CENTRO DI
IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE A FALCONARA, INTERVIENE
LASSESSORE
AMAGLIANI: STRUTTURE LESIVE DEI DIRITTI UNIVERSALI DELLE PERSONE
Sulla possibilit di costruzione di un Centro di Identificazione ed
Espulsione (CIE) per i cittadini immigrati, (gli ex CPT, Centri di Permanenza
Temporanea) la nostra una posizione chiara, coerente e motivata da ben cinque
anni. Vale a dire in tempi non sospetti. Esordisce cos lassessore regionale
allimmigrazione e servizi sociali, Marco Amagliani intervenendo nel dibattito
che si aperto quando il Governo ha individuato Falconara come sito idoneo per
la realizzazione di un Centro di Identificazione ed Espulsione per immigrati.
Il Consiglio regionale delle Marche – prosegue Amagliani - in
una mozione approvata nella scorsa legislatura le considerava gi strutture
lesive dei diritti universali delle persone, in primo luogo della libert
personale. Lo stesso Consiglio regionale si dichiarava indisponibile alla
costruzione e alla presenza sul proprio territorio di Centri di permanenza
Temporanei. La stessa
mozione impegnava la Giunta regionale ad operare in tutte le sedi, affinch
in nessun luogo del territorio regionale tali strutture potessero essere realizzate o attivate. Ed con questo stesso spirito e volont
che ho partecipato, in rappresentanza della Regione Marche, al forum Mare
aperto, idee per aprire le frontiere e chiudere i CPT tenutosi a Bari nel
luglio del 2005. Dal forum – ricorda Amagliani – uscito un
documento finale in cui le 14 Regioni presenti si sono impegnate ad affrontare
il tema dellimmigrazione con umanit e giustizia, consapevoli che quella del
clandestino una condizione e non un reato, che va combattuta cio la
clandestinit e non la persona. Limmigrazione non pu essere affrontata come
una questione di ordine pubblico, spesso affidata alla disciplina di
legislazioni emergenziali. Si
tratta invece di affrontare con realismo e cio nel pieno rispetto delle Leggi,
le grandi problematiche dellaccoglienza, dellinclusione,
dellinterculturalit. Tutti coloro che vivono, lavorano o cercano lavoro
onestamente nelle Marche sono e devono essere considerati cittadini.
Tale posizione, oltre ad essere la pi efficace dal punto di vista
politico, la pi rispettosa dei diritti umani come dimostrato dal rapporto
del CNEL (Consiglio nazionale delleconomia e del lavoro) che, proprio in
questi giorni, colloca le Marche al primo posto in
assoluto per linserimento sociale degli immigrati.
Il CNEL attraverso alcuni indicatori statistici, ha preso
in esame il potenziale di inserimento socio-occupazionale dei territori. Gli
indicatori sono divisi in tre categorie: inserimento sociale, inserimento
occupazionale e attrattivit dei territori. Dunque considerando in particolare
linserimento sociale - casa, scuola, naturalizzazione, ricongiungimenti familiari –
le Marche sono in testa alla graduatoria assoluta, cio basata sui dati della
sola popolazione immigrata.
Gi nel 2005, dunque - conclude Amagliani - le Regioni
chiedevano al Governo il superamento dei CPT e listituzione di un tavolo di
confronto per definire risposte alternative che tutelino i diritti e promuovano
la sicurezza sociale. Perch i CPT hanno sostanzialmente attratto lintera
materia dentro un quadro di mera regolamentazione repressiva, fondandosi su
unidea di detenzione amministrativa ed oggi ancor pi repressiva perch si
fonda sulla presunzione di reato, che addirittura incostituzionale. Occorre
invece sciogliere i nodi spinosi della clandestinit e non colpire le singole
persone che nella maggior parte dei casi sono le vere vittime della
clandestinit. Anche per questi motivi e per rafforzare ulteriormente la nostra
contrariet a tali centri, abbiamo inserito unapposita norma nella proposta di
legge di aggiornamento dellattuale legge regionale n. 2 del 98 Interventi a
sostegno degli Immigrati, che andr gi nei prossimi giorni in Consiglio
regionale, perch siano stabiliti con legge i contenuti della mozione approvata
dal consiglio regionale sul netto rifiuto alla costruzione dei CIE sul
territorio marchigiano.