza e determinazione il suo progetto ed è stata artefice di una vera e propria rivoluzione politica e culturale: lo Stato abbandona la tendenza rovinosa al buonismo, che ha incoraggiato la criminalità diffusa e gli sbarchi di clandestini, e adotta un indirizzo rigoroso nei confronti di chi infrange la legge e non si integra nella cultura del Paese. L'introduzione del reato di ingresso illegale rende più facili le espulsioni; il permesso di soggiorno a punti serve a colpire coloro che non rispettano la legge e non si vogliono integrare; la tassa per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno fa ricadere sugli stranieri una parte del costo dell'immigrazione. La Lega Nord approva l'operato di quei sindaci che privilegiano i residenti nell'assegnazione di case popolari o nell'accesso a pubblici servizi e ritiene che il Paese, in una congiuntura di crisi economica, non abbia bisogno di forza lavoro straniera. La Lega sostiene la politica dei respingimenti, i quali, tanto contestati, sono riusciti a bloccare gli sbarchi sulle coste e costituiscono l'unica strada percorribile per gestire i flussi migratori. Le accuse di razzismo sono prive di fondamento: il reato di immigrazione clandestina è previsto anche dagli ordinamenti dei principali Paesi europei. Le critiche dell'opposizione sono evidentemente pretestuose ovvero funzionali al progetto di recuperare, attraverso il voto degli immigrati, il consenso perduto nelle recenti elezioni. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL e dai banchi del Governo. Molte congratulazioni).

FINOCCHIARO (PD). Dopo essere stato costretto agli ennesimi voti di fiducia, resi necessari dalla scarsa compattezza della maggioranza, il Senato si accinge a votare una serie di misure che tutti i sindacati i Polizia e i tecnici del settore giudicano insufficienti sotto il profilo dell'efficacia del controllo dell'immigrazione clandestina e, in taluni casi, addirittura controproducenti sotto il profilo della tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico. Il disegno di legge è un tipico esempio di provvedimento significante ma privo di significato, in quanto, pur rilevante sotto l'aspetto dell'immagine, è privo di efficacia e incoerente con i principi costituzionali e ordinamentali vigenti. In particolare, non sono accettabili le norme sulla permanenza per 180 giorni nei centri di identificazione e di espulsione e quelle volte ad introdurre il reato di ingresso e soggiorno illegale, che avrà ricadute negative in termini di tenuta sociale, mettendo in difficoltà le moltissime famiglie italiane che si avvalgono dell'opera di assistenza di badanti, colf e baby-sitter. L'aspetto più preoccupante del provvedimento risiede però nel tentativo di rendere sostanzialmente invisibili gli immigrati clandestini che vivono in Italia, negando loro l'accesso a servizi pubblici essenziali - come acqua, gas e luce - e finanche allo stato civile, ad esempio attraverso la sostanziale impossibilità di denunciare un congiunto o di contrarre matrimonio. Una politica di questo tipo è irrazionale e avrà come unica conseguenza quella di fomentare la tensione e il disagio sociale e di spingere sempre più gli immigrati verso la criminalità e occupazioni di tipo illegale. Ben più condivisibile ed efficace appare una politica alternativa di gestione dell'immigrazione, basata su una seria opera di regolarizzazione, sulla promozione di accordi con i Paesi di provenienza (che non vengano però poi utilizzati per rimpatri illegittimi, in violazione del diritto di asilo), nonché su investimenti di aiuto allo sviluppo e alla formazione. A fare piena luce sulla natura propagandistica delle misure contenute nel testo in esame è la gestione governativa delle risorse finanziarie nel settore della sicurezza, la quale ha visto la riduzione delle spese della Polizia di Stato per un ammontare pari a 263,5 milioni di euro e tagli indiscriminati nei settori del soccorso pubblico, della difesa e dell'immigrazione. (Applausi dai Gruppi PD e IdV. Molte congratulazioni. Commenti dai banchi della maggioranza).

GASPARRI (PdL). Il Gruppo del Popolo della libertà voterà compattamente a favore del disegno di legge, riponendo la massima fiducia nella politica del Governo in materia di immigrazione, la quale è destinata ad essere ulteriormente incrementata e migliorata per effetto del recente accordo stipulato con la Libia e grazie alla collaborazione dell'Unione europea - attraverso l'Agenzia Frontex - per il controllo delle frontiere e il respingimento dei clandestini. Le critiche mosse al provvedimento sono pretestuose e ingenerose, in quanto appaiono pienamente condivisibili l'introduzione del reato di clandestinità e le norme sul prolungamento della permanenza nei centri di identificazione e espulsione, le quali, in attuazione peraltro di prescrizioni comunitarie, hanno la finalità di consentire tempi congrui affinché possa essere individuato con certezza chi ha diritto all'asilo e chi invece deve essere respinto. Il voto contrario che l'opposizione si appresta ad esprimere appare ancor più incomprensibile tenuto conto delle importanti norme antimafia contenute nel provvedimento (specie con riguardo al regime di carcere duro e al sequestro di patrimoni) e vista la saggia ed equilibrata disciplina delle cosiddette ronde: a differenza delle associazioni di volontari promosse dalla Regione Campania e costituite da ex detenuti, le associazioni in oggetto saranno formate da ex carabinieri e poliziotti e affidate al controllo dei sindaci e dei prefetti, con ciò apprestandosi tutte le necessarie garanzie per un loro corretto e ordinato funzionamento. Nel rigettare le accuse della senatrice Finocchiaro in ordine ai supposti tagli operati nel settore della sicurezza, che il Governo sostiene invece con forza e determinazione, rivendica quindi l'apposizione della fiducia, proprio a manifestazione della compattezza della maggioranza intorno ad un provvedimento che ha costituito oggetto di un esame lungo e approfondito e che rappresenta un caposaldo dell'azione del Governo. (Vivi, prolungati applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo. Congratulazioni).

Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore LEGNINI (PD), il Senato approva il disegno di legge 733-B, nel suo complesso. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

PISANU (PdL). Segnala di non aver potuto partecipare alla votazione finale del disegno di legge 733-B, sul quale il suo voto sarebbe stato favorevole, in conformità a quello del Gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Ne prende atto. Sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle ore 12,44, è ripresa alle ore 12,53.

Presidenza della vice presidente BONINO

Svolgimento di interrogazioni

PRESIDENTE. Sarà svolta per prima l'interrogazione 3-00154.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Nel corso del dibattito svoltosi nell'ambito del Consiglio dei Ministri europei dell'energia sulla questione della separazione effettiva tra i soggetti gestori delle reti di trasporto e i soggetti produttori, importatori e venditori di energia elettrica e di gas è emersa, oltre alle due opzioni proposte dalla Commissione di separazione proprietaria e di separazione tra proprietà e gestione, una terza che consentirebbe ad un'impresa verticalmente integrata nel settore energetico di mantenere il controllo della società di gestione delle reti prevedendo però una serie di azioni di controllo e monitoraggio sull'operato di quest'ultima, soddisfacendo in tal modo quegli aspetti di trasparenza e competitività che sarebbero garantiti da una completa separazione. Nella procedura di codecisione con il Parlamento europeo, si è consentito a ciascun paese membro dell'Unione di scegliere, nel settore dell'energia elettrica e in quello del gas, fra una delle tre diverse formule delineate. Assicura, infine, che l'emendamento presentato dalla maggioranza al disegno di legge recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria non implica alcun indebolimento della Autorità dell'energia elettrica e del gas.

VILLARI (Misto). Se dalla risposta del Sottosegretario emerge da un lato il dato positivo di cambiamenti intervenuti nel corso dell'anno, questa è parzialmente soddisfacente in quanto non rende conto della posizione che il Governo intende assumere nell'ambito della politica energetica europea circa le tre opzioni enunciate, a prescindere da quella che sarà la posizione prevalente a livello comunitario. Resta infatti irrisolta la questione relativa al monopolio esistente nel settore energetico italiano che vede in una posizione dominante assoluta la società ENI, che attraverso la società di gestione Snam Rete Gas accumula di fatto proprietà e gestione del mercato energetico. Una separazione effettiva consentirebbe una piena liberalizzazione del mercato a vantaggio degli utenti e della sicurezza.

PRESIDENTE. Passa all'interrogazione 3-00766.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Come evidenziato dall'interrogante, sulla rete autostradale italiana si rileva una carenza di punti di vendita e distribuzione di gas metano, presenti solo in alcune Regioni e comunque in numero insufficiente. Le recenti modifiche alla normativa nazionale in materia, mirate a realizzare una più ampia liberalizzazione dell'accesso all'attività di distribuzione dei carburanti, sono improntate al miglioramento della rete di distribuzione, all'incoraggiamento alla diffusione dei carburanti ecocompatibili ed alla fissazione di criteri di vettoriamento del gas per autotrazione attraverso le reti dedicate al gas naturale. Tali iniziative sono motivate dalla consapevolezza delle positive ricadute ambientali, economiche ed occupazionali derivanti dall'utilizzo dei carburanti a basso impatto ambientale, in particolare del metano, nel settore dei trasporti.

STRADIOTTO (PD). Dalla risposta del Sottosegretario si evince che vi è a livello governativo un riconoscimento del problema della insufficiente diffusione di punti di vendita e distribuzione di gas metano sulla rete autostradale italiana. Dichiara la disponibilità del Gruppo a collaborare ad iniziative legislative mirate alla piena efficienza della rete di distribuzione secondo le effettive esigenze, essendo ormai provato che gli autoveicoli alimentati a metano presentano indubbi vantaggi per la riduzione delle emissioni di biossido di carbonio nell'atmosfera e per il risparmio degli utenti.

PRESIDENTE. Passa all'interrogazione 3-00544.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Fra le misure adottate dal Governo per favorire l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, particolare rilievo hanno gli interventi di ricapitalizzazione delle banche, che hanno la funzione di sostenere l'economia di imprese e famiglie; l'accelerazione del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese fornitrici; il rafforzamento del Fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese, la cui dotazione è stata quintuplicata; la garanzia di ultima istanza dello Stato sugli interventi del Fondo al fine di ridurre il rischio di credito delle banche finanziatrici delle piccole e medie imprese. Si segnala la possibilità, inoltre, che la Cassa depositi e prestiti attinga alla provvista derivante dal risparmio postale per finanziare le banche che concedono credito a condizioni vantaggiose alle piccole e medie imprese. Si deve evidenziare un incremento dei finanziamenti della Banca europea per gli investimenti alle piccole e medie imprese, anche grazie all'accordo, promosso dal Ministero dell'economia e delle finanze, tra la Banca, l'Associazione bancaria italiana e la Confindustria.

FIORONI (PD). Pur concordando con il proposito di sostenere le piccole e medie imprese nell'attuale momento di crisi economica, le misure enunciate dal Sottosegretario non paiono sufficienti allo scopo. Si deve rilevare soprattutto, da parte dell'Esecutivo, uno scarso interessamento all'effettivo flusso delle risorse della Banca europea per gli investimenti verso le piccole e medie imprese italiane, anche perché queste ultime non sembrano godere, attualmente, di migliori condizioni di accesso al credito. Occorrerebbe chiarire, ad esempio, se gli istituti bancari intermediari che hanno sottoscritto contratti con la Banca europea per gli investimenti per usufruire di questi finanziamenti li traducano poi effettivamente in credito per le piccole e medie imprese, una funzione che ad oggi ancora appare meglio interpretata dalle banche di credito cooperativo, grazie al loro radicamento sul territorio. Chiede infine se non sia immaginabile un accordo fra l'Associazione bancaria italiana, la Banca europea per gli investimenti e le associazioni rappresentative delle piccole e medie imprese italiane.

PRESIDENTE. Passa all'interrogazione 3-00661.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Premesso che il monitoraggio della rete viaria e delle opere d'arte che vi insistono rientra nelle attività ordinarie di ANAS, la società si ora è dotata di un evoluto software in grado di effettuare i rilievi necessari alla valutazione della gravità dei problemi che insorgessero, come base per programmare e quantificare gli interventi di ripristino. Considerata l'immensa mole delle opere e degli elementi patrimoniali da accatastare, sono state individuate tre aree pilota nelle Regioni Veneto, Umbria e Calabria, per poi coprire l'intero territorio nazionale. Nel processo virtuoso per migliorare gli standard di sicurezza della rete stradale si inserisce anche il recente accordo tra ANAS e ACI, il cui obiettivo è il costante monitoraggio delle gallerie gestite da ANAS. È un programma di ammodernamento per il quale si rendono necessarie risorse imponenti, una parte delle quali saranno stanziate da ANAS in project financing. L'ANAS provvede ad attuare anche verifiche sismiche sulle opere inviando relazioni semestrali al Dipartimento della protezione civile, mentre sono in corso di redazione i nuovi modelli dei piani di manutenzione e dei piani operativi delle emergenze. Particolare attenzione è stata dedicata agli interventi di riqualificazione e messa a norma degli impianti tecnologici all'interno delle gallerie della rete stradale lombarda. Infine, anche a seguito dei recenti eventi sismici, ANAS ha potenziato l'impegno finalizzato ai rilievi e alle verifiche delle opere d'arte, predisponendo i progetti relativi a prossimi appalti.

BERSELLI (PdL). Si dichiara parzialmente soddisfatto, avendo il Governo fornito dati esaurienti circa le attività di ammodernamento e manutenzione delle gallerie presenti sulla rete viaria nazionale, ma senza fornire alcuna risposta al quesito centrale dell'interrogazione, ossia lo stato di salute e la messa in sicurezza, anche in previsione di possibili eventi sismici, dei circa 5.000 ponti ricadenti nella rete, in considerazione della loro vetustà e della loro maggiore vulnerabilità a causa dei mutamenti di natura antropica e del crescente volume di traffico. Prega quindi il sottosegretario Saglia di sollecitare il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ad inviare alla sua attenzione un documento integrativo contenente i dati richiesti nell'interrogazione.

PRESIDENTE. Seguono le interrogazioni 3-00506, 3-00540 e 3-00835 (già 4-01430).

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. In risposta all'atto ispettivo in oggetto, con il quale i tre interroganti stigmatizzano la riduzione da parte di Trenitalia della commessa per la ristrutturazione di carrozze di treni Intercity, rileva che tale commessa ha registrato, nel corso degli anni, degli scostamenti rilevanti in termini di costo e di tempi, oltre a standard qualitativi del prodotto inaccettabili. In aggiunta, con l'entrata in esercizio di un consistente numero di carrozze, si sono riscontrate gravissime carenze negli impianti di climatizzazione, oggetto peraltro di numerose interrogazioni parlamentari, con conseguenze immaginabili sulla clientela e sulla reputazione di Trenitalia. Pertanto, la sopravvenuta insostenibilità economica del progetto, unita alla scarsa qualità del prodotto fornito, ha indotto il consiglio di amministrazione di Trenitalia ad autorizzare il recesso dal contratto in essere e a dimezzare il numero delle carrozze da ristrutturare. Osserva come eventuali ricadute sul piano industriale e occupazionale di tale decisione esulino dalle competenze dirette del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, così come gli interventi sul materiale rotabile commissionati dall'impresa ferroviaria. Ricorda infine le misure adottate con il decreto legge n. 185 del 2008 per dare impulso allo sviluppo del trasporto ferroviario.

LATRONICO (PdL). Ringrazia e prende atto dei dati forniti dal Sottosegretario dei quali non era a conoscenza, in merito alle numerose irregolarità registratesi in fase di attuazione del contratto di appalto, ma il ridimensionamento degli investimenti di Trenitalia rischia di generare una grave crisi all'interno dell'impianto produttivo delle imprese facenti capo al consorzio assegnatario della commessa (tra cui la Ferrosud), sia a livello occupazionale, sia per il mancato ottemperamento agli impegni presi con i fornitori. Chiede quindi al Sottosegretario di sollecitare il Governo a monitorare con più attenzione il settore produttivo del materiale rotabile e la qualità dei prodotti, per prevenire in futuro crisi produttive di questa portata che, nel Mezzogiorno in particolare, hanno un impatto ancor più rilevante su un contesto economico già critico.

ANDRIA (PD). Pur apprezzando gli elementi circostanziati addotti dal Governo, si dichiara insoddisfatto della risposta perché non rispondente ai quesiti posti dai tre interroganti, dal momento che i ritardi o i difetti riscontrati non giustificano l'avvenuto dimezzamento della commessa iniziale. Infatti, il recesso dal contratto ha determinato una crisi generalizzata nel settore del materiale rotabile, con particolari riflessi sull'azienda mandataria (Ansaldobreda) del consorzio di imprese cui è stato aggiudicato l'appalto che, al contrario di quanto affermato dal Governo, ha finora dato prova di eccellenza e qualità. Chiede quindi ai Ministri interessati risposte più chiare intorno agli interventi che il Governo intende adottare per riconsiderare la decisione del ridimensionamento o per sostenere il settore produttivo del materiale rotabile che attraversa una drammatica crisi a livello occupazionale. Anche alla luce della tragedia di Viareggio, è necessario che il Governo ponga in essere un intervento complessivo di ammodernamento dei mezzi ferroviari più vetusti.

PICHETTO FRATIN (PdL). Soddisfa la risposta fornita dal sottosegretario Saglia, anche in merito alle modalità contrattuali, ma è criticabile il metodo di capitolato adottato da Trenitalia che ha consentito quasi il raddoppio dei costi di commessa. Occorre che in futuro l'impresa ferroviaria nazionale miri a salvaguardare la filiera industriale del materiale rotabile che sta attraversando una grave crisi, ma che in tanti anni ha dato prova di eccellenza ed è all'avanguardia in Europa. I meccanismi di rescissione dei contratti possono infatti generare gravi conseguenze nel settore sotto il profilo delle opportunità di sviluppo, non solo nei confronti di Trenitalia, ma anche rispetto alle eventuali commesse internazionali.

Per la risposta scritta ad un'interrogazione

PORETTI (PD). Sollecita la risposta scritta del ministro Sacconi all'interrogazione n. 550, pur essendo appena intervenuta in risposta concreta l'approvazione del disegno di legge sulla sicurezza che introduce una serie di misure a danno degli immigrati clandestini e lesive dei diritti umani. Infatti, l'atto ispettivo rendeva conto degli effetti devastanti connessi alla paura degli immigrati senza permesso di soggiorno di rivolgersi alle strutture sanitarie per il rischio di essere denunciati. Il disegno di legge appena approvato rischia di peggiorare la situazione attuale, dacché gli immigrati si troveranno costretti a ricorrere ad una sanità parallela gestita dalla criminalità organizzata, oppure a rinunciare alle cure ospedaliere, incorrendo in gravi malattie, con il rischio di diffondere pericolose epidemie nel Paese.

PRESIDENTE.Dà annunzio degli atti di indirizzo e di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e comunica l'ordine del giorno della seduta del 7 luglio 2009.

La seduta termina alle ore 13,44.

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente NANIA

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,33).

Si dia lettura del processo verbale.

BUTTI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del giorno presedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 9,36).

Senato, composizione

PRESIDENTE. Informo che la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha comunicato che, nella seduta del 1° luglio 2009, ha verificato non essere contestabili le seguenti elezioni e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, le ha dichiarate valide:

per la Regione Campania: Alfonso Andria, Teresa Armato, Raffaele Calabrò, Anna Maria Carloni, Franca Chiaromonte, Luigi Compagna, Barbara Contini, Gennaro Coronella, Diana De Feo, Sergio De Gregorio, Vincenzo De Luca, Aniello Di Nardo, Giuseppe Esposito, Vincenzo Fasano, Giuseppe Follini, Pasquale Giuliano, Maria Fortuna Incostante, Cosimo Izzo, Raffaele Lauro, Adriano Musi, Vincenzo Nespoli, Antonio Paravia, Francesco Pontone, Giacinto Russo, Carlo Sarro, Cosimo Sibilia, Silvio Emilio Sircana, Sergio Vetrella, Pasquale Viespoli e Riccardo Villari.

Do atto alla Giunta di questa sua comunicazione e dichiaro convalidate tali elezioni.

Seguito della discussione e approvazione del disegno di legge:

(733-B) Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 9,37)

Approvazione della questione di fiducia posta sull'articolo 3

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 733-B, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.

Ricordo che nella seduta pomeridiana di ieri si è conclusa la discussione congiunta e sono state approvate le prime due questioni di fiducia poste dal Governo sugli articoli 1 e 2.

Passiamo alla votazione dell'articolo 3, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.

Votazione nominale con appello

PRESIDENTE. Ricordo che ai sensi dell'articolo 94, secondo comma, della Costituzione, e ai sensi dell'articolo 161, comma 1, del Regolamento, la votazione sulla fiducia avrà luogo mediante votazione nominale con appello.

Indíco pertanto la votazione nominale con appello dell'articolo 3, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che ciascun senatore chiamato dal senatore Segretario dovrà esprimere il proprio voto passando innanzi al banco della Presidenza.

I senatori favorevoli alla fiducia risponderanno sì; i senatori contrari risponderanno no; i senatori che intendono astenersi risponderanno di conseguenza.

Avverto gli onorevoli colleghi che per la votazione saranno chiamati per primi i componenti della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.

Invito il senatore Segretario a procedere all'appello di tali senatori.

(I predetti senatori rispondono all'appello).

Estraggo a sorte il nome del senatore dal quale avrà inizio l'appello nominale.

(È estratto a sorte il nome del senatore D'Alia).

Invito il senatore Segretario a procedere all'appello, iniziando dal senatore D'Alia.

BUTTI, segretario, fa l'appello.

(Nel corso delle operazioni di voto assumono la Presidenza il vice presidente CHITI - ore 10,13 -, indi il vice presidente NANIA - ore 10,17 -).

Rispondonoi senatori:

Aderenti, Alberti Casellati, Alicata, Amato, Amoruso, Asciutti, Augello, Azzollini

Balboni, Baldassarri, Baldini, Barelli, Battaglia, Benedetti Valentini, Berselli, Bettamio, Bevilacqua, Bianconi, Bodega, Boldi, Bondi, Bonfrisco, Bornacin, Boscetto, Bricolo, Butti

Cagnin, Calabrò, Calderoli, Caliendo, Caligiuri, Camber, Cantoni, Carrara, Caruso, Casoli, Castelli, Castro, Centaro, Ciarrapico, Cicolani, Colli, Collino, Comincioli, Compagna, Conti, Contini, Coronella, Costa, Cursi, Cutrufo

D'Alì, D'Ambrosio Lettieri, Davico, De Angelis, De Eccher, De Feo, De Gregorio, De Lillo, Dell'Utri, Delogu, Di Girolamo Nicola, Di Stefano, Digilio, Dini, Divina

Esposito

Fasano, Fazzone, Ferrara, Firrarello, Fleres, Fluttero, Franco Paolo

Galioto, Gallo, Gamba, Garavaglia Massimo, Gasparri, Gentile, Germontani, Ghigo, Giovanardi, Giuliano, Grillo

Izzo

Latronico, Leoni, Licastro Scardino, Longo

Malan, Mantica, Maraventano, Massidda, Matteoli, Mauro, Mazzaracchio, Mazzatorta, Menardi, Messina, Montani, Monti, Morra, Mugnai, Mura, Musso

Nania, Nespoli, Nessa

Oliva, Orsi

Palma, Palmizio, Paravia, Pastore, Pera, Piccioni, Piccone, Pichetto Fratin, Pisanu, Piscitelli, Pistorio, Pittoni, Pontone, Possa

Quagliariello

Ramponi, Rizzi, Rizzotti

Saccomanno, Sacconi, Saia, Saltamartini, Sanciu, Santini, Saro, Sarro, Scarabosio, Scarpa Bonazza Buora, Sciascia, Serafini Giancarlo, Sibilia, Speziali, Stancanelli, Stiffoni

Tancredi, Tofani, Tomassini, Torri, Totaro

Vaccari, Valditara, Valentino, Vallardi, Valli, Vicari, Viceconte, Viespoli, Vizzini

Zanetta, Zanoletti.

Rispondono noi senatori:

Adamo, Adragna, Agostini, Amati, Andria, Antezza, Armato, Astore

Baio, Barbolini, Bassoli, Belisario, Bertuzzi, Bianchi, Bianco, Biondelli, Blazina, Bonino, Bosone, Bubbico, Bugnano

Cabras, Caforio, Carlino, Carloni, Carofiglio, Casson, Ceccanti, Ceruti, Chiaromonte, Chiti, Chiurazzi, Cosentino, Cuffaro

D'Alia, D'Ambrosio, De Luca, De Sena, De Toni, Del Vecchio, Della Monica, Di Giovan Paolo, Di Nardo, Donaggio, D'Ubaldo

Filippi Marco, Finocchiaro, Fioroni, Follini, Fontana, Fosson, Franco Vittoria

Galperti, Garavaglia Mariapia, Garraffa, Gasbarri, Ghedini, Giambrone, Giaretta, Gustavino

Ichino, Incostante

Lannutti, Latorre, Leddi, Legnini, Li Gotti, Livi Bacci, Lumia, Lusi

Magistrelli, Marcenaro, Marinaro, Marini, Marino Ignazio, Marino Mauro, Maritati, Mascitelli, Mazzuconi, Mercatali, Micheloni, Molinari, Mongiello, Morando, Morri, Musi

Negri, Nerozzi

Papania, Pardi, Passoni, Pedica, Pegorer, Perduca, Pertoldi, Peterlini, Pignedoli, Pinotti, Poretti, Procacci

Ranucci, Roilo, Rossi Nicola, Rossi Paolo, Rusconi, Russo, Rutelli

Sangalli, Sanna, Scanu, Serafini Anna, Serra, Sircana, Soliani, Stradiotto

Tomaselli, Tonini, Treu

Veronesi, Vimercati, Vita, Vitali

Zanda, Zavoli.

Si astengono i senatori:

Pinzger, Poli Bortone.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione e invito i senatori Segretari a procedere al computo dei voti.

(I senatori Segretari procedono al computo dei voti).

Proclamo il risultato della votazione nominale con appello dell'articolo 3, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia:

Senatori presenti

287

Senatori votanti

287

Maggioranza

144

Favorevoli

161

Contrari

124

Astenuti

2

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Restano pertanto preclusi tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno presentati all'articolo 3 del disegno di legge.

Onorevoli colleghi, per accordi intervenuti tra i Gruppi parlamentari, le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta su RAI Due, avranno inizio alle ore 11,45.

Sospendo pertanto la seduta fino a tale ora.

(La seduta, sospesa alle ore 10,31, è ripresa alle ore 11,46).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 733-B (ore 11,46)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, colleghi senatori, noi voteremo contro il provvedimento in esame, e il nostro è un no convinto, sia per il metodo che avete seguito che per il merito della legge. Avete posto la fiducia prima alla Camera e poi al Senato perché preferite, al confronto parlamentare con le opposizioni, la subalternità politica e culturale alla Lega Nord. È proprio vero, dopo le elezioni europee i vostri alleati padani vi fanno sentire sempre più il loro fiato sul collo e dettano l'agenda politica e parlamentare di questo Governo.

