02.07.2009
Ordinanze e regolamenti sui centri per i Rom: violazione delle
libert personali, della privacy e dei diritti dei minori
Il
Tar del Lazio dichiara violativa dei principi generali in materia di libert
personale, delle norme poste a tutela dei minori nonch dell'art. 20 D.Lgs
196/2003 sul trattamento dei dati personali la norma delle ordinanze
presidenziali attuative del decreto del 21 maggio 2008 che prevedeva di
identificare i rom, adulti e bambini.
Incostituzionali anche
i regolamenti approvati in Lombardia e nel Lazio per controllare i campi nomadi
con registri presenze, tessere fotografiche, vigilantes agli ingressi, limiti
ai visitatori. Sono norme, sostengono i giudici amministrativi, che violano
l'articolo 16 della Costituzione, in base a cui ogni cittadino libero di
circolare nel territorio nazionale. Per il resto il decreto del 21 maggio 2008,
che era stato impugnato dalla European Roma Rights Centre Foundation, supera
l'esame del Tar: Considerata la presenza di un'oggettiva situazione di
pericolo anche e soprattutto per la stessa popolazione nomade, sotto i profili
igienico-sanitario, socio-ambientale e della sicurezza pubblica, la
dichiarazione dello stato di emergenza in Lombardia, in Campania e nel Lazio
risulta scevra dai vizi di legittimit.
Fonte:
Corriere.it
<http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Roma/Sezione%201/2008/200807785/Provvedimenti/200906352_01.XML>Il
testo della sentenza TAR Lazio, I sez. civ. n. 06352/2009 depositata il 1
luglio 2009
Il
TAR Lazio accoglie parzialmente il ricorso presentato
dall'<http://www.errc.org/English_index.php>European Roma Rights Center
contro il D.P.C.M. del 21.05.2008 e le relative ordinanze in materia di
dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di
comunit nomadi in diverse regioni italiane, nonch in relazione ai regolamenti adottati dai Prefetti di Roma e
Milano per la gestione dei villaggi attrezzati per le comunit nomadi nella
Regione Lazio e nel territorio del Comune di Milano.
Con
la
<http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Roma/Sezione%201/2008/200807785/Provvedimenti/200906352_01.XML>sentenza
depositata il 1 luglio scorso (n. 06352/2009), il TAR Lazio ha accolto le
censure proposte dai ricorrenti riguardo alla parte delle ordinanze
presidenziali che hanno previsto l'identificazione ed il censimento delle
persone, anche minori d'et, e dei nuclei familiari presenti nei campi nomadi,
attraverso rilievi segnaletici. Al riguardo, i giudici amministrativi hanno
rilevato che tali norme risultano
in contrasto con quelle di rango superiore in materia di libert personale, di
cui all'art 4 del T.U.L.P.S. n. 773/1931, secondo cui l'Autorit di Pubblica
Sicurezza pu disporre rilievi segnaletici solo nei confronti di persone pericolose
o sospette o nei confronti di coloro che non siano in grado o si rifiutino di
provare la loro identit. Cos come formulate, le norme contenute nelle
ordinanze presidenziali sarebbero suscettibili di consentire alle autorit
preposte di effettuare identificazioni attraverso rilievi segnaletici e
dattiloscopici, incluso dunque il prelievo delle impronte digitali, anche a
prescindere dalle condizioni soggettive e circostanziali di pericolosit
sociale o di fondato sospetto di coinvolgimento in attivit criminose ovvero
anche nei casi in cui gli interessati gi possediamo documenti identificativi.
Questo risulterebbe in contrasto non solo con le norme interne vigenti, di cui
al richiamato T.U.L.P.S., alle norme specificatamente poste a tutela dei
minori, e a quelle poste a protezione dei dati personali (D. Lgs. n.
196/2003), ma anche con gli standard costituzionali ed internazionali in
materia di rispetto dei diritti fondamentali attinenti alla libert personale.
Il
TAR sottolinea the la questione era gi stata superata in concreto dalla
previsioni contenute nelle "Linee guida" per l'attuazione delle
ordinanze presidenziali, successivamente emanate il 17 luglio 2008 dal
Ministero dell'Interno sotto la pressione
delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani e anche delle istituzioni
europee ed internazionali, e nelle quali era stato precisato che i rilievi
segnalateci sarebbero stati operati solo negli ristretti casi previsti dalla
legislazione vigente e con speciali garanzie previste a tutela dei minori, nel
rispetto degli standard costituzionali, europei ed internazionali . Tuttavia, anche dopo l'emanazione delle
Linee guida, quale atto di indirizzo amministrativo, permaneva nell'ordinamento
giuridico interno la validit formale della norma contenuta nelle ordinanze
presidenziali, chiaramente illegittima ed in contrasto con i richiamati
principi a tutela della libert personale. Per tale ragione, il TAR dunque ha
accolto sul punto il ricorso proposto dai ricorrenti.
