Legislatura 16º - 3ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 51 del 20/05/2009


AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3ª)

 

MERCOLEDÌ 20 MAGGIO 2009

51ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

DINI

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Mantica.

 

La seduta inizia alle ore 15,35.

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

  (733-B) Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati

(Parere alle Commissioni 1a e 2a riunite. Esame. Parere favorevole con osservazione)

 

Il relatore AMORUSO (PdL) illustra il disegno di legge in esame, sul quale la Commissione affari esteri deve esprimere il proprio parere alle Commissioni riunite affari costituzionali e giustizia, che contiene una serie di disposizioni in materia di sicurezza pubblica, e viene esaminato nuovamente dal Senato in terza lettura limitatamente alle parti modificate dalla Camera dei deputati.

Osserva che il provvedimento nel suo complesso è volto a soddisfare la sempre maggiore richiesta di sicurezza proveniente dai cittadini e prevede una serie di misure volte ad affrontare il tema dell’illegalità diffusa, della sicurezza urbana e del contrasto alla criminalità organizzata.

Per i profili di competenza della Commissione, segnala la modifica di talune disposizioni in materia di disciplina del permesso di soggiorno e di regolazione delle migrazioni irregolari.

Nell'ambito delle modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286) viene introdotta una nuova fattispecie incriminatrice per chi a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio ovvero cede, anche in locazione, un immobile ad uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione.

Inoltre, si stabilisce che il rinnovo del permesso di soggiorno è richiesto dallo straniero al questore della provincia in cui dimora, almeno sessanta giorni prima della scadenza, ed è sottoposto alla verifica delle condizioni previste per il rilascio.

Infine si prevede che trascorso il termine massimo consentito per il trattenimento dello straniero irregolare, in caso di mancata cooperazione al rimpatrio del cittadino del Paese terzo interessato o di ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione dai Paesi terzi, il questore può chiedere al giudice di pace la proroga del trattenimento per un periodo ulteriore di sessanta giorni. Qualora non sia possibile procedere all’espulsione in quanto, nonostante sia stato compiuto ogni ragionevole sforzo, persistono le condizioni di cui al periodo precedente, il questore può chiedere al giudice un’ulteriore proroga di sessanta giorni. Il periodo massimo complessivo di trattenimento non può essere superiore a centottanta giorni. Il questore, in ogni caso, può eseguire l’espulsione e il respingimento anche prima della scadenza del termine prorogato, dandone comunicazione senza ritardo al giudice di pace.

Peraltro, tali nuove tempistiche si stabilisce trovino applicazione anche ai cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea, anche se già trattenuti nei centri di identificazione e espulsione alla data di entrata in vigore della legge.

Rileva conclusivamente che la tematica delle politiche migratorie rappresenta per l'Italia una materia di stringente attualità.

Il Paese è infatti, per la collocazione strategica al centro del bacino del Mediterraneo e per la connotazione territoriale delle coste, un canale quasi naturalmente privilegiato rispetto alla destinazione e al transito dei migranti. L'Italia è sia destinazione finale, sia sede di passaggio per il resto dell'Europa degli immigrati extra comunitari.

Al di là del dibattito politico e a livello di società civile circa la possibilità e l'esistenza, nei fatti, di una società multiculturale, fa notare che il provvedimento in esame tende ad istituire un maggiore controllo in termini di repressione delle condotte criminose in danno di migranti.

Poiché le misure sull’immigrazione clandestina sono tuttora oggetto di un acceso dibattito, ricorda taluni elementi da tenere nella debita considerazione.

Come affermato già un anno fa dal commissario europeo alla giustizia Jacques Barrot al momento del varo da parte del Consiglio dei ministri del provvedimento in esame, infatti, introdurre il reato di ingresso e permanenza illegale nei propri territori rientra in pieno nelle legittime competenze dei singoli Stati della Ue.

Inoltre, anche nel resto dell'Unione europea, a partire dagli altri due maggiori Paesi mediterranei, Francia e Spagna, ma anche in Germania, Olanda e Regno Unito, tali previsioni sono presenti già da tempo.