Avete messo la fiducia non per convenienza ma per paura, la paura di essere di nuovo bocciati a scrutinio segreto da quanti nella maggioranza non condividono alcune norme odiose ed inutili contenute in questo provvedimento. Avete avuto paura del bis al Senato dove, in prima lettura, siete andati in minoranza su alcune disposizioni in materia di immigrazione, e avete avuto paura della reazione della Lega.

Come si può, allora, votare un provvedimento che dovrebbe servire a migliorare la sicurezza degli italiani e che, viceversa, è frutto di un mero calcolo politico? Un provvedimento espressione di suggestioni, anche stravaganti, che obbediscono alle esigenze della propaganda politica piuttosto che alla reale necessità di sicurezza degli italiani.

Noi abbiamo sempre tentato di fare proposte di buon senso per migliorare questa legge. Alcune - poche per la verità - accolte; tante, troppe bocciate per principio, per convenienza e non per convinzione.

Nell'arco di un anno questo è il terzo provvedimento che adottate sulla sicurezza: due decreti-legge e questo disegno di legge. Se sulla stessa materia intervenite tre volte in appena dodici mesi significa che la vostra strategia non funziona e che ci sono problemi; significa che avete necessità di alzare sempre di più il livello della propaganda con trovate singolari ed inquietanti come le ronde, il permesso di soggiorno a punti e la cancellazione anagrafica dei bambini stranieri figli di irregolari per coprire la totale inefficacia della vostra azione di Governo.

Di questo passo dove arriveremo? Continuate a spendere i soldi dei contribuenti per utilizzare l'Esercito sulle strade. I militari che, per carità, fa piacere vedere passeggiare nei centri storici, costano di più e possono fare meno, molto meno dei poliziotti e dei carabinieri perché da soli non possono né fermare né arrestare nessuno. Perché non utilizzate le stesse risorse per garantire l'ordinario turnover delle forze di polizia? Forse perché il vostro ministro della difesa, come ha dichiarato in una delle sue ultime oltre che innumerevoli interviste ed esternazioni, il gerarca La Russa, si è convinto che anche lui ha delle competenze da esercitare sulla sicurezza interna del Paese?

Avete imposto le ronde, questa inutile quanto pericolosa scorciatoia che apre la strada alla giustizia "fai da te" e alla costituzione di associazioni con finalità politiche, mediante organizzazioni di carattere militare, espressamente vietate dall'articolo 18 della Costituzione. Sì, colleghi, perché cos'è la Guardia nazionale italiana fascista, con tanto di aquila imperiale sul basco, appena nata e già ribattezzata "ronda nera"? E cosa sono le ronde padane se non associazioni politiche che, in forza di questa legge, esercitano funzioni di pubblica sicurezza e quindi militari? È questa la sicurezza sussidiaria alla quale pensate? Qual é il salto di qualità di questo Governo? Essere passati dalle camice nere alle camice verdi? (Applausi del senatore Astore).

Voi state smantellando lo Stato di diritto prevista dalla nostra Carta costituzionale. L'ordine e la sicurezza sono infatti patrimonio esclusivo dei cittadini, di tutti i cittadini attraverso lo Stato e voi, sottraendo competenze allo Stato, le date ai partiti, inaugurando una nuova e pericolosa stagione della giustizia politica italiana. Essa, per definizione, è priva di garanzie e di regole proprio perché si affida alle scelte di una parte contro l'altra. Ed avete la presunzione di definirvi garantisti! Più che garantisti siete solo garanti della vostra parte politica a scapito dell'interesse generale del Paese.

Le associazioni di volontariato che collaborano con gli enti locali e in particolare con le polizie municipali esistono già, funzionano da tantissimi anni e non hanno bisogno di questa legge. Questa legge serve solo ad autorizzare le ronde politiche per garantire alla Lega e ai pochi, fortunatamente pochi, estremisti del Popolo della Libertà il controllo del territorio. Tutto ciò aggravando i costi per i cittadini, che pagano due volte lo stesso servizio: la prima volta pagano le tasse allo Stato per avere la sicurezza; la seconda volta pagano le tasse ai sindaci per rimborsare le spese di funzionamento delle ronde. Ecco il primo grande esempio di federalismo fiscale. Speriamo che non finisca come a Padova, dove la polizia è stata costretta a scortare le ronde.

Cosa dire del reato di clandestinità, una norma inutile e dannosa? È inutile perché la sanzione prevista è l'ammenda da 5.000 a 10.000 euro e mi chiedo quale disgraziato che fugge dalla fame e dalla carestia, quale delinquente che viene a commettere reati in Italia si farà intimidire da un'ammenda. In realtà, questo reato non serve a nulla e le norme esistenti sulle espulsioni, sempre perfettibili, sarebbero sufficienti se esistessero il personale e le risorse adeguate, che non ci sono e che non mettete. L'inefficienza dell'amministrazione non si affronta con nuove norme che, oltre ad essere eccessivamente discriminatorie, produrranno il solo effetto di intasare gli uffici del giudice di pace e di assorbire le forze residue dell'amministrazione della giustizia e degli interni in defatiganti attività, poco funzionali alla prevenzione ed alla repressione dei reati; inoltre, tutto ciò per tentare di fare qualche espulsione in più con le poche risorse messe a disposizione.

Tuttavia, l'effetto devastante di questa norma è stato profondamente sottovalutato. Essa obbligherà infatti tutti i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio a denunciare i clandestini. La conseguenza è che gli irregolari scompariranno d'incanto dalle statistiche, dai registri anagrafici dei Comuni, dagli ospedali, dalle scuole, dalle case e, soprattutto, dal controllo delle Forze di polizia; non scompariranno dal Paese ed alimenteranno il circuito della illegalità e della malavita. La vostra è la classica operazione di chi nasconde la polvere sotto il tappeto, ma le conseguenze di questa scelta sono drammatiche per la sicurezza degli italiani, per la reale integrazione degli extracomunitari, per i diritti della persona umana e (cosa della quale dovreste vergognarvi) per i bambini extracomunitari. Siete così accecati dal furore ideologico che ve la prendete pure con i bambini di stranieri irregolari che sono venuti o sono nati in Italia; li perseguitate, condannandoli all'apolidia, all'emarginazione e alla segregazione. Con le norme sulla clandestinità e sulle iscrizioni anagrafiche fate proprio questo ed è per carità cristiana, cari colleghi, che non parlo del registro dei mendicanti e dei senzatetto, perché non voglio infierire sulle nostre coscienze.

Questo provvedimento contiene inoltre delle chicche interessanti sul permesso di soggiorno a punti e sui test per i soggiornanti di lungo periodo. Avete trasformato la temporanea presenza per lavoro sul territorio in una lotteria e scambiate l'integrazione con il rispetto delle regole. Chi viene in Italia a lavorare ha il dovere di rispettare le nostre leggi; chi vuole diventare cittadino italiano, invece, non solo deve rispettare le nostre leggi, ma si deve integrare, accettando la nostra cultura, il nostro ordinamento e la nostra Costituzione. Invece, avete fatto una grande confusione: con questo provvedimento obbligate gli stranieri che vengono in Italia solo per lavorare e per periodi di tempo limitati a integrarsi, mentre gli stranieri che stanno per dieci anni nel nostro Paese e che vogliono diventare cittadini italiani non devono fare proprio nulla, non hanno bisogno di conoscere la lingua italiana, non devono conoscere e rispettare la nostra Costituzione, le nostre leggi e i nostri valori. Tutto il contrario di ciò che dovrebbe essere fatto.

Questo provvedimento, signor Presidente, crea infatti solo confusione in questioni importanti per il futuro del Paese ed anche le cose buone che vi sono contenute e che noi abbiamo votato (le nuove fattispecie di reato: l'inasprimento di pena e il carcere duro per i mafiosi, l'esclusione dagli appalti per le imprese che non denunciano il racket, il sistema più efficiente per sequestri e confische, le nuove norme sullo scioglimento degli enti locali per mafia e i maggiori poteri al procuratore nazionale antimafia), rischiano di essere vanificate dalla riduzione sostanziale del personale del comparto sicurezza e, quindi, dall'eccessivo di giro di vite sulle intercettazioni che vi accingete a fare, mettendo la fiducia anche su quel provvedimento che pregiudica seriamente il contrasto, non solo alla criminalità organizzata, ma anche a quella criminalità quotidiana fatta di piccoli e grandi reati odiosi che colpiscono i ceti più deboli. Con una mano infatti introducete norme più severe e con l'altra togliete alle Forze di polizia e alla magistratura gli strumenti per reprimere i reati, anche e soprattutto quelli che voi stessi dite debbano essere perseguiti per primi.

Avete generato una grande illusione, utile forse per il breve periodo, ma dannosa per il futuro. Noi non possiamo e non dobbiamo assecondarvi; per questo diciamo no a questo provvedimento e a questo Governo. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Aut, PD e IdV).

BELISARIO (IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BELISARIO (IdV). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, vorrei rilevare - e spero che gli italiani lo facciano con l'Italia dei Valori - che il Presidente del Consiglio chiede fiducia per il suo Esecutivo, ma si guarda bene dall'essere presente in Aula perché è evidentemente in tutt'altre faccende affaccendato. (Applausi dai Gruppi IdV e PD). Egli stesso prova vergogna, con una maggioranza tanto ampia, a chiedere un'altra fiducia. Evidentemente è una maggioranza che non è così coesa e solida come ci volete far credere, ma è corrosa dagli scandali che hanno investito il Premier, dal fallimento delle politiche economiche che hanno aggravato la crisi delle famiglie, dalle leggi ad personam approvate, come il lodo Alfano, ritornato al disonore della cronaca a causa di una cena galeotta, complici il solito Presidente del Consiglio, il Ministro della giustizia e i loro giudici costituzionali, che dovrebbero imparzialmente delibarne la costituzionalità. (Applausi dal Gruppo IdV e della senatrice Biondelli. Commenti del senatore Longo). Fa male sentirsi dire la verità ma la dirò ancora, fino in fondo. (Commenti e proteste dal Gruppo PdL)

Inoltre, ci sono le leggi che la maggioranza intende approvare, come quella sul rientro dei capitali illecitamente esportati all'estero, un vero e proprio lavaggio del denaro sporco nascosto sotto il nome di scudo fiscale, come la Robin tax per capirci; ovvero la legge sulle intercettazioni che impedirà le indagini per scoprire i reati, anche quello di immigrazione clandestina e del suo sfruttamento, mettendo il bavaglio alla stampa.

È un disegno di legge sulla insicurezza pubblica, per diverse grandi, enormi, insormontabili ragioni. L'Italia dei Valori aveva dato la propria disponibilità a contribuire al miglioramento del testo, con proposte emendative e ragionando con i rappresentanti delle istituzioni, come il Procuratore nazionale antimafia e il Governatore della Banca d'Italia, in materia di appalti e di riciclaggio. La sicurezza dei cittadini, colleghi della maggioranza, non è di destra e non è di sinistra: è un bene prezioso che dobbiamo salvaguardare, non per mero tornaconto elettorale. (Applausi dal Gruppo IdV).

Voi avete seguito una strada diversa poiché l'unica sicurezza che vi interessa è quella e soltanto quella che riguarda il Presidente del Consiglio. Avete pensato bene di introdurre, fra le prime previste nel famoso pacchetto sicurezza, una norma che avrebbe bloccato tutti i processi per bloccarne uno solo, il cosiddetto processo Mills. Tale norma ha fatto una prima comparsa per poi essere trasferita nell'aborto giuridico chiamato lodo Alfano. Poi avete aggiunto in questo provvedimento una pletora di norme manifesto, una sorta di grida manzoniana. Che dire dei medici spia e del problema sollevato dalle associazioni umanitarie a proposito dei bambini invisibili, come ricordava il collega capogruppo D'Alia? Il Governo nega però alle forze dell'ordine e alla magistratura le risorse umane, strumentali e finanziarie con cui applicare le norme, individuare i colpevoli, portarli a processo, condannarli e assicurare l'effettività della pena. Questa sarebbe sicurezza a 360 gradi, non gli spot elettorali accompagnati dalla riduzione degli stanziamenti per le Forze dell'ordine; state quindi per approvare una norma di fatto inutile. Parlo di insicurezza pubblica, perché mentre si aggravano le pene per alcuni reati lo stesso Governo pone la fiducia alla Camera, e lo farà anche al Senato, sulle nuove norme in materia di intercettazioni telefoniche, norme che impediranno di indagare e di individuare i colpevoli.

Ma mi rivolgo ai colleghi della Lega: ai vostri elettori lo avete detto? Nei vostri sempre più affollati comizi lo dite o non lo dite che voterete un provvedimento sulle intercettazioni telefoniche che indebolirà l'efficacia dell'azione degli organi inquirenti contro le peggiori forme di criminalità, compresa quella organizzata? Lo dite o non lo dite che state per varare una riforma della giustizia penale che anziché rendere più celeri i tempi dei processi ha sempre il solito obiettivo, e cioè salvare il Presidente del Consiglio dai suoi processi e, comunque, indebolire fortemente la pubblica accusa?

E vengo al terzo motivo di insicurezza, perché il merito del provvedimento è contraddittorio. L'aver introdotto il reato di soggiorno illegale comporta automaticamente la messa fuori legge di centinaia di migliaia di persone, subito, ora. L'abnorme e irragionevole configurazione del reato è destinata a produrre una devastante azione. Altro che controllo ed efficienza del sistema sicurezza! Mettere fuori legge centinaia di migliaia di persone, renderli soggetti a sanzioni di qualunque natura li costringerà a finire nelle mani di quella malavita che li ha sfruttati e che voi, soltanto con questa norma manifesto, intendereste colpire. È una logica perversa, per cui noi riteniamo che questo provvedimento non sia di alcuna utilità.

Presidenza del presidente SCHIFANI (ore 12,04)

(Segue BELISARIO). Una quarta ragione è dimostrata dalla formale abdicazione dello Stato rispetto al compito del presidio del territorio. Voi appaltate questa fondamentale funzione statale, solo e soltanto statale, a non si sa chi, né con quali poteri e con quali compiti. L'effetto di una norma del genere, come lamentato non dall'Italia dei Valori ma da tutti, dico tutti i sindacati delle Forze dell'ordine, sarà esclusivamente quello di impegnare il tempo e gli uomini della Polizia e della magistratura a dirimere e gestire le controversie generate dagli interventi dei cosiddetti volontari, in qualche caso - come dimostrano le cronache dei giorni passati - fanatici ed associazioni di fanatici che certamente non hanno alcuna competenza ed addestramento in merito. Assisteremo, quindi, ad un proliferare di rondisti in cerca di padroni politici, quando non addirittura della protezione della criminalità, o con la criminalità alle spalle per accedere ai fondi previsti.

Per questo concludo ricordando non le parole di estremisti rivoluzionari, ma di associazioni cattoliche, dalle ACLI alla Caritas, dal Centro Astalli alla comunità di Sant'Egidio, dalla Fondazione Migrantes a Famiglia cristiana ed Avvenire, che ci ricordano che la sicurezza dei cittadini, delle loro famiglie, dello Stato è un bene prezioso che va perseguito con responsabilità e gestito con misura, ma senza sacrificare i diritti umani e la sacrosanta solidarietà. (Applausi dal Gruppo IdV).

Per questo, signor Presidente, colleghi e rappresentanti del Governo, diciamo no con forza, con tutta la forza che abbiamo nel Paese, con quella sempre maggiore che avremo e con quella che abbiamo in Parlamento. Diciamo no a questo provvedimento, no alla insicurezza per i cittadini presentata nelle forme più subdole e ripugnanti e colorata da qualche spennellata xenofoba, da fanatismo ed estremismo ma senza alcuna efficacia reale. Si dimostra, ancora una volta - e questo provvedimento ne è la cartina di tornasole - che a voi interessa salvaguardare solo e soltanto una sicurezza: quella del signor Berlusconi. La vera emergenza sicurezza, signor Presidente e colleghi, è l'emergenza sicurezza del signor Presidente del Consiglio. (Applausi dal Gruppo IdV e della senatrice Biondelli. Congratulazioni).

BRICOLO (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRICOLO (LNP). Signor Presidente, ministro Maroni, ministro Calderoli, ministro Zaia, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, con il voto di oggi su questo provvedimento, dopo aver già approvato diversi decreti-legge e ratificato accordi internazionali, completiamo il pacchetto sicurezza, voluto dal ministro Maroni e dal Governo, per rispondere alle tante e giuste richieste dei cittadini in materia di contrasto alla criminalità e all'immigrazione clandestina. In solo un anno di Governo abbiamo così mantenuto fede alle promesse fatte in campagna elettorale. In molti non lo credevano possibile, anche e soprattutto per la situazione drammatica ereditata dal Governo Prodi. È giusto ricordarlo: reati in continuo aumento, criminalità diffusa (dovuta anche all'approvazione dell'indulto), campi nomadi abusivi in ogni città, sbarchi continui di clandestini sulle nostre coste.

È una riforma, quella che abbiamo realizzato, di grande responsabilità. Ci siamo arrivati dopo aver attraversato un percorso difficile, pieno di insidie, con la stampa spesso contro, con le opposizioni sempre pronte a dire no e a contestare tutto, ma con la gente e con il popolo sempre dalla nostra parte. (Applausi dal Gruppo LNP).

Questa è stata, ed è, la nostra forza. Grazie a questa forza abbiamo dato il via ad una vera e propria rivoluzione politica e culturale in materia di immigrazione. Si cambia completamente rotta rispetto al passato, si abbandona per sempre il buonismo di Stato voluto dal centrosinistra, che tanti danni ha fatto a questo Paese, per portare avanti una linea di serietà e di rigore. Alla base di questi interventi legislativi c'è un concetto molto chiaro: chi entra a casa nostra lo deve fare dalla porta principale, nel rispetto della legge e, finché non ottiene la cittadinanza, rimane un ospite. (Applausi dal Gruppo LNP e del senatore Tomassini). Gli ospiti vanno rispettati, ma altrettanto si deve pretendere da loro. D'ora in poi, non ci sarà più posto in questo Paese per gli immigrati che non si vogliono integrare, che infrangono le nostre leggi e che vivono di criminalità, come non saranno benvenuti coloro che non rispettano la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni. (Applausi dal Gruppo LNP). Integrazione non vuol dire rinunciare alla propria identità e alle proprie radici, come vorrebbe il centrosinistra. Integrazione, per quanto ci riguarda, vuol dire che chi viene a casa nostra (perché questa è casa nostra) deve rispettare le nostre leggi e si deve adeguare al nostro modo di vivere. Questa è l'integrazione che intendiamo noi.

Abbiamo introdotto, dunque, il reato d'immigrazione clandestina. In questo modo sarà più facile e veloce espellere i tanti e troppi clandestini, che vivono non solo nell'illegalità ma anche di criminalità, di spaccio di droga, di sfruttamento della prostituzione e che si sono specializzati nei furti negli appartamenti e nelle rapine. Questa gente nelle nostre città noi non la vogliamo! (Applausi dal Gruppo LNP). Allo stesso tempo abbiamo voluto regolare la presenza degli extracomunitari che hanno un permesso di soggiorno, introducendo, con un emendamento della Lega, il permesso di soggiorno a punti. Lo straniero avrà dei crediti; se non rispetta le leggi li perderà e quando questi saranno azzerati gli verrà ritirato il permesso di soggiorno e sarà espulso. Questa norma servirà per colpire quelli che non vogliono integrarsi a tutto vantaggio di quelli che, invece, si comportano onestamente.

Sempre grazie a un emendamento della Lega è stata introdotta la tassa per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno. Al Nord, in Padania, ma anche nel resto del Paese, la gente è stanca di pagare tasse, di pagare bolli, di pagare ticket e vedere che per gli extracomunitari è sempre tutto gratis e tutto dovuto. (Applausi dal Gruppo LNP e del senatore Valentino). I costi dell'immigrazione devono essere anche a loro carico. Ora, finalmente, pagheranno anche loro. A questo proposito, voglio complimentarmi con i nostri sindaci, che stanno modificando le norme per le graduatorie dei servizi pubblici, assegnando ai residenti da più anni un punteggio supplementare.

Gli extracomunitari sono sempre i primi nelle assegnazioni degli alloggi popolari e dei posti negli asili comunali. Questo, per quanto ci riguarda, è inaccettabile e, grazie ai nostri sindaci, anche questo finalmente finirà. (Applausi dal Gruppo LNP e della senatrice Rizzotti).

Cari colleghi, noi della Lega su questi temi le idee le abbiamo molto chiare e non abbiamo paura a dirlo. Stiamo vivendo una crisi economica senza precedenti, che ha messo in ginocchio molte imprese e tante famiglie che vivono in questo Paese. La priorità, per quanto ci riguarda, deve essere quella dunque di aiutare prima la nostra gente, prima i nostri anziani, prima i nostri lavoratori (Applausi dal Gruppo LNP). E, se vi saranno risorse sufficienti, gli ultimi arrivati. Ed in questo momento, meno stranieri arrivano in cerca di un posto di lavoro meglio è. Far entrare nuovi extracomunitari vuol dire solo creare nuove sacche di disagio e nuovi disoccupati. Lo voglio dire chiaramente sia ai rappresentanti di Confindustria che ai sindacati della Triplice: il nostro Paese non ha bisogno di nuova forza-lavoro straniera. (Applausi dal Gruppo LNP e dei senatori De Eccher e Rizzotti). Ci sono migliaia e migliaia di nostri giovani che stanno bussando alle porte delle nostre imprese e che si sentono dire di no. Prima dobbiamo pensare ai nostri giovani ed ai nostri lavoratori; poi, come dicevo prima, agli ultimi arrivati. Questa è la realtà che evidentemente voi di sinistra, che chiedete continuamente nuovi arrivi, non riuscite a vedere.

Nel frattempo dobbiamo dire grazie al ministro Maroni per il blocco dei flussi di clandestini in arrivo sulle nostre coste. Questa era l'impresa più difficile. Negli ultimi 10 anni tutti i Governi che si sono succeduti alla guida del Paese ci hanno provato.

ASTORE (IdV). E poi fanno i cattolici!

BRICOLO (LNP). Tutti hanno fallito. Solo il ministro Maroni c'è riuscito. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo). Un risultato storico ottenuto grazie anche agli accordi con la Libia e attraverso un lavoro collegiale - è giusto ricordarlo - di tutto il Governo. I respingimenti tanto contestati dal centrosinistra funzionano e nel centro di Lampedusa, che era sempre strapieno, da mesi non c'è più nemmeno un clandestino. Cari colleghi, sulla linea che stiamo tenendo, noi della Lega ma anche i colleghi della maggioranza, non dobbiamo giustificazioni a nessuno. La nostra è l'unica strada percorribile per gestire il flusso migratorio in arrivo nel nostro Paese e non subire invasioni incontrollate. È giusto però rispondere alle critiche, seppur strumentali che ci vengono fatte. Chi ci accusa di razzismo si ricordi che le nuove norme che abbiamo introdotto sono già in vigore nella stragrande maggioranza dei Paesi europei, a cominciare dalla Spagna socialista di Zapatero, che negli ultimi mesi, grazie ai respingimenti - gli stessi che sta portando avanti il ministro Maroni - ha impedito a migliaia di clandestini di sbarcare sulle sue coste. Per non dire poi del reato di immigrazione clandestina, già introdotto da anni in Francia, in Germania ed in Gran Bretagna.

I partiti di centrosinistra da questo punto di vista dovrebbero solo tacere anche perché, grazie alla Lega, il loro obiettivo di far entrare tutti per poi regolarizzarli, dare loro un posto di lavoro ed il diritto di voto per cercare di diventare maggioranza politica in questo Paese, è definitivamente fallito grazie alla Lega ed a queste leggi che stiamo portando avanti. (Applausi dal Gruppo LNP). Questo era il loro progetto ed è per questo che da questo punto di vista si sono schierati apertamente dalla parte dei clandestini e contro i cittadini. Lo dimostrano ogni volta che intervengono su questi temi. Noi invece continueremo a stare dalla parte dei cittadini. (Commenti dai Gruppi PD e IdV). Mi rivolgo agli alleati del PdL: questa è la strada da percorrere; alla gente non interessano le polemiche che fanno solo perdere consensi!

Il Partito Democratico ha impostato l'ultima campagna elettorale - lasciatemelo dire, la più vergognosa nella storia di questa Repubblica - solo sulle calunnie, sugli attacchi al Premier, senza mai avanzare una proposta, ma solo offese (Applausi dai Gruppi LNP e PdL). Risultato: hanno perso quattro milioni di voti. Avete perso non uno, ma quattro milioni di voti con queste vostre polemiche. La gente vi ha girato le spalle! (Commenti dal Grupppo PD).

Noi invece il consenso lo abbiamo aumentato, sicuramente anche per la coerenza e la determinazione con cui portiamo avanti le nostre battaglie, prima fra tutte quella per la sicurezza, questione che tutti i cittadini, a prescindere dall'appartenenza politica, sentono come prioritaria e sui cui si aspettano risposte da chi li rappresenta in Parlamento. Aspettano risposte concrete, risposte che noi, soprattutto grazie alla tenacia ed alla visione politica del nostro segretario federale Umberto Bossi, abbiamo sempre dato, stiamo dando e continueremo a dare nell'interesse del Paese e della gente che vive sul nostro territorio. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL e dai banchi del Governo. Molte congratulazioni).

FINOCCHIARO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FINOCCHIARO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, veniamo da tre voti di fiducia richiesti per mancanza di fiducia; è una constatazione che hanno fatto anche altri colleghi, ma, insomma, occorre capire. Mi chiedo quanto avrebbe potuto reggere con il voto segreto - perché molte di quelle disposizioni avrebbero richiesto il voto segreto - una maggioranza che ha in sé persone che hanno la dignità culturale e politica, oltre che personale, di testimoniare un altro modo di guardare i problemi dell'immigrazione. Non voglio mettere nei guai il presidente Pisanu (ho valutato molto positivamente la sua relazione e i suoi interventi sul punto), ma certo siamo in una situazione nella quale tutte le Chiese italiane, tutte le organizzazioni umanitarie internazionali, tutti i sindacati di polizia, di qualunque orientamento politico, e tutti i tecnici del settore affermano che questo provvedimento, sotto il profilo dell'efficacia del controllo dell'immigrazione clandestina, dell'assicurazione e della tutela dei beni delle persone e dell'integrità personale dei cittadini, cioè sotto il profilo della sicurezza, non funziona ed è dannoso.

