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Notizie

2010 - Sottosegretario Alfredo Mantovano

12.08.2010

Cambia l'immigrazione verso il Salento: meno sbarchi rispetto ai primi anni 2000 e più controlli

Ne ha parlato a Lecce il sottosegretario all'Interno Mantovano dopo aver presieduto il Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica. Avviati i contatti con i Paesi da cui provengono le imbarcazioni, Grecia e Turchia

Le caratteristiche degli sbarchi di migranti sulle coste del Salento sono cambiate, e la novità principale sta nel fatto che tutti quelli che riescono a sbarcare sono identificati ed avviati, a seconda dei singoli casi, in una struttura adeguata.

A dirlo è il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, che ha presieduto questa mattina a Lecce, in prefettura, una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocata proprio per verificare la situazione sulla costa salentina, che crea qualche preoccupazione. Fino ad oggi - secondo i dati all'11 agosto 2010 forniti dal sottosegretario - i migranti sbarcati e rintracciati nella provincia di Lecce a partire dal 1 gennaio sono in totale 822 tra uomini, donne e minorenni.

C'è, dunque, anche una differenza quantitativa rispetto agli anni precedenti, in cui sbarcavano in uno stesso range temporale decine di migliaia di persone rispetto alle centinaia di oggi, come accadeva nel canale di Otranto nel 2002 o a Lampedusa fino allo scorso anno.
È cambiata la nazionalità. Oggi i migranti che sbarcano in Salento «sono in larga parte afghani, iracheni,iraniani» ha dichiarato Mantovano alla stampa, evidenziando che «vengono da scenari di difficoltà, di crisi, di forte disagio, che teoricamente legittimerebbero il riconoscimento dello status di rifugiati o quanto meno la protezione umanitaria».

Parte del merito di questi risultati sta in un maggior coordinamento delle Forze di Polizia che hanno saputo sviluppare modalità di intervento efficaci, garantendo al tempo stesso che ciascun migrante identificato sia indirizzato, in base alla sua situazione, in un Centro di espulsione (Cie), o in un Centro per i richiedenti asilo (Cara), o in una struttura di accoglienza se minorenne. A questo lavoro si affianca quello investigativo per individuare e colpire i trafficanti di uomini e gli organizzatori degli sbarchi.

Alla base di tutto sta l'attività politico-istituzionale. L'Italia si è mossa, ha annunciato il sottosegretario all'Interno, per  avviare una collaborazione con le Polizia di Turchia e Grecia, che risultano essere i Paesi di raccolta per le partenze dirette verso le coste pugliesi (basti pensare che 16 imbarcazioni su 27 nel 2010 provenivano dalla Turchia). Sotto questo aspetto sono già in corso, ha riferito Mantovano, contatti fra gli ufficiali di collegamento italiani, affiancati da funzionari inviati dall'Italia, per intavolare forme di cooperazionefinalizzate a un'attività di prevenzione degli sbarchi, sul modello degli accordi con Albania o Libia.





   
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