Il ddl sul processo breve prevede una riduzione dei tempi di prescrizione per alcuni reati. I "crimini più pericolosi" sono esclusi e tra di essi anche i reati in violazione delle norme sull’immigrazione.

Il ddl contro la durata indeterminata dei processi. La riduzione dei tempi per la prescrizione dei processi vale per tutti, tranne per i reati per i quali la pena edittale - ai sensi dell'articolo 157 cp - è superiore ai 10 anni, i reati di associazione per delinquere, incendio, pornografia minorile, sequestro di persona, atti persecutori, circonvenzione di persone incapaci, violazione delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e all'igiene sul lavoro e di circolazione stradale, traffico illecito di rifiuti. Le nuove norme contenute nel ddl non si applicano nemmeno nei processi in cui "l'imputato ha già riportato una precedente condanna a pena detentiva per delitto, anche se è intervenuta la riabilitazione, o è stato dichiarato delinquente o contravventore abituale o professionale" e ai reati commessi in violazione delle norme sull’ immigrazione.

Il reato di clandestinità. A seguito dell’entrata in vigore della legge sulla sicurezza, l’ingresso ed il soggiorno illegale in Italia è reato, punito con un’ammenda. Il testo unico - d.lgs. 286/98 - prevede la sanzione penale anche per il cittadino straniero che si trattiene nel territorio dello Stato in violazione di un ordine di allontanamento o vi fa reingresso prima dello scadere del termine di divieto- solitamente fissato in 10 anni.

Perplessità sull'esclusione dei reati di immigrazione illegale. Inserire le norme relative alla violazione delle norme sull’immigrazione fra quelle escluse dal processo breve suscita perplessità da entrambi gli schieramenti: l’immigrazione clandestina è una semplice contravvenzione ma viene comunque equiparata a reati di grave allarme sociale quali la mafia e il terrorismo. La previsione è stata voluta dalla Lega che sostiene che “è un altro modo per combattere l’immigrazione clandestina".