Svolge poi considerazioni sul complesso del provvedimento, data la rilevanza e la vastità delle materie trattate. Se il capitolo sull’immigrazione è stato certo quello più dibattuto in Parlamento e fuori, sarebbe sbagliato non ricordare come il provvedimento in esame, grazie anche al lavoro modificativo fatto nelle Commissioni parlamentari sia in prima lettura al Senato che in seconda lettura dalla Camera, vada a incidere su molte questioni che attengono la sicurezza dei cittadini, sia quando essa viene messa in pericolo dalla criminalità organizzata, sia quando ciò accade a causa delle più varie forme di microcriminalità.

In tal senso cita alcune specifiche norme della massima importanza, aventi lo scopo, tra l'altro, di aggravare il reato di truffa a danno di persone anziane o socialmente deboli, rafforzare il regime del carcere duro e avviare nuove e più semplici procedure per il passaggio alle dotazioni dello Stato dei beni confiscati alla criminalità.

Alla luce delle considerazioni fin qui svolte, in primo luogo per i profili di competenza della Commissione, ma senza dimenticare il più ampio contesto  normativo del provvedimento in esame, propone l'espressione di un parere favorevole.

 

Il senatore MARCENARO (PD) rileva in premessa come il provvedimento presenti rilevanti profili dal punto di vista della politica estera, poiché la posizione italiana in materia di disciplina dei fenomeni migratori si ripercuote sui rapporti con gli altri Paesi e con gli organismi internazionali.

Il provvedimento contiene disposizioni non solo sulla tutela della sicurezza pubblica, ma anche sulla disciplina della permanenza degli immigrati in Italia e sulle condizioni della stessa, sanzionando penalmente l'immigrazione irregolare.

A proprio avviso, tali tematiche avrebbero meritato una disciplina differente e maggiormente approfondita, incentrata principalmente sull'esigenza di contrastare la criminalità internazionale dedita alla tratta di esseri umani.

Nel complesso, reputa l'intervento approntato dal Governo errato nell'impostazione e disomogeneo rispetto alle esigenze del Paese. Infatti, gli immigrati in Italia sono un numero consistente e rispetto a questi il corretto atteggiamento dovrebbe essere ispirato a collaborazione e dialogo. Del resto, l'irregolarità è spesso determinata non dalla volontà dei singoli soggetti, ma dalla difficoltà di ottenere un valido permesso di soggiorno.

Sottolinea conclusivamente come il provvedimento rischi di danneggiare il ruolo e la considerazione dell'Italia nei consessi internazionali, come è evidenziato dalle posizioni critiche espresse dalle Nazioni Unite e dal Consiglio d'Europa.

Stante la gravità di tale problematica politica, preannuncia, a nome del proprio Gruppo parlamentare, il voto contrario sul provvedimento.

 

Il senatore BETTAMIO (PdL) fa presente che il fenomeno dell'immigrazione irregolare ha assunto dimensioni preoccupanti in Italia. A fronte di tale incremento, le misure di contrasto si sono rivelate per lo più inefficaci.

Inoltre, fa notare che la presenza di immigrati irregolari privi di idonei mezzi di sussistenza, crea un aumento del tasso di criminalità e introduce elementi di pericolo sociale in tutte le città italiane.

Non reputa peraltro condivisibile la considerazione da molti svolta, per cui la presenza di immigrati sarebbe necessaria per lo svolgimento di quelle mansioni a cui gli italiani non intendono più dedicarsi. Ciò è smentito dalla presenza nel territorio italiano di numerosi immigrati che svolgono attività autonome e di lavoro, nel settore commerciale e non.

Ritiene che il fenomeno migratorio assuma una particolare gravità in Italia, poiché la normativa interna è stata sinora meno vincolante rispetto a quella di altri Paesi comunitari. Si è reso quindi necessario un intervento di emergenza e, successivamente, occorrerà procedere a un riassetto della normativa, fermo restando che l'intera materia dovrebbe essere oggetto di una disciplina uniforme a livello comunitario.

