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Cittadinanza

06.03.2009

Donne e cittadinanza, la sentenza che riconosce la cittadinanza ai figli delle coniugate con cittadini stranieri prima del 1° gennaio 1948



Il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione diramerà presto una nota esplicativa sulla recente sentenza n. 4466 del 25 febbraio 2009 con la quale la Corte Suprema di Cassazione, a sezioni unite, ha affermato che, per effetto delle sentenze della Corte Costituzionale n. 87 del 1975 e n. 30 del 1983, deve essere riconosciuto il diritto allo status di cittadino italiano ai figli di donne italiane coniugate con cittadini stranieri prima del 1° gennaio 1948. 

Finora infatti la completa applicazione del principio di parità tra uomo e donna, per quanto riguarda la trasmissibilità ai figli della cittadinanza italiana, era stato pienamente raggiunto solo con l’emanazione della Carta costituzionale nel 1948. Prima di tale data il principio dell’unitarietà dello 'status civitatis' della famiglia era prioritario rispetto ai diritti della donna, che, solo nella legge di riforma del diritto di famiglia del 19 maggio 1975, avevano trovato parziale accoglimento. 

Con la sentenza, la Corte di Cassazione ha inoltre dato compiuta attuazione ai principi contenuti nella Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, adottata a New York il 18 dicembre 1979, secondo la quale alle donne spettano 'diritti uguali a quelli degli uomini in materia di acquisto, mutamento e conservazione della cittadinanza'.





   
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