Questo provvedimento, a mio avviso, ha la forza di costituire un esempio mirabile di significante senza significato e mi spiego meglio. Mi riferisco alla teoria sostenuta da Baudrillard del simulacro, visto, appunto, come un significante che però non ha un significato reale. L'esempio classico è l'immagine di Marilyn Monroe, il cui volto compare pervasivamente nell'orizzonte dei mass media senza che tutti i consumatori dei media abbiamo necessariamente visto un solo film dell'attrice o ne abbiamo conosciuto la storia personale. Faccio questo esempio, ma potrei fare altri esempi di icone pop. Cioè, Marilyn Monroe è di fatto svincolata da qualsiasi referente; in ultima analisi, significa solo la propria immagine. A partire da questa teoria dei simulacri, lo studioso ha poi elaborato una sua teoria della società postmoderna, vista come società dei simulacri o società simulazionale.

Ecco, voi proponete all'Italia un simulacro di provvedimento sulla sicurezza, con alcune norme che significano sotto il profilo dell'immagine ma sono senza significato, direi senza senso. Che significa che una norma in un ordinamento democratico è senza senso? Significa due cose: innanzi tutto che è senza senso nell'accezione più immediata, cioè che non ha efficacia (e di questo parleremo); in secondo luogo (significato che sfugge a quest'Aula, proprio a quest'Aula, che ne dovrebbe invece essere la custode più gelosa), una norma ha senso in un ordinamento democratico se è coerente con il sistema. Cioè, nel nostro sistema, se è coerente innanzi tutto con la Carta costituzionale, quindi con quel corredo di valori e di elementi del patto che tengono insieme una comunità e che vengono da essa ritenuti come indispensabile requisito di qualunque norma che abbia un senso.

Voi invece introducete queste norme. Mi soffermo soltanto su quelle che sono state oggetto dei voti di fiducia, perché il resto del provvedimento è in terza lettura; mi piacerebbe che anche il presidente Gasparri si intrattenesse su queste quattro norme, che sono quelle che motivano il nostro no. In primo luogo, vi è l'introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale, con la conseguenza di chiamata in correità di quelle famiglie nelle quali migliaia e migliaia di badanti, di colf, di baby sitter assicurano che ci siano bambini curati ed anziani assistiti nelle loro esigenze, che ci sia una regolarità e una serenità di vita in quelle famiglie e anche una custodia dei beni e degli averi, senza le quali tali famiglie si troverebbero in gravissima difficoltà.

Vi è poi la norma sulla permanenza nei CIE, fissata in sei mesi, nonché la negazione dell'accesso ai servizi pubblici (acqua, gas, luce) e anche allo stato civile per migliaia e migliaia di cittadini, con l'impossibilità di denunciare la nascita di un figlio per gli immigrati irregolari sul nostro territorio, l'impossibilità di denunciare la morte di un congiunto, la negazione del diritto al matrimonio. Ciò mentre permane nel nostro ordinamento, sempre ad opera di questo Governo, il divieto dell'obbligo di non denunciare chi si rivolge a un servizio sanitario o chi, da genitore irregolarmente residente sul territorio, intende iscrivere un bambino a scuola.

In ultimo, la norma sulle ronde. Vi sappiamo non particolarmente sensibili - uso un eufemismo - ai diritti umani (in sede internazionale lo siete, ma a casa si verifica uno sdoppiamento di personalità), né particolarmente sensibili ai princìpi e ai valori costituzionali. Ma l'aspetto che mi colpisce e che mi impressiona è che voi (l'ha detto anche qualcun altro e voglio approfondire il punto) vi siete fatti un film (non è un'espressione da usare in un intervento in Aula), vi siete immaginati di poter rendere impossibile la vita a delle persone. Queste norme, di fatto, rendono assolutamente impossibile avere un alloggio in cui, aprendo il rubinetto, esce l'acqua, in cui poter accendere la luce per leggere fino a tarda sera o attendere alle mille occupazioni quotidiane, così come rendono impossibile andare in un ospedale a partorire o denunciare la nascita di un figlio o seppellire un congiunto. Tuttavia, queste persone sono comunque vive, e vivono fra di noi. Voi potete anche pensare di cancellarle, potete anche costringerle a vivere nascoste. Ne parlava ieri Emma Bonino e si riferiva a una prigionia che è tale ma dignitosa, perché trascorsa dentro le nostre case, per le badanti, per le colf, per le babysitter. Ma ci può anche essere anche un'altra prigionia: quella di chi vive nei cunicoli delle fogne e dentro i tombini. Non sto parlando di fatti inventati, ma di episodi riportati dai nostri giornali e che dovrebbero essere la nostra vergogna! (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi). La nostra vergogna!

Voi volete non vederli pensando che ci possa essere un'illusione collettiva dei cittadini di quelle città del Nord di cui parlava il presidente Bricolo, che improvvisamente non vedono più queste persone: mentre nella favola dei vestiti nuovi dell'imperatore tutti vedono il vestito che non c'è, questi invece sono gli immigrati che nessuno vede più. Ma essi vivono qui, sono persone, e magari li state costringendo a consegnarsi alle organizzazioni criminali, state rischiando di creare un conflitto sociale che altrimenti potrebbe evitarsi. Saremo un Paese degli invisibili, poiché in Italia diventeranno, secondo la Commissione europea e secondo l'ISTAT, 12 milioni in più nel 2060. Dall'altra parte, la sicurezza viene affidata alle ronde e ai militari. Parliamo allora di cose serie.

Lo abbiamo detto troppe volte, ma le parole non si consumano quando hanno senso: questo Governo ha tagliato 263,5 milioni di euro per le spese della Polizia di Stato; 1,40 miliardi di euro per il triennio 2009-2011; 3,42 miliardi per lo stesso triennio a tutte le voci che riguardano la sicurezza del Paese, ossia soccorso pubblico, difesa ed immigrazione. Questo Governo prosciuga i ruoli delle forze dell'ordine perché non rimpiazza chi va in pensione. Per impiegare 3.000 militari una tantum sono stati stanziati 31 milioni l'anno. Quei soldi basterebbero ad assumere 1.000 poliziotti. (Applausi dal Gruppo PD). Lo dica ai cittadini della Padania, presidente Bricolo! Questo Governo dispone di 586 milioni di euro, peraltro stanziati dalla finanziaria 2008 del Governo Prodi, per il rinnovo contrattuale di 430.000 operatori delle Forze armate e della Polizia. Questa cifra basterà soltanto a coprire l'inflazione programmata per il 2009. Il 2008 è stato coperto con l'indennità di vacanza contrattuale: in altre parole, i lavoratori hanno perso un anno di aumenti che gli spettavano. Questo Governo ha tagliato sulle indennità di ordine pubblico e di missione, ma ciò non significa che ci saranno meno indagini, meno controllo e meno missioni; significa lavorare duro senza retribuzione. Gli organici calano, si impone più straordinario, ma anche quello non arriva.

È incredibile - ci dica il ministro Maroni che non è così - sapere che il lavoro esterno, su strada, di un poliziotto, di una persona formata per lavorare per la sicurezza dei cittadini, valga 6 euro lordi, mentre quella di un militare ne vale 26.

MARONI, ministro dell'interno. Non è così, non è così!

FINOCCHIARO (PD). Sull'utilità della presenza su strada di un poliziotto piuttosto che di un militare mi pare che non ci sia bisogno di spendere altre parole. (Applausi dal Gruppo PD).

Allora, noi vi diciamo: piuttosto che una popolazione di invisibili, che ne direste di un lavoro serio di regolarizzazione? Il presidente Bricolo ha dovuto rivolgersi a Confindustria con parole sprezzanti, dicendo che non c'è bisogno di manodopera immigrata in questo Paese. Invece ce n'è bisogno! E un'opera di regolarizzazione sarebbe di grande aiuto, non soltanto per le famiglie che rischiano di andare davanti al giudice di pace con l'accusa di correità che grava sui singoli appartenenti, ma anche per molte imprese del Nord del Paese e per le tante imprese agricole del Sud del Paese! Si potrebbe proseguire sulla strada delle intese con i Paesi di provenienza, senza però avvalersi di accordi come quello tra Italia e Libia per i rimpatri illegittimi in violazione del diritto d'asilo, com'è accaduto recentemente e come recentemente ho ritenuto di dover ricordare al ministro Maroni.

Anche qui, presidente Bricolo, non state scoprendo l'acqua calda. Nel 1991 arrivarono tutte insieme dall'Albania 15.000 persone, nell'agosto ne arrivarono molte di più e fu poi quel Governo a fare l'accordo con l'Albania. Rispettando e adoperando legittimamente quello strumento, certamente l'immigrazione clandestina può essere risolta. Certamente ci vorrebbero investimenti in aiuto allo sviluppo e all'informazione. Basterebbe dire in Italia le stesse cose che diciamo quando ragioniamo del Patto europeo per l'immigrazione e l'asilo, che avalla la tesi secondo cui lo strumento più efficace per combattere l'immigrazione clandestina è il governo sapiente e globale dell'immigrazione regolare. Si tratta di una gestione che costa molto meno - rifletteteci - in termini di conflitto sociale, di devianza, di forza che si attribuisce alle organizzazioni criminali, di governo della salute pubblica, di sostegno alle imprese e alle famiglie con l'accoglimento della domanda e dell'offerta di lavoro alle persone immigrate e, quindi, di sostegno al nostro sistema di welfare e al nostro sistema produttivo.

Vorrei inoltre dirvi - questa è una riflessione che mi viene spesso di fare - di stare attenti perché fomentare la paura alla fine costa molto. La paura costa. All'inizio della legislatura dissi che c'era un limite che divideva la regole e la persecuzione: voi l'avete abbondantemente superato! Insisto anche in questo caso nel dire che dimostrate che non ce la fate. È la stessa cosa per la crisi: il presidente Berlusconi invita a spendere e spandere di più, diventando l'epigono di un'altra più celebre protagonista della vita del mondo che, avvertita che il popolo non aveva pane, stizzita disse: mangino brioche. Più o meno è quello lo spirito.

Allo stesso modo voi oggi con questo provvedimento di fatto consegnate all'Italia impaurita un testo che, secondo quello che direbbe Cordero, ha la stessa identica forza di un bel pugno sbattuto sul tavolo. (Applausi dai Gruppi PD e IdV. Molte congratulazioni. Commenti dai banchi della maggioranza).

GASPARRI (PdL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPARRI (PdL). Signor Presidente, onorevoli senatori, rappresentanti del Governo, non credo di dovermi sottoporre all'esamino e alle domandine che mi sono state rivolte. Tuttavia, mentre la presidente Finocchiaro ha eluso per buona parte il merito del provvedimento, le ricordo - ed è sui banchi del nostro Gruppo un sindacalista delle forze di polizia - che il Patto per la sicurezza fatto firmare da Prodi ai sindacati di Polizia e ai COCER è rimasto lettera morta, senza una lira e senza nessuno stanziamento. (Applausi dal Gruppo PdL).

Ricordo - perché lei parla di cose che conosce meno di noi, senatrice Finocchiaro, e francamente le sconsiglio di avventurarsi su questo terreno - che il Governo che lei sostenne ha lasciato le forze dell'ordine con una carenza di organico di 23.000 unità e che solo quest'anno 3.000 unità vengono assunte dal nostro Governo. (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti dal Gruppo PD).

Le ricordo - perché sono interlocutore alquanto attento a queste tematiche, che conosco - che con l'impegno del Governo Berlusconi, del ministro Maroni, del ministro Brunetta e di tutta la nostra coalizione, è stato rinnovato il contratto 2006-2007, che voi non avete rinnovato quando eravate al Governo, lasciando senza aumenti le forze dell'ordine. (Applausi dal Gruppo PdL). Quindi, sconsiglio di avventurarsi su questo terreno, perché gli argomenti sono forti e notevoli.

Noi dedichiamo alle forze dell'ordine il ripristino del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, che torna legge dello Stato con il voto contrario della sinistra! (Applausi dal Gruppo PdL). Forse preferite i no global alle forze dell'ordine che nelle strade garantiscono legge ed ordine! Ora il reato di oltraggio a pubblico ufficiale ritorna nell'ordinamento della Repubblica.

GARAVAGLIA Mariapia (PD). Si tratta di soldi che entrano!

GASPARRI (PdL). Sull'immigrazione, voglio ricordare che il 19 giugno scorso il Presidente del Consiglio e il Ministro degli affari esteri hanno ottenuto dall'Unione europea ulteriori rassicurazioni. Esiste una struttura che si chiama FRONTEX e che dovrebbe collaborare per il controllo delle frontiere e il respingimento dei clandestini. Abbiamo ottenuto impegni affinché tale struttura stanzi fondi ed aiuti l'Italia a governare questo problema. FRONTEX è passata da 80 a circa 100 milioni di euro di dotazione; ha a disposizione 25 elicotteri, 22 aerei, 24 navi, 83 motovedette ed altri mezzi. L'Italia, il nostro Governo, ha ottenuto che vengano utilizzati per respingere i clandestini che entrano nel nostro Paese e in Europa. Questa è la politica dei fatti! (Applausi dal Gruppo PdL).

Voglio elogiare tutto il Governo, in primo luogo il ministro Maroni, al quale mi legano stima e amicizia, ma soprattutto il presidente del Consiglio Berlusconi, a cui si devono gli accordi con la Libia, che ci consentono di respingere i clandestini che entrano in questo Paese. (Applausi dal Gruppo PdL). Grazie alla politica internazionale di Berlusconi, di Frattini, di Maroni e di tutto il Governo! Questi sono i fatti, nel pieno rispetto del diritto internazionale.

Vede, presidente Finocchiaro, ho letto una frase su un giornale, alcuni giorni fa. Dal «Corriere della sera» del 10 maggio: se si individua con certezza il luogo da dove è partito un barcone carico di clandestini, è legittimo riportarlo indietro. Sa chi l'ha pronunciata? Piero Fassino. La differenza è che Fassino lo dice, noi lo facciamo: riportiamo i clandestini da dove partono. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo). Non so a che mozione abbia aderito Fassino, ma mi auguro che queste posizioni trovino ascolto nel congresso del Partito Democratico, perché sarebbe una strada saggia, perdereste meno elezioni se ascoltaste queste parole, invece di fare una politica che noi non accettiamo come lezione di umanitarismo, cara presidente Finocchiaro. In questa legge si leva la patria potestà a chi manda i bambini a rubare; noi vogliamo che vadano a scuola a studiare, non a rubare! (Applausi dal Gruppo PdL).

GARAVAGLIA Mariapia (PD). Non possono!

GASPARRI (PdL). Questa è una politica umanitaria, responsabile e pedagogica, perché l'educazione è compito delle famiglie, ma anche delle istituzioni.

Salutiamo quindi con grande soddisfazione questa legge, figlia di tutta la nostra maggioranza. Il Gruppo del Popolo della Libertà ha dato un contributo essenziale; condividiamo il reato di immigrazione clandestina, condividiamo tutto ciò che si fa per i centri di identificazione ed espulsione in attuazione di norme europee, che ci avrebbero consentito di fare ancora di più per trattenere i clandestini e distinguere chi ha diritto all'asilo e chi deve essere respinto. L'onorevole Fassino, giorni fa, ha affermato che è giusta la nostra politica, perché l'asilo si può concedere anche nei luoghi da cui si parte, identificando i perseguitati ed evitando che tutti i clandestini si spaccino per tali. Quindi siamo pienamente convinti del provvedimento in votazione, anzi il Popolo della Libertà è orgoglioso di avere contribuito alla redazione di questo disegno di legge che contiene norme più severe sull'acquisizione della cittadinanza attraverso matrimoni, ricongiungimenti familiari e quant'altro.

Per quanto riguarda le cosiddette ronde, voglio ricordare che nel provvedimento in esame si affida non soltanto ai sindaci, ma anche al prefetto (cioè ad un'autorità dello Stato) il controllo sulle associazioni volontarie, preferibilmente costituite da ex carabinieri e da ex poliziotti che aiutano a controllare le città. Meglio un ex carabiniere all'angolo di una scuola che uno spacciatore di droga accanto ai nostri figli! (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo. Commenti dal Gruppo PD). Ricordo, inoltre, che il partito di cui fa parte la senatrice Finocchiaro governa la Regione Campania: forse la senatrice Finocchiaro non è stata informata del fatto che in quella Regione l'assessore alla formazione professionale - mi riferisco alla giunta Bassolino - ha affidato a cooperative di ex detenuti l'accompagnamento dei turisti, sostenendo che nessuno più degli ex detenuti conosce i pericoli delle città. (Commenti del senatore Perduca). Voi fate le ronde dei delinquenti, mentre noi moltiplichiamo i cittadini onesti che controllano le città con le forze dell'ordine ed i militari! (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo. Commenti dei senatori Maritati e Adamo). Si tratta di una decisione assunta dalla giunta Bassolino, dalla Regione Campania, un'iniziativa finanziata con i soldi della gente! Dovreste chiedere scusa per queste norme! (Vivaci commenti della senatrice Incostante).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, possiamo consentire al senatore Gasparri di concludere l'intervento?

RUSSO (IdV). Sta dicendo delle stupidaggini!

PRESIDENTE. Per cortesia, onorevoli colleghi, tutti i senatori intervenuti hanno avuto la possibilità di parlare in un'Aula attenta e silenziosa. Credo che il senatore Gasparri ne abbia altrettanto diritto. (Commenti della senatrice Poretti).

GASPARRI (PdL). In questo provvedimento sono contenute alcune norme antimafia (è qui presente anche il ministro Alfano) di cui siamo orgogliosi e che peraltro non sono state scritte sull'onda dell'emozione successiva alle tragedie. Sono in Parlamento da molti anni e ho partecipato all'attività legislativa quando, sull'onda del turbamento del Paese per le stragi mafiose, ci siamo dotati di norme più severe. Ora ne abbiamo introdotte alcune ancora più severe per scelta consapevole, senza attendere che si consumassero tragedie per mano della mafia e della criminalità organizzata. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo).

Dovete spiegare il motivo per il quale votate contro le norme antimafia contenute nel provvedimento in esame, cioè contro quelle norme che prevedono il carcere duro, il sequestro dei patrimoni, il rafforzamento delle misure stabilite dall'articolo 41-bis. Con il senatore Vizzini - che ringrazio, insieme a tanti altri colleghi - abbiamo voluto norme più severe per il carcere duro. Onorevoli colleghi, se non avessimo votato norme antimafia, saremmo stati dipinti come delinquenti. Voi non lo siete, ma certamente non potete essere orgogliosi di esprimere un voto contrario sulle norme che voleva Giovanni Falcone! E questo dovrete spiegarlo agli italiani! (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo. Vivaci commenti del senatore Garraffa). Stiamo facendo proprio questo, onorevoli colleghi, e credo che la situazione sia estremamente chiara.

Noi condividiamo anche la richiesta del voto di fiducia. Abbiamo discusso per un anno su tali norme, come era giusto. Nel frattempo, abbiamo emanato altri decreti contro la violenza che colpisce le donne, per i militari nelle città, per la sicurezza dei cittadini. Il provvedimento oggi in votazione rappresenta un caposaldo non di questo o di quel partito, ma di un Governo coeso e di una maggioranza compatta che l'approverà con grande orgoglio e gioia! (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo). È un pezzo essenziale del programma di Governo e oggi diventa legge dello Stato. Quindi, la questione di fiducia si giustifica perché - ripeto - abbiamo discusso per un anno, ci siamo confrontati a lungo e in Parlamento abbiamo arricchito il testo del Governo di ulteriori capitoli; le norme antimafia sono nate dal proficuo confronto tra Parlamento (il Senato, in particolare) e Governo. Il presidente Schifani più volte nella sua posizione istituzionale aveva richiamato la necessità di un contrasto ancora più profondo alla criminalità organizzata. Ebbene, oggi approviamo questa legge che era una parte importante del patto con gli italiani. Prodi li considerava carta straccia quando incontrava le forze dell'ordine: noi rispettiamo i programmi, rispettiamo i cittadini, vogliamo più certezza della pena.

Questa legge è la risposta a quelli che ci hanno votato un anno fa, che ci hanno votato 15 giorni fa (Applausi dal Gruppo PdL), che ci continueranno a votare perché da parte nostra c'è coerenza e convinzione! Ecco perché votiamo orgogliosi a favore di questa legge. (Vivi, prolungati applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo. Congratulazioni).

LEGNINI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LEGNINI (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Legnini, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge, nel suo complesso.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

285

Senatori votanti

284

Maggioranza

143

Favorevoli

157

Contrari

124

Astenuti

3

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

PISANU (PdL). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PISANU (PdL). Signor Presidente, a causa di un banale incidente non ho potuto partecipare alla votazione finale del disegno di legge n. 733-B, pur avendo partecipato alle tre precedenti votazioni sulla fiducia. Naturalmente il mio voto sarebbe stato conforme a quello del mio Gruppo, in piena condivisione delle decisioni prese.

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12,44, è ripresa alle ore 12,53).

Presidenza della vice presidente BONINO

Svolgimento di interrogazioni (ore 12,53)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

Sarà svolta per prima l'interrogazione 3-00154 sulla liberalizzazione del mercato del gas.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. In relazione all'interrogazione concernente l'assetto del mercato del gas, di cui è primo firmatario il senatore Villari, si premette che nel Consiglio energia, svoltosi a Lussemburgo il 6 giugno dello scorso anno, i Ministri europei dell'energia hanno esaminato il pacchetto legislativo sulla liberalizzazione del Mercato interno dell'energia.

Nel corso del dibattito sulla questione relativa alla separazione effettiva tra i soggetti gestori delle reti di trasporto e i soggetti produttori-importatori-venditori di elettricità o gas, oltre ai due sistemi di separazione proposti originariamente dalla Commissione, si è sviluppata una terza opzione. Originariamente si era pensato innanzitutto alla separazione proprietaria (nessuna società operante nella produzione, importazione o vendita di energia può avere, direttamente o indirettamente, quote di controllo in una società che gestisce reti di trasporto di energia). La seconda opzione consiste nella separazione tra proprietà e gestione, cioè una società operante nella produzione, importazione o vendita di energia può avere quote di controllo in una società che è proprietaria di reti di trasporto di energia, la gestione delle quali sia però affidata ad un'altra società totalmente indipendente dalla prima, denominata ISO (Indipendent System Operator). Si è sviluppata così la cosiddetta terza opzione proposta da Francia e Germania, Paesi contrari alla separazione tra proprietà e gestione, definita ITO (Indipendent Transmission Operator). Tale opzione consiste nel consentire a una impresa, verticalmente integrata nel settore energetico, di mantenere il controllo della società che gestisce le reti, ma introducendo una complessa serie di modalità operative di gestione e controllo sull'operato di quest'ultima (poteri di voto nel consiglio di amministrazione, regime di incompatibilità, monitoraggio da parte dei regolatori, obbligo di piani di potenziamento trasparenti e così via); quindi, un sistema in grado di garantire un suo funzionamento nei confronti del mercato, equivalente ad una separazione proprietaria.

Ciò premesso, si fa presente che il Parlamento europeo l'11 maggio 2009 ha approvato il terzo pacchetto legislativo sulla liberalizzazione del Mercato interno dell'energia che è stato formalmente approvato il 25 giugno 2009 dal Consiglio dei ministri in seconda lettura. Nella procedura di codecisione con il Parlamento europeo è stata raggiunta la posizione di compromesso che prevede la possibilità di optare, sia nel settore dell'elettricità che in quello del gas, tra tre opzioni, come dicevamo prima: separazione proprietaria, separazione tra proprietà e gestione e Indipendent Transmission Operator. Al riguardo, si fa presente che al momento del recepimento di tali nuove direttive non occorrerà prevedere modifiche di rilievo della normativa nazionale vigente.

In merito al secondo quesito, relativo all'indebolimento dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, previsto da un emendamento presentato dalla maggioranza di Governo, si precisa che nella legge n. 133 del 2008, di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008, non è compresa alcuna norma che indebolisce le competenze e il ruolo dell'AEEG.

VILLARI (Misto). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VILLARI(Misto). Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, il secondo quesito posto dalla mia interrogazione riguardava la posizione assunta dalla maggioranza con un emendamento che, oltre a sollevare polemiche in Commissione alla Camera, indeboliva l'Autorità per l'energia elettrica e il gas fino a promuoverne una sorta di riduzione di autonomia. Dalla risposta del rappresentante del Governo si evince come, durante l'anno trascorso (questa interrogazione risale infatti al 17 luglio 2008), siano intervenuti alcuni cambiamenti.

Vorrei però sottolineare un punto, relativo alla prima parte dell'interrogazione, che, secondo il mio parere, deve essere definito ancora meglio e che riguarda la posizione del Governo italiano rispetto alle tre opzioni possibili a livello di procedura europea. Il livello decisionale europeo, tra Commissione, Consiglio dei ministri e Parlamento europeo, decisioni e codecisioni, prevede un iter piuttosto complesso e diverso da quello che vige nel nostro Paese. Ciononostante sarebbe stato interessante comprendere la reale posizione del Governo della quale il Governo stesso, in qualche modo, si sarebbe dovuto fare portatore a livello europeo, relativamente alla netta separazione tra proprietà, gestione e distribuzione, il cosiddetto unbundling assoluto.

Le due modalità ricordate dal Governo sono l'ISO e l'ITO, che si differenziano in base all'operatore, integrato verticalmente oppure separato nella gestione contabile, secondo una procedura che lo stesso rappresentante del Governo definiva complessa. Mi interesserebbe sapere, quindi, e su questo dichiaro una mia parziale soddisfazione rispetto alla risposta del Governo, qual è la posizione del Governo italiano rispetto al tema che resta sul tavolo. Considerata la posizione di monopolio, la posizione dominante dell'unico gestore distributore del nostro Paese, cioè l'ENI che, attraverso Snam Rete Gas, detiene anche la proprietà della rete di distribuzione, il mercato non si apre, non si mettono in campo manovre che favoriscono la liberalizzazione e quindi la concorrenza, a tutto vantaggio dei cittadini, degli utenti e anche della sicurezza, come episodi del passato hanno dimostrato. Quindi, al di là della decisione prevalente a livello europeo, personalmente sarei stato interessato ad ascoltare il parere del nostro Governo sulle opzioni che sono in campo.

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00766 sulla rete di distribuzione di gas metano nelle autostrade italiane.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signora Presidente, in merito all'interrogazione presentata dal senatore Stradiotto, si osserva in primo luogo che attualmente in Italia la diffusione dei punti vendita di GPL e metano, quali carburanti, è effettivamente insufficiente. Infatti, i punti vendita del GPL, sulla rete distributiva nazionale, raggiungono circa il 10 per cento e quelli per il metano solo il 3 per cento del totale.

