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13.10.2009

Sicurezza e immigrazione: le strategie del cambiamento e la cooperazione internazionale’. Gli interventi di Tajani, Manganelli e Morcone

La seconda sessione di lavori della mattina

nostro servizio

Con gli interventi sui temi ‘Enti locali e prefetti: collaborazione al servizio del territorio’ e ‘Sicurezza e immigrazione: le strategie del cambiamento e la cooperazione internazionale’ la Conferenza è entrata nel ‘core businness’ delle tematiche che le prefetture devono gestire a livello territoriale.

Tajani: I tre pilastri del ‘global approach’ scelto dalla Commissione europea: asilo, Frontex, cooperazione con i Paesi terzi. Importante creare infrastrutture in Africa, presto una 2 giorni a Napoli.
Il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani ha aperto gli interventi su sicurezza e immigrazione portando dati concreti, sia sul fenomeno che sulle azioni, e intenzioni, dell’Unione. Di fronte alla presenza di circa 8 milioni di immigrati illegali occupati nel sommerso, è evidente, ha premesso Tajani, che la questione cruciale per il futuro è combattere l’immigrazione illegale, dietro alla quale spesso prosperano traffici illeciti e vero e proprio «commercio di carne umana».

L’Unione, consapevole che «c’è bisogno di più Europa», soprattutto a fianco dei Paesi delle frontiere meridionali, che si affacciano sul Mediterraneo, ha scelto un approccio globale con azioni mirate, appunto, all’area del Mediterraneo da cui proviene la maggior parte dei flussi irregolari.

Questi i tre pilastri, o fronti d’azione, del ‘global approach’, indicati dal Consiglio europeo:

  • Asilo: l’obiettivo è la ripartizione tra i Paesi Ue di chi ottiene la protezione internazionale, ma anche progetti, come quello ‘pilota’ per Malta e quello recentemente proposto dalla Commissione a Consiglio e Parlamento europei, per la ‘reinstallazione’ di chi ottiene lo status di rifugiato, utilizzando gli appositi fondi europei. Prevista anche la costituzione di un’Agenzia europea per il diritto d’asilo;
  • Frontex: potenziare i pattugliamenti, più risorse per i rimpatri, miglioramento modalità operative nel rispetto del codice Schengen e del diritto marittimo internazionale;
  • Rafforzamento della cooperazione con i paesi terzi da cui proviene l’immigrazione illegale.

Fondamentale, infine, per affrontare in modo strategico il fenomeno migratorio in continua crescita è puntare a creare infrastrutture e sviluppo nel continente africano, dove l’Europa è poco presente. ‘Non solo business, ma strategia politica’, secondo il vicepresidente Tajani. A questo saranno dedicate le 2 giornate di lavoro in programma a Napoli per la settimana prossima, a cui parteciperanno molti leader africani.

Il Capo della Polizia prefetto Antonio ManganelliManganelli: Integrazione via maestra per la sicurezza
Oggi sicurezza significa qualità della vita. E l’integrazione è la via maestra alla sicurezza. E’ questa la sintesi della visione del capo della Polizia Antonio Manganelli.
Il capo della Polizia cita qualche dato: nel 2008, a fronte di un totale di circa 900mila reati, 587mila sono stati compiuti da italiani e i rimanenti 300mila circa dagli stranieri, nella quasi totalità cittadini immigrati extracomunitari. Un terzo dei reati si riconducono all’immigrazione clandestina.
«In rapporto al ‘dovere di sicurezza’, - ha detto Manganelli - a cui dobbiamo rispondere, un dato significativo è che un terzo degli autori di reato sono stranieri». Di fronte alla portata del problema «non possiamo che evocare la collaborazione internazionale, non si può fare altro» ha sottolineato Manganelli. «Abbiamo messo in piedi 65 tra accordi e intese operative» per combattere «direttamente o indirettamente l’immigrazione clandestina e 47 uffici in cui lavorano 60 ufficiali di collegamento dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia. E’ proprio ascoltando questi esperti  che ci rendiamo conto quanto sia importante il dialogo» con i paesi di origine degli immigrati.

