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Immigrazione

25.09.2009

Seconda Conferenza Nazionale sull’Immigrazione: i lavori della prima giornata

Il sindaco Moratti ha introdotto i lavori, i contributi delle istituzioni centrali e locali, di studiosi italiani e internazionali. Tavola rotonda con il prefetto Morcone sul tema 'A ognuno il suo lavoro: un quadro tecnico e politico complesso'

nostro servizio

E’ stato il sindaco di Milano Letizia Moratti a dare il via alla Seconda Conferenza Nazionale sull’Immigrazione organizzata dal Ministero del’Interno e dall’Anci.
Seconda Confenza Nazionale sull'Immigrazione «La sfida che accomuna tutti – ha detto la Moratti nel suo intervento introduttivo - è trasformare quello che qualcuno sente come un problema in una risorsa». Questo potrà avvenire se si collegano i diversi livelli di responsabilità istituzionale a partire dall’Europa passando per i governi fino alla dimensione locale dei comuni. La Moratti individua tre priorità: lo snellimento delle procedure burocratiche nella gestione dell’immigrazione: in questo quadro ben si inserisce, ha ricordato il Sindaco, l’accordo fatto recentemente con la Prefettura, o la possibilità di emettere ordinanze da parte dei sindaci. Secondo cardine è la necessità di lasciare sul territorio le risorse finanziarie. Terzo, rafforzare gli accordi bilaterali internazionali. Infine, il Sindaco ha evidenziato l’utilità di porre in essere progetti concreti che vadano incontro alle reali esigenze di crescita dei persone migranti nei loro Paesi d’origine come i progetti di microcredito che, ad esempio, nel Bangladesh ha aiutato a assumere dignità da parte delle popolazioni più svantaggiate direttamente nei loro luoghi di origine. 

Il prefetto di Milano Gianvalerio Lombardi nel suo intervento ha evidenziato i grandi cambiamenti avvenuti sul fronte dell’immigrazione negli ultimi trenta anni nel territorio provinciale dove si è passati dal una migrazione essenzialmente interna a una migrazione straniera che raggiunge oggi circa 350 mila unità. Per questo ha suggerito la necessità di intraprendere una strategia che preveda una organizzazione e delle risorse per evitareun assestamento spontaneo che non sarebbe né utile né prudente. Informando i cittadini italiani sui veri costi e benefici che portano con sé gli immigrati e responsabilizzando questi sui diritti e doveri per un’integrazione che li renda pienamente «parte del popolo». 

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha sottolineato come dopo i sostanziali fallimenti degli approcci al fenomeno dell’immigrazione di impronta anglosassone (multiculturalismo) o francese (assimilazionismo) sia necessario individuare una «terza via» italiana rispettosa della nostra identità e di quelle degli stranieri. La società italiana nel rispetto dei propri valori fondati sulla libertà deve poter essere influenzata da «contaminazioni successive» . Per questo il rispetto delle regole, ma anche la conoscenza della lingua italiana e la frequenza della scuola rappresentano la strada per la valorizzazione del capitale umano e lo sviluppo. 

Immigrazione «non come problema unitamente emergenziale» è la chiave usata dal Presidente ANCI Sergio Chiamparino il quale partendo dai dati che indicano in 4 milioni gli immigrati in Italia che contribuiscono alla creazione del 9 % della ricchezza del Paese, ha evidenziato che gli stranieri con il loro apporto lavorativo consentono che gli italiani svolgano lavori più qualificati.
Chiamparino ha posto un particolare accento sulla preziosa opera dei comuni nel tentativo di gestire, affrontare e risolvere i problemi che si creano sui loro territori. Ora però queste politiche necessitano di un salto passando da un livello di buone pratiche a un vero e proprio “Piano nazionale per l’integrazione” che coordini, sostenga e dia risorse. Questo Piano dovrà investire sulle nuove generazioni di immigrati nell’accrescimento del loro «capitale umano» affinchè gli stessi siano orgogliosi delle loro origini ma anche di «essere italiani». La nostra cultura non dovrà essere dispersa ma rafforzata dal confronto con le altre. 

