Torino, 22 maggio 2009

 

 

Alla cortese attenzione

Del Sindaco della Cittˆ di Torino

Sergio Chiamparino

 

DellĠAssessore alla Famiglia, Salute e Politiche Sociali

Marco Borgione

 

DellĠAssessore al Personale, Organizzazione e Polizia municipale

Giuseppe Borgogno

 

DellĠAssessore alle Politiche per lĠintegrazione

Ilda Curti

 

Del Presidente del Consiglio Comunale di Torino

Giuseppe Castronovo

 

Del Presidente della IV Commissione

Del Consiglio comunale di Torino

Maria Teresa Silvestrini

 

p.c. Del Prefetto

Paolo Padoin

 

p.c. DellĠAssessore a welfare, lavoro, immigrazione, emigrazione, cooperazione sociale, programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore alla Sanitˆ

Teresa Angela Migliasso

 

p.c. DellĠAssessore alla Solidarietˆ Sciale, Politiche giovanili e Programmazione sanitaria della Provincia di Torino

Salavatore Rao

 

 

Oggetto: Appello in merito al nuovo regolamento delle aree sosta per rom e sinti e allĠannunciato trasferimento del campo di Strada Aeroporto

 

 

Le organizzazioni firmatarie esprimono forte preoccupazione in merito alla proposta di modifica del regolamento delle aree sosta attrezzate per rom e sinti, attualmente allĠesame del Consiglio comunale, nonchŽ alle modalitˆ di attuazione dellĠannunciato trasferimento del campo di Strada Aeroporto.

 

In primo luogo, infatti, il nuovo regolamento introduce norme assai pi restrittive in merito ai requisiti per la concessione alla permanenza nellĠarea sosta e ai casi di revoca della concessione. Come dettagliatamente analizzato nella Nota tecnica allegata, tali disposizioni risultano sotto diversi profili gravemente discriminatorie. Ad esempio, in base al nuovo regolamento una persona che sia stata condannata per un reato di lievissima entitˆ quale il furto di una mela, dovrˆ essere allontanata dallĠarea sosta, probabilmente insieme a tutta la famiglia, e senza che vi sia la possibilitˆ di una valutazione caso per caso[1]. PerchŽ per la permanenza nelle aree sosta dei rom e dei sinti vengono stabiliti requisiti che non trovano alcuna analogia ad es. nelle disposizioni relative alle assegnazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica?

LĠapplicazione di tali norme porterebbe allĠallontanamento di famiglie che vivono stabilmente a Torino da pi di 20 anni, determinando lĠinterruzione dei percorsi di inclusione sociale avviati (scolarizzazione dei minori, inserimenti lavorativi ecc.) e portando a unĠulteriore marginalizzazione di queste famiglie.

 

DĠaltro canto il regolamento, a fronte di dettagliate norme sui requisiti e sugli obblighi che i rom e i sinti dimoranti nelle aree sosta devono rispettare, quasi nulla dice in merito ai loro diritti, ed ai rispettivi doveri e obblighi dellĠAmministrazione comunale nei loro confronti (ad es. in materia di dotazioni di servizi dellĠarea sosta).

Si rileva in particolare come il nuovo regolamento continui a non prevedere alcuna forma effettiva di partecipazione dei rom e sinti che vivono nelle aree sosta alla gestione delle stesse[2].

La stessa proposta di modifica del regolamento  stato redatta senza alcun coinvolgimento degli utenti, in violazione dellĠart. 5, co. 1 della legge regionale n. 26 del 1993[3].

 

Il nuovo regolamento, infine, fa riferimento alla prossima chiusura dellĠarea sosta di Strada Aeroporto e allĠindividuazione e allestimento di un nuovo campo. Desta forte preoccupazione la prospettiva che la nuova area sosta possa avere caratteristiche analoghe a quella attuale. EĠormai evidente, infatti, come i campi, soprattutto ove di grandi dimensioni e ubicati in luoghi periferici e mal collegati al tessuto urbano e ai servizi pubblici, non facciano altro che determinare lĠemarginazione e lĠesclusione sociale di coloro che vi abitano.

Osserviamo inoltre con rammarico come le famiglie attualmente domiciliate nel campo di Strada Aeroporto non siano state in alcun modo coinvolte nella discussione in merito alla nuova area sosta nŽ alle possibili soluzioni alternative.

 

Dai mezzi di informazione, infine, abbiamo appreso che il Ministro dellĠInterno, su richiesta del Comune di Torino, avrebbe disposto la nomina del Prefetto come ÒCommissario straordinario allĠemergenza nomadiÓ, al fine di Òaffrontare il problema dei nomadi su scala metropolitanaÓ[4], con particolare riferimento al trasferimento del campo di Strada Aeroporto. Preoccupa fortemente che, per garantire il coordinamento degli interventi, si faccia ricorso a un provvedimento di tipo emergenziale, criticato dai principali organismi internazionali ed europei come gravemente discriminatorio[5], anzichŽ investire nel dialogo e nella concertazione con i Comuni dellĠarea metropolitana.

 

Riteniamo che politiche definite senza la partecipazione dei destinatari, ispirate a una logica emergenziale e improntate prioritariamente al controllo e alla repressione anzichŽ alla promozione dellĠinclusione sociale non solo violino i diritti delle persone interessate, ma siano assolutamente inefficaci persino rispetto a quella sicurezza che si afferma di voler perseguire: anzi, provocando un aumento della marginalitˆ sociale e della paura del ÒdiversoÓ, tali politiche non potranno che portare a un aggravamento dellĠinsicurezza e a un peggioramento della convivenza civile e democratica nella nostra cittˆ.

