AVVISI DI PATTUGLIAMENTI CONGIUNTI E ANCORA MIGRANTI CHE ANNEGANO DAVANTI ALLA COSTA LIBICA.

Oggi 30 marzo si forse consumata lennesima tragedia dellimmigrazione clandestina. Nello stesso giorno in cui il ministro Maroni annunciava che dal 15 maggio saranno avviati i pattugliamenti congiunti di unit italiane e libiche per impedire ai migranti di raggiungere Lampedusa e le coste meridionali della Sicilia, il Corriere della sera riferisce che un peschereccio su cui erano stipate 257 persone che si dirigevano verso l'Italia sarebbe affondato al largo delle coste libiche: soltanto 23 persone sono state salvate dalla marina libica. Secondo l'agenzia egiziana MENA, il naufragio avvenuto a 30 chilometri dalla costa, poco dopo la partenza dalla localit di Sidi Bilal, nei pressi di Tripoli. Di altre due imbarcazioni partite, secondo le stesse fonti, dalla costa libica, non si sa nulla, ma una nave cisterna italiana  avrebbe salvato 350 immigrati clandestini che erano a bordo di una imbarcazione che si trovava in difficolt a largo delle coste della Libia.  Secondo altre fonti libiche i pescherecci dispersi sarebbero addirittura due.

Non si sa verso quale porto far rotta la nave italiana carica di naufraghi. Speriamo che sia offerta a tutti coloro che lo chiedano la possibilit di richiedere asilo o protezione internazionale in Italia, e che non si ripeta un altro caso Cap Anamur, la nave tedesca alla quale nel 2004, dopo avere tratto in salvo 37 naufraghi,  venne impedito di entrare nelle acque italiane, e che solo dopo due settimane di blocco navale riusc ad entrare a Porto Empedocle con il conseguente arresto del suo comandante, del secondo e del ( allora) responsabile della organizzazione umanitaria Cap Anamur. Il processo ancora in corso davanti al Tribunale di Agrigento.

Queste tragedie, dalle dimensioni ancora imprevedibili, confermano come le rotte dellimmigrazione clandestina si siano ulteriormente allungate, forse per effetto dei maggiori controlli dei tradizionali punti di partenza dei migranti dalla Libia occidentale, come la citt di Zuwara, al confine con la Tunisia. In fondo i libici devono dimostrare allItalia che fanno la loro parte, per incassare i cospicui finanziamenti previsti dal trattato di amicizia italo-libico firmato lo scorso anno da Berlusconi e Gheddafi.  Maggiori controlli, ma non troppo. Una autentica manna per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di clandestini. Si parte sempre dalla costa libica, ma dai porti pi ad oriente, a nord di Tripoli ed i viaggi costano sempre di pi. E le imbarcazioni arrivano forse anche dallEgitto.

Le carrette del mare usate dalle organizzazioni dei trafficanti sono adesso pi grandi, ma sempre stracolme di persone, e qualunque mutamento improvviso di rotta, o un peggioramento delle condizioni del mare, ne pu causare il rovesciamento. Immaginiamoci cosa pu significare lintervento di pattugliatori che dovrebbero sbarrare la strada a queste carrette del mare per costringerle a rientrare nei porti di partenza, nellinferno libico, descritto dalle agghiaccianti testimonianze dei migranti raccolte da Fabrizio Gatti nel 2004 e, come allora, ancora pochi giorni fa.

Allinizio dellanno Maroni aveva dichiarato che entro gennaio entrer in vigore l'accordo con la Libia che prevede il pattugliamento delle coste del paese africano. In questo modo, affermava il ministro, si concluderanno gli sbarchi prima della stagione turistica e Lampedusa torner ad essere conosciuta come una delle pi belle isole del Mediterraneo e non come la porta di ingresso dei clandestini in Europa. La stagione turistica arrivata ed il numero di arrivi di migranti, a Lampedusa e nel sud della Sicilia ancora cresciuto, malgrado le statistiche di comodo diffuse dal ministero.

Non sappiamo quale sar adesso leffetto annuncio dellennesimo avvertimento di Maroni, che promette per il 15 maggio lavvio del pattugliamento congiunto delle unit navali italo-libiche al limite delle acque internazionali, e forse anche pi vicino alla costa, di fronte ai porti di partenza. Esattamente dove affondata oggi  limbarcazione carica di migranti, molti dei quali sono morti o ancora dispersi.

