Roma 24 novembre 2009

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

 

Italia: allarme protezione rifugiati

 

 

 

In pochi giorni si sono susseguiti 3 fatti diversi, ma ugualmente gravi, che hanno messo a rischio la protezione dei rifugiati in Italia.

 

 

 

1.         La Questura di Ragusa in data 23 novembre ha diffuso alla stampa i nominativi e le foto di 8 eritrei arrivati a Pozzallo in uno sbarco di circa 200 persone la scorsa fine settimana, mettendo in grave rischio le persone stesse, ma ancor pi i loro familiari rimasti nel paese dorigine. Peraltro non cera alcuna necessit investigativa di diffondere i dati e le foto perch le persone sono tutte in arresto nel carcere di Modica.

 

 

 

2.         Una delegazione di autorit turche in data 17 novembre ha visitato il Centro per Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto nella Provincia di Roma nonostante al suo interno fossero ospitati circa 30 richiedenti asilo turco-curdi.

 

 

 

3.         Sono giunti ieri mattina a Al Zuwara, Libia, i circa 79 migranti e rifugiati provenienti da Eritrea,Nigeria e altre nazionalit tra di loro anche quattro donne incinte e una bambina di due anni riportati da due motovedette libiche che li hanno intercettati nel fine settimana a circa 50 miglia a Sud di Lampedusa, dopo una segnalazione da parte delle autorita' italiane. Le persone a rischio di naufragio dopo 6 giorni in mare avevano infatti richiesto aiuto alle forze italiane.

 

 

 

Se viene confermato che lintercettazione stato resa possibile grazie ad una segnalazione delle autorit italiane sarebbe la prima volta che la politica dei respingimenti viene delegata alle forze navali libiche e fatta operativa in acque non di loro competenza, molto lontano dalle loro acque territoriali e dalla loro zona SAR- Search and Rescue dichiara Christopher Hein. Siamo estremamente preoccupati che in queste varie misure la sicurezza di persone che cercano rifugio in Italia sia messa gravemente in pericolo. Chiediamo al governo di dare istruzioni affinch in ogni caso la riservatezza della procedura dasilo sia garantita e ribadiamo la nostra contrariet a questa nuova forma di respingimento in mare che espone rifugiati ad una situazione dove non esiste alcuna garanzia alla loro protezione  conclude Hein.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per ulteriori informazioni:                                                                                                  

 

UFFICIO STAMPA CIR   - Valeria Carlini

 

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