Zingari: non aspettare unĠaltra emergenza per praticare lĠintegrazione

Seminario di riflessione e proposte. Roma, 10 marzo, ore 15.00 – Palazzo Marini

 

Lo scorso 30 maggio, il Governo ha emanato tre ordinanze in relazione agli insediamenti nomadi. Oltre al contestato censimento, queste prevedevano precise misure dĠintegrazione dirette a tali comunitˆ e in modo particolare ai minori.

 

Lo scorso giugno abbiamo lanciato un appello contro le discriminazioni e le violenze perpetrate nei confronti della popolazione zingara in Italia, appello a cui hanno aderito 650 personalitˆ e che ha poi portato ad una iniziativa pubblica realizzata presso la Provincia di Roma il 4 luglio 2008.

Obiettivo: far sentire la voce di chi si oppone alla criminalizzazione del diverso ed alla xenofobia diffusa anche attraverso lĠuso di strumenti istituzionali.

 

A distanza di dieci mesi,  ci chiediamo cosa si sia fatto per attuare le previste misure dĠintegrazione, specialmente sul piano dello smantellamento dei campi ghetto, dove adulti e bambini vivono in condizioni al limite del sopportabile.

 

Purtroppo dobbiamo constatare che, mentre la campagna di discredito degli zingari non  mai cessata, ben poco si  fatto per attuare misure concrete di accoglienza in materia di scuola per i bambini, abitazioni e lavoro per le famiglie. Un ritardo grave, se consideriamo che lĠaccoglienza  il solo vero antidoto contro lĠintolleranza ed il razzismo e che  lĠintegrazione a produrre sicurezza per tutti, non il contrario.

 

Ci chiediamo: perchŽ la maggioranza non ha dato corso per intero ai contenuti delle  Ordinanze del 30 maggio 2008?

PerchŽ lĠopposizione non ha considerato questa situazione un prioritˆ?

E ancora: dobbiamo aspettare unĠaltra emergenza, perchŽ chi  preposto a farlo, torni ad occuparsi seriamente delle condizioni di degrado nei campi Rom, una indecenza che dura ormai da anni, e che toglie a Rom e Sinti il diritto a sperare nel futuro?

 

Siamo  coscienti che, in questa materia come in quella pi generale dellĠimmigrazione, non vi sono soluzioni facili. Siamo per˜ convinti che il percorso giusto sia quello di riprendere un  confronto tra tutti gli attori in campo in un clima costruttivo di dialogo bipartisan. EĠ importante, crediamo, far valere le ragioni del dialogo, della solidarietˆ, e della civile convivenza tra tutti gli esseri umani, indipendentemente dal colore della pelle o dallĠetnia.    

 

Parliamone insieme nel Seminario di riflessione e proposte che si terrˆ il prossimo 10 marzo a Roma, a partire dalle ore 15.00, a Palazzo Marini – Via del Pozzetto 158 (Piazza S. Silvestro).

 

Roma, 2 marzo 2009

 

Daniela Carlˆ

Giuseppe Casucci

Luca Cefisi

Christopher Hein

Piero Soldini