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13.10.2009

Napolitano: i prefetti garanti della leale cooperazione tra autonomie e Stato

Il Presidente della Repubblica ospite d’onore alla Prima conferenza nazionale dei prefetti aperta dal ministro Maroni

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Duplice funzione di rappresentanza, del Governo e delle istanze della società civile, capacità di rispondere a nuove funzioni mantenendo fermo il ruolo di coordinamento con le componenti autonomistiche dello Stato a garanzia del principio di unitarietà e coesione.
E’ questo il tratto identitario più incisivo della figura del prefetto tratteggiata dagli interventi del ministro dell’Interno Roberto Maroni, del capo di Gabinetto del ministro Giuseppe Procaccini e del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che hanno aperto oggi a Roma, alla Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno (Ssai) la I Conferenza nazionale dei prefetti. «Un’occasione utile – la definisce Maroni – per un confronto istituzionale su temi di grande rilevanza per la società italiana».

La capacità di reinterpretare le proprie funzioni in un assetto istituzionale e in un contesto sociale mutati sembra essere la chiave di lettura che accomuna le tre riflessioni,  ciascuna delle quali ‘illumina’ un aspetto particolare del ruolo del prefetto oggi.

Il ministro Maroni alla Prima Conferenza dei PrefettiLa richiesta dei cittadini oggi - è il presupposto del discorso di Maroni - è che «ogni intervento pubblico sia calibrato sulla specificità del sistema territoriale» ed è questa la sfida che l’amministrazione dell’Interno e i prefetti «sono chiamati a cogliere come sedi di leale cooperazione istituzionale con le altre istituzioni territoriali». A questo si lega, dice in sostanza il Ministro, un ampliamento del ruolo del prefetto anche in relazione alle nuove implicazioni delle  tematiche della sicurezza e dell’immigrazione nell’ambito delle comunità locali. Ricordando le misure del pacchetto sicurezza – i nuovi poteri di ordinanza attribuiti ai sindaci – e, soprattutto, il nuovo modello di sicurezza partecipata a cui si ispira l’azione del Governo, il ministro ha sottolineato i compiti di «sintesi e raccordo delle iniziative per la sicurezza urbana», per le quali, ha ribadito Maroni, è stato costituito un fondo speciale di 100 milioni di euro finalizzato a interventi per l’emergenza nei campi nomadi, ai patti con i sindaci per la sicurezza territoriale e al contrasto dell’immigrazione illegale.

Maroni ha anche ricordato il ruolo dei prefetti, oggi, nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare nella prevenzione delle infiltrazioni negli appalti e, con «compiti delicatissimi»,  nell’aggressione ai patrimoni mafiosi illegali. E il ruolo delle Conferenze provinciali permanenti, sede in cui si esplica al meglio la vitalità dell’istituzione prefettizia. In quest’ambito, infatti, il prefetto è chiamato ad affrontare quelle che il capo di Gabinetto Giuseppe Procaccini definisce nel suo intervento «nuove emergenze sociali»: l’integrazione degli immigrati e la  tutela dei minori stranieri non accompagnati - tema sottolineato anche da Maroni - la sicurezza sul lavoro fatta non solo di controlli ma anche di prevenzione, formazione e sostegno alle famiglie delle vittime. Infine, il ruolo recentemente assegnato ai prefetti  dalla direttiva Interno/Economia e Finanze con la costituzione degli Osservatori sul credito, per sostenere famiglie e piccola impresa.

Ai prefetti tocca oggi, insomma, ha concluso il ministro Maroni, una «sfida di modernizzazione» che il ministero dell’Interno è pronto a cogliere, un compito di «coordinamento e sintesi in un rapporto equilibrato con i nuovi poteri federalisti».
 
Questo è quanto emerge anche dalle parole del capo di Gabinetto Procaccini che parla nel suo intervento, dopo un «excursus» storico sulla figura del prefetto, di «federalismo solidale». Procaccini sottolinea infatti come il prefetto sia, oggi più che mai, «organo di raccordo verso enti locali e amministrazioni pubbliche in senso soggettivo e oggettivo, ma anche responsabile dell’attuazione di un ‘federalismo solidale’ e ricorda come la Costituzione, modificata in senso federalista, affidi comunque ai prefetti la garanzia degli standard essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali.  «Sensibilità, conoscenza, prossimità» sono, per Procaccini, la linfa che alimenta il ruolo di grande responsabilità, anche storica, del prefetto, «ciò che rende autorevole il potere».

Il Presidente della Repubblica Giorgio NapolitanoOspite d’onore della giornata di lavori dedicata alla figura del prefetto oggi, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Presidente ha tracciato il quadro attuale alla luce deglii ultimi 15 anni, in cui uno Stato nato come centralizzato si è aperto alle spinte autonomiste, fino ad arrivare all’elezione diretta del sindaco e alla riforma del titolo V della Costituzione. In quest’ottica, ha affermato Napolitano, è importante ridisegnare la figura del prefetto a sostegno della riforma federalista, a salvaguardia dell’unità e dell’imprescindibile necessità di coesione. Napolitano ha insistito anche sulla necessità della più larga condivisione del percorso da seguire, ricordando l’esperienza dei patti territoriali per la sicurezza come luogo di collaborazione tra amministrazione dell’Interno e istituzioni locali.

Con queste premesse, il Presidente ha manifestato apprezzamento, affidamento e fiducia che gli appartenenti alla carriera prefettizia sapranno porsi all’altezza dei nuovi compiti  posti dal nuovo contesto, non ultimi quelli in tema di sicurezza secondo il concetto ‘ampliato’ illustrato dal ministro Maroni.





   
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