Non
si pu peraltro, mancare di sottolineare, che, stando a quanto affermato
da ERRC, OsservAzione e Open
Society Institute, che hanno condotto un monitoraggio sull'implementazione
del decreto sull'emergenza nomadi del 21 maggio 2008, le operazioni di
censimento si sarebbero di fatto discostate dalle linee guida emanate dal
Ministero dell'Interno il 17 luglio 2008, ponendosi in violazione delle norme
interne ed europee in particolare riguardanti la raccolta ed il trattamento dei
dati personali. In un <http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=308&l=it>esposto
presentato il 4 maggio scorso alla Commissione europea, le organizzazioni
umanitarie rilevano che le
operazioni di "censimento" sarebbero state estese nel corso dei mesi di marzo ed aprile 2009 anche a
"campi nomadi" collocati fuori dalla regioni previste inizialmente
dal decreto, con rilievi segnaletici operati in particolare nel Veneto nei confronti di persone di etnia
Rom e Sinti anche di cittadinanza italiana e titolari di
regolare documentazione identificativa e dunque in sostanziale violazione delle
norme vigenti. Secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani dei
Rom, ci sembrerebbe indicare la
volont del Ministero dell'interno di creare un data-base della popolazione rom
e sinti fondato su un criterio di pericolosit sociale collegato alla
condizione stessa di appartenente ai gruppi etnici indicati o associato ai
medesimi, cio su un sostanziale criterio di categorizzazione etnica. Come
affermato ora anche dal TAR Lazio, tali operazioni di polizia sarebbero in contrasto
con l'ordinamento giuridico in materia di libert personale.
Il
TAR Lazio, inoltre, ha inoltre annullato alcune parti del Regolamento delle aree destinate ai nomadi
nel territorio del comune di Milano, adottato dal Prefetto di Milano
quale commissario delegato per l'emergenza nomadi in Lombardia, nonch del
Regolamento per la gestione dei villaggi attrezzati per le comunit nomadi
nella Regione Lazio, adottato dal Prefetto di Roma quale delegato per
l'emergenza nomadi nel territorio della Regione Lazio. Tali regolamenti
stabilivano, tra l'altro, misure restrittive all'accesso delle persone nei
centri attrezzati destinati ai
nomadi, alle possibilit di ricevere visite da parte di amici e famigliari,
subordinavano l'ammissione e la permanenza in detti centri alla sottoscrizione di atti di
impegno al rispetto di
disciplinari interni emanati dai Comuni, stabilivano l'obbligo per le persone
residenti in detti centri di esibire una tessera di riconoscimento e
l'obbligatoriet all'avviamento a percorsi lavorativi e formativi. Secondo il
TAR Lazio, tali misure appaiono incompatibili con fondamentali libert
costituzionali quali la libert di circolazione e di soggiorno di cui all'art.
16 Cost., di libert di scegliere la propria attivit lavorativa, del diritto
alla privacy e al godimento delle
relazioni familiari senza interferenze ingiustificate da parte dei poteri
pubblici.
Il
TAR Lazio ha invece respinto i rilievi mossi dalle organizzazioni ricorrenti
secondo cui la dichiarazione di stato di emergenza con riferimento agli
insediamenti di comunit nomadi nelle regioni interessate sarebbe in
contrasto con le norme internazionali, europee ed interne in materia di
eguaglianza e divieto di discriminazioni razziali. Secondo il TAR Lazio,
invece, lo stato emergenziale dichiarato in Italia sarebbe stato giustificato
dalla presenza di oggettive situazioni di pericolo, anche e soprattutto per la
stessa popolazione nomade, sotto i profili igienico-sanitari, socio ambientale
e della sicurezza pubblica, derivanti degli insediamenti, in larga misura
abusivi, cos come gli interventi prospettati dal governo sarebbero in linea
con gli indirizzi espressi dagli organismi comunitari a favore
dell'integrazione sociale e del contrasto all'emarginazione sociale delle
comunit Rom in Europa (Presidenza del Consiglio europeo dd. 14 dicembre 2007,
Risoluzione del Parlamento europeo dd. 31 gennaio 2008 su una strategia europea
per i Rom). Ugualmente, le altre parti dei Regolamenti per la gestione dei
nuovi insediamenti o villaggi predisposti dai commissari straordinari
risponderebbero alle finalit di integrazione sociale delle comunit
nomadi e agli obiettivi di garantire standard adeguati sotto il profilo
sanitario, sociale ed assistenziale. Pertanto, le limitazioni in essi
previste a carico delle persone residenti in detti centri risponderebbero ad un
ottica di bilanciamento di interessi e valori parimenti meritevoli di tutela.