A tale ultimo proposito, auspica un'iniziativa della Commissione europea e che il Governo solleciti tale elaborazione, onde rendere omogenea la condizione di tutti i partner comunitari.

 

La senatrice MARINARO (PD) auspica lo svolgimento di un dibattito serio e approfondito sul tema dell'immigrazione. A suo avviso, infatti, la vera e propria clandestinità va tenuta distinta dalla migrazione irregolare. Nel secondo caso infatti, si tratta di situazioni di ingresso regolare in Italia, che si traducono solo successivamente in irregolarità, per lo più non per volontà del soggetto stesso, ma per difetti della legislazione nazionale, che ostacola la regolarizzazione dei migranti.

Sottolinea peraltro come vada invece fermamente condannata e repressa la criminalità che si occupa del traffico di persone umane e organizza l'immigrazione clandestina.

Ritiene che sia precipuo interesse dell'Italia mantenere il proprio ruolo e considerazione nei confronti di organismi internazionali quali l'ONU e il Consiglio d'Europa. A tal fine, le opinioni politiche espresse sui temi migratori andrebbero attentamente ponderate.

Rispetto alla prospettiva di una normativa europea sull'immigrazione, fa notare che sinora l'iniziativa debba provenire essenzialmente dai singoli Stati membri. Il Governo italiano, qualora lo ritenga opportuno, dovrebbe dunque a suo avviso farsi parte attiva per sollecitare l'adozione di una normativa europea in tal senso. Richiama positivamente l'esempio della Francia, che durante il semestre di presidenza, ha proposto e sollecitato l'approvazione del Patto europeo per l'immigrazione e l'asilo, patto che può costituire un'ottima base di partenza per un successivo sviluppo della normativa.

 

Il senatore COMPAGNA (PdL) osserva che il provvedimento predisposto dal Governo è di contenuto ampio ed articolato. I profili maggiormente rilevanti dello stesso, che si inquadra nell'ambito di una serie di provvedimenti, tutti relativi alla sicurezza pubblica, individuano il fenomeno dell'immigrazione clandestina come meritevole di sanzione.

Rileva come tale impostazione di fondo, sebbene non risolutiva della disciplina del fenomeno, sia tuttavia compatibile con i principi comunitari e risulti, pertanto, pienamente legittima dal punto di vista dell'ordinamento interno e dell'ordinamento internazionale, come correttamente evidenziato dal relatore. Peraltro, da parte tedesca, si è percorsa la stessa strada.

Osserva poi che l'intervento normativo si articola in modifiche non solo al codice penale, ma anche ai codici di procedura e ha quindi un assetto organico.

L'impostazione del provvedimento, pertanto, reputa sia idonea ad intervenire sulla pubblica sicurezza e a reprimere quelle condotte criminose di tratta degli esseri umani che la senatrice Marinaro paventava.

Rispetto, infine, alla legittimazione di metodi di mantenimento dell'ordine pubblico affidati alla collaborazione dei privati, ritiene che essi possano giustificarsi in virtù della situazione contingente e dell'insufficienza dell'apparato di pubblica sicurezza.

 

Il senatore MICHELONI (PD) rileva incidentalmente come un provvedimento a tutela della sicurezza pubblica avrebbe dovuto riguardare anche i precedenti penali dei parlamentari.

Fa peraltro presente come l'osservazione per cui l'Italia sarebbe un Paese in cui l'immigrazione clandestina è più consistente, in quanto favorita da un assetto normativo più flessibile non possa essere condivisa. Rileva infatti come tale problematica si presenti nella stessa misura per tutti i Paesi europei e non. Cita, a tale proposito, il caso della Confederazione elvetica, in cui si stima la presenza di circa 300 mila lavoratori irregolari e, quindi, fa presente come in tale Stato il fenomeno si presenti percentualmente ancor più significativo che in Italia.