Per quanto concerne, in particolare, la rete autostradale, i punti vendita con impianti di distribuzione di gas metano in esercizio si trovano nelle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, mentre nelle Regioni Piemonte, Trentino-Alto Adige, Puglia, Campania e Sicilia si hanno impianti in apertura e in costruzione.

Circa le iniziative da assumere affinché gli enti competenti provvedano ad un potenziamento della presenza dei distributori di gas metano nella rete autostradale, si evidenzia che la normativa nazionale, recentemente modificata al fine di una più completa liberalizzazione all'accesso all'attività di distribuzione carburanti indica espressamente la promozione del miglioramento della rete distributiva dei carburanti e la diffusione dei carburanti ecocompatibili come, appunto, il GPL e il metano tra gli indirizzi per l'attività di programmazione del territorio delle Regioni e delle Province autonome. Inoltre, si prevede che il Ministro dello sviluppo economico, sentita l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, determini i criteri di vettoriamento del gas per autotrazione attraverso le reti di trasporto e distribuzione del gas naturale.

Peraltro, la modifica della normativa in materia attuata dalle Regioni sottoindicate, resasi necessaria per un adeguamento alle disposizioni nazionali e per promuovere l'uso di carburanti di minor impatto ambientale, ha condizionato le nuove autorizzazioni per lo svolgimento dell'attività di distribuzione carburanti. Tale modifica ha riguardato, tra l'altro, l'introduzione della prescrizione, per i nuovi impianti, dell'erogazione di almeno uno dei carburanti ecocompatibili (GPL o metano).

Quanto alle ulteriori iniziative volte al potenziamento della presenza di distributori di gas metano, si evidenzia che in data 9 febbraio 2009 è stata presentata alla Camera dei deputati la proposta di legge n. 2172, anche di mia iniziativa, recante «Disposizioni in materia di utilizzo del metano come carburante per autotrazione». Si tratta di un'iniziativa che è stata assunta prima che io assumessi l'incarico di Sottosegretario e che, in questa nuova veste anche a nome del Governo, desidero promuovere e cercare di portare all'attenzione del Parlamento.

Si fa presente, infine, che la problematica concernente la realizzazione nel futuro di una maggior diffusione dei carburanti ecocompatibili ha fatto emergere, ultimamente, una convinta attenzione anche sulle opportunità, non solo ambientali, ma anche economiche e sociali, soprattutto in riferimento al metano nel settore dei trasporti. Si fa riferimento, al riguardo, anche al recente studio realizzato da Nomisma energia che evidenzia come il valore aggiunto della filiera industriale del metano per auto può crescere entro il 2014 fino a raggiungere i 4 miliardi di euro (contro gli attuali 1,5) e come l'occupazione può arrivare a circa 25.000 addetti (quasi il triplo di oggi).

STRADIOTTO (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STRADIOTTO (PD). Signora Presidente, ringrazio il sottosegretario Saglia, della cui risposta mi ritengo parzialmente soddisfatto poiché in essa è stata riconosciuta l'esistenza di un problema, ossia che relativamente alla rete autostradale vi è una assoluta insufficienza di distributori di gas metano. Alcune Regioni, che lo stesso Sottosegretario ha elencato, ne sono sprovviste, in altre il numero dei distributori presenti nella rete autostradale è molto limitato (si pensi che in Veneto ce n'è soltanto uno, in Lombardia due, in Toscana tre, nel Lazio cinque e sei, invece, in Emilia-Romagna); tutte le altre Regioni al momento sono sprovviste di distributori di gas metano nella rete autostradale. Il Sottosegretario ha, dunque, riconosciuto che questo problema esiste ed ha riferito che alcuni distributori sono in fase di costruzione e di realizzazione, e quindi a breve, noi speriamo, saranno disponibili.

In merito ad iniziative legislative tese alla realizzazione di una rete più efficiente, più efficace e più presente di distributori di gas metano nel territorio, noi siamo ovviamente disponibili a lavorare affinché, attraverso una collaborazione tra maggioranza ed opposizione, si possa dare una risposta quanto prima a questa necessità.

Tutti riconosciamo che gli autoveicoli che utilizzano GPL e metano hanno un effetto positivo in termini di riduzione di emissioni di CO2, e anche dal punto di vista economico, perché permettono alle famiglie di muoversi spendendo meno rispetto ad altre fonti energetiche. Siamo quindi a disposizione e ovviamente faremo anche noi le nostre proposte per tentare di modificare quelle eventuali norme che finora hanno impedito che vi fosse la realizzazione di questi distributori.

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00544 sui fondi della Banca europea degli investimenti alle piccole e medie imprese.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signora Presidente, su questo tema gli elementi di risposta sono stati condivisi con il Ministero dell'economia e delle finanze, che insieme a noi segue il tema relativo al sostegno finanziario delle piccole e medie imprese. In particolare, ci sembra importante sottolineare come gli interventi di ricapitalizzazione delle banche abbiano come finalità proprio il sostegno delle imprese, dell'economia e delle famiglie. Vi è quindi, la necessità, anche attraverso un monitoraggio costante, di mantenere una relazione con gli istituti di credito, perché, accedendo agli aiuti dello Stato, possano tornare ad erogare credito in maniera sufficiente per sostenere l'economia reale.

Abbiamo rafforzato il Fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane, in particolare con un sostegno di circa 1.600 milioni di euro, che ovviamente contribuisce, in questo momento di crisi economica, a fare in modo che le piccole e medie imprese possano avere garanzie sufficienti per accedere al credito. Sono stati poi adottati interventi da parte della Cassa depositi e prestiti S.p.A. e provvedimenti volti a favorire e accelerare il pagamento dei debiti nei confronti delle imprese da parte delle amministrazioni pubbliche: è annuncio proprio di questi giorni da parte del Ministro dell'economia l'intenzione di sbloccare oltre 20 miliardi di euro di debiti da parte della pubblica amministrazione.

Con specifico riferimento al Fondo di garanzia, si rileva che il decreto-legge n. 5 del 2009 ha quintuplicato a regime la dotazione del Fondo. A favore del Fondo sono stati stanziati complessivamente 1,5 miliardi di euro e a questi vanno aggiunte le risorse che, in base all'accordo quadro Associazione bancaria italiana-Ministero dell'economia e delle finanze del 25 marzo 2009, dovranno essere versate nel Fondo dalle banche che emetteranno specifici strumenti di patrimonializzazione, sottoscritti dallo Stato (oltre 1,5 per cento dell'ammontare degli strumenti emessi). Inoltre, è stato emanato un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, che prevede che gli interventi del Fondo siano assistiti dalla garanzia dello Stato, quale garanzia di ultima istanza, e ciò al fine di favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese alle migliori condizioni, riducendo il rischio di credito delle banche finanziatrici.

In particolare, ai sensi della vigente normativa, le competenze della Cassa depositi e prestiti sono state ampliate includendo tra le stesse la possibilità per la Cassa di utilizzare la provvista riveniente dal risparmio postale, per concedere ai soggetti bancari finanziamenti (fino a 8 miliardi di euro), finalizzati a fornire a questi ultimi la provvista destinata alla concessione del credito a condizioni vantaggiose alle piccole e medie imprese.

Infine, si richiamano le norme contenute nel decreto-legge n. 185 del 2008 e nel decreto-legge appena approvato dal Governo, che sono volte a favorire, anzitutto, il tempestivo pagamento dei crediti certi, liquidi ed esigibili maturati nei confronti delle Regioni e degli enti locali per somministrazioni, forniture e appalti; poi, la riscossione di crediti vantati dai fornitori di beni e servizi nei confronti di amministrazioni pubbliche anche attraverso l'intervento della SACE spa; infine, la tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni.

Per quanto concerne le misure adottate dalla Banca europea per gli investimenti, nel precisare che l'ammontare di 30 miliardi di euro da destinare al finanziamento di piccole e medie imprese nel periodo 2009-2011 è a titolo indicativo e che non esistono quote per singoli Paesi, si fa presente quanto segue. Nel corso degli ultimi anni, il finanziamento Banca europea per gli investimenti alle piccole e medie imprese attraverso linee di credito dedicate messe a disposizione degli istituti bancari partner della stessa Banca europea per gli investimenti (circa 20 gruppi bancari in Italia), si è notevolmente accresciuto: nel 2008 sono stati firmati contratti di finanziamento per un importo superiore a 2,4 miliardi di euro, pari a circa due volte e mezzo l'ammontare del 2007 e quasi il 30 per cento dei finanziamenti a favore di piccole e medie imprese nell'Unione europea.

Al fine di rafforzare ulteriormente questo canale di finanziamento, il Ministero dell'economia e delle finanze ha promosso la stipula di un accordo quadro fra Banca europea per gli investimenti, Associazione bancaria italiana e Confindustria. Questo accordo, firmato nel mese di maggio, sta già dando un nuovo impulso ai finanziamenti Banca europea per gli investimenti, anche attraverso iniziative mirate a finanziamenti attraverso banche fortemente radicate sul territorio, con una vasta clientela di piccole e medie imprese.

*FIORONI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FIORONI (PD). Signora Presidente, onorevole Sottosegretario, in un momento di crisi come quello attuale dobbiamo mettere a frutto al meglio tutte le risorse disponibili per agevolare i finanziamenti al sistema delle piccole e medie imprese. Volevo semplicemente menzionare quanto contenuto nella relazione finale del governatore Draghi all'assemblea della Banca d'Italia, in cui si sottolinea la recente tendenza al rallentamento dei crediti bancari alle imprese e l'indagine ISAE dell'aprile scorso che attesta un aumento del razionamento del credito nei confronti sempre delle PMI, o per rifiuto delle banche a concedere credito o perché sono le stesse imprese a rifiutare il finanziamento, perché troppo oneroso. Sono solo alcuni i dati esemplificativi per fotografare quali sono le attuali condizioni di contesto che vedono le imprese sempre più assoggettate alla stretta creditizia.

Quindi tutte le misure elencate dal Sottosegretario al momento non risultano sufficienti a rispondere a questa emergenza. In particolare, con riguardo ai finanziamenti stanziati dalla BEI (30 miliardi di euro) da destinare ad iniziative e prestiti per le PMI in Europa nel periodo 2008-2011, non mi è sembrato sentire dalla risposta del Sottosegretario un adeguato interessamento da parte del Governo nei confronti della Banca europea per gli investimenti. Questa è una risorsa a sé rispetto a quelle che sono state descritte nella parte iniziale della relazione del Sottosegretario, per la quale sarebbe opportuno che il Governo si attivasse per garantire che almeno la parte di questi finanziamenti destinati all'Italia sia cospicua e sia indirizzata proprio alle piccole e medie imprese nel più breve tempo possibile.

Allo stato attuale non risultano modificate in meglio le condizioni del credito in favore delle PMI da quegli istituti cosiddetti intermediari che hanno sottoscritto contratti con la BEI per usufruire di questi finanziamenti.

Quindi dovremmo riuscire a comprendere se e come effettivamente gli intermediari intendano trasmettere ai beneficiari finali, le piccole e medie imprese, i vantaggi finanziari concordati, anche in termini di tassazione agevolata; se viene rispettato l'impegno per cui ogni euro prestato dalla Banca europea per gli investimenti corrisponde a due euro di nuovi crediti alle piccole e medie imprese e se è previsto nel breve un ruolo da protagonista delle banche di credito cooperativo. Per ora nella sua relazione si è parlato soltanto di un eventuale allargamento del ruolo di queste banche, ma ancora nei fatti non c'è. Le banche di credito cooperativo proprio per la loro presenza sul territorio possono garantire e concedere un credito alle piccole e medie imprese in maniera più semplificata e più breve rispetto al sistema creditizio tradizionale, di più ampie dimensioni, anche perché hanno un rating inferiore.

Infine, vorrei sapere come il Governo intende verificare l'esistenza dei presupposti e quindi l'applicazione pratica delle agevolazioni stanziate dalla BEI. Non mi sembra che nella sua risposta ci sia stata una consequenzialità logica nel dire che questi finanziamenti stanziati dalla BEI vengano indirizzati direttamente a favore del sistema delle piccole e medie imprese, quindi del credito a favore delle piccole e medie imprese.

Un ulteriore interrogativo che mi pongo è se questo Governo voglia facilitare accordi sul modello di quello siglato da Confindustria con ABI e BEI, al quale lei ha fatto riferimento nella sua risposta, anche per associazioni di categoria rappresentative di interessi delle piccole e medie imprese oltre a Confindustria. Ve ne sono tante nel nostro panorama associativo. Quindi sarebbe forse opportuno coinvolgere anche queste. Mi dichiaro quindi parzialmente soddisfatta.

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00661 sulla manutenzione di opere stradali della rete ANAS.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signora Presidente, l'oggetto dell'interrogazione riguarda l''attività di monitoraggio della rete e delle opere d'arte insistenti sulla medesima, che rientra tra quelle delegate all'ANAS; dobbiamo sottolineare come essa sia propedeutica e necessaria alla programmazione degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione ed alla pianificazione degli investimenti.

L'evoluzione tecnologica degli strumenti informatici resi disponibili ha portato a sviluppare un progetto per la realizzazione di uno specifico software per la gestione della manutenzione. Il software è stato realizzato ed è ora a sistema, rendendo possibile effettuare i rilievi geometrici, strutturali, conservativi, ispettivi e di valutazione della gravità degli ammaloramenti riscontrati.

Già da tempo l'ANAS ha così elaborato un progetto per il rilievo e l'accatastamento delle opere d'arte e dei manufatti presenti lungo le strade statali, che si spinge fino alla determinazione dello stato di conservazione e di ammaloramento delle opere. In tal modo, ANAS si è dotata di uno strumento per la gestione della manutenzione del patrimonio stradale, mediante il quale è possibile programmare, pianificare e quantificare gli interventi di ripristino. Data l'enorme mole delle opere d'arte e degli elementi patrimoniali da accatastare e conoscere, il progetto è stato attuato dapprima per aree pilota, individuate nelle regioni Veneto, Umbria e Calabria, fino a coprire l'intero territorio nazionale.

Nell'ambito delle attività di monitoraggio delle opere d'arte e dei manufatti, si inserisce il recente accordo tra ANAS e ACI, per avviare in collaborazione un programma di test sui tunnel italiani il cui obiettivo è il costante monitoraggio delle gallerie per stimolare un processo virtuoso e per migliorare gli standard di sicurezza. I test, rigorosamente indipendenti, saranno condotti da ACI senza alcuna ingerenza tra chi effettua l'indagine e il gestore del tunnel, in un'ottica di collaborazione con la commissione gallerie istituita presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici. Si ricorda che ANAS gestisce 1.100 gallerie, di cui 62 su rete TEN, che vanno, quindi, adeguate entro il termine prescritto indicato nel 2019, in ottemperanza alle disposizioni attuative della direttiva 54/2004 sulla sicurezza in galleria. L'ANAS ha già stanziato 93 milioni di euro per un primo intervento sulle gallerie, che riguarda anche alcune gallerie della rete TEN. Per le altre gallerie è in corso un'analisi di rischio; in particolare, sono già stati avviati interventi di ammodernamento in project financing per un valore complessivo di 235 milioni di euro, per i 103 tunnel della rete lombarda. È un programma ponderoso, per il quale si rendono necessarie risorse imponenti, stimate in circa due miliardi di euro, per migliorare e mettere in sicurezza le gallerie, adeguandole alle caratteristiche ed ai requisiti, in termini costruttivi e impiantistici, prescritti.

L'ANAS, inoltre, provvede ad attuare anche verifiche sismiche sulle opere d'arte, inviando, in ottemperanza al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3376 del 2004, relazioni semestrali al Dipartimento della protezione civile. Attualmente, sono in corso quattro gare finalizzate ad una valutazione complessiva basata sulle analisi di rischio delle gallerie. Inoltre, gli uffici periferici dell'ANAS hanno in corso di redazione sull'intero territorio i nuovi modelli di piani di manutenzione e di piani operativi delle emergenze che verranno condivisi con le prefetture e gli enti locali interessati.

Una particolare attenzione è stata dedicata dall'ANAS alle gallerie della rete stradale lombarda; è stata, infatti, stipulata di recente tra l'ANAS e la Gemmo spa la convenzione di concessione per le attività di progettazione e realizzazione degli interventi di riqualificazione, un intervento che riguarda 140 chilometri di rete. La concessione, affidata attraverso lo strumento del project financing ed ha una durata di 21 anni (3 anni per la progettazione e 17 anni di gestione).

I lavori di adeguamento tecnologico degli impianti in galleria saranno avviati entro il corrente anno e svolti senza alcuna interruzione di traffico.

L'ANAS, anche a seguito dei recenti eventi sismici, ha potenziato l'impegno finalizzato ai rilievi ed alle verifiche delle opere d'arte, predisponendo i progetti e relativi servizi ai fini di prossimi appalti, per le regioni Sicilia, Basilicata, Abruzzo e Lombardia (per un importo complessivo di circa 17,2 milioni di euro), oltre a quelle già predisposte ed in fase di gara (Veneto, Umbria, Calabria per un importo di 6,7 milioni di euro). Tali aggiudicazioni avverranno entro il novembre di quest'anno. A breve seguiranno tutte le altre Regioni in funzione dei finanziamenti che saranno resi disponibili. Sono stati, altresì, predisposti, sempre per un prossimo appalto, i progetti per la regione Umbria, di prossima gara, e per la regione Campania. L'impegno totale è di circa 20,7 milioni di euro.

Tutti i dati e le informazioni acquisite confluiranno nel sistema di gestione di manutenzione delle opere d'arte realizzato ed in uso presso l'ANAS.

BERSELLI (PdL). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BERSELLI (PdL). Signor Sottosegretario, la ringrazio per la risposta esauriente a un'interrogazione abbastanza complessa, ma mi dichiaro parzialmente soddisfatto. Il Governo ha infatti dato risposta solo a una parte dell'interrogazione. Noi avevamo sottolineato l'esigenza di sapere quale fosse lo stato di salute delle gallerie e di altre strutture che fanno capo all'ANAS, ma anche dei circa 5.000 ponti che ricadono sotto la competenza dell'ANAS.

Volevamo sapere, in sostanza, lo stato della sicurezza di tali ponti, considerato l'aumento di traffico straordinario che vi è stato in questi cinquant'anni (va da sé che i ponti che risalgono a un secolo fa erano stati realizzati in funzione di una determinata tipologia di traffico). Essendo aumentato il traffico in maniera esponenziale, quanto meno negli ultimi cinquant'anni, volevamo sapere se detti ponti, che ricadono sotto la competenza dell'ANAS, fossero ancora in grado di assicurare gli standard di sicurezza assolutamente necessari per garantire l'incolumità di coloro che viaggiano sulle strade statali. Non solo: volevamo anche conoscere lo stato di salute dei medesimi ponti circa il possibile rischio di eventi sismici che avrebbero potuto interessare le zone in cui gli stessi ponti erano stati collocati. Nella risposta del Ministro non abbiamo colto alcun accenno a tali ponti.

Ripeto, sugli altri punti la risposta è stata assolutamente esauriente, mentre sulla parte relativa ai 5.000 ponti, che era quella più interessante e qualificante della nostra interrogazione, non abbiamo avuto risposta. Pregherei pertanto il Sottosegretario, senza dover ricorrere a una nuova interrogazione, di mandare a questo interrogante, se gli fosse possibile, una nota scritta per integrare la risposta che non è stata data.

PRESIDENTE. Seguono le interrogazioni 3-00506, 3-00540 e 3-00835 (già 4-01430) sulla riduzione di una rilevante commessa da parte di Trenitalia e conseguenti ricadute sull'indotto.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere congiuntamente a tali interrogazioni.

SAGLIA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signora Presidente, gli interroganti chiedono conto al Governo di un intervento che sostanzialmente riduce la commessa per la ristrutturazione di carrozze di treni Intercity da 901 a 450 carrozze. Nello specifico, Ferrovie dello Stato ha evidenziato le notevoli criticità emerse in relazione alla realizzazione della commessa di cui si evidenziano i principali punti di interesse. Il progetto di ristrutturazione di 901 carrozze è stato autorizzato dal consiglio di amministrazione il 12 giugno 2002 con un costo, comprensivo di revisione prezzi e di ogni altro onere, di 282.000 per carrozza, a fronte di un programma di completamento entro il 2007. Il costo a vita intera autorizzato era pertanto pari a 254 milioni di euro.

Per la realizzazione del progetto è stata esperita una gara internazionale a procedura negoziata, rivolta ai soggetti iscritti al sistema di qualificazione dei costruttori di materiale rotabile. L'appalto è stato assegnato in data 14 aprile 2003 all'unico offerente, costituito dal raggruppamento temporaneo di imprese a cui partecipavano l'AnsaldoBreda (in qualità di mandataria), Firema, Keller, Ferrosud ed il consorzio Corifer. Tale raggruppamento comprendeva, di fatto, tutte le imprese iscritte al sistema di qualificazione dei costruttori di materiale rotabile, tranne due. L'aggiudicazione è stata perfezionata, con un ribasso d'asta, per un importo complessivo di 303 milioni di euro.

La commessa in oggetto ha registrato, nel corso degli anni, degli scostamenti estremamente rilevanti in termini di costo e tempi, oltre ad un livello di qualità del prodotto fornito assolutamente inaccettabile. In termini di tempi, alla data del 31 dicembre 2008, erano state consegnate solo 360 carrozze, ed altre 90 erano in officina, con un ritardo quindi di oltre tre anni sul programma. In termini di costi, l'ultima stima effettuata porta il costo di 522.000 euro per carrozza, con un incremento quindi dell' 85 per cento rispetto a quanto autorizzato inizialmente. Oltre al sostanziale raddoppio dei costi e dei tempi, con l'entrata in esercizio di un consistente numero di carrozze, si sono riscontrate gravissime carenze per la climatizzazione e per le porte.

In particolare, nel corso dell'estate 2008, si sono registrate delle giornate in cui il 50 per cento circa delle carrozze consegnate dopo la ristrutturazione aveva il sistema di climatizzazione non funzionante, con conseguenze immaginabili sulla clientela e sulla reputazione di Trenitalia.

Come è noto, peraltro, i disagi per la clientela conseguenti ai citati e continui guasti all'impianto di climatizzazione di queste carrozze sono stati oggetto nei mesi scorsi anche di numerose interrogazioni parlamentari, che sottolineavano l'esigenza di individuare le cause e le responsabilità di tali disservizi.

La scarsa qualità del prodotto fornito, l'allungamento dei tempi e l'esplosione dei costi hanno alterato tutto il quadro di sostenibilità economica e di attrattività del progetto, per cui, in data 13 ottobre 2008, il Consiglio d'amministrazione di Trenitalia ha autorizzato il recesso dal contratto in essere e la riduzione del numero complessivo delle carrozze da sottoporre a ristrutturazione fino ad un massimo di 450.

Si evidenzia, infine, che la manutenzione dei treni Intercity citata dagli interroganti, che viene regolarmente svolta secondo le scadenze prestabilite, non ha alcuna connessione con il progetto di ristrutturazione di cui trattasi.

Ferma restando la verifica del conseguimento degli obiettivi di qualità posti nel contratto di servizio con Trenitalia Spa, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, secondo la regolazione ad oggi in vigore e salvo quanto potrà essere statuito nell'ambito del prossimo contratto di servizio in via di definizione, non entra nel merito degli interventi sul materiale rotabile commissionati dall'impresa ferroviaria.

Eventuali profili connessi con la mancata realizzazione degli investimenti programmati possono afferire, per lo più, alle attribuzioni dell'azionista - Ministero dell'economia e finanze - ferma restando l'autonomia gestionale e decisionale normativamente attribuita alle imprese ferroviarie.

Del resto, eventuali ricadute sul piano industriale ed occupazionale esulano dalle competenze dirette del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Quanto all'adozione di misure che effettivamente possano dare impulso allo sviluppo del trasporto ferroviario, appare effettivo e rilevante il sostegno al settore disposto con l'articolo 25 del decreto legge del 29 novembre 2008, n. 185 (convertito con modificazioni con legge n. 2 del 28 gennaio 2009) che al comma 1 stanzia 960 milioni di euro per il 2009, istituendo un fondo per gli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato; al comma 2 stanzia 480 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 «per assicurare i necessari servizi ferroviari di trasporto pubblico, al fine della stipula dei nuovi contratti di servizio dello Stato e delle Regioni a statuto ordinario». Tali fondi sono stati assegnati interamente ai servizi di trasporto regionale.

LATRONICO (PdL). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LATRONICO (PdL). Signora Presidente, ringrazio il Sottosegretario per le notizie che ci ha fornito su questo problema. Prendiamo atto che ci sarebbero queste gravissime irregolarità che riguarderebbero la qualità dei materiali e i tempi di consegna. Sono notizie che ci pervengono solo ora.

Noi abbiamo registrato, all'atto della presentazione di questa interrogazione insieme con il collega Viceconte nel febbraio 2009, questa situazione di ordine industriale. Una delle partecipanti al consorzio che acquisì quella commessa (la Ferrosud della Basilicata) avrebbe dovuto dar corso a una lavorazione di quasi 200 carrozze ma l'imprevista interruzione della commessa con il suo ridimensionamento da parte di Trenitalia ha determinato una condizione di crisi di questo impianto produttivo con effetti sia per i fornitori che, soprattutto, per i lavoratori.

Capisco il senso della risposta del Ministero delle infrastrutture per gli aspetti di sua competenza, ma nel ringraziare il Sottosegretario mi permetto di avanzare un'osservazione sul sistema industriale che lavora alla costruzione del materiale rotabile, che in questi anni aveva sempre dato prova di capacità e qualità sia per commesse interne che per commesse esterne, affinché il Governo, per quanto di sua competenza, proceda a monitorare la condizione di tale sistema produttivo stanti gli effetti che ne derivano sul piano occupazionale, soprattutto in zone del nostro territorio - parliamo del Mezzogiorno - dove queste crisi produttive si aggiungono a tanti altri punti di criticità.

ANDRIA (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDRIA (PD). Signora Presidente, onorevole Sottosegretario, non posso dichiararmi soddisfatto della risposta del Governo, per quanto apprezzi gli elementi circostanziati che sono stati addotti (e che mi riservo di valutare). A me non pare, onorevole Sottosegretario, di poter riscontrare nella sua risposta una rispondenza rispetto ai quesiti posti, che anche altri colleghi hanno formulato al Governo. A me non pare che i difetti riscontrati o i ritardi di cui si riferisce possano giustificare un dimezzamento della commessa, da 901 a 450 carrozze. Il recesso dal contratto di cui si è parlato non ha assolutamente attinenza con tutto questo. Avrei giustificato e mi sarei spiegato un chiarimento con l'impresa e con il raggruppamento che fa capo, come soggetto mandatario, ad AnsaldoBreda.