Richiamandosi all’attentato di ieri alla caserma dei Carabinieri, a Milano, Manganelli ha ricordato che l’autore è un immigrato di seconda generazione, con un lavoro regolare, ma evidentemente non del tutto integrato. Elemento in più a conferma della necessità di «far sentire a casa gli immigrati regolari. Questo può prevenire insidie, come quella capitata a Milano». Proprio i prefetti, secondo il capo della Polizia, giocano un ruolo importante in questa partita, esaltando le loro prerogative a cavallo tra rigore e accoglienza. Sono comunque necessarie, ha concluso Manganelli, tutte le energie della società civile per ‘combattere serenamente’ l’immigrazione illegale.


Il Capo Dipartimento per le Libertà Civili e per l’Immigrazione prefetto Mario MorconeMorcone: Fondamentale il supporto Ue. A livello interno, centrali i Consigli territoriali presso le prefetture. ‘Guardare all’immigrazione con uno sguardo aperto’
Sulla linea dell’equazione sicurezza-integrazione proposta dal capo della Polizia, il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, che ha incentrato il suo intervento sull’importanza di coniugare la consapevolezza dell’importanza di offrire modelli multiculturali nel quadro di regole precise con interventi concreti, anche a livello europeo.

«Il ‘global approach' della Commissione europea, infatti, non ha ancora dato -secondo Morcone - i risultati attesi». «Ma si aprono varchi - ha proseguito -  come il Patto di Parigi che ha riconosciuto che un’immigrazione a tasso zero è praticamente impossibile, e la necessità che l’assorbimento dei flussi migratori sia calibrato sulle specifiche capacità d’accoglienza dei 27». In quest’ottica, Morcone ha auspicato un maggior sostegno ai paesi europei della sponda mediterranea e un’armonizzazione della normativa in tema d’asilo, in vista dell’Agenzia europea cui anche il vicepresidente Ue ha fatto riferimento.

Gettando uno sguardo su casa nostra, Morcone ha parlato di «standard legislativi altissimi, grazie ai quali è stata data attuazione all’articolo 10 della Costituzione, in materia di Asilo», dell’«orgoglio di avere 15 Commissioni di garanzia per il diritto d’asilo ‘vere’, con la presenza in ciascuna di un membro dell’Alto commissariato rifugiati», dei Consiglio territoriali per l’immigrazione su cui «l’Italia sta scommettendo e si è investito molto» anche in termini di risorse per realizzare i progetti di integrazione approvati dai consigli. Risorse che, grazie al Pon sicurezza, ammontano a 180 milioni per i prossimi anni, mentre nel prossimo biennio sono a disposizione ben 21 milioni a valere sui Fondi sia italiani che europei. Morcone ha invitato i prefetti a collaborare il più possibile con gli enti territoriali nell’utilizzo di questi importanti strumenti – i fondi – spesso però gestiti in base a regole complesse.

Infine, un invito valido per tutti: «Bisogna a guardare all’immigrazine con sguardo aperto, consapevoli che stiamo costruendo il nostro futuro».

Lombardi: fondamentale l’informazione per i nuovi arrivati
Il prefetto di Milano Valerio Lombardi ha concluso la prima parte dei lavori della giornata portando l’esperienza del capoluogo lombardo, che già negli anni 50 assorbì gli imponenti flussi migratori interni. Ma si trattava di «fenomeni più omogenei, oggi la situazione è più difficile», come dimostra il fatto di cronaca di Milano. Si pongono, infatti, problemi di convivenza tra etnie, culture, religioni e tradizioni diverse, che chiedono alla società ospitante di adattarsi e ai nuovi arrivati di accettare i percorsi d’integrazione, anzi, di predisporsi ad essi, poiché «integrazione e gestione sostenibile sono una necessità». A questo scopo, per contenere gli alti costi sociali - in termini di lavoro, servizi, abitazioni – e massimizzare i vantaggi portati dall’immigrazione anche in termini di crescita economica, è importante una chiara strategia ma, soprattutto è importante informare chi arriva in italia su opportunità, diritti, e regole da condividere.





   
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