Dei nuovi scenari che ha creato l’immigrazione, passato da fenomeno stagionale e temporaneo a fenomeno con «caratteri di stabilizzazione», ha parlato il presidente del Censis Giuseppe De Rita. Se infatti negli anni ’70 l’immigrazione in Italia interessava solo alcune zone geografiche e per brevi periodi nel corso dell’anno i ritmi assunti nei successivi anni hanno creato un fenomeno di livello mondiale. Ora il tasso di crescita sta avendo un sensibile rallentamento facendo ritenere che il momento dell’espansione stia regredendo, assumendo piuttosto un aspetto di policentrismo verso nuovi paesi (Brasile, India) e di stabilizzazione nei paesi di emigrazione ormai storica tra cui il nostro. Questo significa però che dovranno porsi in essere politiche che prevedano più case, più luoghi di culto, più scuole adeguandosi quindi a questa nuova fase del processo di immigrazione. 

Andrea Riccardi, presidente della comunità di sant’Egidio, ha ribadito il valore socio-culturale degli immigrati. «Non bisogna avere paura degli immigrati» ha detto, l’Italia ha bisogno di loro. «Servono piuttosto politiche di integrazione, e una politica internazionale per il sud del mondo capace di governare i complessi fenomeni migratori». In particolare, «organizzare enclave protette dal diritto internazionale nei Paesi di origine dei richiedenti asilo, in modo che vogliano vedersi riconosciuto questo status, non siano costretti a rivolgersi alla malavita organizzata» .


Tavola rotonda con il prefetto Mario MorconeE’ seguita una tavola rotonda intitolata 'A ognuno il suo lavoro: un quadro tecnico e politico complesso' moderata dal prefetto Mario Morcone che, nell’introduzione ai lavori, ha sottolineato come la scelta di Milano, luogo che ospita l’evento, sia emblematica, volendo così rappresentare tutte le aree metropolitane in quanto luoghi maggiormente interessati dal fenomeno migratorio. In sintonia con quanto precedentemente affermato dai rappresentanti delle istituzioni locali, Morcone ha ribadito l’importanza di un maggiore coinvolgimento delle regioni.
Entro la fine di settembre - ha proseguito - «si prevede che perverranno al Ministero dell’interno 300 mila domande di regolarizzazione se continuerà il trend di questi giorni» - richiamando così l’attenzione sull’importanza di garantire, nel rispetto delle scelte operate dal governo, altrettante opportunità economiche.
Sul tema della cittadinanza, ha chiarito Morcone, le proposte avanzate sono supportate da schieramenti trasversali, ma per giungere ad una definizione della questione occorrerà «un colpo di reni delle nostre autorità politiche».

Sui rapporti tra lavoro e immigrazione è intervenuto il Direttore Generale del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, Maurizio Silveri. «Un buon lavoro facilita di molto I processi di integrazione» ha detto il rappresentante del Lavoro, chiarendo che il fabbisogno di manodopera nella individuazione delle quote rappresenta una decisione difficile da quantificare e da assumere. Per questo servirebbe un maggiore coinvolgimento da parte delle regioni ed anche del sistema delle imprese. Sulla questione delle “alte professionaltà”, Silveri ha ribadito che non rientrano nel meccanismo delle quote i lavoratori specializzati come ingegneri, infermieri etc.

Ha concluso i lavori della mattina il Rettore dell’università cattolica del Sacro cuore Lorenzo Ornaghi che illustrando un volume pubblicato dall’Ateneo “La priorità del lavoro oggi” ha posto l’accento sul fatto che «essere riconosciuti esseri umani è una delle priorità delle Istituzioni».


Il sottosegretario MantovanoNel  pomeriggio la Conferenza è proseguita con i lavori di quattro sessioni tematiche che si sono svolte in concomitanza. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha coordinato il tavolo 2 dedicato al tema:’Sicurezza e gestione del territorio’ ribadendo che quello dell’immigrazione è un tema che non può essere fatto coincidere esclusivamente con la sicurezza ma di cui bisogna tener conto.
La discussione del panel si è poi indirizzata verso le problematiche connesse al fenomeno dei richiedenti asilo. Mantovano ha sottolineato la collaborazione attuata dall’Italia in questi anni con le organizzazioni delle Nazioni Unite che si occupano di rifugiati evidenziando i dati, rilevanti, sul numero delle domande esaminate e di coloro che hanno ricevuto, a vario titolo, forme di protezione. Sulla questione dei respingimenti in mare, il sottosegretario all’Interno ha ribadito che l’Italia intende “garantire il diritto alla vita” preferendo la tutela di chi è in mare al pericolo di una traversata nel canale di Sicilia.
Le relazioni dei coordinatori delle quattro sessioni tematiche sull’esito dei lavori saranno discusse in apertura della mattinata di sabato prima della Tavola rotonda in programma alle 10,30 intitolata: ‘Mediterraneo tra nord e sud, modelli a confronto”





   
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