Del resto, come già affermava il collega Latronico, siamo in una condizione di crisi generalizzata dell'industria del materiale rotabile. Tale crisi si riflette particolarmente su questa azienda, che è mandataria di questo raggruppamento temporaneo di imprese. Tale raggruppamento denota, anche attraverso un indotto che ha sede in tante unità produttive del Mezzogiorno, una qualità di servizio che fino ad oggi ha dato dimostrazione dell'esatto contrario rispetto a quanto affermato.

Naturalmente non ho ragione di mettere in dubbio quanto il Governo afferma. È la risposta che non mi soddisfa; risposta che non viene posta in capo ai Ministeri che abbiamo interrogato (insieme ai colleghi eletti in Campania e ad alcuni altri colleghi che hanno voluto sottoscrivere la mia interrogazione). Oggi ci troviamo di fronte ad una eccellenza (che ha sede in Campania) e ad alcune altre unità produttive (che hanno sede nel Mezzogiorno) che accusano una rilevante crisi economica, con ricadute e riflessi anche dal punto di vista occupazionale. Voglio citare un solo dato: gli effetti in termini di ricaduta di questo recesso contrattuale, per il triennio 2009-2011, comporteranno qualcosa come 2 milioni di ore di riduzione di lavoro presso gli stabilimenti del suddetto raggruppamento di imprese.

Concludendo, onorevole Sottosegretario, a me non è chiara la valutazione dei Ministri che sono stati interrogati. Al di là delle osservazioni che adducono Ferrovie dello Stato e Trenitalia, di cui ella ha riferito, non mi pare che si possa intravedere nella risposta del Governo una intenzione di intervenire in modo tale che si possa riconsiderare la decisione del ridimensionamento della commessa di revamping di 901 carrozze per il trasporto passeggeri, già affidata al raggruppamento di cui è mandataria AnsaldoBreda. Né intravedo, né colgo, un atteggiamento volto ad evidenziare misure che il Governo eventualmente intendesse porre in essere per dare una mano ad un settore drammaticamente in crisi. Rispetto alla qualità del servizio apprestato fino ad oggi e dei prodotti che sono stati messi in essere nelle aziende di cui si tratta, mi sembra che fino ad oggi non si possa rilevare o eccepire alcunché. Se eccezioni ci fossero da portare avanti, sarebbe preferibile che si provvedesse direttamente presso le aziende interessate.

Io credo che anche l'episodio così duramente drammatico di Viareggio nei giorni scorsi debba insegnarci qualcosa. C'è bisogno - e concludo, signora Presidente - di mettere mano ad un intervento complessivo rispetto a vetture e a carrozze che sono in uno stato di vetustà e che andrebbero restaurate o del tutto sostituite. Io credo che il Governo debba riprendere questa questione e mi auguro che lo faccia sulla base delle interrogazioni che, da più parti di questa Aula (e da fronti anche opposti), vertono sulla stessa materia. Auspico che ci sia una risposta più consapevole del Governo (al di là di quella formale in sede parlamentare), che sappia valorizzare una eccellenza e sappia dare risposte più adeguate al dramma dell'occupazione.

PICHETTO FRATIN (PdL). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PICHETTO FRATIN (PdL). Signora Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo per la risposta fornita, che ha riguardato le modalità contrattuali. Probabilmente, al riguardo, andrebbe fatto un appunto anche alle Ferrovie dello Stato perché un capitolato che permette quasi il raddoppio dei costi di commessa probabilmente imporrebbe una valutazione sul metodo di capitolato, non solo nei meccanismi di rescissione.

Mi fa piacere che il tema sia all'attenzione del Governo. Le tre interrogazioni presentate sull'argomento riguardano tre fronti diversi: il primo è quello di triste attualità, concernente la sicurezza e, dunque, la manutenzione delle carrozze e dei carri (in questo caso, di proprietà nazionale) che viaggiano sulle nostre ferrovie; il secondo riguarda l'aspetto del lavoro perché, in un momento di crisi internazionale e nazionale, da un giorno all'altro si è creata una situazione di difficoltà ulteriore con la rescissione dei contratti (alcuni consorzi avevano già acquistato le materie prime per effettuare gli interventi); il terzo concerne una valutazione di tipo industriale e produttiva.

Mi fa piacere che sia proprio lei, signor Sottosegretario, ad aver risposto a questa interrogazione. Io desidero sottolineare, al di là delle modalità contrattuali che in futuro le Ferrovie dello Stato potranno utilizzare, la necessità di salvaguardare una filiera industriale e produttiva, che si è creata nel Paese in tanti anni e che è comunque all'avanguardia europea. I meccanismi di rescissione dei contratti, come evidenziato nelle presenti interrogazioni, potrebbero davvero determinare un serio rischio, producendo conseguenze anche sotto il profilo delle future condizioni di sviluppo, cioè delle nuove opportunità, non solo rispetto alle Ferrovie dello Stato (sulla base dello storico legame, residuo, Stato-impresa), ma anche rispetto alle eventuali commesse internazionali. Molte di queste imprese, infatti, lavorano non solo con le Ferrovie italiane, ma anche con commesse internazionali, ottenendo risultati più che brillanti. Tali situazioni, pertanto, potrebbero mettere a rischio un meccanismo di filiera che abbiamo costruito come sistema Paese. Comunque, ringrazio ancora una volta il rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno è così esaurito.

Per la risposta scritta ad un'interrogazione

PORETTI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PORETTI (PD). Signora Presidente, vorrei sollecitare la risposta all'interrogazione 4-00550, depositata nello scorso mese di settembre. Il ministro Sacconi non vi ha mai risposto, ma per certi versi oggi ha risposto l'Assemblea con l'introduzione del reato di clandestinità.

In quell'interrogazione si faceva presente un effetto, già allora riscontrabile, connesso alla paura degli immigrati di rivolgersi alle strutture sanitarie. Sulla base della legge in vigore nel settembre scorso, una ragazza ghanese di 20 anni, immigrata irregolare, è andata all'ospedale per fare un intervento abortivo ed è stata denunciata. In realtà, la norma oggi approvata, e che entrerà in vigore soltanto dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, purtroppo già produce numerosi effetti.

Uno studio effettuato dal gruppo EveryOne, un'associazione che si occupa di diritti umani, ha evidenziato che a Roma, in alcune strutture esaminate, già si registra un calo del 35 per cento di immigrati che si rivolgono alle strutture sanitarie. Cito il caso di Vira Orlova, una badante ucraina di 39 anni, che era incinta ed è morta dissanguata all'interno dell'appartamento in cui lavorava, a Torre a Mare, una frazione di Bari. Ha preferito prendere una bacinella e morire dissanguata piuttosto che chiamare i sanitari. Samira, un'algerina di 24 anni, ha avuto anche lei un aborto spontaneo: ha avuto una grave emorragia, non è andata all'ospedale e in questo momento è assistita dai volontari del gruppo EveryOne.

Il Ministro non ha mai risposto a quell'interrogazione. Mi auguro però che il Ministro o il Vice Ministro si preoccupino di come potrebbe diventare la situazione in Italia dopo il provvedimento approvato oggi: una sanità parallela, gestita dalla criminalità organizzata, oppure una non sanità e quindi dei morti e forse anche delle epidemie che si diffondono. Negli Stati Uniti una legge vieta l'ingresso dei funzionari dell'immigrazione negli ospedali proprio per evitare tali conseguenze. Mi auguro che si discuta di tali argomenti.

Mozioni e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza una mozione e interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 7 luglio 2009

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 7 luglio 2009, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 13,44).

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (733-B)

ARTICOLO 3 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI SU CUI IL GOVERNO HA POSTO LA QUESTIONE DI FIDUCIA

Art. 3.

Approvato con voto di fiducia

    1. All'articolo 36 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, il comma 1 è sostituito dal seguente:

    «1. Quando i reati di cui all'articolo 527 del codice penale, i delitti non colposi di cui ai titoli XII e XIII del libro II del codice penale, nonché i reati di cui alla legge 20 febbraio 1958, n. 75, sono commessi in danno di persona portatrice di minorazione fisica, psichica o sensoriale, la pena è aumentata da un terzo alla metà».

    2. All'articolo 635 del codice penale, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) al secondo comma, numero 3), dopo le parole: «centri storici» sono inserite le seguenti: «ovvero su immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione, di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati»;

        b) dopo il secondo comma è aggiunto il seguente:

    «Per i reati di cui al secondo comma, la sospensione condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il condannato non si oppone, alla prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato, comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di condanna».

    3. All'articolo 639 del codice penale sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) al primo comma, le parole: «o immobili» sono soppresse;

        b) il secondo comma è sostituito dal seguente:

    «Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro»;

        c) dopo il secondo comma sono aggiunti i seguenti:

    «Nei casi di recidiva per le ipotesi di cui al secondo comma si applica la pena della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro.

    Nei casi previsti dal secondo comma si procede d'ufficio».

    4. Chiunque vende bombolette spray contenenti vernici non biodegradabili ai minori di diciotto anni è punito con la sanzione amministrativa fino a 1.000 euro.

    5. All'articolo 4, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, dopo la parola: «639» sono inserite le seguenti: «, primo comma,».

    6. Le sanzioni amministrative previste dai regolamenti ed ordinanze comunali per chiunque insozzi le pubbliche vie non possono essere inferiori all'importo di euro 500.

    7. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 134 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, è autorizzato l'impiego di personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento o di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, anche a tutela dell'incolumità dei presenti. L'espletamento di tali servizi non comporta l'attribuzione di pubbliche qualifiche. È vietato l'uso di armi, di oggetti atti ad offendere e di qualunque strumento di coazione fisica.

    8. Il personale addetto ai servizi di cui al comma 7 è iscritto in apposito elenco, tenuto anche in forma telematica dal prefetto competente per territorio. All'istituzione e alla tenuta dell'elenco di cui al presente comma si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.

    9. Con decreto del Ministro dell'interno, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti i requisiti per l'iscrizione nell'elenco di cui al comma 8, le modalità per la selezione e la formazione del personale, gli ambiti applicativi e il relativo impiego. Gli oneri derivanti dall'attività di cui al presente comma sono posti a carico dei soggetti che si avvalgono degli addetti ai servizi di controllo di cui al comma 7.

    10. Il prefetto dispone la cancellazione dall'elenco degli addetti che non risultano più in possesso dei prescritti requisiti, ovvero di quelli che espletano il servizio in contrasto con le norme dei commi da 7 a 13 e con quanto stabilito dal decreto di cui al comma 9. Il prefetto comunica l'avvenuta cancellazione all'addetto interessato, disponendo al contempo il divieto di impiego nei confronti di chi si avvale dei suoi servizi.

    11. I soggetti che intendono avvalersi degli addetti ai servizi di controllo devono individuarli tra gli iscritti nell'elenco di cui al comma 8, dandone preventiva comunicazione al prefetto.

    12. Coloro che, alla data di entrata in vigore della presente legge, già svolgono i servizi di controllo delle attività di intrattenimento o di spettacolo di cui al comma 7 sono iscritti nell'elenco di cui al comma 8 qualora risultino in possesso dei requisiti prescritti dal decreto di cui al comma 9.

    13. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque svolge i servizi di cui al comma 7 in difformità da quanto previsto dai commi 7, 8, 9, 10, 11 e 12 e dal decreto di cui al comma 9 è punito con la sanzione amministrativa da euro 1.500 a euro 5.000. Alla stessa sanzione soggiace chiunque impiega per le attività di cui al comma 7 soggetti diversi da quelli iscritti nell'elenco tenuto dal prefetto od omette la preventiva comunicazione di cui al comma 11.

    14. Nel titolo II, capo I, del nuovo codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, di seguito denominato: «decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285», dopo l'articolo 34 è inserito il seguente:

    «Art. 34-bis. - (Decoro delle strade). - 1. Chiunque insozza le pubbliche strade gettando rifiuti od oggetti dai veicoli in movimento o in sosta è punito con la sanzione amministrativa da euro 500 a euro 1.000».

    15. All'articolo 112 del codice penale sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) al primo comma, numero 4), dopo le parole: «avvalso degli stessi» sono inserite le seguenti: «o con gli stessi ha partecipato»;

        b) al secondo comma, dopo le parole: «si è avvalso di persona non imputabile o non punibile, a cagione di una condizione o qualità personale,» sono inserite le seguenti: «o con la stessa ha partecipato»;

        c) al terzo comma, dopo le parole: «Se chi ha determinato altri a commettere il reato o si è avvalso di altri» sono inserite le seguenti: «o con questi ha partecipato».

    16. Fatti salvi i provvedimenti dell'autorità per motivi di ordine pubblico, nei casi di indebita occupazione di suolo pubblico previsti dall'articolo 633 del codice penale e dall'articolo 20 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, il sindaco, per le strade urbane, e il prefetto, per quelle extraurbane o, quando ricorrono motivi di sicurezza pubblica, per ogni luogo, possono ordinare l'immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e, se si tratta di occupazione a fine di commercio, la chiusura dell'esercizio fino al pieno adempimento dell'ordine e del pagamento delle spese o della prestazione di idonea garanzia e, comunque, per un periodo non inferiore a cinque giorni.

    17. Le disposizioni di cui al comma 16 si applicano anche nel caso in cui l'esercente ometta di adempiere agli obblighi inerenti alla pulizia e al decoro degli spazi pubblici antistanti l'esercizio.

    18. Se si tratta di occupazione a fine di commercio, copia del relativo verbale di accertamento è trasmessa, a cura dell'ufficio accertatore, al comando della Guardia di finanza competente per territorio, ai sensi dell'articolo 36, ultimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.

    19. Al codice penale sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) dopo l'articolo 600-septies è inserito il seguente:

    «Art. 600-octies. - (Impiego di minori nell'accattonaggio). - Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque si avvale per mendicare di una persona minore degli anni quattordici o, comunque, non imputabile, ovvero permette che tale persona, ove sottoposta alla sua autorità o affidata alla sua custodia o vigilanza, mendichi, o che altri se ne avvalga per mendicare, è punito con la reclusione fino a tre anni»;

        b) dopo l'articolo 602 è inserito il seguente:

    «Art. 602-bis. - (Pene accessorie). - La condanna per i reati di cui agli articoli 583-bis, 600, 601, 602, 609-bis, 609-quater, 609-quinquies e 609-octies comporta, qualora i fatti previsti dai citati articoli siano commessi dal genitore o dal tutore, rispettivamente:

        1) la decadenza dall'esercizio della potestà del genitore;

        2) l'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente all'amministrazione di sostegno, alla tutela e alla cura»;

        c) all'articolo 609-decies, primo comma, dopo la parola: «600-quinquies,» è inserita la seguente: «600-octies,»;

        d) l'articolo 671 è abrogato.

    20. All'articolo 61 del codice penale, dopo il numero 11-bis) è aggiunto il seguente:

        «11-ter) l'aver commesso un delitto contro la persona ai danni di un soggetto minore all'interno o nelle adiacenze di istituti di istruzione o di formazione».

    21. L'articolo 388 del codice penale è sostituito dal seguente:

    «Art. 388. - (Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice). - Chiunque, per sottrarsi all'adempimento degli obblighi nascenti da un provvedimento dell'autorità giudiziaria, o dei quali è in corso l'accertamento dinanzi all'autorità giudiziaria stessa, compie, sui propri o sugli altrui beni, atti simulati o fraudolenti, o commette allo stesso scopo altri fatti fraudolenti, è punito, qualora non ottemperi alla ingiunzione di eseguire il provvedimento, con la reclusione fino a tre anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032.

    La stessa pena si applica a chi elude l'esecuzione di un provvedimento del giudice civile, ovvero amministrativo o contabile, che concerna l'affidamento di minori o di altre persone incapaci, ovvero prescriva misure cautelari a difesa della proprietà, del possesso o del credito.

    Chiunque sottrae, sopprime, distrugge, disperde o deteriora una cosa di sua proprietà sottoposta a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo è punito con la reclusione fino a un anno e con la multa fino a euro 309.

    Si applicano la reclusione da due mesi a due anni e la multa da euro 30 a euro 309 se il fatto è commesso dal proprietario su una cosa affidata alla sua custodia, e la reclusione da quattro mesi a tre anni e la multa da euro 51 a euro 516 se il fatto è commesso dal custode al solo scopo di favorire il proprietario della cosa.

    Il custode di una cosa sottoposta a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo che indebitamente rifiuta, omette o ritarda un atto dell'ufficio è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 516.

    La pena di cui al quinto comma si applica al debitore o all'amministratore, direttore generale o liquidatore della società debitrice che, invitato dall'ufficiale giudiziario a indicare le cose o i crediti pignorabili, omette di rispondere nel termine di quindici giorni o effettua una falsa dichiarazione.

    Il colpevole è punito a querela della persona offesa».

    22. All'articolo 527 del codice penale, dopo il primo comma è inserito il seguente:

    «La pena è aumentata da un terzo alla metà se il fatto è commesso all'interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano».

    23. All'articolo 609-ter, primo comma, del codice penale, dopo il numero 5) è aggiunto il seguente:

        «5-bis) all'interno o nelle immediate vicinanze di istituto d'istruzione o di formazione frequentato dalla persona offesa».

    24. All'articolo 614, primo comma, del codice penale, le parole: «fino a tre anni» sono sostituite dalle seguenti: «da sei mesi a tre anni».

    25. Al codice di procedura penale sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) all'articolo 380, comma 2, la lettera e) è sostituita dalla seguente:

        «e) delitto di furto quando ricorre la circostanza aggravante prevista dall'articolo 4 della legge 8 agosto 1977, n. 533, o taluna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 625, primo comma, numeri 2), prima ipotesi, 3) e 5), del codice penale, salvo che ricorra, in questi ultimi casi, la circostanza attenuante di cui all'articolo 62, primo comma, numero 4), del codice penale»;

        b) all'articolo 381, comma 2, dopo la lettera f) è inserita la seguente:

        «f-bis) violazione di domicilio prevista dall'articolo 614, primo e secondo comma, del codice penale».

    26. All'articolo 625, primo comma, del codice penale, dopo il numero 8) sono aggiunti i seguenti:

        «8-bis) se il fatto è commesso all'interno di mezzi di pubblico trasporto;

        8-ter) se il fatto è commesso nei confronti di persona che si trovi nell'atto di fruire ovvero che abbia appena fruito dei servizi di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro».

    27. All'articolo 628 del codice penale, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) al terzo comma, dopo il numero 3) sono aggiunti i seguenti:

        «3-bis) se il fatto è commesso nei luoghi di cui all'articolo 624-bis;

        3-ter) se il fatto è commesso all'interno di mezzi di pubblico trasporto;

        3-quater) se il fatto è commesso nei confronti di persona che si trovi nell'atto di fruire ovvero che abbia appena fruito dei servizi di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro»;

        b) dopo il terzo comma è aggiunto il seguente:

    «Le circostanze attenutanti, diverse da quella prevista dall'articolo 98, concorrenti con le aggravanti di cui al terzo comma, numeri 3, 3-bis, 3-ter e 3-quater, non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall'aumento conseguente alle predette aggravanti».

    28. All'articolo 640, secondo comma, del codice penale, dopo il numero 2) è aggiunto il seguente:

        «2-bis) se il fatto è commesso in presenza della circostanza di cui all'articolo 61, numero 5)».

    29. Al codice penale sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) all'articolo 605, dopo il secondo comma sono aggiunti i seguenti:

    «Se il fatto di cui al primo comma è commesso in danno di un minore, si applica la pena della reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso in presenza di taluna delle circostanze di cui al secondo comma, ovvero in danno di minore di anni quattordici o se il minore sequestrato è condotto o trattenuto all'estero, si applica la pena della reclusione da tre a quindici anni.

    Se il colpevole cagiona la morte del minore sequestrato si applica la pena dell'ergastolo.

    Le pene previste dal terzo comma sono altresì diminuite fino alla metà nei confronti dell'imputato che si adopera concretamente:

        1) affinché il minore riacquisti la propria libertà;

        2) per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, aiutando concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella raccolta di elementi di prova decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione o la cattura di uno o più autori di reati;

        3) per evitare la commissione di ulteriori fatti di sequestro di minore»;

        b) nel libro II, titolo XI, capo IV, dopo l'articolo 574 è inserito il seguente:

    «Art. 574-bis. - (Sottrazione e trattenimento di minore all'estero). - Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque sottrae un minore al genitore esercente la potestà dei genitori o al tutore, conducendolo o trattenendolo all'estero contro la volontà del medesimo genitore o tutore, impedendo in tutto o in parte allo stesso l'esercizio della potestà genitoriale, è punito con la reclusione da uno a quattro anni.

    Se il fatto di cui al primo comma è commesso nei confronti di un minore che abbia compiuto gli anni quattordici e con il suo consenso, si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni.

    Se i fatti di cui al primo e secondo comma sono commessi da un genitore in danno del figlio minore, la condanna comporta la sospensione dall'esercizio della potestà dei genitori».

    30. All'articolo 4 della legge 2 ottobre 1967, n.  895, il secondo comma è sostituito dal seguente:

    «Salvo che il porto d'arma costituisca elemento costitutivo o circostanza aggravante specifica per il reato commesso, la pena prevista dal primo comma è aumentata da un terzo alla metà:

        a) quando il fatto è commesso da persone travisate o da più persone riunite;

        b) quando il fatto è commesso nei luoghi di cui all'articolo 61, numero 11-ter), del codice penale;

        c) quando il fatto è commesso nelle immediate vicinanze di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro, parchi e giardini pubblici o aperti al pubblico, stazioni ferroviarie, anche metropolitane, e luoghi destinati alla sosta o alla fermata di mezzi di pubblico trasporto».

    31. All'articolo 4 della legge 18 aprile 1975, n. 110, il sesto comma è sostituito dal seguente:

    «La pena prevista dal terzo comma è raddoppiata quando ricorre una delle circostanze previste dall'articolo 4, secondo comma, della legge 2 ottobre 1967, n. 895, salvo che l'uso costituisca elemento costitutivo o circostanza aggravante specifica per il reato commesso».

    32. Il Ministro dell'interno, con regolamento da emanare nel termine di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, definisce le caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa, di cui all'articolo 2, terzo comma, della legge 18 aprile 1975, n. 110, che nebulizzano un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum, e che non abbiano l'attitudine a recare offesa alla persona.

    33. All'articolo 4 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, al quarto comma, dopo le parole: «sottrarsi ai controlli di polizia,» sono inserite le seguenti: «armi a modesta capacità offensiva, riproduzioni di armi di qualsiasi tipo, compresi i giocattoli riproducenti armi, altre armi o strumenti, in libera vendita, in grado di nebulizzare liquidi o miscele irritanti non idonei ad arrecare offesa alle persone, prodotti pirotecnici di qualsiasi tipo, nonché sostanze infiammabili e altri mezzi comunque idonei a provocare lo sprigionarsi delle fiamme,».

    34. Quando si procede per un delitto consumato o tentato con finalità di terrorismo anche internazionale ovvero per un reato aggravato ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 15 dicembre 1979, n. 625, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1980, n. 15, e successive modificazioni, e sussistono concreti e specifici elementi che consentano di ritenere che l'attività di organizzazioni, di associazioni, movimenti o gruppi favorisca la commissione dei medesimi reati, può essere disposta cautelativamente, ai sensi dell'articolo 3 della legge 25 gennaio 1982, n. 17, la sospensione di ogni attività associativa. La richiesta è presentata al giudice competente per il giudizio in ordine ai predetti reati, il quale decide entro dieci giorni. Avverso il provvedimento è ammesso ricorso ai sensi del quinto comma del medesimo articolo 3 della legge n. 17 del 1982. Il ricorso non sospende l'esecuzione del provvedimento impugnato.

    35. Il provvedimento di cui al comma 34 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.

    36. Quando con sentenza irrevocabile sia accertato che l'attività di organizzazioni, di associazioni, movimenti o gruppi abbia favorito la commissione di taluno dei reati di cui al comma 34, il Ministro dell'interno ordina con decreto lo scioglimento dell'organizzazione, associazione, movimento o gruppo e dispone la confisca dei beni, ove non sia già disposta in sentenza.

    37. Al decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) all'articolo 6 è aggiunto, in fine, il seguente comma:

    «7-bis. Alla UIF e al personale addetto si applica l'articolo 24, comma 6-bis, della legge 28 dicembre 2005, n. 262»;

        b) all'articolo 48, il comma 1 è sostituito dal seguente:

    «1. L'avvenuta archiviazione della segnalazione è comunicata dalla UIF al segnalante direttamente, ovvero tramite gli ordini professionali di cui all'articolo 43, comma 2»;

        c) all'articolo 56, comma 1, dopo le parole: «ai sensi degli articoli 7, comma 2,» sono inserite le seguenti: «37, commi 7 e 8,»;

        d) all'articolo 56, il comma 2 è sostituito dal seguente:

    «2. L'autorità di vigilanza di settore dei soggetti indicati dall'articolo 11, commi 1, lettera m), e 3, lettere c) e d), attiva i procedimenti di cancellazione dai relativi elenchi per gravi violazioni degli obblighi imposti dal presente decreto».

    38. Il terzo comma dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, è sostituito dal seguente:

    «Ai fini dell'obbligo di cui al primo comma, la persona che non ha fissa dimora si considera residente nel comune dove ha stabilito il proprio domicilio. La persona stessa, al momento della richiesta di iscrizione, è tenuta a fornire all'ufficio di anagrafe gli elementi necessari allo svolgimento degli accertamenti atti a stabilire l'effettiva sussistenza del domicilio. In mancanza del domicilio, si considera residente nel comune di nascita».

    39. Dopo il terzo comma dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, è inserito il seguente:

    «È comunque istituito, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, presso il Ministero dell'interno un apposito registro nazionale delle persone che non hanno fissa dimora. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare nel termine di centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono stabilite le modalità di funzionamento del registro attraverso l'utilizzo del sistema INA-SAIA».

    40. I sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale.

    41. Le associazioni sono iscritte in un apposito elenco tenuto a cura del prefetto, previa verifica da parte dello stesso, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, dei requisiti necessari previsti dal decreto di cui al comma 43. Il prefetto provvede, altresì, al loro periodico monitoraggio, informando dei risultati il comitato.

    42. Tra le associazioni iscritte nell'elenco di cui al comma 41 i sindaci si avvalgono, in via prioritaria, di quelle costituite tra gli appartenenti, in congedo, alle Forze dell'ordine, alle Forze armate e agli altri Corpi dello Stato. Le associazioni diverse da queste ultime sono iscritte negli elenchi solo se non siano destinatarie, a nessun titolo, di risorse economiche a carico della finanza pubblica.

