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Notizie

Ministro Roberto Maroni

23.09.2009

Immigrazione, Maroni: grazie all'accordo con la Libia 17.000 persone hanno rinunciato a partire verso l'Italia

Il ministro dell'Interno al question time alla Camera affronta i temi dell'immigrazione, lotta alla mafia e sicurezza interna

«Da quando l'accordo con la Libia è entrato in vigore nel maggio scorso, gli sbarchi di clandestini sulle nostre coste sono diminuiti del 90%». Lo ha riferito il ministro dell'Interno, Roberto Maroni nel corso del question time questo pomeriggio alla Camera dei deputati.
Sono accordi, quelli con la Libia - ha sottolineato Maroni - «conformi alla normativa europea» e che hanno consentito di far scendere gli sbarchi da oltre 18 mila a 1.833. «Negli ultimi quattro mesi - ha aggiunto il responsabile del Viminale - sono state effettuate 9 operazioni di accompagnamento in Libia» e si può calcolare che «circa 17 mila persone non sono partire dalla Libia» evitando così il «dramma di tanti morti in mare. Si tratta di una politica che funziona - ha sottolineato Maroni - e che continueremo». Il ministro ha ricordato infine i successi ottenuti a Lampedusa dove attualmente nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) non sono presenti immigrati e gli sbarchi si sono, di fatto, azzerati. «Avevamo lanciato la sfida: il 2009 sarà per Lampedusa l'anno della fine degli sbarchi e l'anno del turismo. E' ciò che sta avvenendo» ha concluso Maroni.

scioglimento del comune di Fondi (lt)

In relazione alla questione dello scioglimeto del Comune di Fondi (Lt) per infiltrazione mafiosa, Maroni ha annunciato che «una decisione definitiva verrà presa dal prossimo Consiglio dei ministri»

«Il consiglio dei ministri del 31 luglio 2009 come è noto - ha ricordato Maroni - ha deliberato di riconsiderare la proposta di scioglimento del Comune di Fondi a seguito dell'entrata in vigore della legge n.94 del 15 luglio 2009 che prevede una procedura diversa che è di competenza del Consiglio dei ministri. Ho portato la nuova relazione del prefetto, sentito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, nel consiglio dei ministri di ieri - ha continuato il titolare del Viminale - e nel prossimo Cdm ci sarà la decisione sullo scioglimento del Comune». 

Maroni ha poi rivendicato le politiche del Governo nel contrasto alla criminalità organizzata, ricordando i risultati raggiunti. «In quindici mesi - ha detto il ministro - sono stati arrestati 3.340 mafiosi, il 30% in più di quanto fatto sotto il governo Prodi: una media di otto mafiosi al giorno, da quando il governo si è insediato. Abbiamo arrestato latitanti pericolosi, l'80 % in più rispetto al periodo precedente. Abbiamo sequestrato alla mafia 8.674 beni di varia natura per un valore di 4,9 miliardi di euro, il 30% il più rispetto al periodo precedente e le confische del valore di circa 1 miliardo di euro sono il 179% in più». 

«Questo governo - ha continuato Maroni- ha fatto contro la mafia, nei 15 mesi di sua durata, cose che negli anni precedenti non si sono mai verificati: in quindici mesi ha sciolto dodici consigli comunali mentre il governo Prodi, nello stesso periodo ne aveva sciolti otto. Penso, quindi, e lo dico con orgoglio - ha concluso Maroni - che questo sia un momento molto favorevole nella la lotta alla mafia e che nessun governo, come quello attuale, sta dando alla mafia colpi molto duri e procedendo in una lotta senza quartiere contro ogni forma di criminalità organizzata».

La sicurezza interna dello stato e le dichiarazioni del ministro Brunetta

Chiamato infine a riferire sulle dichiarazioni del ministro della Pubblica amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta,  Maroni ha detto che «i richiami a golpe o a colpi di Stato sono una costante nel dibattito politico» e le parole del ministro Brunetta vanno lette in questo senso. Maroni ha richiamato una lunga lista di affermazioni su possibili golpe avanzate nel passato da esponenti politici, derubricando il tutto come «evidenti affermazioni che rientrano nel dibattito politico».
Il ministro dell'Interno ha assicurando che da parte del Viminale, comunque, resta sempre massimo l'impegno nella vigilanza di possibili pericoli per la democrazia «che non sono annunciati in convegni o interviste e che possano essere nei piani della mafia o delle associazioni terroristiche. Da questo punto l'attenzione è straordinariamente alta», ha concluso Maroni.





   
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