 

Potrebbe anche darsi che le pattuglie di Frontex, agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne, siano gi al lavoro nella stessa zona. Di fronte a questa ennesima tragedia chiediamo di sapere se e dove sono attualmente operanti le motovedette di Frontex dislocate nel Mediterraneo centrale e quale siano le regole d ingaggio decise dallagenzia, che ne dovrebbe sempre rispondere agli organi dellUnione Europea, il Consiglio, la Commissione ed il Parlamento, e non continuare invece ad operare come un corpo separato, una sorta di super-polizia internazionale.

 

La vita umana in mare comunque un valore assoluto, garantito da tutte le convenzioni internazionali, si tratti di migranti economici o di potenziali richiedenti asilo, o ancora di donne o di minori. Chiunque brandisce lo spauracchio del pattugliamento congiunto per respingere indietro le imbarcazioni cariche di migranti potr forse guadagnare consensi elettorali, ma si macchia per sempre di una gravissima violazione dei diritti fondamentali delle persone migranti, a partire dal diritto alla vita, una responsabilit che dovrebbe essere sanzionata dai tribunali internazionali. Una volta portate le persone in salvo in un porto sicuro e garantito laccesso ad una procedura di asilo o di protezione internazionale equa e tempestiva, ciascun paese potr applicare la propria legislazione in materia di espulsione e di accompagnamento in frontiera, nel rispetto delle garanzie di libert e di difesa previste dallo stato di diritto.

 

Non sono certo le iniziative di contrasto militare in alto mare che potranno ridurre significativamente limmigrazione clandestina in Italia, come insegna lesperienza di questi ultimi anni. Semmai, potr solo aumentare, e ancora di molto, il numero delle vittime. Il Parlamento italiano ha ratificato in bianco, senza neppure avere certezza dei costi e delle modalit di impiego delle sei unit navali concesse alla Libia,  un accordo con quel paese che prevede i pattugliamenti congiunti e contrasta con il diritto internazionale del mare generalmente riconosciuto e con gli obblighi di salvataggio imposti a tutti i paesi firmatari della Convenzione per la salvaguardia della vita umana in mare. Non si sa quali effetti concreti potr produrre il dispiegamento di sei motovedette sulla costa settentrionale della Libia, lunga migliaia di chilometri. Ne si pu prevedere cosa potr succedere quando si tratter di procedere ad interventi di salvataggio.

 

Di certo, il recente accordo tra Libia e Malta per la ripartizione delle zone SAR ( Soccorso e salvataggio) nel Canale di Sicilia non sembra garantire alcuna concreta possibilit di salvezza per i migranti che si troveranno costretti ad attraversare il Canale di Sicilia, per gli scarsi mezzi di cui dispongono i due paesi, e per la scarsa disponibilit, gi ampiamente dimostrata in passato, nel rispondere alle richieste di soccorso. Speriamo che le unit della Marina italiana siano ancora messe nelle condizioni di compiere quegli interventi di salvataggio in acque internazionali che hanno operato fino a ora. E impegniamoci anche perch non si continui a negare levidenza ed i cittadini italiani sappiano quali sono le conseguenze dirette ed indirette delle politiche di dissuasione violenta della immigrazione clandestina.

 

Il blocco dei flussi di ingresso regolare, la militarizzazione di Lampedusa  e le pratiche ostruzionistiche nei confronti dei potenziali richiedenti asilo, non potranno che accrescere nei prossimi mesi il numero di clandestini che si troveranno comunque sul territorio italiano, se riusciranno ad arrivare, e che nessuno riuscir ad espellere, come sta dimostrando lesperienza fallimentare degli accordi con la Tunisia e come viene provato ancora una volta dalle posizioni che la Libia di Gheddafi sta assumendo sulla scena internazionale. Posizioni che, aggiunte alla diffusa corruzione delle forze di polizia di quel paese, non lasciano certo percepire n una maggiore collaborazione con le autorit italiane n, soprattutto, un qualche rispetto dei diritti umani delle persone migranti che vi transitano, o che da l si imbarcano dirette verso lItalia.

 

 

Fulvio Vassallo Paleologo

Universit di Palermo