    43. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono determinati gli ambiti operativi delle disposizioni di cui ai commi 40 e 41, i requisiti per l'iscrizione nell'elenco e sono disciplinate le modalità di tenuta dei relativi elenchi.

    44. All'istituzione e alla tenuta dell'elenco di cui al comma 41 si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.

    45. All'articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo il secondo periodo è inserito il seguente: «Se il veicolo appartiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente è raddoppiata».

    46. All'articolo 187, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, l'ultimo periodo è sostituito dal seguente: «Si applicano le disposizioni del'articolo 186, comma 2, lettera c), terzo, sesto e settimo periodo, nonché quelle di cui al comma 2-quinquies del medesimo articolo 186».

    47. Dopo il comma 4 dell'articolo 193 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è aggiunto il seguente:

    «4-bis. Salvo che debba essere disposta confisca ai sensi dell'articolo 240 del codice penale, è sempre disposta la confisca amministrativa del veicolo intestato al conducente sprovvisto di copertura assicurativa quando sia fatto circolare con documenti assicurativi falsi o contraffatti. Nei confronti di colui che abbia falsificato o contraffatto i documenti assicurativi di cui al precedente periodo è sempre disposta la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per un anno. Si applicano le disposizioni dell'articolo 213 del presente codice».

    48. Nel titolo VI, capo I, sezione II, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo l'articolo 219 è inserito il seguente:

    «Art. 219-bis. - (Ritiro, sospensione o revoca del certificato di idoneità alla guida). - 1. Nell'ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, è disposta la sanzione amministrativa accessoria del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida e la violazione da cui discende è commessa da un conducente munito di certificato di idoneità alla guida di cui all'articolo 116, commi 1-bis e 1-ter, le sanzioni amministrative accessorie si applicano al certificato di idoneità alla guida secondo le procedure degli articoli 216, 218 e 219. In caso di circolazione durante il periodo di applicazione delle sanzioni accessorie si applicano le sanzioni amministrative di cui agli stessi articoli. Si applicano, altresì, le disposizioni dell'articolo 126-bis.

    2. Se il conducente è persona munita di patente di guida, nell'ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative accessorie del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni amministrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la patente di guida. In tali casi si applicano, altresì, le disposizioni dell'articolo 126-bis.

    3. Quando il conducente è minorenne si applicano le disposizioni dell'articolo 128, commi 1-ter e 2».

    49. All'articolo 116, comma 1-quater, secondo periodo, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, le parole: «Fino alla data di applicazione delle disposizioni attuative della direttiva 2006/126/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, concernente la patente di guida (Rifusione)» sono sostituite dalle seguenti: «Fino alla data del 30 settembre 2009».

    50 All'articolo 75, comma 1, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n.  309, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a)  nell'alinea, dopo le parole: «non superiore a un anno,» sono inserite le seguenti: «salvo quanto previsto dalla lettera a),»;

        b)  la lettera a) è sostituita dalla seguente:

        «a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni».

    51. All'articolo 75-bis del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n.  309, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a)  al comma 1, alinea, le parole: «, per la durata massima di due anni,» sono soppresse;

        b)  dopo il comma 1 è inserito il seguente:

    «1-bis. La durata massima delle misure di cui al comma 1 è fissata in due anni per quelle indicate nelle lettere a), b), c), d) ed e) e in quattro anni per quella indicata nella lettera f)».

    52. Al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) l'articolo 120 è sostituito dal seguente:

    «Art. 120. - (Requisiti morali per ottenere il rilascio dei titoli abilitativi di cui all'articolo 116). - 1. Non possono conseguire la patente di guida, il certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e il certificato di idoneità alla guida di ciclomotori i delinquenti abituali, professionali o per tendenza e coloro che sono o sono stati sottoposti a misure di sicurezza personali o alle misure di prevenzione previste dalla legge 27 dicembre 1956, n. 1423, ad eccezione di quella di cui all'articolo 2, e dalla legge 31 maggio 1965, n. 575, le persone condannate per i reati di cui agli articoli 73 e 74 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, fatti salvi gli effetti di provvedimenti riabilitativi, nonché i soggetti destinatari del divieto di cui all'articolo 75, comma 1, lettera a), del medesimo testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990.

    2. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 75, comma 1, lettera a), del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, se le condizioni soggettive indicate al comma 1 del presente articolo intervengono in data successiva al rilascio, il prefetto provvede alla revoca della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori. La revoca non può essere disposta se sono trascorsi più di tre anni dalla data di applicazione delle misure di prevenzione, o di quella del passaggio in giudicato della sentenza di condanna per i reati indicati dal medesimo comma 1.

    3. La persona destinataria del provvedimento di revoca di cui al comma 2 non può conseguire una nuova patente di guida prima che siano trascorsi almeno tre anni.

    4. Avverso i provvedimenti di diniego di cui al comma 1 e i provvedimenti di cui al comma 2 è ammesso il ricorso al Ministro dell'interno il quale decide, entro sessanta giorni, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

    5. Con decreto del Ministro dell'interno e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono stabilite le modalità necessarie per l'adeguamento del collegamento telematico tra il sistema informativo del Dipartimento per i trasporti terrestri e il trasporto intermodale e quello del Dipartimento per le politiche del personale dell'amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, in modo da consentire la trasmissione delle informazioni necessarie ad impedire il rilascio dei titoli abilitativi di cui al comma l e l'acquisizione dei dati relativi alla revoca dei suddetti titoli intervenuta ai sensi del comma 2.

    6. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque, in violazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e 3, provvede al rilascio dei titoli abilitativi di cui all'articolo 116 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000 a euro 3.000»;

        b) al comma 2-bis dell'articolo 117, è aggiunto il seguente periodo: «Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 120 del presente codice, alle persone destinatarie del divieto di cui all'articolo 75, comma 1, lettera a), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, il divieto di cui al presente comma ha effetto per i primi tre anni dal rilascio della patente di guida».

    53.  Fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 5 dell'articolo 120 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come sostituito dal comma 52, lettera a), del presente articolo, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, continuano ad applicarsi le modalità di interscambio informativo previste dal comma 2 dell'articolo 120 del medesimo decreto legislativo, nel testo vigente anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge.

    54. All'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) il comma 2 è abrogato;

        b) il comma 3 è sostituito dal seguente:

    «3. Le risorse del Fondo di cui al comma 1 sono utilizzate per l'acquisto di materiali, attrezzature e mezzi per le attività di contrasto dell'incidentalità notturna svolte dalle Forze di polizia di cui all'articolo 12, comma 1, lettere a), b), c), d) e f-bis), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, per campagne di sensibilizzazione e di formazione degli utenti della strada e per il finanziamento di analisi cliniche, di ricerca e sperimentazione nel settore di contrasto della guida in stato di ebbrezza o dopo aver assunto sostanze stupefacenti»;

        c) il comma 4 è abrogato.

    55. Al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) all'articolo 186, dopo il comma 2-quinquies sono inseriti i seguenti:

    «2-sexies. L'ammenda prevista dal comma 2 è aumentata da un terzo alla metà quando il reato è commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7.

    2-septies. Le circostanze attenuanti concorrenti con l'aggravante di cui al comma 2-sexies non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a questa. Le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall'aumento conseguente alla predetta aggravante.

    2-octies. Una quota pari al venti per cento dell'ammenda irrogata con la sentenza di condanna che ha ritenuto sussistente l'aggravante di cui al comma 2-sexies è destinata ad alimentare il Fondo contro l'incidentalità notturna di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, e successive modificazioni»;

        b) all'articolo 187, dopo il comma 1-ter è inserito il seguente:

    «1-quater. L'ammenda prevista dal comma 1 è aumentata da un terzo alla metà quando il reato è commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7. Si applicano le disposizioni di cui all'articolo 186, commi 2-septies e 2-octies»;

        c) all'articolo 195, dopo il comma 2 è inserito il seguente:

    «2-bis. Le sanzioni amministrative pecuniarie previste dagli articoli 141, 142, 145, 146, 149, 154, 174, 176, commi 19 e 20, e 178 sono aumentate di un terzo quando la violazione è commessa dopo le ore 22 e prima delle ore 7; tale incremento della sanzione quando la violazione è accertata da uno dei soggetti di cui all'articolo 208, comma 1, primo periodo, è destinato ad alimentare il Fondo di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, e successive modificazioni»;

        d) all'articolo 208, dopo il comma 2 è inserito il seguente:

    «2-bis. Gli incrementi delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all'articolo 195, comma 2-bis, sono versati in un apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato, di nuova istituzione, per essere riassegnati al Fondo contro l'incidentalità notturna di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, con provvedimento del Ministero dell'economia e delle finanze adottato sulla base delle rilevazioni trimestrali del Ministero dell'interno. Tali rilevazioni sono effettuate con le modalità fissate con decreto del Ministero dell'interno, di concerto con i Ministeri dell'economia e delle finanze, della giustizia e delle infrastrutture e dei trasporti. Con lo stesso decreto sono stabilite le modalità di trasferimento della percentuale di ammenda di cui agli articoli 186, comma 2-octies, e 187, comma 1-quater, destinata al Fondo».

    56. All'articolo 600-sexies del codice penale, dopo il quarto comma è inserito il seguente:

    «Nei casi previsti dagli articoli 600, 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quinquies, 600-sexies, 600-septies, 600-octies, 601, 602 e 416, sesto comma, le pene sono diminuite fino alla metà nei confronti dell'imputato che si adopera per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori aiutando concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella raccolta di elementi di prova decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione e la cattura di uno o più autori dei reati ovvero per la sottrazione di risorse rilevanti alla consumazione dei delitti».

    57. Al comma 2, lettera a), dell'articolo 208 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, le parole: «e della Guardia di finanza» sono sostituite dalle seguenti: «, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato».

    58. Al comma 3 dell'articolo 393 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, le parole: «e della Guardia di Finanza» sono sostituite dalle seguenti: «, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato».

    59. Il primo comma dell'articolo 585 del codice penale è sostituito dal seguente:

    «Nei casi previsti dagli articoli 582, 583, 583-bis e 584, la pena è aumentata da un terzo alla metà, se concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 576, ed è aumentata fino a un terzo, se concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 577, ovvero se il fatto è commesso con armi o con sostanze corrosive, ovvero da persona travisata o da più persone riunite».

    60 All'articolo 24 del codice penale: al primo comma, le parole: «non inferiore a euro 5» sono sostituite dalle seguenti: «non inferiore a euro 50» e le parole: «né superiore a euro 5.164» sono sostituite dalle seguenti: «né superiore a euro 50.000»; al secondo comma, le parole: «da euro 5 a euro 2.065» sono sostituite dalle seguenti: «da euro 50 a euro 25.000».

    61. All'articolo 26 del codice penale, le parole: «non inferiore a euro 2» sono sostituite dalle seguenti: «non inferiore a euro 20» e le parole: «né superiore a euro 1.032» sono sostituite dalle seguenti: «né superiore a euro 10.000».

    62. All'articolo 135 del codice penale, le parole: «calcolando euro 38, o frazione di euro 38» sono sostituite dalle seguenti: «calcolando euro 250, o frazione di euro 250».

    63. All'articolo 10, primo comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689, le parole: «non inferiore a lire dodicimila» sono sostituite dalle seguenti: «non inferiore a euro 10» e le parole: «non superiore a lire venti milioni» sono sostituite dalle seguenti: «non superiore a euro 15.000».

    64. All'articolo 114, secondo comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689, le parole: «a lire quattromila» e «a lire diecimila» sono sostituite dalle seguenti: «a euro 20» e «a euro 50».

    65. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi diretti a rivalutare l'ammontare delle multe, delle ammende e delle sanzioni amministrative originariamente previste come sanzioni penali, attualmente vigenti. Fermi restando i limiti minimi e massimi delle multe e delle ammende previsti dal codice penale, nonché quelli previsti per le sanzioni amministrative dall'articolo 10 della legge 24 novembre 1981, n. 689, la rivalutazione delle sanzioni pecuniarie è stabilita nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:

        a) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore anteriormente al 24 novembre 1981, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 6 e non superiore a 10;

        b) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore successivamente al 24 novembre 1981 e prima del 31 dicembre 1986, ad eccezione delle leggi in materia di imposte dirette e di tasse ed imposte indirette sugli affari, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 3 e non superiore a 6;

        c) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore successivamente al 31 dicembre 1986 e prima del 31 dicembre 1991, ad eccezione delle leggi in materia di imposte dirette e di tasse ed imposte indirette sugli affari, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 2 e non superiore a 3;

        d) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore successivamente al 31 dicembre 1991 e prima del 31 dicembre 1996, ad eccezione delle leggi in materia di imposte dirette e di tasse ed imposte indirette sugli affari, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 1,50 e non superiore a 2;

        e) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore successivamente al 31 dicembre 1996 e prima del 31 dicembre 2001, ad eccezione delle leggi in materia di imposte dirette e di tasse ed imposte indirette sugli affari, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 1,30 e non superiore a 1,50.

    66. Il Governo predispone gli schemi dei decreti legislativi di cui al comma 65 entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e li trasmette alle competenti Commissioni parlamentari che esprimono il loro parere entro i sessanta giorni successivi.

EMENDAMENTI

3.1

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere i commi da 7 a 13.

3.2

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 7.

3.3

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 7, dopo le parole: «e successive modificazioni,» inserire la seguente: «non».

3.4

GALPERTI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 7, dopo le parole: «personale addetto ai servizi» sostituire le parole: «di controllo», con le seguenti: «di vigilanza o custodia di proprietà mobiliari o immobiliari».

        Conseguentemente, sempre al comma 7, dopo le parole: «in pubblici esercizi,» sopprimere le seguenti: «anche a tutela dell'incolumità dei presenti».

3.5

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 7, sopprimere le seguenti parole: «anche a tutela dell'incolumità dei presenti».

3.6

INCOSTANTE, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 7, sostituire le parole: «anche a tutela dell'incolumità dei presenti», con le seguenti: «per prestare opera di vigilanza o custodia di proprietà mobiliari o immobiliari».

3.7

ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 7, dopo le parole: «in pubblici esercizi,» sostituire le parole: «anche a tutela dell'incolumità dei presenti», con le seguenti: «per prestare opera di vigilanza o custodia di proprietà mobiliari o immobiliari».

3.8

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 7, dopo le parole: «di pubbliche qualifiche» inserire le seguenti: «e non può in alcun modo produrre una limitazione della libertà individuale».

3.49

D'ALIA

Precluso

All'articolo 3, dopo il comma 7, inserire i seguenti:

"7-bis (Modifiche all'articolo 696 del codice penale in materia di vendita ambulante di coltelli o di strumenti atti ad offendere) Dopo il comma 1 dell'articolo 696 del codice penale è aggiunto il seguente.

        ''Chi esercita la vendita ambulante o in edicola di bastoni muniti di puntale acuminato, strumenti da taglio atti ad offendere, mazze o fionde ad eccezione di utensili ad uso domestico venduti a maggiori degli anni diciotto, è punito con l'arresto fino a tre mesi e con l'ammenda fino a euro 1000.''

        7-ter. (Disposizioni per prevenire il porto di coltelli o di strumenti atti ad offendere da parte dei minorenni in luoghi scolastici o impianti sportivi) All'articolo 4 della legge 18 aprile 1975, n.110 dopo il comma 2 è aggiunto il seguente 2-bis.

        ''2-bis. In edifici scolastici e/o in impianti ricreativi e/o sportivi aperti al pubblico, il possesso di bastoni muniti di puntale acuminato, strumenti da taglio atti ad offendere, mazze o fionde da parte di minori degli anni 18 è consentito solo se strettamente necessari per l'esercizio di attività sportive o ludiche sotto la diretta responsabilità e controllo di un adulto. Il dirigente scolastico, gli insegnanti, gli esercenti gli impianti e chiunque sia addetto a qualsiasi titolo alla vigilanza dei luoghi segnalano tempestivamente alla autorità di polizia eventuali violazioni. La mancata segnalazione comporta l'applicazione delle sanzioni di cui al terzo comma''.

3.9

MARITATI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 8.

3.10

MARITATI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 8, sopprimere le parole: «anche in forma telematica».

3.11

DELLA MONICA, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 8, sopprimere il secondo periodo.

3.12

DELLA MONICA, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 8, sopprimere le parole: «senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato».

3.13

CAROFIGLIO, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 9.

3.14

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 9, primo periodo, dopo le parole: «della presente legge,» inserire le parole: «sentito il garante per la protezione dei dati personali,».

3.15

DELLA MONICA, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 10.

3.16

GALPERTI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 11.

3.17

CHIURAZZI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 12.

3.18

D'AMBROSIO, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 13.

3.19

D'AMBROSIO, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 13, sostituire le parole: «da euro 1.500 a euro 5.000», con le seguenti: «da euro 3.000 a euro 10.000».

3.20

CAROFIGLIO, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 13, sostituire il secondo periodo con il seguente:

        «Chiunque impiega per le attività di cui al comma 7 soggetti diversi da quelli iscritti nell'elenco tenuto dal prefetto od omette la preventiva comunicazione di cui al comma 11, è punito con la sanzione amministrativa da euro 3.000 a euro 10.000 e la chiusura dei locali dove svolge le attività di cui al comma 7 per almeno sei mesi».

3.21

INCOSTANTE

Precluso

Dopo il comma 13 aggiungere i seguenti:

        «13-bis. All'articolo 42 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, al terzo comma è aggiunto il seguente periodo:

        ''Il questore ha facoltà di dare licenza per il porto di bombolette spray a base di Oleoresin Capsicum, destinate alla difesa personale, purché di tipologia conforme al regolamento emanato dal Ministero dell'interno''.

        13-ter. All'articolo 62 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, è aggiunto il seguente periodo: ''Ai fini del rilascio della licenza di cui al secondo comma dell'articolo 42 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, non è richiesto il pagamento di tasse di concessione governative né l'esibizione del certificato di idoneità al maneggio di armi''».

3.200

PERDUCA, PORETTI, BONINO

Precluso

Dopo il comma 18, inserire il seguente:

        «18-bis. Le disposizioni di cui ai commi 16, 17 e 18 non si applicano nelle ipotesi in cui i regolamenti comunali in materia di occupazione di suolo pubblico già prevedano disposizioni specifiche applicabili alle suddette ipotesi».

3.201

PORETTI, PERDUCA, BONINO

Precluso

Dopo il comma 18, inserire il seguente:

        «18-bis. Chiunque, a fini di commercio, occupa abusivamente una porzione di suolo stradale superiore a quella prevista nella concessione di cui sia in possesso, è soggetto alla chiusura dell'esercizio per un periodo non superiore a due giorni».

3.202

SERAFINI ANNA MARIA

Precluso

Al comma 19, lettera b), dopo le parole: «609-octies» inserire le seguenti: «previa valutazione dell'interesse del minore da parte del giudice».

3.203

PORETTI, PERDUCA, BONINO

Precluso

Al comma 19, lettera b), capoverso «Art. 602-bis», al numero 1, dopo le parole: «del genitore», aggiungere, in fine, le seguenti: «, previa valutazione del Tribunale dei minorenni in ordine alla compatibilità di tale pena con il superiore interesse del minore».

3.204

PERDUCA, PORETTI, BONINO

Precluso

Sopprimere il comma 20.

3.22

MARITATI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 20, capoverso "11-ter", dopo le parole: «contro la persona» inserire le seguenti: «o commesso mediante violenza».

3.205

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Al comma 20, capoverso «11-ter», dopo le parole: «contro la persona» inserire le seguenti: «o commesso mediante violenza».

3.23

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Al comma 20, apportare le seguenti modificazioni:

            a) sostituire la parola: «adiacenze» con la seguente: «vicinanze»

            b) sostituire le parole: «o di» con le seguenti: «, comprese le scuole per l'infanzia, edifici di culto o istituti di».

3.24

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Al comma 21, nel capoverso «Art. 388» ivi richiamato, sostituire l'ultimo comma con il seguente: «Si procede d'ufficio».

3.206

PORETTI, PERDUCA, BONINO

Precluso

Dopo il comma 21, inserire il seguente:

        «21-bis. Dopo l'articolo 593 del codice penale é inserito il seguente:

        "Art. 593-bis. - (Tortura) - Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che infligge ad una persona, con qualsiasi atto, lesioni o sofferenze, fisiche o mentali, al fine di ottenere segnatamente da essa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che essa o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei o su di una terza persona, o per qualsiasi altro motivo fondato su ragioni di discriminazione, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. La pena é aumentata se ne deriva una lesione personale. È raddoppiata se ne deriva la morte. Alla stessa pena soggiace il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che istiga altri alla commissione del fatto, o che si sottrae volontariamente all'impedimento del fatto, o che vi acconsente tacitamente. Qualora il fatto costituisca oggetto di obbligo legale l'autore non è punibile».

3.25

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Al comma 27, lettera b) sopprimere le parole: «diverse da quella prevista dall'articolo 98,».

3.207

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Dopo il comma 27, inserire il seguente:

        «27-bis. Al comma 1, della legge n. 124 del 23 luglio 2008, sostituire il secondo periodo con il seguente: "La sospensione non opera in caso di processi relativi ai delitti di violenza sessuale, anche aggravata, violenza sessuale di gruppo, sfruttamento della prostituzione, induzione alla prostituzione, atto sessuale con minorenne, corruzione di minorenne, nonché per i reati contro la pubblica amministrazione e l'amministrazione della giustizia"».

3.208

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Dopo il comma 27, inserire il seguente:

        «27-bis. Al comma 1, della legge n. 124 del 23 luglio 2008, dopo la parola: "salvi" inserire le seguenti: "i processi per reati di cui al Titolo I, Titolo Il e Titolo III del Libro secondo del codice penale e"».

3.26

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Dopo il comma 27, aggiungere il seguente:

        27-bis. Dopo l'articolo 609 del codice penale, aggiungere il seguente:

        «Art. 609-undecies. - (Adescamento di minorenni). - Chiunque, allo scopo di abusare o sfruttare sessualmente un minore di sedici anni, intrattiene con lui, anche attraverso l'utilizzazione della rete Internet o di altre reti o mezzi di comunicazione, una relazione tale da sedurlo, ingannarlo e comunque carpirne la fiducia, è punito con la reclusione da uno a tre anni».

3.27

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Al comma 29, lettera a), sostituire le parole: «morte del minore» con le seguenti: «morte del».

3.28

GALPERTI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 30, alla lettera c), del secondo comma, ivi richiamato, dopo le parole: «il fatto è commesso» inserire le seguenti: «con l'intenzione di arrecare offesa a persone o a cose,».

3.29

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI

Precluso

Al comma 30, lettera c), dopo le parole: «fatto è commesso» inserire le seguenti: «in luogo abitato o».

3.50

D'ALIA

Precluso

Sopprimere i commi da 40 a 44.

3.30

CHIURAZZI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere i commi da 40 a 44.

3.209

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Sopprimre i commi da 40 a 44.

3.210

PORETTI, PERDUCA, BONINO

Precluso

Sopprimre il comma 40.

3.51

D'ALIA

Precluso

Sostituire i commi da 40 a 44 con i seguenti:

«40. Al fine di predisporre un piano straordinario di controllo del territorio, il comma 22 dell'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è sostituito dal seguente:

        "22. Per l'anno 2009, per le esigenze connesse alla tutela dell'ordine pubblico, alla prevenzione ed al contrasto del crimine, alla repressione delle frodi e delle violazioni degli obblighi fiscali ed alla tutela del patrimonio agroforestale, la Polizia di Stato, Corpo dei Vigili del Fuoco, l'Arma dei carabinieri, il Corpo della Guardia di finanza, il Corpo di polizia penitenziaria ed il Corpo forestale dello Stato sono autorizzati ad effettuare assunzioni in deroga alla normativa vigente entro un limite di spesa pari a 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2009 e 150 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2010, a valere, quanto a 60 milioni di curo per l'anno 2009 e a 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010, sulle risorse di cui al comma 17, e quanto a 40 milioni di euro per l'anno 2009 a valere sulle risorse di cui all'articolo 60, comma 8. Tali risorse sono destinate prioritariamente al reclutamento di personale proveniente dalle Forze armate che abbia concluso senza demerito il servizio come volontario in ferma breve risultando idoneo non vincitore nei concorsi per l'accesso alle qualifiche e gradi iniziali delle. Forze di polizia ad ordinamento civile e militare. Alla ripartizione delle predette risorse si provvede con decreto del Presidente della Repubblica, da adottarsi su proposta dei Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione, dell'interno e dell'economia e delle finanze, entro e non oltre il 31 marzo 2009, secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni"».

        41. In attesa dell'adozione del decreto di cui al quarto periodo del comma 23 dell'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge, 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni, le risorse oggetto di confisca versate all'entrata del bilancio dello Stato successivamente alla data di entrata in vigore del predetto decreto-legge sono immediatamente riassegnate nel limite di 200 milioni di euro per l'anno 2009, a valere sulla quota di cui all'articolo 2, comma 7, lettera a), del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, per le urgenti necessità di tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico, al Ministero dell'interno e nel limite di 3 milioni di euro per l'anno 2009, per sostenere e diffondere sul territorio i progetti di assistenza alle vittime di violenza sessuale e di genere, al Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere di cui all'articolo 1, comma 1261, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

3.31

ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI, SERRA

Precluso

Al comma 40, dopo le parole: «I sindaci» sostituire le parole: «previa intesa con il prefetto» con la seguente: «non».

        Conseguentemente sopprimere i commi da 41 a 44.

3.32

INCOSTANTE, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI, SERRA

Precluso

Al comma 40, dopo le parole: «prefetto, possono» inserire le seguenti: «istituire consulte cittadine, alle quali partecipino operatori sociali pubblici e privati, enti ed associazioni no-profit, unitamente alle forze dell'ordine e alle polizie locali, per la elaborazione di progetti in materia di convivenza civile ed integrazione sociale e per».

3.33

ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI, SERRA

Precluso

Al comma 40, dopo le parole: «prefetto, possono» inserire le seguenti: «istituire osservatori locali, alle quali partecipino operatori sociali pubblici e privati, enti ed associazioni no-profit, unitamente alle forze dell'ordine e alle polizie locali, per la elaborazione di progetti in materia di convivenza civile ed integrazione sociale. Al fine di una maggiore conoscenza del territorio tali osservatori possono».

3.34

D'AMBROSIO, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 40, dopo le parole: «dello Stato» sopprimere le seguenti: «o locali».

3.211

PERDUCA, PORETTI, BONINO

Precluso

Al comma 40, sopprimre le parole: «ovvero situazioni di disagio sociale».

3.35

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Al comma 40 aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Dalla presente disposizione non debbono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

3.36

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Dopo il comma 40, inserire il seguente:

        «40-bis. I cittadini appartenenti alle associazioni iscritte di cui al comma 40, non possono detenere, né portare armi, né strumenti atti ad offendere o a compiere atti di costrizione fisica».

