Pacchetto sicurezza: il reato
di ingresso e soggiorno illegale mette a rischio lĠaccesso ad alcuni diritti
fondamentali dei migranti, sia adulti che minori
Alla vigilia del voto in Aula alla Camera
dellĠultima parte del cosiddetto Òpacchetto sicurezzaÓ (ddl 2180), le
organizzazioni di tutela dei diritti esprimono profonda preoccupazione per le
barriere all'esercizio di alcuni diritti fondamentali da parte dei migranti,
che sorgerebbero con lĠintroduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale
previsto dellĠarticolo 21 del disegno di legge in discussione.
Stabilire
che fare ingresso o risiedere irregolarmente in Italia equivale a violare la
legge penale significa infatti rendere obbligatoria la denuncia del migrante
che si trovi in tale situazione da parte di ogni pubblico ufficiale (art. 361
c.p.) o incaricato di pubblico servizio (art. 362 c.p.) che ne venga a
conoscenza.
Le organizzazioni firmatarie sono
fortemente preoccupate dal fatto che i migranti, per timore di essere
denunciati con conseguenze di rilievo penale, sarebbero indotti a sottrarsi al
contatto con tutti gli incaricati di pubblico servizio, in qualunque ambito,
innescando unĠallarmante situazione di compromissione dei diritti fondamentali.
Il timore di avvicinarsi a ogni tipo di servizio pubblico escluderebbe
dallĠaccesso allĠassistenza e ai diritti soprattutto le fasce pi deboli della
popolazione migrante, quali le vittime di tratta, i minori e le altre persone vulnerabili. Ne sarebbero
probabilmente anche colpiti coloro che hanno una situazione di soggiorno
regolare ma precaria.
Ad
esempio, per sottrarsi al pericolo di denuncia da parte dellĠufficiale di stato
civile, il genitore straniero privo di permesso di soggiorno potrebbe evitare
di registrare la nascita del figlio o di perfezionare il procedimento di
riconoscimento dello stesso (il permesso di soggiorno per gravidanza
rilasciato alla madre, in virt di quanto previsto dal TU immigrazione, solo se
munita di passaporto o documento equipollente, ipotesi che spesso non si
verifica). A causa del mancato riconoscimento, potrebbero aprirsi procedure di
adottabilit di questi minori, con conseguenze anche gravi, sul diritto
del minore, universalmente riconosciuto, a vivere e crescere insieme alla
propria famiglia. Oppure potrebbero verificarsi situazioni in cui la madre,
consapevole del rischio della denuncia sia indotta a partorire in casa, con
evidenti rischi per la salute sua e del nascituro.
Proprio l'ambito socio-sanitario ed
assistenziale particolarmente sensibile, infatti il rischio di denuncia
creerebbe fra gli immigrati privi di permesso di soggiorno e bisognosi di cure
mediche una reazione di paura che ne ostacolerebbe l'accesso alle strutture sanitarie.
Oltre
a gravare di un ulteriore peso l'apparato giudiziario, l'introduzione del reato
di soggiorno illegale sembra inoltre smentire la Direttiva 2008/115/CE sui
rimpatri ancor prima di una sua attuazione in Italia.
Tale
direttiva infatti privilegia il rimpatrio volontario dello straniero prima
dell'applicazione della misura di allontanamento coattivo, prevedendo di non
applicare tali possibilit solo agli stranieri per i quali il rimpatrio sia
sanzione penale o conseguenza di una sanzione penale. Poich, con evidente
paradosso, in Italia, tutte le espulsioni sarebbero comunque disposte quale
conseguenze della condanna per il reato di ingresso e soggiorno irregolare,
ogni ipotesi di rimpatrio volontario sarebbe negata alla radice, in chiaro contrasto
con la citata norma comunitaria.
Per le ragioni
sopra esposte, le sottoscritte associazioni ed enti auspicano che un dibattito
aperto e approfondito sullĠarticolo 21 non sia impedito dal ricorso al voto di
fiducia e rivolgono un forte appello ai deputati di tutti gli schieramenti
affinch chiedano lo stralcio dell'art. 21 dal disegno di legge, ovvero,
esprimano voto negativo sugli articoli rilevanti, se posti in votazione.
Amnesty International Italia (AI), Associazione studi giuridici sullĠimmigrazione (ASGI), Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), Medici Senza Frontiere (MSF), Save the Children e Societ italiana di medicina delle migrazioni (SIMM)
Per contatti:
Medici senza
Frontiere 06/4486921 - 334/6538545
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