(ASCA) - Citta' del Vaticano, 3 nov - Tra le questioni che
piu' preoccupano il Vaticano sul versante del contrasto
all'immigrazione clandestina e' quello dell'accesso a
prigioni o Centri di detenzione anche da parte dei
sacerdoti.
A farne cenno e' stato stamane il segretario del
Pontificio Consiglio dei migranti e itineranti, mons.
Agostino Marchetto nel corso di una conferenza stampa di
presentazione dei lavori del prossimo Congresso mondiale
della pastorale dei migranti che si svolgera' in Vaticano dal
9 al 12 novembre prossimi.
Marchetto ha posto le prigioni e i Cie e, piu' in generale
i ''campi dove avvengono le identificazioni e le
espulsioni'', come luoghi dove la Chiesa si sente piu'
impegnata nel suo apostolato lamentando, pero', che oggi ''e'
molto difficile farlo'' e chiedendo alle autorita' statali
che ''si lasci la possibilita' ai pastori di visitare questi
luoghi''. Non e' un caso che proprio al tema della cura
pastorale '' dei migranti e rifugiati in carcere e nei campi
di detenzione'' verra' dedicata una apposita sessione di
lavori del convegno.
Dal canto suo, il presidente dell'organismo vaticano che
si occupa di immigrazione, mons. Antonio Maria Veglio' ha
notato come ancora il mondo, anche affrontando temi come
quello delle migrazioni, e' ben lontano dall'aver creato
''l'agognato ordine sociale giusto e umano'' mentre si e'
ancora ''prigionieri dell'incubo della guerra, nelle sue
diverse forme, della fame, della stagnazione economica, delle
varie minacce alla salute e alla liberta'''. Questo mentre
''la globalizzazione ha creato un nuovo mercato del lavoro e
di conseguenza ha spinto molti ad emigrare, anche per fuggire
da poverta', miseria, catastrofi naturali e conflitti locali
ed internazionali''.
La Chiesa, ha concluso mons. Viglio', ''e' vicina ai
migranti, specialmente alle vittime del traffico degli esseri
umani, ai rifugiati, ai richiedenti asilo e alle persone che
soffrono i drammi della mobilita'''. Una Chiesa che ''e'
chiamata a difendere la loro causa nei diversi contesti,
anche collaborando a promuovere adeguate normative, a livello
locale e internazionale, che favoriscano la buona
integrazione''.
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