Roma, 9 maggio 2009

 

 

 

 

 

 

le scrivo in merito ai recenti fatti verificatisi il 6 maggio scorso al largo dell'isola di Lampedusa. In questa occasione, secondo notizie di stampa e dichiarazioni del ministro competente, unit navali dello stato italiano hanno imbarcato 277 persone riportandole in Libia, da dove provenivano, senza procedere a verifiche circa lidentit delle persone n se vi fossero casi per i quali si dovesse accordare il diritto dasilo.

 

A prescindere dal carattere proporzionato e necessario delle misure prese dalle autorit italiane io e diversi colleghi siamo molto inquieti sul rispetto del diritto dasilo. Questo protetto non solo dalla Costituzione italiana e dalla legislazione nazionale in materia (D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) ma anche dallo stesso diritto comunitario ed in particolare dagli artt. 63, 67 del Trattato CE (che rinviano esplicitamente alla Convenzione di Ginevra e al suo protocollo) e dalle Direttive pertinenti in materia.

 

Spero lei condivida la mia analisi che la protezione di questo diritto fondamentale prioritaria anche rispetto ad altre esigenze essenziali come la lotta all'immigrazione clandestina o lesigenza di protezione delle frontiere e che, inoltre, un  tale diritto non deve essere reso virtuale da prassi operative o da accordi internazionali che non consentano di rispettare gli standard che un paese dellUnione deve comunque assicurare.

 

Lei  comprender quindi la nostra preoccupazione a fronte della situazione confusa determinatasi con la messa in opera dellaccordo italo-libico ratificato nel febbraio scorso e che coinvolge un paese che non parte alla Convenzione di Ginevra. A quanto ci risulta tale accordo non  prende in considerazione la questione dei richiedenti asilo, il che determina una situazione di obbiettiva incertezza sulla situazione delle persone che dovrebbero essere protette.Laccordo fa infatti riferimento alla lotta allimmigrazione clandestina in termini molto generali intendendola come "reciproca assistenza e cooperazione nel contrasto allimmigrazione illegale",  richiama il precedente accordo firmato a Roma il 13 dicembre 2000 e "i Protocolli di cooperazione firmati a Tripoli il 29 dicembre 2007" ma non ci risulta che la necessit di accordare il diritto dasilo in condizioni accettabili per gli standard dellUnione europea sia presa in considerazione e che soprattutto i potenziali beneficiari ne siano a conoscenza.

 

A rafforzare la nostra preoccupazione sulle modalit di respingimento dei 277 immigranti clandestini vi sono non solo le prese di posizione di ONG come Amnesty International ma anche di istituzioni come lo stesso Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati preposto proprio al controllo del rispetto della Convenzione di Ginevra.

 

 

 

A mio parere nel caso in questione non poi tanto rilevante il fatto che le persone siano state soccorse o meno al di fuori del territorio comunitario quanto che esse siano state per un certo periodo di tempo sotto il pieno controllo delle autorit italiane che sono tenute a rispettare il diritto fondamentale al non refoulement indipendentemente dal luogo in cui si trovano ad operare (una diversa interpretazione porterebbe infatti ad una applicazione differenziata da parte delle autorit italiane delle norme in materia di diritto dasilo il che sarebbe contraria al principio dello stato di diritto).

 

Poich le norme sul diritto dasilo che lItalia tenuta a rispettare trovano il loro fondamento tanto nel diritto interno che nel diritto comunitario, le sarei grato se potesse informare me e i miei colleghi, con una certa urgenza, delle conseguenze che la Commissione intende trarre da un simile episodio che presumibilmente sar seguito da numerosi altri.

 

Non dubito che la Commissione stia gi esaminando la questione visto che sta pure negoziando un accordo nella stessa materia con lo stesso paese.

 

E inutile che attiri la Sua attenzione sullurgenza di chiarimenti da parte della Commissione e ringraziandola per la cortese attenzione, la saluto cordialmente.

 

 

 

 

 

 

Sandro Gozi

Capo gruppo PD Commissione politiche europee

    Camera dei Deputati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Vice Presidente Jacques Barrot

Commissario Giustizia, Libert e Sicurezza

Commissione europea

Bruxelles