Sottolinea con forza come il tema dell'immigrazione clandestina non possa e non debba essere affrontato solamente con misure repressive, poiché ciò produce e aggrava lo scontro sociale e impedisce la piena integrazione degli immigrati.

Fa presente come atteggiamenti di intolleranza a livello politico ispirati alla ricerca di un consenso populistico siano estremamente pericolosi e vadano in ogni caso evitati. Resta ferma la condanna e la necessità di reprimere qualsiasi fenomeno di criminalità connessa all'immigrazione.

 

Il presidente DINI si associa alle considerazioni svolte dalla senatrice Marinaro circa la necessità di un'iniziativa politica per la definizione di una normativa sull'immigrazione a livello europeo e auspica che in futuro questa possa realizzarsi.

 

Il senatore DIVINA (LNP) fa anzitutto presente che le misure per garantire la sicurezza pubblica contenute nel provvedimento in esame non sono ispirate ad orientamenti razzisti o violenti. Ad esempio, osserva che l'incremento della videosorveglianza e il prolungamento del periodo di trattenimento possono consentire di prevenire e accertare con sollecitudine eventuali reati, e ciò con positivi effetti in termini di minore allarme sociale per la cittadinanza.

Fa inoltre notare come al di là del contenuto delle singole disposizioni, debba anche valutarsi la portata delle stesse in termini applicativi e di incentivo ad una diversa cultura nei comportamenti civici.

Dopo aver richiamato positivamente varie disposizioni volte a reprimere condotte criminose connesse agli ingressi illegali in Italia, fa presente che le disposizioni sulla collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per il mantenimento dell'ordine pubblico non hanno portata innovativa, ma di regolazione di una realtà già esistente. Si tratta, peraltro, di un servizio estremamente rilevante per la cittadinanza e quindi meritevole di sostegno, e non di contrasto.

Rileva conclusivamente come il provvedimento in esame si articoli in più livelli di intervento, i quali tutti si muovono nella positiva direzione di una migliore tutela della sicurezza pubblica.

 

Il senatore LIVI BACCI (PD) rileva preliminarmente come la consistenza dell'immigrazione irregolare in Italia si attesi tra le 700 mila e un milione di persone. La criminalizzazione posta in essere dal Governo della condizione di un numero di persone tanto consistente, costituisce pertanto un comportamento di estrema gravità.

Reputa che il modo corretto per affrontare la tematica non dovrebbe essere quello di porre ulteriori ostacoli agli immigrati presenti nel territorio italiano. Auspica pertanto che, una volta svolte le consultazioni elettorali europee, la tematica migratoria possa essere affrontata a livello normativo con maggiore obiettività e a livello onnicomprensivo.

 

Il sottosegretario MANTICA fa presente che a seguito delle modifiche introdotte dalla Camera dei deputati, una parte del provvedimento trova copertura finanziaria negli stanziamenti recati nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri. Osserva pertanto come tale decurtazione si traduca in un uso difforme degli accantonamenti preordinati al necessario adempimento degli accordi internazionali già sottoscritti dall'Italia.

 

Il relatore AMORUSO (PdL), alla luce del dibattito e dell'intervento del Rappresentante del Governo, propone l'espressione di un parere favorevole, osservando in senso critico come la copertura finanziaria del provvedimento, andando ad incidere sullo stato di previsione del Ministero degli affari esteri, determini un uso difforme degli accantonamenti preordinati al necessario adempimento di obblighi internazionali.

 

Il presidente DINI, verificata la presenza del numero legale, pone in votazione la proposta di parere favorevole con osservazione formulata dal relatore, che viene approvata, a maggioranza, dalla Commissione.

 

La seduta termina alle ore 16,35.


PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 733-B

 

La Commissione Affari esteri, emigrazione, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere favorevole, osservando in senso critico come la copertura finanziaria del provvedimento, andando ad incidere sullo stato di previsione del Ministero degli affari esteri, determini un uso difforme degli accantonamenti preordinati al necessario adempimento di obblighi internazionali.