 

 

Per tali motivi, le organizzazioni firmatarie chiedono al Comune di Torino, con riferimento al regolamento delle aree sosta:

1.      che la proposta di modifica del regolamento venga ritirata, posto che non  intervenuta alcuna modifica normativa che renda necessaria la revisione del regolamento attualmente vigente, e considerato che il particolare momento politico che lĠItalia e Torino stanno vivendo rende assai difficile un sereno confronto su una questione cos“ delicata e rilevante;

2.      nel caso in cui si voglia comunque procedere con la modifica del regolamento, si chiede che:

-       i rom e i sinti siano coinvolti nella redazione del nuovo regolamento (come previsto dallĠart. 5, co. 1, l.r. n. 26/1993)

-       vengano eliminate le disposizioni pi restrittive rispetto a quelle giˆ previste dal regolamento attualmente vigente, in materia di requisiti per la concessione alla permanenza e di casi di revoca e/o diniego di rinnovo della concessione;

-       siano stabiliti nel regolamento i diritti dei concessionari e i rispettivi doveri e obblighi dellĠAmministrazione comunale;

-       sia prevista unĠeffettiva partecipazione degli utenti alla gestione delle stesse (ad es. attraverso lĠinclusione dei rappresentanti delle aree sosta tra i membri con diritto di voto della Commissione per la gestione delle aree sosta).

 

Con riferimento al trasferimento del campo di Strada Aeroporto e pi in generale alle politiche riguardanti i rom e i sinti, riteniamo di fondamentale importanza che:

1.    I rom e i sinti siano coinvolti in tutte le decisioni e gli interventi che li riguardano, a partire dal coinvolgimento dei rom domiciliati nel campo di Strada Aeroporto nella discussione in merito alla nuova area sosta e alle possibili alternative.

2.    Vengano predisposte soluzioni alternative allĠarea sosta attrezzata, che rispondano alle richieste da anni espresse dalle famiglie domiciliate nei campi (assegnazione di terreni per micro-insediamenti autogestiti, promozione dellĠinserimento in alloggi pubblici e privati ecc.).

3.    Con riferimento alle aree sosta attrezzate, vengano pienamente rispettate le disposizioni stabilite dallĠart. 4 della legge regionale n. 26 del 1993, in materia di dimensioni, dotazione di servizi e ubicazione in zona di facile accesso ai servizi pubblici essenziali[6] e che, a paritˆ di capienza totale delle aree sosta, si privilegi la costruzione di pi aree ciascuna di capienza inferiore.

4.    Siano adottati politiche e interventi volti a promuovere lĠinclusione sociale dei rom e dei sinti: dalla soluzione dei problemi inerenti alla regolaritˆ di soggiorno dei rom stranieri e apolidi (come previsto dallĠart. 1, co. 3, l.r. n. 26/1993[7]), allĠinserimento lavorativo, alla scolarizzazione, allĠaccesso ai servizi ecc.

5.    Si investa nel dialogo e nella concertazione con i Comuni dellĠarea metropolitana, al fine di garantire il coordinamento delle politiche e degli interventi rivolti ai rom e ai sinti.

 

 

 

A.S.G.I.

Gruppo Abele

Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino



[1] Si consideri che il regolamento attualmente vigente giˆ prevede la possibilitˆ di allontanare una persona che sia stata condannata, ma con riferimento a Ògravi reati contro il patrimonio e/o le persone, con particolare attenzione alle recidiveÓ, e lasciando spazio a una valutazione caso per caso (art. 7).

[2] I rappresentanti delle aree sosta, infatti, partecipano alla Commissione per la gestione di cui allĠart. 2 del regolamento solo ove il Presidente ne ritenga necessaria la presenza e comunque senza diritto di voto.

[3] ÒIl coordinamento, la gestione e la manutenzione nonche' la determinazione dei criteri di assegnazione delle singole piazzole, saranno attuati, in base a specifici regolamenti comunali, redatti con il coinvolgimento degli utenti, dai Comuni [É]Ó

[4] La Stampa, 3 maggio 2009

[5] Ad esempio, la ÒRisoluzione del Parlamento europeo del 10 luglio 2008 sul censimento dei rom su base etnica in ItaliaÓ censura la dichiarazione dello stato dĠemergenza in relazione ai campi nomadi e il potere attribuito ai Commissari straordinari di adottare Òmisure straordinarie in deroga alle leggi, sulla base di una legge riguardante la protezione civile in caso di Çcalamitˆ naturali, catastrofi o altri eventiÈ, che non  adeguata o proporzionata a questo caso specificoÓ.

[6] ÒL'ubicazione dell'area attrezzata dovra' comunque essere indicata in modo da evitare qualsiasi forma di emarginazione dal tessuto urbano e dovra' essere quindi tale da facilitare l'accesso degli utenti ai servizi pubblici e la loro partecipazione alla vita sociale.Ó (art. 4, c. 6, l.r. n. 26/93)

[7] Ò[É] i Comuni [É] promuovono azioni presso le altre Amministrazioni pubbliche competenti e presso le rappresentanze diplomatiche degli Stati interessati al fine di favorire il dirimersi di eventuali questioni concernenti l'ingresso ed il soggiorno in Italia di zingari stranieri e apolidi.Ó