Lettera aperta
della UIL a Governo ed al Parlamento
ÒTrovare
subito una soluzione ragionevole per lo straniero che lavora
onestamente,
anche se senza permessoÓ
Con
lĠapprovazione del ddl 733 b e lĠormai prossima entrata in vigore della nuova
legge sulla
sicurezza
vengono cambiate le regole del gioco per chi immigrato nel nostro Paese, con
provvedimenti
che incidono sullo status e sulle condizioni di vita e lavoro di chi ha deciso
di
cercare
nel nostro Paese la chance di un futuro migliore, per s e per la propria
famiglia.
La
UIL non condivide la filosofia del pacchetto sicurezza in quando prefigura una
separazione
normativa
nella condizione degli immigrati da quella degli italiani.
In
particolare considera lĠintroduzione del reato di immigrazione clandestina, in
quanto basato
non
su fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale ma su una condizione
individuale, una
norma
contrastante con il principio in materia penale, in base al quale si pu essere
puniti solo
per
fatti materiali.
Inoltre
lĠintroduzione di questo dispositivo produce effetti a catena sulla normativa e
conseguenze
forse poco valutate:
1. Detto reato, ha carattere di
ÒcostanzaÓ in quando riguarda unĠazione (il soggiorno) che
dura
nel tempo, e finisce necessariamente per applicarsi anche a chi in Italia
prima
dellĠentrata
in vigore della nuova legge sulla sicurezza. Assume dunque carattere di
retroattivit;
2. Per chi in Italia irregolarmente da
tempo, non cĠ modo di evitare il reato che finisce
per
essere attribuito indipendentemente dalla volont di chi vi incorre;
3. La nuova legge rende pi onerosa e
difficile la condizione di soggiorno anche per gli
immigrati
regolari; per chi non lo prefigura un futuro nero: privo di diritti e di
speranze;
4. Per chi irregolare, vengono a rischio,
direttamente o indirettamente, diritti
fondamentali
della persona, come iscrivere il figlio allĠanagrafe, il diritto allo studio
oltre
lĠobbligo
scolastico, il diritto ad una casa o a mandare i soldi in Patria, ecc. Inoltre
impone
agli operatori del servizio pubblico lĠobbligo di denuncia, per non incorrere
loro
stessi
in un reato;
Pur
non condividendo la nuova legge, la Uil crede si debba giungere ad un accordo
tra Governo e
parti
sociali al fine di evitare una situazione di criminalizzazione diffusa di chi
– pur
irregolarmente
– venuto qui per vivere onestamente ed presente sul territorio al
momento di
entrata
in vigore della nuova legge.
Per
questo motivo il nostro sindacato pensa , come nel 2002 con lĠapprovazione
della Bossi –
Fini,
anche oggi siano cambiate le regole del gioco: dunque logico e di buon
senso dare la
possibilit,
a chi ha un lavoro e un posto dove vivere, di uscire dalla trappola della
clandestinit.
Va
anche considerato che la legge mette a rischio anche i datori di lavoro e le
famiglie che
occupano
migranti senza permesso. Una situazione che – se non rimediata –
rischia di avere
pesanti
costi sociali.
Oggi
valutiamo che in Italia ci siano almeno un milione di lavoratori stranieri
senza permesso, il
che
costa allo Stato italiano almeno 2 miliardi di Û lĠanno in mancate tasse e
contributi
previdenziali,
fondi che potrebbero essere investiti in integrazione ed aiuti allo sviluppo
dei
paesi
di origine degli stessi immigrati.
La
UIL propone dunque di fare emergere dal sommerso e dalla condizione di
clandestinit
chiunque
oggi lavori e viva onestamente. Questo pu e deve essere fatto:
a)
Non solo per le badanti. In edilizia, in agricoltura e nel commercio vi sono
situazioni di
forte
presenta del lavoro etnico irregolare e spesso condizioni di estremo
sfruttamento;
qualsiasi
provvedimento, dunque, deve riguardare chiunque abbia un lavoro dimostrabile;
b) Si
pu ricorrere alla regolarizzazione Òad personamÓ (valutando la situazione caso
per
caso),
anche per non incorrere in critiche dellĠUnione Europea; il meccanismo potrebbe
essere
quello di verificare lĠesistenza del datore di lavoro al momento della
richiesta del
lavoratore
immigrato, al quale viene chiesto di confermare la volont di assumere,
pagando
contestualmente sei mesi di mesi di contributi INPS (cos come accadde nel
2003);
c) In
alternativa si possono accettare tutte le domande valide, presentate
nellĠambito del
decreto
flussi 2008 e risultate in eccesso per carenza di quote;
d)
Quello che importante agire per subito con un provvedimento che abbia
efficacia
immediata,
preferibilmente prima dellĠentrata in vigore della nuova legge;
Si
propone, inoltre
e) Di
riaprire il meccanismo dei flussi, per lasciare unĠalternativa che non sia
lĠingresso in
forma
clandestina; si rischia altrimenti di dare il segnale opposto a quello
dichiarato:
quello
di una Italia chiusa alla migrazione legale;
f)
Usare pi efficacemente gli ammortizzatori sociali per non licenziare, sia
italiani sia
immigrati.
Proponiamo inoltre che venga considerata lĠindennit di disoccupazione come
reddito
valido per gli immigrati ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno, e che i
sei
mesi
per ricerca di occupazione scattino solo dopo il termine di godimento di questo
istituto;
Per
questo motivo la Uil chiede di riaprire da subito il dibattito tra parti
sociali e Governo per
trovare
soluzioni condivise al tema dellĠimmigrazione e soluzioni ragionevoli,
equilibrate ed
umane
al tema degli irregolari.
Roma, 9 luglio 2009