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Approfondimento

Camera dei deputati,

Testi delle interrogazioni a risposta diretta rivolti al ministro dell'Interno Roberto Maroni



DI PIETRO, DONADI, FAVIA, BORGHESI e EVANGELISTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la delibera in merito allo scioglimento del consiglio comunale di Fondi per infiltrazioni mafiose, indicato come necessario dal prefetto di Latina nella relazione depositata un anno fa, l'8 settembre 2008, - frutto delle indagini effettuate dai Corpi di polizia, carabinieri e guardia di finanza - ritenuto «atto doveroso» dal Ministro interrogato, si sta immotivatamente ed inspiegabilmente trascinando;
secondo notizia di stampa, dalla relazione sopra citata emerge che «il comune di Fondi mantiene comportamenti, che si riflettono nelle scelte politico-amministrative dell'ente, di indubbia gravità, dimostrando un'allarmante insensibilità verso l'esigenza di una corretta e trasparente azione che dissolva il sospetto di porsi al servizio di interessi di tipo criminale, in ciò dimostrandosi oggettivamente collusiva»;
non è dato sapere perché il Ministro interrogato abbia temporeggiato così a lungo, trasmettendo solo nel febbraio 2009, a distanza, dunque, di cinque mesi, la richiesta di scioglimento del comune di Fondi all'attenzione del Consiglio dei ministri;
incomprensibile risulta anche la scelta del rinvio, adottata da subito dal Consiglio dei ministri, reiterata dal mese di febbraio 2009 a tutt'oggi: scelta anomala, che ha reso il mancato scioglimento del comune di Fondi un caso unico nella storia del nostro Paese e lo ha proiettato, infatti, alla ribalta nazionale, presente quasi ogni giorno sui giornali nel corso degli ultimi mesi;
le dichiarazioni di esponenti del Governo, a difesa e giustificazione del continuo rinvio, sono state le più diverse: che nessun amministratore del comune di Fondi fosse indagato, che, a seguito dell'approvazione di nuove norme in materia di scioglimento dei consigli comunali, la questione dovesse essere riconsiderata;
l'atto dello scioglimento è strumento fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, segnale inequivocabile della volontà e dell'attenzione da parte delle istituzioni, preventivo ed autonomo rispetto all'azione penale;
inoltre, nella seduta del 24 luglio 2009, successivamente all'entrata in vigore della legge in materia di sicurezza e delle nuove norme sullo scioglimento dei consigli comunali, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento dei consigli comunali di Fabrizia (Vibo Valentia) e di Vallelunga Pratameno (Caltanissetta): tali delibere hanno dato seguito immediato alle risultanze delle indagini, durate tre mesi, della commissione prefettizia, che ha accertato «forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata»;
nella stessa seduta, il Consiglio dei ministri, da quanto risulta dal comunicato stampa, ha deciso di rinviare la decisione sullo scioglimento del consiglio comunale di Fondi e, al contempo, di far partire una seconda indagine prefettizia, che, secondo notizie della stampa, dovrebbe essere stata depositata alla questura di Latina lunedì 14 settembre 2009;
nel corso dell'ultimo anno nella città di Fondi si sono susseguiti atti di illegalità e di violenza: un atto incendiario, in particolare, risalente al mese di giugno 2009, ha fatto esplodere l'autovettura di un esponente delle forze dell'ordine, oltre ad ondate di arresti per mafia, l'ultima nel mese di luglio 2009, atti che, ad avviso degli interroganti, rendono incomprensibile il procrastinarsi della decisione in merito allo scioglimento del comune, e sollevano interrogativi in merito all'anomalo trattamento riservato al caso e all'indifferenza istituzionale che emerge a parere degli interroganti;
l'ultimo gravissimo atto intimidatorio si è consumato a Fondi nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2009, con l'esplosione di un furgone, sotto il quale era stata piazzata una carica esplosiva di «elevato potenziale», come ha dichiarato la questura di Latina -:
quali motivi giustifichino il diverso e, ad avviso degli interroganti, anomalo trattamento riservato, primo caso nella storia d'Italia ed immotivato precedente, allo scioglimento del comune di Fondi.
(3-00668)
(22 settembre 2009)


COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DESIDERATI, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i flussi migratori verso il nostro Paese sono aumentati in maniera esponenziale nel corso degli ultimi anni, passando dalle 500 mila persone del 1987 alle attuali 3 milioni 500 mila circa, dato in costante aumento;
gli immigrati che giungono clandestinamente sulle nostre coste ammonterebbero a circa trentaseimila unità solo nel 2008, dei quali circa 30 mila sono approdati a Lampedusa (erano 14.855 nel 2005, 18.096 nel 2006, 11.749 nel 2007), mentre nel 2007 erano 20.453. Degli sbarcati sulle coste italiane la maggior parte sono tunisini, seguono i nigeriani, i somali e gli eritrei;
la grave situazione di Lampedusa, principale punto di approdo dei clandestini, ha indotto il Ministro interrogato a promuovere la decisione assunta dal Consiglio dei ministri di attivare un centro di identificazione ed espulsione sull'isola, localizzato in una vecchia base militare, lontano dai centri abitati, con l'evidente finalità di consentire il trattenimento dei clandestini in attesa della loro identificazione e del successivo rimpatrio;
le misure da ultimo citate si inseriscono in una strategia di estremo rigore adottata dall'attuale Governo in materia di immigrazione, che si è articolata in una serie di provvedimenti dei quali si ricordano: il decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica; il decreto-legge 2 ottobre 2008, n. 151, recante misure urgenti in materia di prevenzione e accertamento di reati, di contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina; il decreto legislativo 3 ottobre 2008, n. 159, sui rifugiati politici; il decreto legislativo 3 ottobre 2008, n. 160, sui ricongiungimenti familiari; la ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la grande Giamahiria araba libica popolare sociale; l'Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d'Austria, relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prum); la legge 15 luglio 2009, n. 94, recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica;
nonostante alcune polemiche, i citati provvedimenti, in particolare gli accordi siglati con la Libia, hanno dispiegato una notevole efficacia, come dimostra il fatto che, a quanto risulta, gli sbarchi sulle coste italiane si sono ridotti drasticamente ed il centro di identificazione di Lampedusa è praticamente vuoto -:
quali siano i dati a disposizione del ministero dell'interno circa l'effettiva diminuzione di arrivi di clandestini sulle coste italiane, dopo l'adozione dei citati provvedimenti. (3-00669)
(22 settembre 2009)


BRESSA, SERENI, AMICI, QUARTIANI, GIACHETTI, BORDO, D'ANTONA, FERRARI, FONTANELLI, GIOVANELLI, LANZILLOTTA, LO MORO, MINNITI, NACCARATO, PICCOLO, POLLASTRINI, VASSALLO e ZACCARIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione Renato Brunetta, intervenendo ad un convegno il 19 settembre 2009, ha dichiarato: «Le élite stanno preparando un vero e proprio colpo di Stato». «Mentre gestivamo, con tutte le difficoltà del caso, questa crisi, non abbiamo visto l'opposizione - ha detto Brunetta - Abbiamo visto invece un'élite, o una sedicente élite, irresponsabile», impegnata «non tanto a criticare il Governo per quello che faceva e non faceva, ma per buttare giù il Governo». «Sono sempre le solite: quelle della rendita parassitaria, della rendita burocratica, della rendita finanziaria, della rendita editoriale, senza alcuna legittimazione democratica e popolare. Questa sedicente élite - ha aggiunto Brunetta - che ha la puzza sotto il naso, che ci spiega sempre come va il mondo, ha pensato solo a come far cadere il Governo» -:
se il Ministro interrogato, nell'ambito delle responsabilità a lui affidate, sia in possesso di elementi in grado di confermare il rischio di un imminente colpo di Stato, così come dichiarato dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, e, in caso affermativo, quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per scongiurare tale pericolo. (3-00670)
(22 settembre 2009)




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