Sicurezza, il governo fa retromarcia: salta la norma sui presidi-spiaMaroni: «Fondati i dubbi di costituzionalità di Fini» Sospeso esame ddl, si riprende mercoledì mattina
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ROMA (5 maggio) - Il governo ci ripensa e cancella la norma sui presidi-spia. Intanto l'esame del ddl sicurezza è stato sospeso e riprenderà domani.
Via la norma sui presidi spia. «Per iscriversi alla scuola dell'obbligo non sarà necessario presentare il permesso di soggiorno - ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa al termine di un vertice fiume di maggioranza sul ddl Sicurezza ora all'esame dell'Aula della Camera -. Pertanto i presidi non potranno sapere se la famiglia dello studente èclandestina e non potranno fare la spia...». «È stata accolta la richiesta di Fini», ha aggiunto il vicepresidente del gruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino.
Maroni. «Oggi - prosegue il ministro dell'Interno - sono state risolte tutte le questioni che erano rimaste sul tappeto. All'interno della maggioranza, adesso, c'è una piena condivisione di tutti gli articoli. Pertanto sono convinto che si potrà andare avanti velocemente». Per quanto riguarda la norma sui «presidi-spia», che verrà cambiata, Maroni afferma che si è ritenuto «fondato il rilievo costituzionale che era stato sollevato a proposito dell'obbligo scolastico» da parte del presidente della Camera.
«La norma antiracket contenuta nel ddl sicurezza ritorna nella sua versione originaria così come era stata approvata dal Senato» (che prevede tre anni di sospensione dell'attività per gli imprenditori che non denuncino di essere stati oggetto di racket), ha detto ancora il ministro dell'Interno. «Aggiungeremo però che sarà possibile escludere la punibilità se si è ravviserà uno stato di necessità», ha sottolineato il ministro.
Riprenderanno mercoledì alle 9 le votazioni dell'aula alla Camera sul ddl sicurezza. Lo ha stabilito il presidente Gianfranco Fini che ha preso atto dell'impossibilità di accogliere la richiesta di inversione dell'ordine dei lavori presentata dal presidente della commissione Affari Costituzionali, Donato Bruno, formulata per consentire al comitato dei 18 di esprimere il parere sugli emendamenti al testo. Favorevoli a una sospensione temporanea dei lavori d'aula, Pd e Idv si sono invece opposti al cambiamento dell'agenda dei lavori dell'assemblea.
Sulla fiducia decide Berlusconi. Sarà il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a decidere se mettere o meno la questione di fiducia sul ddl Sicurezza. È quanto emerso sempre dall'incontro di maggioranza dedicato al provvedimento.
Franceschini: un passo indietro. L'invito rivolto dal segretario del Pd Dario Franceschini alla maggioranza era stato di «usare la testa e fare un passo indietro». Si fermino - aveva detto - e abbandonino norme come quelle dei medici e dei presidi-spia che «non solo sono inanumane e moralmente sbagliate, ma anche controproducenti perché spingono gli immigrati verso la clandestinità». Franceschini ha quindi chiesto alla maggioranza di togliere dal ddl all'esame della Camera, la norma che introduce le ronde, così com'è stato fatto dal decreto sicurezza. Franceschini ha chiesto inoltre alla maggioranza di«fare un passo indietro per ragioni morali e ragioni di concretezza» anche sulle norme che riguardano l'immigrazione, perché esse «spingono verso la clandestinità e quindi sono contro la sicurezza».
Lunedì il presidente della Camera aveva preso carta e penna per scrivere al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, chiedendo chiarimenti e dicendo no a una delle norme contestate del ddl sicurezza che oggi arriva all'esame dell'aula di Montecitorio. Una norma, peraltro, che secondo il presidente della Camera non trova riscontri nella normativa europea e presenta profili di incostituzionalità negando di fatto la frequenza scolastica ai figli degli immigrati clandestini.
Il governo ha adottato una politica «demagogica» nel campo della sicurezza. Non ponga la fiducia e dia così la possibilità all'opposizione, all'Udc, al Pd e all'Idv, di modificare il ddl sicurezza. Anche Lorenzo Cesa ha incontrato davanti Montecitorio i rappresentati sindacali della polizia. «La demagogia regna in questo campo fondamentale - dice l'esponente dell'Udc -. La polizia non ha i mezzi per svolgere adeguatamente il suo fondamentale compito. Non ci sono i soldi per pagare gli straordinari e per far uscire le pattuglie. A tutto ciò si risponde solo con la demagogia. Porre la fiducia significherebbe continuare nell'opera di svuotamento del ruolo del Parlamento che va avanti da un anno».
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commento inviato il 05-05-2009 alle 16:12 da Massimo | | |
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IL MESSAGGERO PER I LETTORI
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