3.212

PORETTI, PERDUCA, BONINO

Precluso

Dopo il comma 40, inserire il seguente:

        «40-bis. Le associazioni devono essere riconosciute ai sensi del codice civile e sono composte da cittadini residenti nel comune che intende avvalersi della loro collaborazione ed operano esclusivamente nel territorio comunale coincidente con quello di appartenenza dei propri iscritti.

        Non si può essere iscritti a più di una associazione tra quelle comprese nell'elenco tenuto a cura del prefetto ai sensi del comma precedente».

3.37

CAROFIGLIO, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 41.

3.213

GRANAIOLA, BIONDELLI

Precluso

Sostituire i commi 41, 42, 43 e 44 con il seguente:

        «41. Le associazioni di cui al comma 40 sono associazioni di volontariato e di cittadinanza attiva con almeno cinque anni di attività, iscritte nel registro regionale delle associazioni di volontariato. Le predette associazioni presentano ai comuni progetti di animazione culturale e sociale per rivitalizzare le zone più degradate del territorio comunale attraverso il coinvolgimento attivo degli abitanti, in particolare anziani e giovani, con lo scopo di animare strade e quartieri ai fini di una migliore convivenza e reciproca conoscenza dei residenti».

3.38

MARCENARO, DELLA MONICA, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 42.

3.214

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Sostituire il comma 42 con il seguente:

        «42. Ai fini di cui al comma 41 i sindaci possono avvalersi solo di associazioni di cui facciano parte esclusivamente cittadini già appartenenti in congedo, alle Forze dell'ordine, alle Forze armate e agli altri Corpi dello Stato».

3.39

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI, SERRA

Precluso

Al comma 42, sostituire il primo periodo con le seguenti parole: «Possono essere iscritte nell'elenco di cui al comma 41 esclusivamente lei associazioni costituite dagli appartenenti, in congedo, alle Forze dell'ordine, alle Forze armate agli altri Corpi dello Stato».

        Conseguentemente sopprimere il secondo periodo del comma 42.

3.40

D'AMBROSIO, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 43.

3.41

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 43, dopo le parole: «del Ministro dell'interno,» inserire le parole: «sentito, per quanto di competenza il Garante per la protezione dei dati personali,».

3.42

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI, SERRA

Precluso

Al comma 43, dopo le parole: «dei relativi elenchi.» aggiungere in fine le parole: «Costituiscono requisiti essenziali, imprescindibili per l'iscrizione di cui al comma 41, il rispetto delle norme costituzionali, nonché l'assenza di segni distintivi, simboli o motti, che si richiamino a forze politiche di qualsiasi genere o ad ideologie nazifasciste».

3.43

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI, SERRA

Precluso

Al comma 43, dopo le parole: «dei relativi elenchi.» aggiungere infine le seguenti: «Fatti salvi i casi di più grave reato, chi viola le norme del decreto di cui al presente comma è punito con la reclusione da uno a cinque anni».

3.44

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI, SERRA

Precluso

Al comma 43, dopo le parole: «dei relativi elenchi.» aggiungere in fine le parole: «È requisito ostativo all'iscrizione all'associazione, aver riportato condanne per reati di violenza o per il compimento di atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

3.45

MARITATI, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 43, dopo le parole: «dei relativi elenchi.» aggiungere in fine le parole: «L'iscrizione nell'elenco non comporta per gli associati il conferimento di pubbliche funzioni e non può consentire ad essi di operare limitazione alcuna della libertà personale».

3.46

CASSON, BIANCO, ADAMO, BASTICO, CAROFIGLIO, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, INCOSTANTE, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Al comma 43, dopo le parole: «dei relativi elenchi.» aggiungere in fine le seguenti: «, di cancellazione da essi e di revoca dell'iscrizione».

3.215

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Dopo il comma 43 inserire il seguente:

        «43-bis. Non possono in ogni caso far parte delle associazioni di cui al comma 40 persone che abbiano riportato condanne penali. Alle associazioni predette ed ai loro componenti non è mai consentito operare limitazioni della libertà personale né procedere alla identificazione o alla perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto. Le associazioni ed i rispettivi componenti non possono avere né natura né finalità di ordine politico e ad esse è vietato esibire segni distintivi di carattere politico. Il decreto ministeriale di cui al comma 43 regola altresì i casi di cancellazione e radiazione dall'elenco di cui al comma 41».

3.47

INCOSTANTE, ADAMO, BASTICO, BIANCO, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DE SENA, DELLA MONICA, GALPERTI, LATORRE, MARINO MAURO MARIA, MARITATI, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Sopprimere il comma 44.

3.216

BELISARIO

Precluso

Dopo il comma 44, inserire il seguente:

        «44-bis. All'articolo 173 del Codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) dopo il comma 2, è inserito il seguente:

        "2-bis. È vietato al conducente di fumare durante la marcia";

            b) al comma 3-bis, le parole: "disposizioni di cui al comma 2" sono sostituite dalle seguenti: "disposizioni di cui ai commi 2 e 2-bis";

            c) la rubrica è sostituita dalla seguente: "Uso di lenti, di determinati apparecchi o di articoli da fumo durante la guida"».

3.48

LUMIA, CASSON, CAROFIGLIO, DE SENA, BIANCO, INCOSTANTE, LATORRE, MARITATI, CHIURAZZI, D'AMBROSIO, DELLA MONICA, GALPERTI, ADAMO, BASTICO, CECCANTI, MARINO MAURO MARIA, PROCACCI, SANNA, VITALI

Precluso

Dopo il comma 47 aggiungere il seguente:

        «47-bis. I beni mobili iscritti in pubblici registri, le navi, le imbarcazioni, i natanti e gli aeromobili sequestrati nel corso di operazioni di polizia giudiziaria relative a taluno dei delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale possono essere affidati dall'autorità giudiziaria procedente in custodia giudiziale agli organi di polizia che ne facciano richiesta per l'impiego in attività di polizia giudiziaria nella medesima materia; se vi ostano esigenze processuali, l'autorità giudiziaria rigetta l'istanza con decreto motivato. Se risulta che i beni appartengono a terzi, i proprietari sono convocati dall'autorità giudiziaria procedente per svolgere, anche con l'assistenza di un difensore, le loro deduzioni e per chiedere l'acquisizione di elementi utili ai fini della restituzione. Si applicano, in quanto compatibili, le norme del codice di procedura penale. Gli oneri relativi alla gestione dei beni e all'assicurazione obbligatoria dei veicoli, dei natanti e degli aeromobili sono a carico dell'ufficio o comando usuario».

3.0.200

PORETTI, PERDUCA, BONINO

Precluso

Dopo l'articolo 3,aggiungere il seguente:

«Art. 3-bis.

(Visione del sistema delle pene accessorie)

        1. All'articolo 28 del codice penale è aggiunto, infine, il seguente comma:

        "L'interdizione dai pubblici uffici non preclude lo svolgimento presso amministrazioni pubbliche di semplici mansioni d'ordine, nonché la prestazione d'opera meramente materiale, non trattandosi di attività di pubblico servizio".

        2. L'articolo 32 del codice penale è abrogato.

        3. I commi 1 e 2 dell'articolo 85 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, sono abrogati».

ORDINI DEL GIORNO

G3.100

D'ALIA

Precluso

Il Senato,

        premesso che:

            il disegno di legge in argomento ai commi da 40 a 44 dell'articolo 3, che corrispondono all'articolo 52 del testo approvato dal Senato, pressoché interamente riformulato dalla Camera dei deputati, prevedono che i sindaci, previa intesa con il prefetto, possano avvalersi della collaborazione di associazioni volontarie di cittadini non armati (le cosiddette ronde) al fine di contribuire al presidio del territorio, segnalando alle forze di polizia dello Stato o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale;

            il testo così approvato dalla Camera dei deputati ripropone (nei commi da 40 a 43) i contenuti dell'articolo 6, commi da 3 a 6 del decreto-legge n. 11 del 2009 (cosiddetto decreto «anti-stalking»), soppressi nell'iter di conversione del decreto-legge stesso e che, a sua volta, riprendeva - modificandoli - i contenuti di una disposizione del disegno di legge in materia di sicurezza (articolo 46 dell'A.S. 733-A e articolo 52 dell'A.C. 2180);

            come disposto dal comma 41, le associazioni devono essere iscritte in un apposito elenco, la cui tenuta è a cura del prefetto. Il successivo comma 43 demanda a un decreto del Ministro dell'interno, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, la determinazione dei requisiti necessari per l'iscrizione nell'elenco, le relative modalità di tenuta, nonché la definizione degli ambiti operativi in cui si sostanzierà l'attività delle associazioni;

            un requisito è peraltro direttamente sancito dal successivo comma 42, che consente l'iscrizione delle associazioni (diverse da quelle costituite da appartenenti in congedo a forze dell'ordine, ecc.) solo se non siano destinatarie di risorse a carico della finanza pubblica;

            il comma 44, infine, prevede che all'istituzione e alla tenuta dell'elenco di cui al comma 41 si provveda con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato;

        considerato che:

            autorizzare le ronde, senza dare mezzi e risorse alle forze dell'ordine e speculando esclusivamente sulle emozioni, significa alimentare un sentimento generalizzato di confusione e di paura nella collettività, oltre a certificare l'impotenza dello Stato che abdica, in tal modo, alla sua imprescindibile ed esclusiva funzione di garanzia della sicurezza pubblica. Si fa fatica a immaginare che uno strumento extra-istituzionale come le ronde possa rappresentare una soluzione e soprattutto un fatto positivo per la cultura della legalità nel nostro Paese. Bisogna chiedersi se la sicurezza non possa essere garantita con politiche più complessive, sociali, urbanistiche, di prevenzione, piuttosto che con soluzioni tampone;

        evidenziato che:

            i commi da 40 a 44 dell'articolo 3 del disegno di legge in argomento andrebbero soppressi, tuttavia,

        impegna il Governo:

            nel varo dei decreti ministeriali - che dovranno rispettivamente determinare i requisiti necessari per l'iscrizione nell'elenco e definire la natura delle associazioni che svolgeranno compiti di vigilanza ausiliaria - a prevedere che tali associazioni siano costituite unicamente da personale in congedo appartenente alle forze dell'ordine, quali la polizia locale e statale, i Carabinieri, ecc. e non da cittadini scelti a caso, poco competenti o addirittura fanatici ed esaltati che recherebbero solo danni al paese e nessuna sicurezza.

G3.101

GIAMBRONE

Precluso

Il Senato,

        premesso che:

            la legge 15 maggio 1997, n. 127, recante «Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo», al comma 6 dell'articolo 3, rubricato «Disposizioni in materia di dichiarazioni sostitutive e di semplificazione delle domande di ammissione agli impieghi», dispone che la partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche amministrazioni non è soggetta a limiti di età, salvo deroghe dettate da regolamenti delle singole amministrazioni connesse alla natura del servizio o ad oggettive necessità dell'amministrazione;

            il decreto del Ministro dell'Interno del 6 aprile 1999, n. 115, «Regolamento recante norme per l'individuazione dei limiti d'età per la partecipazione ai concorsi pubblici di accesso ai ruoli del personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia» prevede, nell'ambito del concorso per Commissario di Polizia di Stato, tra i vari requisiti, una età non superiore ai trentadue anni;

            il regolamento di cui al decreto n. 115 del 1999, è stato adottato in quanto il Ministro pro tempore ha ritenuto di dover prevedere, per la partecipazione ai concorsi pubblici di accesso ai ruoli del personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia, limiti di età «funzionali alla peculiarità del servizio prestato dal suddetto personale»;

        in particolare:

            l'articolo 3, con riferimento alla partecipazione al concorso pubblico per la nomina a vice commissario di Polizia in prova (ora Commissario, ndr) prevede che la stessa sia soggetta al limite massimo di età di anni trentadue, mentre non è soggetta a limiti di età la partecipazione al concorso degli appartenenti ai ruoli degli agenti ed assistenti e dei sovrintendenti in possesso dei prescritti requisiti, con almeno tre anni di anzianità alla data del bando, nonché degli appartenenti al ruolo degli ispettori in possesso dei prescritti requisiti. Per gli appartenenti ai ruoli dell'Amministrazione civile dell'Interno il limite massimo di età di cui al primo comma è elevato ad anni quaranta;

            all'articolo 5, con riferimento alle elevazioni del limite di età, il citato decreto ministeriale prevede che ai concorsi pubblici per l'accesso ai ruoli del personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia non si applicano elevazioni dei limiti massimi di età per la partecipazione ai concorsi, non contemplate dal regolamento;

        considerato, inoltre, che:

            il limite d'età fissato dal bando di concorso per commissari è di trentadue anni, e che tale limite, secondo quanto prevede il regolamento, dovrebbe essere «funzionale alla peculiarità del servizio prestato», ovvero al cosiddetto «servizio di polizia», che ricomprende una varietà di servizi connessi alla titolarità delle qualifiche di agenti/ufficiali di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza, attribuite tanto agli appartenenti al Corpo della Polizia di Stato, quanto agli appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza e dell'Arma dei Carabinieri;

            che la normativa di settore ha stabilito l'omogeneizzazione dei Corpi di Polizia (Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri) appartenenti allo stesso «comparto» (quello Sicurezza), tutti impegnati sugli stessi fronti nel contrasto alla criminalità organizzata e nel mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica, sia a livello di distinte Amministrazioni sia a livello di organismi interforze quali:

            la Direzione Investigativa Antimafia, organismo investigativo specializzato, a composizione interforze, che consta di personale sia della Polizia di Stato sia della Guardia di Finanza sia dei Carabinieri, in misura paritaria di un terzo per ciascuno dei tre corpi di polizia anzidetti;

            la Direzione Centrale Servizi Antidroga (organismo dipendente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza);

            il Servizio Centrale di Protezione (organismo dipendente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza);

            la Divisione S.I.Re.N.E. (acronimo di Supplementary Information Request at the National Entry), anche questo organismo dipendente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza;

            l'Interpol e l'Europol;

            un soggetto appartenente al Corpo della Guardia di finanza o all'Arma dei carabinieri dovrebbe trovarsi, con tutta evidenza, nella medesima posizione giuridica di un appartenente al Corpo della polizia di Stato;

        impegna il Governo:

            a valutare l'opportunità di intervenire anche con provvedimenti modificativi al decreto ministeriale 6 aprile 1999, n. 115, nella parte in cui non prevede che gli appartenenti ai corrispondenti ruoli «agenti», «assistenti», «sovrintendenti» ed «ispettori» del Corpo della guardia di finanza e dell'Arma dei carabinieri, possano usufruire - fermo restando il possesso di tutti gli altri requisiti previsti - dell'abbattimento del limite d'età previsto per i pari-ruolo del Corpo della polizia di Stato per la partecipazione al concorso pubblico per Commissario della polizia di Stato, anche al fine di evitare che la fissazione di un limite di età, senza comportare onere alcuno, si traduca, paradossalmente, in un requisito non funzionale alla peculiarità del servizio prestato.

G3.102

PORETTI, PERDUCA

Precluso

Il Senato,

        premesso che:

            nel 1991 il Consiglio europeo ha deciso, con delibera 91/396/CEE, che entro la fine del 1996 il numero 112 dovesse essere adottato da tutti gli Stati membri come Numero Unico Europeo (Nue) per qualsiasi emergenza in ogni Paese. La direttiva 2002/22/CEE prevedeva poi come gli Stati dovevano istituire il Numero Unico Europeo 112 con funzione di localizzazione del chiamante;

            in Italia nel 2003 viene istituito un gruppo di lavoro presso il Ministero dell'Innovazione Tecnologica con successivo mandato affidato nel 2005 ad Innovazione Italia Spa con il compito di una cosiddetta «prima sperimentazione» a Palermo, Salerno e Catanzaro con uno stanziamento di 9 milioni di euro nell'ambito dei finanziamenti delle Regioni Obiettivo 1) e poi per ragioni economiche la sperimentazione fu limitata solo a Salerno e risultata fallimentare;

            nel 2006 la Commissione Europea mette in mora il Governo Italiano per mancata attuazione del Nue 112 e la mancata messa a disposizione agli enti di soccorso della localizzazione delle chiamate. Nel 2007 l'Italia viene deferita alla Corte di Giustizia Europea;

            il 22 gennaio 2008 con un decreto del Governo si prevede l'unificazione di 112 e 113, attualmente serviti dalle Centrali Operative di Carabinieri e Polizia di Stato, lasciando fuori dalla programmazione i numeri 115 e 118;

            il 15 gennaio 2009 la settima sezione della Corte di Giustizia europea condanna l'Italia per inadempienza della direttiva 2002/22/CE sull'istituzione del numero di emergenza unico europeo;

        considerato inoltre che:

            i cittadini italiani come anche i turisti, dovrebbero sapere al momento del bisogno se le proprie richieste urgenti d'aiuto, di assistenza, di intervento, vanno rivolte ai Carabinieri (112) piuttosto che alla Polizia (113), o alla Guardia di Finanza (117), al Corpo forestale (1515), al soccorso sanitario (118), ai Vigili del Fuoco (115), alla Guardia Costiera, ai telefoni della Polizia municipale di uno degli 8.101 Comuni italiani, o della Polizia provinciale di una delle 107 province;

            la questione più urgente da risolvere è di permettere la rintracciabilità delle chiamate come previsto dalla Direttiva 2002/22, il mancato rispetto può comportare sanzioni e multe onerose per lo Stato italiano,

        impegna il Governo:

            ad attivare il 112 come numero unico europeo per le emergenze.

G3.103

LI GOTTI, BELISARIO, PARDI, GIAMBRONE, CARLINO, ASTORE, BUGNANO, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, LANNUTTI, MASCITELLI, PEDICA, RUSSO

Precluso

Il Senato,

        in sede di esame del disegno di legge 733-B recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica, con particolare riferimento all'articolo 3, comma 47, che interviene sull'articolo 193 del Codice della strada, di cui al decreto legislativo n. 285 del 1992, stabilendo che, salvo che debba essere disposta la confisca penale ai sensi dell'articolo 240 del codice penale, se un veicolo circola con documenti assicurativi falsi o contraffatti intestati al conducente, ed è dunque sprovvisto di copertura assicurativa, deve essere sempre disposta la confisca amministrativa del mezzo, ai sensi dell'articolo 213 del codice della strada;

            il citato comma 47 prevede altresì che nei confronti di colui che abbia falsificato o contraffatto i documenti assicurativi è sempre disposta la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per un anno;

        considerato che:

            recentemente vari organi di stampa hanno dato risalto all'asserito aumento degli episodi di conduzione di mezzi a motore in difetto della obbligatoria copertura assicurativa. Addirittura, nel comune di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, sarebbero risultate circolare senza copertura assicurativa, ovvero con la periodica revisione scaduta non comuni autoveicoli, bensì tre autoambulanze ed una automedica di proprietà di alcune aziende private locali;

            il fenomeno della contraffazione di certificati assicurativi di automobili e ciclomotori è in preoccupante crescita su tutto il territorio nazionale, come indicano anche i dati recentemente diffusi dall'Associazione Nazionale Vigili Urbani (Anvu) secondo cui parte rilevante delle autovetture poste sotto sequestro per mancanza della copertura assicurativa obbligatoria, ad una più attenta verifica, presenti in realtà un tagliando assicurativo non autentico;

            il problema della copertura assicurativa irregolare dei veicoli circolanti, fra i quali rientrano anche i casi di falsificazione dei certificati, non solo è locale, ma si pone a livello nazionale, riguardando circa centomila veicoli l'anno fermati, con un incremento oscillante tra l'otto e il dodici per cento. Accanto a falsari di professione, si diffonde l'utilizzo di semplici scanner e stampanti, mentre una quota del mercato del falso proverrebbe anche da paesi esteri in cui sarebbe possibile acquistare prestampati apparentemente identici agli originali tagliandi assicurativi;

            il fenomeno sarebbe in crescita non solo per effetto della crisi economica in corso ma anche per il permanere dei costi elevatissimi delle polizze, che non di rado superano i duemila euro annui per i veicoli e in alcune zone del paese superano lo stesso valore di mercato dei ciclomotori assicurati;

            la sanzione amministrativa prevista dall'articolo 193 del codice della strada, da 779 a 3.119 euro, risulta non sufficientemente dissuasiva in quanto nettamente inferiore alla somma risparmiata per effetto dell'acquisto di un tagliando falso (il cui costo sarebbe comunque sotto i cento euro) o per il mancato rinnovo della polizza nei tempi prescritti;

            le compagnie assicurative, alle quali è segnalata la contraffazione, non sporgono spesso denuncia contro l'utilizzatore di tagliando falso o alterato;

            l'aspetto più preoccupante di tale situazione è che la mancanza di copertura assicurativa o la consapevolezza di esporre un tagliando non autentico induce molti soggetti, in caso di incidente, alla omissione di soccorso;

        impegna il governo:

            ad adottare ogni iniziativa utile al fine di fronteggiare il fenomeno di cui in premessa, assicurando, in particolare, il coordinamento delle forze dell'ordine con le regioni e gli enti locali ai fini della intensificazione dei controlli anticontraffazione e del maggior utilizzo dei gabinetti scientifici, alcuni dei quali già operanti in città dell'Italia settentrionale, meglio attrezzati per individuare rapidamente e con certezza la falsa documentazione;

            ad assumere ogni iniziativa utile, nei confronti delle compagnie assicurative, sia con riferimento al costo eccessivo delle polizze, sia con riferimento al mancato intervento in giudizio contro i falsificatori, nonché con riferimento alla possibilità di utilizzo di un modello di certificato unico, eventualmente stampato dall'Istituto Poligrafico della Zecca dello Stato, al fine di agevolare il riconoscimento dei certificati falsi.

G3.104

PERDUCA, PORETTI, VITA

Precluso

Il Senato,

        premesso che:

            nel corso dell'esame alla Camera dei deputati è stato soppresso l'articolo 60 del disegno di legge in esame relativo alla repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecite compiuta a mezzo internet;

            l'ex articolo 60, ora soppresso, aveva ad oggetto il problema del controllo dei contenuti immessi sulla rete Internet. La disposizione era finalizzata alla repressione delle diverse forme di istigazione a delinquere o di apologia di reato in via telematica mediante l'uso della rete internet. In particolare si dava al Ministro dell'interno il potere di emettere un decreto che, allo scopo di interrompere l'attività illecita, imponesse agli Internet access Providers (ovvero i fornitori di connettività alla rete internet) l'obbligo di utilizzare appositi strumenti di filtraggio (le cui caratteristiche tecniche dovevano essere definite da un decreto interministeriale da adottare entro 60 giorni dall'entrata in vigore del disegno di legge);

            dalla formulazione della norma sembrava che l'intervento dei Providers non fosse richiesto preventivamente (questi ultimi non sembravano, cioè, obbligati a filtrare in anticipo i contenuti web cui forniscono accesso agli utenti) bensì solo a posteriori, ovvero dopo l'emissione del decreto ministeriale e presupponeva che, successivamente alla segnalazione, il gestore del sito, del blog, ecc. non intervenisse spontaneamente per rimuovere il contenuto illecito;

        premesso che:

            il rappresentante sulla libertà dei media dell'OSCE, Miklos Haraszti, in un invito rivolto al Presidente del Consiglio dei ministri, al Presidente del Senato ed al Ministro della giustizia, ha sottolineato come la normativa prevista nell'articolo 60 non rispettava gli standard internazionali sulla libertà dei media;

            l'articolo 60, infatti, così come formulato, non prevedeva alcuna eccezione per i casi In cui l'informazione fosse di interesse nazionale, né distingueva tra coloro che lasciavano filtrare informazioni o le pubblicavano;

            tale disposizione è stata giudicata troppo restrittiva e lesiva del diritto all'informazione e della libertà di informazione dei provider di internet e dei media considerato che il «passaggio» di informazioni non dovrebbe essere oggetto di sanzione se compiuto in «buona fede» ovvero nel pubblico interesse;

        considerato che:

            il 5 maggio 2007 la Commissione europea ha presentato la comunicazione «Verso una politica generale di lotta contro la cibercriminalità» (COM(2007) 267). La comunicazione intende affrontare il tema dello sviluppo di sistemi investigativi relativi alla «cibercriminalità» intendendo con tale termine «gli atti criminali commessi contro reti di comunicazioni elettroniche e sistemi di informazione o avvalendosi di tali reti e sistemi». Il documento specifica pertanto che il termine «cibercriminalità» indica tre categorie di attività criminali che hanno il denominatore comune di poter essere commessi su larga scala producendo effetti a grande distanza e di richiedere analoghi metodi e tecniche di indagine:

                a) i reati tradizionali commessi servendosi di reti di comunicazioni elettroniche e sistemi di informazione;

                b) la pubblicazione sul web di contenuti illegali (materiale pedopornografico o incitamento all'odio razziale);

                c) i reati propri alle reti elettroniche, ossia gli attacchi contro i sistemi di informazione, il denial of service e la pirateria;

            per quanto riguarda i contenuti illegali la comunicazione il documento constatando l'aumento in Europa del numero di siti internet che diffondono materiale pedopornografico, incitano ad atti terroristici ed esaltano la violenza, il terrorismo, il razzismo e la xenofobia, osserva che la lotta contro tale fenomeno è estremamente difficile, poiché spesso i proprietari e i gestori dei siti si trovano in paesi diversi da quello considerato, in molti casi al di fuori dell'Unione europea; inoltre, i siti possono essere spostati molto velocemente, anche all'esterno dell'VE, e la definizione di illegalità varia notevolmente da uno Stato all'altro;

            al fine di una efficace attività di contrasto la Commissione europea intende pertanto, avviare e promuovere il dialogo tra gli Stati membri e con i paesi terzi sulle tecniche di lotta contro i contenuti illegali e sulle procedure per chiudere siti internet illegali, anche in vista dell'eventuale conclusione di accordi formali con altri paesi; invitare gli Stati membri a stanziare risorse finanziarie sufficienti per rafforzare il lavoro degli organi di contrasto; avviare e sostenere azioni di lotta contro i contenuti illegali che possono incitare i minori ad adottare comportamenti violenti o gravemente illegali; concludere accordi volontari e convenzioni a livello dell'UE tra autorità pubbliche e operatori privati, sulle procedure per bloccare e chiudere i siti internet illegali;

            il Consiglio giustizia e affari interni del 24 ottobre 2008 ha adottato conclusioni in materia di cibercriminalità nelle quali, tra le altre cose, invita Europol ad istituire ed ospitare una piattaforma europea di lotta alla criminalità in rete che costituisca il punto di convergenza delle varie piattaforme nazionali, al fine di un più efficace scambio di informazioni in materia;

            il Consiglio giustizia e affari interni del 27 novembre 2008 ha concordato una strategia di lavoro per la lotta alla cibercriminalità nella quale individua le misure a breve e medio termine che la Commissione europea e gli Stati membri dovranno adottare in materia, con il coinvolgimento del settore privato;

            il 17 febbraio 2009 la Commissione libertà civili giustizia e affari interni del Parlamento europeo ha approvato una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio sul rafforzamento della sicurezza e delle libertà fondamentali su internet, in vista dell'esame in plenaria previsto per il 24 marzo 2009. Scopo del documento è sollecitare la ricerca di un equilibrio tra la lotta alla cibercriminalità e i diritti dei fruitori di internet: libertà di associazione ed espressione, non discriminazione;

            per quanto riguarda il tema della lotta alla cibercriminalità, il documento, partendo dalla considerazione che internet, grazie alla libertà che offre, è stato anche utilizzato come piattaforma per lanciare messaggi violenti e antidemocratici, incitando ad esempio a compiere attacchi terroristici, e che più in generale le minacce della cibercriminalità sono aumentate a livello mondiale e mettono in pericolo gli individui (bambini compresi) e le reti, sottolinea la necessità che tali crimini siano combattuti con efficacia e determinazione, senza alterare la natura fondamentalmente libera ed aperta di Internet. A tal fine il documento ritiene opportuno:

                a) invitare la Presidenza del Consiglio e la Commissione a riflettere su una strategia globale di lotta contro la cibercriminalità, compresi i modi di affrontare la questione del «furto di identità» a livello UE;

                b) incoraggiare la riflessione sulla cooperazione necessaria fra gli esponenti del settore pubblico e privato in proposito e sul rafforzamento della cooperazione ai fini dell'applicazione della legge;

                c) proseguire i lavori intrapresi nell'ambito del progetto «Check the web» e promuovere azioni volte a migliorare la circolazione delle informazioni sulla cibercriminalità, come le recenti iniziative per la creazione di piattaforme nazionali di allarme e di una piattaforma di allarme europea per segnalare i reati commessi su internet, purché sussistano le garanzie necessarie;

                d) procedere all'adozione della direttiva sulle misure penali finalizzate al rispetto dei diritti di proprietà intellettuale;

                e) garantire che l'espressione di convinzioni politiche controverse attraverso internet, anche in relazione al terrorismo, non siano soggette a procedimento penale;

        impegna il Governo:

            ad affrontare questa delicata ed attuale tematica alla luce dei lavori, delle problematiche e delle finalità emerse in sede di istituzioni dell'Unione europea, in collaborazione con le stesse istituzioni ed organismi dell'Unione europea, nella consapevolezza che si tratta di «un problema globale» e che come tale deve essere affrontato;

            ad avvalersi della comunità scientifica, delle università e degli enti di ricerca in un quadro internazionale al fine di realizzare soluzioni condivise, alla ricerca - come auspicato dalla Commissione libertà civili giustizia e affari interni del Parlamento europeo - di un difficile equilibrio tra la libertà di espressione di «internet» e la tutela dei fruitori della stessa, nel complesso tentativo di comporre i diritti ed i doveri di entrambe le parti.

INTERROGAZIONI

Interrogazione sulla liberalizzazione del mercato del gas

(3-00154) (17 luglio 2008)

VILLARI, ZANDA, PROCACCI, FOLLINI, DE CASTRO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:

            il mercato energetico è in un momento complesso e di grandi cambiamenti: il caro-petrolio colpisce duramente i costi energetici e le bollette di tutti i consumatori;

            l'Autorità per l'energia elettrica e il gas è un'autorità con funzioni di regolazione e di controllo dei settori dell'energia elettrica e del gas con la finalità di garantire la promozione della concorrenza e dell'efficienza nei mercati in questione, salvaguardando quindi gli interessi dei cittadini-consumatori, nonché di assicurare adeguati livelli di qualità dei servizi;

            l'Autorità, per poter svolgere appieno la propria funzione, deve essere realmente indipendente;

            le Commissioni riunite V (Bilancio e tesoro) e VI (Finanze) della Camera dei deputati hanno approvato un emendamento al decreto-legge n. 112 del 2008, proposto dalla Lega Nord, che prevede l'azzeramento dei vertici dell'Autorità;

            la scorsa settimana, nella sua relazione, il Presidente dell'Autorità ha rilevato l'assenza di un vero mercato energetico e aveva fortemente criticato il provvedimento denominato Robin Tax;

            il Ministro dello sviluppo economico ha replicato ai rilievi sollevati dal presidente Alessandro Ortis invitandolo a rispettare il proprio ruolo;

        considerato che:

            la regolamentazione del mercato del gas è un argomento all'ordine del giorno anche nell'Unione europea;

            la Commissione si era espressa a favore di un completo «unbundling proprietario»;

            il Consiglio dei Ministri europei dell'energia ha raggiunto un accordo che pur esplicitando la preferenza per l'«unbundling proprietario» e non escludendo il ricorso a «gestori di sistema indipendenti», prevede anche la possibilità per le aziende integrate verticalmente di non vendere la proprietà della rete e di ricorrere a un «gestore di trasmissione indipendente» interno all'azienda stessa ma totalmente separato a livello contabile e societario;

            il Parlamento europeo, in data 9 luglio 2008, ha approvato una risoluzione nella quale chiede di separare la proprietà delle attività di produzione dalla proprietà delle attività di distribuzione del gas o di affidare la rete ad un gestore di trasmissione indipendente, interno all'impresa ma totalmente separato a livello contabile e societario;

            l'iter legislativo europeo di codecisione prevede una nuova pronuncia del Consiglio dei Ministri e quindi del rappresentante del nostro Governo,

        si chiede di conoscere:

            la posizione definitiva che il Governo intende assumere a livello nazionale e rappresentare in sede di Consiglio dei Ministri europeo sulla liberalizzazione del mercato del gas;

            le motivazioni che hanno spinto la maggioranza di Governo ad approvare un emendamento che indebolisce l'Autorità in piena emergenza energetica, operando così in senso contrario ad una reale apertura del mercato.

Interrogazione sulla rete di distribuzione di gas metano nelle autostrade italiane

(3-00766) (25 maggio 2009)

STRADIOTTO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:

            vi è l'esigenza di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili di combattere l'inquinamento atmosferico e di incentivare l'innovazione nel settore dei trasporti, della mobilità e della logistica, nonché di rispettare gli obblighi derivanti dal Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni di CO2;

            in Italia i gas per autotrazione, sia GPL che metano, vantano un'importante tradizione. I benefici ambientali ottenuti nel corso degli anni nell'abbattimento delle emissioni inquinanti hanno spinto sia vari Governi che le amministrazioni locali a prendere provvedimenti a loro favore;

            solitamente si è incentivata la politica delle trasformazioni e/o dell'acquisto di veicoli a gas (GPL e metano) e dell'esclusione degli stessi dai piani di limitazione alla circolazione;

            la presenza di distributori di gas metano, in particolare nella rete autostradale, è assolutamente inadeguata rispetto al parco auto a gas metano ed in alcuni casi inesistente, rappresentando per molti un disincentivo all'acquisto o alla trasformazione della propria auto;

            considerato che la presenza dei distributori di metano sulla rete autostradale è talmente carente che nelle regioni Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna non esistono; nel Veneto è presente un solo distributore (Padova), in Lombardia solo due, in Toscana solo tre, nel Lazio cinque ed, infine, in Emilia Romagna sei,

        l'interrogante chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda attivare affinché gli enti competenti provvedano ad un potenziamento della presenza di distributori di gas metano nella rete autostradale.

Interrogazione sui fondi della Banca europea degli investimenti alle piccole e medie imprese

(3-00544) (12 febbraio 2009)

FIORONI, SANGALLI, BUBBICO, ARMATO, GARRAFFA, GRANAIOLA, SBARBATI, TOMASELLI, BERTUZZI, DI GIOVAN PAOLO, GHEDINI, GIARETTA, ROSSI Paolo. - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

            la Banca europea degli investimenti (BEI), tra le misure straordinarie adottate per fronteggiare gli effetti della crisi finanziaria, ha stanziato 30 miliardi di euro da destinare al sostegno delle piccole e medie imprese (PMI), di cui 12 milioni di euro nel 2009 e i restanti nei successivi due anni;

            la BEI, secondo quanto annunciato, dovrebbe suddividere i fondi in maniera equilibrata tra gli Stati Membri, tenendo conto del peso di ciascun Paese in termini di PMI e del concreto bisogno di credito;

        considerato che:

            la BEI, secondo notizie raccolte, non trasferirà tali fondi direttamente alle PMI ma alle banche che soddisfano taluni requisiti, tra cui quello della capacità di gestire trasferimenti di almeno 100 milioni di euro, e pertanto con rating molto elevato;

            le banche individuate sulla base dei predetti requisiti dovrebbero dimostrarsi disposte ad accettare margini di guadagno inferiori, al fine di concedere credito alle PMI ad un tasso di interesse ridotto;

            rilevato che il Governo, in considerazione della crisi economica e finanziaria in atto, non ha finora adottato concrete misure a sostegno delle imprese artigiane e delle PMI, pur avendo annunciato più volte tale intenzione,

        si chiede di sapere:

            quali iniziative il Governo abbia posto in essere o intenda adottare per accertarsi che l'Italia, tra i Paesi comunitari a più alta densità di artigianato e di PMI, possa beneficiare di una significativa tranche dei fondi stanziati dalla BEI necessari a fronteggiare gli effetti della crisi finanziaria nel Paese;

            quali iniziative intenda adottare al fine di garantire che le suddette risorse comunitarie raggiungano esclusivamente le imprese artigiane e le PMI con maggiore necessità di accesso al credito;

            quali iniziative intenda adottare per consentire anche alle banche popolari e quelle di credito cooperativo, estranee alle cause e agli effetti della crisi finanziaria in atto e con rating inferiori e minore capacità di gestione di trasferimenti elevati, di avere un ruolo effettivo nella ripartizione delle risorse della BEI a favore delle imprese artigiane e alle PMI.

Interrogazione sulla manutenzione di opere stradali della rete ANAS

(3-00661) (01 aprile 2009)

BERSELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

(3-00661) (1 aprile 2009)

        BERSELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - L'interrogante chiede di sapere:

            quale sia il grado di osservanza e di attuazione da parte dei vari Compartimenti alla viabilità dell'ANAS della circolare ministeriale n. 6736 del 19 luglio 1967 e successiva legislazione in materia, circa la formazione e la tenuta di archivi e la sorveglianza delle opere stradali ricadenti nei circa 20.000 chilometri di strade di pertinenza di ANAS S.p.A.;

            quale sia lo «stato di salute» dei circa 5.000 ponti ricadenti in detta rete stradale e di conseguenza la loro maggiore vulnerabilità nei confronti di azioni di natura antropica (basti pensare al crescente volume di traffico negli ultimi 50 anni ed all'aumento dei carichi) e naturali (fisico/chimiche sui materiali e sismiche). A seguito dell'entrata in vigore dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 2003 e delle disposizioni attuative di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, Dipartimento della Protezione civile 21 ottobre 2003, tali opere sono oggi classificate di interesse strategico di competenza statale e la loro funzionalità, durante eventi sismici, assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile.

Interrogazioni sulla riduzione di una rilevante commessa da parte di Trenitalia e conseguenti ricadute nell'indotto

(3-00506) (03 febbraio 2009)

VICECONTE, LATRONICO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

            Trenitalia negli scorsi anni ha assegnato ad un consorzio di imprese, tra le quali la Ferrosud di Jesce nella provincia di Matera, una commessa per la trasformazione di 901 carrozze a scomparti in nuove «eurocity» ad ambiente unico per un investimento complessivo di circa 320 milioni di euro;

            alla Ferrosud sarebbe toccata la lavorazione di quasi 200 carrozze;

        considerato che:

            nel dicembre 2008 Trenitalia ha annunziato un ridimensionamento degli investimenti;

            la decisione di Trenitalia produrrebbe immediate conseguenze sulle imprese appaltatrici e sulle maestranze;

            in seguito a detto ridimensionamento la Ferrosud potrebbe non poter ottemperare agli impegni presi con i fornitori e una parte dei lavoratori potrebbe essere collocata in cassa integrazione,

        gli interroganti chiedono di sapere se il Ministro in indirizzo, per quanto di propria competenza, sia a conoscenza della situazione sopra descritta e, in caso affermativo, se intenda intraprendere iniziative, nei modi e con i mezzi che riterrà più opportuni, al fine di garantire il futuro produttivo e occupazionale dell'area interessata dalla crisi.

(3-00540) (11 febbraio 2009)

ANDRIA, MORANDO, ARMATO, CARLONI, CHIAROMONTE, DE LUCA, FOLLINI, INCOSTANTE, MUSI. - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'economia e delle finanze e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Premesso che:

            le industrie italiane di materiale rotabile sono da tempo al centro di una grave crisi economica determinata dalla mancanza di nuove commesse da parte delle aziende impegnate nel settore ed in particolare da parte di Trenitalia SpA;

            di particolare gravità si presenta la situazione dei siti produttivi del Raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) capeggiato dalla mandataria Ansaldobreda SpA, soprattutto a seguito del recesso da parte di Trenitalia dal contratto di ristrutturazione e di revisione di carrozze per treni intercity già affidato al suddetto raggruppamento di imprese;

            il raggruppamento RTI comprende aziende operanti sull'intero territorio nazionale come la Ansaldobreda di Palermo, la Ferrosud di Matera, la Fervet di Castelfranco Veneto (Treviso), la Keller di Villacidro Cagliari e Carini (Palermo), la Magliola di Santhià (Vicenza);

            altrettanto numerose sono le aziende presenti su tutto il territorio nazionale che operano nell«indotto tra cui la Decotrain di Ferrara e la Comatev di Napoli, la Saira, Far System (Gruppo TOSOS) di Verona e di Avellino, la ATI Coplas-Atecnology di Firenze e di Avellino, ATI Izzo-Fisa-Imet di Napoli e Verona, la Sacme di Milano, la ATI Siarcoltelco di Pomezia e Milano, la RGM di Genova;

            Trenitalia ha previsto una drastica riduzione della commessa relativa al cosiddetto revamping; in particolare, le lavorazioni affidate al RTI sono passate da 901 a 450 carrozze;

            la decisione assunta da Trenitalia sta determinando gravi ricadute in termini produttivi ed occupazionali per tutte le aziende appartenenti al RTI, nonché a quelle ad esso collegate; solo per il triennio 2009-2011, si prevede una riduzione di circa due milioni di ore di lavoro presso gli stabilimenti del suddetto raggruppamento di imprese;

            l'impatto in termini occupazionali si estende anche alle numerose imprese dell'indotto, molte delle quali si vedranno costrette a chiudere o ad operare forti ridimensionamenti;

            il ricorso al licenziamento o alla cassa integrazione sta comportando gravi conseguenze sotto il profilo sia economico che socio-occupazionale, anche in considerazione del fatto che molte delle aziende coinvolte sono concentrate in regioni del Mezzogiorno dove la crisi occupazionale ha raggiunto negli ultimi tempi livelli tali da non lasciare spazio a nessuna ipotesi di ricollocamento dei lavoratori licenziati,

        si chiede di sapere:

            quali siano le valutazioni dei Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di propria competenza, in merito alla decisione assunta da Trenitalia;

            se non si ritenga opportuno intervenire presso la stessa azienda affinché possa riconsiderare la decisione di ridimensionare la commessa di revanping di 901 carrozze per il trasporto passeggeri già affidata al RTI capeggiato dalla mandataria Ansaldobreda;

            quali urgenti misure si intenda adottare per far fronte alle gravi ripercussioni economiche ed occupazionali che la decisione assunta da Trenitalia sta già producendo nei confronti dei lavoratori impiegati nelle aziende coinvolte;

            se si ritenga opportuno, in sede di definizione delle modalità e dei criteri di erogazione delle risorse previste all'articolo 25, comma 1, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, istitutivo del fondo per gli investimenti del Gruppo delle Ferrovie dello Stato SpA, prevedere una riserva di risorse da destinare al sostegno delle aziende operanti nell'ambito della costruzione e della ristrutturazione di materiale rotabile;

            nell'ambito dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 25, comma 2, del suddetto decreto-legge, pari a 480 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011, quale percentuale si intenda riservare - ai sensi e con le procedure previste dalla predetta disposizione - «all'incremento e al miglioramento del materiale rotabile dedicato al trasporto pubblico ferroviario e all'acquisto di nuovo materiale rotabile», nonché «all'acquisto di nuovo materiale rotabile»;

            se si ritenga che la decisione adottata da Trenitalia di ridimensionare la citata commessa sia compatibile con le misure di sostegno all'economia e ai redditi da lavoro che il Governo sta adottando al fine di fronteggiare la grave crisi economica congiunturale;

            se, in generale, non si ritenga che la realizzazione di un sistema di mobilità pubblico e moderno, più volte enunciata dal Governo in carica, non passi necessariamente attraverso non solo il potenziamento dell'«Alta-velocità», ma anche l'adozione di politiche tese a promuovere lo sviluppo del trasporto interregionale, nell'ottica dell'efficienza e della qualità del servizio offerto ai cittadini-utenti;

            infine, se non si ritenga indispensabile, in questo contesto, l'attivazione di strategie di salvaguardia ambientale idonee ad attenuare l'impatto del trasporto merci su gomma, attraverso un efficace piano di investimenti a favore del trasporto merci ferroviario.

(3-00835) (01 luglio 2009)(Già 4-01430) (22 aprile 2009)

PICHETTO FRATIN. - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Premesso che:

            Corifer è un cnsorzio che riunisce quattro importanti scietà italiane, da tempo operanti nel settore ferrotranviario, tra le quali anche una ditta piemontese, la Magliola Antonio e figli di Santhià operante nel vercellese;

            Trenitalia SpA aveva commissionato al consorzio Corifer un progetto per la ristrutturazione di 901 carrozze di treni intercity;

            detto progetto era stato avviato nel 2005 e sarebbe dovuto terminare nel 2012;

            verso la fine del 2008, tuttavia, Trenitalia SpA ha comunicato al consorzio Corifer che la commessa precedentemente ordinata doveva essere ridotta da 901 carrozze a 450;

            le linee di produzione, allo stato attive con più di 1.000 addetti impiegati, hanno revisionato più di 330 carrozze;

        considerato che:

            le officine Magliola contano 180 dipendenti e procurano lavoro ad un altro centinaio di operatori nell'indotto;

            a causa della riduzione della commessa sono già stati messi in cassa integrazione 30 dipendenti e altrettanti vi saranno posti nei prossimi mesi;

            l'azienda Magliola aveva già acquistato buona parte dei componenti per la ristrutturazione dei vagoni, materiale che rischia di rimanere inutilizzato nei magazzini e pesare, comunque, in maniera determinante sul conto economico dell'impresa,

        l'interrogante chiede di sapere dai Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza:

            se siano a conoscenza della commessa fatta da Trenitalia al consorzio Corifer e della conseguente riduzione della stessa;

            se e quali provvedimenti urgenti intendano porre in essere al fine di salvaguardare i livelli occupazionali del consorzio Corifer e, in particolare, scongiurare la chiusura della ditta Magliola Antonio e figli di Santhià .

Allegato B

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Alberti Casellati, Caliendo, Caselli, Castelli, Ciampi, Contini, Davico, De Castro, Dell'Utri, Alberto Filippi, Gallone, Giordano, Giovanardi, Gramazio, Lauro, Mantica, Mantovani, Palma, Pera, Spadoni Urbani, Vetrella e Viespoli.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Tomassini, per attività della 12a Commissione permanente; Allegrini, Compagna e Marcucci, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati

Ministro economia e finanze

Ministro giustizia

Ministro lav.,sal.,pol. soc.

Ministro pubbl. amm. e innov.

Ministro sempl. normativa

Ministro sviluppo economico

(Governo Berlusconi-IV)

Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (1195-B)

(presentato in data 02/7/2009 )

Derivante da stralcio art. 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31, 70 del DDL C.1441

C.1441-TER approvato dalla Camera dei deputati

S.1195 approvato con modificazioni dal Senato della Repubblica

C.1441-TER-B approvato con modificazioni dalla Camera dei deputati.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatori D'Ambrosio Lettieri Luigi, Tomassini Antonio, Astore Giuseppe, Bianchi Dorina, Calabro' Raffaele, Fosson Antonio, Rizzi Fabio

Disposizioni in materia di pianta organiza delle farmacie nel comune di L'Aquila (1653)

(presentato in data 01/7/2009 );

DDL Costituzionale

senatore Pastore Andrea

Modifica all'articolo 75 della Costituzione (1654)

presentato in data 01/7/2009 );

DDL Costituzionale

senatori Finocchiaro Anna, Bianco Enzo, Ceccanti Stefano, Vitali Walter, De Sena Luigi, Adamo Marilena, Papania Antonino

Disposizioni concernenti la procedura di modifica degli statuti delle regioni ad autonomia differenziata e della relativa previsione costituzionale (1655)

(presentato in data 02/7/2009 );

DDL Costituzionale

senatori Ceccanti Stefano, Finocchiaro Anna

Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale, concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi (1656)

(presentato in data 02/7/2009 ).

Disegni di legge, assegnazione

In sede deliberante

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Dep. Vannucci Massimo ed altri

Istituzione del premio annuale "Arca dell'arte - Premio nazionale Rotondi ai salvatori dell'arte" (1620)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

C.867 approvato da 7° Cultura

(assegnato in data 02/07/2009 ).

In sede referente

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. D'Alia Gianpiero

Disciplina del diritto di asilo e della protezione sussidiaria (1570)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 02/07/2009 );

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Poretti Donatella

Modifiche alla legge 25 maggio 1970, n. 352, recante norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo (1624)

(assegnato in data 02/07/2009 );

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Lannutti Elio ed altri

Disposizioni per l'adeguamento, a tutela dei cittadini, dei sistemi di informazioni creditizie gestite da soggetti privati (1577)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 10° (Industria, commercio, turismo)

(assegnato in data 02/07/2009 );

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Valentino Giuseppe

Modifica della legge 13 aprile 1988, n. 117, in materia di risarcimento dei danni cagionati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie e di responsabilità civile dei magistrati (1604)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali)

(assegnato in data 02/07/2009 );

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Vizzini Carlo

Modifiche agli articoli 648 - bis e 648 - ter del codice penale in materia di autoriciclaggio (1629)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali)

(assegnato in data 02/07/2009 );

4ª Commissione permanente Difesa

Sen. Pegorer Carlo ed altri

Disposizioni per l'incremento della capacità funzionale dei gruppi del Genio campale delle Forze armate (1517)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 02/07/2009 );

4ª Commissione permanente Difesa

Sen. Contini Barbara

Tutela assicurativa del personale medico militare per rischi professionali (1616)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 10° (Industria, commercio, turismo), 12° (Igiene e sanita')

(assegnato in data 02/07/2009 );

8ª Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni

Sen. Zanetta Valter

Modifica all'articolo 162 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di dispositivi di sicurezza contro gli incendi automobilistici (1601)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 02/07/2009 );

10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo

Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (1195-B)

Derivante da stralcio art. 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31, 70 del DDL C.1441

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 9°

(Agricoltura e produzione agroalimentare), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14° (Politiche

dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

C.1441-TER approvato dalla Camera dei Deputati

S.1195 approvato con modificazioni dal Senato della Repubblica

C.1441-TER-B approvato con modificazioni dalla Camera dei Deputati

(assegnato in data 02/07/2009 );

10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo

Sen. Bonfrisco Anna Cinzia

Interventi per la tutela del consumatore in campo finanziario (1593)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali)

(assegnato in data 02/07/2009 );

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. Bugnano Patrizia ed altri

Disciplina del rapporto uomo e cane per la prevenzione delle morsicature e la gestione dei cani ad aggressività non controllata (1564)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10° (Industria, commercio, turismo), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 02/07/2009 );

13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali

Sen. Amati Silvana

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione ambientale dei laghi salmastri di Portonovo (1610)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 02/07/2009 );

Commissioni 1° e 4° riunite

Sen. Saltamartini Filippo ed altri

Riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate (1609)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare)

(assegnato in data 02/07/2009 );

Commissioni 2° e 3° riunite

Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 2009, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria (1652)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 14° (Politiche dell'Unione europea); E' stato inoltre deferito alla 1° Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento.

C.2511 approvato dalla Camera dei Deputati

(assegnato in data 02/07/2009 );

Commissioni 7° e 13° riunite

Sen. Amato Paolo

Disposizioni per la salvaguardia e lo sviluppo di Firenze (1595)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 10° (Industria, commercio, turismo), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 02/07/2009 ).

Commissioni permanenti, variazioni nella composizione

Il Presidente del Gruppo Misto ha comunicato le seguenti variazioni nella composizione delle Commissioni permanenti:

2a Commissione permanente: cessa di appartenervi il senatore Pistorio ed entra a farne parte la senatrice Poli Bortone;

7a Commissione permanente: cessa di appartenervi la senatrice Poli Bortone;

14a Commissione permanente: cessa di appartenervi il senatore Pistorio.

Il Presidente del Gruppo del Popolo della Libertà ha comunicato la seguente variazione nella composizione delle Commissioni permanenti:

14a Commissione permanente: entra a farne parte il senatore De Eccher.

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, variazioni nella composizione

Il Presidente del Senato ha nominato componente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere il senatore Andrea Pastore, in sostituzione del senatore Carlo Vizzini, dimissionario.

Governo, trasmissione di atti per il parere

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1° luglio 2009, ha trasmesso - per l'acquisizione del parer parlamentare, ai sensi dell'articolo 12, commi 9 e 9-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 - lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente l'individuazione delle risorse necessarie per sottoscrivere strumenti finanziari delle banche (Banca popolare di Milano)(n. 103).

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 5a Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 17 luglio 2009.

Il Ministro della giustizia, con lettera in data 24 giugno 2009, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448 - lo schema di decreto ministeriale recante ripartizione dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero della giustizia, relativo a contributi in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi, per l'anno 2009 (n. 104).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 2ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il 22 luglio 2009.

Governo, trasmissione di documenti

Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con lettera in data 12 giugno 2009, ha inviato, ai sensi dell'articolo 10 della legge 28 agosto 1997, n. 285, la relazione sullo stato di attuazione della legge recante disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza, relativa all'anno 2006.

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 11a Commissione permanente (Doc. CLXIII, n. 1).

Regioni e province autonome, trasmissione di relazioni

Il Difensore civico della regione Abruzzo, con lettera in data 23 giugno 2009, ha inviato, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta nell'anno 2008.

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a Commissione permanente (Doc. CXXVIII, n. 14).